R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
L AMBERTO C ATTABRIGA
Su un problema al contorno relativo al sistema di equazioni di Stokes
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 31 (1961), p. 308-340
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SISTEMA
DIEQUAZIONI
DI STOKES *Nota
(**)
di LAMBERTO CATTABRIGA(a Bologna)
Sia il un insieme
aperto
limitato dellospazio
euclideo a tredimensioni,
la cuifrontiera Q
sia costituita da un numero finito disuperficie
continue. Diremo che S2 è di classeCB, .’1 > 2,
se lasua frontiera
Ò
ammette nell’intorno diogni
suopunto
unarappresentazione
cartesiana deltipo
con y dotata di derivate continue fino a
quelle
diordine s,
ed ipunti
di S~ contenuti nell’intorno suddetto verificano la relazione~a
>~2).
Sipotrà
alloraricoprire ~2
con un numero finito di intorni tridimensionali tali che ciascunodegli
risulti trasformato biunivocamente nella chiusura di un emisfero
0 ~Ì + sfl + 4
diraggio RA 1,
conPh n ~
trasformato nella
parte piatta
di taleemisfero,
mediante unatrasformazione che abbia assieme alla sua
inversa,
derivate.con- tinue fino aquelle
di ordine s.Supporremo
inoltre che ilpiano
;1’ E2
coincida con ilpiano tangente ad Q
nelpunto
considerato.Diremo
poi
che .~ è di classeC8+h,
se le derivate di ordine s della (*) Lavoroeseguito
inadempimento
al contratto AF 61(052)-414,con l’U.S. Air Force.
(**) Pervenuta in Redazione il 12
giugno
1961.Indirizzo dell’A.: Istituto matematico, Università,
Bologna.
funzione y soddisfano ad una condizione di Hólder di
esponente h,
Indicando con ci un insieme
aperto,
che supporremo sia li- mitato e di classe C2 oppure ilsemipiano
x, >0,
perogni
interonon
negativo i
edogni q
>1, poniamo
ed u è una funzione od un vettore definito in a. In
quest’ultimo
3
caso si intende che
|DBu I
=Dlui Il)1/1 .
Useremo invece la notazione
[u]j,Lq,
per laprima
dellequantità
scritte
quando
intenderemo riferirci all’interospazio
anziché ad a.Con
B~(a)
indicheremo lospazio
di Banachcompletamento
dell’insieme delle funzioni o vettori di classe C- in
a, rispetto
alla
norma e
conJ?t,~(~)
lospazio
di Banachcomple-
tamento
rispetto
alla stessa norma dell’insieme delle funzioni ovettori di classe Om a
supporto compatto
in et. Denoteremopoi
con~f-~(~)
lospazio
duale di1/q
+ =1,
la norma in esso essendo definita in modo tale che per
ogni
u c-
ove il
prodotto
chefigura
a secondo membro dovrà intendersicome
prodotto
scalare fra vettori dellospazio euclideo,
nel casoin cui u e y siano vettori di tale
spazio. Se a
è limitato indicheremocon con 1
intero,
lospazio quoziente
dirispetto
alsottospazio
delle funzioni costanti in a. In esso intro- durremo la normal’estremo inferiore essendo preso relativamente a tutte le co-
stanti ~C.
Rispetto
aquesta
norma lospazio quoziente
consideratodiviene,
come ènoto,
unospazio
di Banach.Per funzioni o vettori Q definiti su
i
porremo perogni j
> 01’estremo inferiore essendo preso
rispetto
a tutte le funzioni ovettori v E
83,Li( ~ ),
che hanno la loro traccia yv su~, eguale
a 0.Lo
spazio,
pure diBanach,
delle funzioni o vettori Q conil
0oo, lo
indicheremo con~i _ i! Q~q~ ~. j. 1 )
Dai simboli introdotti ometteremofrequentemente
l’indiceL,,, quando
nonvi sarà
luogo
adequivoci.
Studieremo il sistema
nel vettore
incognito u
e nella funzioneincognita
p, con g e 0 soddisfacenti allan indicando il versore normale
ad á,
diretto verso l’esterno di Qe da l’elemento d’area su
S2.
