A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
V ITTORIO C HECCUCCI
Sui fondamenti del calcolo con matrici infinite
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 4, n
o3-4 (1950), p. 205-222
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CON MATRICI INFINITE
di VITTORIO CHECCUCCI
(Pisa)
’
.
’
Il
successo,
anche nellemateJnatiéhe. applicate, degli algoritmi,
epiù
generalmente
dellanozione;
di funzione di matrici finite’suggerisce l’oppor- .
tunità di esaminare . se, ed
,in quali casi,
unanalogo simbolismo
dicalcolo
resti valevole
per le ematrici munite.
°
,
’. , ,Per
qúesté
si.incontrano alcune difficolt,à che per
lematrici
finitenon
’
si
presentano affatto. Quelle che si riferiscono
allaconvergenza ed alla
as-sociatività
delprodotto sono già
statesuperate
davario tempo
sem-°
braci,
non ancora conquella’ generalità che consenta
di fareuso,
cón sufll.,
ciente
sicurezza, delle regole
di calcolo ainmissibili per le matricifinite.
Scopo
diqueste. brevi pagine ~è
diràggiungere;
nei limiticonsentjti dagli en,ti
chevogliono sottoporsi a calcolo, questa sicurezza, mostrando
inpari
.
tempo
l’utilitàdi adoperare il simbolismo ornai già fxiÀ.iiiare per le
matrici .finito.
Ricordiamo ch# (1)
laconvergenza
e laproprietà
associati vadel prodotto Ricordiamo ché (1)
laconvergenz&.-
e la e odottosono senz’altro verificate
daquelle matrici’
infinite :’
(ars.
numericomplessi) per le quali
esiste unnumero positivo MA indipen-
.1 dente da n
tale che, presi due n-complessi
orizzontaliqualunque
@ .(i) ~Cfr.
prinoipalmente
ilavori’ seguenti:
, ~ . .’. a) HELLINGER x TOEPLITZ: Enzykl. der math. Wi8,S. 113 voI 9,(1927) .
’
,
b) WINTER A.:
Spectraltheoràe
der unendlichen Matrizen Leipzig(1929)
’
c) JULIA G. : Introduction mathématique aux
théories quaittiques.
Il Partie, Paris (1938)nei quali il lettore’ troverà una estesa bibliógrafia
sull’argomento.
4. Annali della Scuola Norm. Sup.. Pisa...
soddisfacenti
alle condizione(2) :
(xr ed yr
numericomplessi coniugati
risultimatrici A cosiffatte si dicono esse
corrispondono agli
operatori lineari
definiti in
tutto lospazio hilbertiano,
cioè sono tali che .se:è il
complesso orizzontale infinito
dellecoordinate
diun punto qualsiasi
dellospazio hilbertiano,
ilcomplesso
verticale infinitoA x_,
esiste eda
le coordinate di tin altropunto
dellospazio hilbertiano.
’In
questa
Nota consideriamo matricipiù generali
~1 iquelle
oradette,
che diciamo di
tipo (p, q),
allequali mostriamo
chepuò estendersi
senza limitazioni il
simbolismo e quindi l’algoritmo
solito del calcolo dimatrici
finite.
I
numeri p, q delle nostre matrici sono due numeri reali entrambinon minori di 1
(che
possono anchediventare infiii.iti) ;
perp = q = 2
si ricade nel caso delle matricilimit-, te9
di cui sopra. ° Lerighe
e le colonne delle matricihilbertiane suddette
sonocompiessi
infiniti x
= ....~... )
per iquali
converge la serie2 ) I
,v,,"°
con Y. > 1opportuno
o per iquali è
limitato l’estre’mosuperiore di | I x" I
.Nel § 1 esponiamo
le proprietà fondamentali,
in complesso già degli spazi
aventi per elementi i complessi
infiniti ora detti. Nel ~
2 si tro-
vano le proprietà
delle matrici hilbertiane
di tipo (p, q),
tra cui i la genera-
,
lizzazione .
del teoremafondamentale
diHELLINGER
eTOEPLITZ.
Nel§
3risolviamo pel
casopiù notevole,
iproblemi de.ll’inversione
di una matrice infinita edella risoluzione
di sistemi lineariinfiniti,
suiquali
ciproponiamo
di
ritornare prossimamente.
