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Le statue partite per Modena e il naufragio di Ischia

1774 – 1781

165 18. Statua di donna semipanneggiata dormiente (Venere/Diana)

Dispersa.

Collocazione nella villa

La statua fu collocata sin dal principio nella camera del piano inferiore che dava accesso al Giardinetto segreto, insieme alle due repliche dell‟Eros con l‟arco e alle due statue delle ninfe Achiroe e Myrtoessa e una lepre in marmo. INVENTARIO 1572, [c. 379r]: Nella grotta del giardinetto. Una Venere con doi cupidi ignudi con l‟archi di marmo.

L‟arredo della sala subì profonde modifiche all‟interno della rivisitazione generale dell‟arredo scultoreo interno del Palazzo realizzato tra la fine del XVI e l‟inizio del XVII secolo. Le quattro statue che inizialmente affiancavano la figura in questione furono spostate e sostituite da due statue femminili in piedi appoggiate ad un pilastrino con vaso, dal quale gettavano acqua nella vasca antistante.DEL RE 1611, pp. 25–26: Nella seconda (camera) si troua vna fontana arcuata di ornamento con vna statua di donna di marmo bianco colcata alla sopina, con la faccia, et parte anteriore voltata verso il Cielo in atto di dormire, longa palmi sette e mezzo, co‟l crine sotto alla parte dietro della testa posata, con vn velo coperta dall‟ombelico in giù, et è vna VENERE. Appresso à lei si stà di simil marmo vn Ceruiotto, ch‟esce da alcune cauerne della Fontana; VENTURINI 1691,n. 6 “Fontana di Venere in una delle camere vltime del palazzo”; FONTANIERE 1725, pp. 59–60: L‟altra stanza poi contigua à questa non è ancora dipinta, mà è arricchita di una Fontana, e di varie bellissime statue: osservate dunque, come nel prospetto maggiore di questa stanza in faccia alla Porta, che conduce al Giardinetto Segreto, à cui passaremmo trà poco, trouasi una nicchia arcuata alta al pari della stanza, sotto cui entro una grotta assai lunga formata di tartari, di conchiglie e di pietre spongose, giace colca e supina in atto di dormire una statua antica di marmo bianco lunga palmi sette e mezzo rappresentante una Venere, presso alla quale stà in atto di uscire dalle caverne che formano parte di questa grotta un cerviotto pure in marmo, in cui favoleggiavano gli antichi, che si trasformasse _________[spazio bianco dell‟autore] in atto d‟inseguir Venere.

Con il tempo la ambientazione e la presenza di animali silvestri indirizzò l‟interpretazione della scena come una rappresentazione del mito di Atteone e la statua venne identificata come una immagine di Diana.STIMA CARTIERI 1752,[c. 10v]: Una Diana, figura al naturale, che dorme distesa, e mezza ignuda avendo tutto il petto scoperto e nel resto panegiata. Questa sta nella fontana dell‟ultima stanza dell‟appartamento dipinto verso il giardino segreto. Il

166 braccio dritto è staccato et ha un tasselletto riportato nel mento. Sta vicino tra le frondi un [c.

11r] Ataone trasformato in cervo. Questa statua è di palmi 6 incirca et è antica dimarmo pario in bella attitudine, ma il lavoro non è eccellente. Stimata scudi 60; STATUE ESISTENTI

1753: Camera di Diana. Statua di marmo di essa Diana a giacere di bella maniera, ma non si crede antica di grandezza naturale, le mancano alcune dita ed altre piccole cose qui appresso vi è un mezzo cervo che significa Ateone trasformato 150 (scudi); STATO DELLE STATUE 1753:

Nella Camera di Diana. Statua di marmo di una Diana giacente con un mezzo cervo che significa Atteone trasformato 150 (scudi).

La statua non compare nella successiva documentazione relativa al patrimonio scultoreo della villa e con ogni probabilità va riconosciuta nella statua di Diana che, partita da Tivoli nel 1774 per essere condotta a Modena, fu lasciata a Roma con l‟intenzione di alienarla.

