A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
S ILVIO C INQUINI
Problemi di valori al contorno per equazioni differenziali (non lineari) del secondo ordine
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 2
esérie, tome 8, n
o1 (1939), p. 1-22
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PER EQUAZIONI DIFFERENZIALI (NON LINEARI)
DEL SECONDO ORDINE (*)
di SILVIO
CINQUINI (Pisa).
In una recente Nota
(1)
mi sonooccupato
diproblemi
di valori al contorno relativi ad alcunitipi
diequazioni
differenziali ordinarie nonlineari,
ed ho messoin rilievo
che,
sottoopportune condizioni,
l’esistenza della soluzione di tali pro- blemipuò
dimostrarsirapidamente, quando
si riconduca talequestione
ad unproblema
di Calcolo delle Variazioni e si faccia uso dei teoremi di esistenza del- l’estremo forniti dai metodi diretti.Anche il
presente
lavoro è dedicato aproblemi
di valori al contorno relativi adequazioni
differenziali ordinarie(non lineari),
ma il metodoseguito,
che sigiova
di considerazioni di carattere
elementare,
ècompletamente
diverso daquello
dellaNota
precedente
epertanto
riesce utile sotto condizioni differenti daquelle
dellacitata Nota.
Dei
problemi
inquestione
si sonooccupati parecchi
Autori fra iquali,
oltreal PICARD e al
NICCOLETTI,
sono da citare C. SEVERINI(2) ,
R. CACCIOPPOLI(3)
e G. SCORZA-DRAGONI
(4).
(*) Lavoro eseguito
nel
Seminario Matematico della R. Scuola Normale Superiore di Pisa.(~) S. CINQUINI : Sopra i problemi di valori al contorno per equazioni differenziali non
lineari. (Bollettino Unione Matematica Italiana, A. XVII (1938)).
(2)
C. SEVERINI: 9opra gli integrali delle equazioni differenziali ordinarie d’ordinesuperiore al primo, con valori prestabiliti in punti dati. (Atti della R. Accademia delle Scienze di Torino, Vol. XL (1904-1905), pp. 853-869).
(3) R. CACCIOPPOLI : Un teorema generale sull’ esistenza di elementi uniti in una tra- sformazione funzionale. (Rend. R. Accademia dei Lincei, Vol. XI (1930), pp. 794-799). - Sugli elementi uniti delle trasformazioni funzionali: un’osservazione sui problemi di valori ai
limiti (idem, Vol. XIII, (1931), pp. 498-502).
Altri lavori dello stesso A. trovansi nei Rend. del Seminario Matematico di Padova,
Vol. III (1932) e nei Rend. del Seminario Matematico di Roma, Vol. I (1931-1933), Parte I.
(4) G. SCORZA-DRAGONI : Il problema dei valori limiti studiato in grande per gli inte- grali di un’equazione differenziale del secondo ordine. (Giornale di Matematiche di Batta-
glini, Vol. 69 (1931), pp. 77-112 e Mathematische Annalen, Vol. 105 (1931), pp. 133-143).
A prcposito di teoremi relativi ad un problema ai limiti per un’ equazione
differenziale del secondo ordine. (Rend. R. Accademia dei Lincei, Vol. XXII (1935), pp. 44-48).
Annali della Scuola Norm. Sup. - Pisa. 1
Quest’ultimo
Autore si èoccupato
delleequazioni
del secondoordine,
per lequali
hadato,
fral’altro,
ilseguente
teorema :Se
T(x,
y,y’)
è continua e limitata nel cilindroe se
l’equazione
ha
ys (x)
ey2 (x)
comeintegrali
in tuttoa -:-:::~ x -:-:::~ b,
essa ammette sempre unasoluzione, yo(x),
per laquale
siaLa dimostrazione di
questo
teorema data dall’Autore(dimostrazione
che vaopportunamente
corretta(6))
sfrutta un teorema diunicità, provato
nella Notastessa,
ed è basata su un risultato ottenuto dal CACCIOPPOLI con considerazionitopologiche,
cheparecchi
anniprima
avevano introdotte BIRKHOFF e KELLOG.Il
CACCIOPPOLI
consideral’equazione differenziale
dove
F,
definita per a x --b,
e perogni
sistema di valoridegli
altri argo-menti,
è continua elimitata,
e dimostra che esistonointegrali dell’equa- zione (II)
assumenti in npunti qualunque
valoriprestabiliti.
Quest’ultimo
Autore si occupa anche del caso, in cui la funzione F non sialimitata,
ma,posto
uniformemente
rispetto
ad x,imponendo
per condizioni al contorno unaqualunque
diquelle
valevoli a determinare unpolinomio
digrado
n-1.Nel
presente
lavoro mi propongo, innanzitutto,
di dare una dimostrazione di carattere elementare(’)
del teorema sopra citato delloSCORZA-DRAGONI, ripren- dendo,
conopportuni accorgimenti,
il metodo del SEVERINI che si basa sulla consi- (5) Vedi luogo cit. per ultimo in(4),
pag. 45. Nelle due ultime disuguaglianze di taleenunciato vi è una svista tipografica ed esse devono essere sostituite da quelle da noi sopra scritte.
