R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
S ERGIO C AMPANATO
Sui problemi al contorno relativi al sistema di equazioni differenziali dell’elastostatica piana
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 25 (1956), p. 307-342
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AL SISTEMA DI EQUAZIONI DIFFEREN-
ZIALI DELL’ELASTOSTATICA PIANA
memoria
(*)
di SERGIO CAMPANATO(a
Il
presente
lavoro è dedicato allo studio di variequestioni riguardanti
iproblemi
alcontorno,
sia ditipo
uniforme chemisto 1),
relativi al sistema diequazioni
differenziali lineari alle derivateparziali
relativo
all’equilibrio
di un corpoelastico, isotropo,
omogeneopiano.
I
principali
risultati aiquali
sigiunge
sono: la tradu-zione del secondo
problema
al contorno in un sistema di equa- zioniintegrali
ordinarie(a
nucleosommabile)
ditipo
diFredholm;
la risoluzione dello stessoproblema
anche nel casodel dato al contorno
sommabile;
uno studio deipotenziali
disemplice
edoppio
strato elastico con «densità» e «momento»solo
sommabili;
infineun’applicazione
al metodo di M. Picone per la risoluzione deiproblemi
al contorno mediante la loro(*) Pervenuta in Redazione il 24 marzo 1956.
Indirizzo dell’A.: Istituto Matematico, Università, Modena.
1 ) I problemi di tipo uniforme sono: quello in cui si assegna lo spo- stamento u su tutta la frontiera ~5) del corpo, indicato abitualmente come primo problema al contorno ~ ; quello in cui si assegna la ten- sione su tutta la frontiera T5), o « secondo problema al contorno »;
il problema misto, quello in cui si assegna lo spostamento su una parte della frontiera, e la tensione sulla parte rimanente
traduzione in sistemi di
equazioni integrali
diFischer-Riesz,
attraverso la dimostrazione della
completezza hibertiana,
anchenel caso dei cosidetti
problemi misti,
dei sistemi di vettori, che realizzano la traduzione richiesta..È
noto che lo studio del secondoproblema
al contorno attraverso la teoria deipotenziali elastici, porta
ingenerale
a considerare sistemi di
equazioni integrali singolari (cioè
aintegrale principale
secondoCauchy).
La relativa teoria pre- senta difficoltà notevolmentesuperiori rispetto
aquelle
deisistemi di
equazioni integrali
ordinarie einoltre,
aquanto
mi
consta,
non è stata ancora trattata inipotesi
del tuttogenerali
sui dati alcontorno 2)
per es. per dati solo sommabili.Si
trovano,
insostanza,
inconvenienti e difficoltàanaloghe
a
quelle
che si incontrano nella traduzione inequazioni
inte-grali
delproblema
di derivataobliqua regolare,
per una solaequazione
differenziale lineare ditipo ellittico,
ricorrendo aipotenziali
ordinari.t noto
però che,
perquest’ultimo problema,
C. W. Oseene G. Giraud
8),
ricorrendo a «potenziali »
costruiti con nu-clei
opportuni,
anzichè aipotenziali abituali,
hanno dato delproblema
stesso una traduzione inequazioni integrali
nonpiù singolari,
ma ordinarie(a
nucleosommabile). È
anchenoto che ciò è servito ad E.
Magenes *)
per trovare notevolirisultati
circa diversequestioni
relative aiproblemi
di deri-vata
obliqua regolare, quali
la teoria deipotenziali obliqui
nel caso di densità o momento
sommabile, l’applicazione
delmetodo del Picone a detti
problemi,
teoremi di esistenza per ilproblema
misto di Dirichtet 2013 derivataobliqua
inteso inun
opportuno
sensogeneralizzato.
In
questo lavoro 5) ottengo
inprimo luogo,
per il secondoproblema
al contorno relativo ad(I),
risultatianaloghi
aquelli
2) Cfr. [7], [13], [15]. I numeri fra [ ] si riferiscono alla biblio- grafia finale.
3) Cfr. [7], [16], [8].
4) Cfr. [10], [11], [12].
8 ) Questo lavoro mi è stato suggerito dal Prof. E. Magenes che desi- dero qui ringraziare.
ottenuti da
Oseen,
Giraud eMagenes
per iproblemi
di derivataobliqua regolare
nel caso di una solaequazione
differenziale.La
prima
difficoltà che ho dovuto superare[n. 2, 3]
èstata la costruzione di una matrice
che,
pur essendo simile aquella
diSomigliana, goda
di ulterioriparticolari proprietà.
Essa
dipende
sia dal dominio che daiparametri
checompaiono
nel
problema
in modo taleche,
peri «potenziali»
costruiticon
questa matrice, analoghi
aquelli
disemplice
edoppio
strato
elastico,
si possono stabilire le formule limiti sulla fron- tiera deldominio,
senza dover ricorrere adintegrali princi- pali
allaCauchy.
