R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
B RUNO P INI
Traduzione in equazioni integrali di un problema analogo al problema biarmonico fondamentale
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 22 (1953), p. 192-206
<http://www.numdam.org/item?id=RSMUP_1953__22__192_0>
© Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, 1953, tous droits réservés.
L’accès aux archives de la revue « Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova » (http://rendiconti.math.unipd.it/) implique l’accord avec les conditions générales d’utilisation (http://www.numdam.org/conditions).
Toute utilisation commerciale ou impression systématique est constitutive d’une infraction pénale. Toute copie ou impression de ce fichier doit conte- nir la présente mention de copyright.
Article numérisé dans le cadre du programme Numérisation de documents anciens mathématiques
http://www.numdam.org/
TRADUZIONE IN EQUAZIONI INTEGRALI
DI UN PROBLEMA ANALOGO AL PRO-
BLEMA BIARMONICO FONDAMENTALE
DI UN PROBLEMA ANALOGO AL PRO-
BLEMA FONDAMENTALE
ex.)
BRUNO PINIt CL Bologna)
La
possibilità
diesprimere
una funzione biarmonica come una certa combinazione lineare di funzioni armoniche sug-gerisce
diesprimere
la soluzione delproblema
biarmonicofondamentale come una combinazione di
semplici
edoppi
stratiopportunamente ponderati.
Ciô
porta
a tradurre taleproblema
in un sistema di equa- zioniintegrali ; questa
è la viaseguita
adesempio
da MARCO-LONGO e da
LÀURICEILA, previa
unaopportuna
trasformazione iniziale delproblema. Perè,
anzichè sfruttare il fatto chel’eqL~~.zione
biarmonica nasce dall’iterazionedell’operatore
diLAPLACE,
ci sipuô
inveceappoggiare
sullapossibilità
diespri-
mere tale
equazione
come il risultatodell’applicazione
succes-siva
dell’operatore
di LAPLACE e del suoaggiunto; partendo
da
questo punto
divista,
ZAREMBA ha ideato unprocedimento costruttivo,
e unanalogo procedimento
è stato recentementeusato da FICHERA. d
Se ora sostituiamo
all’operatore
di LAPLACEl’operatore parabolico
a2 0
~ - a2 a
poichè questo
non èautoaggiunto,
sipresenteranno,
come esten-sioni del
problema biarmonico,
due ben distintiproblemi
iquali potranno
essere convenientemente trattati l’uno con uno deiprocedimenti accennati,
l’altro con l’altro.(*) Pervenuta in Redazione il 22 aprile 1953.
Siano x =
0 ~ x C a, i
=1,
2, due funzioni conti-nue con le loro derivate
prime
e tali che~1 ( y) ~ x~ ( y).
Indi-chiamo con D il dominio 0 chia-
miamo Y= l’arco di
equazione x = Xi(x),
0 à y a, e c ilsegmento
dicaratteristica y
=0, X~ (O)
z à X2(0).
LTn
primo problema
consiste nella ricerca di una funzione che in sia soluzioneregolare
del-l’equazione
che essa e la sua derivata
rispetto
a y assumanoassegnati
su c, mentre essa e la sua derivata
rispetto
a x assumano asse-gnati
valori su Y1 e ~y2.Un secondo
problema
consiste nella ricerca di una funzione che sia soluzioneregolare dell’equazione
che assuma
assegnati
valorisu FD,
mentre la sua derivatarispetto
a. ~ assumaassegnati
valori su Y1 e y~.Beninteso che i dati al contorno si possono intendere rag-
giunti
in senso ordinario come limitisuperficiali
o in sensogeneralizzato.
Noi ciponiamo
dalprimo
diquesti punti
divista e nella
presente
Nota trattiamo ilprimo
deiproblemi anzidetti,
mentre il secondo èoggetto
di un’altraNota ~).
In estensione a un classico risultato di ALMANSI sulla
scomposizione
di una funzionepoliarmonica
in funzioni armo-niche,
T. BOGGIO2)
haprovato
chese £
è unoperatore
differen- ziale lineare a coefficienti costanti, indicando con3 / 3 B
l’operazione
di derivazionerispetto se £
e3z
sono
primi
traloro,
allora una soluzioneregolare
di£(n)[u]
= 0~
i) B. PINI, Un proble1na di contorno per l’equazione 2 in corso d. stampa nei Rend. Acc. Naz. Lincei.
201320132013- , 1 in corso di stampa nel Rend. Ace. Naz. Lincei.
óx
by2
,2) T. BOGGIO, Sull’integraz ione di aleiine equazioni lineari alle de-
rivate parziali, Annali di (3) 1902. _
può porsi
nella formaessendo
~k (~; = 1, 2, ..., ~2)
soluzioniregolari di 2M=0.