(6)
Infatti le funzioni y,y’)
ey’) -
contrariamente a quanto afferma l’A. -non sono sempre crescenti rispetto ad y, perchè la y,
y’)
non è supposta diversa da zero.(7)
Rileviamo che anche lo SCORZA-DRAGONI dà una dimostrazione elementare di un caso particolare del teorema sopra riportato : nell’ ipotesi che lafunzione p
soddisfi alla condizione di LIPSCHITZ rispetto alle y ey’.
(Vedi luogo cit. per secondo in (4), pp. 137-138).derazione di
equazioni
differenziali il cui secondo membroapprossima
il secondomembro della
(I)
ed èlipschitziano (l’approssimazione
vienefatta,
in tuttoil § 1,
mediante funzioni razionali
intere, opportunamente
modificate per valori sufficien- tementegrandi
dellevariabili):
ciòpermette
di condurre la dimostrazione in modo da non averbisogno
di ricorrere al criterio di BIRKHOFF eKELLOG, (usato
inseguito
anche dalCACCIOPPOLI),
sull’esistenza di un elemento unito in unatrasformazione funzionale.
Il metodo che ho
seguito
per dimostrare laproposizione
dello SCORZA-DRAGONIpermette
di dareparecchi
nuoviteoremi,
alcuni deiquali
estendonoquello
delcitato Autore al caso in cui la funzione g, definita nel campo
C,
non sialimitata,
ma soddisfi ad
opportune condizioni ;
altri trattano invece-il caso,analogo
aquello
considerato dal
CACCIOPPOLI,
in cui non si conosca alcunintegrale dell’equazione
differenziale in
questione,
ma si richieda unintegrale,
contenuto in una strisciadel
piano (x, y)
a latiparalleli
all’asse y, nellaquale
è definita lafunzione g,
e
èongiungente
duepunti assegnati
della striscia.Si hanno cos
parecchi
nuovi risultati che non sono contenuti nemmeno nellapiù generale proposizione
delCACCIOPPOLI,
laquale,
nel cason=2,
viene anziad essere contenuta come caso
particolare
in uno dei teoremi delpresente
lavoro.Con un nuovo metodo di dimostrazione che è anche esso di carattere elemen- tare e che pure non fa uso del citato criterio di BIRKHOFF e
KELLOG,
stabi-lisco
(§ 2)
altri due nuovi teoremi.Questo
secondoprocedimento
riesce anchepiù
efficace delprecedente, perchè
tutta la dimostrazione viene svolta senza uscire dal campoC,
di cui nell’enunciato della SCORZA-DRAGONI. A tal uopol’approssi-
mazione della funzione
cp(x,
y,y’)
viene fatta mediante funzioniy’),
chenon sono
più polinomi,
ma che sono ancora arapporto
incrementale limitatorispetto
alle sole variabili ye y’
e che vengono costruite in modo che le fun- zioniy2 (x),
di cui nell’enunciato delloSCORZA-DRAGONI,
sianointegrali
anche.di ognuna delle
equazioni
differenziali y,y’).
Per
brevità,
in tutta lapresente Memoria,
mi limito àlla considerazione deiproblemi
di valori al contorno perequazioni
differenziali(non lineari)
del secondoordine;
ma isemplicissimi procedimenti
usati riescono pureutili,
oltrechè per stabilire altri teoremi(alcuni
deiquali evidenti)
relativi aiproblemi
oracitati,
anche per i
problemi
di valori limiti relativi adequazioni
differenziali ordinarie(non lineari)
di ordinesuperiore
alsecondo,
come si vedrà inprossimi
lavori..
1. - TEOREMA I
(dato
dallo SCORZA-DRAGONI : nuovadimostrazione).
Sia
f(x,
y,y’)
una funzione finita e continua nel campoove
(a x b);
sianoY1(X)
eY2(X),
in tutto(a, b),
dueintegrali delt’eqnazione
differenzialee inoltre esista un numero finito
lVl,
taleche,
in tuttoC,
siaallora se
(xi, yi), (i~O, 1)
sono duepunti qualunque
soddisfacenti alledisuguaglianze
l’equazione (1)
ammette almeno una soluzione(xo, Xi),
conla
quale
soddisfa alle condizioniInfatti,
si definisca in tutto il campouna funzione
fo(x, y, y’) ponendo
e si osservi
che,
in virtù della(2),
risulta in tuttoC~
Poi, posto
e indicato con F il
maggiore
dei massimimoduli,
in(xd,
delle funzioni1!2(X), poniamo
Considerata una successione di funzioni razionali intere
la
quale
in tutto il campoconverga uniformemente alla funzione
fo(x, y, y’),
sidefinisca,
in tutto unasuccessione di funzioni
ponendo,
in tutto il campoCL
poi,
perogni (x, y)
relativo ad unpunto
diCL,
e finalmente
Ogni
funzioney’), (n =--- 1, 2,....)