In un appunto relativo alle spese per il riattamento delle sculture affidato ad Alessandro Lippi scarpellino dell‟agente in Roma Domenico Lotti, si annota che la statua della Diana, che rimane presso lo scarpellino Lippi, capitando una favorevole occasione d‟un voglioso, forse potrebbe vendersi un cento scudi485, notizia confermata anche nel Ristretto delle spese seguite per l‟incassamento e traduz.ne dalla Villa di Tivoli a Roma di sette statue di marmo486.

La statua fu trasferita nella primavera del 1781, insieme alla statua di console recuperata nel mare di Ischia anni dopo il naufragio, allo studio dello scultore Guillaume-Antoine Granjaquet: 26 Ap.le (1781) Per tanti pagati alli Facchini per il trasporto della statua di Diana dall‟Appartamento di S.E. Rma Mons.re D‟Este allo studio dello scultore Sig.

Granjacquet Baj: sessanta e più per trasporto dalla Villa Albani al d.o studio della statua consolare 2:60 in tt.o 3:20487. Da questo momento se ne perdono le tracce.

Descrizione

Si tratta di una delle numerose varianti del tipo della ninfa dormiente ampiamente riproposto in età romana perché bene si adattava all‟arredo di giardini e fontane.

Bibliografia:

Sul tipo cfr. Fabricotti 1867; Fabricotti 1980.

485 ASMo, Camera Ducale, Cassa Segreta, busta 694, n. 36209.

486 Ristretto delle spese seguite l’incassamento e traduz.ne dalla Villa di Tivoli a Roma di sette statue di marmo di ragione di S.A. Ser.ma Prone, e trasposrto di sei da d.a Citta a Modena per la via d’Ancona, salvo il naufragio d’una delle medesime in Ischia (ASMo, Camera Ducale, Cassa Segreta, busta 694, n. 36209).

487 Riscossioni e Pagamenti fatti per conto della Ser.ma Ducal Camera da me infratto (Camera Ducale, Cassa Segreta, busta 767, n. 38996).

167 19. Replica del Satiro a riposo (variante)

Modena

Accademia militare, già Palazzo Ducale.

Scalone d'Onore

Marmo bianco

Altezza non disponibile.

Stato di conservazione

Il mancato esame autoptico non permette una descrizione completa. Dalla foto si evidenzia la mancanza delle dita della mano destra, come già segnalato nella stima di Cartieri del 1752.

Siccome la documentazione attesta un intervento di restauro, non meglio specificato, da parte di Paolo Cavaceppi488 prima che la scultura fosse imbarcata a Civitavecchia e un secondo intervento al suo arrivo a Modena da parte di Sebastiano Pantanelli489, è probabile che l‟integrazione moderna realizzata all‟epoca si sia staccata e sia andata persa.

Collocazione nella villa

La statua del giovane satiro inizialmente fu esposta nel Giardinetto Segreto in pendant con una statua dello stesso soggetto ora al Museo Capitolino490, insieme alla statua di Venere nuda affiancata da un putto seduto sulla testa di un delfino. INVENTARIO 1572, [c. 379r]: Doi fauni ignudi a capo al giardinetto con doi nicchi”.

Probabilmente la collocazione originariamente prevista dal progetto per le due statue erano le nicchie a piano terra verso il Vialone del Cenacolo. Nella DESCRITTIONE al n. 59: Cenacolo di muraglia conli conci di teuertino co‟ due nicchi per di fuori, et due fauni al naturale.

Rimasero nel giardinetto fino all‟inizio del XVII sec. Nel 1611 sono ancora descritte in due nicchie angolari delle alte mura del recinto. DEL RE 1611, p. 27: Vn‟altro simile FAVNO di simil marmo alto palmi otto, e doi terzi senza basetta posa in simile nicchia nell‟altro angolo dell‟istessa parete del giardinetto, che riguarda verso il palazzo, tutto ignudo, eccetto ch‟vna pelle di hirco il cinge, come il precedente, et nell‟istesso modo appoggia ad vn tronco d‟albero. Nel corso del XVII secolo i due satiri trovarono nuova collocazione. Nella incisione

488 Stima della statua recuperata ad Ischia dopo il naufragio redatta da Paolo Cavaceppi, 15 luglio 1781 (Camera Ducale, Cassa Segreta, busta 767, n. 38996).

