A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
S ERGIO C AMPANATO
Sui problemi al contorno per sistemi di equazioni differenziali lineari del tipo dell’elasticità (parte II)
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 13, n
o3 (1959), p. 275-302
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DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI LINEARI DEL TIPO DELL’ELASTICITÀ - (parte II)
di SERGIO CAMPANATO
(Genova)
Questo
lavoro costituisce la secondaparte
di una Memoria dallo stessotitolo,
recentementepubblicata
suquesta rivista,
nellaquale
sono statetrattate le
questioni
esistenziali relative aiproblemi
al contorno misto e di trasmissione per i sistemi diequazioni differenziali lineare
chegeneralizzano
il sistema
dell’elasticità,
,dove
Sk
1l’aggiunto
formale diSk (U) -
..A
quella
Memoria facciamo riferimento perquanto riguarda
la nomen-clatura,
labibliografia
eogni
richiamo necessario(i).
Questo
lavoro consta di trecapitoli.
Nelprimo
ci occuperemo della coercività(cfr.
n.1)
delle formee
associate
all’operatore ~1 (2~).
Nel secondo e terzocapitolo
ci occuperemorispettivamente
dei teoremi esistenziali e della teoria di Riesz-Fredl olm per iproblemi
al contorno relativiall’operatore
A(u) + l
u e dellaregola-
rizzazione delle soluzioni « deboli » dei
problemi (3,1) (4,1) (6.1)
e(6.11)
di(N).
(i) Per brevità nel seguito si farà riferimento a quella Memoria con il simbolo (N).
I numeri fra
[]
si riferiscono alla bibliografia riportata in (N).1. dena Scuola Norm. Sup. - Pi4a.
C1A.P. I
COERCIVITÀ
DELLEv)
E a(~ , v) .
, 1. La trattazione svolta nei nn. 3 e 4 di
(N)
i~a messo in rilievo l’im-portanza
di assegnare condizionialgebriche sull’operatore
~1(2~)
e condizionidi
regolarità sull2aperto
S~ atte ad assicurare che le forme a(u, v) (u, v)
soddisfano
relazioniquali
le(3.5), (3.6), (4.2), (4.3), (4.4)
di(N). Queste
relazioninon
solo,
come si èvisto,
sono alla base dei teoremiesistenzia~li~
y ma sonodi essenziale
importanza
anche per la successivaregolarizzazione
delle so-lnzioni deboli ~
[cfr. [12]
e il n.6].
Gondizioni
algebriche
per la validità delle relazioni(3.6), (4.3), (4.4)
di(N)
sono
già state
date nei nn. 3 e 4 di(N) [cfr.
le(3.7)
e(4.6) - (N)].
Riprenderemo
ora ilproblema
perquanto riguarda
la forma a(u, v)
ecercheremo di stabilire delle condizioni sufficienti per la validità delle
(4.2), (4.3)
e(4.4) - (N) ;
i daquanto
diremoperò
sipotranno
trarre risultati anche per la formaa (2~ , v~
e lemaggiorazioni (3.5)
e(3.1) - (N).
Secondo una
terminologia
introdotta daAronszajn (2),
considerato il sottoinsieme di C 1(f2)"
dei vettori cheappartengono
a00 (Q,
v) è
coerciva su90 (S~ ,
se esistono due costanti c eco ,
e ~> O
eco ~ 0 ~
taii che _per
ogni
2~ E(Do (~ ~
dire1nopoi v)
èfortemente
coerciva suCDO (,~l ~
se ,~o
= 0 cioè se perogni
it E(Q , Rn)n
Poichè,
se lemaggiorazioni (1.1)
e(1.2) valgono
inCDO (Q ,
essevalgono
necessariamente anche in Wn(chiusura
dirispetto
alla norma di H’
(S)n)
nelseguito,
perbrevità, pacrleremo
spesso di coercivitàe coercività
forte di a (2~ , v)
su Wn.Osserviamo che dalla
(1.2)
segue immediatamente la(4.2)
di(N).
(2) N. ARONSZAJN - « On coe1’cive integro - differential quadratic forms, » Conferenoe
on Partial Diff. Equations, ljniversity of Kansas, 1954, Technical Report No. ]4 pp. 94-106.
Vi occuperemo, ora, della coercività SU
Wn ; fine qualche
caso in cui si ha anche la coercivitàforte v)
sit Wn.
Il
procedimento
cheapplicheremo
è una estensione aiproblemi
al con-torno misto e di trasmissione per
operatori
vettoriali del metodoesposto
recentemente da S.
Agmon
iii[l];
i risultati che daremo sonoanaloghi
aquelli
ottenuti daquell’Antore
peruna singola equazione
differenziale linearedi ordine 2í . 1
Premettiamo in
questo
numero alcuni teoremi relativi alla coercività di formeassegnate
su unasemiretta~
su unsemispazio
e su unasemisfera,
che ci saranno utili successivamente.