Considereremo soluzioni u Ep e
perciò,
mentre la seconda e la terzaequazione
si inten-deranno soddisfatte in senso
ordinario,
laprima
sarà intesa nelsenso che per tutti i vettori si abbia
TI rianltato a cui
perveniamo
è espresso dalseguente
1)
Questispazi
e le relative norme possono, definirsi in modo auto- nomo, senza fare ricorso alle funzioni o vettori ro. Cfr. S. V. USPEN-SKU fl2].
I) Si è
posto ~
= = 1, 2, 3. Conf, v
> si intende indicare un funzionale lineare continuo inH1,Ll~ (S~).
TEOREMA: ~Se S2 è di classe
03,
s = max(1, 2), f E H t _ $,~!(~),
g E
~i _~~Lq(.~), H~ _ll~~L!(~)x
1 >1,
1 q co, ed èsoddi- sfatta
la condizione(2),
esiste uno ed un solo vettore u Egt,L!(SZ)
ed una ed una sola p soluzioni del
(1 );
per essi risultaove la oostante ~’
dipende
soltanto dac1,
q, Q.Da V. Solonnikov
[11]
è affermata senza alcun cenno di di- mostrazione la validità dellamaggiorazione (3)
peril
u nelcaso
particolare
in cui sia 1 =2, ~ == (P == 0,
mentre perquesto
stesso caso, ove di
più sia q
=2,
un risultatopiù
debole si trovaenunciato da P. E 8obolevskñ
[10]. tluest’ultimo
Autore forniscequalche
indicazione per una dimostrazione del risultato cheegli enuncia, completamente
diversa daquella
da noiqui esposta, imponendo
dipiù
che siaf
EL,.(Q)
con r > 2. L’esistenza ed uni- cità di un vettore u E soluzione di(1) con f
Eg - ~ - 0,
si trova invecegià provata
nello studio[4]
di O. A.Ladyzenskaia.
Il nostro risultato si fonda sulla
maggiorazione (3),
che sistabilisce a
priori,
e su alcuni risultati di F. K.Odqvist [7].
I nn.che seguono sono dedicati a provare la
maggiorazione (3),
cui siperviene
alla fine del n.6,
per tutte lecoppie u
Ep E eventuali soluzioni di
(1 ).
Ciò è ottenuto adat- tando al nostro caso il metodo ideato da S.Agmon-A. Douglis-
L.
Nirenberg [1],
per ottenere formule dimaggiorazione,
per le soluzioni diproblemi
alcontorno
perequazioni
ditipo
ellittico.Peraltro a differenza di
(1),
in cui lamaggiorazione analoga
a(3)
è stabilita per valori di 1 non inferiori all’ordine dellaequazione considerata,
la nostramaggiorazione
vale ancheper 1
=1,
ciòche consente di ottenere risultati
più completi
nellaregoIarizza-
zione delle soluzioni
(Cfr.
V. eVII.).
Mediante le funzioni diGreen
delproblema (1)
costruite daOdqvist,
si dà al n. 6una formula di
rappresentazione
della soluzionedel problema (1)
nel caso in cui ~ sia di classe0-, f
E 9 EH1,L,(Q),
dalla
quale
si trae l’unicità della soluzioneu E p E del
problema (1).
Quando è g = 0,
il teorema enunciato assicura Resistenza diun vettore u E 1
> 1,
adivergenza
nulla inQ,
aventeper traccia
su Q
unqualunque
vettoreassegnato Q
Esoddisfacente alla sola condizione
(2).
