R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
A RNO P REDONZAN
Alcune questioni di separabilità
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 30 (1960), p. 124-148
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QUESTIONI
Meynoria
(*)
di ARNO PREDONZAN(a Padova)
1. - In uno
spazio proiettivo
a tredimensioni,
definitosopra un corpo commutativo
g, algebricamente
chiuso e di ca-ratteristica p
0,
si consideri una k-varietà assoluta bidimen-sionale, .F’,
cioè unasuperficie algebrica
di assolutamenteirriducibile,
definita sopra unsottocorpo k
di .K. Sia n > 3 l’ordine diF,
e si supponga che la stessa non sia unarigata sviluppabile, (n. 2).
Da un
punto semplice
x(xo ,
(/)2,x3)
di .F’ esce unacoppia (rx , r")
dirette,
dette retteasintotiche,
che sipuò
pen-sare ottenuta come sezione del
piano Hx
con laquadrica Qx , polari
di xrispetto
ad F’. Talecoppia ( r’ , r~) appartiene
alcorpo
k(x),
epuò spezzarsi
nelle sue duecomponenti (assolute) rx ,
ink (x),
o in un’estensionequadratica
diAl variare di x sopra
F,
lacoppia (r~,
descrive unsistema
algebrico bidimensionale, W,
2 dicoppie (r~, r~),
defi-nito
sopra k
ed assolutamente irriducibile.Si
presenta
ora ilproblema
di stabilire sottoquali
condi-zioni per
P,
il sistema Wpuò,
in unaopportuna
estensionealgebrica k~ di k,
ottenersi comecorrispondenza algebrica
tra due distinti sistemialgebrici
assolutamente irri-ducibili, W2,
di retteasintotiche,
cioè come sottoinsiemealgebrico
delprodotto W,
X in cui sonoomologhe
duerette,
l’unar2
diWl
e l’altrar~
dilV2,
costituenti una mede- simacoppia (rx ,
di W.(’~ ) Pervenuta in Redazione il 4 aprile 1960.
Indirizzo dell’A.: Seminario matematico, Università, Padova.
Una
superficie F,
il cui sistema W dicoppie
di rette asin- totiche possa ottenersi come sopraindicato,
verrà detta adasintotiche
separabzli.
,Risulta ovviamente ad asintotiche
separabili ogni rigata
F
(non sviluppabile) :
ed in essa i due sistemiWl’ W2
sonol’uno
unidimensionale,
l’altrobidimensionale,
essendoquello
unidimensionale costituito dalle
generatrici
dellarigata
stessa
1 ).
12 inoltre appena
opportuno
rilevare che se unasuperficie
I’ è ad asintotiche
separabili,
tale risulta ancheogni
suatrasformata mediante una
qualsiasi omografia (non degenere)
di
p 3 .
In
questo lavoro, poggiando
su considerazioni svolte neinn.
2, 3, 4, 7,
sigiunge
nei nn.5, 8,
9 a tre condizioni neces-sarie e sufficienti
perchè
unasuperficie
F sia ad asintoticheseparabili.
Nel n. 6 si dà invece una condizione necessaria per laseparabilità
delleasintotiche,
facendopoi vedere,
conun
semplice esempio,
come tale condizione(contrariamente
a
quanto può apparire
in unaprima indagine)
non risultaaffatto sufficiente.
Nel n. 10 si considera una
particolare
classe disuperficie
ad asintotiche
separabili,
ottenendopoi,
nel n.11,
per lesuperficie
monoidali della classestessa,
alcunesuggestive
pro-prietà
delle relative curveparaboliche.
Nei nn.
12,
13 vengono trattati alcuni casi disuperficie
monoidali
degli
ordini tre equattro,
indicando come in rela-zione ad alcune di
queste ultime,
laseparabilità
delle asinto- tiche si traduca insemplici proprietà
armoniche.Infine nei nn.
14,
15 si consideranosuperficie
riferite ad altre ad asintoticheseparabili (in particolare
aquadriche)
mediante
corrispondenze
perpiani tangenti p a r a l l e l i,
facendo vedere come la condizione per la sepa-s ) Il problema posto in precedenza, nel caso che F sia un cono, o una rigata sviluppabile, è banale, in quanto si ha Wl=W2.
Se poi n= 2, cioè se F è una quadrica, essa risulta sempre ad asintotiche separabili, ed i due sistemi W1, Ws sono entrambi uni- dimensionali.
rabilità delle asintotiche delle
prime
possaesprimersi sempli- cemente, poggiando
sul concetto di i n v o 1 u z i o n e d e 11 etangenti coniugate.
2. - Si consideri l’anello
XII X2 , ~3]
deipolinomi
nelle indeterminateX o , X, , X2, X 3 ,
costruito sopra ilcorpo
e sia l’ideale omogeneo(primo
eprincipale)
della
superficie ~’ ; può
alloraporsi:
essendo un
polinomio
omogeneo dih~ [~],
digrado n > 3,
ed assolutamente irriducibile: tale
f (X )
viene chiamato - co- me noto -equazione
diF 2).