(2)
Con y-1 si indicano gli n-complessi verticali di x ed 2/’
(3) Cfr.
a)
RlESZ. F. Lesinfinité d’inconnues.
Paris(1913).
’
b) BANACHS. opérations lineaires.
Wa,rsza,wa, (1932).
.
’
~]. - Spazi hilbertiaiii di
classe 1)1. Diciamo
Hp (p > 1) hilbertiano
dicla.sse
p lospazio
dei com-p lessi
infinitir = x2 , , .’ xn’ , , , numero complesso)
per iquali
.00.. , ,
la
-serie 2 I
xntp
èconvergente,
edc600 lo spazio, dei complessi ’
infiniti x. ..
per quali
extr.sup. 1 (n=1,2 ...,
èlimitato ; i nnmeri x,i
si diconol~
coordinate del.pnn-to x .
Se~~r q , contenuto in c6~,
inparticolare ogni c6p
è contenuto ininoltre ognic Hp
contienel’insieme numerabile
.E
di punti
xaventi solo o
finitodi coordinate
nonnulle
equeste
sono
razionali complesse (cioè
hanno razionalila parte
reale edil. coefficiente
dell’immaginario).
.’
.
’
Dalla
disuguaglianza
di MINKOWSKO :1 - oppure dalla
se p = ~, segue
ch,e: .a) lo cioè nna combinazione lineare
a coefficienticomplessi di un numero finito
dipunti
dic6p,
è ancoraun punto
dic6p;
r
.
b)
lospazio
cioè sedefiniamo distanza tm due punti
,
..
se
p ~> 1 , oppure il numero :
se p = oo ,
valgono le :
quando
’
c)
lospazio c6p
è cioè se diciamoconvergente
ad unpuntò
ró°1 c1i
c6p
masuccessione {ae(1~)}
dipunti di c6p, quando
.vale il criterio di CAUCHY: condizione necessaria e
sufficiente perché
’
converga ad un
punto
che : - ~ ..d)
lospazio c6p
è cioè contiene uninsieme
numerabile(precisamente, qualunque
siap,
l’insieme .E di cuisopra
edogni punto;
x di è limite di una successione di
punti, .tutti
diquesto
insieme(o, come
si usadire, c6.,
contieneun
insiemenumerabile
edovunque denso
inc6p).
2. Se x è un
punto
di diciamo di x osemplicemente
uorniadi x il
numero
se p h
1,
oppure il i numerose p = 00;
se p >
1(finito), Np (x)
è distanza cii xdall’origine O
=(0 0 , ... )
e evata a p, altrimenti èquesta
distanza stessa. ,. Insierrre alla.
disuguaglianza
diMINKOWSKI,
che per dueptinti x
di ,c6p
si scrive :se
p > 1 ,
oppure:’
gioca
un iuolo fondamentale nella,geonetria
dell’c6p
ladisugua-
glianza
diSCHWARZ-HÖLDER :
’se 1? "> 1, oppure
la :1
’
Ise
p = 1 ;
esseespr inono,
facendo tendere 1U adinfinito,
che se x è unqualunque punto
dic6p
ed u unqualunque punto
diparticolare
di° ~’. .. ’ " .. p-l
’
’
C61
e dic6oo),
ilprodotto
èconvergente (assolutamente)
e si ha:1
se y ~ 1, ~. oppure 1
.§e
p=1
Glispazi
ede6 (in particolare, H1
edc6co),
si diranno tra.
,"
_.., P-I
°
.
loro una tale relazione è
involutoria ;
inparticolare c62
coincide col suo
spazio
dùale.°
...
