R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
D. B OCCIONI
Alcune osservazioni sugli anelli pseudo- bezoutiani e fattoriali
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 37 (1967), p. 273-288
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SUGLI ANELLI
PSEUDO-BEZOUTIANI
E FATTORIALIdi D. BOCCIONI
(a Padova) *)
Questo
lavoro contiene un risultato nuovo(il
criterio difattorialità, qui
sottoenunciato,
y dato dal teor. 2 del n.7)
e nuove dimostrazioni di alcuni risultati classici.Fra
queste
ultime vi è la dimostrazione(sostanzialmente semplifi-
cata : v. n.
3, penult. capoverso)
del lemma di Gauss(affermante
che ilprodotto
di duepolinomi primitivi
èprimitivo)
per i dominid’integrità
commutativi con 1 nei
quali ogni coppia
di elementipossiede
un mas-simo comun
divisore,
cioè(usando
laterminologia
di Bourbaki[5] 1»
per
gli
anellipseudo-bezoutiani.
Questo
« lemma di Gaussgeneralizzato
»(teor. 1,
n.3)
è alla base diun teorema di Prùfer
(cfr.
n.3),
secondo ilquale
l’anello deipolinomi A [X]
èpseudo-bezoutiano
se tale è l’anello A.D’altra
parte
il suddetto criterio di fattorialità(in
virtù delquale
un anello è
fattoriale
se, e solo se, in essoogni f amiglia
F di elementi ha un massimo eo7rzundivisore,
coincidente con un massimo co ynun divisore diuna
sotto f amiglia finita
diF)
sipresta
bene a fornire una nuova dimostra-zione
(n. 10)
del teorema di Gauss(A[X]
è fattoriale se lo èA)
stretta-mente e naturalmente
collegata
conquella
delpredetto
teorema diPriifer
(cfr.
n.9).
Il suddetto criterio di fattorialità si
presta
pure, in modoparticolar-
mente
naturale,
a fornire una nuova dimostrazione dellafattorialità dim
un anetlo
principale (n. 8).
*)
Lavoroeseguito
nell’ambito deiGruppi
di ricerca del Comitato Nazionale per la matematica del C.N.R.Indirizzo dell’A.: Seminario Matematico, Università, Padova.
l)
I numeri fraparentesi quadre
rimandano allabibliografia
alla fine della nota.Da
segnalare
infine le nuovedimostrazioni, particolarmente semplici,
di altre due classiche
proprietà degli
anellipseudo-bezoutiani (v.
n.6).
1. - Nel
seguito
aneltosignificherà
sempre dominiod’integrità ([9],
p.
53)
commutativo con una identità 1 ~ 0.Se A è un
anello,
denoteremo nelseguito
con U 1’insiemedegli
ele-menti invertibili
(cioè
delleunità)
diA,
con g il corpo delle frazioni diA,
e con i simboliA *,
X *risp.
l’insiemedegli
elementi non nulli di Ae 1’insieme
degli
elementi non nulli di .K.(Cfr. [2] ,
pp.6-7.)
Se a e b sono elementi
qualsiasi
di un anelloA,
diremo che a è(in A)
un divisore di b
(oppure
che adivide b,
oppure che b è unmultiplo
dia),
e scriveremo
b,
se esiste un c E A tale che b = ac.(Cfr. [2],
p.6,
Re-marque
2.)
Questa
ben nota relazione di divisibilità ab
nell’anello A è una rela- zione dipreordine (cioè
è riflessiva etransitiva);
essa coincide con larelazione indotta su A dalla relazione di
preordine
nelcorpo K
nota comela relazione di divisibilità
x I y
in tale corpo(rispetto
adA ), ( [2] ,
p.6, Remarque 2).
Se x, y
EX,
la relazione(x
associato ady),
cioè xI y
e yx,
è notoriamente(cfr. [2],
p.3)
unarelazione di
equivalenza
inK,
e l’insiemequoziente
(costituito
dalle relative classi diequivalenza)
è un insieme(parzialmente)
ordinato dalla relazione cos definita:
z denotando
(la
classe diequivalenza
contenente z E Xcioè)
l’insiemedegli
elementi di K associati a z.L’insieme
degli
idealiprincipali
frazionari([2],
p.7)
del corpo K(rispetto
all’anelloA ),
che denoteremo conè un insieme ordinato dalla relazione
insiemistica ;2,
e risultacosicchè
l’applicazione
è un isomorfismo ordinale
( [1],
p.20)
diK/-
suP((),
munitirisp.
dellerelazioni di
ordine
e ;2(cfr. [2],
p.8).