Questi primi
risultati mi hanno permesso[n. 4]
di con-seguire
la voluta traduzione del secondoproblema
in un si-stema di
equazioni integrali ordinarie,
ottenendo anche il teorema di esistenzanell’ipotesi
della sommabilità del dato al contorno. Per rilevare l’interesse diquesto
ultimo risul-tato,
si osservi che teoremi diesistenza,
perquesto proble-
ma, sono stati
già
datempo dimostrati,
sotto diverseipotesi
per il dominio e per i
dati,
da A.Korn,
G.Fichera,
Muske-lishvili
6).
Nelpresente lavoro,
facendo sul dominio abitualiipotesi
diregolarità,
si è ottenuto un teorema di esistenzacon
ipotesi
di sola sommabilità suidati,
equindi,
perquesto
ultimo
aspetto, più generale
diquelli
datidagli
Autori citati.Nei n.
5, 6,
attraversoun’opportuna
caratterizzazione delle classi deipotenziali
disemplice
edoppio
stratoelastico,
hopotuto
stabilire la validità delle classiche formule limiti ad essirelative,
anchenell’ipotesi
che la « densità » o il « mo-mento » siano solo sommabili.
Ho
quindi
utilizzati i risultatiprecedenti nell’applicazione
del metodo del Picone allo studio dei vari
problemi
ditipo
misto per la
( I). ~
noto che la traduzione richiesta da M. Pi-cone
7)
inequazioni integrali
diprima specie
o in sistemidi Fischer-Riesz è stata ottenuta da G. Fichera
8)
mediante la dimostrazione del teorema di inversione della formula di Green.s) Cfr. [91, [5] e [151 parte V.
7) Cfr. [17].
8) Cfr. [3], [4], [5].
Egli
ha anche dimostrato lacompletezza
dei sistemi ditori,
cheintervengono
in taletraduzione,
nel caso delprimo
e secondo
problema
al contorno.Nel
presente lavoro,
attraverso unaopportuna
caratteriz- zazione della classe dei vettori in cui vale il teorema di inversione di G. Fichera(n. 8),
hopotuto conseguire gli
ana-loghi
teoremi dicompletezza
anche nel caso deiproblenri
misti
9).
Inparticolare
si ottiene cos un teorema dicompie tezza,
relativo alproblema misto,
del sistema costruito me-diante le soluzioni
polinomiali
del sistema omogeneo corri-spondente
a( I),
nel caso di dominisemplicemente
connessi.Questi
teoremi dicompletezza oltre,
come ènoto,
ad essereutili da un
punto
di vistapratico
per il calcoloapprossimato
delle
soluzioni,
possono servire anche dalpunto
di vistateorico per la dimostrazione di teoremi di esistenza per i
problemi
misti per laI, generalizzati
in un sensoanalogo
aquello
recentemente introdotto da E.Magenes,
nel caso diuna sola
equazione
ditipo ellittico 1°).
Per
semplicità
hoesposto
i risultaticonsiderando,
anzi-chè il sistema
( I),
ilcorrispondente
sistema omogeneo ma è noto come si possa passare da esso al casocompleto.
Cos pure mi sono limitato solo per
semplicità
al caso didomini
semplicemente
connessi.L’estensione al caso di tre variabili non dovrebbe present tare difficoltà concettuali nuove.
1. -
Sia 0
un dominio limitato delpiano (x, y)
con frontierao50
costituita da un’unica curva sein-plice, chiusa,
diclasse 211).
Con
~~
indicheremo ilcomplementare di ~ .
9) Ulteriori teoremi di completezza relativi al problema misto l~r la (I) ho dato recentemente in una Nota in corso di pubblicazione sui
Rendic. del Sem. Mat. dell’Univ. di Padova dal titolo: «Teoremi di i
comptetezza relativi al sistema di equazioni dell’equilibrio elastico».
Cfr. [12].
Che ammette cioè in ogni punto tangente e curvatura che va- riano con continuità. Le ipotesi sul dominio si possono generalizzare
ma di ciò non ci occuperemo essendo ovvie le estensioni più abituali.
Consideriamo il sistema di
equazioni
differenziali dell’ela-stostatica,
nel vettoreincognito a == (u1, u2)
con k costante numerica.
Indicato con n il versore della normale interna alla
~5)
nei suoi
punti,
siaL(u)
ilvettore,
definito sulla~~ ,
dicomponenti
con À costante numerica.
Relativamente al sistema
(1)
si pone, come ènoto,
il pro- blema di ricercare un vettore u, soluzione in3-§3
di(1), assegnato
che sia il vettoreL(u)
sulla3%.
Taleproblema
verrà in
seguito chiamato,
comed’abitudine,
secondoproblema
al contorno dell’elastostatica.