Sia r una variabile reale
e R+1 il
semiasse dellex > 0.
Indichiamo conói~
la classe dei vettoricomplessi, componenti,
di classe 1 inR3-
eivi di
quadrato
sommabile con la loro derivataprima :
Per
ogni coppia
divettori u,
v Eét
consideriamo la forma(3)
’dove le
rhk
sono matrici costanticomplesse
di ordine n.TEOREMA
(1. I)
- Condizioitesufficiente perchè
(c >
0indipendente
da2~)
nella classe vettori u E~1
nulli =che per
ogni
numero e petoogni
vettorecomplesso 11
«(’Y}t ,
...,rln)
risulti ,
Infatti se u E ed è nullo per x =
07
sipuò prolungare
su tuttol’asse reale
R+ ponendo u
« 0 per x 0 in modo che 2~ E H1(R1)n
e ilvettore u,
cosprolungato,
ammette un trasformato di Fourier 2().
Allora1
nell’ipotesi
chevalga
la(1.5)
si ha:TEOREMA
(1. II)
- Condizionesufficiente perchè valga
la(1.4)
inêt,
èche
valga
la(1.5)
e inoltve .per
ogni
2~ Ecf,
non identicamentenullo,
soluzione del sistemaInfatti
l’ipotesi (1.5) implica
che per un 1 realequalunque
siaper cui se cerchiamo un sistema fondamentale di soluzioni di
(1.7)
deltipo p con P
vettore costante e ~, numerocomplesso, l~equazione
« caratte-riF3tica » cui si
perviene
nonha,
in virtù di(1.8),
radici reali.Siano
allora 21 Â2 ,
,.. ,9 Ah le
radicidell’equazione
caratteristica aventiparte immaginaria positiva,
dimolteplicità rispettivamente
_P 1 P21 ... ~ ph conP1 + P2 + ... + Ogni
vettore v Eci
soluzione di(1.7)
sipuò
scri-vere nella forma
con
cj
costanti numeriche edoc~
vettori acomponenti polinomiali
digrado (_1,) ( j 1 y 2 ... h) .
Dimostriamo cheogni vettore
sipuò
decom-porre nel
seguente
modo :con v del
tipo (1.9)
e e nullo per x = 0 . ,Infatti
il vettore v si determinaimponendo
che sia deltipo (1.9)
e chesoddisfi alla condizione
Si osservi che la
(1.11)
determina univocamente lecostanti cj ( j = 1 , 2 ,
... ,n)
inquanto
lamatrice il
a;;(O) 1I~(i ,j = 1 , 2
...h)
ha caratteristica h altrimenti esisterebbe unvettore v ,
1 nonnullo,
deltipo (1.9),
soddisfacente la condizionew (0) = 0 ,
1 il che è assurdo.Determinato v nel modo ora
detto,
il vettoreÙo
si ottiene per differenza:Osserviamo ora che
la
condizione(1.6) implica
cheossia il
primo
membro è una forma hermitiana definitapositiva
nelle~c~~
(j = 1 , 2
-h). Quindi
perogni v
deltipo (1.9)
si avrà :Tenuto conto della
(1.10)
si ha perogni
e
poichè,
come si prova con immediateintegrazioni
perparti,
ac1’ (uo ~ v)
= 0si ha la tesi in virtù della
(1.12)
e del teorema(1. I).
OSSERVAZIONE. - Alla condizione
( 1.6)
sipuò
dare una fnrmaalgebrica.
Supponiamo
persemplicità
che le radicidell’equazione
« caratteristica sianosemplici (a
un risultatoanalogo,
sia purepiù complicato,
si arriva an- chenell’ipotesi contraria)
e siano,1 22
...Àn quelle a parte immaginaria
po-sitiva.
Ogni
soluzione di(l.7)
sipotrà
scrivere nella formacon ej costanti arbitrarie e vettori costanti
opportuni.
Diqui,
tenutoconto che
si ha :
I
(1.6) squivale
adaffermare
che la(1.13)
è>
0 perogni
vettoreC2 , ... ,
cn)
non nullo.Passiamo ora a
forme,
sempre a coefficienticostanti, assegnate
in unsemispazio
adn >
1 dimensioni. Indichiamo conR à
ilsemispazio
dellee con
~;t
la classe di vettori ad ncomponenti
definiti inR+
ivi diclasse 1 e di
quadrato
som inabile cou le derivateprime:
In
~;t
consideriamo la formadovo le
Fhk
sono matrici costanticomplesse
di ordine n.Dimostriamo il
seguente
teorema:TEOREMA
(1. III).
Condizionesufficiente perché valga
la relazioneper
ogni
u Eê;t
èche,
per-ogni ’
vettore unitarioreale;
=(;1 , 2 7 ~n-i)
9la
forma
-
¡verifichi la
relazione(1.4)
perogni f (t)
E~1 uniformemente rispetto a ~ (4).