Indicata con la derivata seconda di
rispetto
adXi, Xj, (i, j 0, 1, 2, 3),
ilpolinomio
di~[2"] :
è notoriamente il
polinomio
hessiano dif(X),
e risulta digrado 4(n 2),
a meno che esso non sia lo zero dik[X],
ilche
implica
che P sia un cono(o rigata sviluppabile impro- pria).
Esclusaquest’ultima eventualità,
èl’equazione
dellasuperficie
hessiana H diF’,
ed è pur essa unasuperficie alge-
brica di definita sopra il corpo k.
Supporremo
nelseguito
che F non sia unarigata svilup- pabile (propria
oimpropria),
cioè cheh(X)
nonappartenga
all’ideale
(e
non sia lo zero dik[X]).
In taleipotesi
1’intersezione F fl H è una curva
algebrica
r diP.,,
definita’
2) Ved. P. SAMUEL, Méthodes d’algèbre abstraite en géométrie algé- bnque, Ergebnisse der Mathematik, Berlin-Springer, (1955).
sopra k,
detta curvaparabolica
di F inquanto
inogni
suopunto
x,
semplice
per ~’, le due rette asintoticher2
di cui al n.1,
vengono a coincidere.
Indicata infine con
t’x. ~ la
derivataprima
dirispetto
ad
Xi, (i = 0, 1, 2, 3 ),
eposto :
| i
con facili calcoli si verifica che:
stando
A oo
ad indicare ilcomplemento algebrico
dell’ele-mento O nel determinante
(1).
3. - Giova
qui
ricordare che lasuperficie FJ
in una oppor- tuna estensione delcorpo k, può
essere dotata di gene- rico su k. Ad. es., si consideri l’anellok [g] /~k f F)
delle coordi- nate(omogenee)
di F soprak,
esia q
il k-omomorfismo3)
cano-nico di su Se si indicano allora con aei,
(t=0, 1, 2, 3),
le classi} corrispondenti
ad in tale k-omo-morfismo q -
per il che l’anellopuò
scriversi nel-la forma (/}2, - l’elemento
x2 ,
x3)
di x1, :C2,:c3)4 può interpretarsi
comepunto generico
di .F’su k,
edogni punto x’ (’xó , xí , x2 , x’3)
di F èspecializzazione
di x sopra k : nel corpok(x)
cheè un sopracorpo del corpo delle funzioni razionali su k la
superficie
F ammettedunque
ilpunto generico
x~
3) Un omomorfismo cp di un sopra-anello R di k in (o su) un altro sopra-anello R’ di k, dicesi k-omomorfismo se = a per ogni
:’-- (00
1 m~, a:2 ,m3),
che è anchepunto generico
di F ovequesta
si supponga definita sopra un
qualunque
sopracorpoalgebrico k1
di k. Sepoi ac
ed ~~’ sono duepunti generici
di Fsu k,
idue
corpi
ek(x*)
sono k-isomorfi~).
4. - Dalla teoria della
polarità 5 )
discende che ilpiano polare II z
e laquadrica polare Qz
delpunto generico r = (x,, ,
x2 ,
X3)
di Fsu k, (n. 3),
hanno leequazioni rispettive :
dove
f’
edf’;e:j
sono letrasformate,
mediante il k-omomorfi-smo y
dik[X]
su definito daLa conica fl non è altro che la
coppia (r~ , r~)
delle due rette asintotiche di F uscenti dal
punto x, (n. 1) :
essa è definita su e risulta riducibile nelle sue due com-
ponenti r3, r~
o ink(x),
o in una estensionequadratica
dik(x).
Si consideri ora la
proiezione, Q,
diP3 ,
y su una facciaP 2
del
simplesso
fondamentale dellecoordinate,
avente come cen-tro il vertice del
simplesso opposto
aP2 .
La trasformata mediante Q diCx
è una conicaC= = r.’,,, r~ ),
la cui interse- zione con uno,Pi
9degli spigoli
delsimplesso
fondamentale che risulti situato suP2’
7 è un insiemealgebrico
zerodimen-sionale costituito da una
coppia
dipunti :
anch’esso è definitosu e risulta riducibile o in o in un’estensione qua- dratica di
k(x). L’equazione
di taleinsieme,
appena lo sipensi
come insieme
algebrico
dellospazio
unidimensionalePi, può
4) Ved. P. SAMUEL, op. cit. in nota 2).
’
e) È noto che la teoria della polarità intesa in senso classico (cioè
sul corpo complesso) può essere integralmente trasportata su un qua-
lunque corpo di caratteristica p = 0.
scriversi:
essendo aii , ai;, ai, , elementi di e
dove i, j
sonodue, distinti, degli
interi0, 1, 2,
3.Ove si assuma come centro di SZ ad
esempio
ilpunto (O, 0, 0, 1),
e comespigolo Pl quello congiungente
i due vertici(O, 1, 0, 0), (O, 0, 1, 0),
consemplici
calcoli sipuò
constatareche il discriminante
d(x)=d(x,,,
~2 ? della(3)
- puresso elemento di
k(x)
- assume la forma:avendo indicato
con 5 (a?)
iltrasformato,
mediante il k-omomor-fismo y,
delpolinomio 8 (X).
