R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
A NGELO F AVINI
Sulla interpolazione multilineare
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 46 (1971), p. 19-47
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ANGELO FAVINI
*)
Premessa.
Uno
degli scopi
della presente ricerca èquello
di stabilire risultati diinterpolazione
peroperatori multilineari,
definiti sulprodotto
di certispazi
vettorialitopologici.
D’altra parte, è noto
che,
seE, F,
G sonospazi
diBanach,
lospazio degli operatori
bilineari continui da E X F a G è isometricamente iso- morfo allospazio degli operatori
lineari continui da E~1t
F aG,
doveE F è il
prodotto
tensoriale di E eF,
munito dellatopologia
7t.Ciò ha motivato lo studio di diverse
topologie
tensoriali in relazione allaproprietà
diinterpolazione.
Poichè esse ricorrono spesso nel corso della
trattazione,
abbiamo credutoopportuno
ricordare alcune definizioni.1)
Se(Eo, IL Il Eo), (E1, IL IIE1)
sono duespazi
diBanach,
E1 si dice immerso(immerso densamente)
in Eo se:(e
Ei è denso inEo).
Nel caso che
C ---1,
siparla
di immersione normale(cfr. [ 9 ] ,
pp.88-89).
2)
Siano{ Ea }, { F~, (O~(1~l),
duefamiglie
dispazi
diBanach,
conoc,
1 ] ,
è immerso densamente inEa ;
*) Indirizzo dell’A.: Istituto Matematico, Università di Bologna.
a,
1 ] ,
è immerso in F~ .Si dice che
{ E~} (o a 1 ),
ha laproprietà
diinterpolazione (rispet- tivamente,
diinterpolazione f orte)
relativa a( F« ) } (o a, 1 ),
se perogni
operatore lineare T : E1 -
Fi ,
continuo da Eo a Fo e da E1 aFi ,
accade che T è continuo anche da Ea aFa , Va E [0, 1 ] ,
cioè:(rispettivamente,
seogni sottofamiglia (Ea} }
di{Ea} }
ha laproprietà
diinterpolazione
ralativa allacorrispondente sottofamiglia ( F« ) }
di
{ F« }).
Si
parla
diinterpolazione
normale se vale(i)
e,inoltre,
infine,
laproprietà
diinterpolazione
si dice stretta, se è forte e:3)
Unafamiglia (0~a: 1),
dispazi
di Banach forma una scala normale continua su[o, 1 ]
se:1)
a,1 ] ,
è immerso normalmente inEa ;
Una tale
famiglia
si diceregolare
se per(cfr. [9],
p.107).
4)
Unospazio
limiteproiettivo
stretto(spazio LPS) E,
è unospazio
localmente convesso,
separato, esprimibile
comeE = n Ei (I
intervallo1
della retta
reale),
munito dellatopologia proiettiva
determinatadagli spazi
di Banach Ei e tale che:1 )
E è denso inogni Ei ;
2) i j
#Ej
è immerso normalmente inEi , (cfr. [6],
p.40).
Uno
spazio
limite induttivo stretto(spazio LIS) F,
è unospazio
1o-calmente convesso e separato F = U
Fn ,
dove F è munito dellatopologia
n
induttiva definita dalla successione di
spazi
di Banach Fn soddisfacenti la condizione che Fi è immerso inFj ,
per i Ci,
e latopologia
indotta suFi da
quella
diFj
è meno fine diquella
iniziale su Fi .1.
Operatori
multilineari espazi
diinterpolazione.
Il punto di
partenza
della nostra ricerca è costituito dalseguente
risultato(cfr. [ 15],
p.354):
PROPOSIZIONE 1.1. Siano
E,
F, Grispettivamente
unospazio
diFréchet,
unospazio
vettorialetopologico metrizzabile,
unospazio
local-mente convesso.