Nel
seguito
denoteremo con1’insieme
ordinato,
dalla relazione diinclusione si, degli
idealiprincipali (interi)
dell’anello A.2. -
Sia a i
unafamiglia
di elementi a 2 di un anelloA,
l’insieme Idegli
indici i dellaquale
siaqualsiasi (finito
oinfinito). Se,
inparticolare,
yI =
{i, 2,
...,n},
il simbolo~ai~ potrà
essere sostituitodall’equivalente
a2 , ..., 9
Un elemento d di A tale che
verrà detto un massimo comun divisore
(MOD) (degli
elementiai)
dellae denotato col simbolo
L’eguaglianza
verrà usata convenzionalmente
(analoga
convenzione per le altre egua-glianze
delseguito
contenenti il simboloMCD)
inluogo
dellaequivalenza
la
quale esprime
che MCD~ai~ (se esiste)
è univocamente determinatoda ~ a i ~
a meno di fattori invertibiliin A 2 ) . È
chiaro che(1’esistenza
del MCDequivalendo dunque
aquella
del sup~(ai)}),
2)
Si osservi che se, inparticolare, I = ~,
allora MCD{ ai }
= 0.dove il simbolo
denota il supremum
( [1],
p.16,
e[2],
p.10)
inP(A) (dell’insieme degli elementi)
dellafamiglia ~ (ai) ~
di idealiprincipali (ai)
di A.Se H è un
qualsiasi
insieme(parzialmente) ordinato,
diremo che H è unsup-semireticolo (risp.
uninf-semireticolo)
se in .g esiste supu, v}
(risp.
inf{u, v})
perogni coppia u, v
di elementi di H. Diremo che H~ èun
sup-semireticolo completo (risp.
uninf-semireticolo completo)
se in Hesiste sup
(uz) (risp.
infui)
perogni famiglia
non vuotaui
di ele-menti ui
di H.(Cfr. [8],
pp. 20 e33.)
Se A è un
anello,
porremo(n. 1 ) :
(cfr. [2],
p.7).
Evidentemente(rispetto
alla relazione diinclusione r-- ):
I) P(A)
è unsup-semireticolo
se, e solo se,P*(A)
è unsup-semi- reticolo ;
II) P(A)
è unsup-semireticolo completo
se, e solo se,P*(A)
èun
sup-semireticolo completo.
Se denotiamo con m la restrizione
dell’applicazione
mo(v. (3))
all’in-sieme
degli
elementi di diversi da0, questa
co è un isomorfismo([2],
p.2)
del gruppo ordinato([2],
pp. 1 e4):
sul gruppo ordinato
P*(K) ( [2],
pp.7-8), quest’ultimo
munito della molti-plicazione (x)(y)
=(xy) (x, y c- K*)
e della relazione d’ordine 12. L’iso- morfismo coapplica quindi
ilsotto-semigruppo A*/- degli
elementiinteri
(cioè > 1
=U)
diK*/U
sulsotto-semigruppo P*(A) degli
ele-menti interi
(cioè c (1)
-A)
diP*(K).
Inoltre è il gruppo delle frazioni diA*/~,
eP*(K)
è il gruppo delle frazioni diP*(A).
Ne segue che il gruppo ordinato
.K* / U
è reticolato([2], dépliant I)
se e solo se
A* j~
è un inf-semireticolorispetto all’ordine
in esso defi- nito dalla(1) (per
laProposition
8 di[2] ,
p.13),
cioè se e solo seP*(A)
è unsup-semireticolo rispetto
alPinclusione e(per
leproprietà
ordinalidell’isomorfismo co: cfr.
[1],
p.21),
cioè se e solo seP(A)
è unsup-semi-
reticolo
(per
laI)),
ossia se e solo seogni coppia
di elementi dell’anello A ha un MCD in A(per
la(5)).
