R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
M ICHELE S CE
Osservazioni sulle forme quasi-canonica e pseudo-canonica delle matrici
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 19 (1950), p. 324-339
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OSSERVAZIONI SULLE FORME - QUASI-CANONICA
E PSEUDO-CANONICA DELLE MATRICI
Nota
(*)
di MICHELE SCE(a Pisa).
Nella Nota : Forma
qua.si
canonica delle matrici di S. CHE-RUBIKO
(1)
si dimostra che mediante trasformazioni unitarieogni
matrice
complessa
A sipuò portare
alla forma, dettaquasi-
canonica
dove m è il numero delle radici caratteristiche di A , le
Ci
es-sendo matrici della forma
In
queste C,
le matrici(.s~
=1, ... , js)
sono arighe
linearmente
indipendenti
s che mettono in evidenza lasegnatura
della radice caratteristica a, di A ej, +
1 è 1’ indice di ai .(*) Pervenuta in Redazione il 20 aprile 1950.
(1) Ann. Se. Nor. Sup. Pisa, s. 3a, v. 2°, pp. 151-166, § 3.
Se la matrice A mediante trasformazioni
unitarie,
siporta
ad una forma nella
quale gli
elementi al di sotto delladiagonale principale
sono tutti zero, mentre su talediagonale
sono le radicicaratteristiche di
A ,
senzaperò
supporre che radici caratteristicheeguali
siano necessariamenteconsecutive,
diremo che si èportata
A a
forma pseudo-canonica. È
chiaro che le formequasi-cano-
niche sono
pseudo-canoniche,
ma non viceversa.Salvo il fatto che
questo risultato, qui
siraggiunge
con tra-sformazioni
unitarie,
la formapseudo-canonica
risale a F. SCHURed è
usata,
per. es., da M. CipoLLA(2)
col I101ll8 diforma
nOr-questo
Autore dimostra che due sostituzioni commutabili possono ridursi a forma normale con la stessa sostituzione.Questo
teorema viene esteso apiù
sostituzioni a due a due com-mutabili e ne viene dedotto un notevole teorema di G. FnoBENIUS che anche noi dimostreremo
(3).
In
queste pagine
cercheremo inprimo luogo
delle condizioni sufficienti affinchèdate p matrici, p 1
venganoportate
a formapseudo-canonica
ed una a formaquasi-canonica
con la stessamatrice unitaria.
Questo
ci farà ritrovare i teoremi citati.Dopo
diche,
introducendo per comodità la nozione di ma-trici
pseudo
simili otteniamo alculii risultati che non ci consta siano stati da altrisegnalati.
Insieme aquesti,
ritroviamo alcune notevoliproprietà
che inqueste righe
vengonocollegate
tra loroe alle altre
qui
mentovateappunto
dalle nozioni di formequasi-
canonica e
pseudo-canonica.
1. - 1 : se C è la
forma
di unatrice A che ha la sola caratteristica a ed llT è uua ,nia-
triee
quadrata
che 1zon a come radicecaratteristica, gni
matrice b tale cheè nulla.
(2) Analisi algebrica [3a ed., Milano (1948)] n. 276.
(3) La nostra dimostrazione è sostanzialmente la stessa di quella data
da S. CHERUBINO nella Nuta : Sulle permutabili con una data. [Rend.
Sem. Mat. Padova
(1936),
v. 7], pl>. 128-156, § 5.Sia C di
ordine tJ.
ed ~ diordine n ;
sicchè b è ditipo (n , IL).
Seè la
segnatura
diC ,
scriveremocon
b~,
ditipo (n, hk) .
Sostituendo la(2)
e la(2.1)
nella(1.1) questa
diventaEseguendo
iprodotti
si ha :e
poichè (M
aIn)
èquadrata
nondegenere,
deve essere :Allora da
si ha
e
quindi
Cos
proseguendo
si dimostra il lemma.TEOREMA 1 : se due matrici A e B di ordine n permu-
tabili,
esiste una -rraatrice unitaria che metitreporta
A aforma
quasi-canonica, porta B
aforma pseudo-canonica.