Poichè viceversaogni
v-et-tore u di tale
tipo
ha traccia suQ
cheappartiene
ade verifica la
(2),
ne segue che°
COROLLARIO 1: Se S2 è di classe C’ le traccie su
~~
dei vettoriu E
Hl,Lq (Q), l > 1, a divergenza
nuUa inQ,
sonorappresentate
da soli i vettori~ E H~ _i~l,~,(S2) per i quali
risuuaPer
f
- ~ -0,
il teorema assicura, l’esistenza di un vettoreu E
N1~ (D)
la cuidivergenza
siaeguale
ad una qua-lunque assegnata funzione g
EHl _ 1,~:{.~2)
adintegrale
nullo su S2e tale che
Se 1 =
1,
E è una funzione adintegrale
nullo suQ,
avremo
quindi
Da
questa
se p ELq(Q)
non haintegrale
nullo su Q segue chementre
poi
si verifica subito che perogni p
E èAbbiamo cos il
COROLLARIO 2: Se ctasse
C2,
perogni
la
espressione
è una norma
equivalente
alla ·Mi è
gradito ringraziare
il Prof. GiovanniProdi,
dell’Uni-versità di
Trieste,
per avermiproposto
lapresente
ricerca e pergli
assai utili scambi di idee avuti con Luisull’argomento.
1. - Nel
semispazio x3 ~ 0
dellospazio
euclideo tridimen- sionale xi , x2, x., consideriamo il sistemanell’incognito
vettore u dicomponenti
u1, u2, u3 e nella funzioneincognita
p. In(4) Ø(x)
è un vettoreassegnato
sulpiano
~3 =0,
le cui
componenti
supporremo di classe C°° ed asupporto compatto.
Da
Odqvist ~7J,
si trae immediatamente che il vettore u di com-ponenti
e la funzione
con
sono soluzioni del sistema
(4).
Nelle formulescritte,
cos come nelseguito,
si sottointende di sommarerispetto agli
indici chefigu-
rano
ripetuti.
In(51,1) gli integrali
si considerano estesi a tutto ilpiano
x,, x, .Poniamo
Ognuno
dei nucleix$)
ek(x, aea)
è omogeneo digrado
- 2 nelle xs; per
~ ae ~ #=
0 è sempre0)
-w(0)
_--_0,
mentre le sue derivate di
qualunque
ordine sono continue nelsemispazio xa
> 0 e limitate sull’emisfero |P| =1,
x$ > 0. Ne segue, come d’altrapartie
subito siverifica,
che per xa > O èPer Ciascuna delle trasformazioni
si possono
pertanto ripetere
iragionamenti
che conducono al teorema 3.3 di[1].
Sigiunge cos ,
per u e p dati dalle( 5 ~, 2 ),
aI. E
1- i~ q C
oo, 1 q c>o, allora sonofinite
anche
i
~ ~1
eI p o
e risultaove la costante a secondo membro è
indipendente
da ø.2. Siano ora u e p di classe 000 ed a
supporto compatto
inx3 ~
0. Poniamoe cerchiamo una
rappresentazione
di u e p mediantef, 9
eø,
che riusciranno esse pure di classe C°° ed a
supporto compatto.
.1B
questo
scopoprolunghiamo f
e g su tutto lospazio,
in mododa ottenere funzioni ivi di classe C’ con N convenientemente
grande.
Ciòpuò
esserefatto,
con unaopportuna
scelta delle costantiÅk,
1ponendo 3)
ove le
costanti Â~: dipendono
solo da N. Risulta subitouna
analoga
relazione valendofra g
e gP -3)
Cfr. [1] p. 652. ,Poniamo
ove le
integrazioni
si intendono estese a tutto lospazio
e, se-guendo Odqvist,
si sono indicate conle soluzioni fondamentali di
(4).
Per leproprietà
delpotenziale newtoniano,
risulta subito = gn e L1w =grad
9a, mentreè ’)
Posto
quindi
avremo ~Una
rappresentazione
di v ed 8 mediante 1p, si ottiene facendouso del
seguente
-
,
LEMMA: Se u e p,
rzspettwamentè
di classe 612 eC’1,
in $3 > 04) Cfr. [7], teorema I., p. 337.
e di classe (}1 e (~O iit
’£3 > 0, soddisfano
al sistema(4)
= 0 ed è(&llora,
è necessariamente u - p - 05).
