R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
P. C. C RAIGHERO
I punti delle ipersuperficie cubiche irriducibili di P
nkcome sottoinsieme intersezione completa
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 70 (1983), p. 31-46
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punti ipersuperficie
come
sottoinsieme intersezione completa.
P. C. CRAIGHERO
(*)
STJMMARY - In this note it is
proved
that on every irriducible reduced cubichypersurface F
of theprojective
spaceP"
(where k is analgebraically
closed field of characteristic different from 2 and n > 3) such that Y is not a cone whose vertex has dimension n - 3, every
point
is set theoreticcomplete
intersection of Y.Algebraically
this means that in the homo-geneous coordinate
ring
of M everyhomogeneous prime
ideal ofheight
n - 1 is the radical of n - 1
homogeneous
elements.Introduzione.
Nel corso di
questa
nota con vaiietà irriducibile si intenderà sem-pre varietà irriducibile e ridotta. Sia Y una
ipersuperficie
cubica irri- ducibile diP~ (ove k
è un corpoalgebricamente
chiuso di caratteri-stica diversa da 2 ed
n>3)
che non sia un cono il cui vertice abbia dimensione ii - 3(che
è il massimo di dim se Y è irri-ducibile).
Inquesta
nota si dimostrache,
perogni punto
P diF,
esiste una
opportuna
curvapiana C,
che a seconda delpunto
Ppuò
essere
retta, conica,
cubica oquartica,
tale che per l’intersezione com-pleta
,~ ~ ~ si abbia= rP,
con r =3, 6, 9,
12rispettivamente.
Poichè
ogni
curvapiana
diP’
è intersezionecompleta
di 9t - 1iper- superficie,
ciòimplica
che su Yogni punto
P è definito da un ideale con n - 1generatori
equindi
risulta sottoinsieme intersezione com-pleta (s.i.c.)
di Y. Aquesto proposito
sipuò
inoltre osservareche,
(*)
Indirizzo dell’A.: Istituto di MatematicaApplicata,
via Belzoni 7, 35100 Padova.essendo le
superficie
cubiche diPk
a curves.i.c.,
determinate in[4],
non
coni,
per il risultatoqui
ottenuto ancheogni
loropunto
è loro s.i.c. eperciò
sono,dopo
ipiani
ed i coniquadrici, esempi
di super- ficie tali cheogni
loro sottovarietàalgebrica
è loro s.i.c.:algebrica-
mente ciò
corrisponde
al fattoche,
nell’anello delle coordinate omo-genee di
ogni
talesuperficie, ogni
idealeprimo omogeneo P
non irri- levante è il radicale di un numero di elementipari
all’altezza(uno
odue)
dip.
Non ci si pone inquesta
nota ilproblema
dellamolteplicità
minima con cui è
possibile
intersecare su Y un suopunto
P medianteuna curva
C,
eventualmente anche nonpiana,
tale che .~ ~ ~ _~P~.
Il caso della caratteristica 2 è stato tralasciato
poichè
avrebbe coin- voltoproblemi
di classificazione diipersuperficie
cubiche in caratte- ristica2,
nonchèquestioni
correlate al secondo teorema di Bertini in caratteristicapositiva.
1. - In
questo paragrafo
si stabiliscono alcuni fatti relativi a curvepiane
cubiche irriducibili esingolari. Questi fatti,
nel caso di cubi-che
piane
nonsingolari,
sono noti(cfr. [2],
Lemma3.1,
per leseguenti Prop. 1)
e3),
eProp. 2),
per laseguente Prop. 2);
si veda anche[1],
Voi.
I,
pp.277-278).
Le dimostrazioni sono
accennate,
tralasciando ciò che riveste uncarattere di verifica.
PROPOSIZIONE
1).
Sia C una cubica irriducibilesingolare
diPíl.
byiaP un
flesso di
C. A sia unpu91to di C
tale che latangente in
A a Cpassi
per P. Allora esiste una conica C tale che = 6P.
DIMOSTRAZIONE. Se A =
P,
bastaprendere
per C la retta tan-gente
a C inP,
contata due volte. SeA # P,
allora C ha un nodo D e,a meno di isomorfismi lineari di
P’ k
non è restrittivo supporre che sia=
(1, 0, 0).
Allora la conica richiesta è C =X’- XIXo
=O}.
PROPOSIZIONE
2).
una cubica irriducibilesingolare
diA1, A2
eÅ3
siano trepunti semplici
distinti tali che letangenti
a Cin
A1, Å2
eÅ3 passino rispettivamente
perA2 , Å3
eA1.
esistonotre cubiche
Ci (i
=1, 2, 3)
tali che si abbiaDIMOSTRAZIONE. Si
può
supporrebica
Ci
è allorae,
permutando
circolarmentexo, X,, X2,
siottengono
leequazioni
di
e2
ee3.
PROPOSIZIONE
3 ) .