(4) Qnesta idoteei non è essenziale e si può eliminare mediante il
ragionamento
espostoda
Agmon
in[1]
n. 5.’
Indichiamo con p e q di numeri interi
positivi,
la forma(1.14)
si
può
anche scrivere -,
dove
Fpq
=Fhk
per p =(òf)
e p =(òÌ) .
Poniamo ancorap* = (~i ?
P2, ...... , =
(q1 ,
q2 , ..., x~ =(Xi’
X2 , ... , = xn sicché i lgenerico punto x
ERn
sipotrà
scrivere x «(x*, t) ;
sia infine va- rietà t =0 ,
cioè la varietà deipunti
x*.-
Per
ogni
vettore indichiamo conu (, t) ! 2 (1, ...
... ,
~n-~ , t)
11 suo trasformato di Fourierrispetto
alle variabili x2’ ......, cioé
rispetto
a x*.Si ha allora per la formula di Parseval:
dove è un vettore
unitario,
e, fissatoAllora per
l’ipotesi
del teorema(con
c>
0indipendente
daù)
cioè la tesi. ,COROLLARIO. - Il teorema
(l.III)
sussiste inparticolare
se laforma (1.15) soddisfa
le condizioni del teorema(1.II).
n
Indichiamo ora con cr, la semisfera
Ì 1
.:z---r2,
x,,0
econ c;to
la, sot-toclasse di dei vettori che sono nulli fuori di 6r .
In élo
consideriamo la formadove le
Bhk (x)
sonomatrici,
di ordine n, continue in Qr . Usando le nota,zioni introdotteprecedentemente,
dimostriamo ilseguente
TEOREMA
(l.IV).
Condizionesufficiente perché
laforma (1.16)
sia coercivasu
cto
è che1°)
perogni
x* E orfl (xn
=o)
laforma
acoefficienti
costantiverifichi
leipotesi
del teorema(1.111).
2°)
perogni coppia
di realeed q complesso
e perogni
valorex E or sia
con c
costante >
0indipendente
da x.Possiamo intanto affermare per
l’ipotesi 2°)
e in virtù di un ben notoo
risultato
(cfr. Garding [9]
eNirenberg [15])
che esistono due costantiposi-
tive c~ e C2 tali
che, qualunque
sia 2~ E x,veutesupporto interno s a
or ,Supponiamo
allora che ilsupporto
di abbia almeno unpunto xó
in comune conl’iperpiano xn = 0
e il diametro diquesto supporto
siadi un
prefissato
Indicata con la semisfera-
x~12 -~- x~ 82, x~, > possiamo
scrivere :Sia il comiiiie modulo di continuità delle mnatrici
Bhk
in or, cioèDalla
(1.19)
si haallora,
tenuto contodell’ipotesi 1°),
dove c3 , C4 sono costanti
>
0indipendenti
Poichè co(e)
è infmitesi nocon e , scelto t5 suflicienteinente
piccolo, ~
Cbo ,
si ha(e.
cost.> 0)
Sia ora u
un
vettorequalunque
dif~
ed~h~ (i = 1, 2 ~... ~ nh)
un sistema di funzioni infinitamente derivabili in aventisupporto
di dia-metro minore
di b
e tali 111 6r . Sipuò
allora scriveredove in
Q figurano prodotti
della u per derivate della d’ordine ~ 1 . Tenuto conto di. ciò e del fatto che e hasupporto
di diametro~o ,
si ottiene(è6,
07 costanti ~0)
da cui la
tesi,
OSSERVAZIONE. - Alla forma
(1.16)
resta associatol’operatore
diffe-renziale lineare del secondo ordine
’
Ricordiamo (cfr. [15~ ~ (N))
chequesto operatore
si dice ellittico in Or se perogni
vettorereale ~
==(~1
...~n)
equalunque
sia x ESi dice invece che
(1.21)
è(uniformemente) fortemente
ellittico in Gr- se perogni coppia
di vettori~
-(~,1... ~,n)
reale(r~~ .. , complesso,
si i hacon c costante
~
0indipendente
da x in 6r .Allora
l’ipotesi 2°)
del teorema(1.IV) equivale
a supporre chel’opera-
tore
(1.21)
associato alla forma(1.16)
sia fortemente ellittico in Or. Osser- viamo chequesta ipotesi
è anche sufficiente per assicurareche,
perogni
la forma
(1.17)
è tale che lacorrispondente
forma(1.15)
verifica la
(1.5).