Potremo
perciò
porre una soluzione di£(2) [2c] .
- O nellaforma
con qi, v, w soluzioni
di £ [11]
= 0. D’altraparte,
per classici risultati di HOLMGREN eogni
soluzione ordinaria del-l’equazione
del calorepuò esprimersi
come somma di un in-tegrale
di POISSON e di duedoppi
strati se i dati al contornosono
continui,
o di duesemplici
strati se i dati su 11 e 7,sono funzioni continue con le loro derivate
prime 3).
Potremo
pereiò
cercare la soluzione delproblema
sotto certe
ipotesi
diregolarità
dei dati chepreciseremo più avanti,
come una certa combinazione diintegrali
di PoissoNe di
semplici
edoppi
strati.11
problema
in esame trovasiconsiderato,
dal solopunto
di vista dell’unicità della soluzione in una Nota di F. SI-CARDI
4) ;
a imitazione di unaanaloga questione
trattata daLEVI-CIVITA e da
FUBINI,
vieneintegrato
ilprodotto du £(2)[u] 9y CJ
8) Ciò non è più vero se i dati al contorno s’intendono raggiunti in un senso generalizzato; cfr. G. DOETSCH, Les équations aux dé-
rivées partielles du type parabolique, Enseign. Math., 35 (1936) 43-87.
4) F. SICARDI, Unicità della soluzione di Una equazione a derivate parziali del l~° ordine a caratteristiche multiple, Boll. U.31.I., 1 (2), (1939) 331-334.
sul dominio D e con
opportune
trasformazioni inintegrali
dilinea viene isolato un
integrale
aintegrando
nonnegativo;
se i dati al contorno sono
nulli,
si deduce che it deve essereidenticamente nulla. Tale
procedimento
richiedeperò
non solola
regolarità
di it in ma un certo ordine diregola-
rità in tutto D che
permetta
le trasformazionieseguite.
Pernoi invece l’unicità della soluzione resterà
acquisita
in con-seguenza dell’unicità della soluzione per il sistema di equa- zioni
integrali
in cui verrà tradotto ilproblema.
Lo stesso risultato si ha per
l’equazione
non omogenease
F(x, y)
è continua in D e ivi verifica una condizione di HÖLDERrispetto
a y.Infatti,
com’è noto5),
in taliipotesi
Q) è la
soluzione fondamentaledell’equazione
del ca-lore,
è soluzionedi £[u]
= F. Congli
stessiragionamenti
usati da GEVREY per dimostrare
questo fatto,
sipuò
provare cheè soluzione
regolare
di2’)
= F.Cominciamo col provare che nel
problema (1)
sipuò
sup- porre che sia9 (x) = y(x)
= 0.Si ha infatti la
seguente proposizione :
I. - Se è
f1l1Mzione
continua insieme alle sue de- rivateprima
e seconda s u ax B
e9 (x)
èzione continua sul
intervallo,
lafunzione
5) M. GEVREY, S’ltr les équatioJ1.s dérivées partielles du type parabolique, Jour. de lBfath., (6) 9 (1913) 305-471.
è soluzione
regolare
di£(2)
= 0 nelse1nipiano
y >0,
e perogni x
tale che a ~Q,
si ha,Posto
c~ ( ~) _ ~ ( ~) -~- f " ( ~),
consideriamo la funzionein base a note
proprietà dell’integrale
diPoisson 6),
si haper
ogni x
tale che a x ~~.
Esaminiamo
r
Il
primo
dei due addendi a destra converge per 2(s, y)
-(x)
0-~-) ;
il second o sipuò
scriveredi
questi
dueintegrali
11 primo converge aVR
per6) Cfr. E. GOURSAT, Cours d’Analyse Ñlathematique, 111, 296-299.
; il secondo si
può
scriveregl’integrali
convergono manifestamente a zero per(x, y) --- (x,
o-f-) ;
d’altraparte,
non appena e è abbastanzapiccolo
e s è abbastanzaprossimo
a X,- O(x) | 1,
essendo ò unprefissato
numeropositivo; perciò
Si conclude che la funzione
(4),
oltre alla(5),
verifica larelazione
Consideriamo ora la funzione
Per le
proprietà dell’integrale
diPoissoN,
si haPoi
Il
primo
termine a secondo membro èuguale
ae converge
perciò
a zero per(x, y) - (£, 0 +) ;
-, il secondo ter-mine, posto
(6
compresotra ~
e~),
sipuò
scrivereIl
primo integrale
converge a Il secondo sipuò
scriveredegl’integrali
orascritti,
ilprimo
e il terzo convergono mani- festamente a zero per(~, y) - (x,
0+),
mentre ilsecondo, prendendo e opportunamente piccolo,
sipuò
rendere in mo-dulo
piccolo
apiacere,
causa la continuità dellaf " (~).
