R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
G AETANO F ICHERA
Sull’equilibrio di un corpo elastico, isotropo e omogeneo
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 17 (1948), p. 9-28
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ISOTROPO E OMOGENEO (1)
Memoria
(*)
di GAETANO FICHERA(a Roma)
Le ricerche del Prof. PICONE hanno
posto
su nuove basi iproblemi
relativiall’ integrazione
delleequazioni
lineari alle de-rivate
parziali. Egli
introduce fra l’ altro un nuovogenerale
pro- cedimento per la risoluzione deiproblemi
al contorno per detteequazioni, che, fondato
essenzialmente sull’ uso della formula diGREEN,
conduce alla effettiva determinazione numerica delle solu-zioni, previa
la conoscenza di taluni sistemi di funzioni verifi- canti certe condizioni(2).
L.
AMERIO,
in alcuni recentilavori, perviene
alla costruzione di tali sistemi di funzioni per leequazioni
del secondo ordine ditipo ellittico,
perl’equazione
del calore e perl’equazione à,
u=f (3 ).
Egli
si fonda su un notevole teorema, da luidimostrato,
che as-segna le condizioni di
compatibilità
fra i valori al contorno dellesoluzioni delle
equazioni
che si considerano.(*) Pervenuta in Redazione il 20 gennaio 1947.
Lavoro eseguito nell’ Istituto per le Applicazioni del calcolo.
(2)
Cfr. M. PICONE, Appunti d«Analivi superiore [Rondinella (Napoli), 1940] pagg. 752-765, e cfr. anche dello stesso A.: Nuovi metodi risolutivi per i problemi d’ integraxione delle lineari a derivccte parttiali e nuova applica1:,ione della trasformata multipla di Laplace nel caso delle equaxionia coefficienti costanti. [Rend. Accad. delle geienze di Torino, 1940] pagg.
413-426.
(=3) Cf’. L. AMERIO, Sull’integrazione dell’equazione A2 u T-- X2 a = f
in un dominio di connessione qualsiasi [Ist. lumbardo di Scienze e Lettere, Rend. Cl, di Scienze, Voi. LXXVIII, 1944-45J pagg. 1-24, ~Sul calcolo delle solt4,tioni dei problemi al contorno per le equasxioni lineari del secondo or-
In
questo
lavoro ho ricercato se taliprocedimenti d’ integra-
zione siano
applicabili
ai sistemi diequazioni
lineari alle derivateparziali
eprecisamente
ho preso in esamequello classico,
relativoall’equilibrio
di un solidoelastico, isotropo
e omogeneo.Quan- tunque
taluni deiproblemi
alcontorno,
che si pongono per talesistema,
siano di natura diversa diquelli,
che si considerano per leequazioni
sumenzionate,
sonopervenuto
ad estendere i risul-tati,
stabiliti per taliequazioni,
al suddettosistema,
dimostrando che la risoluzione di ciascunproblema
al contorno relativo all’e-quilibrio
di un solido elastico è sempreequivalente
aquella
diun sistema di
equazioni integrali
diFiscHER-RiESz,
con che è daritenersi
acquisita
la conoscenza numerica delle soluzioni(").
. Tale
risultato si basa su un fondamentaleteorema,
ilquale -
credo - oltre che per
questo,,
offre interesse anche da unpunto
di vista
puramente
fisicomatematico,
inquanto,
in virtù di esso, si viene ad ottenere una nuova epiù compatta
traduzione ana-litica delle condizioni necessarie e sufficienti per
l’ equilibrio
diun corpo elastico. Detto teorema è da
riguardarsi
come un’esten-sione alle
equazioni
dell’elasticità diquello,
suricordato,
chel’AMERio dimostra per le
equazioni
da lui considerate..
