R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
M ARIO B ALDASSARRI
Sugl’insiemi di gruppi di punti generati da serie razionali
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 21 (1952), p. 124-135
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GENERATI DA SERIE RAZIONALI
, Nota
(*)
di MARIO BALDASSARRI(a Padova)
Questa Nota
è dedicata alla ricerca di condizioni neces-sarie e suflicienti
perchè
un’ involuzionepiana,
e d’ ordinen, riesca normale in uno
~53,
nel senso indicato in un lavoroprecedente 1 ).
Nei
primi
numeri(1-6)
inizio lo studiodegli
insiemi!9&
di
gruppi
dipunti
delpiano, generati
da ooa serie razionali CX)1 a(in particolare involutorie,
ossiag~,), determinando,
fraIl
altro,
una condizione necessaria e sufficienteperchè
un sif-fatto insieme
~3
sia linearmente razionalerispetto
alle sueserie a. Faccio
vedere,
inparticolare,
che tale condizioneè sempre soddisfatta
quando
le serie f1 siano diequivalenza,
e, fra le ooa curve
~’, luogo
deigruppi G,
d’ una serieg~ ,
non ve ne siano infinite
spezzate (Teor.
1 e2).
’
Affronto
quindi
ilproblema proposto
dimostrando(n. 7-10)
che una per n > 2 si
rappresenta
con un’ involuzione003, d’ ordine n,
su di un insieme del suddettotipo §3
conli
= n - 1,
e ne deduco una condizione necessaria e snf~cienteperchè
la sia normale in unoS3. Rappresentando
iresidui dei con i
punti Y3,
equindi
le o02g~_i
in cui si distribuiscono
quei
resti sulle curve razionali d’ una sua congruenza .K d’ indice uno, tale condizione coincide con la razionalità lineare dellaY3 rispetto
a g(Teor. 3).
Nel lavoro si trovano anche osservazioni intese a
precisare
certi
aspetti
della struttura dellef,2 .
*) Pervenuta in Redazione il 3 giugno 1952.
1) M. BALDABBARRI, Le e le loro prote~otM. 4: Rend. Acc. Lin- cei» (12) 6 (1952).
n~
~l. -
Siano u e W’ duepiani (distinti
ono)
ed indichiamocon
(o, y)
edy’)
coordinate affini su essi’).
Si associ algenerico punto
P delpiano 1t
una curvaalgebrica y’
d’ ordinem di con la condizione che la
corrispondenza,
cosdefinita,
risulti unirazionale: cioè in
guisa
che i coefficienti della curvay’
risultino funzioni razionali di P =(~, y). 3).
-Per la
corrispondenza
inversapotranno
verificarsi i casi usuali: cioè lagenerica l’ potrà provenire
da un solpunto P,
o da un numero finito v diessi,
o addirittura da infinitipunti
di w distribuiti su di una certa curva y. Il secondo casosi
può
ricondurre alprimo approffittando
del teorema di CAST~LN~ovo sulla razionalità delle involuzionipiane ’).
In-fatti
quei gruppi Gy,
i cui vpunti
generano una stessa~’,
descrivono su w un’ involuzione
001, d’ ordine y, quindi
razio-nale,
eperciò
riferibile aipunti
d’un nuovopiano x,
fra ilquale
e x’ si ristabilisce ora la biunivocitàrispetto
alla corri-spondenza prodotto
=Eccettuata
dunque
la terza alternativa(in
cui le curve~’
e y formano due sistemi o01 fra lorobirazionali),
le curvey’
descrivono un sistema oos birazionale.Si supponga ora che sulla
generica
curvaY
sia univoca-mente individuata una serie di
equivalenza g~, ’)
in modoche,
se
G~,
è ilgenerico
gruppo dellagenerica g~,,
essoappartenga
a
quella
solagl,
sicchè dovrà essere IL > 1. E’ subito visto che 1’ insieme deigruppi
cosgenerato
è una varieta~algebrica
irri-ducibile a tre che diremo
~3. ~
~
2) L’uso di coordinate affini risponde naturalmente a mere como-
dità d’esposizione.