Con le
posizioni (6.1)/(6.1/ la (4.1)
siscrive
...Vale
iuoltre
ilseguente teorema : se
si ha anche’:e
viceversa : .-i (10.1)
e,d(11.1 1 )"
ilpuntò
x(n)determinato dalle
(10, 1) appartiene ad c6p é
ilpunto l’imite, della succes- } . -
Si verifica subito ch.e in
non vale il teorema
di BOLZANO-WEIER- llónèdettoche se {x(n)} è una
successione dipuuti di Hp limitata, (tale
cioè Cheesiste
un numero M inmodo che
perogni
n :(4) Se p = ao
l’esponente
alprimo membro
è uno.si passa da essa estrarre una
successione convergente (ad
unpunto x~°~) ;
bastaiufatti
osservareche, se e’’z~ )
è la successione delle colonnedella matrice
identica
infinitaI,
si ha : .sicchè
{e(n)} 1 potrebbe
alpiù
tendereall’origine 0,
ciò che èescluso,
a normadella
(9 .1 ), perebè Np (el">
-0)
=1 qualunque
sia’ n . .. ’Vale
però
il ’teorema ; se{X(n)}
è una success’ioue limiata(quindi
valela
(12.1 )),
e convergono i membri delle(10.1 ),
ilpu- to
determinatodalle (10 .1 ) appartiene
ad ed inolt’re: ’Diciamo
J
converge debolmente adX(O’)
9 se, insieme alle,(10. .1)
valgono
le(12.1 ). L’importanza
diqnesta
definizione ’sta nel fatto che ri,-spetto
alla convergenza debole vale il teorema diBOLZANO-WEIERSTRASS ; (x(U»
è una successione limitata, ct a essa sipuò
estrarre unasuccessione
x"31’
che conve19ge it tpunto x(O)) (5)..
3. Per la convergenza
debole
vale un criterio(necessario
esufficiente)
assai
importante
per le considerazioni che seguono : condizione necessaria. esufficiente perchè
unasuccessione
dipunti
diHp
converga debolmente(a,d
unpunto x(O))
è che perqualsiasi punto
u dellospazio
duale c6 p esista lim ux(n) (6)
’ P-I
00 .
Poniamo x =
(03BEm 1
dove03BEm = (x1,
xz , 9Sl, = (xm+1, xm+2,... )
si diranno
rispettivamente ridotta-m.ma
e in-mo di x. Intenderemo per ridotta m.ma e resto m-mo di x anche ipunti (~t~l I 0)
e(0 I ~m)~
coli iquali
$i scrive x =
(~m ~ I 0) + (o i
Dimostriamo in
primo luogo
la necessità dellacondizione,
anzi diino.striamo ehe : se
1 X(n»
è una dipunti. c6p
converge debolmente aded {u(n)}
è una successione dipunti
dellospazio duale che
converge ad u(0) (ma nondebolmente),
esiste lim e si ha : ."-00
’ .
Per le definizioni e teoremi di questo numero, RIESZ op. Cit. in
(3)
a) pagg.55-59.
(6)
Perquesto
criterio ofr. tral’altro,
op. cit. in c) pag. 23 per p = 2.1
Infatti,
seponendo
si ha :ossia,
per la(8. 1)
e la(12 : ~ ) :
’
Determiniamo
n1 in modo che per -n ilprimo
terminedell’ultimo
membro sia minore(li -
3 e fissiamo 1It inmodo
che anchel’ultimo
’..termine
sia minore
si uò
allora trovare un taleche
pern > n
an-3 ..
che il 1 secondo termine sia ninore
di LÉ- ;
in detinitiva siottiene,
pern > n;
’
j 3
con e
prefissato arbitrario.
’
..
Dimostriamo
orà
che lacondizione
èsufficiente, osservando
inprimo
-- - ,
..
luogo che se
esiste lim perqualsiasi
.. n-. o0
~ esistono in partico-
lare i
limiti
dove e(i) è la
riga
i-ma diI,
e sonoperciò soddisfatte
le(1U.1).
,
i Resta da dimostrare
che
è unasuccessione limitata. Supponiamo
allora
che
inc6 L
non esista nessunasfera
tale che per ipunti
u interni’
.
ad essa sia
limitato i
url"/ [
t , cioè non esistano - - - -1 un ,punto u*,
. n e due nu-meri positivi r
tali che, 1 si: ) qUaUUVSe i e. o" ~
sono due successioni di numeripositivi
nonnulli,
laprima divergente
e la secondaconvergente
azero,
detta S una sfera(qua- lunque)
dicentro
u* eraggio r,
esisterà unindice n1
ed unpunto in-
terno ad 8 tali che : .
"
’
Si
può allora
considerare una sfera~
di centro eraggio r1’
9 mi-nore del
più piccolo
tra i duenumeri 91
ed tale cheper i
punti u interi
vad essa sia :. altrimenti esisterebbe una
successione {,v(n)} convergente
adu(1) ,
per laquale
fosse
sarebbe quindi
(per
laiiecessità
dellacondizione
dadimostrare)
e ciò in contrasto con lat15. ~ ).