risulta continua e limitata in tutto000’
ed è ivi a
rapporto
incrementale limitatorispetto
a tutte le sue variabili. Inoltre in virtù della(5)
èpossibile
determinare un numerointero n,
in modoche,
perogni
risulti in tuttoCoo
Si
consideri,
pern > n, l’equazione
differenzialee si osservi
che,
fissato comunque un valorey’
dell’ intervallo(- Lui, Li),
esisteun
integrale y=yn(x)
della(7),
soddisfacente alle condizioniYn(Xo)=Yo, Yn’(Xo)=y’
e per il
quale,
in virtù della(6),
è in tutto(xo, xi)
inoltre,
tenendo ancora conto della(6),
perYI
risulta sempre equindi
e pery’-- - Li
risulta sempre equindi
Quindi,
siccome la soluzioneY=Yn(x)
della(7)
varia con continuità al variare diy’ possiamo
affermareche,
perogni n > n,
esiste almeno un valore diy’
nel-l’ intervallo
( - Ls, Li),
incorrispondenza
delquale l’ integrale
della(7),
cheindicheremo con soddisfa alle condizioni
Inoltre in tutto
(xo, xi),
e pern > n,
risultacioè
ogni punto (x, Yn(X), yn’(x)), (xo appartiene
al campoCL,
equindi
la funzione è un
integrale dell’equazione
soddisfacente alle condizioni
(9).
Ma per le
(10)
e per la(6)
dallasuccessione possiamo
estrarre unasuccessione
parziale í
in modo chequesta
successione ela ~
conver-gano uniformemente in tutto
(xo, xi) rispettivamente
verso due funzioniyo(x), yo’(x), Ogni punto (x, yo(x), yo’(x)), appartiene
alloraal campo
CL,
e la funzioney=yo(x)
è unintegrale dell’equazione
e soddisfa alle condizioni
(4).
Per provare il nostro asserto resta da dimostrare che sono verificate le
(3).
Infatti
(8), supposto
che vi sia un valore x’ dell’intervallo(xo, x,)
per ilquale
sia
yo(z’) y~(x’),
consideriamo il massimo intervallo(xo’, x~),
contenente x’ e nel cui interno è sempre saràIn
(xo’,
vi dovrà essere almeno unvalore ~,
per ilquale
la differenzayi(x) -yo(x)
avrà un massimo.Quindi
sarày~(~) =Yo’(~),
e, siccomefo(x,
y,y’) è,
per funzione crescente di y, risulteràma ciò è
assurdo, perchè, essendo
unpunto
di massimo della differenzayi (x) - y. (x),
deve esserey, " (~) - yo (~) - 0.
Dunque,
in tutto(xo, xs),
deve essere siccome in modoanalogo
si prova che è
Yo(x)
il nostro teorema risulta con ciòprovato.
2. - UN LEMMA DEL TONELLI.
Per estendere il teorema del n.O 1 al caso in cui la funzione
f(x,
y,y’)
nonsia limitata in tutto il campo
C,
èopportuno richiamare,
in alcune formeparti- colari,
un lemma del TONELLI(9).
(8) G. SCORZA-DRAGONI ha dimostrato (vedi luogo cit. per ultimo in
(~))
il seguenteteorema di unicità: Se f(x, y,
y’) è
continua, crescente rispetto ad y, e se yo(x) e yí(x) sonodue integrali dell’equazione
y"
=f(x, y,y’)
definiti nell’intervallo e verificanti leyo(xo)
= y1(xo), allora è identicamente, in tutto (xo, xi),YO(X)=Yi(X).
Ora questa proposizione è evidente in forza della semplice osservazione che noi fac- ciamo nel testo.
(9)
Vedi L. TONELLI: Sulle proprietà delle estremanti. (Annali della R. Scuola NormaleSuperiore di Pisa, Serie II, Vol. III, (1934), pp. 231.237), n.O 8.
a).
Sez(x)
è unaficnzione,
assolutamente continua nell’intervallo(a, b),
la
quale
perquasi-tutti gli
x di(a, b)
verifica ladisuguaglianza
ove
2,(x)
eó(x)
sono due funzioni nonnegative
eintegrabili (iO)
sull’inter- vallo(a, b); posto
.risulta in tutto
(a, b)
ove a’ è un valore
qualunque
dell’intervallo(a, b).
fl).
Seu(x)
è una funzione assolutamentecontinua,
insieme con lasua derivata del
primo ordine,
sull’ intervalLo(a, b),
se è in tutto(a, b)
u, e se in
quasi-tutto questo
intervallo è verificata la disu-guag l anza
ove
y(u)
è nonnegativa
eintegrabile
sull’intervallo(U1, U2)
eó(x)
è nonnegativa
eintegrabile
snll’intervallo(a, b), posto
risulta in tutto
(a, b)
ove a’ è un valóre
qualunque
dell’intervallo(a, b).
Basta
riprendere
ilragionamento
delTONELLI,
osservando che se($0’ x)
èun intervallo di
(a, b)
in cui è sempreu’(x) ~ 1,
risultay).