Sia C una cubica irriducibilesingolare
diP, .
P siaun
flesso
di e. A sia unpunto semplice
diC,
diverso daP,
tale che latangente
in A a Cpacssi
per P. B sia un altropunto
diC,
diverso daA,
tale che la
tangente
a e in Bpassi
per A. Allorac esiste unaquartica
c2tale c2 = 1213.
DIMOSTnAZIONE. Si
può
supporre(cfr. Prop. 1 ) )
- (Xo+ Xl)X2= o,
p_(0@ 0, 1),
A =(1, 0, 0)
e inoltre B =(1, -1/2, i),
ove i2 = -1. Tenendo
presente
laProp. 1),
sipuò
allora vedere che laquartica
cercata è2. - Le considerazioni di
questo paragrafo
sisvolgono
nellospazio proiettivo P’; serviranno,
nelparagrafo seguente,
per dimostrare cheogni superficie
irriducibile cubica diP:,
che non sia un cono, è apunti
sottoinsieme intersezione
completa.
Le dimostrazioni non vengono for- nitepoichè,
pur non essendoimmediate,
non sonoperò
difficili.PROPOSIZIONE
1).
Sia Y unasuper f icie
cubica irriducibile ed a unpiano
che intersechi ,~~ in tre rette distinte e non concorrenti : == a
+
b+
c. Allora unpiano
per unaqualsiasi
delle trerette,
adesempio
c, tranne al un numerofinito
dicasi, taglia :F,
oltre chein c, in una conica C che interseca c in due
punti
distinti.PROPOSIZIONE
2).
Sia Y unasuper f icie
cubica irriducibile che nonsia un cono. Sia a ~cn
piano
chetaglia
Y in due rette coincidenti in unaretta a ed in terza retta b distinta da a : Y- a = 2a
+
b. SiaQ
ilpunto
comune ad a e b. Siapoi B (B = a)
unpiano
per b tale che == 2b
+
c, ove c è una retta distinta da b epa-ssante
perQ.
Allora ipiani
per c, con l’eccezione di al
più
un numerofinito
diessi, tagliano
Y in eed in una ulteriore conica C che incontra c in due
punti
distinti:Q
edQ.
PROPOSIZIONE
3).
unasuperficie
cubica con una rettadoppia
ded a sia
piano, d,
tale che = 2a+ b,
con a e b rette distinteintersecantisi su d: allora Y è un cono di vertice il
punto
comune ad a e d.3. -
Scopo
diquesto paragrafo
èquello
di dimostrare cheogni superficie
cubica irriducibile dellospazio proiettivo
9 che non siaun cono, è a
punti
sottoinsieme intersezionecompleta; ogni
conocubico di d’altra
parte,
non è apunti
sottoinsieme intersezionecompleta
se il corpo 1~ è di caratteristica zero epiù
che numerabile(efr. Proposizione 7)).
PROPOSIZIONE
1).
Sia Y un asnper f ieie
cubica irriducibile e D un suopunto doppio. Esiste
allora una retta r per D tale che r - Y = 3D.DIMOSTRAZIONE. Infatti certamente esisterà un
piano
a per D che interseca Y secondo una cubicapiana
irriducibile C avente in D unpunto doppio.
Basta allorascegliere
per r una delletangenti princi- pali
in D a C: sarà r = r r1 Y ={P},
equindi
anche 9° . Y = 3P.PROPOSIZIONE
2 ) .
unasuper f icie
cubica irrid2ceibil e e P ~cn suopunto semplice.
Sia a ilpiano tangente
in P. a intersechi Y secondouno dei
seguenti
modi :1)
con C cubicapiana irriducibile ;
2)
a ~ ,~ - a+ C,
con a retta e C conicairriducibile,
non tan-gente
ad a;3)
oc Y = a+ C,
con a retta a C conicairriducibile, tangente
ad a;4)
oc Y = a+
b-~-
c, con a,b,
c rette(distinte
ocoincidenti)
per P.Allora o esiste una retta r per P tale che =
3P,
oppure esisteuna conica C’ tale che C’ ~ ,~ = 6P.
DIMOSTRAZIONE.
Infatti,
nei casi1), 2)
e4),
siscelga
la retta rin
guisa che, rispettivamente,
r sia unatangente principale
a C inP,
r sia la retta
tangente
a C in P ed infine r una retta per P diversa da a,b,
c : in tuttiquesti
casi è chiaro che r r1(a
n,~ ) _ (r
r’1a)
r1= =
{P},
equindi
anche = 3P. Nel caso3),
sia C’ unaconica irriducibile
iperosculatrice
a C in P : anche in tal caso si ha C’n(a
r1Y)
=(C’n a)
n Y = C’n Y ={P},
equindi
anche C’ ~ ,~ ==- 6P.
PROPOSIZIONE
3).
