A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
S. C AMPANATO
Teoremi di interpolazione per trasformazioni che applicano L
pin C
h,αAnnali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 18, n
o3 (1964), p. 345-360
<http://www.numdam.org/item?id=ASNSP_1964_3_18_3_345_0>
© Scuola Normale Superiore, Pisa, 1964, tous droits réservés.
L’accès aux archives de la revue « Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze » (http://www.sns.it/it/edizioni/riviste/annaliscienze/) implique l’accord avec les conditions générales d’utilisation (http://www.numdam.org/conditions). Toute utilisa- tion commerciale ou impression systématique est constitutive d’une infraction pénale.
Toute copie ou impression de ce fichier doit contenir la présente mention de copyright.
Article numérisé dans le cadre du programme Numérisation de documents anciens mathématiques
http://www.numdam.org/
PER TRASFORMAZIONI CHE APPLICANO Lp IN Ch, 03B1
di S.
CAMPANATO (*)
In un recente lavoro
([1]) (1)
ho introdotto e ho studiato lafamiglia
di
spazi
funzionali(.0) ;
i per comodità del lettore richiamerò la defini- zione di talispazi
e taluneproprietà
limitandomiqui
e nelseguito
a con-siderare il caso che
l’aperto D
sia un cubo dellospazio
euclideo R n anchese i risultati di
questa
nota sipotrebbero
dare peraperti
ditipo più generale.
Sia Q un cubo
aperto
dilato 1, k
un intero nonnegativo,
p e ~ due numeri reali 10~
Q(xo , g)
ungenerico
sottocubo di Q dicentro xo
e lato Lo.Diciamo che una funzione u
(x)
di Lp(Q) appartiene
allospazio
~~
(!J)
sedove con
1Jk
si è indicata la classe deipolinorni,
a coefficientireali,
digrado
non
superiore
a k. Se indichiamoIIlk.
p, A laquantità
aprimo
membroin
(I), (S~)
è unospazio
di Banach(completo)
con la normaGli
spazi (~2) ;
peropportuni
valori deiparametri k,
p,~,
sonoisomorfi con alcuni ben noti
spazi
funzionali. Limitandoci a richiamarequei
Pervenuto alla Redazione il 25 Febbraio 1964.
(»)
Ha parzialmente contribuito finanziariamente alla preparazione di questo lavorol’Air Force Office of Scientific Research OAR con il Grant AF EOAR 63-29.
(1) I numeri fra
[ ]
si riferiscono alla bibliografia finale.risultati che ci serviranno nel
seguito,
ricordiamo innanzitutto che per A = Ogli spazi (D)
sonoisomorfi, qualunque sia k,
con lospazio
LP
(0)
normalizzato nella maniera abituale(2).
Il caso
più
interessante si ha non è intero e, detta h laparte
intera k. Sottoqueste
condizioni è statop _
dimostrato in
[1]
chej6’ (Q)
è isomorfo con lospazio
=== 201320132013 2013 ~
delle funzioni continue inD
con le derivate fino aquelle
diordine h e dotate di derivate h-sine
a-hólderiane, spazio
che si intendenormalizzato nel modo abituale
(3)
Il risultato ora richiamato
suggerisce questa
osservazione : fissato l’in-tero k,
nelleipotesi
ora dette»er À
e p lafamiglia
dispazi
di-d L" " ti. L Il’ . t i _ n n..
pende,
> a meno diisomorfismi,
> dall’unico e viceversaogni
_ p
spazio
di Banach0 oc 1,
è isomorfo a tuttigli spazi ek’p..1) (.Q)
i cui
parametri k, p, À
verificano le condizioniPer
uanto riguarda
il casodi
- n = lc iutero nonnegativo
si hannop
questi
risultati ;Se - k 1
allorap
Sc ^ k 1
(
Q) è isomorfo cou lo azioC
1 1-
Se
A - "
= k-f- 1, -P,,(r" " (,Q)
è isomorfo con lospazio e k, 1 (i5).
Se
p"
= k
+1, k
A)( )
é isomorfo con lospazio
C k,1( )
(3) Qni e nel
seguito
utilizziamo notazioni ormai abituali : ac p è una di interinon
negativi (PI’P2,... ’P,,)
alloraA - n
=
0,
equindi 1
= n in virtù di un risultato di F. John eL.