Detti
Q
e P duepunti
delpiano
di coordinate(x, y)
e(;, rq),
indichiamo con
8 (P, Q) - ~ ( S;h (P, Q) i i
la matrice di Somi-gliana 12)
e conS1¡(P, Q)
il vettore che ha percomponenti gli
elementi della
riga h-esima
della stessa matrice.Consideriamo
quindi
ilpotenziale
disemplice
strato ela- sticoi3)
con
d ( Q)
vettore hólderiano14:)
su~~.
posto a = = x2 e Nh é il simbolo di KRONEKER, i
13) Col simbolo
d*S’(P, Q)
denoteremo il prodotto del vettored = (d1, d2)
per la
Q) ~ IL,
cioè il vettore di componenti d(Q ) XSA(P, Q)
(h = 1, 2 ) . Il vettore ( 3 ) avrà pertanto le componenti14) Diremo che un vettore è continuo, holderiano, sommabile ecc...
se tali sono le sue componenti.
~
noto15), nell’ipotesi dell’hólderianità
del dato alcontorno,
che si dimostra
l’equivalenza
del secondoproblema
con unsistema di
equazioni singolari
aintegrale principale.
A talesistema,
cui siperviene
cercando la soluzione delproblema
sottoforma di un vettore di
tipo (3),
èapplicabile
il teorema del- l’alternativa e si trovano come condizioni dicompatibilità
1
( 1, 2k -~-1 ),
oppure leIl sistema di
equazioni integrali
di cui sopra rientra fraquelli
a nucleo sommabile ditipo
di Fredholm soltanto nelcaso che
k + 2
°In
seguito
indicheremocon £(u)
il vettore(2) quando
7~assume tale valore.
Noi ci
pro poniamo
ora di dare una traduzionequalunque
siano k e
À, soddis f acenti
a limitazioni chepreciseremo,
delsecondo
problema
al contorno vrL un sistemad’equazioni
nonpiù a integrali princvpati, equazioni integrali
ordinarie(a
nucleosommabile)
deltipo
diFredholm,
e studieremoquesto
sistema anche nel caso di dato al contorno soltanto sommabile o diquadrato
sommabite.Costruiremo a tal fine una matrice
F(P, Q) ~~, dipendente
dal dominio~,
concomportamento analogo
aquello
della matrice di
Somigliana,
taleperò
chel’operatore
Lappli-
cato ai vettori
Fh (P, Q)
di tale matricelg),
intesi come fun-zioni di
P,
dialuogo
a vettori sommabili su e cercheremois) Cfr. [4].
18 ) Fk (P, Q ) ( h =1, 2) è il vettore che ha per componenti gli ele-
menti della riga h-esima di F(P, Q).
di
esprimere
la soluzione del secondoproblema,
anzichè convettori di
tipo (3),
medianteanaloghi
vettori deltipo
2.
Matrice Q) asaociata
aldominio ~. -
Inseguito
diremo che le costanti k e X soddisfano alla condizione
( a)
o alla
( ~)
secondo che k>-1 e2k + 1) oppure k
> O e X =1.Ciò
posto,
dettoP ( ~, i)
unpunto
internoa i9
ey)
un
punto
di50, nell’ipotesi
che k soddisfino alla condizione( a)
oppure17),
consideriamo laseguente
matricedue
opportune
funzioni che ora definiremo. Osserviamo in pro--
posito che,
fissatoQ,
le funzionicome funzioni
di ~ ed ~ separatamente,
neipunti
ove sonodiscontinue, presentano
solo discontinuità diprima specie,
eliminabili se alle funzioni stesse si
aggiungono
dueopportune
funzioni
fZ1(P, Q)
eQ)
di facile costruzione come vedremo.17) Si osservi che per k e À soddisfacenti alle condizioni ( ~ ) o
(
è sempre quindi non s"annullano mai i denomt- Inatori dei coefficienti numerici che figurano in (7).
Al variare di P
~5)
e diQ
sué r~,
definiamoallora le funzioni
f ~ (.P, Q) nel
modoseguente:
ove
ai ( P, Q) (i= 1, 2)
sono dueopportune
funzioni costantia tratti sia come funzioni di
P,
fissatoQ
su~~ ,
sia comefunzioni di
Q,
fissato P tali da rendere continuele
Q).
Le funzioni
Q)
si costruiscono immediatamente. Per comodità del lettore esaminiamo la cosa su unesempio
ched’altra
parte
è assaigenerale,
facendo suldominio 3 l’ipotesi
che le sue intersezioni con le rette
parallele agli
assi coordi- nati siano costituite alpiù
da un numero finito disegmenti,
che possono anche ridursi a
punti.
.
Sia Q (s, y)
unpunto
fissato su1jFÉ5 :
definiamo la funzioneal (P, Q)
come funzioni di P.La
parallela
rQall’asse E
condotta perQ
divide il dominio~
in un numero finito diparti ~~, ~2 ... ~".