Il gruppo ordinato è filtrante
( [2] , p. 5), poichè (come
sopra si èosservato) ogni
suo elemento è ilquoziente
di due elementiinteri,
(per
laProposition
4 di[2] , p. 5).
Ne segue che il gruppo ordinato
K* / U
ècompletamente
reticolato([2],
p. 28
s))
se e solo seA*/~
è un inf-semireticolocompleto (per
l’exerc.29-a di
[2],
p. 284))
cioè se e solo seP(A)
è unsup-semireticolo completo (per
leproprietà
ordinali di a) e per laII) ),
ossia se e solo seogni f amiglia
non vuota
(e
non necessariamentefinita)
di elementi dell’anello A ha unMCD in A
(per
la(5)).
Secondo Bourbaki
([5],
p.86),
un anello A dicesipseudo-bezoutiano (risp. pseudo-principale)
se il gruppo ordinato è reticolato(risp.
completamente reticolato).
In virtù delle due osservazioni fattequi
sopra(e
dellaprecedente
osservazione2) ),
tali definizioni sonodunque equi-
valenti alle due
seguenti.
Un anello A dicesi
pseudo-bezoutiano (risp. pseudo -principale)
seogni coppia (risp. ogni famiglia)
di elementi di A ha un massimo comun divi-sore in A.
3. - In base alla
Proposition
2 di[~] ,
p.34,
un anello èfattoriale, ( [~],
p.32)
se, e solo se, esso ègaussiano ([9],
p.115).
Se A è un
anello,
denoteremo nelseguito
con X una indeterminata(cioè
un elementotrascendente)
sopra A e conl’anello dei
polinomi
in X coi coeincienti in A.È
ben noto ilseguente
teorema di Gauss : Se A è un anellofattoriale, A [X]
èfattoriale..
La prova classica di tale teorema
([15],
p.81)
è essenzialmente basata sulseguente
temmac di Gacuss5):
Se A è un anellofattoriale,
ilprodotto
3) In tale definizione di gruppo
completamente
reticolato G, a p. 28 di[2],
si deve
leggere
réticulé invece di ordonné (v. feuille d’errata n. 10, p. 8), ed inoltre evidentementepartie
non vide invece dipartie,
altrimenti ilsup 0
sarebbe il mi- nimo di G ([3], p. 13), ilquale
G sarebbe allora un inf-semireticolocompleto ( [8],
p. 40) e conterrebbe
quindi
un solo elemento ([1], p. 229).4) In tale esercizio 29-a si deve evidentemente
leggere partie
non vide invece dipartie,
altrimenti l’insieme Pdegli
elementipositivi
di G dovrebbe avere unmassimo,
uguale
all’infimum in P di 0([3],
p. 13).5) Disquisitiones Arithmeticae,
Art. 42, Werke, Bd. 1, p. 34(cfr.
[6], p.28-29).
in di due
polinomi primitivi
èprimitivo, (un polinomio Y-a,.Xr
dicesi
primitivo
se MCD~al~ - 1 ~)).
Nel lemma di
Gauss,
la considerazione del MCD di elementi di A è lecitapoichè,
com’è noto(cfr. [5],
p. 35 e p.86,
exerc.21),
un anello fattoriale èpseudo-bezoutiano,
anzi èpseudo-principale, (cfr.
pure n.7,
teor.
2).
D’altra
parte
si conosconoesempi
di anellipseudo-bezoutiani
nonpseudo-principali,
e di anellipseudo-principali
non fattoriali(cfr. [5],
p.
87,
exerc.22-b) 7).
Ilseguente
teorema èquindi
unageneralizzazione
naturale del teorema di Gauss:
Teorema di
Prúfer 8) :
Se A è un anellopseudo-bezoutiano (risp. pseudo- principale), A [X]
èpseudo-bezoutiano (risp. pseudo-principale).
Sia le prove
originali 8),
siaquelle più
recenti diquesto
teorerna diPriifer
([11],
n.45, [10],
p.100, [5],
p.87)
sono basate essenzialmente sulseguente
TEOREMA 1
(lemma di
Gaussgeneratizzato) :
Se A è cn anellopseudo- bezoutiano, il prodotto
inA [X]
di duepolinomi primitivi
èprimitivo.