Sia infatti U la matrice unitaria che
porta
a formaquasi-
canonica
A ;
cioè si abbia.con C data dalla
(1).
Postodalla
permutabilità
di A e B si ha :Cominciamo dal supporre che A abbia una sola radice ca-
ratteristica,
cioè che C abbia la forma(2).
Scriviamo B~ sottola forma
con B" di ordine ~a di
tipo (kj,
sostituendo nella(3.1)
si ha :Da
questa
otteniamoil cui secondo membro si scrive :
328
Eseguendo
iprodotti
si ha :che ci dà
e
poiché
coi ha lerighe
linearmenteindipendenti,
dev’ essere :Analogamente
dasi deduce
e
quindi
Cos
proseguendo,
si ha che tutte leB,
sino a compresasono nulle. Allora risulta
e scritta la
(2)
sotto la formala
(3.1)
diventadalla
quale
si haPoichè C’ è della stessa forma di C si
può ripetere
il ra-gionamento
di poco fa ancora una opiù
volte e si trova che B’è della forma
Perciò,
se C hasegnatura unitaria,
cioè seogni h,
=1 ,
mediante la U si è
portato B
a formapseudo-canonica.
Se Cnon ha
segnatura
unitaria è una matrice diordine h,
chesarà
portata
a formaquasi-canonica
per es. dalla matrice unita- ria La matrice unitaria U’composta
mediante leuk (k = 0 ,
I1 , ... , j ) ,
come si vedesubito, porta
B’ a formapseudo-cano- nica,
mentrerimane
quasi-canonica.
Perques~ ultimo
fatto basta osservareche indicando con le matrici
corrispondenti
in C’ alle e, diC,
si hae
quindi
che le crl aventirighe
linearmenteindipendenti
dannodelle ancora a
righe
linearmenteindipendenti.
La matrice unitaria U’ Uporta dunque ~
a formaquasi-canonica
e B aforma
pseudo-canonica.
Abbia ora A m
>
1 radici caratteristiche e sia ancora C lasua forma
quasi-canonica.
Scrivendo C e B’ sotto le formerispettive
dove
C,
ha la forma(2)
e C’ ha radici caratteristiche diverse daquella
di i la(3.1 )
ci dà :Ma le matrici
C’, C1, B,
soddisfano alleipotesi
di Lemma1,
quindi
Y’1~~ n.
Perciò la
(3.1)
ci dà anche:La C’ ha la stessa forma della
( 1 ),
sicchèpuò ragionarsi
come
prima,
ancora una opiù
volte e si trova che B’ ha laforma :
e
perciò
che la(3.1)
dàluogo
alle m relazioniAllora per la
prima parte
del teorema esiste una matriceunitaria
Ux
che lasciaGli,
in formaqnasi-canonica
eporta BIt1t
in
quella pseudo-canonica~; onde,
ecc.OSSERVAZIONE: val forse la pena di notare che
ogni
matriceunitaria che
porti
a formaquasi-canonica A porta
a formapseudo-canonica
tutte le matricipermutabili
con A allora e soloche la
segnatura
di A è unitaria. Allora per i teoremi di VOL.TERRA
0)
e MOLIEN CECIONI(5) possiamo
affermare: se e solo seogni
matrice unitaria cheporti
a formaquasi-canonica A , porta
a forma
pseudo-canonica
tutte le matricipermutabili
conA ,
ilgruppo di tutte le matrici
permutabili
con A è abeliano ed è esaurito dalle funzioni razionali intere di A .(4) V. VOLTERRA : Sui
fondarnenti
della teoria delleequaxioni
di fferen-lineari.
[Mem..
Soc. It. Scienze, s. 3a, t. 11 (1899)], n. 6.( 5)
F. C~ctoNC : Sopra alcuneoperaxioni algebriche
sulle matrici.[Ann.