3) Se si rappresentano le curve d’ordine m del piano 1t’ con i punti d’uno spazio
8.
cioè equivale a porre le coor-dinate di questo spazio eguali ad altrettante funzioni razionali di x, y : con il che si rappresenta sul piano n una superficie birazionale dello
a meno che l’ente rappresentato non riesca una curva.
4) G. CABTELNUOVO, Sulla razionatità dette involuzioni piane. c Math.
Ann. ~ 44 (1894), 125-15à ; riprodotto nelle ~ ~emorie 8certe:. (Bologna, Zanichelli, 1937), p. 273-304.
5) Con ciò si ammette che la generica curva y’ possa anche esser
spezzata.
Se, invece,
le curvey’
sono sipuò
ancora generare unaalgebrica
ed irriducibile diG,, supponendo
che lagl
asse-gnata
suy’
varii come funzione univoca delpunto
P dellacurva y
corrispondente
a~.
Anche in tal caso ammetteremo . che unG, appartenga
ad una solag~ .
2. - Si
perviene
cos ad un insieme~3’ triplamente infinito,
di
gruppi G,,
distribuiti in oo’ serie diequivalenza
d’ indiceuno sui
G~,
stessi.L’ insieme
~3
ammette un modellobirazionale, privo
di ec-cezioni,
in una certa varietà11#
immersa nella varietà di BOR,DIGAM2p., immagine
di tutti igruppi
non ordinati d pLpunti
delpiano 7~ ~).
Sulla~:
resta definita una congruenza2~
razionale e d’ indice uno, di curve razionalig’~ : quelle
cherappresentano
leg§. Queste
curveg*
hanno ordine m,eguale
a
quello
delle curve7’,
come si ricavasegando
unag~
conuna sezione
iperpiana
dellaquale,
adesempio, quella
for-mata da tutti i
gruppi G~,,
che hanno un loropunto
su diuna certa retta r del
piano
7t’. Sepoi O
è lasuperficie
imma-gine
dentro la varietà diBORDIGA,
dellev-ple
delpiano coincidenti, gli spazi
osculatori massimi alla~,
uscenti daipunti
d’ unag*,
devon segarequesta
solo in unpunto, poichè
le
9~
sono d’ indice uno sullerispettive
curvey’.
Viceversa, ogni
curva razionaleg*, giacente
sulla varietàdi
BORDIGA,
e che non sia ulteriormente incontratadagli spazi
osculatorisuddetti, rappresenta
una serie diequivalenza 91
delpiano T~
e,quindi,
una varietàalgebrica
a tre dimen-sioni immersa nella che
contenga
una congruenza.g,
diindice uno, di curve razionali
siffatte,
d’un certo ordine m, è sempreimmagine
d’ un insieme deltipo
in discorso.3. -
Vogliamo
ora.occuparci
di trovare delle condizioni ne-cessarie e sufficienti
perchè
1’insieme ~ 3
sia linearmente bira- zionalerispetto
alle sue date con il che si vuol notoria-fJ-
g) G. BORDIGA, Sul modello nz~,ninao della varietà delle n-ple non or- dinate dei punti di un piano. « Ann. di Mat. » (3) 27 (1918), 1-40.
mente intendere che la
varietà ~ 3
dovrà risultare birazionale- menteriferibile ad
unS.
in modo che le sue aer-iegl
si rappre-sentino tutte rette d’una stella. ’ .
In
questa indagine
sipuò
anzi supporre che le serie razio- naliassegnate
alle curve-~’
siano d’ indicequalsiasi (finito) :
diremo c la
generica
di esse, che si dovrà supporre irriducibile a1llnchè tale sia anche 1’ insieme~3
deiG~, .
*Le condizioni richieste
coincidono, evidentemente,
con lemedesime condizioni riferite alla
~: rispetto
alla congruenzaK,
lequali
a lor volta si riducono aquelle, già
note~),
che ga- rantiscono 1’ esistenza d’ unasuperficie
unisecante ciascunag*.
