C OMPOSITIO M ATHEMATICA
A NGELO T ONOLO
Il teorema dei seni per i triangoli infinitesimi tracciati sopra una superficie
Compositio Mathematica, tome 2 (1935), p. 424-437
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triangoli
tracciati sopra
unasuperficie
di
Angelo
TonoloPadova
In una recente Memoria
1)
il Levi-Civita pose i fondamenti d’unageometria
differenziale metrica delle terne di congruenze di linee tracciate sopra unasuperficie,
e inparticolare
stabili le basi d’unatrigonometria
deitriangoli
infinitesimi costituiti dallerispettive linee,
arrivando ad un insieme di formule che danno il teorema dei seni inprima
e in secondaapprossimazione.
Inuna conversazione
Egli
mi diceva che il metododegli operatori
da Lui sistematicamente
adoperato
nellaMemoria,
se conferivaa tutta la trattazione simmetria ed
eleganza
facendo intervenire le tre congruenze senza dareprivilegio
a nessuna,esigeva perô sviluppi
di calcolo unpo’ laboriosi,
eche,
cercando di conservare invece simmetriarispetto
a due delle tre congruenze, sipoteva
sperare di ottenere le formule che danno il teorema dei seni in seconda
approssimazione
in modopiù agile.
La
presente
ricerca hapienamente
confermatoquanto
pre-sumeva l’eminente
Collega.
Avvertoperô
che ilraggiungimento
delle formule in
discorso,
anche con il nuovometodo,
non fuagevole,
avendo dovuto ricorrere a varîaccorgimenti
esviluppi
di calcolo che non sono immediati.
§
1. Prelirninari.a) Sopra
unasuperficie
a dellospazio
ordinario sia data unaterna di congruenze di
linee,
che supporremo ovunquedistinte,
nel senso che tali siano le
tangenti
alle tre linee che passano peruno stesso
punto
di a. Avvertiamo subito che le considerazioni che andremosvolgendo
saranno sempre riferite ad un intorno abbastanzapiccolo
di ungenerico punto
dellasuperficie,
e per1 ) TULLIO LEVI-CIVITA, Terne di congruenze sopra una superficie ed estensione
della trigonometria [Compositio Math. 1 (1934), 115-162].
evitare
ogni
ulteriorediscussione,
assumeremo addirittura per campo a un tale intorno. In conformità al nostrometodo,
in cui deliberatamente si accorda funzioneprivilegiata
a due - apriori qualunque -
delle tre congruenze, èopportuno
introdurrefin dal
principio,
e mantenere inseguito,
simmetria binariarispetto
allé due congruenzeprescelte.
Giovapertanto
assumerele loro linee a linee coordinate sopra a, i cui
parametri
denoteremocon
xl, x2,
e scrivere ilquadrato
dell’elemento lineare ds di asotto la forma
ove
ajuv
sono funzioniregolari
dixl,
x2. Relativamente alla terza congruenza, conviene ricorrere alleespressioni parametriche
dellecoordinate
dei
punti
di unagenerica
sua linea che indicheremo con3,
inten- dendo con s l’arco di essa, e eon 1 unparametro
variabile dall’unaall’altra linea della congruenza in discorso. Per il nostro scopo è bene identificare il
parametro 1
con lalunghezza
dell’arcoP1P2
di
ogni singola
3 compreso fra le intersezioni di essa con le due linee coordinate xl = 0(che
chiameremo lineax2,
od anchelinea
2)
ed x2 = 0(che
chiameremo lineaxl,
od anche linea1) spiccate
da 0. Inoltre l’arco s riteniamo venga contato apartire
dal
punto Pl positivamente
nel versoP1P2.
Fissiamo ora un
triangolo 0 PIPa,
tutto contenuto in u i cuilati
0 P2 ,
,0 P1, Pl P 2 appartengano rispettivamente
alle linee1, 2, 3,
e il cuiperimetro
sia percorso nel verso0 Pl P 2 (verso naturale,
secondoLevi-Civita).
In conformità a
questo
verso, saràP20
la direzionepositiva
della, linea
1, 0 Pl
la direzionepositiva
della linea2,
eP1 P2 quella
della linea 3. Indicando allora conl , ll’ l2
lelunghezze
dei lati del
triangolo, rispettivamente opposti
ai vertici0, PI , P2 ,
le coordinate eurvilinee di
questi
saranno(0, 0), (0, l2)’ ( - h , 0 ).