La prova di
questo
lemma è una immediata conseguenza della formula di Green8),
laquale,
indicata con2~
la semisferaI p i -- r, x3 ~ O,
fornisce nel nostro caso laove nk è il coseno direttore della normale esterna a
1 _P i = r,
.r3 >
0rispetto
all’asse - - +(Dxui
+Diux).
Passando al limite per r -~- 00 nella
eguaglianza
ottenuta e tenutoconto delle
ipotesi
dellemma,
risultaDa
questa
segue.1u¡ -
0 equindi u -
0 inx3 ~
o. Saràperciò
p =
cost., anzi,
per la condizione all’infinitoimposta
alla y,p = 0.
Osserviamo
che,
alpari
dif
e g, ancheIN
e gN e hannosupporto compatto
in tutto lospazio
equindi
saràs ) Le
ipotesi
di questo lemma possono essere ridotte; ciòperaltro
non è utile per il
seguito.
8) Cfr. [7] pp. 333-34.
onde pure
Avranno
pertanto
sensogli integrali
estesi a tutto ilpiano
Xl’ X2
Essi
rappresentano
una soluzionev’, s’
del sistema(8 )
tale cheRisulta infatti
La
maggiora.zione
all’ultimo membro sipuò
provare osser- vando chegli integrali
a secondo membrorappresentano
funzioniuj
armoniche nelsemispazio
zs >0, convergenti
a zero all’in-finito ed assumenti sul
piano
x3 = 0 i valori - Se alloraP e P’ si
corrispondono
nella inversione dipotenza
uno e centronel
punto
B =(O, 0,
-1),
la funzionerisulta armonica nella sfera 8 di centro
nel. punto (O, 0,
- 1 /2 )
eraggio 1 /2
ed assume sulla frontiera di 8 i valori dellafunzione
la
quale
nel nostro caso riesce limitata.Le u;
sarannoquindi
limitate in 8 e da ciò segue la indicata
maggiorazione
per v’.Analogamente
risultaove ora si osservi in
più
che i valori assunti sulla frontiera di ~’dalla funzione armonica che si ottiene in
questo
caso, si annullano in B ed ivi soddisfano ad una condizione diLipschitz,
onde tale funzione armonica sarà nulla in B ed ivi certamente
holderiana 7)
diesponente A, con - k
1.Inhne,
tenutoconto che
7) Cfr. [3] pp. 506-8.
si avrà
Questi integrali
simaggiorano
comegli
ultimi esaminatisopra. Ciò è ovvio per l’ultimo di
essi,
mentre per iprimi
duebasterà osservare che
gli integrali
a secondo membro rappre- sentano funzioni armoniche in x3 >0,
nulle all’infinito ed assu-menti sul
piano
x,, = 0 valorimaggiorabili
con(1 -~- ~ y ~~)-1 .
Le
differenze v - v’, s
- s’ soddisfanoquindi
alleipotesi
del lemma premesso, onde sarà v -
v’, s
- s’. Inparticolare
varranno
per v’
ed s’ leprime
due delle(9).
Abbiamo cos pro- vato cheIL. -
Se u,
p di classe C°° ed asupporto compatto
in.$3 > 0, soddisfano al
si-stema(6),
risulta3. - Utilizzando la
rappresentazione
di u e p ottenuta neln.
precedente
ed il risultato diI., proviamo
ora alcunemaggio-
razioni per u e p
supposto
di classeC°°,
nulle per- 1 ine soddisfacenti al sistema
(6).
Osserviamo anzitutto chei nuclei
soddisfano alle
ipotesi
del teorema di Calderon eZygmund a), poichè
ad esse soddisfano i nuclei -D4i P i
e D2P
essendoi P i
eP l-l
soluzioni fondamentalidegli operatori
44 e drispettivamente.
Dalleove * indica il
prodotto integrale rispetto
a tutte levariabili,
seguono allora per il cita.to teorema di Calderon e
Zygmund,
leInoltre, poichè
gli,fo,
sono nulle perP i ~ 1,
mediantesuccessive
integrazioni
perparti
el’applicazione
dello stesso teorema di Calderon eZygmund,
siottengono per 1
> 2 leove le costanti non
dipendono
daf
e g.8) Cfr. [2], teorema 1.