So. Nor. Sup. Fisa
(1910),
v. 11], n. 17.TEOREMA 2 : date p matrici
A1, A~,..., A p (di
ordinen)
a due a due
permutabili,
esiste una matrice unitaria cheporta A1 a forma quasi-canonica
eA~,...
JAp
rxforma pseudo-
canonica.
Poichè il teorema è vero per p =
2 , supponiamolo
dimo-strato per p
>
1 matrici.Sia U la matrice
unitaria
cheporta A1
alla formaquasi-
canonica C e
poniamo
Poichè
A
1 èpermutabile
con tutte leA k ,
si hae se
A1
è disegnatura unitaria,
è una formapseudo-canonica
di ed il teorema è dimostrato. In
generale
dalla(9.1)
si hache
B~
è della forma(8.1)
e che lecorrispondenti
matriciB,,
sono della forma
(6.1).
Inqueste (8.1)
e(6.1)
converrà far men-zione
degli
indici 1~ ed i diB~,
e delle scrivendoB s
eb’4
La
permutabilità
delleB~,
tra loro dàluogo
aquella
delleBi
ela
permutabilità
diqueste
ultime aquella
dellebit
Allora allep - 1
matricib~ , ... ,
sipuò applicare
il teorema(supposto
valido per
p - 1 matrici)
ed esiste una matrice unitaria u,i cheporta b~i
a formaquasi-canonica
e leb~t (k
---3 , ... , p)
a formapseudo-canonica.
Dicendo U’ la matricecomposta
mediantequeste
prese in ordineopportuno,
si ha che U’ Uporta
aforma
quasi-canonica
A 1 ed a formapseudo-canonica A2,... ,
2. - Siano A e B due matrici che si possano
portare
aforma
pseudo-canonica
con la stessa matriceunitaria;
se la ma-trice unitaria che
porta A
alla formaquasi-canonica
data dalle(1), (2) porta
B alla formapseudo - canonica
data dalle(8.1), (6.1)
con lebss
matricidiagonali
di ordineeguale
aquello
dellecorrispondenti
matrici scalari della(2),
diremo che A e Bsono
pseudo
simili.2 2
332
La nozione di
pseudo simiglianza
è molto diversa daquella
di
simiglianza,
e l’esser due matrici simili nonimplica
che sianopseudo
simili.TKOREMA 3: se due matrici A e B sono tali
che, posto
C sia
per~nutabile
epseudo
simile adA,
esiste unamatrice unitaria che
porta
A aforma quasi-canonica
e B aforma pseudo-canonica.
Infatti essendo A e 0
permutabili
esiste lina niatrice uni- taria U cheporta
A a formaql1asi-canonica
e C a formapseudo-
canonica. Posto
si ha
Le matrici A’ e C’ saranno date
rispettivamente
dalla(1)
e dalla
(8.1)
epossiamo
scriverle :dove
r11
ha la forma(2)
eC, quella (6. ~).
Postoallora,
condivisione in
quadranti
dello stessotipo
diquelli
di A’ e C’ :e sostituendo nella
(2.2)
si ha :quindi,
per il Lemma 1 :Allora dalla
(2.2)
si ottiene anchema A" e C~’ hanno la stessa forma di A’ e
C’, perciò ripetendo
una o
più
volte il nostroragionamento,
si ottiene che se A’ ha la forma(1)
B’ ha la forma(8.1).
Epoichè
anche C’ ha la forma(8.1)
la(2.2)
dàluogo
alle m relazioniSuddividendo
~3~,
comeAk
e ricordando leipotesi,
le(6.2)
siscrivono :
quindi
1 si O ha : l334
Essendo
aól
arighe
linearmenteindipendenti,
risultaCos
proseguendo,
si ha che :Allora
8~,~,
ha la forma(6.1), quindi
esiste una matrice uni-taria che lasciando
Alt
in formaquasi-canonica porta
aforma
pseudo-canonica.