Sia F unasuperficie
cubica irriducibile e P un suopunto semplice.
Ilpiano tangente
oc ad Y in P intersechi ,~ in duerette,
distinte ocoincidenti,
a e b ed in una terza retta c, diversa da a e be non contenente P.
Q
ed R ipunti
tali che a f1 c ={Q}
e b f1 c ==
{R}.
Siapoi (3
unpiano
per c che intersechi Y in uno deiseguenti
modi :
1) Y
= c+ C,
con C conicairriducibile,
secante su c duepun,ti
distinti di cui almeno
S,
diverso daQ
edR;
2 ) ~ ~ ,~ =
c+
u+
v, con u e vrette,
distinte ocoincidenti,
taliche u f1 v f1 c =
{S},
con Spunto
di c diverso daQ
ed R(una
delle due rette u o v
potendo, eventualmente,
anche coinciderecon
c) ; 3)
= 3c.Allora esiste sempre una conica
C’, irriducibile,
tale che = 6P.DIMOSTRAZIONE. Nel
primo
caso t denoti latangente
a C in8;
nel secondo una retta
qualunque di fl
per S diversa da u, v e c; nel terzo caso una rettaqualunque di fl
diversa da c per unqualunque punto
S di c diverso daQ
e da R. Sia y ilpiano
per P e t. Poichè inogni
caso S èpunto semplice
per:F,
ilpiano tangente
ad F in 8 èil
piano ~.
Chiaramente~8.
ytaglia
su Y una cubicapiana e
che risulta irriducibile:
infatti,
se s fosse unacomponente
lineare di y f1:F,
s dovrebbe incontrare la retta PS inpunti
eperciò
oin P o in
S;
essendo ovviamentePS ~
s ~t,
ciòporta
ad unassurdo, perchè
IP’ E s o ~S E simplicherebbero, rispettivamente,
che P o S siaun
punto multiplo per Y. Inoltre, poichè
ipiani tangenti
in P ed S a Fsono,
rispettivamente,
a efi,
P ed ,S sonopunti semplici
per C: incaso
contrario, infatti,
sarebbe y ilpiano tangente
ad F in P o in S.Avendosi allora
si conclude che 8 è
punto
di flesso per le(cfr. Figura 1).
Inoltre latangente
a C in P è l’intersezionedi y
con ilpiano tangente
ad Fin
P,
che è a :dunque
latangente
a C in P è la retta ar’1 y
= PS.Possiamo
quindi applicare
aC, S
e .P laProposizione 1), g 1)
o la suaanaloga,
se C è nonsingolare:
se C’ è la conica tale che =6P,
risulta anche ovviamente C’ ~ ,~ = 6P.
Fig.
I.PROPOSIZIONE
4).
unasuperficie
cubica irriducibile e P 2~n suopunto semplice.
Ilpiano
a,tangente
in Pa Y,
intersechi Y in d2~erette,
distinte ocoincidenti,
a e b ed in una terza retta c, diversa da a eb,
non
passante
per P. ~SianoQ
ed R ipunti
tali che a n c ={Q}
e b r1 c ==
{R}.
Siapoi P
unpiano,
diverso da a,passante
per c chetagli
Ynella retta e, contata due volte ed un’altra retta
d,
diversa da c, pas-sante
per uno dei duepunti Q, R,
adesempio Q :
= 2e+
d.sia y ~cn
piano,
diverso da a eP,
perd,
che intersechi Y in dei se-guenti
modi :1) y . Y
= d+ C,
con C conica irriducibile secante d in duepunti distinti, Q
ed ~cn altropunto
2) V - Y
= 2d+
s, con s retta secante d in unpunto
S =Q,
allora esiste una curva
piana
delquarto
ordine~2,
tale ch-e ~2 ~ .~ = 12P.DIMOSTRAZIONE. Nel
primo
caso t denoti latangente
a C inS;
nel secondo una
qualunque
retta di y diversa da d per ilpunto
S.Sia D il
piano
per P e t. Essendo inogni
caso Spunto semplice
perY,
il
piano tangente
ad Y in S sarà y. ó è diversoda Cl, f3
e y. Ilpiano
interseca la retta c in unpunto
T #Q, R,
come è facile verificare.T è
dunque
unpunto semplice
di Yappartenente
a c eperciò
ilpiano tangente
ad F in T è ilpiano P.
Ilpiano ó
interseca su Y una cubicapiana
irriducibile~,
come si dimostraanalogamente
aquanto
si è fattoin Dim. di
Prop. 3).
InoltreP, S
e T sonopunti semplici
perC,
altri-menti in almeno uno di essi il
piano tangente
ad Y sarebbe 5 ::/=- a,f3,
y.Ora si ha
- t n
(y
nY)
=~~’~; dunque 8
è unpunto
di flesso per C. La tan-gente
alla C in T è òm fl
=TS, quindi
passa infine la tan-gente
PT equindi
passa per T. Possiamoquindi applicare
alla cubicapiana C
ed ai suoipunti S,
T e P laProposi-
zione
3), § 1),
o la suaanaloga,
se C è nonsingolare,
concludendo nelsenso voluto.