Si
tenga presente
che ciascuno diquesti
lati deverisguardarsi infinitesimo,
sia che ciô s’intenda nel senso abituale delCalcolo,
sia invece nel senso che le
lunghezze l, ll, l2
hanno misure delprimo
ordinerispetto
ad unaprescelta
unità dilunghezza, misure, cioè,
che non superano una certa frazionepropria.
b)
Denotiamo con y, 1J’l, 1J’2rispettivamente gli angoli (com- presi
fra 0 e n,gli
estremiesclusi)
di cui devono ruotare, nelverso
naturale,
attorno ai vertici0, Pl, P2
la direzionepositiva
della linea 1 per
sovrapporsi
aquella
della linea 2, la direzionepositiva
della linea 2 persovrapporsi
aquella
della linea3,
la direzionepositiva
della linea 3 persovrapporsi
aquella
dellalinea 1. Se
designiamo
alloracon À( Â2 ; Âl Â2 ; Âl Â2
iparametri
delle linee
1, 2, 3,
e con a il discriminante della forma(1),
sihanno le formule
seguenti,
valide in valore assoluto e segno,nelle
quali
il radicale deve essere presopositivamente.
c)
Per il calcolo della curvaturageodetica
in unpunto
d’unalinea tracciata sopra a,
l’algoritmo più spedito
è ilseguente.
Pernon introdurre nuovi
simboli,
identificheremo la linea data conla linea 3 di
parametri Âl Â2,
avvertendo che ilprocedimento
sussiste inalterato per
ogni
linea di a. Si costruiscadapprima
laforma
quadratica
neiparametri
Â1 Â2e si formino
poi
le derivateparziali rispetto
aquesti parametri
Queste
dànno senz’altro i momenti della linea inquistione.
Fissato un
punto
P di coordinatexl,
x2 della linea3,
si pongapoi
1 binomî
lagrangiani
ora scritti sono lecomponenti
covariantidel vettore di curvatura
geodetica2) (derivate,
nel senso checonviene ad una varietà
riemanniana,
del versoretangenziale rispetto
all’arco s della linea indiscorso).
La suaproiezione
secondo la normale alla linea 3 nel
punto
P(ruotata
di 90° nelverso diretto a
partire
dalla direzionepositiva
dellatangente
che èquella
fissatasull’arco) dà,
in valore assoluto e segno, la curva- turageodetica y
della linea 3 nelpunto
P.Pertanto,
se indichiamocon 1112
iparametri
della suddetta direzionenormale,
abbiamoMa avendosi
risulta in definitiva la formula
ove il radicale va sempre preso
positivamente.
S
2. Calcolo dei senidegli angoli
yi, ’tfJ2 e delle curvaturegeodetiche
in 0 delle linee1,
2, 3passanti
per 0. Altreformule.
a)
Persemplificare
il calcolo dichiarato nel titoloconviene,
senza cambiare beninteso linee
coordinate, scegliere
i loro para- metriXl,
X2 in modo che si abbiaCiô
puô
sempre essere effettuato. Continueremo a denotare conxl, x2 quei parametri
per cui sono soddisfatte le condizioni(5).
Si ha intanto il
vantaggio
dipoter
identificare lecoordinate xl
2) Cfr. T. LEVI-CIVITA, Lezioni di Calcolo differenziale assoluto [Bologna,
Nicola Zannichelli], pag. 154.
ed x, dei
punti
delle linee x2 = 0 ed xl = 0 con irispettivi
archi s, ed S2’
misurati,
apartire
da0,
nei versigià
fissati sullelinee coordinate.
Applichiamo
losviluppo
diTaylor
ai secondi membri delleequazioni (2) rispetto
all’arco s mettendo in evidenza lepotenze
di s fino alla seconda. Dovendo essere xl = 0 per s =0,
ed x2 = 0 per s= l,
si hanelle
quali
i restidegli sviluppi
sono stati indicati con(8) perchè
di terzo
grado
in s. Sia avvertitoche,
ingenerale,
con la notazione(0
intendiamo unaquantità
digrado n
almenorispetto agli argomenti l , l1, l2’
s,x1,
,X2,
ilquale grado corrisponde
all’ordine d’infinitesimo
quando
iltriangolo 0 Pl P2 ,
come è statogià dichiarato,
sirisguardi
infinitesimo. Lequantità
oco, acl,f3o, f31
che
figurano
nelle(6) dipenderanno,
ingenerale,
dalparametro 1.
Ma noi
possiamo
ritenere che oc,,f31
sianoindipendenti
da l:infatti le differenze
(X1(l) - xl(o), f31(l) - f31(0)
sono almeno diprimo grado
inl;
d’altraparte
nelle formule(6) (X1(l), f31(l)
vannomoltiplicate per s2
eds ( l
-s),
onde le differenzecontengono
termini di terzogrado
almenonegli argomenti s ed l,
i
quali
possono essereconglobati
nei termini(8)
delle formule inquistione.