Detta U’ la matricecomposta
mediante le la matrice C7’ V èquella
che soddisfa il teorema.OSSERVAZIONE : notiamo che se,
viceversa,
esiste una matriceunitaria che
porta A
a formaquasi-canonica
e B a formapseudo- canonica,
C è una matricepseudonulla
epseudo
simile ad A.TEOREMA 4: date p matrici
~4i,..., Ap (di
ordinen)
taliche, posto
le
Oi1£
sono matrici~seudon~clle pseudo
simili adA
e se inoltre leCI1£
sono tuttepermutabili
con esiste una matrice uni- taria cheporta
aforma qicasi-ca~aonica A,
ed afornia pseudo-
canonica
A 2 , ..., A p .
Se U è la i atrice unitaria che
porta
a formaquasi-canonica
A1, poniarno
’onde la
(7.2)
diventa:Poichè le
Dl1f,
sonopermutabili
conB~ sappiamo
dal Teo-rema 3 che se
B1
ha la forma(1), B,
ha la forma(8.1),
qua-lunque
siak ; perciò
hanno la forma(8.1)
anche eB, B,
. e
quindi,
per la(8.2),
ancheI~;k . Dunque
la(8.2)
ci dà :Le sono per
ipotesi pseudonulle
epseudo
simili adA, , quindi
sempre per il Teorema3,
le hanno la forma(6.1) qualunque
siak; perciò
hanno la forma(6.1)
anche leD~.
Dunque
la(9.2)
dà a sua voltaluogo
alleAvendo
supposto
che leC;
sianopseudonulle
epseudo
similia
B, ,
si ha :quindi,
lasciandofermo t ,
leb§j
sono a due a duepermutabili
al variare di i . Esiste
dunque
una matrice unitaria che portaa forma
pseudo
-canonica tutte leblr (i
=2 ,
I...Ip) .
Perciòesiste una matrice unitaria
C7~ composta
mediante le Zci che lascia leBgs
in formaquasi-canonica
eporta
a formapseudo-canonica
le
B,,.
Se la matrice U’ ècomposta
mediante le il pro- dotto U’ U soddisfa al teorema.3. - TEOREMA 5: se
f (x, , ... , xp)
è unafunzione
razionaleintera
delle p >
1 variabili x,, - ... , xp edA, , ... , Ap
sono ma-trici
~se~tcdo-canoriixiabili
con la stessa inatricewnitaria,
leradici caratteristiche della matrice
f (A, , ... , Ap)
siottengono
sostituendo i~a
f (xt)
... ,xp)
le variabili Xi con le radici carat- teristiche delleco~~rispondenti Ai
convenientementeordina,te ;
l’ or-line con il
quale
presequeste
radici caratteristiche nondipende
dallafunzione f
1na soltanto dalle naatrici.A1,
... ,Ap .
Perchè il teorema abbia tutta la sua
generalità
èopportuno
considerare le xi come
puri
simboli equindi
tali xi non possa essere sostituitoda xl
x~, , ecc.Il teorema, che contiene
quello
di FROBEr~TIDS(per
il Teorema2),
si dimostra faciln~ente osservando(cfr.
la nota(~ ) j
che com-binazioni lineari e
prodotti
di formepseudo-canoniche
sono an-cora forme
pseudo-canoniche.
L’ordine con ilquale
vanno prese le radici caratteristiche è dato dalla matrice cheporta
a formaquasi-canonica
una delleA, (ad
es.Ai)
che subordina 1’ ordiuedelle radici caratteristiche di tutte le
./1.
i aquello
di una di esse.336
4. -
Sappiamo
che la formaquasi-canonica
di una matriceantisimmetrica è
diagonale
equindi canonica ;
si dimostra ana-logamente
che èdiagonale
anche la formapseudo
canonica. Lo stesso accade per le matriciquasi
~~a~isi rri ~~aetriche cioè perquelle
matrici A tali che
dove e è uno scalare di modulo necessariamente unitario
perchè
da
(1.4)
si haBasta osservare che se B è una forma
pseudo-canonica
diA ,
si haancora
Tenendo
presente
il teorema2,
si dimostra immediatamente: . TEOREMA 6 : p matriciquasi
antisimmetriche sono a due a duepermutabili
allora e solo che sianodiagonalixzabili
con lastessa matrice unitaria.