PROPOSIZIONE
5).
caratteristica del corpo k è diversa da 2 ed Y è unasuper f icie
irriducibile cubicarigata
che non siaun eono, per
ogni punto P
e Y o esiste retta r tale che =3P,
oppure esiste zcna conica C tale che C . Y = 6.P.
DIMOSTRAZIONE. In virtù delle
Proposizioni 1)
e2)
diquesto
para-grafo, possiamo
limitarci a dimostrare laProposizione
in esame limi-tatamente a
quei punti semplici
..P‘ e Y tali che ilpiano tangente a
ad Y in
P,
intersechi in uno deiseguenti
modi:1) « ~ ,~t = a -~-- b ---E-- c, con a = b, a
e bpassanti per P
e c nonpassante
perP;
2)
oc - Y - 2a+ b,
con apassante
per P e b ::/=- a e nonpassante
per P.
Nel
primo
caso, uno dei duepunti Q, R,
con{Q}
= a n c ed~.R~
_- a n
b,
deve esseredoppio per Y
e per esso deve passare la diret- tricedoppia
disia,
peresempio, Q questo punto. Y
èallora una
rigata generale
con direttricedoppia d
e direttricesemplice
la retta P.R. Ora il
generico piano P
per la rettaQR
deve intersecare nella rettaQR
ed in una conica residuaCa irriducibile,
intersecante a sua volta la rettaQR
in duepunti: Q
ed un altropunto Q.
An-zitutto C non
può
essere sempredegenere, perchè
una sua compo- nente lineare dovrebbe sempre passare perQ,
che risulta certamentemultiplo
per il ciclo sezionedi B con :F,
edunque
perQ passarebbero
infinite rette di Y nel
qual
eéso Y sarebbe un cono di verticeQ,
control’ipotesi.
Per laProposizione 1) di § 2 ),
lagenerica
conicaCp taglia
la retta
QR
in duepunti distinti : Q
ed un altropunto S # Q.
Sia~81
un
piano
tale cheC~
sia irriducibile eQR = {Q, 5~1~,
conQ.
Applicando
ad Y laProposizione 3)
si conclude che esiste una conica C tale che C ~ ,~ = 6P.Nel secondo caso la retta
doppia
diY, d,
deve intersecare la retta a in unpunto
D diverso dalpunto Q
comune ad ae b,
altrimenti Y sa-rebbe un cono di
vertice Q (cfr. Proposizione 3), § 2)).
Y è anche in tal caso unarigata generale
con direttricesemplice
la retta b. Ora(cfr.
Osservazione2) seguente)
se la caratteristica delcorpo
è di-versa da
2,
esistono esattamente duepiani
distintiper b, taglianti Y
in b ed in una
coppia
di rettecoincidenti,
diverse da b. Uno di essi è ilpiano
a.Sia fl
l’altro+ 2c,
con c ~ b e sia ilpunto
comune a b e c. Ovviamente S =1=
Q. Applicando
ancora ad 5,- la Pro-posizione 2),
si conclude ancora che esiste una conica C tale cheC.:F == 6P.
OSSERVAZIONE
2).
Se ilcoropo k
èalgebricamente
chiuso e dicaratteristica
0,
lesuperficie
cubiche irriducibilirigate
che non sianoconi sono di due
specie:
1) le rigate
cubichegenerali,
tutte linearmenteequivalenti
allasuperficie
diequazione
2) le rigate
cubiche diCayley,
tutte linearmenteequivalenti
allasuperficie
diequazione
°
Per le
argomentazioni
chepermettono
di concludere conquesta
classificazione delle
superficie
cubiche irriducibilirigate
e non coni siveda,
adesempio,
il trattato[3],
p. 487. Sipuò
osservarequi,
comun-que, che
queste
stesseargomentazioni valgono
in effetti anchequando
il
corpo k
èalgebricamente
chiuso e di caratteristica diversa da 2.Osserviamo
che,
inquest’ultima ipotesi,
lerigate
delprimo tipo
pre- sentano tutte una rettadoppia d
ed una direttricesemplice r, sghemba
con
d;
ipiani
per r intersecano unarigata
diquesto tipo,
oltre chein r,
in unacoppia
di rette distinte ocoincidenti; queste
due rettesono in effetti coincidenti in
corrispondenza
a duepiani
distinti per r;in
ogni
caso le duerette,
distinte o coincidenti chesiano,
si appog-giano
in uno stessopunto
alla rettadoppia
d. Nel caso della caratte-ristica
2,
non mi è nota una classificazione dellerigate cubiche;
osser-viamo
però
che in tal caso la classificazione sipresenta
subito diversa daquella
riferita sopra. Infatticonsideriarno,
adesempio,
larigata
~X3 X2 + 0~ :
la sua rettadoppia
d e la- X3
=0},
la direttricesemplice
r è la~Xo == X2
=0},
ma esiste unsolo
piano
per r che intersecaquesta rigata,
oltre chein r,
in unacoppia
di rettecoincidenti,
ed è ilpiano (Xo = 0},
talesuperficie
nonpotendo
rientrarequindi
nè fraquelle
linearmenteequivalenti
alla+ X2X3 0}@
per lequali
accade cheogni piano
per la diret- tricesemplice
r interseca lasuperficie
in r ed in unacoppia
di rettecoincidenti,
nè fraquelle
linearmenteequivalenti
allarigata {x3+
+ XOX2X3 + o},
laquale
nonpossiede
una direttrice sem-plice. Questa
situazione nonpermette
diadottare,
nel caso della carat-teristica
2, l’argomentazione
usata nel caso2)
dellaProposizione 5).