Basta
precisamente
considerarequelle
curve di K che si spez-zano in due
componenti 8):’
ingenerale
-poichè
lagenerica g*
èirriducibile,
come lagenerica
serie a - ve ne sarà unsistema
semplicemente
infinito~,
eventualmentecomposto
dapiù
sistemi irriducibiliZli,
...,Eq . Orbene,
se fraquesti
sistemi ve n’ è
qualcuno multiplo
d’ ordinepari
per1,
essopuò escludersi;
mentre si dimostra che ciascun altro è tale che lecomponenti C1
eC2
della curvaspezzata,
che lo descrive,o variano in uno stesso sistema
(descrivendovi
una involuzioneY~ ),
ovvero descrivono due sistemi distinti in una certa esten- sionealgebrica 9)
del corpo di definizione della varietà~::
ledue alternative verificandosi
ugualmente rispetto
ai sistemiMi, semplici
omultipli
dimolteplicità dispari
per 1. Risulta che7) U. ~lzctte varietà algebriche che conten.~ono un sisteyrca di c~urue Rend. Semin. Padova », 9 ( 1938), 1-17.
8) Il caso che le componenti delle curve spezzate sian più di due si riconduce a quello mediante un’opportuna trasformazione birazionale della varietà. Basta, in efEetti, passare ad un modello in cui quelle
curve razionali si riducano a coniche, il che è sempre possibile: i cfr. il lavoro cit. in (7), p. 3, e F. ENRIQUES. saie irrazionatità da cui può farsi dipendere la risotuzione d’~cn’equazione atgebrica f(x, y, z) = 0 con funzioni razionati di duce parametri. Math. Ann. » 49 (1897), 1-23, rias-
sunta in Rend. Acc. Lincei~, (5) 4 (1895), 311-316.
~
9) Per quanto si è osservato alla nota 8) questa estensione avrà,
al più, grado due sul corpo in cui è definita la varietà ~3 in discorso.
Cfr. ad es.: B. S~xE, Lezioni di Geometria Moderna, (Bologna, Zani-
chelli, 1948, vol. I, p. 55, n. 67.
nel
primo
caso non esiste unasuperficie
unisecante le curveK,
mentre nel secondo esiste. Pertanto la
~:
è o no linearmentebirazionale,
secondochè si verifica 1’ una o 1’ altra delle situa- zioni descritte. Sipuò dunque
enunciare ilseguente:
TEOREMA I. - Condizione necesgari~ e
sufficiente perchè
unsistema
atgebr~co
zrrzducib~te edgruppi
del
piano,
contenente un rax~onate 001 di serie razio-nali cr,
d’indice uno suiG...,
t~nearmente razionatequeste serie, è che,
inogni componente
dirr~otteptic~itc (in particotare sempt~ce)
del sistema delle 001 seriedue serie Qi e Qs, s i mnovono iri due s~i,stem~i distinti su di certa estensione
atgebrica
del corpo dide~r~n~x~one
delmc~
~3
stesso..4. - E’ il caso d’ oseervare che la condizione espressa dal teor. I è certo soddisfatta se, fra le serie razionali a, non
ve ne sono
i apezzate 1°);
e, se si torna ad ammettere ch’ essesiano di
equivalenza, questo
sarà certo il casoquando
fra le o02curve
y’
non ve ne siano CX)1spezzate. Infatti,
sullagenerica y’
si avrà intanto una serie
gl ...
nondegenere
chepotrà supporsi segata
da un certo fascio lineare diaggiunte 11); quando ~’
tende ad una
particolare 10"
la serie limitedella gl
sarà anco-ra
segata
da un determinato fascio lineareche, se y o
è irridu-cibile,
sega sicuramente ancora una serie lineare nondege-
nere
12).
Ciò ha un certo interesseperchè
i sistemi oos di curvepiane algebriche
d’ ordine m e di genere p > 1 contenenti curveio) Naturalmente in tal caso, nel modello di cui alla nota 8), le coniche spezzate formano una sgperficie fondamentale per la trasforma- zione che intercede fra la 93* ed il modello stesso.
