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FONTE : Piani di Assistenza Infermieristica, Lynda Juall Carpenito – Casa Editrice AMBROSIANA

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Academic year: 2022

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1 PIANIFICAZIONE ASSISTENZIALE 1

DATA N. PROBLEMI COLLABORATIVI DIAGNOSI INFERMIERISTICHE

OBIETTIVI INTERVENTI MOTIVAZIONE SCIENTIFICA

1

L’infermiere gestirà e ridurrà al minimo le complicanze vascolari.

1)Il paziente

identificherà i fattori di rischio

dell’ipertensione.

2) elencherà i fattori dietetici associati all’ipertensione.

3)Descriverà segni e sintomi dell’ I.A. ad operatori sanitari.

A : istruire il Pz a controllarsi e farsi controllare la pressione,e tenere una accurata

registrazione dei dati.

B: Spiegare i possibili effetti collaterali dei farmaci A.I., istruire il Pz di informare il medico per eventuali eventi avversi

C: discutere con termini comprensibili delle eventuali cause di rischio secondarie a I.A

D : Somministrare terapia antiipertensiva secondo prescrizione medica.

A : I risultati settimanali della pressione arteriosa, sono

necessari per valutare la risposta del PZ ai trattamenti ed ai

cambiamenti di stili di vita B: una persona che sperimenta eventi avversi potrebbe

sospendere la terapia da sola.

C: il rischio di ictus cerebrale aumenta proporzionalmente alla pressione arteriosa.

1

(2)

2 2 Monitorare la circolazione venosa,

controllando il colorito la

temperatura e le dimensioni degli arti, in accordo col medico.

Il Pz descriverà l’eziologia della stasi venosa, riferirà come prevenire lesioni e infezioni.

Descriverà segni e sintomi ad operatori sanitari.

A. Pianificare attività che richiedono di stare in piedi, o di camminare nella prima parte del giorno, quando gli edemi sono minori.

B. Evitare attività che potrebbero determinare traumi degli arti inferiori.

A : aiutare il pz nella

partecipazione della cura di sé, che farà fronte ben volentieri alla modificazione dell’immagine corporea.

B : la conoscenza della prognosi e delle strategie profilattiche, aiuta il PZ a prevenire e ridurre al minimo eventuali problemi di Ins.Ven.Cron 3 Rischio elevato di gestione

inefficacie del regime terapeutico, correlato a insufficiente

conoscenza del diabete e automonitoraggio glicemico.

IPOGLICEMIA O COMA DIABETICO

Il paziente riferirà segni e sintomi del DM e dell’ipoglicemia.

Spiegherà nome, dosaggio ed orario di assunzione delle compresse.

Consulterà un dietista per la pianificazione dei pasti.

A. Monitoraggio per rilevare segni e sintomi di Ipoglic.

B. Monitorare per rilevare segni e sintomi di Neuropatia Diabetica C. Monitorare per rilevare

segni e sintomi di nefropatia diabetica D. C- Somministrare terapia

sotto prescrizione medica

A. L’ipoglicemia può essere causata da eccesso di insulina, carente assunzione di alimenti, attività fisica.

B. Sono predominanti sintomi sensoriali quali

intorpidimento,formicolio,dolore e perdita di sensibilità,consigliati inibitori dell’ALDORIDUTTASI C. Nella nefropatia la membrana

basale si ispessisce per la filtrazione cronica di un elevato livello di glucosio. La membrana diventa più permeabile causando una maggiore perdita di proteine del sangue con le urine.

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3 4 Alterato mantenimento della

salute, correlato a squilibrio tra apporto calorico e consumo energetico

Il pz spiegherà il fabbisogno calorico, nutrizionale e di esercizio fisico.

Perderà peso come convenuto.

Si procurerà alimenti idonei alla sua dieta.

A. Aumentare la

consapevolezza del PZ circa l’influenza sul suo peso corporeo.

B. Aiutare il PZ ad identificare i fattori ambientali che contribuiscono ad un modello alimentare inadeguato

C. Aiutare il Pz a tenere un diario alimentare e di esercizio fisico.

A : Gli obiettivi relativi alla perdita di peso si possono realizzare abbinando apporto calorico ed esercizio fisico.

B: aumentare la motivazione interiore ed affrontare il problema C: aiuta il Pz ad acquisire la

consapevolezza del proprio modello alimentare

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4 5 Deficit della cura di sé (vestirsi e

curare il proprio aspetto) correlato a dolore secondario a patologia di base

Il paziente

identificherà il più alto livello possibile di funzionalità nel vestirsi e curare il proprio aspetto.

A. Garantire il controllo del dolore prima che il paziente intraprenda attività di cura di sé.

B. Garantire la privacy ed un ambiente che favorisca lo svolgimento di ciascuna attività

C. Programmare le attività in modo da garantire

adeguati periodi di riposo

Un dolore non alleviato può ostacolare la cura di sé.

Un ambiente sicuro e confortevole può ridurre l’ansia e migliorare le attività di cura di sé

L’esaurimento diminuirebbe la motivazione nei confronti dell’attività di cura di sé.

6 Anemia : dolore correlato a viscosità del sangue e ipossia tessutale.

Anemia, infezioni, ulcere arti inferiori, disfunzioni neurologiche o spleniche.

Pianificare

cambiamenti dello stile di vita atti a migliorare lo stato di salute.

Descrivere l’assistenza necessaria per il follow-up

A: Monitorare per rilevare segni e sintomi di infezione secondari ad anemia.

B: Monitorare segni e sintomi per dispnea.

C: Valutazione esami ematici, Emocromo, Hb, VES.

D : Valutare Spo2 sanguigna ed ossigenoterapia sotto

prescrizione medica.

Infezione batterica è una delle principali cause di morbilità,.

B: Anemia anemia sideropenica (carenza di ferro)

• anemia sideroblastica (accumulo di ferro nei mitocondri degli eritroblasti)

• talassemie: diminuzione della presenza di emoglobina utile al trasporto

dell'ossigeno nel sangue.

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5 7 Rischio di infezione correlato a

sede di possibile invasione di microorganismi secondaria a presenza di linee invasive ( CVP )

Il paziente non presenterà segni di flogosi nel punto di inserzione del CVP

A- Utilizzare tecniche asettiche nel

posizionamento di linee invasive

B- Rivalutare con il medico ogni giorno la necessita di linee invasive a permanenza

C- Riportare eventuali segni e sintomi di infezione

D- Istruire il paziente e i suoi famigliari sui segni e i sintomi di infezione

Un accurato lavaggio delle mani riduce il rischio di contaminazione

FONTE : Piani di Assistenza Infermieristica, Lynda Juall Carpenito – Casa Editrice AMBROSIANA

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