489 Dall’Olio 1811, pp. 30–31.

490 Cfr. scheda n. 3.

168 di VENTURINI n.19 “Fontana di Proserpina contigua a quella della Civetta nel giardino estense in Tivoli” compaiono infatti insieme nelle nicchie laterali del prospetto della fontana ultimata in quegli anni. Dalla incisione si distinguono nettamente le differenze di impostazione tra i due esemplari del tipo.

Dalla metà del XVIII sec. le stime le descrivono nel Cenacolo insieme ad altre due figure di fauno appoggiate, precedentemente esposte nelle nicchie delle fontane che fiancheggiavano l‟uscita dal recinto dell‟Ovato. Lo spostamento potrebbe risalire ai decenni tra il 1725 e la metà del secolo. Infatti l‟anonimo fontaniere, pur ricordando la collocazione nel Cenacolo della statua dell‟Iside nera ad opera del cardinale Rinaldo, non cita invece le quattro statue di fauno. Nelle nicchie della Fontana di Proserpina, probabilmente solo per una svista, cita invece senza alcuna descrizione due statue di putti491. FONTANIERE 1725, p. 16: Due belle statue di marmo antiche rappresentanti due putti, che stanno in piedi nelle parti laterali, e interiori della nicchia; STIMA CARTIERI 1752, [c. 8v]: Alla loggia detta della Mora […]Altro Bacco appoggiato ad un tronco con una traversa di pelle di capra col suo teschio; mancano le dita [c. 9r] della mano destra e la sommità d‟un ginocchio; STATUE ESISTENTI 1753:

Quattro statue moderne di marmo rappresentanti Fauni di grandezza al naturale. Alcune hanno le mani ed altre cose rotte 800 (scudi).

Dopo la vendita al papa Benedetto XIV: STATO DELLE STATUE 1753: Nella Loggia detta della Mora […] al di dentro Trè statue di marmo antico rappresentanti Fauni di grandezza al naturale sebene danneggiate 500 (scudi).

Descrizione

Si tratta di una delle sette sculture partite da Tivoli nel 1774 per essere inviate a Modena.

Anche in mancanza di una descrizione del pezzo nella documentazione relativa al trasporto, è stato possibile identificarla grazie agli evidenti riscontri tra le fonti e l‟iconografia.

La figura, appoggiata con il gomito destro sul tronco che le fa da sostegno e nuda con solo una pelle di animale posta trasversalmente sul petto, riproduce gli elementi iconografici essenziali del tipo del Satiro in riposo. Rispetto alle migliori repliche del tipo, tra cui quella del Museo Capitolino, pure dalla Villa d‟Este, la figura non appare sbilanciata. Il suo fianco destro è infatti accostato al sostegno laterale, la gamba destra solo leggermente arretrata con il piede bene appoggiato a terra, e l‟inarcamento dell‟anca opposta è appena percepibile.

491 L’anonimo autore, che per la descrizione e identificazione delle statue dipende moltissimo dal testo

seicentesco di Del Re, diventa lacunoso e impreciso proprio nelle sezioni della descrizione in cui erano avvenuti cambiamenti nel secolo precedente.

169 Più simile l‟impostazione del busto con il braccio destro appoggiato che determina un leggero sollevamento della spalla corrispondente, e quello sinistro che si appoggia con il dorso della mano sul fianco. La scultura ispirata all‟originale greco di Prassitele, del quale riprende semplificandoli l‟impostazione e l‟iconografia, può considerarsi una creazione di età imperiale. Il soggetto, adatto all‟arredo di giardini e fontane, fu ampiamente riprodotto anche in versioni variate e semplificate ripetto al complesso modello greco. Per la discussione sul tipo cfr. la scheda del Satiro in riposo del Museo Capitolino. In mancanza di un esame autopitico si rimadano ad altro luogo l‟analisi stilistica e la cronologia del pezzo.