Diremocontigue
le
parti 3),
e3)~
se l’intersezione delle loro frontiere è costi- tuita da uno opiù segmenti,
non riducentesi apunti,
deisemiassi ~ e 9 ::!5;-
Conc~~. (~~)
indicheremo il valore co-stante della funzione
al (P, Q)
neipunti
P di Allora seil numero n delle
parti
è1,
cioèse 0
sta tutto al di soprao al di sotto di rq , basterà porre
Nel caso
contrario, supponiamo
che~1
sia tuttaposta
nelsemipiano
PoniamoSiano
poi
leparti contigue
a~1’
neces-sariamente
poste
nelsemipiano delle i
> y. Poniamosecondo che
~~_~ · appartiene
al semiassedelle ~
> ~o
delle ~
~ ~.Siano
quindi ~"1’ É9r~... 5)r¡
leparti contigue
alla gene-rica considerata
precedentemente,
tutteposte
necessaria- mente nelsemipiano delle n
y. Poniamo ,secondo che
appartiene
al semiassedelle t
-2t xo
delle ~
«!5;- x.È
ormai chiaro come si prosegue fino ad esaurimento delleparti ~1’ 5)2". 5)n.
Questo ragionamento
sipuò ripetere
per tutti iQ
diFissato
poi
Pin 0 - ~-Y0,
la funzioneQ)
ottenuta pre-cedentemente, pensata
ora come funzione diQ,
è ancora costantea
tratti;
basta osservare che essa cambia valore alpiù quando
mutano segno le differenze
(~ ~)
o(y ~r¡),
e ciò avverràun numero finito di volte per le
ipotesi
fatteAnalogamente
siragiona
pera2 ( P, Q)
considerando laparallela per 9
all’asse i.Le funzioni
f ~ ( P, Q),
come sono stateprecedentemente definite,
risultano derivabilirispetto
P in tutto~,
con derivatedi
qualunque
ordinecontinue,
eccetto che perP = Q.
Esaminiamo ora il
comportamento
della matriceF(P, Q)
rilevando come esso sia simile a
quello
della matrice diSomigliana.
Si verifica facilmente che:
a) -
La matriceF(P, Q) si
reduce alla mactri.ceS(P, Q)
b) -
FissatoQ
i vettoriFh (P, Q) (h= 1, 2)
didetta matrice sono, come
funzioni
diP,
soluzioni di(1)
inS) - e50 ( anzi
intutto 0 - Q).
c) -
PerP-Q
sicomportano
comegli analoghi
vettoridella matrice
S(P, Q)
e inparticolare valgono
per essi le limitazionicon
A,
B numeriche.Detto
w (P, Q)
ungenerico vettore,
definito per P§~2)
e
Q
E3%
ed JI unpunto
dir~
distinto daQ,
col simboloQ)]
indicheremo il vettore ottenutoapplicando l’ope-
ratore .~ al vettore
w(P, Q)
inteso come funzione diP,
essendoil versore n =
(n,,, n~),
che in essofigura, quello
della nor-male a
o50
in hf. Con ,Q)]
indicheremo le com-ponenti
diquesto
vettore.Analoghe precisazioni valgono
per il simbolo(ove
zvpotrebbe
essere anche uno sca-lare).
Scriveremopiù semplicemente Lp
edd
invece diTp
e
a-
Ciò
posto, valgono
leseguenti
relazioni:Le relazioni
(9)
hanno senso anche se ilpunto
P si facoincidere col
punto
M suFD,
sempre distintoda Q,
ridu-cendosi in tal caso alle
i e analoghe.
Da un confronto tra le
(9)
e(10)
e lecomponenti
dei vettoriche
qui
sotto scriviamo inparte
per comodità del lettoresi rileva subito come esse
differiscono
soltanto nelle costanti numeriche che vicompaiono.
Si hanno anzi le identità
d) -
Perquanto
sopraosservato,
e come si deduce dalleespressioni
stesse di(9)
e(10), vatgono
le limitazioni:con C costante
numerica,
perqualunque
k e ~ soddisfacenti alla( a)
o allaNel
seguito
col simboloLQ [Fh ( P, Q) ]
non intenderemol’operatore
Lapplicato
al vettoreFh(P, Q)
inteso come fun-zione di
Q,
masemplicemente
il vettore avente percomponenti
le
espressioni
ottenute dalle( 10)
con lo scambioformale
di(~, y)
con(~, ’11)
e dei coseni direttori della normale i.n Pcon gli analoghi
della normale inQ.
Cos porremo per definizione
(P, Q
E~~)
~
eanaloghe
Osserviamo che i secondi membri di
(9)
e( 13),
fissatoQ
su,
sono funzioni di P definite e continue anche per P esternoa 0
e sono infinitesimequando
P tendeall’infinito,
valendo per le
Q)]
limitazionianaloghe
alle(12).
Estendiamo allora il
significato
dei simboli apriyno
membroin
(9)
e(13) definendoli
mediante i secondi membriquando
P è esterno a
S) 18).
3. Formule
limiti. -
Enunciaino ora alcuni teoremi di cui dovremo servirci inseguito.
Detto
d ( Q)
un vettore sommabile definito suÒ3,
consi-deriamo i vettori
definito per P interno a
~,
e19)
18) Tale necessità di allargare via, via, il significato dei simboli Lp[F (P, Q ) ] e Q)] non si presenta nel caso della matrice S (P, Q) essendo questa definta per P e Q variabili in tutto il piano purchè distinti.