Per-tanto si ha
D’altra
parte
la(3) è,
nelsemipiano y
>0,
soluzione rego- lare di,£(2)
_ (~poichè
essa sipuò
scrivereJ~ -~- + yJ3,
con
~T2, ~T~
treintegrali
di PoissoN.Pertanto in base alle
(5), (6)~ (5’)
e(6’)
restaprovato
l’asserto.
Il
problema (1) può quindi
essere sostituito dalseguente
Per comodità di
scrittura, poniamo
e mostriamo che :
II. - Se le
funzioni fi(y), f i’ (y),
0 à Y :::;: a, sonocontinue,
si possono univocamente determinarequattro fun-
zioni continue
vi(y), i
=1, 2,
in modo che8ia soZuzione di
(1’).
,Anzitutto
laè,
in soluzioneregolare
di,£(2) [~c]
=0, poichè
essa sipuò
porre nella forma 8’-[- -[- aeS2",
ove s’intende con S’ uno stratosemplice
econ
S1", 82"
duedoppi
strati.Per provare la II ci serviremo di
ragionamenti
simili aquelli
usati da HOLaIGREN7)
e da LEVI8)
perl’equazione
delcalore.
Imponendo
leassegnate
condizioni alcontorno,
si scri-7) E. HOLMGREN, l’équation de la propagation de la chaleur,
Arkiv fbr Mat., Astr. och Fys., 4 (1908).
8) E. E. Sull’equazione del calore, Annali di Mat. (3), 14, (190S).
veranno
quattro equazioni integrali
di VOLTERRA di cui due diprima specie
e due di secondaspecie. Quelle
diprima specie
si trasformeranno in due di seconda
specie;
con ciò si avràun sistema di
quattro equazioni integrali
di V OLTERRA di se-conda
specie.
Si ha intanto
Poichè
10,0(xj(v), y
lU2,1(Xj(y), y;
li)
sonofunzioni continue insieme alle loro derivate
parziali prime,
si
applicherà
ilprocedimento
di VOLTERRA9).
Allo scopo molti-plichiamo
per eintegriamo
tra 0 e z; si haVz - y
da
cui,
invertendo l’ordine delleintegrazioni,
9) V. VOLTEPRA, Leeons sur les équations intégrales et les équations.
intégro-différentielles, Pari s, 1913, pag. 60 e sgg.
che scriviamo
mentre
essendo
essendo
Perciò è del
tipo
-’ I conHji (~, z)
funzionelimitata.
’
Analogamente
che,
con unaintegrazione
perparti,
sipuò
scriverela
quale,
come laprecedente,
è deltipo
confunzione limitata.
Si ha
quindi
Derivando
pertanto
le(10’)
si hanno le dueequazioni
in-tegrali
di VOLTERR,A di secondaspecie
Si noti
che, essendo fj (0)
=0,
riescee
quindi
Dalla
(8)
si deducepoi
Per una nota
proprietà
delpotenziale
didoppio
strato10)
si ha
1,1
se P
tende,
inD ~1
unpunto
P’ di ïj..-
10) Cfr. E. E. LEVI, l.c., n. 15.
Per esaminare il
comportamento
dell’ultimointegrale
sulladestra di
(12),
consideriamo la funzioneove x(q)
sta ad indicare indifferenteimente~1 ( ~)
o x2(7 ).
Posto si
può
scriverecol segno
+
o - secondochè x > oppure xx ( y).
Scri-viamo
e osserviamo che la funzione è continua anche attra-
verso la curva 1 di Se il
punto (X, Y)
è su y, si ha
onde
Dopo
diciò,
è una funzionecontinua,
si ha subitoPer provare
questa eguaglianza
basta mostrareche,
fis-sato un e >
0,
non appena ilpunto (ae, J)
si trova in un in-torno abbastanza
piccolo
di( ~ ( Y), ~’) ,
riesceOra,
fissato un 3 > 0( Y), l’integrale
si
può
rendere in modulo arbitrariamentepiccolo prendendo (x, y)
sufficientementeprossimo Y).
Lo stesso avvienedell’integrale
tenendo
presente
la continuità di9 Infine, poichè
l’integrale
sulla sinistra sipuò
in niodulo rendere arbitraria- mentepiccolo,
causa la continuità diprendendo a
op-portunamente piccolo.
Con ciò resta
provato
l’asserto.Si ha
quindi
se P
tende,
su a unpunto
P* di e in con-seguenza
Si hanno in tal modo altre due
equazioni integrali
di VOL-TERRA di seconda
specie
r..1!
Le