PROPOSIZIONE
6).
è unaqualunque super f icie
cubica irridu- cibile e nonrigata,
perogni punto
P E Y o esiste una retta r tale che~"~F===
3P,
o esiste una con ica C tale che C - ,~ =6P,
o esiste una cu-bica tale
9P,
o,infine,
esiste unaquartica piava 0
tale 12P.
DIMOSTRAZIONE
2).
In virtù delleProposizioni 1)
e2), possiamo
limitarci a dimostrare la nostra
Proposizione
limitatamente aquei punti semplici P
di Y tali che ilpiano tangente
a in P ad Y inter- sechi Y in uno deiseguenti
modi:con a e b due rette distinte
per .P’
e cretta diversa da a e b e non
passante
perP;
2)
oc ~ ,~ - 2a+
c, con a retta perP,
e c retta nonpassante
per P.Supponiamo
di essere nel caso1)
e che non esista nessunpiano f3
per c che soddisfi ad una delle condizioni
1 ), 2 ), 3 ),
dellaProposizione 3).
Allora,
per laProposizione 1 ), ~ 2),
esiste solo un numero finito dipiani
per c iquali
intersecanoY,
oltre che in c, in una conica residua che non intersechi c in duepunti
distinli. Inoltre è chiaro anche che esistono solo un numero finito dipiani
che intersecanoY,
oltre chein c,
in una conica residuadegenere,
altrimenti Y risulterebberigata.
Sia
allora fl
unodegli
infinitipiani
per c, intersecantiY,
oltre chein c,
in una conica
residua,
intersecante c in duepunti
distintiche,
perl’ipotesi
fatta sopra, devono essere i duepunti Q
ed R tali che{Q} ==
- a r1 c ed
{R}
= b r1 c.È
chiaro cheQ
ed R risultano cospunti
doppi
per Y. Inoltre ilpiano tangente
ad Y in unoqualunque
deipunti semplici
di c, nonpuò
che essere fisso in unpiano {3o
ilquale
interseca in due rette coincidenti in c ed in una terza
retta d #
c epassante
perQ
o per R(e
ciò sempre perl’ipotesi
fattasopra). Sia,
per
esempio Q
E d.Supponiamo
ora che non esista nessunpiano y per d
soddisfacente le condizioni1)
o2)
dellaProposizione 4).
Perrenderci
meglio
conto della situazioneattuale,
trasformiamo linear- mente F mediante un isomorfismo lineare z tale cheAssunto
(Xo = 0}
comepiano all’infinito, l’equazione
affine dir(Y)
sarà del
tipo
come non è difncile
verificare,
tenendo conto di tutte leipotesi.
Matenendo conto dell’ultima
supposizione fatta,
si ha che ilpiano
gene- rico perr(d)
deve intersecarez(.~ ),
oltre che inr(d),
in una conicaresidua irriducibile e
tangente
az(d)
inz(Q)
=Y~,
il cheimplica
c --- 0.
Dunque
è ={aZ +
X Y+
bXZ+ (d + eX)Z2 == 0}.
Chiara-mente il
piano tangente
alungo r(d) (cioè tangente
a inogni punto semplice
di suT(d))
è ilpiano
diequazione
affineX = -
d/e:
esso interseca all’infinito in due rette coincidenti nellaT(d),
e inoltre nella retta s diequazioni
affini{X
= -d/e, (a -
-
(bd)/e)
Z -dle,
Y =0}.
La retta s, perquanto supposto,
deve pas-sare per
Y,, = T(Q)y
equesto implica
d = 0. Ilpiano tangente
inogni punto
della retta ar(Y)
è cosyó: {X
=0}.