*
* *
Sia C un corpo elastico
tridimensionale, isotropo
e omogeneo.Indichiamo con Fd c la forza di massa
agente
sull’ elemento di volume d c e conT d a , quella
cheagisce
sull’ elemento di super- ficie das. Introdotto un sistema di assi coordinatiortogonali
siano
X, Y; Z,
lecomponenti
secondo detti assi del vettore Pe
Tx , T~ , T~ quelle
di V.È
ben noto dalla teoria matematicadine di tipo e41ittico [American Journal of Mathematics, Baltimora (1947)]
pagg. 447-449,
propagazione
del calore [Rend. di Mate-matica e delle sue applicazioni, 1946] pagg. 84-120, Sull’ integraxione del- 1-’equazione = f [Annali di Matematica pura ed applicatà, Serie IV,
Tomo XXIV, 1945] pagg. 119-138.
(4)
Cfr. M. PICONE, Vedute. unitarie sul calcolo delle soluzioni delle equaxioni atle derivate parziali della Fisica-matemcttica [Atti del I. Con-vegno di Matematica applicata, Roma, 4 - 6 giugno 1936] pagg. 1-36.
dell’ elastícità che indicate
con tj (i , j
=1, 2, 3)
le nove ca-ratteristiche di
tensione, con ti)
= le condizionid’equilibrio
nell’interno di C sono espresse dalle
seguenti equazioni:
mentre indicata con n la normale in un
punto
dellasuperficie
del corpo, rivolta verso l’ interno del corpo
stes,so,
le condizionid’equilibrio
sullasuperficie
sono leseguenti:
Indichiamo con
S (u, v, w)
il vettore che indica lo spo-. stamento di un
punto
P di C in uno stato di deformazione del corpo. Posto’
riesce, com’ è
noto:essendo L e K costanti elastiche del’ corpo stesso
(costanti
diaventi valore
positivo.
Dalle
(1)
e(2)
siperviene,
tramite le(3),
alleequazioni
dell’
equilibrío
nellecomponenti
dispostamento.
Si ottiene nell’ interno di C:
mentre sulla
superficie
del corpo abbiamo:I tre
problemi fondanientali,
che si pongono per la determi- nazione delleconfigurazioni d’equilibrio
di un corpo elastico consistono nellaintegrazione
del sistema diequazioni
alle deri- vateparziali (4), assegnando
sullasuperficie
esterna E del corpouno dei
seguenti
tretipi
di dati:1-)
lecomponenti
dispostamento
u , v , w ;20)
lecomponenti
della forzasuperficiale Tx , Tvi T,;
3o)
su unaparte
dellasuperficie
e sulla re-stante
parte Tx , T ~, Tz .
sChiameremo il
primo problema degli spostame~n.ti,
il secondoproblema
delle il terzoproblema
misto.Indicati con F e T e F’ e T’ due differenti sistemi di
forze, agenti
sul corpo, e detto s lospostamento
di unpunto
diC,
dovuto alle forze del
primo
sistemaquello
relativo al se-condo, sussiste,
com’ è ben noto, ilseguente
teorema direcipro-
cità di
BETTI ’
/Considerati i due
punti posto
indichiamo
con 81 (M, P), 8z (M, P) , 8~ (M, Pj
i vettori dicomponenti
cos definiteSi constata che ciascun vettore per
ogni
fissato P è unafunzione
(vettoriale)
di M soluzione del sistema(4)
e viceversa.Indicate con
1’(1), 1’(2),
7(3) le forzesuperficiali (per
unitàdi
superficie) rispettivamente coinpetenti,
in virtù delle(5), agli spostamenti 8,, S’l, s3 ,
lecomponenti
di ciascuno di tali vettorisuo
rispetti vameute
date da2
’
Con
procedimento
classico dal teorema di BEfiT1 si deducono leseguenti
tre formole .dovute aSOMIGITANA,
valide.inogni punto
P interno a C
(-5).
(5)
Cfr. C. SOMIIGLIANA, Sulle equaxioni dell’ elastieità [Ann. di Matem.,t. 17 (l’889)] pagg a37-b4. Per una trattazjone d’insieme possono consultai-si
Per dimostrare il teorema di BETTI é
quindi
le(6)
e le(7)
si suole fare
1’ ipotesi
della continuità in tutto C(frontiera
in-clusa)
delle funzioni u, v, w e delle loro derivateparziali prime.