La
(4),
a norma della(2)
e tenuto conto che in si haf (x) 0, può
infine scriversi :essendo,
come diconsueto,
il trasformato dih(X)
me-diante
1.
5. - Dal n. 4 discende chiaramente che il sistema W delle
coppie
di rette asintotiche di.F’,
risulta sottoinsieme del pro- dottoWl
XW2 ,
cos comespecificato
nel n.1,
se, e soltanto se, il discriminanted(x)
della(3),
equindi
- a norma della(5)
- il fattoreh(x)
did(x),
è ilquadrato
di un elementodi
con k1
estensionequadratica
di k(eventualmente
coin-cidente con
k).
Sipuò pertanto
affermare che:Condizione necessaria e
sufficiente perchè
unasnper f icie (non sviluppabile) F,
d’ordine n >3, definita
soprac un corpo k ed(assolutamente) irriducibile..,
sia ad asintotichesepacrabili
è che per un
punto
di F su k si abbia :dove
t (x)
è un elemento di conk~
estensionequadratica
di k
(eventualmente
coincidente conk),
ed essendoh(X) l’equa-
zione della
superficie
hessiana H di F.Un
esempio
molto indicativo disuperficie
ad asintoticheseparabili
è fornito dallesuper f icie
tetraedrali d’ordinepari,
cioè da
quelle superficie
le cuiequazioni,
perun’opportuna
scelta del sistema di coordinate
proiettive
diriferimento,
pos-sono scriversi nella forma:
con ai
E k, (i 0, 1, 2, 3),
ed m intero >1 ").
6. - Noi diremo che la curva
parabolica
r= F fi H di Fè
doppia 7),
se risultapari
lamoltepicità
d’intersezione di F ed H inogni componente (assoluta)
Fs dir;
cioè se:con m, intero > 1.
Dalla
(6)
discende allora che:Condizione necessaria
perchè
lasuperficie
F sia ad asin-totiche
separabili
è che la sua curvaparabolica
r siadoppia.
Questa
condizione non èperò sufficiente,
come resta pro- vato dalseguente esempio.
Sia F la
superficie cubica, (con quattro punti doppi
conicinei vertici del
simplesso
fondamentale dellecoordinate),
diequazione :
La relativa
superficie
hessiana g hal’equazione :
6) Ved. B. SEGRE, The biaxial surfaces, and the equivalence of bi-
nary forms, Proceedings of the Cambridge Philosophical Society, v. 41, pt. 3 (n. 5).
7 ) Più precisamente bisognerebbe dire che r è di molteplicità pari.
La curva
parabolica
r di talesuperficie
F è costituita- come è immediato verificare - dai sei
spigoli
delsimplesso
fondamentale delle
coordinate,
ed inogni
suopunto (che
non siauno
spigolo
delsimplesso)
le duesuperficie
F ed H hannolo stesso
piano tangente:
r èperciò
curvadoppia.
Un
punto generico m = (X, ,
m1 , ~2 ,x,)
di F su k è dato da :essendo
to , t, ,
,t2
elementi trascendenti sulcorpo k
di defini-zione di F
(corpo
che ora èquello
dei numerirazionali,
oduno ad esso
isomorfo)
edalgebricamente indipendenti 8).
L’espressione
che fornisceh(r) può
alloraporsi
nella forma:con ?,
polinomio
omogeneo dik [ to , t1 , t2 ] . Quest’ultima,
anorma del teorema del n.
5,
ci assicura che la considerata super- ficie non è ad asintoticheseparabili.
8) La determinazione del punto generico indicato si ottiene facil- mente appena si osservi che in un sistema di coordinate affini Yi , Y31 (Yt = Y2 = ~’3 = XSX.-~), l’ equazione di ~’ può
scriversi:
e quindi un punto generico affine (Y~’ Y~, ys) è dato da:
con À~, À! trascendenti su k ed algebricamente indipendenti.
7. -
Appena
si fissi nellospazio proiettivo P3
unpiano
oda considerarsi come
piano improprio,
ilcomplemento
di6) in
P.
è unospazio
affine pure definito sopra il corpo K.Se 6) è il
piano
diP3
diequazione Io,
e se ipunti y = (Yl’
2 y2 , 2y3)
diA 3
sono {JJ~, X2 1~3)
diP3
per iquali
si ha:lo
spazio
affineA3
si dirà associato aquello proiettivo P 3 ;
ed è
appunto
ad un talespazio
che nelseguito
ci riferiremo.Le
superficie proiettive
F’ ed H diP3 ,
sinqui considerate,
e che in
P.
avevano leequazioni rispettive:
con
f (X)
edpolinomi omogenei,
deigrandi n
e4(n 2),
dell’anello
k[X] X2,
diverranno inA3
super- ficie affini(e
si indicheranno ancora congli
stessi simboli Fed
H),
e le loroequazioni
inA3
si scriveranno:essendo
f (Y)
edh(Y) polinomi (non omogenei),
deigradi rispettivi n
edm ~ 4 (n 2 ) 9 ),
dell’anelloY2 ,
legati
aquelli (8)
dalle relazioni:essendo i secondi membri ottenuti dalle
(9)
con leposizioni:
9) Risulta m ~ 4 ( n - 2 ) se, e soltanto se, il piano improprio M è com- ponente di molteplicità 4 ( n - 2 ) - m della superficie ( proiettiva ) hes- siana H di F.