Se B è un operatore bilineare
separatamente
continuo da E X F aG,
allora B è continuo da E X F a G.Come
prima
conseguenza dellaProposizione
1.1, stabiliamo il se-guente
TEOREMA 1.1. Siano
{E~l)},
... ,{ Eàn> } (0 oc
1 ),n > 2,
scale normali continue dispazi
diBanach,
aventi laproprietà
diinterpo-
lazione
(rispettivamente,
diinterpolazione forte) rispetto
allafamiglia
dispazi
di Banach{ Fa } (0~1a,~1).
Se B è un
operatore
n-lineare continuo da XEò1iJ
X ... XE òn)
a Fo e da
E il)
XE12)
X ... XE(ln)
aF~,
allora B è n-lineare continuo da XE (Z)
X ... X aFa ,
Vae[0, 1 ] ;
(rispettivamente,
se B è un operatore n-lineare continuo dasE(’)
X XX ... X a Fa e da X X ... X a
Fy,
allora B è n-li-neare continuo da
DIMOSTRAZIONE. Proviamo l’affermazione per n=2. Poichè B è continuo da X a Fi
(i=0, 1 ),
B è separatamentecontinuo,
cioè:y),
è unoperatore
lineare e continuo daE(21
a
Fi , (i=0, 1);
Syl :
x -B~(x, y~),
è unoperatore
lineare e continuo da1).
Dalla
ipotesi
sullaproprietà
diinterpolazione
segue:T,
è lineare e continuo daEj"
aFa,
e,Sy,
è li-neare e continuo da a
F~ ,
a e[ 0, 1 ] .
D’altra parte, se
B(xi ,
Quindi,
in base allaProposizione 1.1,
B è un operatore bilineare conti-nuo da
Ejl)
aFa , 1].
Ora,
sia n = 3.Sfruttiamo i
seguenti
isomorfismi isometrici canonici(cfr. [2],
p.
120):
Denotiamo con
E2 , E3 ; F)
lospazio degli operatori
3-linearicontinui da Ei X E3 a F
(Ei , E~ , E3,
Fspazi
diBanach),
munito della norma abituale(che
ne fà unospazio
diBanach).
Allora:Sia B un elemento di
L(E&1), Eò2), EÒ3); E12), F~).
Allora,
a Bcorrisponde
biunivocamente un operatore UBapparte-
nente a
L(Eõ1), Eò2); Fo))
nE12~; L(Ef3), F1)).
Ciò
implica
che:l’operatore UB, x
definito da:UB, x(y) = UB(x, y),
è lineare e con-tinuo da
Eó ~
a @Fo);
l’operatore VB, y
definito da:VB, y(x) = UB(x, y),
è lineare e con-tinuo da
Eòl)
aFo).
Ora,
perogni
aUB, x corrisponde
biunivocamente un ope- ratore bilineare continuoUB,
x da X a Fo.Analogamente,
perogni
acorrisponde
biunivocamenteun
operatore
bilineare continuo daEò1)
X a Fo .Ma,
peripotesi,
lo stesso discorsopuò
essereripetuto
considerando Usappartenente
allospazio L(E(1), L(E (3) , F~)). Quindi, valgono
le
seguenti implicazioni:
è un operatore bilineare continuo da
E=2~
a F,(i=O, 1);
Vs, y
è un operatore bilineare continuo da a Fi(i# 0, 1).
Applicando
il risultato ottenuto pern = 2,
allora:è bilineare continuo da X
E~3~
aFa , ae [0, 1 ] ;
è bilineare continuo da >C a
Fa , ae[0, 1].
Cioè,
VxcE(1), Us, x
è lineare e continuo da aF~)
eVB, v
è lineare continuo da
E la (1)
aL(Ea3~ , [o, 1 ] .
D’altra parte,
UB(x, y)=UB,x(y)==VB,y(x).