Infatti seB (u)
è fortemente ellittico in o,, perogni
fissatox*, detto ~ _ (~1... ~n-1)
un vettore realeunitario, 1
un numero reale edi) un vettore
complesso qualunque,
si avrà(c
costante> 0)
2. - Siamo ora in
grado
di studiare la coercività della formaa (2~, v)
sn
W(Q)n . Quanto
ora diremo si riferiràal
caso delproblema misto;
tratteremo successivamente il caso del
problema
di trasmissione.Vogliamo
dimostrare ilseguente
teorema.TEOREMA
(2.1)
- Condizionesufficiente affinchè
la siacoerciva su W che
-
1 °) l’operatore
A(u)
._ -Ihk Dh (Ahk Dk u)
abbiacoefficienti
continuiin li e sia
fortemente
ellittico in D2°)
esista unsottoinsieme rrperío
ô. D di 9 di classe1,
che contienetale
che,
perogni punto
xo Ea S ,
detto v il della normaleinterna a
8* D
in x , ie ;
ungenerico
versoreortogonale
a v, siapet-
ogni
vettoref (t)
E non identicamente nullo, solitzioite delPer
l’ipotesi 2°)
fissato comunque esiste un intorno taleche è trasformato da un omeomorfismo di classe
1, ~==~(~)y
inuna
semisfera r - z C r2 n 0)
in modo tale cheI (Xo)
fl 8D vengatrasformato 111
~f1(~==0).
Dia~ S~
saràricoperto
da un numero finitodi
questi intorni,
siano ... , =Ih f1
li~==1~2~...~)
esisterà altres un sistema
(.)?)} (i =1,1... Ul)
di funzioni infinitamente derivabi1i in O ai(x)
~1,
ognuna dellequali è
diversa da zero solom _
in uno
degli C¡;h
e tali cheJ~o~== 1
in tutti ipunti
di un intorno di1
_____
a2 S~ .
Alleai (x) aggiungiamo
la funzione2013~o~
laquale è
infini-tamente derivabile in ti e nulla in un intorno di
82 D.
Supponiamo dapprima U
Eallora,
con unragionamento già applicato
nel teorema(1.IV),
si dimostra che(c~
> O eindipendente
dau)
Poichè ao u E
(S),
per17ipotesi
fatta su A(u)
sipuò applicare
uno
noto risultato di
Garding-Nirenberg (cfr. [9]
e[15]),
e siha, qualunque
siau E
(D, Rn)n,
s(02
e c3 costantipositive indipendenti
da2~).
Consideriamo ora la classe dei vettori miit
(i 2 1)
al variare di u ine
supponiamo
per issare le idee che sia nullo inl’omeomorfisino di classe 1 che trasforma
gh
nella semisferaOr «
{. 8( r2 , en
>0 poniamo
Ì i O poniamo
Or
(i ’ i i2
---r2, »
:t) poniamo
e indichiamo éon
r~~~ (a~ u~, a~ u~)
la trasformata della forma~(o~~o~~),
cioè
Osserviamo ora che se
at 2c~ E
eche,
per leipo-
tesi
1°)
e2°)
del teorema, e laregolarità
laforma
(2.5)
verifica leipotesi
del teorema(1.IV) ;
esistonopertanto
duecostanti
positive c4 e
°5’indipendenti
da u eda i,
tali che perogni
sia
da cui
(C4
e e 5 costantipositive indipendenti
da2~) ,
Dalle
(2.3), (2.4), (2.7),
si ottiene7 C89 o. costanti
positive indipendenti
da2~).
Tenuto conto che00 (D, Rn)"
è denso in W u dalla(2.8)
segue la tesi.Abbiamo cos data una condizione sufficieate per la validità in W’°
della
maggiorazione (1.1)
laquale
è utilequando
si studi ad es. unproblema
di
tipo
misto.OSSERYAZIONE I. - Se
supponiamo
cheQ ,
oltre a soddisfarel’ipo-
tesi del teorema
(2.1)
sia anche di secondotipo [cfr. (N)
n.2]
cioè che perogni u
E W ~ -con c costante
positiva indipendente
allora dalla(1.1)
e(2.9)
si ha’ che se c co c la
foi-ma a (u , v) è fortemente
coerciva Wn.OSSERVAZIONE II. - Consideriamo
questo
casoparticolare : Q
siadato dalla semisfera Or i
C r2~ 0) ~ al
eImpera-
tore
~1 (2~)
abbia coefficienti costanti. Ivettori
2~ ERn)n
si possonoprolungare
in tutto ilsemispazio
x,,: 0ponendoli
= 0 fuori di Or egli
2~, cosprolungati, appartengono
a ~1IR+)". Ebbene,
se laè coerciva
(ad
es. se verifica leipotesi
del teorema(1.III)) allora,
con unragionamento analogo
aquello
fatto daAguion
in[1]
n.5,
si dimostra chesussiste la
maggiorazione
per
ogni
epoichè D
è evidentemente di secondotipo
la(2.10) permette
diapplicare
il teorema(4.11)
di(N).
Queste
osservazioni lascianocapire
che i risultatiprecedentemente stabiliti,
anche nel casospecifico
del sistemadell’elasticità~ qualora applicati
a
particolari domini,
possono assicurare la validità dellamaggiorazione (4.2) - (N)
inipotesi
sulparametro x
anchepiù generali
diquelle
che sidanno usnalmente z
n -
2 . cfr.(N)
iu. 4danno usualmente
n-2
cfr.(N)
n.4 .
danno usualmente’
X>
cfr.(N)
ll.4 .