Si potrebbe però supporre, senza restrizione (bastando per ciò un
opportuno cambiamento delle coordinate proiettive di P3 , e di conse-
guenza di quelle affini dell’A3 associato), che sia sempre m = 4 (n - 2 ) .
f (Y)
edh(Y)
sonodunque
i trasformati di ed nel k-omomorfismo r dell’anello suquello k [Y],
definito da:Si osservi infine che se x 1 1 02 1
punto
gene- rico(proiettivo)
su k inP3 ,
1 ilpunto y = (Yl’
y2 , 1y8),
definito dalle
(7),
èpunto generico (affine)
su k di I’ inA3.
8. - In uno
spazio
affineA4 ,
di cui lospazio Ag
del n. 7sia
quello
diequazione Y4 ,
si consideri la k-varietà assolutatridimensionale, V,
d’ordine4(n 2),
diequazione:
dove il
polinomio h(Y1, Y2, Y3) è quello
indicato nella se-conda delle
(9),
ed èquindi
in.A3 l’equazione
dellasuperficie
hessiana H di F.
Si consideri ora la
corrispondenza
E traA 3
e V cos de- finita : sia Equel
sottoinsieme delprodotto ~13
X V per cui il trasformato totaleE ( y)
diogni singolo punto
Y2’
di Å3
sia costituito dallacoppia (Yl’
y2 , 2/3?±v
y2 ,ys))
dipunti
di V.In virtù di tale
corrispondenza,
lospazio
affineAg
è l’im-magine
dell’involuzione razionale12
di V costituita dalle cop-pie E(y),
epuò perciò atteggiarsi
aspazio doppio
con super-ficie di
diramazione H.Consideriamo ora
quel
sottoinsiemealgebrico
E’ di E per cui si abbia:cioè la cui
proiezione
sud 3
sia lasuperficie F,
la cui equa- zione è data dallaprima
delle(9).
Dalle considerazioni dei nn.
4, 5, [in particolare
dalla(5),
trasformata mediante le(7)1,
si ha allora che la F risulta ad asintoticheseparabili
se, e soltanto se, il trasformato totaleE’ (F’)
di F mediante lacorrispondenza E’,
è un sottoin-sieme
algebrico
diV,
riducibile ink,
o in un’estensionequadratica k,
dik,
in duecomponenti Vl ,
yV2, corrisponden-
tisi
nell’involuzione I2 (cioè
tali che ilcorrispondente in 12
di
ogni punto
dell’unagiaccia sull’altra).
Perchè ciò avvengaoccorre e basta che la
superficie
I’ siatangente
allasuperficie
di diramazione H ovunque la
incontri,
il cheequivale
a direche - dette r$ le
componenti
di r(assolutamente)
irriducibilie d i s t i n t e deve aversi
(cfr.
n.6) :
per cui risulta:
inoltre la
curva 1 2 r, (appartenente
alcorpo k
o ad un’esten-sione
quadratica
dik),
definita da:deve essere linearmente
equivalente
aquelle segate
su F dalsistema lineare che si ottiene come bisezione di
quello
gene- rato da H inA,3 10).
Si
può pertanto
concludere che :Cond izione necessarilt e
sufficiente perchè
unasuperficie
non
sviluppabile F,
dell’ordine n >3, definita
sopra un corpo k ed(assolutamente) irriducibile,
sia ad asintoticheseparabili,
è che :
a)
la sua curvapa1-abolica
F siadoppia, ;
b)
lacurva i r definita
su k o su un’estensionequadra-
2
f
tica di
k,
sia linearmenteequivalente
aquelle segate
su Fdal sistema lineare ottenuto come bisezione di
quello
generato dallasuper f icie
hessiana H di F.10) Questa condizione è un’immediata estensione di una analoga, re- lativa ai piani doppi, ed ottenuta nel corpo complesso con i metodi della geometria algebrica classica [ved. F. ENRIQUES, Superficie alge- briche (litografie)]. La sua validità sussiste però anche quando al corpo complesso si sostituisce un altro corpo (commutativo) di carat- teristica p = 0.
Si osservi che la
superficie
cubica considerata nell’esem-pio
del n.6,
e che si ègià
visto non essere ad asintoticheseparabili,
soddisfa alla condizionea),
ma non ovviamentealla
b).