19) È chiaro che con i simboli
LQ[F(P,
Q ) ], si indicanosi indicano le
Q)]|.
.definiti per P interno o esterno
a 0.
’ Sussistono i teoremi :TEOREMA I. - Se
d
è un vettore sommabile[di quadrato sommabile]
su perquasi-tutti gli
lf di i vettorid(Q)*F(M, Q), Q)], Q)],
comefunzioni
diQ,
sono sommabili[di quadrato sommabile]
suFD
ed esistono i limiti
risultando i vettori a secondo membro sommabili
[di quadrato sommabile]
8USe
d
è hölderiano suFD
i limiti(17) (18) (19)
esistonoper tutti
gli
M diFD
e i vettori a secondo membro sono suYS).
TEOREMA II. - Se
d
è un vettore sommabile[di quadrato sommabile]
su detti P+ e p- duepunti
della normale aY!D
inM,
a di8tanza 1 daM, ri,s pettivamente
interno ede.gterno a
~, pér quasi-tutti gli
M divalgono
i limitiPer vettori d hölderiani i limiti sopra scritti esistono per tutti
gli
M di~~.
In virtù di
(8)
e(12)
i limiti(17) (18) (19) (20) (21)
sidimostrano con
ragionamenti
del tutto simili aquelli
che siseguono per stabilire
gli analoghi
limiti per i vettoriSi vedano in
proposito
i lavori[4]
e[5].
Glianaloghi
deilimiti
(22)
e(23)
per i vettorisi
ottengono
con calcoli che sono sostanzialmenteanaloghi
aquelli
dellepagine
24-26 del lavoro[3]
di G. Fichera. Calcoli ana-loghi
provano i limiti(22)
e(23).
4.
Traduzione del secondo problema
al contorno inequazioni integrali ordinarie di tipo
diFredholm
condati solo sommabili.
Sia
assegnato
su il vettore f sommabile e si cerchi la soluzione del secondoproblema
al contorno sotto forma diun vettore di
tipo (14). Supposta,
in unprimo momento,
llhól-derianità del dato t e del vettore
d.
in virtù di(19)
si è por- tati a studiare il sistema diequazioni integrali
Tale sistema
è,
per le(12),
a nucleisommabili,
deltipo
diFredholm,
e ad esso siapplica
il teorema dell’alternativa. Le condizioni dicompatibilità
per(24)
discenderanno dalla cono- scenza delle autosoluzioni del sistema omogeneoaggiunto.
Talesistema si scrive
Dimostriamo che se per k e ~ vale la condizione
( a)
leuniche autosoluzioni linearmente
indipendenti
di(25)
sono ivettori
( 1, 0)
e(O, 1),
mentre se vale ta a tali vettori vaaggiunto
il vettore( y, x),
s?,cch,è le condizioni dicompati-
bilità per il sisterrca
(24)
restano cvncora le(4)
e(5).
A tal
fine,
detta e un’autosoluzione hólderiana di(25),
consideriamo per P esterno
a 0
il vettoreEsso risulta
a)
di classe 1 in(23) 2013 ~3).
b)
è soluzione del sistema(1).
c)
in virtù di(18)
e(25)
si annulla sud) è
infinitesimo all’infinito.Il vettore
s ( P)
èpertanto
identicamente nullo inL
Se con
P’ ( ~, )
indichiamo allora unpunto
interno siha,
per
ogni
M di perquanto
ora stabilito e in virtù di(20)
e
(22)
.Dalla
( 28),
per noti risultati20),
si deduceche : (P’)
è co-stante
in 3
se k e ~ soddisfano la condizione( a),
oppure si riduce al vettore2013~-~-c]~ con a, b,
c, costanti ar-bitrarie,
se è soddisfatta la(~).
Per
(27)
si ha allora il risultato cercato.Ma lo studio del sistema
(24)
sipuò
fare anche suppo- nendo t soltanto sommabile(di quadrato sommabile).
Per le(8)
e(12)
hanno infatti ancora sensogli integrali
che si de-vono considerare in tale studio e si possono effettuare le in- versioni dell’ordine di
integrazione richieste 21).
Nonsolo,
ma,con
ragionamenti analoghi
aquelli
svolti nel teorema VII di[2 ] ,
si dimostra cheogni
autosoluzione di(25)
è un vettore20) Cfr. [4] teoremi II e IV.
21) Cfr osservazione (26) di [5].
hólderiano. Tenendo
presenti
i teoremi I e II si possonoripetere,
anche nelleipotesi più generali
in cui siamoposti,
i
ragionamenti
diquesto paragrafo
e le condizioni di compa- tibilità per la risolubilità del sistema(24)
restano le(4)
e(5).
Il intere88ante osservare che si dù
qui
it teorema di esistenzaper il
secondoproblema
al contorno con dato solo sommabile.5. Equivalenza
tra laclasse dei vettori
e
quella dei vettori
Dimostriamo ora come
ogni potenziale
ditipo
con
densità d sommabile,
si possarappresentare
mediante unpotenziale generalizzato
deltipo
con e sommabile su
Ò3.