Usando
questo
teorema nel caso di duematrici,
una anti-simmetrica ed una
antiemisim metrica,
si dimostrache,
comeè noto
(8) :
.COROLLARIO 10 : una matrice è
ortogonalmente diagonalixzabile
allora e solo che le sue
parti
antisirnrnetrica ed ~xntie~raisi~nme- trica sonopermutabili.
Se ne deduce :
COROLLARIO
110:
zcna matrice A èortogoitalmente diagonalix-
zabile allora e solo che è
normale,
cioè che(6) S. CHERUBINO: sulle
matrici permutabili
e [Atti Acc. Peloritana, v. 37 (Messina 1935)], § 2.TEOREMA
7 : p
’1natrici normali sono a due a dueperm u ta-
bili allora e solo che .sono
diagonalixxabili
con la stessa matrice unitaria.La sufficienza è manifesta.
Per la necessità si osservi che le matrici normali hanno forme
pseudo-canoniche diagonali. Infatti,
per il Teorema1,
dalla(2.4)
segue che esiste una matrice unitaria U tale chesiano entrambe
pseudo-canoniche ; poichè
si ha manifestamenteB e C sono addirittura
diagonali. Applicando
il Teorema 2 siha subito il nostro teorema.
5. - LEMMA 2 : Se una matrice A è stata
portata
allaforma quasi-canonica (1), trasformando
percontragredie~aza
mediante una1natrice come
con le
A~’¡ opportune,
si possono rz~au~clL~z~v in(1)
tutte leC_’>.
Scriviamo per brevità :
dove
C,
ha la forma(2)
eprendiamo
338
Si
può scegliere A1
in modo che si abbiabasterà
prendere A~
tale cheBasta per
questo
suddividere~11
e C’’opportunamente
inparti,
in relazione a
quelle
diO)
per trovare che leparti
di equindi Ai,
si determinano univocamente 1’ unadopo
1’ altra me-diante
questa (3.5). Applicando
ancora una opiù
volte lo stessoprocedimento
si trova la A desiderata.OSSERV~7IONE :
questo
lemma ci assicura che le matricidiago- nalizzabili,
si possonodiagonalizzare
mediante ilprodotto
di unamatrice unitaria e di una matrice come la
( 1.5) (il
cui determi-nante è
uno).
Siano A e B due matrici
permutabili.
Daper il Teorema
1,
si ha la relazione :tra le forme
quasi-canonica
di A epseudo-canonica
diB ;
leA,
hannoquindi
la forma(2).
Trasformando con una matricecome la
(1.5)
leAr,
si annullano e allora si ha ad es.e
quindi
per il Lemma 1 :Analogamente
si vede che si annullano tutte leB,,.
Perciò lapermutabilità
di A e Bequivale
alle rn relazioni :"
dove
Ai
ha una sola radice caratteristica.Questo
riduce il pro- blema di trovare lapiù generale
matricepermutabile
con una matrice data a trovare lapi i generale
matricepermutabile
conuna matrice che abbia un’unica radice caratteristica. Anzi
poichè
si
può
scriveredove
.7,
è una matricepseudonulla,
la(4.5) equivale
alla *1
quindi
1’ unica radice caratteristica di A sipuò
assumere addirit- tura nulla.Per la soluzione effettiva del
problema
rimandiamo alla Nota di S. CH~Ú~uB~No Cit.(3).
Quanto
siam venuti dicendopuò
servire anche alla ricerca della forma dellapiù generale
matricepermutabile
sensolato con una
data, pel qual problema
r~~uandian~o ad un’altra Nota di S. CHERUBINO(7).
(7) Sulle Mat,
s. 4a. v. 4-2-
( 1938)], pp. 14-46. ’
’ ’