Poniamo = Yo .Riassumiamo la situazione: abbiamo che
1) « ~ ,~ = c~ -~- b -E- c,
con a e b rette distinte perP,
c retta nonpassante
perP;
2)
= 2c+ d,
con d retta distinta da c per ilpunto Q,
co-mune ad a e c;
Scegliamo
allora unpiano o
per P e nonpassante
nè perQ
nè per R.Indichiamo con ~1 il
punto
comune a ó e c e con D ilpunto
comune a oe d. C e D sono due
punti semplici per Y
ed in essi ipiani tangenti
ad Y sono
rispettivamente
ó eyo ~ ó. ó
interseca F in una cu-bica
piana C
irriducibile. InoltreP,
C e D sonopunti semplici
per la cubicaC,
altrimenti in almeno uno diquesti punti
ilpiano
tan-gente
ad Y sarebbe o e nonrispettivamente
ocy yo . Infine la tan-gente
alla C in P è chiaramente la rettaPC,
latangente
alla C in C èla retta CD e la
tangente
in D alla C è la retta DP. Possiamoquindi applicare
alla cubicapiana C
ed ai suoipunti P,
C e D laProposi-
zione
2), § 1),
o la suaanaloga
se C è nonsingolare:
esistequindi
unacubica
piana
C’ tale che C’ ’ C == 9P(l’intersezione
essendoeseguita
nell’ambito del
piano ~),
e sarà anche ~’ ~ .~ = 9P.Supponiamo
ora di trovarci nel caso2). Supponiamo
anchequi
che non esista nessun
piano ~8
per c soddisfacente le condizioni1 ), 2)
o3)
dellaProposizione 3).
Allora ilgenerico piano
per c deve inter-secare
Y,
oltre chein c,
in una conica irriducibile etangente
c nelpunto Q,
con{Q}
= a n c:questo implica
che ilpiano tangente
a Yin
ogni punto
di c diverso daQ
è fisso in unpiano
ilquale
inter-seca Y in due rette coincidenti in c ed in una retta d =A c, con d pas- sante per
Q.
LaProposizione 2), § 2), assicura, poichè Y
non è uncono,
perchè
nonrigata,
l’esistenza di unpiano
per c soddisfacente alle condizioni1)
o2)
dellaProposizione 4),
il che consente di con-cludere affermando che esiste una
quartica piana
t2 tale che a. Y = 12F.La
Prop. 5),
laProp. 6)
e il fatto che inPk ogni
curvapiana
èintersezione
completa
di duesuperficie permettono
di stabilire il TEOREMA1). Ogni snper f icie
cubica irriducibile ,~ diP,,
ove k eu91 corpo
algebricamente
chiuso di caratteristica diversa da2,
che nonsia un
cono, è a p unti
sottoinsieme intersezion ecompleta: più precisa- mente,
perogni punto P
EY,
o esiste una retta r tale che r F =3P,
oesiste una conica C tale che C ~ ,~ =
6P,
o esiste una cubicapiana C
tale
9P,
o esistequartica piana (2
tale che 12P.Nel caso in cui k sia un corpo di caratteristica zero e
più
che nu-merabile il Teorema
1) può
esserecompletato
dallaseguente
PROPOSIZIONE
7). Ogni
cono cubico irriducibile r diPk ,
ove k ècorpo di caratteristica zero,
algebricamente
chiuso epiù
che numera-bile,
non è apunti
sottoinsieme intersezionecompleta :
vi sono cioè su rdei P tali che per
ogni
dellospazio
non è mai C r1 r =DIMOSTRAZIONE.
Scegliamo
unpiano
a che nonpassi
per il ver- tice una cubicapiana
irriducibile. Nelleipotesi
fatte sul
corpo k,
esistono sempre su Cpunti
che non sono sottoin-sieme intersezione
completa
di C con nessuna curvaalgebrica
conte-nuta in «
(cfr. [5],
p.173). Sia Q
uno diquesti punti
esia 9
la rettaVQ.
Nessun
punto
della retta g, diverso da Vpuò
essere sottoinsieme in- tersezionecompleta
di F.Supponiamo
infatti che esista una curva C*dello
spazio P’ k
tale che h = P. Consideriamo allora il conoC*)
cheproietta
C* da V.È
chiaro cheF(V, C*)
n I’ = g. Sia ora C’la curva intersezione di
C*)
con «. Si ha alloran F(V, C*))
n e ==(« n F(V, e*))
n(oc
nr) _
n(F(V, C*)
nF) ==
- « =
{Q}
ilche,
per la scelta diQ,
risultaimpossibile.
4. - Ci occuperemo ora di estendere il Teorema
1), ~ 3),
alleiper- superficie
cubichenegli spazi P~.
Allo scopo sarà utile stabilire alcuni fatti.Supponiamo
n ~ 4. Sia Y unaqualunque ipersuperficie
irridu-cibile di
P~.