La cosa è vera se
d ( Q)
èhólderiano,
risultando in tal caso hólderiano anchee ( Q), perchè
il vettore v sarà soluzione del secondoproblema
al contorno col dato f costituito dal vettore hólderiano22)
L’integrale
che compare in(31)
è unintegrale principale
di
Cauchy qualora
si assumano come domini di esclusione leporzioni
di frontiera che siproiettano
sullatangente
inM in
segmenti
di centro M.22) Cfr. [ 4 ] teorema X.
Il vettore
(31)
verifica ovviamente le condizioni di com-patibilità (4)
e(5)
per cui la tesi è conseguenza diquanto
dimostrato nel n.
4). Sempre
nella varietà dei vettori hólde- riani suJ3
è vero il viceversa:ogni
vettore ditipo (30)
èrappresentabile
con un vettore ditipo (29).
Ciò si prova colragionamento precedente
in virtù di noti risultati sulla teo-ria delle
equazioni integrali singolari 23).
Osserviamo ora che le
(29)
e(30)
si possono considerarecome due trasformazioni lineari e continue dello
spazio Z
deivettori sommabili su
YO
inquello
dei vettori soluzioni di(1) in 0 -
e sommabili in~, spazi
che si normalizzano po-nendo rispettivamente.
Talitrasformazioni hanno lo stesso codomio se si considerano nella varietà V di 23 costituito dai vettori
hòlderiani,
in virtù diquanto
si èprovato precedentemente.
La caratterizzazione vo-luta discende
allora,
perquanto
s’è sopradetto,
dall’osserva- zione che V è ovunque densa in 12
6.
Applicazione
aipotenziali
ordinari. - L’introduzione della matrice(7)
trovaapplicazione
nella teoria deipotenziali
elastici.
Detto
u ( P)
il vettore(29)
si consideri il vettoreove con M si è indicato un
punto
diSF’É9, per k
e 7~qualunque purchè
soddisfacenti alle condizioni( a)
o( ~).
23) Cfr. [131, [6], [7].
24) Cfr. in proposito in [10] l’osservazione che segue il teorema VI.
La continuità delle trasformazioni (29) e (30), con le norme introdotte,
si dimostra immediatamente. Per la (29) per es. si ha
con A, B, C costanti numeriche positive indipendenti da d.
Se il
vettore d,
che compare in(29),
èhólderiano, è
nota25)
la validità della formula
ove
l’integrale
a secondo membro è unintegrale principale
diCauchy
se )Dimostriamo
che la(32)
continua a valere anche nel casodi
d
sommabile perquasi-tutti
ipunti di Òi9
eprecisamente,
per i cosidetti
punti
diLebesgue
perIl 26).
L’equivalenza,
dimostrata nel numeroprecedente,
tra leclassi di vettori
(29)
e( 30),
in virtù del teoremaI,
assicural’esistenza per
quasi tutti
ipunti
M di del limiteche
figura
aprimo
membro di(32).
Resta da provare ancora 1’esistenzadell’integrale principale
a secondo membro di(32), perchè
allora la validità di tale formula si dimostra conragio-
namento classico osservando che essa vale nel caso di densità
costante.
Noi dimostreremo ora che nella
(32)
l’esistenza dell’inte-grale principale
a secondo membro e del limite aprimo
membro sono due fatti
equivalenti.
Con ciò la tesi resterà com-pletamente provata.
Sia .~t un
punto
diLebesgue
per Assunti come assis ed y
rispettivamente
latangente
e la normale interna a~3)
in
M,
nell’intorno di talepunto
la ammette una rappre- sentazione deltipo y = f (~),
conf(x)
definita e di classe 2 nell’intorno di o= 0.25) Cfr. [4] teorema X.
Zg ) Sono i punti M nei quali l’integrale , con B borelliano di ha per derivata lo zero.
Se con a, indichiamo il
segmento
delvasse x di centro Me
lunghezza 2r,
con l’arco di~~
che siproietta
su talesegmento,
esupponiamo
persemplicità 27) d (M) = (O, 0),
siha,
perl’ipotesi
fattaSupposto
yR,
R numeropositivo fissato, poichè
per de- finizioneè utile operare la
seguente decomposizione
da cui si deduce che per dimostrare la tesi basta far vedere che :
Dimostriamo la
(36)
considerandoseparatamente
le com-27) Ciò non lede la generalità perchè se fosse
d(M) =
(0,0), poiché la (32) vale per d costante, basterebbe scomporre il vettore (29) inponenti
del vettore scritto aprimo
membro. Fissiamoci sullaprima componente.
Nel riferimento cartesiano adottato sia
P = ( o, y),
e
quindi
Per
l’ipotesi
fatte suÒ%,
assunto R1,
si possono deter-minare28)
tre costantipositive H,
p, q tali chee
qualunque sia y,
Ciò
posto, possiamo
limitarci a studiaregli integrali
)
Cfr. [2],Introdotte le funzioni
da
(41)
si ha per(38), (40)
e(34)
e similmente
In modo
analogo
si dimostra che tendono a zero, pery-0, gli integrali (42).