9. - Siano
gli
elementi del corpoY2’ Y.)
dellefunzioni
razionali nelle indetermi- nateYi
yY2 ,
9Y3 ,
definiti da :e si po nga :
Se y
(yl ,
2 y~ , 9punto generico (affine)
su k dellasuperficie
F’ diA3 ,
1 la cuiequazione
è data dallaprima
delle
(9),
il k-omomorf ismo W dik(Y)
suk(y),
definito da(i 1, 2, 3),
muta la(10)
nella:Con facili calcoli si vede allora che sussiste
l’uguaglianza :
essendo
h(y)
ed1~3
itrasformati,
mediante il k-omomorfismoY ,del polinomio h(Y),
di cui alla seconda delle(9),
e delladerivata
prima, rispetto
adY3 ,
diquello f(Y).
A norma del teorema del n.
5,
ed appena sitenga
contodelle
(7)
e dell’osservazione finale del n.7,
dalla(11)
di-scende che:
La
superficie (affine) F,
nonsviluppabile, definita
sopraun corpo
k,
risulta ad acsintotieheseparabili
se, e soltanto se :essendo
l(y)
un ele1nento(non nullo)
del corpo con1~1
estensione
algebrica
di k digrado
~ 2.10. - Una
classe, e, particolarmente
notevole disuperficie
ad asintotiche
separabili
è costituita daquelle superficie,
de-finite sopra un
corpo k,
di cui un modellop r o i e t t i v o
F su k
ammette,
in unprefissato
riferimentoaffine,
unpunto genrico
y(yl ,
y2 ,su k,
per cui si abbia :essendo p un arbitrario elemento non nullo di k.
Se F è
razionale,
risultapunto generico
di F su k unpunto
2 y2 , Yy3)
di coordinate:oppure un
qualunque
altropunto y’ (y~, Y2’, y~’) ad
essok-isomorfo,
cioè tale che esiste un k-isomorfismo O trak(y)
ek(y’)
per cui siayt, (i = 1, 2, 3), [ved.
n.3].
Nelle
(14), ~?2(À2)
sono due elementi dei duecorpi k(À~), k(À2),
ottenuti dalcorpo k
conl’aggiunzione
di due ele- mentiî~2 ,
trascendenti edalgebricamente indipen-
denti : tali
~2(~2)
possono essere arbitrariamente sceltipurchè
non nulli e tali che essendogli
indiciin alto simboli di
derivazione 11).
Il fatto che una
superficie
r a z i o n a 1 e h per cuivalga
la
(13)
abbia ungenerico
su k dato dalle(14),
si traecome immediata conseguenza
(opportunamente
adattata al te- nore delle nostreconsiderazioni)
di un noto risultato classico relativo alla ricercadell’integrale generale
diun’equazione
differenziale alle derivate
parziali,
ilquale appunto
affermache
1’integrale generale
diun’equazione
differenziale deltipo (13),
èproprio
dato dalle(14) 12).
’
11) La condizione garantisce che la matrices jaco- biana delle tre funzioni (14), [pensate come funzioni di 1,, A2], è di-
versa da zero.
12) Ved. G. DABBOUX, Leçon8 sur la théorie générale des 8urfaces,
v. III, Paris, Gauthier-Villars (1894), pp. 273, 274.
Un
semplice esempio
disuperficie
r a z i o n a 1 e appar- tenente alla classe C,suddetta,
è fornito dallasuperficie F
di
equazione:
di cui un
punto generico
si ottiene dalle(14)
appena si ponga11. - Consideriamo ora nello
spazio
affineÅs
una super- ficiem o n o i d a 1 e F, dell’ordine n,
la cuiequazione f (Y)
sia data da:
essendo 2
~’2 ), b ( Yl , Y2) polinomi
dell’anellok[Y1’ Y2],
dei
gradi rispettivi
n ed n~ n - 1.Assunto come
punto generico
y di ~’ su kquello
di coor-dinate : .
1 --
( Yl , ~2
trascendenti su k edalgebricamente indipendenti),
dalle
(15), (16)
si trae che:Supposto
orap2,
cioèsupposto
che F’appartenga
alla classe
~, (n. 10),
la(11),
in virtù della(17),
si scrive:Dalla
(18),
appena si ricordi cheh(y)
è il trasformato me-diante il k-omomorfismo
11’,
di cui al n.9,
delpolinomio h(Y)
di
grado m ~ 4(n 2),
discende che nella limitazione f~~n 1,
a cui deve soddisfare ilgrado
f~~ diY2)’
nonpuò
valerel’uguaglianza,
epertanto
deveaversi n,
n-- 1,
cioè:
Nello
spazio proiettivo P3 ,
y associato aquello affine A 3
y(n. 7), l’equazione
di Fpuò
scriversi:ed il
polinomio:
rappresenta
il cono y delletangenti
ad F nel suopunto (0, 0, 0, 1) :
y si spezzadunque
nelpiano impro- prio
c~,(n. 7),
ed in un ulteriore cono diequazione (22),
dell’ordine n 2
[il quale può,
a suavolta,
avere W comecomponente
dimolteplicità
se nella(19)
vale lalimitazione
superiore].