Sipuô quindi
surrogare(X1(l)s2
eP1(l)s(l
-s)
con(Xl (0 )S2
ePl (0 )s( l
-s).
Applichiamo
ancora losviluppo
diTaylor
ai coefficienti aIl’a12 , a22 della forma
(1)
tenendopresente
le condizioni(5),
einoltre che a12 =
Va11 a22
cos y.Si ottiene
Sempre
in forza delle(5),
iparametri
delle linee1,2,3
sonorispettivamente,
trascurando nelle(6)
i rest(3),
Ne consegue che in virtù della seconda e terza delle
(3),
si haperchè
nelpunto Pl s
= 0 e nelpunto P2 s
= 1. Il radicaleVa11 - aî2
va calcolato nelpunto Pl
di coordinate0, l2 ,
mentreil radicale
Va22 - ai2
è riferito alpunto P 2
di coordinate -l , 0.
Applicando
ancora losviluppo
diTaylor
aquesti radicali,
siricavano le formule definitive
b)
Consideriamo le due solite linee1,
2passanti
per0,
e la linea 3 relativa ora alpunto 0,
per calcolare lerispettive
curva-ture
geodetiche
inquesto punto,
col processo indicatonel § precedente.
Per la linea
1, avendosi Â’
=1 Â2
=0, posto
risulta
Osservando che si ha
Quindi
nelpunto 0,
per le(7),
E
pertanto,
ricorrendo alla(4),
la curvaturageodetica
y, dellalinea 1 nel
punto
0 è data dalla formulaUn
analogo procedimento
per il calcolo della curvatura geo-detica y2
della linea 2 nelpunto
0 conduce alla formulaRiferiamoci ora alla linea 3
passante
per0,
le cuiequazioni
sihanno dalle
(6) ponendovi 1
== 0.Esse sono, a meno di termini di terzo
ordine,
Avvertiamo
che,
persemplificare
lascrittura,
ora e inseguito,
le notazioni ao,
03B2o
stanno ad indicare le determinazioni dic(o (l) , 03B2o(l) per 1
= 0.Qui
abbiamoPerciô,
in conformità al m etodosviluppato nel § precedente, posto
risulta
Derivando
rispetto
all’arco s, epoi ponendo s
=0,
siottiene,
in forza delle
(7),
Nel
punto 0 (Xl == 0, X2 = 0)
si haE
quindi
i binomîlagrangiani
sono, con referenza alpunto 0,
Infine,
sempre nelpunto 0,
Surrogando
allora le(12), (13)
nella formula(4),
introducendopoi
le curvaturegeodetiche
yl , y,già calcolate, dopo qualche
riduzione si
perviene
alla formula finale che dà la curvatura y della linea 3passante
per 0 inquesto punto:
c)
Il nostro metodo richiede la determinazione di altre for- mule che ora andiamo a ricavare. Consideriamo leequazioni (11)
della linea 3
passante
per 0. Il fatto che s non è unparametro qualunque,
maproprio
l’arco della linea indiscorso,
è espresso dalla condizionela
quale
deve sussistere identicamenterispetto ad s,
in base alle(11)
stesse. La materialesostituzione,
trascurando lepotenze
dis
superiori
allaprima,
fornisce un risultato deltipo
donde
le
Eo,
,El dipendendo
da (Xo,03B2o,
(Xl’Pl
nonchè dai coefficienti e2,fI’ 12’
gldegli sviluppi (7).
Effettuando il calcolo si trova:Infine,
osservando che per s = 1 la xl deve ridursi a -l1,
e cheper s = 0 la x2 deve ridursi a
l2,
dalleequazioni (6),
trascurando i termini(3),
sitraggono
ancora le relazioniseguenti:
§
3. Il teorema dei seni in secondaapprossimazione.
Un
giudizioso maneggio
delle nove formule(8), (9), (10), (14), (15), (16)
conduce al teorema dei seni in secondaapprossimazione.