Proviamo ora che
Per i = 1 ciò è
già affermato.
inI.,
mentreper 1
> 1dopo integrazioni
perparti,
avremoDunque
ancora per I. saràPer
completare
la prova di(11),
osserviamo che èe
quindi
se uno almenodegli indici i, j
è ~3,
la(11)
per 1 = 2 è ancora conseguenza di I. Sepoi
è i= j - 3, potremo
scrivereda cui segue ancora la
(11)
medianteintegrazione
perparti.
In
generale potremo esprimere
le derivate diK,, rispetto
ad x,, mediante le-
se uno almeno
degli i, j è # 3,
se uno almeno
degli 2, j
è = 3.Eseguendo
1 - 1integrazioni
per
parti potremo perciò
sempre scrivere come somma di termini dei duetipi
il secondo di
questi potendo
anche nonpresentarsi.
Ciòconsente,
tramite
I.,
dicompletare
la prova di(11).
Allo stesso modo simostra che 1 è .
Dalle
(10)
segue d’altraparte
onde
per 1
> 2 laDalle
(10), (13)
si trae cos laPer provare la
maggiorazione
ottenuta anche per 1 =1,
poniamo
con
Sia E un
compatto
di 0 contenente isupporti
di u ep nel suo interno + =
1;
risultasono continue e si annullano
quando Q
è contenuto nelsemispa-
zio X3 0. Infatti in tal caso per tutti i
punti
P delsemispazio
Xl > o è
poichè
i due membrirappresentano
una soluzione del sistema(4)
con la stessa
0,
cuipuò applicarsi
il lemma di unicità del n. pre- cedente. Inoltre èhkr
EgI,LQ, (E)
eIl hxr cost. || p
Avremo
quindi
Analogamente
è una funzione diLql(E)
avremo suc-cessivamente
poichè
lesono nulle
quando Q
è contenuto nelsemispazio
$3 C 0 ed èE
g~,Ll, (E), ~ 1 4k cost. ~
q~~o,L". Analogamente
alle(11), (13)
saràpoi
Dalle
(15) - (17)
si trae cos la(14)
anche per 1 = 1. In essaalle seminorme
possiamo
sostituire le relative norme sul semi-spazio $3 >=
0. Perquesto
basta peresempio
osservare che pro-lungando
le ui e p come si è fatto nel n.precedente
perfi
e g, si possono ottenere funzioni U’N e PB di classeCP,
connulle per
1,
per lequali
risultaConcludiamo
dunque
che111. - Se u, p nulli per ~
1, soddisfano
al sistema(6)
e se
per 1
> 1 è u EB~~q,
p Eg~ _ 1,~Q
in$3 > 0,
vale lala costante a secondo membro essendo
indipendente
da u e p.Supponiamo
ora che u e p siano di classe Om ed asupporto compatto
contenuto in Q. Dalla formula diGreon 9),
si ricavasubito la
rappresentazione
.’
9) Cfr. loc. cit. in
*).
Come
più
sopra aproposito
delle(10)
si riconosce che per1 >2 è
la costante essendo
indipendente
da 1t e p. Sepoi q
è un vettoredi
Lq, (,~),
risultatenuto conto che
Analogamente
se cp è una funzione diL,, (9),
saràtenuto conto che
Come per la
prima
delle(10)
èpoi 1
cost.li
div u ~o .
Si ottiene cos
(14’)
anche per 1 =1,
onde si conclude che III’. - Se u e p hannosupporto compatto
contenuto z n D e perove la costante a secondo membro non
dipende
da u e p.4. - Consideriamo in un emisfero
ER { x3 ~ 0, ~ -~- x$ C lí>2},
il sistema
e scriviamolo nella forma
Supporremo
1 ~ 1 eSiano u e p di classe
000,
consupporto
contenuto in2~
r
C R,
e soddisfino. al sistema(18).