’
11) Precisamente sono quelle (d’un certo ordine 1) che passano pel resto di un’aggiunta d’ordine 1 (conveniente) condotta per un gruppo fiasato ad arbitrio nella serie. Cfr. F. SEV~, sistemi d’equiva-
ieuza e corriapo~denze algebriche sutte vdrietà algebriche, (Roma, Per- rella, 1942), p. 123.
is) Hanno interesse a questo proposito le considerazioni sulle serie limiti degeneri che si trovano a p. 158 n. 86 dell’opera di F. SE"xx,
cità. in 11 ).
spezzate (ed
amaggior
motivoquelli
che necontengono 0o i)
sono
particolari.
Sipuò dunque
enunciare ilTEOREMA 2. - Un
tipo
considerato al n.1,
è certo linearmente razionate se
fra
le 002 curve delle sueserie lineari
gl p.
non ve ne sono ooispezzate.
5. - Conviene
garantirsi
che la condizione espressa nel teor. 1 non sia soddisfatta da tuttigli
insiemi neppure se le serie a sono lineari. Unesempio
alriguardo
si costruisce su-bito, partendo
dalla congruenza delle conichesegate
su di unal7§ generale
delloS4
daipiani
per una suaretta,
e trasforman- dola mediante lacorrispondenza
simmetrica associata ad unaI~i, 4
diquell’ 84.
Si ottiene unaV3’
contenente una con-gruenza g’ di curve, su ognuna delle
quali
resta individuatauna serie lineare
g1,
p. equindi globalmente
un insieme m3 digruppi
chepotrà, scegliendo opportunamente
laI~,.+.1, 4 13),
proiettarsi
da unagenerica
retta delloS~, biunivocamente,
inun insieme
piano che,
pur essendo deltipo
non è tuttaviabirazionale, perchè
non lo è notoriamente la forma cubica gene- rale delloS~ i ~ ).
Con
analogo procedimento
possono costruirsiesempi
diinsiemi
~3 birazionali,
nonperò
linearmente tali: basta infattipartire
da una congruenza di coniche delloS3,
che abbia indiceuno e non ammetta una
superficie unisecante,
eprocedere
comesopra usando invece una
1 3 11+ Is).
6. -
Aggiungiamo qualche
osservazione sullarappresenta-
zione analitica dell’ insieme
~3
nel caso - a cui d’ ora inpoi
ci limiteremo che le serie a sian lineari.
13) La scelta dovrà esser fatta in modo che, se con r s’indica la retta centro di proiezione, le curve trasformate nella
I~i~ ~ ,
delle se-zioni piane per r della V3, siano solo unisecate dai piani per r che le incontrano: condizione che può sempre esser realizzata.
14) G. FANO, c Comm. Pont. Acc. Se. », 11 ( 1947), 635.
15) Esistono notoriamente tipi siffatti di congruenze lineari di co-
niche ; cfr. D. I~ZONTE8AN0, vari tipi di congrue~ze hneari di coniche dello Acc. di Napoli», (1895), 92-110: 155-181.
Intanto i coefficienti dell’
equazione
dellagenerica
curvay’
son funzioni
algebriche
ad unvalore,
cioè funzioni razionali delpunto y)
equindi
1’equazione
diy’
sarà deltipo :
in
cui 1
è unpolinomio
sia ina’, y’
chein o,
y.Sulla
generica
curva(1)
è univocamente individuata la serie linearegl,
chepotrà pensarsi segata
sullay’
da un certo fasciolineare di curve
aggiunte, che, però,
ingenerale,
non risultarazionalmente individuato
rispetto
ai coefticienti delpolinomio f
nelle variabili o ed y18):
edanzi,
ossame una certa rappre- sentazione analiticaequivale
in sostanza a Ussaro un gruppo dellag1,
ossia unpunto
su di una certa curva razionaleg*,
. razionalmente individuata sul corpo di definizione della curva
Y’. ciòy
com’ ènoto,
richiede ingenerale,
ed alpiù,
1’ introdu-zione d’ un radicale
quadratico
sul corpo delle funzioni razio- nali in o ed y17 ). Quando, invece,
sia soddisfatta la condizione espressa nel teor.1,
o,più
inparticolare, quella
espressa nel teor.2,
la seriegl p.
associata alla(1) può pensarsi segata
su diessa all’ infuori certo gruppo A di
punti :fissi,
dal fasciolineare d’ eqnazione :
,in cui
f o
edf
i sonopolinomi
nelle loro variabili.Al variare del
punto
P su ic ilgruppo d,
ingenerale,
varie-rà con
y’
descrivendo un insieme a di dimensione inferiore atre,
dalquale
si dovràprescindere
se si vuole che le(1)
e(2)
forniscano il nostro
0,.