Però,
nelle prove suddette del teor. diPriifer, questo
teor. 1(o
unaproposizione
ad essoequivalente)
non è mai ottenuto con una dimostra-zione diretta
(analoga
aquella
classica del lemma diGauss),
ma è rica-vato invece o da un teorema
generale
della teoria dei sistemi di ideali(il
cosiddetto lemma di Dedekind-Mertens:[11],
n.46)
la cui prova è notevolmente laboriosa(cfr. [14],
p.24),
oppure è ricavato dal fatto cheogni
anellopseudo-bezoutiano
èintegralmente
chiuso([4],
p.15,
cfr.
[5],
p.86,
exerc.21)
e da un teorema di Kronecker9) (enunciato
ades. in
[5],
p.83,
exerc.12-a,
cfr.[11] ,
n.45)
la cui prova moderna10) 8)
Si noti che il MCD (con r descrivente l’insieme dei numeri interi > 0) coincide col MCD dellasottofamiglia
finita di avente come elementi i coeffi- cienti non nulli delpolinomio (cfr. 2) ) .
7)
Un classiooesempio,
dovuto a Dedekind([7],
pp. 100-101), di un anellopseudo-bezoutiano (anzi
bezoutiano :[5],
p. 85) che non è un corpo, e che noncontiene alcun elemento irriducibile
([9],
p. 115) equindi
alcun elementoprimo
(noninvertibile),
è l’anello di tutti i numeri(complessi) algebrici
interi([9],
p. 181).8) [14],
p. 26(la parte
fraparentesi
èprovata
in [5], p. 87, exerc. 23).9) Werke,
Bd. 2, p. 419:questo
teorema di Kronecker, che è lageneralizza-
zione naturale del lemma di Gauss al caso di un anello A
integralmente chiuso,
fu in
seguito
ritrovatoindipendentemente
da Dedekind([6],
p. 28-38) e da Hurwitz(cfr. [11],
n.45).
10)
Le altre proveoriginali,
citate in9),
sono vincolate alparticolare
ambientenumerico
(complesso) degli
interialgebrici.
comporta
il ricorso o al suddetto lemma di Dedekind-Mertens oppure ad uno dei teoremi fondamentali della teoria delle valutazioni([11],
n.
40,
cfr. n.45).
Uno
degli scopi
delpresente
lavoro èappunto quello
dipresentare
una
semplice
dimostrazione diretta del teorema 1. Ciò verrà fatto(dopo
le necessa,rie premesse del n.
4)
nel successivo n. 5.4. - Ricordiamo anzitutto
che,
come si verifica facilmente in base alla definizione di MCD(cfr. [9],
p.119,
lemmi 1 e3, l’implicazione (7)
+(8)
deducendosi immediatamente dalla
(6)) :
III)
Se A è un anellopseudo-bezoutiano, ogni famiglia
finita dielementi ai (non
necessariamente diversi da0)
di A ha un MCD inA,
e risulta
(qualunque
siainoltre,
daRicordiamo
poi
laseguente proposizione:
IV)
Sea2 , b
sono elementiqualsiasi
di un anellopseudo-bezou-
tiano
A,
e seallora esistono
b1, b2 E A
tali che:Esponiamo qui,
per comodità dellettore,
lasemplice
deduzione dellaIV)
dallaIII) ( con n
=2)
chefigura
a p. 3 di[14] . 11 )
1~)
LaIV)
sipuò
anche ottenere immediatamente(in
base alle considerazioni dei nn. 1 e 2) dal corollario del « teorema didecomposizione »
per igruppi
reti-colati a p. 14 di [2]
(applicato
al gruppo reticolatoP*(.E’)).
Poichè b #
0,
allorabl
= MCDb~ ~ 0, (b1
EA).
Da a~ -b~q, b = blb2 (con q, b2 E A )
segueperciò (per
le(7), (8)): MCD (q, b2} =1,
e
quindi (per
la(6)):
Daquesta, poichè
la(9 )2 (cioè
-bc,
con c EA,
cioè -blb2c) implica b2 ~
epoichè b2 ~
risultab2 ~ I a2. Dunque valgono appunto
le(10).