Si hanno leEsse sono evidenti
per 1
>2 ;
anziper 1
= 2 si possono omet- teregli
ultimi termini a secondo membro delleprime
due. Lostesso dicasi della terza 1 e dell’ultimo termine al suo
secondo membro per 1 = 1. Se
poi y
EH l,L~, (~r)
si avràgli
ultimi due termini a secondo membropotendosi
omettere2 e
l’ultimo termine a secondo membro
potendosi
omettere per 1 = 1. Lamaggiorazione
di III.applicata
al sistema(18’)
dàperciò luogo
allaScegliendo r
sufficientementepiccolo,
per es, rpotremo
rendere minori di
1/2
le costanti che a secondo membro di que- st’ultimamaggiorazione moltiplicano u N
eil
utilizzando la continuità dei coefficientib,~ ~ ,
Si ottiene cosgli
ultimi due termini a seconde membropotendosi
omettereper 1 = 1 e
quindi
pure, mutando lacostante,
perogni
I.Mantenendo inalterate le
ipotesi.
fatte sui coefficienti ed i termini noti del sistema(18),
mostriamo ora come basti supporreaffinchè si abbia Ciò si
ottiene con metodi noti.
Applicando
lamaggiorazione
ottenutacon 1 = 1 ai
rapporti
incrementaliotteniamo infatti
ove la costante è
indipendente
da h. Ciò consente di concludere10)
che
eli D hp lo, h
=1, 2,
sono finiti. Dal sistema(18)
verificato da u e p si trae allora che
appartengono
adZQ
anchee
quindi
pureSe r è sufficientemente
piccolo, l’espressione
chemoltiplica D3P,
al
pari
di 1 -~- a33, si mantiene diversa da zero eperciò
saràpure
DIp
EZa
equindi Dlui
ELa.
Riescedunque
u EH.,L.’
p E
H1,L..
La prova diquanto
affermato sicompleta poi
per induzione.Dunque
Iv. - Sia 1
> 1,
Chi E = == =
0,
ed u EH1,Lf’
pE La
abbianosupporto
contenutoin
Er,
r r1R,
e80ddi8fino
al sistema(18 ) ;
all,ora è pure2c E
H.,L.’
p EH1 -1,L.
e vale laove la costante
dipende
soltanto da1,
q e dalle normeI
deicoefficienti
aAt,bli,
c"i ed r1 dal modulo di continuità diquesti.
1°)
Cfr. per e8.[6],
lemma 9,§
2.5. - Sia ora S2 un insieme
aperto
e limitato di classeC8,
~ = max
(1, 2),
secondo la notazione introdottaall’inizio,
e con-sideriamo il sistema
(1)
con la condizione(2). Supponiamo
cheper
ogni punto
P il riferimento cartesianorispetto
alquale pensiamo rappresentata
localmentela D
sia tale chegli
assi~,,
~2
conorigine
inP,
si trovino sulpiano tangente ad 15
in P.La funzione
y(~,, ~2)
avràpertanto
derivateprime
nulle in P.Ogni punto
P di Q saràperciò
centro di un intorno taleche,
mediante il cambiamento di variabili’
II(P)
n S2 si trasforma in un emisfero chiusoI,.
diraggio r mentre u,
e p si trasformano nelle
funzioni Ui
e~,
soddisfacenti ad un si- stema deltipo (18),
i cui coefficienti verificano leipotesi
di IV.Possiamo anzi supporre il
raggio
di tale che ilraggio di Er
sia minore del numero ri indicato inIV.,
numero che oradipenderà
dalpunto P
di~2.
Con un numero finito di intorniU(P)
cos fattipotremo ricoprire
la frontieraS~;
con ~O1 indiche-remo d’ora innanzi il
più piccolo degli
ri relativi aquesti.
Consideriamo una
copertura
di D mediante insiemiaperti Qa,
la cui
chiusura,
se non è interna ad5,~,
sia interna ad unodegli
. N
.