Dalle
(18), (20), (21), (22),
discende che la curvaparabolica
r di F
può
essererappresentata
dalleequazioni:
la r è costituita
dunque
dallen(n - 2)
rette - dette pur esse asintotiche - intersezioni di F col cono ciascuna contataquattro
volte.Appena
si ricordi che Y1 si ottiene dal cono Y delletangenti
ad F in(0, 0, 0, 1) quando
sitolga
daquest’ul-
timo il
piano
6), e si osservi inoltre che talepiano w
non ècomponente
dellasuperficie
hessiana H di F(nel
senso che se(~) è
componente
dimolteplicità n nl 2
diH,
esso è com- ponente dimolteplicità n nl 1
del conoy),
sipuò
conclu-dere che:
Se una
superficie
monoidaleF,
n,appartiene
alla classe
8, (11. 10),
ed oquindi
adseparabili,
siha che :
a)
il cono 1 delletangenti
ad F nel s-uopunto
di rnolte-plicità
n 1 si spezza in unpiano
6), nonappartenente (nel
senso sopra
irzdicato)
allasuperficie
hessiana H diF,
e in uncon o 11 dell’ordine
n 2 ;
b)
la c2.cri,aparabolica
r di F è costituita dallen,(n - 2)
rette asintotiche intersezioni di 11 con
F,
ciascuna. contata quattro volte.Un
semplice esenipio
disuperficie
monoidale deltipo
sud-detto è dato dalla
superficie
F diequazione :
un
punto generico
della F stessapuò
ottenersi dalle(14),
iviponendo CP~ ( ’~) == À:, ~~,(a,~) = À: .
12. -
Dopo
averconsiderato,
nei nn.10, 11,
monoidi ad asintoticheseparabili
dell’ordine n > 3arbitrario, vogliamo
inquesto
n. e nel successivo fare alcune considerazioni su m o -noidi cubici e
quartici.
Cominciamo subito col verificare che:
Se un monoide cubico con
punto doppio uniplanare
è adasintotiche
separabili,
esso risulta necessariamenterigato 13).
Un monoide
cubico, I’,
conpunto doppio uniplanare
ammet-te,
in unopportuno
riferimentoaffine, un’equazione
della forma :con aij elementi di un corpo k.
13) Questo teorema è caso particolare di un altro più generale (di-
mostrato dall’A, mentre questa Memoria stava per uscire alle stampe)
e che assicura che ogni superficie cubica ad asintotiche separabili è necessariamente o ta superficie cubica con tre punti doppi bipZanari, oppure una rigata. Ved. A. PREDONZAN, Una nuova caratterizzazione delle rigate cubiche, questi Rendiconti, questo volume.
Assunto come
punto generico
y di F’ su kquello
di coor- dinate :yl Yl , y2 i’2 ,
si ha(ved.
n.9):
dove le:
non sono altro che le derivate
parziali
seconde della(24), rispetto
adY~, Y2 .
Se I’ è ad asintotiche
separabili
deve esistere - a normadel teorema del n. 9 - in
k1 (y),
omeglio
inquesto
caso in(k~
estensionealgebrica
di k digrado ~ 2),
unY2)
per cui si abbia:Da ciò segue che deve risultare:
e
quindi, poichè k [Y1, Y2]
è un dominio afattorizzazione
unica:
Dalle
(28)
segue che le trerette, rappresentate
in unospazio
affineA2
dalleequazioni (26), appartengono
ad unostesso fascio. Ciò
comporta
che sia:Potendosi senza restrizione supporre
14) :
la condizione
(29)
diviene:e
quindi
o a210,
o - a03a2’ = 0.Se
a21 0,
sempre tenendo conto delle(30),
la(25)
siscrive :
e
questa,
dovendo essere[perchè
in casoopposto
ilpolinomio (24)
sarebbe del secondogrado], può
verificare la(27)
se, e solo se, a20 = 0, nelqual
caso(come
è immediatoosservare)
la F’ diequazione (23)
èrigata,
avendo come rettadoppia
la rettaimpropria
delpiano
diequazione Y2 .
Se invece si
(P=t=0),
ed allora la
(25)
diviene:e
questa può
soddisfare alla(27)
se, e solo se, a’21 =0,
per cui si ricade nel casoprecedente.
13. -
Qui
considereremom o n o i d i , F,
delquarto
or-dine a
punto triplo, z, uniplanare
e che ammettono in un loropunto,
x, unpiano i p e r o s c u 1 a t o r e ,
cioè unpiano (non passante
perz)
cheseghi
~’ inquattro
rette per ~. In rela- zione a monoidi siffatti ciproponiamo
di verificare che:Z7n monoide
quartico F
deltipo 8uddetto,
che non siarigato,
risulta ad asintoticheseparabili
se, e soltanto se, lequattro
rette per il suopunto o
diiperosculazione formano,
14) Per ottenere ciò basta assoggettare A3 da un’opportuna trasfor- mazione affine, definita su k, che muti in sè il piano A2.
opportuuanieute ordinacte,
un gruppoarmonico;
oppure se taliquattro
rette costituiscono una solacoppia
di rettedistinte,
ciascuna contata due volte.