Noi invece ricercheremo le soluzioni del sistema
(4)
nella classepiù generale
dei vettori 8 per cuivalgono
le(6)
e le(7),
classeche verremo a ben
precisare.
’
’Supporremo
intanto che il solido C sia schematizzabile in undominio limitato dello
spazio
x y ~, la cui frontiera E sia costi- tuita da un numero finito disuperficie
chiuse~o ,
I~1, ... , ~p
adue a due
prive
dipunti
in comune, essendolo
il contornoesterno e
Mi
I~2’...’ ~p quelli
interni.Ciascuna
superficie 1,
siadecomponibile
in un numero finitodi
porzioni
disuperficie regolari (6)
ed ognuna diqueste goda
della
proprietà, che,
fissatoquasi
ovunque su di essa unpunto
M ed assunto il
piano tangente
comepiano
x y e la normale inesso come asse x, la
superficie
ammetta in un intorno di M larappresentazione x = z (:r, y),
essendo la funzione x(x, y’)
continuaassieme alle sue derivate
parziali prime
e seconde.Supporremo
inoltre che le tre funzioniX, Y,
Z siano höl-deriane in C.
Indichiamo
con ~ 5 j ~
la classe dei vettori8,
definiti inC,
di
componenti
7t, v, w, per ciascuno deiquali
sono verificate leseguenti proprietà :
.I)
le funzioni sono continue in C ~ assieme alle derivateparziali prime
e seconde e verificano ivi leequazioni {4) ; II)
fissatoquasi ovùnque
su 1 unpunto M,
condotta la nor-male n a 1 in
M,
detto P unpunto
di essa, contenuto inC,
econsiderati i due vettori
S (P)
eT(P),
essendoquest’ ultimo
de-finito dalle
(5),
sussistono le due relazioniessendo inoltre i due vettori S
(M)
e sommabilisu ~ ;
E. TREFFTZ, Mathematische Elastizitdtstheoríe (Handbuch der Phisik., Bd. VI, Springer (Berlin 1928]. R. MARcoLONGOy Teoria matematica dell’ equilibrio
dei corpi elastici
[Hoepli
(Milano) 1904].(s) Cfr. M. PtcoNE, Lexioni di Analisi infinitesimale
Circolo
Matema-tico di Catania (1923)1’ J pp. 228 - 232.
III)
inogni punto
P interno a C sussistono le(6)
mentreper .P’ esterno sussistono le
(7).
Porremo al modo
seguente
per i vettori della classe5 j ~
itre
problemi
fondamentalidell’ equilibrio
del solido elastico C:problema degli spostamenti :
.’determinare un vettore di
Il
avendoassegnato
su E il vettoreivi
sonimabile ;
problema
delleforze superficiali:
determinare un vettore di
~
avendoassegnato
su E il vettore7’(M)
ivisommabile ;
’
problema
misto ,determinare un vettore di
( 8) ~
avendoassegnato
su unaparte
S’di E il vettore sommabile e sulla restante
parte
~" ilvettore sommabile
T (M).
Il teorema che veniamo ad enunciare e dimostrare ci per- metterà di far vedere come la risoluzione di ciascuno dei pro- blemi
posti
èequivalente
aquella
di un sistema diequazioni irltegrali
di FiscHER-RiESz.’
TEOREMA. -
Se ~ (~)
e7 (M)
sono due vettori di compo.nenti sommabili su E
veri js’tcanti
leequazioni (7),
il8 (P) le
cuicoxnponenti
u, v, w sonodefinite
dalle(6)
appar- tiene allaclasse ~ 8 ~ .