Lasfera Si
risulta cosinterna
alla sfora ~~ .Operando in Si
comein 8 ,
si possono considerare un indice nz ed una sfera1S2
dicentro
e rag.gio r2 ~o~ ,
tutta contenuta inSj ’,. tale
che per ipunti
u interni ad. essasi
abbia :
. ’~ 1 1
Proseguendo
indefinitamente si ottiene unasuccessione 1
disfere,
ognuna contenuta nella
precedente,
i cniraggi rn
convergono azero,
ed icui centri formano una che soddisfa il criterio di
CAUCHY,
come si
veri6ca , subito,
osservando che si ha: 1-
il limite
della ( u"> ) appartiene
~t tutte lesfere,
suddette epertanto sarà I x~~~~ ~ I > Mk (k Il 1, 2 ... ) ; ma Mk diverge e quindi
non esiste limx~~’~ :
cioèin
nonsarebbe
soddisfatta lacondizione posta.
Siano
ed Mtali
che sia : ° ’quando
Ponendo b
erogni v
che : -.u
soddisfa alla (l 6.1.) ; quindi :
Se- x è
un punto
di’c6p (p >1 finito),
ilcomplesso x
per ilquale
è p
dic6 p :
: lo diremo ilpunto duale
oconiugatn
di x., :
il
coniugato del coniugato di x è
ilpunto x stesso, e.81,ha:
,se p
= 1, x è
unpunto ta,)e che
e siSe
poniamo :
oppure
si
haimmediatamente :
.
e quindi le (17.1), ( 1 ~.1 )
. la successione
lx(")1
èdunque limitata, ed
ilcriterio
ècos dimostivto.
(7) Se
p=2, ~
è il punto diC62
le coordinate sono le complesse coniugate di. quelle di x . ...
Se p
= ~, 9 il razionamentoprecedente
vale sino alle(17,1), (18,1)
conl’ovvia sostituzione con uno ;
dopo
di che basta.prendere
v= e~i~ ,
.. . p .
essendo In
riga
i-madella
matrice identicaI,
per avere :ciò
che,
perdefinizione, significa che N,
’
§
2.2013 Prodotto
di mutrici eproprietà associative del prodotto.
~
Matriei hilbertiane
’
4. -
Se U
ed X sono dueinatrici,
laprima
ad infinitecolonne, la , se-
conda ad infnite
righe
ed v è unaqualunque riga
diU,
x-i unaqualunque
colonna di
X, 1’esistenza
delprodotto significa
laconvergenza
delle seriesemplici ux-1.
Orbenegli spazi
hitbertiaini diclasse p qualunque costituiscono l’ambiente più opportuno
ovescegliere
lerighe
di U ole
co-lonne di
X5
sevogliamo
liberarci dalla necessità di stabilire di volta in voltala
convergenzadel procedimento seguito;
infatti per un teorema del IJANDAU : condizione necessaria esufficiente perchè u x-1 converga
perogni
xdi
c6p è
che uc6 p , dopo
di che converge assoluta-p-1
mente
(8). Sorge quindi spontanea
e,sotto
certiaspetti essenziale, l’opportu-
(8) La sufficienza, è conseguenza della (8,1) ; la necessità per assurdo, snppo- iendo che N ) diverga e costruendo un punto x di
c6 ,
per il quale ux -1 non con-verge, Se p nito (cfr. f~’. Itieisz. op. cit.. in (3) a) pag. 47), baxta porre 80 = O ,
determinare {ni}
in modo che 8n, 1 punto x dic6
~-=1
"
di cui sopra è definito da
Se p : = asta prendere x : = infine p : -- ia o che J ~ punto tale che
appartiene ad
c6i
ed diverge.nità di
imporre
al1ematrici
U ed X delprodotto
U (l la condizione c/te tèrighe
delfattore
e le colonue delsecondo fattore
sianopunti
diduali.
Noi supporremo
nelseguito
sempre soddisfattaquesta ipotesi,
chediremo : condizione di
LANDAU per il
Date
tré matrici P, A , ~
per lequali esistono,
nal senso oradetto,
iprodotti UA
edA X,
interessastabilire
sottoquali condiziqui.
esistono iprodotti
edU(AX)
e vale laproprietà associativa :
Ciò è
quanto dire,
conle posizioni i
che:-- 1
Per
prodotti.
che socldísfauoalla condizione di LAINDAU,
accadeche,
sex
appartiene ad d3p, u 4
, deveappartenere
5 e se 2cappartiene
-,ad.