Intanto per non generare
confusione,
e per brevità dinotazioni,
in
questo §
indicheremo con("P1)1’ ("P2)2 gli angoli
che nei prece- denti§§
furonodesignati
con yi, 1fJ2’ mentre riserveremoquesta
notazione per indicare
gli angoli (precisati
nel modogià dichiarato)
che la linea 2 forma con 3, e che la linea 3 forma con
1, queste
linee
passando
ora tutte e tre per il medesimopunto
0. Ne con-segue che si
puô
scrivere la relazioneApplichiamo
le(3)
alle tre linee1, 2, 3 passanti
per 0. Si ha ora inquesto punto
Quindi
Facciamo
figurare questi angoli
"Pl’ "P2 nella formula(14)
enella
seconda
delle(15); inoltre,
inquest’ultima,
sostituiamo alposto
difI’ 12
leespressioni
fornite dalle(9), (10);
si ottiene allora il sistema di dueequazioni
lineari nellecX1’ {JI
Esso è certamente risolubile
rispetto
alle oei,Pl perchè
il deter-minante dei coefficienti è
e vale
pertanto 4 sin ip e 0,
tenendo conto della relazione(17).
La risoluzione del sistema ora scritto dà
Quindi, surrogando
nelle(8)
alposto
dix,(I), PO(l)
le espres- sioni che si ricavano dalle(16),
e alposto
di xl,(JI
le(18),
siottiene intanto:
È
noto3)
che inprima approssimazione,
trascurando cioè i termini delsecond’ordine,
vale il teorema deiseni;
si ha cioèove  è una
lunghezza
delprim’ordine.
Sipuô assumere 4)
3 ) LEVI-CIVITA, loc. cit. 1), Cap. III, § 2.
4) Per un triangolo rettilineo del piano, il valore comune dei tre rapporti
sin ’ (sin yy) (sin 2
vale notoriamente il diametro della circonferenza circo-sin"P (sin
yi )
1 (sin y2 ) 2scritta al triangolo stesso. Si puô quindi in tale caso assumere come valore di questo diametro l’espressione simmetrica
e convenire poi per un triangolo qualsiasi curvilineo, sia piano, sia tracciato sopra una superficie generica, di assumere la (Ç/.) come definizione di diametro.
(LEvI-CIVITA, loc. cit. 1) Cap. III, § 4.)
Dalle
precedenti (20)
si ricavaSiccome
(sin yl)l, (sin 1J’2)2
si trovanomoltiplicati
per laquantità Â,2, cosi,
a meno ditermini
del terz’ordine che raggrupperemo in(8), possiamo surrogare
nei secondi membri dellerelazioni (22)
addirittura
(sin yl)i, (sin V2)2
con sin 11’1’ sin 11’2’ equindi
scriveredonde la relazione
Nelle
(19)
eliminiamolef1’!2
mediante le(9), (10):
si ricava alloraSviluppiamo
ora ilprodotto
nei secondi membri delle formule(19),
ed osserviamo che il coefficiente dell’addendog, cos y - e2
gl- e2 COS Y
2 sin4 Ip
nel
primo prodotto,
equello
dell’addendo2 sile y
nelsecondo,
è proprio 2sin’
Se
quindi
teniamo conto soltanto dei termini delprimo
e delsecond’ordine, dopo qualche
riduzione benfacile,
si hanno lerelazioni
seguenti,
valide in secondaapprossimazione,
ove
Eliminando nelle
(24) Ù ricorrendo
alla(21 ),
si ottiene ilsistema lineare sin y
dal
quale
si traedonde,
dalla(21),
Le formule
(25), (26), (27) costituiscono
neltriangolo
infini-tesimo
0 Pl P 2 il
teorema deiseni
in secondaapprossimazione.
Per ricavare dalle nostre formule
quelle
del Levi-Civita intro- duciamo ciô cheEgli
chiama la curvaturatriangolare
T, allaquale
si
puô
darequesta espressione
ove ora, e nel
seguito,
indicheremo con y.l’angolo y
e con V3la curvatura
geodetica
y.Fissiamo l’attenzione sulla
relazione (25).
Si ha:
Fra
gli angoli
’fJJ, ’fJJ2’ y,, che ora si riferiscono allo stessopunto
0,
sussiste la relazione Vl+
’fJJ2+
VI =- 2n.Quindi
Possiamo scrivere intanto
Abbiamo
poi
donde
Ne risulta che si
puô
scrivereInfine si ha
Ne segue che
Sommando le
(29), (30), (31)
si ricavadonde la formula definitiva
Il secondo membro di
questa
identità èquella quantità
cheil Levi-Civita indica con gl. La
(25)
sipuô quindi
scrivere cosi:Posto ancora:
le relazioni
(26), (27 ) ,
con un calcolo simile aquello
orasvilup- pato,
si trasformano nelle altreLe
(32), (33), (34)
sono le formule che il Levi-Civita ha ottenuto per il teorema dei seni in secondaapprossimazione 5).
(Pervenuta il 9 Aprile 1934.)
5) Loc. cit. 1), Cap. III, § 6.