Anchequando
non si conoscono « apriori »
i limitisuperiore
einferiore della funzione
u(x)
nell’intervallo(a, b),
il lemma del capoverso~)
continua a sussistere
supponendo
che esista finitol’integrale ponendo
(10) In tutto il presente lavoro 1’ integrabilità va intesa sempre nel senso del LEBESGUE.
3. - TEOREMA II.
Nel teorema
I,
alla condizione che la funzionef(x,
y,y’)
sia limitata in tuttoC, possiamo
sostituire laseguente :
Esistano due funzioni
p(x), ~(x),
nonnegative
eintegrabili
sull’ inter- . vallo(a, b)
in modoche,
in tutto il campoC,
sia verificata ladisugua- glianza
Ripetiamo
la dimostrazione del n.O 1 con leseguenti
modificazioni : In virtù della(11)
risulta in tuttoCoo
Posto
definiamo il campo
CL
in modoanalogo
al n.°1,
e determiniamo n in modoche,
per
n > n,
risulti(in
virtù della(12))
inCL,
equindi
anche in tuttoC~,
Se
y’
è unqualunque
numeroreale,
esiste unintegrale Y=Yn(x)
della(7)
soddisfacente alle condizioni
Yn(xo) =Yo,
per ilquale, se
è tenendo conto della(13)
ed in virtù del lemma del n.°2, a),
risulta in tutto(xo, x1)
Siccome
poi,
se esiste un x di(zo, x,),
per ilquale è y,~’(x) ~=R,
risulta in tutto(xo, xi)
ne segue immediatamente che se è un
integrale
della(7)
che esce dalpunto Po (x,,, yo)
con coefficienteangolare
>Li,
su tale curvaintegrale
nonesistono
tangenti parallele
alsegmento (ove P! _ (Xi, y!)),
equindi
ri-In modo
analogo,
se è unintegrale
della(7)
che esce dalpunto Po
con coefficiente
angolare -Li,
risultayyz(x!)
Perciò, analogamente
aquanto
si è visto al n.°1,
esiste sicuramente almenoun valore
yn’
dell’ intervallo( -L!,
incorrispondenza
alquale
esiste un inte-grale y=yn(x),
della(7),
cony.(xo) = yo, Yn’(xo)=Yn’,
e per ilquale
risulta
Yn(Xi)=Yi8
Inoltre per la(15)
in tutto(x,,, xi)
risulta,Basta
quindi ripetere
tutta la dimostrazione del n.O 1 conqualche
evidentecomplemento.
OSSERVAZIONE. - Il teorema del
presente
numero non è contenuto nei teoremi delCACCIOPPOLI,
citati nell’ introduzione.. ,Per
esempio,
il teorema delpresente
numero assicura l’esistenza di almenoun
integrale dell’equazione
’"
congiungente
ipunti (O, yo), (xí,
ove xi, yo, Y~ sono tre numeri reali qua-lunque
con xi> 0. Infatti, siccome, evidentemente, ogni
curva y= G(costante)
è unintegrale particolare
della(16),
basta osservare che il secondo membro della(16)
verifica la condizione relativa alla
(11)
per,
Invece non è soddisfatta la
condizione
del CACCIOPPOLIlim F = o, perchè,
’ ’per
z=0,
il secondo membro della(16)
si riduce ay’3,
equindi
ilrapporto f(x,
y,y’) : ~y2 + y’2, evidentemente,
nonpuò
tendere uniformemente a zero, in tutto l’intervallo(0, x,),
per~y 2
+yf2 -..
00.Osserviamo inoltre che non è
applicabile
alcuno deiteoremi
dati dallo SCORZA- DRAGONI.4. - TEOREMA III.
Sia
f(x,
y,y’)
una funzione finita e continua nel campoe considerati due
punti qualunque (x,, y,), (xi, yi)
conb,
suppo- niamo che esistano tre funzionia(x), P(x), y(x),
nonnegative
eintegrabili
sull’ intervallo
(xo, Xi),
conzo
in modo
che,
perogni
x di(xo, X~)
e perogni coppia
y,y’,
siaallora
l’equazione (1)
ammette almeno una soluzione
y=yo(x), (xa x x,)
soddisfacente alle condizioniMostriamo che è
possibile
ricondurre il teorema inquestione
aquello
del nu-mero
precedente, determinando,
in tutto(xo, x,),
dueintegrali dell’equazione (1)
con i
quali
risultaallora nel campo
cos
determinato,
la funzione f soddisferà ad unadisuguaglianza analoga
alla(11).
Infatti,
scelto comunque un valoreyo’,
osserviamo innanzi tuttoche,
sey=y(x)
è
un’integrale
della(1),
soddisfacente alle condizioniy(xo) =Yo, y’(xo) =yo’, risulta,
in tutto
(xo, xi),
in virtù delle(17)
e(18)
con
(11~
(1i) Infatti, se x) è il massimo intervallo di (xo, x1) in cui vale la (19), in tutto (xo, ~) è in virtù della (18)
l~O l~O
ed anche
e tale
disuguaglianza
è valida anche se y, eyo’
sono i valori diy(x)
ey’(x)
in un
punto qualunque
dell’ intervallo(xo, xs).