Per
l’integrale (43)
si ha:29) o ( ) è il simbolo di LANDAU. Precisamente y = o (x) significa che
-
è infinitesimo con x.In modo
analogo
siragiona
perl’integrale (44)
e per la secondacomponente
di(36).
Dimostriamo la
(37).
Per laprima componente
dell’inte-grale
aprimo
membro si ha .+ analogo integral
esteso da - R ca - y.Tenuto conto che per
(38)
siha,
pery 0.1
cost.
opportuna,
è immediato constatare che basta limi- tarsi a studiaregli integrali
e
gli analoghi
estesi da - R a - y.Per
(45)
si ha:12
Per
(46)
si ha:In modo del tutto
analogo
siprocede
perl’integrale (47),
per
gli analoghi integrali
estesi da R a ~, e nel caso dellaseconda componente.
Consideriamo ora il vettore
analogo
del
potenziale
didoppio strato,
edimostriamo, nell’ipotesi
dellasola sommabilità di
d (Q),
la validità del limitein tutti i
punti
di§3
che sono diLebesgue per d,
e qua-lunque
siano k e ~purchè
soddisfacenti alla(c~)
o alla(~). L’equivalenza
tra esistenzadell’integrale principale,
edesistenza del limite a
primo
membro si dimostra con unragionamento
del tuttoanalogo
aquello seguito
per sta- bilire la(32).
L’esistenza del limite aprimo
membro èconseguenza di
questo
fatto:ogni potenziale
elastico deltipo
è
rappresentabile
con unpotenziale
deltipo
e
viceversa,
al variare did
e e nellaclasse dei vettori sommabili su Il
ragionamento
è deltutto simile a
quello seguito
nel n.5,
si dovrà ora studiarela risolubilità del
primo problema
al contorno3°)
anzichè delsecondo.
L’esistenza del limite di
5
per
quasi-
tutti
gli
M di è cosa ben nota31).
Diqui
la tesi.7.
Teorema di inversione
eteoremi di unicità
per ilprimo
esecondo problema
al contorno.Con
{ u }
indichiamo la classe dei vettori u chegodono
diqueste proprietà :
30) Quello cioè, analogo al problema di DiBicmET, in cui si assegna lo spostamento su tutta Te.
31 ) Cfr. [4] teorema I X.
1)
sono di classe 2in 0 - 8F~
e soluzioni del sistema(1).
2)
Perquasi-tutti gli
M di esistono i limitirisultando m e t sommabili su
:FO5 . 3) Valgono
le relazioniper P interno
a 0
per P esterno
a 3
Nella classe
(u)
di vettori G. Fichera ha dimostrato11)
il teorema di inversione che
qui
richiamiamo per comodità del Iettore :TEOREMA III. - Se m e t sono due vettore sommabili su
FD verificanti la (52)
perogni P
vettoredefinito
per P interno
a E5
da( 51) é (1)
e
(49)
e(50)
perquasi-tutti gli
Sempre
nella classe{a} valgono
i teoremi di unicità per ilprimo
e il secondoproblema
alcontorno, precisamente:
TEOREMA IV. - Se u è un vettore di
(u)
e m =(0, 0)
ovunque su allora a è identicamente nutto.
La dimostrazione di tale teorema è dovuta a G. FICHE-
RA
([4]).
TEOREMA V. - Se u
appartiene a (u)
e t è nulloque su u coincide
quasi
ovunquein 0
col vettore32) Cfr. [3] e [4].
costante,
oppure col vettore+ b, - aE + c),
secondo che k e 7~soddisfano la
condizione( a)
o la(~).
Anche la dimostrazione di
questo
teorema è da attribuirsia G. Fichera. Essa è sostanzialmente contenuta nel n. 6 della memoria
[4].
Indicata conN(P, Q)
la matricedi
Green rela-tiva al
dominio 0
e al secondoproblema
al contorno3-l),
G. Fichera ha dimostrato
34)
cheogni
vettore u di{ u }
èrappresentabile
nella formaessendo
uo ( P)
un vettorecostante,
oppure il vettore-~- b, 2013a~-{-c)y
secondo èhevalgono
le condizioni( a)
oppure( ~).
Se in
(53)
si pone t =( o, 0)
si ha la tesi.Sussiste ancora il
seguente
teorema che servirà nelseguito :
TEOREMA VI. - Se u
appartiene a (a)
allorase vale la condizione
( a),
oppurese vale la
(p).
,Dim.
Detto C
un cerchiocui %
siainterno, integrando
su
~(3
il vettore a secondo membro di( 52),
si ha:33) L’esistenza di tale matrice è esplicitamente rilevata in [4 ] teor.
XXII ed è conseguenza dei risultati di GIRAUD e di MIHLIN richiamati.
34) Cfr. [4] teor. XXIV.
ed osservando che i
vettori,
funzioni diQ,
sono, nell’interno di
e,
costanti se vale la( a),
o deltipo ( ay + b,
ax-~- c),
con a b c costantiarbitrarie,
se vale la(fi) 85);
da( 54)
si ha il teorema.8.