OSSERVAZIONE III. -
Supponiamo
che t(ulv)
sia coerciva suDalla
(I.1 )
sih4 allora,
perogni
2~ E(Q, Rn)n,
e di
qui,
perchiusura,
si ottiene che la(2.11)
vale anche perogni
2~ E V n.Discorso
analogo
sipuò
farese ; (u, v)
è fortemente coerciva suCDO (ti, Quindi
i teoremiprecedenti
servono anche per stabilire laiitaggiorazione (2.11)
irc V I.Se Q oltre t’
soddisfare l’ipotesi
del teorema(2.1)
è anche di Itipo,
cioè per
ogni
u E ~’~ ~ - ~(C >
0indipendente
dcru)
e se e co c laforiita
a(u, v)
è«fortemente
coer-civa » su V" nel senso che per
ogni
u E V" vale lamaggiorazione
da cui segue immediatamente la
(3.5) - (N)
e il teorema di esistenza(3.1) - (N).
3. - Il teorema
(2.1)
non è utilizzabilequandó
sivoglia
studiare ilil
problema
di trasmissione(per
la nomeiiclatura cfr.(N) prb. (IV-I)) perchè
in tal caso sui coefficienti
dell’operatore
~1(2~)
non sipuò
farel’ipotesi
chesiauo continui iu
tutto D
ma soltanto che sianocontinui separatamente
inS~1
eQuindi,
se si vuol dare una condizione di coercività inWn,
per la
forma a’ (
utilizzabile nelproblema
di itrasmissione, bisognerà
dimostrare un teorena
analogo
al teorema(2.1)
uella solaipotesi
sui coef~ ,fieieuti di A
(2~)
che siano continuiseparatamente
inS~1
eD2.
Perquesto
è necessario iminnzitutto
completare
i risultati del n. 1 nel senso che oramostreremo.
Indichiamo
con (5
la classe dei vettoriu(t)
a 2n.componente
definitisul semiasse reale tali che ’
Con
ragionamento analogo
aquello
svolto nella dimostrazione del teo-rema
(1.11)
si prova che .TEOREMA
(3.1).
- Condizioneperchè
laformcx
dove le
f hx
sono matrici costanticomplesse
di ordine 2 n, siafortemente
coer-civa
in C
èche,
perogni
numero reale A e per-ogni
vettorecomplesso
Il ==: ... , risulti
(c
cost.> 0)
e inoltreper
ogni
vettore u Ec,
non identicamentenullo,
soluzione del sistemaIndichiamo
poi
cone*
edéf
leseguenti
classi di vettori : ,ê*
è la classe dei vettori ucomponenti definiti
nelsemispa,xio
RÌ
tali che,
(5) Questo è da intendersi che per ogni xo E Z esistono i
limiti
di quei coefficienti al tendere di x a xo inDi
oppure inS~2
ma tali limiti non sono necessariamente uguali.(5*
è la sottoclasse dic*
dei vettori che sono nullifuori
una~r2~~~a~~~.
Si
possono alloradimostrare,
con lo stessotipo
diragionamento
usatonel n.
1,
iteoremi, analoghi
ai teoremi(1.111)
e(l.IV),
che siottengono
daquesti
ultimi sostituendo nelle formeF(u , v)
eB (u, v)
e nelle varieipotesi
le matrici
.Fhk
eBhk
conanaloghe
mati-ici d’o?°dine2n,
e la classi di vettoric;t
eE-10 rispettivamente
con le classic*
edét
ora introdotte.Sfruttando
questi
risultati e naturalmente i teoremi del n. 1 sipuò
dimostrare il
seguente
teorema.~
TEOREMA
(3.11)
- Condizionesufficiente affinchè
lau}
siacoerciva szc
W(Q)n
è che1°) gli operaatori Ai (u) Zhk Dh u) (i = 1, 2)
abbiano icoef
_
1
ficienti
continui inQi (i = 1 , 2)
e siano ellittici2°) valga,
sua2!! l’ipotesi 2°)
del(2,1) fatta
eccezione alpiù
per i
punti
dia2 ’Q U
’
3°)
I sia tocal mente di classe 1 e pei.ogni punto
xo interno a21
detto v il versore della nor1nale in xo
(orientato
sempre verqo l’interno diQ,
o sempre ver,,qo l’interno d iQ2) e ;
un 1’ersoreortogonalé
a v , siaper
ogni f E C ,. non
ideticamentenullo, 8soluzione
del sistemaf 1
==~.f1 ~
... ,f 2 = ~_f a-I-1 ~
...4°)
perogni punto
xo E Iesista
un intorno tale che perogni
u E W(~)1a~
nullo in Q - -1(x°), valga
la~(1.1) (6).