Bibliografia: Sarchi 1999, fig. 95.

170 20. Replica del Satiro a riposo (variante)

Modena

Accademia militare, già Palazzo Ducale.

Scalone d'Onore

Marmo bianco

Altezza non disponibile.

Stato di conservazione

Il mancato esame autoptico non permette una descrizione completa. Evidenti dalla foto sono le fratture agli arti e il sostegna appare composto da tre sezioni differenti.

Collocazione nella villa

INVENTARIO 1572, [c. 378r]: Nell‟ovato. *…+ Doi bacchi nudi intieri di marmo in piedi con tronchi et un vaso che getta acqua sotto ‟l braccio nelle fontane rustiche; DEL RE1611, p. 53:

Ciascuna di esse Fontane ha nella nicchia vna statua di Tufo, ouer Peperino di Bacco, alta palmi sette, e mezzo, tutto ignodo, eccetto, che viene coperto alquanto da vna pelle di tigre appoggiata ad vn tronco, con vn vaso sotto al braccio à cui s‟appoggia, per lo qual vaso butta acqua in vna conca […]. Ogni statua delle due sudette tiene bolzacchini a‟ piedi alti fino sopra i talloni, et quella à mano destra è con chioma coronata d‟hedera, et quella della mano sinistra con chioma sciolta, et riccia; FONTANIERE 1725, pp. 7–8: nell‟escire che farete dalla Piazza del Fontanone, vedrete in faccia del medesimo, e negl‟angoli laterali di detta Piazza due belle nicchie, e in esse due statue, dalle quali escono acque abondanti, che vanno á cadere in due bell‟urne, che a piedi delle statue stanno poste á riceverle, e poi v‟incaminarete nel viale famoso, detto de i Fontanili.

Dalla metà del Settecento nel Cenacolo. CARTIERI 1752, [c. 8v]: Alla loggia detta della Mora […]. Entro la loggia che è coperta un Bacco [cancellato: “a man dritta, di grandezza al naturale, in piedi”] con un vaso alla dritta mano appoggiata ad un tronco, e nel vaso vi sono grappi d‟uva. [Cancellato: “Si crede più probabilmente moderno che antico, e di mediocre scarpello”]. Nelle gambe è rotto e ristaurato. Nel braccio e spalla sinistra è rotto e mancante. […] Altro Bacco che appoggia la mano dritta ad un vaso posato sopra ad un tronco. Gli traversa sopra la spalla una pelle ideale. Gli manca la mano sinistra; STATUE ESISTENTI

171 1753: Quattro statue moderne di marmo rappresentanti Fauni di grandezza al naturale.

Alcune hanno le mani ed altre cose rotte 800 (scudi).

Dopo la vendita al papa Benedetto XIV: STATO DELLE STATUE 1753: Nella Loggia detta della Mora […] al di dentro Trè statue di marmo antico rappresentanti Fauni di grandezza al naturale sebene danneggiate 500 (scudi).

Descrizione

Si tratta di una delle sette sculture partite da Tivoli nel 1774 per essere inviate a Modena.

Anche in mancanza di una descrizione del pezzo nella documentazione relativa al trasporto, è stato possibile identificarla grazie agli evidenti riscontri tra le fonti e l‟iconografia.

La figura, ispirata al tipo del Satiro in riposo, è appoggiata con il gomito destro su un vaso a sua volta sostenuto da un tronco intorno al quale si attorciglia un ramo di vite con grappoli d‟uva rappresentato in maniera poco naturalistica. Indossa solo una pelle di animale posta trasversalmente sul petto e stivaletti di pelle alti al polpaccio.

