R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
E DMONDO M ORGANTINI Su di un problema di Ph. Straffin
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 59 (1978), p. 1-10
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Su di
unproblema di Ph. Straffin.
EDMONDO MORGANTINI
(*)
1. - Ph. Strafnn ha
proposto
in « The Am. Math.Montly » (Vol. 84,
p.
216)
ilseguente problema ( 1 ) :
E 2641 - Dato un
poligono
convesso ed un suopunto
internoP,
sia
d(P)
la somma delle distanze di P dalle rette lati delpoligono.
Carat-terizzare
quei poligoni
convessi per iquali d(P)
rimane costante al va-riare di P.
Nelle
pagine seguenti
si mostra che la caratterizzazione richiesta sipuò
ancheesprimere
come la esistenza di unpoligono
convessoequi-
latero con i lati ordinamente
paralleli
ai k lati delpoligono
dato.Quindi
ad es.godono
dellaproprietà
di Strainn tutti ipoligoni regolari.
Soloper k
= 3(triangoli equilateri)
eper k
= 4(parallelo- grammi)
vi è un solotipo (metrico
odaffine)
di soluzione.La
questione posta
nelpiano
di Straffin e la sua risoluzione vetto- riale si possonogeneralizzare
ad unospazio
euclideo di dimensione > 2.Nelle
pagine seguenti (nn. 7-10)
inparticolare
si prova che nellospazio
ordinariogli
unici tetraedri chegodono
dellaproprietà
di Straf-fin sono
quelli
« isosceli ».(*)
Indirizzo dell’A.: Seminario Matematico, Università - Via Belzoni 3, 35100 Padova.(1)
Nelfrattempo (a
pag. 493 del Voi. 85(1978)
del« Monthly »)
è statapubblicata
una soluzione(di
F. B. Strauss) delproblema,
limitatamente alla nostra(2.2),
cosicchè il contenuto e le conclusioni diquesta
Nota nonperdono
il loro interesse.
2. - Il
problema
di Straffin appare come un casoparticolare
delseguente:
Caratterizzare le
m-ple
r1, r2 , ... , di rette delpiano
e le orienta-zioni delle loro normali n1, n2 , ... , nm , tali che sia costante al variare di P la somma:
delle distanze con segno di r1, r2, ... , rm di un
punto
P delpiàno.
Se ciò accade diremo che vale la
« proprietà
di Straffin ».È
chiaro che se perpiù gruppi
di rette vale laproprietà
diStraffin,
essa valeanche
per la
loro riunione.Poichè si suppone fissata
(arbitrariamente)
l’unità di misura dellelunghezze,
sipotranno
considerare i «versori »(vettori
dilunghezza unitaria)
nl , n2 , ... , nm diquelle
normali orientate.Inoltre,
sostituendo ad una della m rette date una suaparallela,
si viene ad alterare la somma
d(P)
solo per un addendo costante.Sicchè è lecito supporre che le m rette
date ri passino
per uno stessopunto
0.Allora la distanza
di
è data dalprodotto
scalare: ,e
quindi:
può
rimanere costante solo apatto
che siad(P)
=0,
e ciò accadese e solo se è nullo il vettore:
La
(2.2)
forniscegià
la caratterizzazione richiesta3. -
Applichiamo gli
m versori ni alpunto
0. Sipuò
supporre di averli ord2natieireoZarmeníe,
concordemente ad una orientazione del fascio diraggi
di centro 0,Supponiamo
anche chesiano tutti distinti,
3
e cioè che tra le
rette ri
i non ve ne siano 2parallele
con le normali orientate concordemente(2) (v. Fig. 3.1).
Diremo «
semplice »
unam-pla
siffatta.Fissato nel
piano
unpunto Ao (Fig. 3.2),
sia:Dire che sussiste la
(2.2) equivale
a supporre che sia:La
(3.2) significa
che la «spezzata equilatera
»ÅOÅ1
...Åm
è « chiusa ».Si noti che l’ordinamento
prescelto
fa s che laspezzata equilatera
chiusa
AoAi
...Am
sia anche « convessa ». Infatti i 2 lati adiacenti ad(2)
Questo èquanto
accade ad es.quando
lerette ri
sono isostegni
deilati di un
poligono
convesso, e le loro normali sono orientate verso l’interno delpoligono,
tun lato
qualsiasi
stanno dalla stessaparte rispetto
alla retta che lo sostiene(1).