Quindi UB è bilineare con-tinuo da a
F«),
come conseguenza dellaProposizione
1.1.Cos ,
per la identificazione(i),
B risulta 3-lineare continuo da XE~2~
XEp)
aFa , 1 ] .
In modo del tutto
analogo, cioè,
sfruttandogli
isomorfismi:validi per
ogni
naturale n,(cfr. [ 2 ] ,
p.105),
si ottiene il risultato per n=4,5,
...Finalmente,
anche l’affermazione relativa allainterpolazione
forteè provata per mezzo d~el medesimo
ragionamento.
APPLICAZIONE. Sia
{Ha.}~(0:5a.:51),
una scala normale continua dispazi
diBanach,
avente laproprietà
diinterpolazione
relativa a se stessa.Se Ho e H~ sono due
algebre
diBanach,
allora su Ha sipuò definire
una norma
111 J Illa, equivalente
alla normaoriginale J J
tale che(Ha , II1 J 111a.)
è anch’essaun’algebra
diBanach, 1 [ .
In altre
parole, interpolando
fraalgebre
diBanach,
siottengono
al-gebre
di Banach.DIMOSTRAZIONE. Per
ipotesi, l’operatore O
definito daè un
operatore
bilineare continuo da Hi XHi
a(i= 0, 1).
Il Teorema 1.1 permette allora di dedurre la esistenza di una co- stante
C« ,
tale che:Infatti,
che esista una costante C percui il B(x), y) ~ (x, y) E E X F,
è condizione necessaria e sufficienteperchè
un operatore bilineare B sia continuo da E X F aG, E, F,
Gspazi
di Banach.Ma
allora,
su H~,può
essere definita una normaequivalente
alladata, che rende Ha
un’algebra
diBanach, (cfr. [3],
pp.274-275).
OSSERVAZIONE. Dalla
dimostrazione,
risulta chiaro che le proveprecedenti
restano valide anche nel caso che lefamiglie
dispazi
cor-si-derate non siano scale normali continue di
spazi
diBanach,
ma abbianocerte
proprietà
diinterpolazione; (ciò implica,
fral’altro,
chegli spazi
sono
legati
dalla relazione di immersionedensa).
Infine,
notiamo che laProposizione
1.1 vale anche perspazi più complessi degli spazi
di Banach.In
particolare, possiamo
stabilire i dueseguenti
teoremi:TEOREMA 1.2. Siano
( E« ) , { Fa }, { G~ } (0 a 1 ), tre famiglie di spazi
LPS:Gli
spazi Ea , Fa ,
Vae[0, 1 ],
siano metrizzabili(è sufficiente
sup- porre peresempio,
chegli
insiemi di indici I,J
coincidano conN)
e:1) Viel,
lafamiglia { Ea, i } ~(0 oc _ 1 ),
abbia laproprietà
di in-terpolazione rispetto
a ciascuna dellefamiglie { Ga, k l (O:!5a::51);
2)
lafamiglia { Fa, ~ } (0:5(1,:::; 1),
abbia laproprietà
di in-terpolazione
relativa a ciascuna dellefamiglie { Ga, k} } (0 _ ~oc~ 1).
Allora,
se B è un operatore bilineare continuo da Eo X Fo a Go e da E1 >C F~ aG~,
B è unoperatore
bilineare continuo anche da Ea X F«a
Ga , 1].
DIMOSTRAZIONE. Fissiamo x0EE1. Dalle
ipotesi
segue chel’ope-
ratore
T,,,,,
definito da:è lineare e continuo da Fo a Go e da Fi a G1 .
Cioè, (cfr. [6],
p.41),
è lineare econtinuo;
è lineare e continuo.
Supponiamo,
peresempio, j l.
Allora è lineare e continuo da
Fo,
ia Go,
k .Cos ,
in virtù delleassunzioni, T,
siprolunga
come operatore continuo da1 ].