5. - Ciò premesso, dimostriamo il teorema 1
(n. 3).
Proviamo anzi- tutto laproposizione seguente.
V)
Sia A un anellopseudo-bezoutiacno,
e sianof
e g due elementinon nulli di A
[X ] :
Se d è un elemento
(non
nulloe)
non invertibile di A che divide tutti icoe f - ficienti
delprodotto f g
e che non divide tutti icoefficienti
dif
nè tuttiquelli
di g, se inoltre ar
(0
rm)
è ilprimo
deicoefficienti
ao, a~, ..., am dif
che non sia unmultiplo
did,
allora esiste in A ~cn elemento(non
nulloe)
non invertibile
d,.,
non associato ad,
che divide d ed ar.Se
bs (0
s Cn)
è ilprimo
dei coefficientibo , b~,
...,bn
di g che non sia unmultiplo
did,
consideriamo il coefficiente di nelprodotto f g, uguale
alla sommaQuesta
somma e tutti i suoi addendi diversi dalprimo
sonomultipli
di
d, quindi d ~ I arb
eperciò,
per laIV),
esistonodr,
e E A tali chePoichè
(per ipotesi)
d non divideb s,
dalla(13 )3
segue che d non è asso-ciato ad e@
12),
equindi
dalla(13)1
segueche dr
non è invertibile. Analo-gamente,
dalla(13)2
risulta chedr
non è associato a d. Perciò laV)
èdimostrata.
12)
Si ricordi che, se a, b, a’, b’ sono elementiqualsiasi
di un anello e se a - a’, b ~ b’, allora ab
« a’b’.
VI)
Sia A un anellopseudo-bezoutiano,
e sianof
e g(v. (11)
e(12))
due elementi non nulli diA [X] . Se g
èprimitivo
e se ilprodotto fg
non è
primitivo,
y alloraf
non èprimitivo.
Infatti,
nelleipotesi
dellaVI):
1~)
in A esiste un elemento(non
nulloe)
non invertibiledo,
chedivide tutti i coen cienti del
prodotto f g,
e che divide il coefficiente20)
se esiste in A un elemento(non
nulloe)
non invertibile che divide tutti i coen cienti delprodotto f g,
e che divide ciascuno dei coeincientiallora in A esiste pure un elemento
(non
nulloe)
non invertibiledr,
chedivide tutti i coefficienti del
prodotto fg,
e che divide ciascuno dei coef- ficientiE
invero, 1 °):
Poichèf g
non èprimitivo,
esiste in A un elemento(non
nulloe)
non invertibiled-i
che divide tutti i coen cienti dif g.
Sed_~ ao ,
allorado - d_ 1.
Se invece aco non è unmultiplo
did_~,
l’esistenza dido
è assicurata dallaV) (ove
silegga d_1
invecedi d,
e si ponga r =0), poichè d_1
non divide tutti i coen cientidi g (che
èprimitivo
peripotesi).
Inoltre, 2 ) :
Sea,. ,
allorad r
= Seinvece ar
non è unmultiplo
di l’esistenza di
dr
è assicurata dallaV) (ove
silegga
invece did).
In base a
1~)
e20),
rimanedunque provata
l’esistenza in A di unelemento
(non
nulloe)
non invertibiledm,
che divide tutti i coefhcienti delprodotto f g,
e che divide ciascuno dei coefhcienti ao, a~, ..., am delpolinomio f ,
ilquale perciò
non èprimitivo.
La
VI)
èdunque
dimostrata e, con essa, è evidentemente dimostrato il teorema 1.OSSERVAZIONE 1: Se
valgono
leipotesi
dellaV),
1’elezrlerlto d nonpuò
essere irriducibile(perchè dr
ne è un divisoreproprio: [9],
p.115).
OSSERVAZIONE 2:
Degli
elementid_1, do, di,
...,dm,
considerati nella dimostrazione dellaVI),
ciascuno(tranne
ilprimo)
èuguale
al prece-dente,
oppure ne è un divisoreproprio. Perciò,
se inparticolare d_ 1
èirriducibile,
risultad_~ = do = d1
= ... = equindi d_
1 divide tutti i coefhcienti delpolinomio f.