Sicchè
A1A2 ... Am
è un «poligono equilatero
convesso ».Inoltre le m
rette ri
sonoparallele
ai lati delpoligono equilatero
convesso ...
Bm
che si ottiene facendo ruotareAlA2
...Am
di un,angolo
retto.Viceversa,
se la mrette ri
sonoparallele
ai lati di unpoligono equi-
latero convesso
Bm e
le loronormali ni
sono orientate con- cordemente ai latiA;-iA;
delpoligono
che si ottiene facendo ruotare...
Bm
di unangolo retto,
allora la somma delle distanzed(P) _
m
resta costante al variare del
punto
P. Inparticolare, d(P)
= 0i=1
se le m
rette ri
passano tutte per uno stessopunto
0.Dunque:
Le
m-ple semplici
di rette r1, r2, ... , rm delpiano
per lequali
valela
proprietà di Straffin
sono caratterizzate dall’essereparallele
ai latidi un m-agono
equilatero
convessoB1B2 ... Bm
e dall’essere le loro nor-mali
(parallele e)
orientate concordemente ai lati i di unpoli-
gono
A1A2... Am
che siottenga
daquello B~B2 ... Bm
facendolo ruo-tare di un
angolo
retto.Si è
già
osservato(n. 2)
che laproprietà
di Strafhn vale anche pergruppi
di rettecomposti
con la riunione dipiù m-ple semplici.
4. - La caratterizzazione
precedente
vale anche per lem-ple (neces-
sariamente
semplici)
delle rette ri Zatidegli m-agoni
convessiFigura
4.1(1)
Ciòperchè
ognunodegli angoli
deve essere inferiore ad un an-golo piatto.
Altrimenti nonpotrebbe
essere verificata la(2.2).
5
Ci, C2 , ..., Cm
considerati da Straffin e per la somma delle distanze assolute di unpunto
interno dai lati.Per convincersene basta osservare che in tal caso le orientazioni delle normali ai lati si possono assegnare in modo che i
punti
interniabbiano
positiva
la distanza con segno di ciascun lato.Conviene
perciò
riferirsi alpoligono equilatero
convesso ed orien-tato
B1 ... Bm
con i lati ordinatamenteparalleli
aquelli
diCi 62... Cm .
Si orienti il
piano
concordemente a ...Bm.
Allora un osserva-tore in
piedi
sullapagina positiva
delpiano
lascia ipunti
interni delpoligono
alla suasinistra, quando
ne percorre ilperimetro
nel versodell’orientazione ...
Sicchè,
se si ottiene daB~B2 ... Bm
con una rotazione di unangolo
retto nel verso antiorario(v. Fig. 4.1),
allora la normale ni al lato è rivolta verso l’in- terno delpoligono,
e la distanza con segno di unpunto
interno P daquel
lato èpositiva,
c.v.d.5. - La
(2.2)
ha senso anchequando
m =2,
ed alloraesprime
chela
proprietà
di Straffin vale per unacoppia
di rette se e solo sequeste
sono
parallele
e con le normali orientate in versiopposti (n2 = - n1).
Del resto è ad es. banale che la somma delle distanze di un
punto
inter- no P dai lati di una striscia sia sempreuguale
allalarghezza
della stri- scia. E ta striscia è l’unicafigura
convessa diStraffin
con 2 lati rettilinei.Per
m ==3,
la(2.2)
si scrive:ed
esprime
che è untriangolo equilatero. Dunque (n. 3)
itriangoli
diStraffin
sono(tutti e)
soloquelli equilateri.
Per m =
4,
la(2.2 )
si scrive :ed
esprime
che ilquadrangolo
è un rombo.Dunque
i qua-drangoli
convessi diStraffin
sono(tutti e)
solo iparallelogrammi.