A
questo proposito
convengono alcunespiegazioni.
Le(1)
e
(2)
insieme possonopensarsi
comeequazioni
d’ unacorrispon-
denza
(1, v)
fra lospaZio ~
=(o,
y,t)
ed il infattiper certi valori
generici di ~,
ye t, quelle
due curve si segano, fuori diA,
in un gruppo(~~,
del nostroinsieme,
equindi
una1 g) Basta, come esempio, al riguardo, pensare al caso della
g’
deipunti d’una razionale d’ordine pari.
17)M. N OETBD, der Operai~onen ~n der Theo- rie der algebrari8chen c Math. Ann. ~, 23 ( 1884), 311-358.
coppia generica
dipunti
variabili di S e di x soddisfacenti a.quelle equazioni,
è unacoppia
dipunti omologhi
inquella
cor-rispondenza.
Ma sipuò precisare
fino aqual punto questo
suc-ceda. Perciò si osservi che le uniche eccezioni si hanno per
quei punti
in relazione aiquali
le curve(1)
e(2)
abbiano infi-niti
punti
in comune, il che a sua voltaaccade,
oltrechè per ilpunto improprio dell’asse t, quando:
oquelle
curve hanno unacomponente
in comune ovvero una delle due svanisce identica- mente. Maciò,
per 1’ipotesi
f attaquando o,
y e t hanno valorigenerici, può
succedere soloVer
ipunti
di una sottovarietà a’propria di S,
ingenerale composta
dipunti isolati,
di lineee di
superficie,
eche,
inparticolare,
conterrà le varietà di S nellequali
s’ annullano tutti i coefficienti o della(1)
o della(2).
Concludendo sipuò
affermare che le(1)
e(2)
insieme rap-presentano tac corrispondenza~ (1, ~J.)
associatao, se si
vuole,
P insieme~3 stesso,
nel senso chepunti
d-t8 e di x che
soddis~no
ad esse e che siacn esterni ailuoghi
a,o~,
sono
omotoghi in siffatta corrispondenza.
Lè
(1)
e(2)
consentono un’ altra interessanteinterpreta-
zione
quando
sipensino (IJ, y, o’, y’,
come coordinate affini dipunto
in unospazio S4.
La(1) rappresenta
in taleipotesi
unaforma
M3
diquesto S4
che risulta incorrispondenza
birazionalecon le
coppie
dipunti
estratterispettivamente
dalpiano «
e dauno dei
gruppi
ad essoassociati,
valendo le ben note ecce-zioni all’ infinito
dipendenti
dalle eccezioni che sl incontrano nellarappresentazione
dellecoppie
dipunti
d’ unpiano
su diun
S4.
Il sistema delle curvey’
si trasforma sullaM,
nelle curvedella congruenza staccata su di essa dai
piani paralleli
alpiano (x’, y’)
delloS4,
e su ciascuna diqueste
le forme del fascio(2)
segano, fuori d’una certa
superficie base,
le serie lineari imma-gini
dellegl p.
date sulley’.
Si vede cos che~3’
se èlinearmente birc~zionate, può pensarsi
comeproiezione pic~na
diuna serie d’ intersezione
parziate, qual’ é quella
data dalle(1)
e(2)
al variare ed y. È inoltre evidente laproprietà
inversa.7. - Passiamo ora a considerare un
problema
relativo alleinvoluzioni
piane Z~2?
nelquale
le cose dette trovano una natu- raleapplicazione.