°
(6) Osserviamo che la condizione 4°) è sicuramenta verificata nei segnenti due casi :
1°)
esiste un e-intorno Ie (e > 0)dell’insicme n èJ{J
tale che per ogni punto di In ,i2a
( = 1 2 ) e P er ogni n-pla di numeri complessif x2
si abbiac8n a cost. > 0 indipendeute da x
2°) e sono suffcientemente regolari nell’intorno dei punti di
n
inmodo che per ogni punto esista un intorno I (xo) di Xo e un omeomorfismo i
di classe 1 che muta nella semisfera
[~’~~~~~~0]
e In li2 nella
i
semisfera ~z ~2 c r2 , ~qs ~ 0 f .
La dimostrazione si ottiene
ricoprendo
U ~ con un numero finito di intorni tali se xo è interno aB2Q
flBili (i =1, 2)
esista un omeo-morfismo di classe 1 che muta
I (x°) nDi
nella semisfera(-Y r2 ~u ¿ 0~ ;
se- xo è interno a I esista un
omeoniorfismo
di classe 1 che mutaI(xo) fl Ò
nella sfera o,.
~¡ C ~~2~ ,
se xo E nel l’intorno sia verificatal’ipotesi 4°)
del teorema. Siprocede quindi
come nel teorema(2.1), precisa-
mente se Xo è interno a
aDi (i~ = 1 , 2)
si sfrutta o ancora i teoreiiii del n.1,
se si sfruttal’ipotesi 4°),
infine se xo è iuterno a ¿ siappliea
un’ulteriore « trasformazione per simetriarispetto
alpiano $,, = 0 »
la
quale
muta a, nella semisfera(~~, ~~ C r2 ~ ~"
>01 e fa corrispondere
biunivocameute ad
ogni
,coppia
di vettori ad ncomponenti,
definitirispet-
tivamente in Qr
n(~,, ,-~ ò)
e a,.n (~"
~0) ,
un vettore a 2ncomponenti
de-finito in
Dopodichè
siapplicano
i risultati dati inquesto
numero.Osserviamo infine che anche nel caso che Q sia un
aperto
non limitatosi
pone
ilproblema
di dare delle coudizionialgebriche
per la validità dellemaggiorazioni (6.9)
e(6.10) - (N).
In entrambi icas , però,
ci si riduceagli analoghi problemi già
studiati peraperti
limitatidecomponendo Q
inuna successione di insiemi
limitati, disgiunta
ognuno deiquali
hafrontiera sufficientemente
regolare (7).
°
~
CAP. II
TEOREMI ESISTENZIALI E TEORIA DI RIESZ PER
L’ OPERATORE
~(~)-)-~.
,4. - Come nei numeri
precedenti supponiamo
che D sia un insiemeaperto,
limitato e connesso dellospazio Rn;
consideriamo1’oheratore
dove À è un
parametro complesso
e d(u)
è dato dalla(1.1)
odalla,
n
A
(u)
= -Ihk Dh ( Ahk Dk U) ,
secondo che comeoperatori
elementari sii
scelgono gli
oppure le derivateAnche per
l’operatore (4.1)
sipuò sviluppare
uno studio deiproblemi
al contorno misto e di trasmissione
analogo
aquello
fatto nelCap.
II di(7) Ciò è senz’altro possibile se la frontiera, di D è suffioientemente regolare.
(N).
Basterà sostituire alla considerazione delle forme a(M v) e ;;(U ’v)
quella
delle nuove forme associateall’operatore (4.1)
e,
rispettivamente,
Con lo stesso
significato
dei simboli e nelle stesseipotesi
sui datif,
d e 8 che si son fatte neiproblemi (3.1)
e(4.1)
di(N)
si possono dimostrare iseguenti
teoremi di esistenza ed unicità :TEOREMA
(4.1)
- Se c’è una 0 tale che perogni v
E vnallora
eBiste
uno ed uai solo vettore u E che risolvel’equaziorie
pel-
ogni
v ETEOREMA
(4.11)
- Se c’è una costantect >
0 tale chequalunque
v E W?%allora esiste uno ed solo vettore a E che
risolve l’equazione
per
ogni
v ESi
potrebbero
anche enunciare teoremianalogli
ai teoremi(3.11), (4.11), (4.111)
di(N).
Facciamo invece
qualche
osservazione sulla validità dellemaggiorazioni (4.4)
e(4.6) :
Innanzitutto se ,~ è di
tipo
o di secondotipo, rispettiva mente,
c’èequivalenza
tra lemaggiorazioni (4.4) e,(4.5)
e leanaloghe
che siottengono
sostituendo nei secondi le1B
eIL
con le111 111 e Il 111’
l~tquesto
casoquindi
le condizionialgebriche (3.7)
e(4.7) di (N)
2. Annali della Scuola Norm. sup.. Fisa.
sono
sufficienti
agarantire
la validità dellemaggiorazioni (4.4)
e(4.6),
comegià
si è visto nei nn. 3 e 4 di(N).