6. - Sfruttando il criterio enunciato sopra
(n. 3),
è facile:1)
Controllare se laproprietà
diStraffin
siaverificata
da unpoligono
dato.2)
Costruire tutti ipoligoni (convessi
ono)
chegodano
della pro-prietà
diStraffin.
Cos ad es.
(v. Fig. 6.1)
laproprietà
di Straffin non è verificata per ilpentagono
12345. Infatti laspezzata equilatera 1’ 2’ 3’ 4’ 5’ 6’,
con ilati
paralleli
aquelli
dellaprecedente,
non si chiude:6’ ~ 1’.
Figura
6.1La
Fig.
6.2. mostra come si possa costruireogni poligono
convessocon 6 lati di
ugual lunghezza.
Fissato ad es. il lato12,
si possono sce-gliere
in ool modi i vertici3, 4, 5 (compatibilmente
con laconvessità).
Figura
6.2Infine il 60 vertice
(ossia gli
ultimi due lati 56 e61)
restano determinati daiprecedenti, purchè
sia soddisfatta una condizionequalitativa,
derivante dalle
diseguaglianze triangola~ri.
7. -
È
chiaro che laimpostazione
vettoriale usata nelprecedente
n. 2 e la
conseguente
condizione(2.2)
nondipendono
dalla dimensionedello
spazio ambiente,
cosicchè la(2.2)
sipuò
anche pensare come la condizione necessaria esufficiente affinchè
sia costante(in particolare
7
nulla,
sequegli
miperpiani
passano tutti per uno stessopunto 0 )
la somma
(2.1)
delle distanze con segno di unpunto
P mobile in unSr
euclideo da m
iperpiani fissati,
per iquali
n1, ..., nm siano i versori delle normali orientate.In
particolare,
nellospazio ordinario, dopo
i casi banali in cuim =
2, 3,
ilprimo
casosignificativo
si ha per m =4, quando
i 4piani
non sono
paralleli
ad una stessa retta. Nasce allora anche ilproblema
di caratterizzare i tetraedri per i
quali
è costante la somma delle distanzedelle 4
facce
di unpunto
interno variabile. Vedremo che essi sono soloquelli
«isosceli ».8. - La caratterizzazione delle
quaterne
dipiani
suddettenon
può
essere che unainterpretazione
della condizione :La
(8.1)
non determinacompletamente (come
nelpiano)
la formadella
spezzata equilatera
chiusa che si ottieneapplicando successivamente,
apartire
da unpunto
iniziale arbitrario i 4 vet-tori n4 .
Infatti
(v. Fig. 8.1 ),
mentre lelunghezze
dei 4spigoli Â2Âa,
Figura
8.1sono
uguali (e unitarie), rimangono
arbitrarie(anche
seinferiori al
doppio
dell’unità dimisura)
lelunghezze
dei 2spigoli
op-posti A2A4, Comunque
si riconosce facilmente chequesti
2spigoli
sonoortogonali
fra loro(come
nel casopiano)
ed allacongiun-
gente
HK dei loropunti
medi.Sicchè
(v. Fig. 8.1)
sonoortogonali
i 2 vettori:D’altra
parte
è lecitopermutare
comunque l’ordinedegli
addendinella
(8.1). Cos ,
scambiandogli
indici 3 e4,
si riconosce il vettore v, èperpendicolare
aquello:
e
analogamente
che ~3 èperpendicolare
a v4.Dunque
èparallelo
ad
Hg, e):
I 3 vettori ’V2, V3, v4 sono a 2 a 2
ortogonali.