Sia ora zm un
punto
di(xo, xi),
taleche ,
-1 - -0
Dalla
(19),
in cui si faccia e si deduce(i2), posto
Quindi,
perogni integrale y=y(x)
della(1)
che abbia deipunti
xw,vale,
intutto
(xo, xi),
ladisuguaglianza
ove si è
posto
da cui
Dunque se ~4 ha il valore indicato dalla (20), ove, in virtù della (17), è sicuramente
oC/U
x non può essere minore di Xi’ e il nostro asserto è cos provato.
(12)
Infatti, posto dettox.’
un valore di (xo, in cuidovrà essere per la (19)
Perciò se
y=y(x)
è unintegrale
della(1)
che esce dalpunto Po = (xo, yo)
con coefficiente
angolare maggiore
di su tale curvaintegrale
non esistonotangenti parallele
alsegmento PoPi ,
oveQuindi, ogni integrale
cheesce da
Po
con coefficienteangolare maggiore
di~12
nonpuò tagliare
ilsegmento POPI,
edè,
ad eccezione delpunto Po,
tutto aldisopra
di talesegmento,
essendoevidentemente
Analogamente, ogni integrale
che esce daPo
con coefficienteangolare
minoredi
resta,
ad eccezione delpunto Po,
tutto al disotto delsegmento P0P1
·Quindi,
fissati due numeriy1’, y2’
cony~
esistono due inte-grali
della(1)
... - . - .soddisfacenti alle condizioni e per i
quali
risultaIndicato con A il
maggiore
dei massimi moduli delle funzioniyi(x), y,(X)
nel-l’intervallo
(xo, xi),
in tutto il campo .la funzione
f(x,
y,y’) soddisfa,
in virtù della(18),
alladisuguaglianza
e sono
qúindi
soddisfatte le condizioni del teorema del n.° 3 perOSSERVAZIONE. - Il teorema del
presente
numerocontiene,
come casoparticolare,
i teoremi citati del CACCIOPPOLI per n=2.e quindi
da cui immediatamente la (21).
Infatti,
fissato un numeroa> 0,
conin virtù
dell’ipotesi,
fatta dalCACCIOPPOLI,
, uniformementerispetto -
ad x in tutto
(a, b)
per~y 2 + y’2 - 00 possiamo
determinare un numeroin modo
che,
perogni coppia (y, y’)
con~
risulti in tutto(xo, xi)
e
quindi,
indicato con G il massimo modulo della funzionef(x,
y,y’)
perogni x
di
(xo, xi)
e perogni coppia y, y’
cony2 + y’2 N2,
risulta in tutto il campoed è
quindi
verificata la. condizione(18)
con la
(17),
in virtù della(22).
ESEMPIO. - La funzione
insieme
soddisfa su
ogni intervallo (0, x,),
con condizioni del nostroteorema,
ma non
(come
èevidente)
aquelle
dei teoremi di CACCIOPPOLI.Infatti,
fissato6>0
in modo che siaabbiamo per
ogni y
tale che siae
quindi,
in tutto il camporisulta
e, in conseguenza del modo in cui è stato
scelto a,
è soddisfatta la(17).
5. - TEOREMA IV.
In tutti i
precedenti
teoremi si è sempresupposto
che la funzionef(x,
y,y’)
sia finita e continua in
ogni punto (x, y, y’)
del campo in cui è definita. Sottoopportune
condizioni sipuò
anche abbondonarel’ ipotesi
che la funzionef(x, y, y’)
sia continua
rispetto
allavariabile x,
come faremo nelpresente
n.° e inquelli seguenti. Dimostriamo,
peresempio,
ilseguente
teorema :Sia
g(x,
y,y’)
una funzione finita e continua nel campoove ed esista un numero finito tale che sia in tutto
(a, b)
sia una funzione
integrabile
sull’intervallo(a, b)
ed ivi nonnegativa (oppure
nonpositiva),
e sianoY2(X),
in tutto(a, b),
dueintegrali dell’equazione
allora,
se(xi, yi), (i=O, 1)
sono duepunti qualunque
soddisfacenti alledisuguaglianze
l’equazione
ammette almeno una soluzione
y=yo(x), (xo --x --xl)
consoddisfacente alle condizioni
Supposto,
per fissare leidee, >0,
edefinita,
in tutto il campo000
dicui al n.° 1 e nel modo allora indicato per la
fo(x,
y,y’),
una funzionego(x, y, y’),
la
quale,
per e per risulta funzione crescente della y, si pongae si
ripeta quanto
si è detto al n.°1,
intendendo che le funzioni razionali interePn(x,
y,y’)
converganouniformemente,
in tutto il campoCL,
allago(x,
y,y’)
e che invece della
(7),
si consideril’equazione
Sono ancora verificate le
(10)
e per provare che la è costituita di funzioniugualmente
continue sull’intervallo(xo,
basta tener pre- senteche,
sex’,
x" sono due valoriqualunque,
conx’ x",
dell’ intervallo(xo, Xi), è
Si conclude
quindi,
in modoanalogo
al n.°1,
che esiste almeno un inte-grale y = y o (x) dell’equazione
""U
soddisfacente alle
(25),
e perpoter
affermare che esso è ancheintegrale
della(23),
basta dimostrare che sono soddisfatte le
disuguaglianze (24).