Considerata ingenerale
una cioè un’ in-voluzione ocdg e
d’ordine n,
d’uno8,.,
hoposto,
in un altrolavoro
18),
la nozione dispazio
normale per essa : con ciò al in- tendo unospazio
SH checontenga qualche
di cui la data siaproiezione
etale,
per dipiù,
che non esista alcuna1:,HI
con che si
proietti
nella x.Ora,
ilpiù semplice
caso chesi
presenta,
in ordine aquesto problema,
èquello
delle involuzio- nit,2,
in sensostretto,
delpiano:
perqueste
sihanno
due solepossibilità ;
e cioè : o sono normaligià
nel loropiano,
ovvero pro- vengono perproiezione
da delle~.,8
tenendopresente
che que-st’ultime,
come risulta dal lavoro~ita,to
siproiettano
di certobiunivocamente in escluso il caso che
contengano
una stelladi rette unite. Si
tratta dunque
in sostanza di trovare una con-dizione necessaria e sufficiente
perchè
unal:, 2
sia normale nelsuo
piano
o in un~3.
A ciò e ad alcune osservazionicomplemen-
tari sono dedicati in numeri
seguenti.
8. - Una
t,g,
in sensostretto, è,
secondo la definizione di B. SBGRE2°),
che ha introdottiquesti enti,
un insiemealgebrico
003 di
gruppi
di npunti,
distinti o no, delpiano,
tale che i residui di essirispetto
ad ungenerico punto
delpiano,
descri-vano una serie di
equivalenza
su di una certa curva.Questi gruppi
resto formano un sistemaalgebrico tripla-
mente infinito in
corrispondenza ( 1, n)
con la Vedremoche : se n >
2,
un insieme deltipo ~3 de finito
alnumero .f.
Infatti,
esso è intantoluogo
di oos serie diequivalenza
resta
quindi
soltanto da constatare 1’ ulteriore condizione cheun
appartenga
ad un sola9n-1.
Per veder ciò - seè n > 2 e
(P1, Pi,
... ,P" )
un della - si consideri adesempio,
il residuorispetto
aPi : P~,
... , sequesto
residuoappartiene
apiù
d’ una serie91,-1 ,
vuol dire che esso èla) Cfr. loc. cit. in i).
’
Cfr. teor. 2, loc. cit. in 1).
2°) B. Osservazioni sulle involuzioni piane più volte inflnite,
c Bollettino dell’Un. Mat. (3) 5 (1948), 196-200, comunicata al terzo congresso dell’Un. Mat. Ital. (Atti, 1951, p. 124).
residuo non solo
rispetto
aPi,
ma ancherispetto
a certi altripunti (i = 1, 2, ...),
cosicchè fra i residui diP,,
adesempio, compariranno
igruppi P,,
... ,Pn)
e(P r’~, Ps,
... ,Pn),
ilche è
assurdo, perchè questi
residui devono variare in una serielineare,
e duegruppi
diquesta
non possono avere in comuneun
punto
variabile.9. - Nel caso
attuale,
ipiani «
e ~c’ sono coincidenti e lacorrispondenza
che associa aipunti
P di « igruppi
diz’ risulta involutoria. Abbiamo osservato al n. 1 che le curve
Y’
possono esser 00" o ooi. Sipuò
oraapprofondire questa
alter- nativa.Inf atti,
nel secondo caso, una curvay’
contiene intantogli
001 residui deipunti
d’ una curva Y : inoltre - stante la relazione d’ involutorietà lacurva
se n >2,
coincide addi- rittura conla y, perchè questa
deve contenere tutti i residui deipresi rispetto
allecoppie
dipunti
che sono uno su ï e 1’ altro suY’ ;
se,invece, n
=2, y e T
devon esser due curve ininvoluzione d’ uno stesso sistema o01.
Nel
primo
caso,poichè ciascuna y
contiene tutti i residuipresi rispetto
a ciascun suopunto,
per unpunto
delpiano
passa una sola y, onde
le y
formano un fascio lineare e suogni
curva del fascio la
1:, j
subordina un’ involuzione oo’che,
perun noto teorema di
Hv~B~~,T-CAS~Lrr~ovo’i),
o è una serielineare o è
composta
con un’ involuzione irrazionale e que- st’ ultimapossibilità
èqui
da escludersiperchè
i residui d’ unpunto
devon variare in una serie lineare12).