OSSERVAZIONE 3: Se esistesse sempre un
d_
irriducibile(come
acca-drebbe,
ad es., nel caso di un Afattoriale),
laVI)
sarebbe una imme-diata conseguenza della
V) (in
virtù dell’osservazione1).
6. - Incidentalmente osserveremo che dalla
IV)
del n. 4(che
è statausata nella
precedente
dimostrazione del teor.1)
si ottiene subito laseguente
ben notaproposizione (cfr. [9],
pp.119-120, [2],
p.21, Propo-
sition
14, [13],
p.153, [12],
pp.73-74):
VII)
In un anellopseudo-bezoutiano, ogni
elemento irriducibile èprimo.
Infatti,
se Felemento(non
nulloe)
irriducibile b divide ilprodotto
e non divide ai, allora b =
(v. (10)1)
non è associato abl (per
la
(10),),
equindi (poichè
èirriducibile)
deve essere associato ab2.
Ma allora b ~a2 (per
la(10)3))
cioèappunto b
èprimo.
Un’altra conseguenza diretta della
IV)
del n. 4 è ilseguente
ben notoEuclide »
(cfr. [2],
p.18) :
VIII) Se
ai,a2, b
sono elementiqualsiasi
di un anellopseudo-bezou- tiano,
da bala2 e
MCD{b, a~}
- 1 segue bInfatti,
se b #0, poichè bl (v. (10)1
e(10)2)
divide b ed esso divide pure MCD~b,
equindi
è invertibile. Ma allora b è associatoa b2 (per
la(10),),
equindi
divideappunto
ac2(per
la(10),).
Sepoi
b =0,
la validità della
VIII)
è manifesta.Le
precedenti
dimostrazioni delle due notevoliproprietà VII)
eVIII) degli
anellipseudo-bezoutiani
possono avere interesse per la loro par- ticolaresemplicità.
7. - Il
seguente
teorema 2(che
dimostreremo inquesto n.)
fornisceun nuovo criterio di
fattorialità,
l’uso delquale
si rivelerà moltosemplice
e naturale
(almeno
nelleapplicazioni
dei successivi nn. 8 e10).
TEOREMA 2
1~) :
Una anello(n. 1)
~1 èfattoriale (n. 3)
se, e soltanto se,vactgono
le dueseguenti
condizioni:a )
A èpseudo-principale (n. 2);
~9)
diogni famiglia
non vuota~ai~ (i
E I ~0) di
elementi ai diA,
esiste una
sotto f amigZia finita
e non vuota(t
E T finito nonvuoto £I)
tale che
13)
Si osservi chequesto
teor. 2 èequivalente
al criterio di fattorialità enun-ciato nell’introduzione del
presente
lavoro. Ciò risulta immediatamente dalla2)
e dal fatto che, se I o 0: ai = 0 per
ogni i
e I « MCD{ ai }
= 0,(a~
E ~, anelloqualsiasi ) .
Dedurremo
questo
teor. 2 dalseguente
altro ben noto criterio di fat- torialitàIX) (la
cui prova usuale sfrutta laVII)
del n.6),
e dallaseguente
nota
proprietà X)
dei semireticoli(la
cui prova è moltosemplice).
IX) (Cfr. [9],
p.115-121, [13],
pp.151-152, [12],
p.75.)
Un anellofattoriale se, e soltanto se,
valgono
le dueseguenti
condizioni:y)
A èpseudo-bezoutiano (n. 2);
~S)
1’insieme ordinatoP(A) degli
idealiprincipali
di A(n. 1)
sod- disfa la c.c.a.( =
condizione catenaria ascendente: v. ad es.[8],
p.12).
X) (Cfr. [8],
p.33.)
Se unsup-semireticolo (n. 2)
H soddisfa la c.c.a., alloravalgono
le dueseguenti
condizioni:~,)
H è unsup-semireticolo completo (n. 2);
p)
diogni famiglia
non vuota(i
E dielementi
diH,
esiste unasottofamiglia
finita e non(t
E T finito non vuo-t,o s
I)
tale cheRicordiamo che
(n. 2):
XI)
Leprecedenti
condizionia)
ey)
sonorispettivaznentc equi-
valenti alle
seguenti a’)
ey’) :
a’ ) P(A )
è unsup-semireticolo completo;
y’) P(A)
è unsup-semireticolo.