A tal uopo occorre modificare nelseguente
modo l’osservazione fatta alla fine del n.° 1.Supposto
che esista un valore x di(xo, xi),
per ilquale
siaindichiamo con
(xo’,
il massimo intervallo che lo contiene e nei cuipunti
interni è sempre
yo(x)
AvremoSia ~
l’ ultimopunto
di massimo assoluto della differenza y,(x)
- yo(x~
in
(xo’, zi’).
Saràe
perciò
Per la continuità della
go (x, y, y’)
e delleun intervallo
(~, ~~.)
di(~, x~’)
èin tutto
e
quindi,
per esserep(x) >-0,
,e.
perciò
risultaNe segue,
per ogni x
di($, ~~),
i
e
quindi $
non sarebbe l’ultimopunto
di massimo assoluto della differenzay~(x) -yo(x)
nell’intervallo(xo’, x~).
Il nostro asserto è cosprovato.
OSSERVAZIONE. -
Dopo quanto
si è detto inquesto
numero si vede facilmentecome possano estendersi i teoremi II e
III,
considerando una funzionef(x, y, y’)
soddisfacente
rispettivamente
alla(11)
e alla(18) (quest’ultima
sotto la condi-zione
(17))
e tale che siaf(x,
y,y’) =p(x)g(x,
y,y’),
conp(x)
funzione nonnegativa (o
nonpositiva)
eintegrabile,
eg(x, y, y’)
funzione finita e continua.6. - TEOREMA V.
Sia
g(x,
y,y’)
una funzione finita e continua nel campoe si supponga che esistano due funzioni non
negative
e inte-grabili rispettivamente sugli
intervalli( - 00,
+00), (a, b)
in modo che sia in tutto il campo C’e sia una funzione
integrabile (sempre
nel senso delLEBESGUE)
sul-l’ intervallo
(a, b).
Allora se
(xi, yi), (i = 0, 1)
sono duepunti qualunque
conl’ equazione
xammette,
in tutto(xo, Xi),
almeno una soluzioney=yo(x)
soddisfacentea~e
condizioni
(25)
Infatti, posto
consideriamo,
come nel n.°1,
il campodove ora T è il
maggiore tra i e
eriprendiamo
la dimostrazione delnumero
detto,
conducendola in modoanalogo
aquanto
abbiamo fatto nel n.O3,
considerando
però
invece dellafo(x, y, y’)
la stessag(x, y, y’),
modificando in modo evidente la definizione delleQn(x, y, y’)
e utilizzando il lemma del n.°2, y).
Si dimostra anche
qui
l’esistenza di almeno unintegrale y=yn(x), (xo
- xdell’equazione
xcongiungente
ipunti Po, (ove Pi = (xi, yi), ~===1~ 2),
erisulta’in
tutto(xo,
e per
n>n
e
quindi
ancheCon considerazioni
analoghe
aquelle
del n.° 5 si proval’uguale continuità,
sull’ intervallo
(xo, Xi),
dellederivate yn’{x) ~,
e tenendo conto anche delle due ultimedisuguaglianze
si conclude immediatamente che esiste almeno una curvaintegrale dell’equazione (26), y=yo(x),
soddisfacente alle condi- zioni(25).
ESEMPIO. -
L’equazione
soddisfa alle condizioni del teorema del
presente
numero anchequando
ilpunto
non sia esterno all’intervallo(xo,
§ 2.
7. - TEOREMA VI.
La dimostrazione del teorema IV è basata
sull’ ipotesi
che la funzionep(x)
non cambi di segno
nell’ intervallo (a, b). Vogliamo
ora abbandonare taleipotesi
e a tal uopo conviene modificare il
procedimento seguito nel § 1, sviluppando
la dimostrazione senza uscire dal campo C. Si dà cos un nuovo
procedimento generale
didimostrazione,
che riesce utile anche in molti altri casi e chepotrebbe
servire pure alladimostrazion’e
di alcuni dei teoremidel §
1.Generalizziamo
dunque
il teorema IYsupponendo,
perquanto riguarda
la funzione
p(x),
soltanto che essa siaintegrabile (nel
senso delLEBESGUE)
sull’ intervallo
(a, b).
a). Supponiamo,
nelpresente
capoverso,che,
perogni x
di(xo, x,),
siaAnnali della Scuola Norm. Sup. - Pisa. 2
sempre Posto
abbiamo in tutto
(xo, xi)
Inoltre
ogni
curvay=yo(x) integrale dell’equazione (23)
econgiungente
ipunti yo)
ey,),
e tale cheogni punto (x, yo(x), yo’(x)),
appartenga
alcampo C,
avrà almeno unatangente parallela
alsegmento PoPi, e quindi
sarà in tutto(xo, z~)
Per
ogni
interopositivo n
definiamo nel campo C una funzionegn(x, y, y’)
nel
seguente
modo.Fissiamo un x di
(xo, xi)
e definiamogn(x, y, y’)
nel campocon il
seguente procedimento.