Alla dimostrazione del teorema enunciato
premettiamo
unaosservazione,
di cui ci varremo costantemente nel corso della me-desima. Sia una funzione sommabile su E e
g (M, P)
unafunzione definita per tutte le
posizioni
di M e di P nellospazio
per cui non
sià M P,
e che risulti funzione continua di tll edi
P,
sequesti
duepunti
variano in due insiemi senzapunti
in comune. -
Sia
Mo un punto
di E nelquale
lasuperficie
è dotata dipiano tangente
unico e, assuntoquesto
comepiano
xy e la nor-male in
Mo
come asse x, si determini su dettopiano
un intornocircolare di
raggio .R ,
delpunto Mo ,
tale che laporzione
di
superficie regolare ~R appartenente
a S epassante
perMo ,
che si
proietta ortogonalmente
sulpiano
x y neipunti
di dettointorno,
abbiaequazione x = x (x, ,y)
essendo la2 *
continua in
r B
assieme alle sue derivateparziali prime
e seconde.Perché ciò sia
possibile basta,
per leipotesi
ammesse su1,
pren- dereMo
al di fuori di un certo insieme N’ di misurasuperfi-
ciale nulla. Introdotto nel
piano
x y un sistema di coordinate po- lari conpolo l’origine, poniamo
-A meno che
Mo
nonapparténga
a Un certo insieme N" dipunti
di E di misurasuperficiale nulla,
riesceSupporremo
allora chejMo
nonappartenga ql’l’insieme
dimisura- nulla IV - N’
+
N".Si ha
poi
Siano P e P’ i due
punti
dicoordinate (O,
0,C)
e(O, 0,
-C), essendo 00.
Facciamo 1’ipotesi
che comunque si assuma ilpunto
M suEB
si abbiacon
Ho
costantepositiva.
Dimostriamo che èDato ad
arbitrio e> 0,
t si assuma JB abbastanzapiccolo
dariuscire ’ - .
Abbiamo,
dettaH,
una costantepositiva
D’ altronde
poichè
si hasi determini
C,
in modo cheper C C C.
siane segue,
per C Ca :
Data l’arbitrarietà di s resta
provato quanto
volevamo.Passiamo adesso alla dimostrazione del nostro teorema. Il vettore
s (P)
definito dalle(6)
verifica la Iproprietà
che definisce ivettori
di ~
-Infatti le tre funzioni definite da dette formole sono continue, nell’ interno di C
assieme
alle derivateparziali prime
eseconde,
ciò segue per
l’ ipotesi
fatta della hólderiaiieitàdi ,X ,
Y e Z inC ,
com’è notodalla
teoria delpotenziale
di volume(’) .
Risul-tano inoltre verificate le
equazioni (4).
Laproprietà
III vienesoddisfatta per le
ipotesi
stesse del teorema. Resta allora da pro-vare la II. Fissato
Mo
su E - fuori di un certo insieme N di misura nulla - assumeremo ilpiano tangente
inMo
a E comepiano
x y e la normale inM,,
come asse x diretto come la nor-male interna a C . Dette
Uo , vo , ~o
lecomponenti
del vettore(Mo) ,
cominciamo col dimostrare che èAssunto comunque il
punto
P nell’ interno di C e P’ all’e- sterno si ha:Otteniamo,
tenendopresenti
leSupporremo
che P abbia coordinate0 , 0, 1 >
O e P’0, 0 ,
~ eche C
sia abbastanzapiccolo da
risultare P internoa C e ~’’ esterno.
(7) Cfr. 0. D. KELLOGG, Foundations o f potential
theory ( Springer
(Berlin)1929] pp.
150 - 156.Per dimostrare la
(8, )
faremo vedere che ciascuno dei treintegrali
al secondo membro della(10)
ha per limite zeroquando
~ -- 0 . Ciò è intanto evidente per il
primo
di essi dato che lafunzione
potenziale
è continua in tutto
lo ..spazio.
*
Introduciamo il cerchio
rn
e la funzione x(x, y) già
dianziconsiderati e
poniamo, dette x,
y, x le coordinate di unpunto
jl variabile su E
Sia
poi
H una costantepositiva
per laquale
si abbiain rR
Supponiamo
di assumene R in modo tale sia 1 . Si ha:Detti allora p e q due numeri
positivi,
si ha inrR :
e,
analogamente :
Avvertiamo che d’ ora in avanti con
I~’; (i = 0 , 1, 2 , ... )
indicheremo sempre una costante
positiva
avente volta a voltaun conveniente valore.