Caratterizzazione della
classetu}. -
- I teoremi pre- cedentipermettono
di dareun’importante
caratterizzazione della classe(u)
nellaquale
ci sarà utile ancora la matriceF(P, Q)
introdotta in
2).
Tale matrice saràqualcosa
dipiù
di uno stru-mento di comodo per evitare la teoria dei sistemi di equa- zioni
integrali singolari, perchè,
aquanto
miconsta,
tale teorianon è ancora svolta nella classe delle
funzioni
sommabili( f unzioni incognite
etermini
notisommabili).
Dimostriamo il
seguente
teorema:TEOREMA VII. - Condizione necessaria e
sufficiente perchè
il vettore a
appartenga
alla classe{a}
è che esista un vettore d sommabile su~~
tale chein 3 - 50
Per
quanto riguarda
la condizione sufficiente sipuò
pro- cedere come nel teorema V della memoria[10], approssimato
il vettore sommabile d che compare in
(55)
con una successioned n
di vettori hólderiani che convenga in media delprimo
or-dine a
d
su-5B).
Dimostriamo che la condizione è necessaria. Sia u un vet- tore di
1 a)
e t il vettore associato ad u dalla(50).
Conside-riamo il sistema di
equazioni integrali
ordinarie deltipo
diLa cosa si può, ad esempio, dimostrare facendo vedere che è nullo su 5:(R.
Fredholm
nel vettore
incognito
d. Per il teoremaVI,
il vettore t sod- disfa le condizioni dicompatibilità
relative al sistema(56)
che sono le
(4)
e(5),
perquanto
dimostrato nel n. 4.Nello
spazio
dei vettori sommabili su50
il sistema(56)
è
pertanto
risolubile e lagenerica
soluzione è deltipo
se vale la condizione
( x),
oppure deltipo
se vale la
( ~3),
essendod~
unaparticolare
soluzione di(56), d’,
d" ew",
w"’ autosoluzioni linearmenteindipendenti
del
corrispondente
sistema omogeneo, ala2 e c1c2c3 costanti numeriche.Il sistema omogeneo associato a
(56)
ha infatti due oppure tre autosoluzioni linearmenteindipendenti,
secondo che vale la(a)
o la(M.
Nel caso che
valga
la( x)
consideriamo i vettoriEssi sono costanti ma a modulo non nullo. In caso
contrario,
perogni
fissato M di esclusi ipunti
di un in-sieme di misura
nulla,
i vettorisarebbero nulli in annullandosi essi su
3i9
ed essendo infinitesimi all’infinito.Per la
(21)
del teorema II si avrebbed’ « d" « (0, 0) quasi-
ovunque su
§’3).
Il che è assurdo. Allora si possono deter-minare le costanti a1 e a2 in
(57)
in modo che il vettorecoincida
proprio
col vettore u. In virtù del teorema di uni- citàV,
fissatoPo ~~ ,
basteràimporre
la condizionezione
Precisamente al e a2 saranno soluzioni del sistema di i
equazioni algebriche lineari-").
Nel caso che
valga
la(fi)
siragiona
in modoanalogo.
I vettori
o sono vettori costanti
in i9
o sono vettori deltipo -f - b’,
Nel
primo
caso non sono mai nulli37),
nel secondo casfl si annullanorispettivamente
alpiù
neipunti 1", P",
di coor-dinate
perché,
in casocontrario,
lo stessoragionamento
fatto nel caso chevalga
la( a) porterebbe
a w’ = w" - W"’ =(O, 0) quasi-ovunque
su36) Questo sistema è risolubile perchè in caso contrario d’ e d" ri- sulterebbero linearmente dipendenti.
37) Cioè a modulo nullo.
Si
potranno
determinare le costanti clc2c3 in modo che il vettorecoincida col vettore u. In virtù del teorema V basterà
imporre
le condizioni
essendo
Po , P1 , P2
trepunti
internia 0
distinti da1", P", P"!J
e p un versore fissato.
Il teorema è cos
completamente
dimostrato.OSSERVAZIONE. - Nel n.
5)
si è dimostratal’equivalenza
trala classe dei,
potenziali
disemplice
strato elastico e lac classedei vettori di
tipo (55)
con sommabili. Il prece- dente teorema VII dàquindi
anche una caratterizzazione della classe{a}
mediante la ctacsse deipotenziali
diseynptice
stratoelastico a « densità » sommabile.
La caratterizzazione ora data della classe
{ u } permette,
invirtù di
quanto
dimostrato nel n.4),
di arrivare alseguente
teorema di esistenza per il secondo
problema
al contorno nella classe{ u } :
TEOREMA VIII -
Assegnato
8U il vettore t som1nabilee
soddisfacente
alle condizioni(4)
o(5),
esiste un vettore udi
(u) }
per ilquale
sihac, quasi-ovunque
su90
Tale vettore è determinacto a meno di un vettore costante
o di un vettore del