Cominciamo col supporre che tre
(almeno)
dellequattro
rette di F uscenti da x siano distinte. Allora, in un
opportuno
riferimento affine
A 3 , l’equazione
del monoide I’può
scriversinella forma
15) :
con a, b elementi del
corpo k,
non entrambi nulli.Preso come
punto yenerico y
di F’ su kquello
di coordi-nate :
y~~ ~’2 ~
la(10’)
- come si verifica facilmente -può
scriversi:-Xffinchè sia verificata la condizione
imposta
dal teoremadel n.
9,
che ci assicura la razionaleseparabilità
delle asinto- tiche diF,
occorre e basta che nell’anelloki [Yi ,
y(k~
esten-sione
algebrica
digrado ~ 2j
esista unpolinomio
omo-geneo del secondo
grado:
per cui si abbia:
15) Basta infatti assumere nello spazio proiettivo P3 , associato a quello affine 3 (n. 7). il punto z = ( 0, 0, 0, 1) come punto triplo di 1-",
con piano tangente (triplo) quello (improprio) w di equazione Xo.
Inoltre si assuma come piano iperosculatore nel punto x = (1, 0, 0, 0) quello di equazione X3 , e delle quattro rette intersezioni di tale piano con F, tre (distinte) abbiano le equazioni rispettive, nel piano ipero-
sculatore : X2 , X~ + X2 -
Per la validità della
(34)
debbono esseresoddisfatte,
ap- pena sitenga
conto delle(32), (33),
leseguenti
condizioni:per il verificarsi delle
quali
occorre e basta chegli
elementia, b
di k checompaiono
nella(31)
soddisfino ad una delleseguenti
tre condizioni:Quando
si osserviche,
a norma della(31),
lequattro
rette per il
punto x
diiperosculazione
di Fhanno,
sulpiano
coordinato di
equazione Y3 ,
leequazioni rispettive :
e si assumano come coordinate affini di tali rette i
rapporti
dei coefficienti della
Y~
conquelli
della delle relativeequazioni,
si ha che lequattro
rette inquestione hanno, rispettivamente
nei tre casi indicati nella(35),
leseguenti
coordinate affini:
tanto basta per concludere che le rette stesse
formano,
oppor-tunamente
ordinate,
un gruppo armonico.Se invece due delle
quattro
rette per x vengono a coin-cidere, l’equazione
di F’può
scriversi :e dalla
(36)
si trae:Perchè la
(37)
soddisfi alla condizione del teorema del n.9, bisogna
che oa 0,
o b 0.Nel caso
a = 0,
la(36)
diviene:per cui le
quattro
rette per r costituiscono unacoppia
dirette
distinte,
ciascuna contata duevolte,
come indicatonell’enunciato del teorema.
Invece nel caso
b 0,
la(36)
diviene:ed allora la F è un cono
(un cilindro),
in contrasto conl’ipo-
tesi del teorema.
Se infine tre
(almeno)
dellequattro
rette per x coinci-dono, l’equazione
di I’ si scrive:per cui F è chiaramente una
rigata,
e le suegeneratrici
vengono
segate
su F daipiani
diequazione Yl c.
Tanto basta per concludere come inizialmente enunciato.
14. - Siano F ed F’ due
superficie (non sviluppabili)
diP3 ,
definite sopra uno stessocorpo k, (assolutamente)
irri-ducibili e birazionalmente
equivalenti su k,
cioè tali che i relativi
corpi
delle funzionirazionali Fk(F)
ed
§k(F’ )
siano k-isomorf i. Esiste allora unac o r r i s p o n -
denza birazionale T tra F ed
F’,
inguisa
cheè un
punto generico
di Fsu k,
il suoomologo
in T èquel punto (generico)
di F’ di cui un sistema di coordi- nate omogenee(d?o ? a:~’, ~2 ? ~3 ) ~ legato
aquello
y~Z , di o dalle :
ove le
Pt
sono forme dello stessogrado
nelle 2 x2 , 9 9con i coefficienti
in k,
e dove t è un fattore diproporzionalità;
le
(38) poi
sono razionalmente invertibili in k.Sia s la retta in cui si incontrano i
piani tangenti
a ed a’ad F ed
F’, rispettivamente
in o edx’,
retta che supporremonon
passante
nè per x, nè per o’.È noto che T induce tra i due fasci di a ed
a’,
di centrix ed
x’,
unaproiettività
la cui sezione con s è unaproietti-
vità x
(non degenere),
definita suk(x).
Facciamo ora
l’ipotesi
che la retta sappartenga
ad unostesso
piano
(~) di yqualunque
sia laspecializzazione s
dix in cui T è
b i r e g o 1 a r e .
Unacorrispondenza
T soddi-sfacente a
questa
condizione verrà nelseguito
detta corri-spondenza
perpiani tangenti paralleli,
e tale denominazione saràgiustificata
dal fatto che nellospazio
affine otte-nuto come associato a
quello proiettivo P3
appena inquesto
ultimo si assuma (~) come
piano improprio, (n. 7),
duepiani tangenti
inpunti omologhi
risultano tra loroparalleli.