9. - Fissiamo nello
spazio
unpunto 0, applichiamo
ad esso i 4 ver-sori l~~, n2, n3, n4 soddisfacenti alla
(8.1)
ed indichiamo conN~, N2, Na, N4
i loro estremi.Siano x,
y, z le 3rette,
a 2 a 2ortogonali,
uscentida 0 e
parallele rispettivamente
a v2 , v3 , v4 . Leespressioni (8.2), (8.3 ), (8.4)
di ci dicono che:tanto
Nl
edN2 quanto N4
edN,
sonoortogonalmente
simmetricirispetto
ad xtanto
Nl
edN4 quanto N3
edN2
sonoortogonalmente
simmetrici
rispetto ad y
tanto
N1
edN3 quanto N2
edN4
sonoortogonalmente
simmetrici
rispetto
ad z .Sicchè la
configurazione
mutata in sè da cia-scuna delle 3 simmetrie
ortogonali rispetto agli
assi x, y, z. D’altraparte
è noto chequeste
3 simmetrie sono tali che una di esse coincidecol
prodotto
delle altre due.Dunque,
delle relazioni di simmetria(9.1)
solo 3 sonoindipendenti,
ad es. le 3 della la
colonna,
inquanto
le altre 3 sono loro conseguenza.Viceversa,
scelti ad arbitrio 2punti
distinti 0 edN1
dellospazio
ed una terna di rette x, y, z a 2 a 2
ortogonali,
uscenti da 0 e non pas- santi per sianoN2, N4 i
simmetrici diN~ rispetto
alle rette x, y, z.9
Allora
(v. Fig. 9.1)
i 4 vettori:hanno lo stesso modulo e soddisfano alla
(8.1).
Figura
9.1Ciò consente una diversa caratterizzazione delle
quaterne
dipiani
dello
spazio
ordinario(3) per i quali
vale laproprietà
di sonotutte e solo le
quaterne di piani ortogonali
alle 4diagonali
di unparal- lelepipedo rettangolo.
Perquanto riguarda
le loronormali,
se ilparal- lelepipedo
èquello
dellaFig. 9.1,
la loro orientazione è concorde(o
di-scorde)
conquella
dei 4 vettori(9.2).
10. - Da
quanto precede
si deducono tanto la caratterizzazionequanto
la costruzione dei tetraedri per iquali
è costante la somma delle distanze dallefacce
di ~cnpunto
interno : Unoqualsiasi
di essi sipuò
ottenere a
partire
da un arbitrarioparallelepipedo rettangolo
e da 4dei suoi vertici
N4 ,
a 2 a 2 non adiacenti. Allora le facce del tetraedro sono ipiani passanti
perN1, N2, N4
eperpendicolari
alle
diagonali
delparallelepipedo
uscenti daquei
4punti.
(3) Non
paralleli
ad una stessa retta. Del resto aquesto
caso siperviene
anche come limite del
precedente, quando
ilparallelepipedo
siappiattisce.
È
chiaro che lafigura
non cambia(a
meno di unaomotetia)
seuno di
quei piani
si sostituisce con unpiano parallelo.
D’altra
parte
sitenga presente
che ciascuna delle 3 simmetrie(ortogonali) rispetto agli assi x, y, z
trasforma in sé non solo la confi-gurazione
ma anche il nostrotetraedro,
trasformando anzi uno nell’altrospigoli opposti (di
2coppie,
mentre trasforma cia-scuno in sè
gli spigoli opposti
della 3acoppia).
Fra l’altro si riconosce cos chespigoli opposti
sonocongruenti
e chegli
assi x, y, z sonoquelli
che
sostengono
isegmenti
mediani.Si tratta
dunque
dei ben noti tetraedri «isosceli» » od «equifacciali
»di J.
Neuberg (4),
aventicongruenti
le 4facce,
i 4triedri,
le 4altezze,
per i
quali
laproprietà
di Straffin eragià
nota a C. F. A. Jacobi(1834).
Si noti che un tetraedro siffatto resta determinato
(a
meno di unacongruenza) quando
se neassegni (arbitrariamente)
una faccia.Dall’esame della
Fig.
9.1 si riconosce che un tale tetraedropuò
essere ortocentrico solo nel caso che sia
regolare,
caso che sipresenta
solo
quando
il nostroparallelepipedo
è un cubo.(4) Vedi G. BIGGIOGGERO, La
geometria
del tetraedro, n. 30(in
«Enciclop.
d. Matem. Elementari », Vol. II, P. I
(Milano, Heopli, 1937) ).
Manoscritto