Nel secondo
caso, n - 2,
si ottiene com’ è subito visto -una formata da tutte le
coppie
dipunti
estratte dallecoppie
di curve in involuzione d’ un fascio di curve razionali.
Questi
sonodunque
i solitipi
d’ unaI;, 2
tali che le curveY’
sianozl) Cfr. ad es. F. Trattato di Geometria Algebrica (Bologna, Zanichelli, 1926), p. 277.
22) Questo tipo è accettabile quando si considerino, invece,
13 2
n, 2 in senso largo, cioè quando si permetta ai residui dei gruppi G~~, 2 rispetto ai punti del piano, di descrivere delle serie algebriche involu- torie. Avvertasi anche che le stesse considerazioni di questo numeropermettono di risolvere l’analoga questione per le
¡tJ 2
Con d > 3.Vale la pena di notare che
queste, pensate
come varietàastratte a tre
dimensioni, contengono
un fascio lineare disuperficie razionali,
che sono, nelprimo
caso, leimmagini
delleool
g2
e, nelsecondo,
le ooisuperficie immagini
ciascuna delprodotto
di due curve razionali. Tuttequeste
sono, com’è facilevedere,
enti birazionali23).
10. - Prendiamo ora una con n >
2,
e si supponga che 11 insieme~3
ad essa associato sia linearmente birazionale ri-spetto
alle curveg~ immagini
delle9;-1.
Sipensi
allora ilpiano
1t immerso in uno
S3
che diremo a, e sia 0 unpunto qualsiasi
dia esterno al
piano
1t. Per 1’ipotesi f atta,
sipuò rappresentare
ciascuna
gl_,
su di una retta della stella di centro0,
e larappresentazione può pensarsi
realizzata in modo che ciascuna sirappresenti precisamente
suquella
retta cheproietta
da O il
punto
P di « associato alla serie stessa. È allora facile vedere che in tal modo igruppi
dipunti
di aomologhi degli n
residui
Gn-1,2
d’ uno stesso formano una1;,3
che si pro- ietta da 0 nella nostra.z:,2. Inf atti,
preso unpunto
P’ di ala retta OP’ interseca in un
punto
P ilpiano x, punto
chedetermina la serie
9;-1 dei
suoiresti,
e, suquesta,
alpunto
P’resta associato un certo
che,
insieme aP,
forma uno edun solo
G~~,2
eperciò
individua un unico gruppo dipunti
di crcontenente P’.
Dunque
se 1’ insieme~3
è linearmente birazionale la nostraI:, 2
è normale in Q.Viceversa,
sequesto accade,
Il insieme dei
G,,-1, 2
residui deipunti
P delpiano
sirappresenta
birazionalmente su di un
S3,
in modo cheogni U;-1
si unifor-mizza sulla retta che
proietta
ilpunto P,
associato allagn_1,
2da un
generico punto
O dello~3: quindi il ~ 3
è linearmente birazionale.Si conclude cos col
1.3
TEOREMA 3. - Condizione nece88aria e
su~iciente perchè
una8ia normale in uno
spazio 83, è
che l’ insieme~3
dei suoi23) Ciò risulta dal fatto che quelle ao’ superficie ammettono sempre una curva unisecante.
resti
rispetto
a4p~unti
delpiano,
sia tinear~nente b~razionate ri-8spetto
alle sue ooa serie *Confrontando
questo
enunciato conquello
del teor.I,
si ot-tiene subito la condizione necessaria e sufficiente
perchè
unaI3n, ~
sia normale nello83 2’).
Il risultato ottenuto non è tutta- via che unprimo
passo nelproblema
dellospazio
normale per le È infattiprobabile
che la condizione trovata possa ridursi ad altrepiù semplici
o,almeno,
dipiù agevole applica-
zione. Rimandiamo comunque ad un altro lavoro delle ulteriori
indagini,
fra lequali
la ricerca diesempi
di13 2
normali nelpiano.
’
24) Notiamo che se, più in particolare, si è nella condizione del teor. 2, la