Seguendo il modello, il braccio destro appoggiato determina un leggero sollevamento della spalla corrispondente e quello sinistro si appoggia con il dorso della mano sul fianco. La posizione delle gambe è invece fortemente variata con la gamba destra arretrata e scartata lateralmente verso l‟esterno. Tale diversa impostazione si adatta malamente al sollevamento della spalla destra e al leggero inarcamento dell‟anca sinistra che si legge nel busto creando un effetto poco naturale. I capelli lunghi e ricci che coprono le orecchie impediscono di definire con certezza l‟identità del soggetto e rimane il dubbio se ad essere rappresentato fosse un giovane satiro o il dio Bacco. Il vaso invece aggiunto sul tronco adattava facilmente la figura all‟ornamento di una fontana.

Si tratta di una delle numerose creazioni di età imperiale che, ispirandosi a modelli diversi, variava e riproponeva il fortunato soggetto adatto a decorare il giardino o il peristilio di una ricca domus, nella quale un apposito apparato figurativo creava un‟atmosfera dionisiaca che evocasse la presenza del dio e dei suoi seguaci, come simbolo del pieno godimento dei piaceri della vita. In mancanza di un esame autopitico si rimadano ad altro luogo l‟analisi stilistica e la cronologia del pezzo.

Bibliografia: Sarchi 1999, fig. 97.

172 21. Replica del Satiro a riposo (variante)

Modena

Accademia militare, già Palazzo Ducale.

Scalone d'onore

Marmo bianco

Altezza non disponibile.

Stato di conservazione

Il mancato esame autoptico non permette una descrizione completa.

Collocazione nella villa Cfr. la scheda precedente.

Descrizione

Si tratta di una delle sette sculture partite da Tivoli nel 1774 per essere inviate a Modena.

Anche in mancanza di una descrizione del pezzo nella documentazione relativa al trasporto è stato possibile identificarla grazie agli evidenti riscontri tra le fonti e l‟iconografia.

La figura, ispirata al tipo del Satiro in riposo, è appoggiata con il gomito destro su un vaso a sua volta sostenuto da un tronco intorno al quale si attorciglia un ramo di vite con grappoli d‟uva. Indossa solo una pelle di animale posta trasversalmente sul petto e stivaletti alti al polpaccio di pelle. Seguendo il modello, il braccio destro appoggiato determina un leggero sollevamento della spalla corrispondente e quello sinistro si appoggia con il dorso della mano sul fianco. La posizione delle gambe è invece fortemente variata con la gamba destra arretrata e scartata lateralmente verso l‟esterno. Il giovane, probabilmente una raffigurazione di Dioniso, è anche coronato da foglie di vite.

Si tratta di una delle numerose creazioni di età imperiale che, ispirandosi a modelli diversi, variava e riproponeva il fortunato soggetto adatto a decorare il giardino o il peristilio di una ricca domus. La fattura del vaso e del tronco molto simile alla precedente lascia ipotizzare che le due statue fossero prodotto della stessa bottega. In mancanza di un esame autopitico si rimadano ad altro luogo l‟analisi stilistica e la cronologia del pezzo.

Bibliografia: Sarchi 1999.

173 22. Statua di togato (cd. Alessandro Severo)

Modena

Accademia militare, già Palazzo Ducale Scalone d'onore

Marmo bianco

Altezza non disponibile

Stato di conservazione

Il mancato esame autoptico non permette una descrizione completa.