Prova del teor. 2.
Supponiamo
che A sia fattoriale.Allora,
come ènoto
(cfr.
n.3),
vale laa ),
laquale
si riottiene comunque, assieme alla~),
nel modo
seguente.
Per leIX)
eXI), valgono y’)
e~).
Per laX),
ovesi
legga P(A)
invece diH, valgono quindi ~,)
e,u),
cioèa’)
ep), quindi (per
laXI))
valeappunto
intanto laa).
D’altraparte
la(con P(A)
invece di
g) implica appunto
la~8)
in virtù della(5)
del n. 2.Viceversa, supponiamo
chevalgano a ) e ~ ).
Laa ) implica
evidente-mentre la
y)
e(per
laXI))
laa’).
Consideriamo allora unaqualunque
sequenza
~(an)~ (n
=1, 2, 3, ...)
di elementi(an)
diP(A), (an E A),
cia-scuno contenuto nel successivo:
Per la
a’),
esiste inP(A)
ilInoltre,
per la~3)
e per la(5)
deln.
2,
esiste un insieme finito e non vuoto T di numeriinteri > 0,
taleche
(t E T):
Ma,
per la(16), (am), m
denotando il massimo intero appar- tenente aT,
equindi
pure(per
la(17 ) ) :
La
(18) implica
che tutti i termini della(16)
conindice >
m sonouguali
ad
ossia vale la
ó).
May)
eb) implicano appunto (per
laIX))
che A è fat-toriale. Perciò il teor. 2 è dimostrato.
È
chiaroche,
col medesimoragionamento
fatto nelprecedente
capo-verso, si dimostra anche che un
qualsiasi sup-semireticolo completo
H(invece
diP(A))
soddisfacente la condizionefl) (invece
di~))
soddisfapure la c.c.a.;
dunque
per laX):
XII)
IInsup-semireticolo completo
Hsoddisfa
la c.c.a. se, e soltanto se, essosoddisfa la
conduzionep).
8. - Come
primo esempio
diapplicazione
delprecedente
teor.2,
mostriamo adesso come esso
permetta
diriottenere,
in rnodopartico-
la,rmente
naturale,
ilseguente
ben noto risultato(cfr.
ad es.[9] ,
p.122, [12],
p.78):
XIII) Ogni
anelloprincipale. ( [2] ,
p.50) è fattoriale.
Infatti,
sia A un anelloprincipale,
e sia~ai~ (i
eI)
unaqualsiasi
fa-miglia
non vuota dielementi ai
di A. Tutte le somme finite e nonvuote, ogni
addendo dellequali
è ilprodotto
di unqualsiasi
elemento CE A perun
qualsiasi
elemento di~a$~,
costituiscono l’ideale({ai}), generato dagli
elementi di
~ai~. Questo
ideale(~ai~)
deve essereprincipale,
cioè deveesistere un d E A tale che
e
quindi
d deve essere una delle somme suddette:dove T è un certo sottinsieme finito e non vuoto di
I, ed rt
e A(per ogni
Dalla
(19)
segue che(ai) ~ (d),
cioè cheper
ogni i
E I.È
chiaro che dalle(20)
e(21)
risultacioè, simultaneamente,
la validità dellea)
e~)
del n. 7. Per il teor.2,
la
XIII)
èdunque
dimostrata.Questa proposizione XIII)
verrà sfruttata nel successivo n. 10.9. - Come secondo
esempio
diapplicazione
del teor. 2 del n.7,
esporremo, nel successivo n.
10,
una nuova dimostrazione del teorema di Gauss(n. 3).
La necessaria
parte preliminare (v.
n.10)
diquesta
dimostrazione del teor. di Gauss è costituita da alcunesemplici
considerazioni chefigurano
in una nota prova(cfr. [~] ,
p.87,
exerc.23-a-b,
e[10] ,
y p.100)
del teor. di Priifer
(n. 3)
apartire
dal lemma di Gaussgeneralizzato (n. 3 ),
prova che
perciò
è naturaleriesporre qui esplicitamente
nelle sue lineeessenziali.