A norma del 20 Teorema di Bertini sulla irriducibilità dellagenerica
sezioneiperpiana,
esiste uniperpiano n
diP’ k
tale che~ ~ ,~~ _
8,
con 8 varietà irriducibile di dimensione n - 2.Questo
im-plica che,
se P è unqualunque punto
diY,
esiste uniperpiano
11:pper P
tale che~p ~ .~1 = Sp,
con8,
varietà irriducibile di dimensione n - 2.Infatti,
se 11: non passagià
perP,
consideriamo il teorema di Bertiniapplicato, questa volta,
allapensata
comeipersuperficie
irriducibile di 11:, considerato comespazio proiettivo
didimensione ~2 -1 ~ 3. Esisterà
quindi
una sottovarietà linearec 11: la
quale
interseca 8 secondo una sottovarietàSn-3
irriducibile.Allora, posto (P, Ln-2)’
si ha che è irriducibile(e ridotta) perchè
nell’ambito di np, ha la sezioneiperpiana
con che èirriducibile
(e ridotta).
Inoltre il Teorema di Bertini sull’irriducibilità dellagenerica
sezioneiperpiana
assicura che P insiemedegli iperpiani
dello
spazio P’ k
intersecanti Y secondo una varietà 8 di dimensionen - 2 irriducibile costituisce un
aperto
dellospazio
duale diP~.
Gliiperpiani passanti
per P ed intersecanti Y secondo una varietà irri- ducibile8,
sarannoquindi
unaperto
nonvuoto,
perquanto
appenavisto,
del chiuso di tuttigli iperpiani passanti
per P.Sia Y allora una
ipersuperficie
cubica irriducibile dellospazio P"k
1sia il suo
vertice,
e siadim ( V(~ )) C n - 3.
Sia P unpunto
di
Y,
con.P ~ V(,~ ). Vogliamo
riconoscere chel’iperpiano generico
per
P,
np, interseca in una varietà(irriducibile,
come è stato sopravisto) che, interpretata
comeipersuperficie
di 11:p, risulta una cubica il cui vertice ha dimensione minore di(n
-3)
-1 = >1 - 4: dim r111:p)
C n - 4.Distinguiamo
due casi:V(Y) #
0 e = 0.Nel
primo
caso,V(Y) # 0, ogni
sezione 8 di Y con uniperpiano
np per
P,
è una varietàche, interpretata
comeipersuperficie
di np,a sua volta
interpretato
comespazio proiettivo (n -1)-dimensionale,
risulta una
ipersuperficie
cubica irriducibile il cui verticeV(8)
hadimensione minore di n - 4.
Infatti, poichè (P ~
esi-sterà almeno un
punto triplo
diY, T,
con1 o
np. Y è un cono divertice T e sezione
iperpiana 8,
nonpassante
perT;
è allora chiaroche,
se 8 è unqualunque punto
diV(8),
la retta TS èluogo
dipunti tripli per Y.
Sedim V(8) - n - 4,
lospazio
lineare Lcongiungente V(8)
con T avrebbe dimensione n - 3 : siccome nesegui-
rebbe che
dim V(F) = n - 3,
control’ipotesi.
Nel secondo caso,
TT(,~ ) _ 0, distinguiamo
due sottocasi n > 4 ed n = 4.Nel
primo sottocaso,
it >4,
per il 1 ° Teorema di Bertini sullagenerica
sezioneiperpiana
diY, quest’ultima
risultapriva
dipunti tripli.
Ne segueche,
se P EY,
anche lagenerica
sezione 8 di Y con uniperpiano
perP, pensata
comeipersuperficie
di 11:p, ha un ver-tice
che,
in ha dimensione minore di n - 4.Infatti,
per suc- cessiveapplicazioni
del 1° e 20 Teorema di Bertini di cui sopra, si trae che la sezione di Y con ungenerico spazio
lineareL3
di dimen-sione 3
risulta,
seriguardata
comeipersuperficie
diL3,
una cubicairriducibile e
priva
dipunti tripli.
Scelto allora ungenerico iperpiano
11:p
per P
ed in esso ungenerico L3,
eposto
a = ed 8 = 11:p r1Y,
risulta che 6, in
L3,
èpriva
dipunti tripli, poichè L3
risultagenerico
anche in
P~.