Nell’ipotesi
suddetta le due invotuzzonz delletangenti,
co-niugate
ad I’ in x e ad F’ inx’, (involuzioni
certamente nondegeneri perchè
.F ed F’ non sonosviluppabili),
segano su s dueinvoluzioní t e E’,
pure definite suk(x),
elegate
all’invo-luzione 1t dalla
relazione 16):
Congiungendo
con o i duepunti
uniti u, vdi ~,
e con o’quelli
uniti di~’,
siottengono
le duecoppie (r x. , rx, )
ed(r~,.
di rette asintotiche di F ed F’ uscentirispettiva-
mente da r ed x’. Perchè allora F sia ad asintotiche separa- bili occorre e basta che la
coppia (M, v),
definita suk(~),
siariducibile in un corpo
k1 (~),
conk~
estensionealgebrica
di k. di
grado ~2;
epoichè
lacoppia (u, v) può rappresentarsi
con
un’equazione
di secondogrado
con i coefficienti ink(x),
il cui discriminante è
l’opposto
del moduloD Z
dell’involuzione~,
si ha che laseparabilità
delle asintotiche di .F avviene se,e soltanto se :
D 4
= con14 (o)
elemento dikl (~).
16) Ved. B. SEGRE, Sui riferimenti fra 8uperficie per incidenza o
parallelismo di piani Rend. Acc. dei Lincei, s. VIII, v. XXV, f. 6 (1958).
Supposta
allora F ad asintoticheseparabili,
ed osservato che dalla(39)
discende:avendo indicato con e
D,
i moduli diE’
e ’4";,rispettiva-
mente. si
può
concludere che:superficie F’, ri f erita
acl un(tsuper f ieie
F ad asinto- ticheseparabili
in unacorrispondenza
birazionale T perpiani tangenti paralleli,
pur essa ad asintoticheseparabili
se,e soltanto se, il modulo D,~ dello indotta da T retta s, intersezione dei due
piani tangenti
ad F ed F’in due
punti generici
x edx’, omologhi
inT,
risulta il qua- dt-ato di un elemento dik1
un’estensionealge- bi-ica,
digrado 2,
del corpo k dide f inizione
diF,
F’ e T.È immediato osservare che la condizione richiesta dal teo-
rema è certo soddisfatta se R e Il i d e n t i t
à ,
oppure se 7t"è una
proiettività p a r a b o l i c a.
Nelprimo
casola
superficie
F’ è la trasformata di F inun’ o m o 1 o g i a
di
piano fondamentale w 17).
15. - In un riferimento affine
A3 ,
in cui ilpiano
o> di cui al n.precedente
sia ilpiano improprio,
le coordinate(yl ,
y2, 1
Y3)
e(yl’, Y2’, Y3’)
di duepunti generici
di F ed F’ suk, omologhi
inT, potranno esprimersi
con :essendo
t2), t2)
elementi del corpok(ti , t2),
e s t e n - sione trascendente pura di k, digrado
di trascen-denza due. I
punti
di .F’ ed .F"omologhi
inT,
si otterranno allora per le medesimespecializzazioni
di,~2 ’
1 % ) Ved. B. SEGRE, loc. cit in nota 16).
La condizione
perchè
nei duepunti
yed y’
ipiani tangenti
ad F ed F’ siano
paralleli,
siesprime
con:essendo a~, c~2 ,
b~, ~2 ? quattro
elementi del corpok(~1, t2),
il cui determinante:
può
assumersi come m o d u 1 o dellaproiettività n
indottada T sulla retta s,
(n. 14).
Ne deriva che :
Se F è una
superficie
ad asintoticheseparabili
di cui un puntogenerico affine
su k siesprima
mediante le(40),
lesuperficie
F’ ad asintoticheseparabili ri f erite
ad F in unacori-ispondenza
Tpiani tangenti paralleli
sono tutte e solequelle
che ammettono un modelloproiettivo
di cui unpunto generico a f f ine (41) soddis f i
alle(42),
nellequa,li
le ai ,bf , (i 1, 2),
siano elementi non nulli del corpok{t1 , t2)
e taliche il determinante
(43)
risulti ilquadrato
di un elemento dik, (t~ , t2),
essendok~
un estensionealgebrica
di k digrado
2.
Le
(42)
vengono ad assumere una formaparticolarmente semplice
nel caso che lesuperficie
F’ di cui sopra abbiano i relativiinviluppi
m o n o i d a 1 i(cioè
sianoinviluppi
diclasse m, con un
piano w
dimolteplicità m - 1).
Tali super- f icie inf atti possono sempre essere riferite ad unaquadrica Q
mediante una
corrispondenza
perpiani tangenti paralleli :
ba-sta a tale scopo
scegliere Q
ingiusa
che risultitangente
alpiano
(s) suddetto.Qualora
si assuma unopportuno
riferimento affine per ilquale
iv sia ilpiano improprio,
e siscelga
comequadrica Q
quella
diequazione:
di cui un
punto generico
siesprima
con:le
(42)
vengono a scriversi nella forma:di cui è evidente la