Consideriamo nel
piano (y, y’)
ilrettangolo Rx,
a latiparalleli agli assi y, y’,
delimitato dalle
quattro
rettee
poniamo
Sui lati
A,A,,
eA,A3 segniamo
ipunti Qi , Q2
per iquali è, rispettivamente,
~==~2’(~
e osserviamoche,
in virtù delle(27),
talipunti
risultanointerni ai
segmenti AIA,
eA,A3 rispettivamente.
Dividiamo l’intervallo
(Yi(X), y2(x))
dell’assedelle y
in nparti uguali
e per ipunti
di divisione conduciamo leparallele all’asse y’
in modo da dividereR-
in n
rettangoli uguali. Congiungiamo
ipunti Qi
eQ2 ; poi
diviso in nparti uguali
ciascuno deisegmenti
eQ2A3, congiungiamo
ordinatamente ipunti
di divisione di
QiA,
conquelli
diQ2A3 ; analogamente
dividiamo in nparti uguali
ciascuno deisegmenti
eA2 Qz
econgiungiamó
ordinatamente ipunti
di divisione. Tutte
queste congiungenti
insieme con leparallele
condotte all’assey’
dividono il
rettangolo R,
in tantitrapezi. Decomposto
ognuno diquesti trapezi
in due
triangoli
con unadiagonale,
ilrettangolo R.
risulta suddiviso in tantitriangoli
T. Nei vertici di ciascuntriangolo
Tponiamo gn(x, y, y’) =g(x, y, y) poi completiamo
la definizione della funzionegn(x,
y,y’)
inogni
T in modoche,
in ognuno di
questi triangoli,
gn risulti funzione lineare nelle y ey’,
cioè inmodo che
z=gn(x, y, y’)
sia suogni T,
unasuperficie piana.
Si ponga
poi
Fatta tale costruzione per
ogni
x di(xo,
lagn(x,
y,y’)
risulta definita in tutto il camponel
quale risulta,
perogni n,
e la funzione Un è continua
rispetto
a(x, y, y’)
elipschitziana rispetto alle y
ey’.
Inoltre nel campo
la gn
(x, y, y’)
converge uniformemente allag(x, y, y’),
perPer
ogni x
di(xo, xi)
èe
perciò
le due curve ; sonointegrali dell’equazione
Inoltre per
ogni
curvay=y(x) integrale
della(29)
econgiungente
ipunti Po,
yP1
è verificata ladisuguaglianza
Tenendo conto di noti risultati sulle
equazioni
differenziali(13) possiamo concludere,
in virtù di unragionamento
elementaregià
fatto anche da G. SCORZA- DRAGONI(~4),
che esiste unintegrale y=yn(x)
della(29),
checongiunge
ipunti Po
eP1
e per ilquale ogni punto (x, yn(x), y~2’(x)), (xo appartiene
alcampo
CH.
Facendo tendere n all’ infinito e con considerazioni
analoghe
aquelle
del n.° 5si conclude che esiste un
integrale dell’equazione (23),
checongiunge
ipunti Po, Ps,
e per ilquale
sono,evidentemente,
soddisfatte le(24).
Il nostroasserto è con ciò
provato
sottol’ ipotesi supplementare,
fatta alI’ inizio delpresente
capoverso,ys(x) y2(x),
b)
Per eliminare taleipotesi,
osserviamoche,
se nelladisuguaglianza Yi(X)
non vale sempre il segno di, questo
dovrà valere per unoalmeno dei due valori xo, xi,
perchè,
in casocontrario,
risulterebbe necessaria- menteYi(Xi)=Yi=Y2(Xi), (i=1, 2),
e il nostro teorema sarebbe evidente.Supponiamo dunque,
per fissare leidee,
e sia~o
ilprimo punto
di(xo, xi)
in cui èConsiderato il
punto x,=--o- i ,
iu con ,u numero interopositi’vo
tale chesia
abbiamo,
in tutto(xo, xu}, Y2(X)
>y1 (x),
equindi
perquanto
siu
è visto in
a)
esiste unintegrale y=yo(x) dell’equazione (23),
per ilquale ogni punto (x, yo(x), appartiene
al campoC,
e che unisce ipunti Po
e
(x,~, y2(x~)),
equindi,
per si ottiene unintegrale
della(23)
che unisce i
punti Po
e(~~, y~(~o)).
Sia
poi $i l’ultimo punto
di(xo, x,),
in cui è2(1) ===2/1(1)?
alloral’ integrale
viene continuato anche in
(~o, ~1), ponendovi
efinalmente,
con
procedimento analogo
aquello seguito
per l’intervallo(xo, o),
sipuò
conti-nuare tale
integrale
anche sull’intervallo(E1,
se è x1.8. - TEOREMA VII.