’ P-1
’
.
H q, A x-1
deveappartenere
adesistono’ perciò tanto (u A) x-1
cheq . , . ,.
zc ( A x_1)
èdetto
chequesti prodotti
sianouguali.
, .. In condizionipiù generali delle
nostrevale,
un criterio necessar o e sufficiente perchè valga
la(2.2), che qui riportiamo, sebbene
nelseguito non
avremo a fátrvi
riferimento :
se ettistouo iprodotti
url edAx_1;
tcondizione
..necessaria
esufficiente perchè valga
la(2.2)
è che :a) esista
u(A X-t); b) fis.
,8ato
8>
0ed
intero ad si possanodeterminare
un11; > mo
ed un n taliche
per v>
n, siabbia
..’
benza
riterirci
a queso u unjnusfatta la condizione di LANDAU ed u ha solo un unmero finito di
coordinate
nonnulle,
valela (2.2):
cioè ..infatti il secondo membro è la somma (ii un numero
tamente convergenti.
(9) BROMWICH T. J. I’A, : ’l’he inversion of a repeated infinite
integral [Proc. London
Math. Soc. (Il) 1. (1904)
. (i0) ’A norma della condizione
precedente, la 1(4:.2-)
valeneiripotes. più generale
cheeisistano A x-1 ed basta infatti
prendere
in b) l’m in modo ohe sia’1;" = o.
Dopo
di che si dimortra subito che : se u è taleconverge debolmente (ad u.) A, vale la (2.2).
per di.cbp
tale chesia un punto di
c6... Infatti,
per iln~ 3,
se xappartiene
si avràd’al tra
parte,
se è unpunto
di 9 siha,
per definizione :tenendo presente
la(4.2),
dal confronto deiprimi
membririsulta
senz’altroverificata
la(2.2).
5. - Da
quanto precede scaturisce l’interesse,
ai fini del calcolo di ma-.
trice
di considerarequelle
matrici A. tali che perogni x
di.c6p,
9,
un
punto
did3q,
o tali cheper ogni punto u
di i it A è unpunto
dic~5P,. Diciamo,
nelprimo caso,
che A trasforma dalla sinistra inpunti
di nel secondo caso, che A trasforma dalla destra inpunti
diValgono
leseguenti proprietà~ :
’
a)
d dalla sinistral’c6 p
ir~punti
di 9 essadalla destra in
punti
dihp . .
’’ °
glli pili
, ..
’
Osserviamo
infatti
che le colonne di A sono ipunti
dihp,
trasformati dalla sinistramediante
A delle colonne della matrice identicaT,
e lerighe
di A sono, per il teorema di
LANDAU, punti
Allora perogni.x
’ P-1
di esiste :
quindi,
,a norma deln° 3,
la successione((~n ~ 0) A ~
converge debolmente in alpunto
come si volevadimostrare.
,p-l ..
w
Una matrice che
gode questa proprietà
saràdetta,
nelseguito,
.
tipo (p, q).
Pet il fattoche, qualunque
sia u diconverge debolmente,
e che A x- 1 è unpunto di Hq
perogni
x di, segue dal
n° precedente :
. , ..: ..b)
Se A è hilbertiana ditipo (p, q)
edU, X
sono due matrici tali che lerighe
di. U sonopunti
e le colonne dv X .sonopunti
di vale. q-1 .
la
proprietà a,s80ciativa del.prodotto
X. ~ .c)
Urca matrice A hilbertiana ditipo (p, q)., trasforma
successioni de- bolmenteconvergenti
insuccessioni debolrnente "011tl6l"g6Ylli....
,Se infatti ,~ è il
limite debole
di in per la condizioneneces
,del n.
3,
esiste perogni ai
di c6 p ; : .’
’
-
’
~ ’
p-1
’
.
applicando
ad ambo imembri la proprietà
associati va delprodotto,
esisteanche: .
~
.
’
’ ’
onde, per
lacondizione .sufficien.te
dello stesso n.3, A x(n)-1} converge
debol-mente ad Ax-1
... ’
.d) Teorema dy
HELLINGER eTOEPLITZ generalizzato :
se A. è hilber-tia-na tipo (p , q), esistono
due numerií niti M1
ed11121
tali che perogni
x ,ogui
n di Hq , si abbia:.
.
’
... q-l
"
.