Collocazione nella villa

INVENTARIO 1572, [c. 379v]:Al piano delle scale al paro della loggia. Doi statue di marmo intere de doi consoli vestiti; AUDEBERT 1574, p. 170: A main droicte tout au coin de ceste cour, y a deux niches, dedans lesquelles sont deux Senateur Romains auec leurs habits esquels toutesfoys on ne peult remarquer le latus clauus ou aultre dont ilz usoyent ancienement, estant un bout de leurs vestements rejetté sur l'espaulle, & ont chascun en la main gaulche comme un rolleau de papier, et la droicte est a demy esleuee en hault monstrant du doigt; DEL RE 1611, p. 11: Appresso à questa testa di Meleagro incontro alle scale, che conducono all‟appartamento di sopra, stà in vna nicchia grande arcuata di sopra vna statua di marmo simile vestita con habito lungo alla Romana alta palmi nove, et vn terzo, senza basetta con lo braccio, et mano destri distesi, de‟quai nel deto indice tiene vn‟anello, et nella mano sinistra tiene chiusa vna scrittura auuoltata, et arrotolata, con poca barba. Questa statua è di ALESSANDRO SEVERO; FONTANIERE 1725, p. 62: Due altre statue fanno prospettiva alla scala, per cui siete salito, e ed‟all‟altra, per cui potrete saliure all‟ultimo appartamento. La prima posta à capo della scala di sotto è di Alessandro Severo alta palmi nove, ed‟un terzo col braccio, e mano destra distesi, con annello nell‟indice, e con una scrittura arrotolata nella mano sinistra, e con abito lungo alla Romana; CARTIERI 1752, [c.

12v]: Cortile al paro del secondo appartamento. […] Altra statua in piedi di simile altezza di Alessandro Severo, antica, con manto senatorio. Gli mancano due dita nella mano dritta, et è ripezzata la veste vicino al piede sinistro. Scudi 80; STATUE ESISTENTI 1753:Ripiano delle scale, che discendono all‟altro piano. Due statue di marmo rappresentanti. Due statue di marmo rappresentanti consoli antichi di maniera ordinaria, alta p.mi 8 con alcune rotture

174 nelle mani e restaurazioni malfatte 215 (scudi); STATO DELLE STATUE 1753: Nel ripiano delle Scale Che discendono all‟appartam.to d‟abbasso. Due statue di marmo rappresentanti Consoli antichi Romani 215 (scudi).

Descrizione

Statua ritratto di personaggio togato stante. Il peso del corpo grava sulla gamba sinistra rigidamente tesa sotto il panneggio, mentre la destra, flessa al ginocchio, è leggermente portata indietro. L'avambraccio destro leggermente sollevato e teso in avanti ha la mano con l‟indice puntato ornato da un anello. La mano sinistra che esce dalla toga afferra un rotolo e in basso sulla sinistra si conserva la capsa, il contenitore cilindrico per i volumina. Il panneggiamento, anche se non particolarmente ricco, disegna l‟umbo, il sinus e la lacinia. La testa ritratto potrebbe essere pertinente, ma in mancanza di un esame autopitico si rimadano ad altro luogo l‟analisi stilistica e la cronologia del pezzo.

Bibliografia: Sarchi 1999, fig. 93. Sulle immagini di togati cfr. Fejfer 2008, pp. 183– 93.

175 23. Statua di Togato (cd. Marco Aurelio)

Dispersa

Già Musei Vaticani

INVENTARIO 1572, [c. 379v]:Al piano delle scale al paro della loggia. Doi statue di marmo intere de doi consoli vestiti; AUDEBERT 1574, p. 170: A main droicte tout au coin de ceste cour, y a deux niches, dedans lesquelles sont deux Senateur Romains auec leurs habits esquels toutesfoys on ne peult remarquer le latus clauus ou aultre dont ilz usoyent ancienement, estant un bout de leurs vestements rejetté sur l'espaulle, & ont chascun en la main gaulche comme un rolleau de papier, et la droicte est a demy esleuee en hault monstrant

INVENTARIO 1572, [c. 379v]:Al piano delle scale al paro della loggia. Doi statue di marmo intere de doi consoli vestiti; AUDEBERT 1574, p. 170: A main droicte tout au coin de ceste cour, y a deux niches, dedans lesquelles sont deux Senateur Romains auec leurs habits esquels toutesfoys on ne peult remarquer le latus clauus ou aultre dont ilz usoyent ancienement, estant un bout de leurs vestements rejetté sur l'espaulle, & ont chascun en la main gaulche comme un rolleau de papier, et la droicte est a demy esleuee en hault monstrant