Se ora fosse dimV( 8) = 91 -
4 =(n -1 ) - 3,
certamentesarà
L3
r1V( ~) ~ 0,
epoichè
è a =.L3
m 8 unpunto
T EL3
r1V(8)
saràcerto
triplo
per J equesta
contraddizione prova l’asserto.Nel secondo
sottocaso, n = 4,
ci limiteremo a considerare la que- stionenell’ipotesi
che la caratteristica di k sia diversa da 2. In tale situazione sipuò
ancora provareche,
se Pe Y,
lagenerica
sezionedi Y con un
iperpiano
np per P èpriva
dipunti tripli. Supponiamo
infatti che sia vero il contrario. Allora la
generica
sezione 8 = np ha un unicopunto triplo,
o sarebberiducibile,
controquanto
osser-vato in
precedenza; questo punto triplo
della sezione 11:p nY,
al va-riare di np per
P,
descrive una varietàalgebrica 13
cY,
laquale
nonpuò
avere dimensione3, poichè
perogni punto
vi sono almassimo due
iperpiani
la cui sezione con Y ha inquel punto
unpunto
triplo
e, sequel punto
varia su di una sottovarietàpropria
diY, gli
iperpiani
conquesta proprietà
che siottengono
nonpotranno
in alcun modo costituire unaperto
o contenere unaperto
dell’insieme di tuttigli iperpiani
perP,
che ha dimensione 3.Questo implica
che ilpiano tangente
nelpunto generico
di Y passa per P. Oraquest’ultima
con-seguenza è assurda come risulta dalla
seguente
PROPOSIZIONE
1).
Se la caratteristica del corpo k e diversa da2,
data in
P:
unaipersuper f icie
cubica irriducibile Ypriva
dipunti tripli
è
possibile
chel’iperpiano tangente
nelpunto generico
di Fpassi
per un
punto fisso Po E
F.DIMOSTRAZIONE.
È
chiaro che basta dimostrare laproposizione
per una
ipersuperficie
affineche,
a meno di un isomorfismolineare,
si
può
supporre diequazione
ove
Po = (0, 0, 0, 0), B2 e B3
sonoomogenei
digrado
2 e 3rispetti- vamente, 0,
9 e o oppureB2 ~
0. Se allora P =wp)
è unpunto generico,
equindi semplice
diY, l’iperpiano tangente
in P è
ove
[ ]p
indica che ilpolinomio argomento
dellaparentesi
è calcolato in P. La condizione che nppassi
perPo
= 0 per Pgenerico
su Yimplica,
y essendoper P
generico
suY,
e ciòimplica
chel’ipersuperficie
coincida
con Y,
il che èimpossibile
se la caratteristica di k è diversa da 2.Siamo ora in
grado
di provare ilseguente
TEOREMA
1). Ogni
cubica conn ~ 3 e k corpo
algebricamente
ehiuso di caratteristica diversa da2,
chenon sia ~n cono il cui vertice abbia dimensione
n - 3,
è apunti
sottoinsieme intersezione
completa : precisamente,
perogni punto
P o esiste una retta r tale che r ~ ,~ =
3P,
o esiste una conica C tale che C ~ ,~ =6P,
o esiste una c1tbicapiana e
tale9P,
o esi-ste
quartica piana
t2 tale che ~2 ~ ,~ = 12P.DIMOSTRAZIONE. Il fatto che
ogni punto
di :F sia suo s.i.c. è do- vuto al fattoche,
inPk, ogni
curvapiana
è intersezionecompleta
di n - l
ipersuperficie; quanto
all’esistenza della curvapiana
di cuinell’enunciato essa sarà
provata
per induzione sulla dimensione dellospazio
nella manieraseguente.
Perquanto riguarda
lospazio Pi
laverità dell’enunciato è assicurata dal Teorema
1), g
3. Procediamoallora per
induzione, supponendo
di aver dimostrato l’enunciato per leipersuperficie
cubiche irriducibili dil~k-1, (e quindi
an-che per le varietà irriducibili di
grado
3 e dimensione n - 2 contenute in unqualunque iperpiano
di ove perretta, conica,
cubicapiana
e
quartica piana
si intendano curve contenutenell’iperpiano
conside-rato)
e andiamo a dimostrareche,
se :F è unaqualunque ipersuperficie
cubica irriducibile d i tale che C n -
3, ogni punto
P e Yè sottoinsieme intersezione
completa
di :¡; con una curvapiana,
conle
precisazioni esposte
nell’enunciato. Se P è unpunto triplo
di Y lacosa è ovvia. Se
P ©
consideriamo ungenerico iperpiano n
per P: in virtù delle considerazioni fatte all’inizio diquesto paragrafo,
risulterà che l’intersezione di con :F è una varietà
che, interpretata
come
ipersuperficie
di 11:p, è unaipersuperficie
cubica :¡;’ irriducibile di11:p il cui vertice
TT(,~’)
ha dimensione minore di n - 4 =(n -1) - 3;
in virtù
dell’ipotesi induttiva, applicabile
ad:F’,
esisteràquindi
unacurva
piana J
di 11:p che interseca su :F’ soloP,
curva per cuivalgono
le
precisazioni esposte
nell’enunciato.- J r1 :F’ ==
~P~,
ne segue la tesi.Concludiamo avvertendo
che,
nel caso in cui k sia un corpo di caratteristica zero epiù
chenumerabile,
sipuò
dimostrare per indu-zione,
apartire
dallaProp. 7), 9 3),
laseguente proposizione,
di cuitralasciamo la dimostrazione
PROPOSIZIONE