Se infatti
(5.2) nO~~ valesse,
sipotrebbe c08trn ire Una successione
di
punto
difosse :
per il teorema
dBOLZANO-WEIERSTRASS
si estrarrebbe da{X(n)}
una suecessione
convergente
debolmente ad nnc6p,
e si avrebbeancora
.1im =.00,
il che è assurdoper
lac).
In modoanalogo
sii --> 00
.. ’
.
dimostra la (6.2)... ,
e)
Se A èhilbertiana di tipo (p, q)
seguedalla (8.1)
edalla (5.2),
(ovvero dalla (8.1)
edalla (6.2)),
che: ; ....Viceversa,
daquesta
si ritorna sia alla(5.2)
che alla(6.2): basta
conle
posizioni
del n.3, porre
in essa:.
oppure x
e
teiier presente
la(20.1 ).
,
Se p (oppure q)
èuguale
ad1,
ovvero è oo, le formuleprecedenti
vannoó, come alsolito, modificate, ponendovi uguali
adi
icorrispondenti esponenti
’a cui
compaiono
le norme: con ciò le considerazioniprecedenti valgono
sinoalla
(7.2);
siritorna
daquesta
alla(5.2)
oppure alla(6.2),
nel caso ad es.che
appartenga
adc6oo,
sostituendo nella(7.2),
che in tal casodiventa : .
’
...
le
righe
della matrice identicaI,
alposto
di u ; essendo N, segue senz’altro che:È opportuno
osservare che se ¿4 è hi bertiana ditipo (p ~ g),
lo è anchedi
tipo (p, q’)
e(p’, q)
conp’ p
eq’ > q; quindi
la(5.2)
e(6.2)
come pure la(7.2)
sono relative altipo (p, q)
fissato per A.Segue
dae)
chegli
estremi inferiori dei numeri1111
eche compaiono
nelle
15.2)
e(6.2)
coincidono in un unico numero che indicheremo con e che chiameremo il ditipo (p,q)
della,matrice
A6. -
È
facile verificare :cx)
A e 1~ sono due ~natrici dello stessotipo (p, q), ~la
loro
A-~-B
è c~itipo (p ~ g)
e si ha:Infatti
(1 unpunto
di i~~~~ ~
perogni x
.di
d3p; inoltre
b)
Se A è hilbertiana(p, q)
e B èhilbertiana
ditipo (q’, r) con
q’ C q ~
ilprodotto.
B A. esiste ed è una matrice hilbertiana ditipo (la , r),~
per la quale :
Infatti
~npunto
dic6r
perogni
~inoltre
1 .
’
-
§
3. IIproblema dell’inversione.
7. Sia
’,
un sistema
lineare
di infiniteequazioni
nelleinfinite incognite x;;
se le l’i-ghe
Eli A sonopunti
per lecondizioni
d) LANDAU(n. 4)
noi cer-.’ p-l . ~-1 , .
’
cheremò le
soluzioni
di(1.3),
seesistono, che
sonopunti
die6p .
: ,Se A ammette una inversa a destra B la
quale sia
hilbertiana ditipo (r , p) ,
siverifica
subito che sono soluzioni di(1.~3) i punti
dic6p, con y punto qualunque c6r: infatti
per lah)
del . 5: .Se
poi
le colonne di’A’
sonolinearmente indipendenti
ivihp,
9cioè
non .esiste nessun
punto
’J’diverso dall’origine
.per ilquale sia
A w- 1 =0 , qnesta
soluzione è unica in
c6p.
’
Vale il
seguente teorema :
sè lerighe
d i A ad c6 p(11),
... . P-1
e le coloitne
di
A.condizione necessaria
einversa, à
la
ditipo (1. ~,p) ,
" è che ùn r~> 1)
unp’ (p’ ~ 1~
ed unM > O,
taliche
valga la ;
. :’
qua,li
cheLa condizione è
necessaria :
infatti se e B è hilbertiana, ditipo (r ~ ~) ~
esiste"per
la(6.2)
tale che :‘~8
l’infinito, sapporremo
apche che per ogni iqualunque
sia. ilpunto u
di Bastaprendere ed
osser-vare
che~ a
norma della(4.2),
per ottenere la
(2.3)
dalla(3.3).. ’
’
, 1
Se
viceversa
è verincata la(2.3), detto y
unpunto qualunque di’
si
ha
dalla(8.1):
.D’altra
parte,
vale ilseguente
criteriodi risolubilità~
dovuto ad F. RiESz :,
se
lerighe
di Apunti
dicond ixione
’
p-1 ,
’
(1.3)
soluzione xappartenente
ad,
’
è che
valga
quali
che8iafll0 Sl
e ’Inoltre se unica la
’
.