Posto
To = T (Mo) ,
abbiamoPoichè risulta in
rR ,
com’ è facile constatare:ne viene
D’altra
parte
riesce inrR
Segue
daciò,
per l’ osservazione premessa,Veniamo adesso a dimostrare che
Poniamo intanto
È
ovvio che riesceSi ~ ha: ~ O
D’ altrotide abbiamo
e in modo
analogo
Ne segue
e
quindi
la(11).
Resta cos dimostrata la(81).
Coneguale
pro- cedimento si dimostra checon che rimane
provata
laprima
delle due relazioni(8).
Veniamo alla dimostrazione della seconda.
Riesce intanto
’
Diciamo
Po , Q" , Ro
lecomponenti
del vettoreTo
e indi-chiamo con 9 il vettore le cui
componenti
sono cos definite.
Sia Bdo la forza
superficiale
che per le(5) compete
allospostamento
J9’. Si ha allora per lecomponenti
di BApplicando
la(12)
otteniamoPer le
(12), (13), (14) possiamo
scrivereOccorre dimostrare che
L’ annullarsi del
primo integrale
al secondo membro della(15),
è una nota conseguenza dei risultati della teoria del
potenziale
di volume. ,.. .
Per il secondo
integrale
si ha’
poichè
nullo inMo ,
siha,
sempre in virtù deir os- servazione premessa, che anche il secondointegrale
del secondo membro della(15)
è infinitesimo con C.Con
analoghe
considerazioni siconstata,
datoche 18 - 80 + A ) I
è nullo in che anche il terzo
integrale
tende a zeroquando
C-0.
È quindi
vera la(16).
Assieme ad essa si dimostrano si- milmente le due relazionie
pertanto
vieneacquisita
la seconda della(8).
Il teorema rimane cos
completamente
dimostrato., In virtù di esso
possiamo
affermare ohe il sistema di zioniinte,grali (7)
costituisce una nuova epiic campatta
tradu-xione
analitica
delle condixioni necessaric esufficienti
per l’ e- ’quilibrio
del solido elasticoC,
condizioni che venivano altrimenti espresse dalle(1)
e(2)
oppure dalle(4)
e(5).
Facciamo adesso vedere come il sistema
(7)
èequivalente
adun sistema di
equazioni
di FISCUEU-RIESZ.Detto
P’®
unpunto
esterno al dominio limitato da£0
e1 , P , ... , p; punti
interni ai domini limitatirispettivamente
da
1,, ..., Ep ,
indichiamo con~
la successione ottenutaprendendo
assieme tuttigli
elementi delle 3(p
+1) successioni,
ciascuna dellequali
è costituita da tutte le derivate di8~ (M, P’) (h
=1, 2, 3),
calcolate inP§ (j
=0, 1, ... , p),
e con~ ~~ ~ quella
ottenuta in modo
analogo
con le derivate di(1V1, P).
Data ~ analiticità in
ogni
insieme esterno a C delle funzioni di P’ checompaiono
nel sistema(7),
detto sistema èequivàlente
al
seguente
deltipo
di FiscsMR-RiKSz :la cui
considerazione permette
la effettiva risoluzione dei tre pro- blemi fondamentali dell’ elasticità.Si ha infatti :
1.)
Problemadegli spostameitti.
È
noto il vettore 5. Le(17)
forniscono allora le coordinate di FOURIER del vettoreincognito
Trispetto
al sistema2.)
Probleina delleforxe superficiali.
È
noto il vettore T. Le(17)
danno in tal caso le coordi- nate di FouMMR del vettoreincognito
8rispetto
al .3.)
Problema misto.Su una
parte
E’ di E èassegnato
lospostamento 8’,
sullarestante
parte
E" la forzasuperficiale
T".Poniamo
’
Consideriamo il
seguente
sistema di FISCINER - RIESZ nel vet- toreincognito
RSe R è soluzione di tale sistema
poniamo
I vettori 8 e T cos definiti verificano le
(17)
equindi
le(7). Pertanto,
sostituiti nelle(6),
si ha che il vettore daqueste
definito è soluzione del