Anche i. risultati ottenuti nel
capitolo precedente
possonovantaggiosa-
inente
applicarsi
allostudio
della(4.6)
attraverso ilteorema
che ora dare-mo e osservazioni
analoghe
aquelle
che abbiamofatto
nel n. 2.TEOREMA
(4.1)
- Se la(u , v)
è coerciva in Wn allora perogni
, aventeparte
realesufficientemente grande
laforma (4.3) verifica
la(4.6)
e vale il(4.11).
Infatti,
nelleipotesi poste,
si ha dalla(1.1)
da
cui,
se~, ~
2, 5. -
Riprendiamo
ilproblema
considerato nel numeroprecedente (5.1)
- Trova1’e un vettot’e U E tale che perogni
v E wn siaAl
proble1na (5r1)
èpossibile applicare
la teoria di Riesz-Fredholm egiungere
cos a un dell’altet-nativa. Per iltipo
dira,gionamento
bennoto che è necessario
seguire
r nviamo a Lions[10]
n. 4 limitandociqui
a dare i risultati. Osserviamo solo che il termine in
più
chequi
si presen- ta(’d, v ~
nonporta
sostanziali modifiche alragionamento
trattandosi diuu funzionale lineare e coutinuo su Wn.
Facciamo le
seguenti ipotesi.
il)
la,forma a (u , v)
siaWn-ellittica,
cioèverifichi
la(4.6)
perogni
v E Wn .
i2) ’~
C L2(Q)" C Q’
i3)
di W n inQ’
ècomp letaments
continua.Si osservi che se ad
esempio Q - Q’
« L2(S~)n,
ed Q è u1tape1’to
diSobolev, l’ ipotesi i3)
è seitzlalt -ope1’chè
l’iniezione di H’(Q)n
inL2
(Q)n
ècompletamente
continua(cfr. Deny-Lions [4])
e W n è chiuso in H 1Diremo
problema aggiunto
delproblema (5.1)
ilseguente
Pr.
(5.11)
- Trovare un vettore u E Wn tale che perogni
vE Wn 8iacon
f’
EQ’
e8’,
v> funzionali
lineari e continuo inWn,
nullo s2c(p)n
.Dai
problemi (5.1)
e(5.11)
siottengono
icorrispondenti problemi
« omogenef»
assumendo nulli i secondi membri in(5.1)
e(5.2).
Si possono allora dimostrare i
seguenti
teoremi.TEOREMA
(5.1)
- Condizione necessaria esufficiente affinchè
il_probleȒa (5.1)
am1netta una e una sola soluzione è che ilcorrispondente problema
geneo abbia solo la soluzione nulla. Di
più, gli
autovalori delproblema
omogeneo
formano
un insieme nume’t’abile.Se , è un autovalore per il
problema (5.1)
omogeneo esso lo è anche per il omogeneoaggiunto
ein corrispondenza questo p1’oblema
ammette2in numero
finito (che
va1’ia con,)
di autosoluzioni linea,rmenteindipendenti
21Z
Wn ;
siano2V~1~ ,
@2U~2~ , ... w(v).
Il
problema (5.1)
ha inquesto
caso soluzione se e soltanto seSi
può dimostrare,
dipiù9
che :TEOREMA
(5.11)
- Se la(u , v)
è hermitianacr (u ,
=2’ (v, u)
perogni
u , V EWn,
allora lospettro
delproblemna (5.1) (e quindi
delproble1na omogeneo aggiunto)
è costituito da uninsieme numerabile di valori reali
Il sistema delle
autofunzioni corrispondenti ’determinato
univocamente dalla condizione diformare
un sistema ortonormale in L2(il)n,
èc,ompleto
in.L2
(,Q)n@ mentre
,
Ý
U(i)
À.,: L j
è- ortonormale ecompleto
irispetto
al pro-dotto scalare Z (2~ ~ v).
’
La teoria di
Riesz-Fredholiii,
e ingenerale quanto
detto sopra si ap-plica
naturalmente anche alseguente problema,, analogo
del Pr.(5.1).
Pr.
(5.111)
- Trovare un vettore u E vn tale che perogni
V E vn .(f
EQ’ e d , v > funzionale
lineare e continuo su vn nullo Si£(8) Il che comporta che l’operatore A (u) --’ -
Ihk Dk (Ahh Dku)
sia àutoaggiunto;vedasi, ad il caso dell’operatore dell’elasticità.
Anche in
questo
caso si arriva a teoremianaloghi
ai teoremi(5.1)
e(5.II),
naturalmente leipotesi i1)
ei3)
dovranno essere sostituite con leseguenti :
i4)
la(u, w)
siae
i5)
l’iniezione di Vn inQ’
siacompletamente
continua.Un interessante
problema
è senza dubbioquello
di dare delle condizioni sufficienti an nchèvalga
lai5).