Nirenberg ([2])
siha,
per le funzioniquesta
caratterizza- zione(4)
detto u£2 il valor medio di u in Q eposto Il U 1 lk, p,,,
s 1~ esistonotre costanti
positive H, P, 1 (1 1)
tali cheIn tutti
questi
casiquindi
sipuò
ancora dire chegli spazi (S~)
non
dipendono
tanto daiparametri
p e Aquanto
dalrapporto
F
Nel numero 2 di
questa
nota dimostreremo chequesta
circostanza si verifica anche in tuttigli
altri casi incui  - n
è un intero nonnegativo,
dimostreremo cioè che in
ogni
caso il valore delra pp orto ~’ _ ~
caratterizzaperfettamente
lospazio -P,(P@ 1) (Q) quando A
~ n.Il risultato
di John-Nirenberg
e i risultatiprecedentemente
richiamatisugli spazi (S~)
sono statiutilizzati,
limitatamente al caso di k =0,
da G.
Stampacchia
in[3]
per ottenere interessanti teoremi diinterpolazione.
Mi limito a ricordarne due che nel lavoro di
Stampacchia
sono dedotti comecasi
particolari
di teoremi diinterpolazione più generali sugli spazi (Sl)
e che si
collegano
aquanto
dimostreremo nelseguito.
TEOREMA
[I].
Sia Tapplicazione
lineare diC 0,ai (Q)
(i = 1, 2)
tale cheposto
si ha clae per
ogni
0 9 1dove e
(0) è
limitata suogni
intervallo chiuso conteuuto in] 0, 1[.
(~) Il risultato di F. Iohn e L. Nirenberg è relativo al caso di, k ~ 0 e p ---1, Dalla
(IV) segue però immediatamente che esso vale qualunque sia p mentre l’indipendenza dal paranietro k segue dal lemma
[6.1]
di[1].
E
più
ingenerale
TEOREMA
[II].
Sia T unaapplicazione
lineare e continua di in Z~(Q)
zn L’as(Q)
Con Pi>
p2 ~19 a~ ~ p2 ~ posto
8z ha il
seguente
risultatoLa
c08tante K1
limitata inogni
intervallo chiuso contenuto in] 0,
«[ (]
t, 1[)
eK, ,
yH,
M nondipendono da
u.In
questa
nota estenderò il teorema[I]
a trasformazioni cheapplicano
LP
negli spazi
a(S~)
con h ~ 0.Questa
estensione si ottieneapportando
modifichepuramente
formalialla dimostrazione che
Stampacchia
ha dato in[3]
del teorema[2.1]
e sfrut-tando in modo essenziale i risultati del lavoro
[1].
Da
questo
risultato e dai risultati diStampacchia
ne verrà anche unasemplice generalizzazione
del teorema[II].
1. Sia u
(x)
una funzioneappartenente
a.6~’ ~ (D) (k
intero ~0 ;
p e A reali1, ~, ~ 0 ;
(~ cubo dellospazio
euclideoRn). È
stato dimo- stratoin il] (cfr.
n.3)
che perogni
sottocubo esiste uno edun solo
polinomio
tale chePer
ogni
numero reale o~
0poniamo (b)
(5) La misura e
l’integrazione
si intendono sempre nel senso diLebesgne.
Diciamo che una trasformazione lineare T è di
tipo
forte[L, ,~kp’ ~~~
se esiste una
costante
K taleDiremo invece che T è di
tipo
debole[Lg, ,kp’j (cfr. [3]
n.2)
se esisteuna costante K tale e
Ciò dimostriamo il
seguente
teorema diinterpolazione
TEOREMA.
[1.1].
Siano qi, 2Ai (i = 1, 2)
numeri realiverificanti
le re-lazioni
Sia T una
trasformazione
lineare ditipo
debole[Lq, "] (i = 1, 2).
Posto
T risulta essere di
tipo forte [L~q, V- 0 9
1.Questo
teorema estende al caso di k interoqualunque
il teorema[2.1]
di
[3]
che è relativo al caso di k = 0 e, come si è dettonell’introduzione,
la dimostrazione di
questo
teorema è la stessa diquella
data daStampacchia
per il teorema
[2.1]
sopra citato salvo modifichequasi del
tutto formali.Supponiamo
che siaq2
q,.Fissato 0,
0 01, siano q, p, Â.
i nu-meri reali definiti dalle
{1.6).
z un numero realepositivo,
la funzione che ei ottiene troncando
f (x) superiormente
a o e inferior-mente a - z. Poniamo
È
ovvio chePoniamo ancora
Osserviamo a
questo punto
cheOra per
ipotesi
T è ditipo
debole.e~’~](t==l,2) quindi
esiste-ranno due costanti $
Kg
, tali cheDa
queste
relazioni e dalla(1.7)
si ha allora(C) Si è sfruttata la relazione
Indichiamo con iit
(t)
la mia( i f i >
t inQ) ;
ne segue cheDa
queste
relazioni e dalla(1.9)
si ottiene facilmente cheSupponiamo
aquesto punto
che escegliamo z
nelseguente
mododove ~
è una soluzionepositiva
del sistema(7)
fi è soluzione del sistema
(8)
(7) Osserviamo che è nullo il determinante
(8) Osserviamo che è nullo il determinante
7. Annali della Scuola Norm. Piea.
e A è un numero
positivo
che fisseremoopportunamente
nelseguito.