U,,(P),
con cui si èricoperto
Q. Siapoi
- 1 unapartizione dell’unità,
con funzioni di classeC°°,
subordinata alricoprimento (Q«)
considerato di SZ.Se il
supporto
di Wa è interno adS~,
per w«u ed w«p varrà lamaggiorazione
diIII’.,
ossia per 1 > 1 sarà$
poichè
avremo
Supponiamo
invece che ilsupporto
di sia interno ad unodegli Uh(P).
Mediante le(20)
mu si muta in una funzionewo
con
supporto
contenuto in Da IV. segue alloraove con si sono indicate le trasformate di
f,
g, P tramite le(20)
e le norme all’ultimo membro sono calcolate soltanto relativamente alsupporto
diwo .
Si riconoscepoi
facilmente chee che le norme dei termini all’ultimo membro della
(22)
sonomaggiorabili
mediante lecorrispondenti
norme dei loro trasfor-mati tramite l’inversa della
(20) 11).
Avremo -cos
Dalle
(21)
e(23)
tenuto conto delle~l)
Per quantoriguarda
la 0, cfr. [1], lemma 14.2.si trae
È
noto che si possono trovare due costantiC3
eC~ indipen-
denti da u e p, tali che
per 1
> 1 risultiDa
queste
e dalla(24)
segueLa
maggiorazione
a cui siamogiunti,
ottenuta nellaipotesi
che sia p E
Ht_ 1(SZ),
vale nella solaipotesi
che siau E Hx, Infatti,
per laregolarità
ammessa per~2
ed i secondi membri di(1),
da taleipotesi
segue che sono finite anche lenorme Il li,
eIl ~o
equindi,
come si è visto al n. prece-dente,
anche le e Da ciò e dal fatto che nelle indicateipotesi è,
come conseguenza diIII’,
u Eper
ogni
insiemeaperto
Q’ con segue sen- z’altro u Ega(SZ),
p EHI_ 1(S2).
Osserviamo ora che se u, p soddisfano al sistema
(1),
ad essosoddisferà pure
ogni coppia
u, p + cost. e per tutte talicoppie
varrà la
(25).
Prendendogli
estremi inferiori di entrambi i membri diquesta,
al variare della costante arbitrariaaggiunta
a p, otterremo
1’)
Per laprima
diqueste,
cfr. per es. [6] p. 672; la seconda sipuò
trarre da un lemma di J. L. LIONS
riportato
a p. 263 di[5].
la costante
dipendendo
soltanto da1,
q, Q.6. - In
[7] Odqvist rappresenta
una soluzione del si.stema(1),
con
f
- g «0,
mediante ipotenziali
idrodinamicicon da elemento d’area su
e determina le funzioni
incognite
traducendo il sistema(1)
in un sistema di
equazioni integrali
di Fredholm di secondaspecie. Egli giunge
tuttavia a risultaticompleti
solo nellaipotesi
che S2 sia di classe C~ +h . Per estendere tali risultati con la sola condizione che Q sia di classe
C1+h,
basterà osservare che le fun- zioniW~
sonopotenziali
biarmonici didoppio
strato e lafunzione,
H una combinazione lineare di derivate di
potenziali
armonici pure didoppio
strato. Nellaipotesi
che Sz sia di classequesti
ultimi sono stati studiati da J. Schauder in
[8]
ed iprimi,
conlo stesso
metodo,
da K. Schròder in[9].
Inquesta ipotesi
essigiungono
a stabilire per talipotenziali quelle proprietà
cheOdqvist
aveva ottenuto
supponendo
S2 di classeC2+h,
ciò che consentel’estensione desiderata. In
particolare nella
solaipotesi
che SZ siadi classe varranno per le funzioni di Green
Q)
e=
1, 2, 3,
del sistema(1)
le valutazionicon
Cs
costantedipendente
da S2 ed13).
Se
pertanto u
e e p E01(Q)
risolvono il sistema(1),
risulterà
con
anche
quando
SZ sia di cla8se1~).
13)
Nella stessaipotesi
su nqueste
valntazioni sonoriportate
ancheda V. SOLONNIKOV [11].