(12) Per questo criterio, vedi F. RIESZ op. (3) ft, pa,,,. 61. Per comodità del let- tore, ne, riportiamo i punti salienti della dimostrazione : La necessità segue dalla (1.3) moltiplicando a sinistra per
í~0)
ed osservando che, sé ’8 i ha ~Se viceversa vale la (6.3), si considera, per tm
dato n,
il massimo dial variare di sotto la
condizione
’ ’
Detta
(~ j
0) laridotta
n-niadi y
la matrice formata dalle prime n righedi A, tale massimo viene ragginnto quando soddisfa l’equazione:
Iv
risultati restano invariati nei casi
salvo le solite inodifielie
per gli esponenti
cuicompaiono
lenorme. Solo che necessario
limitarsialle matrici
A perle quali
lerighe
sonopnnti di
le cui.coordinate tendono
azero l)e’r k tendente ad innnito (13).
..
Per là (4.3) dunque per.ogni
ydi ò6r
una so-luzione x
dihp, avente, che :
,, ; ; : ;.
Sicéome le colonne tli ji
sono linearmente indipendenti,
ammette
inè6p altrè soluzioni : se pertanto e y’ sono due
.
’le
corrispondenti
soluzionidi (!,3), per 2013 ~’ di (1~~~~
corrispondente
ad dovrà aversia
norma delle(7.3) :
. " -"...-...">’,’
".... , .. , . , =.... , ..
’
:
. La matrice B, .le-cni
colonne
sonole soluzioni
di(1.3) corrispondenti alle
colonne identica1-,%
è talé [’~~~e.’ ’
...;.... ’. ,
dunque è Il destra della A; dimostriano che è hilbertiana di tipo (r,p).
Infatti
lecolonne
di B sonopunti
di comeparticolari soluzioni
della (1.3) ; se 11
èun punto qualunque dicbr
ed la suari-
al1orá. un
~i
esi Il a~,
per la(4.2) :,
,1
dov~
]
è il, coniugato di (un|0) A, secondo laposizione
(19.1).Quindi
]
soddisfa le prime n equazioni dell.a(1.3) ;
si di--- mostra facilmente che e che la soluzione (unica) delle prime n equa.
zioni di (1.3) avente norma-p minima. Dopo di che si
prova
che converge ad nn pnn-to ’x. di
c6p
ohe soddisfala’(t 3)
e ohe fra tutte le soluzioni èquella
di normaminima. "
’ .
’ ’
~
.
"
>
5. Annali della Scuola Norm. Snp. - Pisa. ,
.
-. -Se -x è la soluzione di
(1.3) corrispondente ad y , sarà anche,
anorma
della (8.3) :
- , .1 -, Passando
al limite per
fendentead infinito,
risulta B conx.
punto
dic6p"
rquindi
di ilteorema
è cos dimostrato.Se
p = 2,
9 le soluazioni di normaminima della (1.3)
sicomportano linear-
. ,mente
rispetto
aitermini
noti :cioè
sex’
e sono le solazioni i di norma. .minima corrispondenti ad y’
edy",
èla soluzione di
norma mi-.
nima corrispondente
ad ay". Per p 13 risu ta
allorii assicurata stenza dell’inversaa destra
anche se lecolonne di A
non sonolinearmente
indipendenti. (14).
’ .Se A è
hilbertiana
ditipo (p,q)
edammette una
invèrsa adestra J&
di
tipo (r ~ p)
ed una inversa a sinistra C ditipo 8)
sie
quiudi
C = B . A ammettedunque un’unica
inversa cheè
ditipo (q , p) .
teoremaprecedente
seguefacilmente
clie ;.Condizione neee8scr,uin e
perchè
U#I(t.A,
ditipo (p,q),
atn1netta ,a.-1(hilbertiana
:ni.tipo (q, p’»
è ciredue numeri
in ed i ’ .heper ogni
x di i edogni
u di~~
siabbia :
.~
~
(~.) JULIA ;G. Op. cit (1)
o)
pag. 131..
,
_ alla