Dalla(1.10)
segue allora(9)
(9) Qui si applica questo lemma (cfr.
[3]
lemma (2,1)) :Se f, g, z sono funzioni definite in
[Ó,
+oo]
nonnegative,
x è crescente e k è nn1 allora
la funzione inverse di z.
Poniamo ora A =
(I f
escegliamo
r, s, « in modo tale che in entrambigli
addendi dell’ultima sommatoria scrittafigurino
le stessepotenze
di
KI , K2,
· Con facile calcolo si ottienecon
Se P2
]
Pi con calcolianaloghi
sigiunge
ancora allamaggiorazione (1.14)
dove la costante M sarà ancora definita dalla(1.15)
a meno di uncambiamento di segno.
Il teorema
[1.1]
è cosdimostrato ;
si è dimostrato dipiù
che sussiste lamaggiorazione (1.14)
dove la costanteM,
definita dalla(1.15),
è in defini- tiva una funzione di 0 e come tale è manifestamente limitata inogni
inter-vallo chiuso contenuto in
~0,1[ .
2. Il risultato di
interpolazione
che ci siamoprefisso
sarà una conse-seguenza del teorema ora dimostrato e di esso ci occuperemo nel successivo
n. 3.
In
questo
numeropremettiamo
un risultato concernentegli spazi (O)
è un intero non
negativo.
q JP g
Cominciamo con l’osservare che se k è un intero > 0 e p è un numero reale > 1 allora la norma
equivalente
allaChe
( 2,1)
simaggiori con Il u
banale inquanto p h 1 ;
bastaquindi
far vedere cheIlk, p,
Simaggiora
con(2.1).
Dai risultati di
(1~ ] sappiamo
che se 1t E(D)
allora u E(D)
~
a 1(cfr. [1]
teor.[5.1])
e si ha lamaggiorazione
(i°) per maggiorare con basta ricordare la definizione di
111
e applicare disuguaglianza di Holder. Si ha infattiD ’altra
parte
Dalle
(2.3), (2.2)
segueappunto
lamaggiorazione
cercataDimostriamo ora il
seguente
teoremaTEOREMA 2.1. Sia k un intero ~ 1. Gli
spazi (D),
conp ~
1sono
isomorfi
allospazio
Fissiamo un valore di
p )
1 e dimostriamo che esiste una costantepositiva
0, tale cheBf
u E(S2)
Osserviamo che
poichè k.-2t
1 le funzioni 1t sono almeno hölderiane inQ
e
quindi E LP (D)
Quindi
Sia u
(D),
S1(x~ , 3e)
un sottocubo di D. PoniamoDai risultati della nota
[1.) sappiamo
che u è dotata di derivate fino all’ordine k - 1continue,
anzi hòlderiane conogni esponente 1,
inti
eche per tali derivate sussiste la
seguente maggiorazione (!2)
Ciò
posto V
x E Sl(xo, 9 e)
si haD’altra
parte applicando
un lemma di DeGiorgi (cfr. [1]
lemma[2.1])
si ha che
Dalla
(2.8)
tenuto conto delle(2.7)
e(2.9)
si ha in definitiva che(il) La
maggiorazione
(2.7) è dimostrata nel lemma[3.IV]
di[1].
Qui e nelseguito
del teorema cou h si indica una t-pla di interi non negativi
(hl , h2 ,
.., ~hn)’
Ora, posto
e
quindi
dalla(2.10)
segue cheossia
e
quindi
lamaggiorazione (2.5)
perquanto
si è osservato all’inizio diquesto
numero.
La
maggiorazione
inversa della(2.5)
è immediata(cfr.
nota(11)).
Il teo-rema è cos dimostrato.
COROLLARIO
[2.1].
Sia h un intero nonnegativo
e p un numero reale ~L ;
allora per
ogni
interok ~ h isomorfo
con-P"(" ,+I)
Dal lemma
[6.1]
di[1]
segue infattiche V
interok ~ h
è isomorfo con
~~’~~(~).