Il
procedimento seguito
nel numeroprecedente
riesce utile anche per dimo- strare altriteoremi, quale,
peresempio,
ilseguente:
Sia
g(x,
y,y’)
una funzione finita e continua nel campo(13)
Vedi per esempio, C. CARATHÉODORY : Vorlesungen úber reelle Funktionen, (Teubner, 1918, Leipzig), Cap. XI.(14)
Vedi luogo cit. in(6).
ove
(a -:-:::::x-b);
sianoli, l2
due numeri finiti taliche,
intutto
(a, b),
siali yi(x) lz, , (i=1, 2)
e si supponga che esistano due ficnzioni~1(x),
nonnegative
eintegrabili, rispettivamente, sugli
intervalli
(li, l2), (a, b),
in modoche,
in tutto il campoC,
siai 1 ., I ~ 1 1 »- - _ . 1
sia una funzione
integrabile (nel
senso delLebesgue)
sull’ intervallo(a, b),
e sianoy == yi(x), ( =-- 1, 2)
dueintegrali dell’equazione
allora se
(xi, yi), (i=0, 1)
sono duepunti qualunque,
soddisfacenti alle condizioni ay1 (xi) -:z--- y, (xi), (i ~ 0, 1), l’equazione
ammette almeno soluzione
(xo x x1)
consoddisfacente alle condizioni
Basta
ripetere,
conpoche modificazioni,
la dimostrazione del numero pre- cedente.Supposto
anchequi, dapprima, che,
perogni x
di(xo, xi),
siasi ponga
e si osservi
che,
in virtù del lemma del n °2, ~),
sono verificate le(27)
e(28).
Tutto il resto della dimostrazione
procede
in modoanalogo
al numero pre- cedente.ESEMPIO :
Aggiunta
fatta nel novembre 1938-XVII.Alcuni estratti della
presente
Memoria furonopresentati
al concorso di Ana-lisi Matematica per la R. Università di
Cagliari,
chiusosi il 15maggio
1938-XVIe G. SCORZA-DRAGONI ha
potuto
cosprendere
visione delpresente
lavoro fin dall’estate scorsa. Ciògli
è riuscito moltoutile, perchè Egli
è venuto a conoscerel’errore in cui era incorso nella sua nota lincea del 1935
(vedi luogo
citato in(~))
e che aveva
ripetuto
per ben due volte nella sua recentissima Memoria « Su unproblema
di valori ai limiti per leequazioni
differenziali ordinarie del secondo ordine », fatta comporre nellaprimavera
del corrente anno, epubbli-
cata nel corrente mese nei Rend. del Seminario Matematico di Roma
(Vol.
2(1938),
pp.
177-215).
A
quest’ultimo
lavoro lo SCORZA-DRAGONI haperciò
fattoseguire
una« Aggiunta
ecc. »(ibidem,
pp.253-254)
nellaquale
riconosce e corregge l’errore cui abbiamo accennato. Taleaggiunta
si chiude con leseguenti parole :
« Al
CINQUINI
evidentemente èsfuggito
che nemmeno la sarebbe suffi- ciente pergarentire
la crescenza delle qJirispetto
a y ».Lo SCORZA-DRAGONI
tiene, cos ,
a far sapere ai suoi lettori che l’errore da Lui commesso èpiù
grave diquello
che risulterebbe dall’osservazione che io avevofatto;
e a talriguardo
nulla avrei daaggiungere.
Ma siccome l’affer- mazione dello SCORZA-DRAGONI vorrebbe essere unappunto
a merivolto,
debborilevare che i fatti la smentiscono
completamente
e che nulla effettivamente mi è «sfuggito
»,perchè,
pur essendo ricorso in alcune mie dimostrazioni(vedi
peresempio,
n.°1)
ad un artificioanalogo
aquello
delloSCORZA-DRAGONI,
1’ hofatto,
a differenza da tale
Autore,
in modoperfettamente corretto,
come lo stesso SCORZA-DRAGONI ha riconosciuto nella sua«Aggiunta
», nellaquale
ha utiliz-zato
proprio
la mia costruzione per correggere i suoi errori.È
vero che in talecostruzione,
inluogo
di unasemplice
funzione razionale da meusata, Egli
hapreferito adoperare
unatrascendente,
maquesto dipende
soltanto dalla diversità delle nostre tendenze.Non sarà
inopportuno aggiungere
che allo SCORZA-DRAGONI ècompletamente sfuggito
il fatto che l’essenziale nell’errore da Luiripetutamente
commesso staappunto
nel non essere verificata ladisuguaglianza
qJ 4= 0.Infatti,
sefosse g; =F 0,
si
avrebbe,
data la continuità della q, o sempreg>0 -
ed allora nessunappunto potrebbe
esser fatto alla dimostrazione dello SCORZA-DRAGONI - osempre
g~ .0
ed allora sarebbe bastato ilsemplice
cambiamento del segnopiù
nel segno meno davanti alla funzione