La
i5) è
senz’altroverificata assunto Q
=Q’
«L2 (Q)n,
nel caso cheQ sia di Sobolev e di terxo
tipo (cfr. (N)
n.1)
in virtù del fatto che vn = W‘’~e di
quanto
si è osservato aproposito
dellai3).
Voglio qui segnalare
un altro caso in cui lai5)
è senz’ultroverificata,
intendeudo di assumere
sempre Q - Q’ .L
TEOREMA
(5.111)
- che Qgoda
dellaproprietà
di einoltre sia tale che esista un numero reale
q >
2 per cui10)
V C Lq(D)n
2°)
11 iniezioite diV (Q)n
in Lq(!~)’n
ècoittiitua,
cioècon c
>
0indipendente
da perogni
lTn.Sotto
queste ipotesi
l’iniezionedi V (fJ)n
in L2 ècompletamente
Sia
(u)
un insieme di vettori di Vn aventi normeeqnilimitate;
iiecessariameiite anche le norme sono
equilimitate;
allorapèr
unnoto teorema di M. Riesz
(8’)
basterà provare che si ha uniformemente(con
4 x vettoregenerico
diRn
e dove si intende che u(x +
4x)
- 0se x
+
4 x sta fuori di[)
per avere che(u) è compatto
inL2 (Q)n.
Sia
mna successione di sottoinsiemiaperti
di il dotati dellaproprietà
di couo > invadenteD,
> e tale cheSw
abbia distanza> 1
v
(8’) M. RIESZ - le8 compacts de fonotion8 8omtnable8» Acta lett. ac. Se.
Regiae Universitatis Hungariae F. J. Sectio SC~ Mat.
(Szeged),
6, 136-143’ - (1932-34).da b S~. Sarà allora
Dalle
ipotesi 1°)
e2°),
tenuto conto dellarelazione,
valida perogni
11 E L2
(cfr.
la(3.5))
di[81,
si ha che
gli integrali f i u i’- d x estesi a porzioui
di D risultano equinsso-
lutaineute continui e
dunque
uniformemente
rispetto
al vettore A x.Notiamo
che per x ESw
e ilsegmenta (x,
x+ A x)
è- v
)
tutto contenuto in S.
Fissato allora d x nel modo ora
detto, operiarno
ima rotazionedegli
assix -~ ~
tale che(i fissato)
abbia la direzione e il i verso del vettore A x. Si ha :E
poiché
lenorme Il 1B0 e ili II1
sono invarianti per rotazionedegli assi5
sarà anche -
Di
qui,
sominandorispetto
a i e tenendo conto(5.6),
si ha la(5.5)
equindi
la tesi.Le
ipotesi 1°)
e2°) equivalgono
a supporre che j0 sia tale che inVn(Q)
si possano dare
maggiorazioni analoghe
aquelle
di Sobolev per lospazio
H1Le
ipotesi
da farsi su Q e la determinazionedell’esponente q
massimo(che
naturalmente nonpuò
superarel’esponente
di Sobolev per g1cioè
2 n 2
sonoproblemi
cherimangono aperti
e suiquali
conto di ritor-20132
IOnare in un
prossimo
lavoro.CAP. III °
REGOLARIZZAZIONE
6. - Ci occuperemo ora del
problema della regolarizzazione
delle solu-i
zioni «deboli » del
problema
misto e ditrasmissione
perl’operatore
A(u)
per i
quali
in(N)
si sono dati i teoremi esistenziali,Applicheremo
unprocedimento
cui vari Autori(tra
iquali
ricordiamosopratutto Friedrichs, Nirenberg, Browder, Aronszajn-Smith, Stampacchia)
hanno
portato
il lorocontributo ;
3precisamente
noiseguiremo la
rielabora-zioue che di esso è stata di recente fatta per
equazioni
differenziali lineari di ordine 2m in[12] (nn.
10e 11).
L’estensione dei risultati di
[12]
al casodegli operatori
vettoriali che ci interessano è immediata per cui ci limiteremo a richiamare i risultatisoffermandoci
solo suquei punti
ove la trattazionegenerale
sisemplifica ò
si modifica. Perogni dettaglio
rinviamo fin d’ora al lavoro[12]
citato.Per idee nel
seguito
supporremo che u sia soluzione del pro- blema(4.1)
-(N)
dato il carattere locale deiragionamenti
ched’ora che i risultati che sono validi anche
per le
soluzionidei
problemi (3.1), (6.1), (6.11)
di(N).
Teniamo conto inproposito
diquanto
detto nei nn. 2 e 6 di
(N).
,Sia wo
== ... ,x0)
unpunto
interno ad ~2(nel
caso delproblema
ditrasmissione Xo interno a
0 2013 ~)
e a, una sfera di centro xo’raggio
r, interna ad Q[aQ - 1].
Supponiamo
che cioè che soddisfi la(4.2) -(N).
Si hannoquesti
lemmi : ,LEM.MA