Ma per il teorema[2.1] (S~)
è isomorfocon
_p,(,,
n+, 1)(!~)
equindi
la tesi.3. Sia a un numero reale
positivo
e[a]
la suaparte
intera. Conveniamo inquesto
numero di indicare conCa(Q)
lospazio (.Q);
3questo
cipermetterà
disemplificare
l’enunciazione dei teoremi che ora daremo.TEOREMA
[3.1].
due interi nonnegativi, 9 Pi
P2 quan~tità reali tali che
Sia T una
trasformazzone
lineare diL-"i (Q)
in(.Q) (i =1, 2)
e siaPosto
dove
h=h~-~-l,hi-~-2,·..,h~
si ha che T è una
applicazione
lineare e continua di LP(Q)
in C~(li)
doveè u.na
applicazíone
lineare e continua di LP(Q)
in-Phll,
n+h)(Q).
Siano q2 due numeri reali fissati verificanti le relazioni
Per i risultati di
[1]
si ha che lospazio
è isomorfo allospazio
~h~ ~ ~ q~ Ia~ ’i’ ~ ) i- n) ~,~)
~(,=1~2).
Le
(3.1)
assicurano che Tu è ditipo forte,
equindi
ditipo debole,
q~ ~ai + ~ ~ + n~~. Applichiamo
allora il teorema[1.1];
1posto
V
t EJp,1[
T risulta essere ditipo
forte[L^", l)J;
i in altri termini esisteuna costante
positiva K (t)
taleche §f
u E LP(Sl)
D’altra
parte
dalla(3.1)
segue cheDalle
(3.3), (3.4),
perquanto
si è osservato nel numero2,
segue allora cheOra non resta che
interpretare
la(3.5).
n
non è
intero,
e ciò succede seh
=k2
oppure, seh k2,
q z i z
per dove k =,
-p 1,..., k~ ,
per i risultati diA2013~
[lj ] Lh2(Q)
è isomorfo aO q (li) equindi
si hacon p dato
proprio
dalla(3.2).
Se invece
intero ;
in tal caso il teorema[2.1]
dimostratoprecedentemente
q
assicura che
.~~’ ~~ (S~) è, qualunque
siaq ~ 1~
isomorfo a(Q)
equindi
perquesti
valori di t dalla(3.5)
segue cheIl teorema è cos dimostrato.
Il teorema
(I)
ricordato nell’introduzione rientra come casoparticolare
nel teorema ora dimostrato
qualora
si suppongahi
=h2
= 0.TEOREMA.
[3.11].
Siah!
un intero nonnegativo
a~ ,9 q2
pi , p2 , iquantità
reali con
Sia T una
trasformazione
lineare di ~~(S~)
in(Q)
e di LP2(S~)
in(D)
tale claePosto
ai ha che
1 -
dove,
b)
per cont=4= t,
dove
Fissato un numero reale q, tale che q~
=~=
q2 e q,sappiamo
cheisomorfo allo
spazio
mentre.Ìua (~~
è isomorfo allospazio
Le(3.(J), (3.7)
assicurano che T è ditipo forte,
equindi
ditipo debole, .~h;1’ ~1 ~alth’) +~)] e .~hq’’ °~~ rispettivamente.
Applichiamo
allora il teoremaposto
-V t E ]0, l[
T risulta ditipo
forte.C~h~’ ~~~ ;
; inparticolare
fissato unt E
]0y 1[
in modo taleche,
detti p, icorrispondenti
valori dip, q, A
dedotti dalle
(3.11),
risultisi ha che T è una
applicazione
lineare di .In definitiva la trasformazione T per t = 1 verifica la
(3.7),
per t = t verifica la(3.12),
per t = 0 verifica la(3.6).
Allora per t che varia nell’intervallo
(t, 1) applichiamo
il teorema(II)
richiamato
nell’introduzione,
mentre per t che varia nell’intervallo(O, t)
ap-plichiamo
il teorema[3.1]
dimostratopocanzi.
Si
ottengono
in tal modo i risultatia) b) c)
del teorema iquali
nonvengono
a , dipendere
dalla scelta di t.1
BIBLIOGRAFIA
[1]
S. CAMPANATO. « Proprietà di una famiglia di spazi funzionali ». Ann. Scuola Norm.Sup. di Pisa. Serie III, vol. XVIII (1964).
[2]
F. JOHN-L. NIRENBERG, « On functions of bounded mean oscillation ». Comm. Pure andApplied Math., vol. XIV (1961).
[8]
G. STAMPACCHIA,« L(p,03BB)
spaces and interpolation ». In corso di stampa su Comm. Pureand