14)
Cfr. [7] p. 358 e l’osservazione di p. 366.Sia ora Q di classe C2 ed u E p E soddisfino al sistema
(1),
conf
E g E 0 E Da V. segueche è pure Sia una succes-
sione di vettori u E e funzioni p E
convergenti
inH2(..~)
erispettivamente
ad it e p. PoniamoPer ciascuna delle
coppie p(n)
varranno le(26).
Con le no- tazioni diOdqvist
si haove per
ogni
fissatopunto P
E D è~4 =;
E Ilprimo
dei ter-mini a secondo
membro, quale
somma diprodotti integrali
fra lefunzioni localmente
sommabili Vij
e le funzionif j"~
+prolungate
con lo zero fuori diQ,
sarà com’è noto contenuto in e risulteràLa successione dei
primi
termini a secondo membro di(27) convergerà quindi
inLq(Q)
ae
perciò
allo stesso limiteconvergerà quasi
ovunque in Q una sua sottosuccessione.Per
ogni
fissato P E Q sipotrà poi
passare il limite per n - o0 sotto il segno diintegrale
nel secondo termine a secondo membro di(27).
Lo stesso dicasi perl’integrale
1*
Tenuto conto che una sottosuccessione
della ~ u~n~ ~
con-verge ad u
quasi
ovunque inS2,
segue che laprima
delle(26)
varrà oraquasi
ovunque in S~.Ragionando
allo stesso modo sigiunge
allo stesso risultato anche per la seconda delle(26),
ondesi conclude che
VI. - Se Q è di classe C2 ed u E p E
soddisfano
al sistema
(1 ), (2)
conf
ELq(Q),
g E EH2-1~ q(.~),
è pureu E p E e vale la
(26) quasi
ovunque in Q. In.particolare
se èf
«g - ~
= 0 è necessariamente u =0,
p = cost.Da V. e
VI.,
imitando unragionamento
diAgmon-Douglis- Nirenberg [1],
si trae che se p EHl_i(SZ),
1> 1,
èInfatti se ciò non si verificasse esisterebbe una successione di E
H, p~n~
E con+ {pn} 11-1
= 1 incorrispon-
denza ai
quali
laespressione
fra{ }
a secondo membro tende- rebbe a zero per n - oo. Da V. segue allora che le normeIL
+> 1,
sonoequilimitate,
onde dalleu~n~,
sipotranno
estrarre due successioni debolmenteconvergenti
inH
ed e fortementeconvergenti
ingo
edrispet-
tivamente ad un vettore 1 e ad una funzione
con
u
+{p} 11-1 = 1,
soddisfacenti al sistema(1),
conf
- g « W -0,
ciò che contraddice VI.Abbiamo
dunque provato
cheVII. - Netle stesse
ipotesi
di V. vale lamaggiorazione
la costante
dipendendo
soltanto da1,
q, Q., 1&) Con yu si è indicata la traccia di u su
~2.
L’immersione di in è infatti
comple-
tamente continua, per 1 > 1,
poiché
lo èquella
di inH _ 1,~!(S2),
come si vede facilmente fondandosi sulla ben nota
completa
continuitàdell’immersione di in
Siano ora
/~~ O(in) c- 0*(ú) convergenti rispet-
tivamente in
B~-~)? ~-i(~)? ad f,
g,ø,
soddisfa-centi alle
ipotesi
di V. Possiamo sempre supporre che siaonde segue
per
ogni
m. Poichè S~ è di classeCa,
s = max(l, 2),
per la solu- zioneu(m), p~m~
del sistema(1), (2),
conf E~~ , g(m),
a secondomembro,
sarà sempre, come segue dai risultati diOdqvist,
u(m) E
H1(S~), ~ p(m)
E equindi
per V. pure u(m) E E e varrà lamaggiorazione
di VII. Per m - 00 lesuccessioni
{u~m~~
e{p~n‘~~
convergerannoperciò
in erispettivamente
ad un vettore u e ad una funzione p, che soddisfano al sistema(1), (2)
nelleipotesi
di V. per S~ ed i secondi membri. Ciòcompleta
la prova del teorema enunciato nella introduzione.BIBLIOGR-§FI-§
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