Ne risulterà cos una dimostrazione sinaultanea dei due teoremi di
Prúfer
e di
(n. 3)
basata(oltre
che sul teor.2)
sul lemma di Gauss gene- ralizzato(e quindi
sulla nuovasemplice
prova di tale lemmaesposta
nel n.
5).
Premettiamo la
seguente osservazione,
di immediata verifica :XIV)
Siano~ai~ (i
EI)
unafamiglia
di elementi ai di un anelloA,
ed
~ar~
unasottofamiglia
di~ai~. Supponiamo
che in A esi-stano MOD e e che sia
Allora,
se J è unqualsiasi
insieme di indici tale chein A esiste pure
( j
EJ)
e risulta10. - Se A è un anello
pseudo-bezoutiano,
e sef
è unqualsiasi poli-
nomio E A
[X] ,
y denoteremo conil eontenuto
di f ,
cioè il MCD(e A )
dei coefficienti dif (la
convenzione(4’)
del n. 2
valendo, naturalmente,
anche per il simbolo(22 ) ).
In base alle(7)-(8)
del n.4,
è chiaro che inA[X]
risulta(cioè
conf 1 polinomio primitivo Inoltre,
se, inA [X] :
In virtù delle
(23)
e(24)-(25),
dal lemma di Gaussgeneralizzato (n. 3)
segue immediatamente la
proposizione seguente (evidentemente equi-
valente a tale
lemma):
XV)
In un anellopseudo-bezoutiano
A :quatunque
siano ipolinomi f , g
Dalla
XV)
seguepoi
facilmente il lemmaseguente (cfr. [5] ,
p.87,
exerc.
23-a):
XVI)
Sia A un anellopseudo-bezoutiano,
e sia K il corpo delle frazioni di A. Sef ,
allorase, e soltanto se, sono soddisfatte le due condizioni
seguenti:
Da
questo
lemmaXVI)
si ottiene subito il teorema di Priifer(n. 3), (cfr. [10],
p.100,
e[5],
p.87,
exerc.23-b):
Infatti,
se A è un anellopseudo-bezoutiano (risp. pseudo-principale),
e
(i
EI)
è unafamiglia
finita(risp. qualsiasi),
nonvuota,
dipoli-
nomi non tutti nulli
poniamo (0 ~
L’anello
K[X] (K
corpo delle frazioni diA)
è notoriamenteprincipale, quindi (v. XIII)) fattoriale, quindi (v. teor, 2) pseudo-principale.
Esisteperciò
E(p # 0)
tale cheIn
K[X]
sipuò
scrivere(cfr. [15],
p.82):
con a, b
(non nulli)
E A edf’ primitivo E A [X] (e( f’)
=1).
Posto allora(v. (26)) :
dalle
(26)-(29),
mediante il lemmaXVI),
risulta evidentemente(osservando
anzituttoche,
per le(:
e
quindi che,
per le(26), (27),
in
cioè risulta
appunto
cheA [X]
èpseudo-bezoutiano (risp. pseudo-prin- cipale).
Prova del teorema di Gauss
(n. 3 ) :
Mantenendo tutte le notazioni usate nella
precedente
prova del teor.di
Prúfer, supponiamo
ora che A sia fattoriale. Allora(per
il teor.2)
A soddisfa entrambe le condiz.
a)
e~).
Poichè anche l’anello fattorialeK[X]
soddisfa entrambe le condiz.a )
ef3),
se lafamiglia {fi} (i
EI), qui
sopraconsiderata,
èqualsiasi,
devono esistere due sottinsiemi finitie non vuoti
R, S
di I tali che risulti(cfr. (26)
e(27)) :
Per l’osservazione
XIV)
del n.preced., posto
dalle
(31)
e(32)
risultadunque (t E T) :
Da
queste (33), (34)
e dalle(28), (29),
mediante il lemmaXVI),
risultaallora evidentemente
(con
unragionamento
identico aquello
che hagià
permesso di ottenere la
(30 ) ) :
(i
EI, t
E T finito non vuoto eI),
cioè risulta cheA [X]
soddisfa entrambe le condiz.a)
e~). Dunque (per
il teor.2) A [X]
èappunto
fattoriale.BIBLIOGRAFIA
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