Ma ciò
equivale
a direT,
è continuo da Fa aGa ,
0::5,a::5 l.Ragionando
in manieraanaloga,
si deduce chel’operatore
è lineare e continuo da Ea a
Ga , Vae [0, 1 ] .
Quindi,
B è continuo da Ea. X Fa. aGx,
in base allaProposizione
1.1 e al fatto che:
TEOREMA 1.3. Siano
{ Ea }, { Fa}, } (0
a:51 ),
trefamiglie
dispazi
localmenteconvessi,
Ea ed Faspazi LPS,
cioè:Ea = n
E«,; ,
F~ = nF a., j,
come nel Teorema 1.2, ma G r~ sia unoi i
spazio LIS,
G r~ == UValgano
leipotesi 1)
e2)
del Teorema prece-dente. n
Allora,
se B è un operatore bilineare continuo da Eo X Fo a Go e da E1 X F~ aG1,
B è continuo anche da E« X Fa aG~ ,
Va e[0, 1 ] .
DIMOSTRAZIONE. Fissiamo. xoeEi .
L’operatore T,,,,,
definito da:è lineare e continuo da Fo a Go e da Fi a Gi .
Quindi,
in base alla carat-terizzazione di tali
operatori, (cfr. [ 5 ] ),
si ha che:è lineare e
continuo;
ùkel, l E j,
i è lineare e continuo.Poniamo
m = max ( i, k), n=max (j, l ) .
AlloraT,
risulta lineare econtinuo da
Fo, m
aGo, n
e daFi, m a G1, n .
In forza della
assunzione2), T,
è lineare e continuo daFa, m
aGa, n , a,[0, 1 ] . Quindi,
lo è anche da Fa a Ga(cfr. [5]).
Questo
ragionamento
siripete
per dimostrare chel’operatore Syo ,
definito da:yo),
è lineare e continuo da Ea aGa ,
a E[ 0, 1 ] .
A
questo
punto, la prova èterminata,
essendo sufficienteapplicare
la
Proposizione
1.1.La
proposizione
1.1 non consente di stabilire affermazionianaloghe
alle
precedenti
nel caso che nessunodegli spazi
su cuil’operatore
bili-neare B è
definito,
sia metrizzabile. Questo si verificaquando,
per esem-pio,
essi sonospazi
limiti induttivi.Si
può, però,
in certicasi,
rimediare a simili inconvenienti.Infatti,
ricordiamo la
seguente proposizione (cfr. [ 15 ] ,
p.421):
PROPOSIZIONE 1.2. Siano
F,
G duespazi
localmenteconvessi,
duali forti dispazi
di Fréchetriflessivi,
ed E sia o unospazio
normato o ilduale forte di uno
spazio
di Fréchet riflessivo.Allora
ogni operatore
bilineareseparatamente
continuo da E X Fa G è continuo.
TEOREMA 1.4. Siano
{ E~ }, { Fa }, { GQ }
trefamiglie di spazi
LIS edE~ , Fa ,
Ga risultinospazi
dualiforti
dispazi
LPSriflessivi
e di
Fréchet, 1 [ .
Le
famiglie { Ea }, { Fa } (0 ~oc 1 ),
abbiano laproprietà
diinterpo-
lazione relativa alla
famiglia { Ga } (0 ~c 1).
Se B è un
operatore
bilineare continuo da Eo X Fo a Ga e da E1 X Fla
G~,
allora B è continuo anche da Ea X Fa aGa.,
Va e[0, 1 ].
DIMOSTRAZIONE. Fissiamo
f E E1. L’operatore
definito da:g), è,
peripotesi,
lineare e continuo da Fo a Go e da F1 a G1 .Quindi,
sipuò
concludere cheT f
è lineare e continuo da Fa aGa ,
1]. Analogamente, l’operatore Sg , geF~ ,
tale che:è lineare e continuo da Ei a
GÌ , 1,
equindi,
anche da Ea eGa ,
per~e[0, 1 ] . Allora,
in virtù dellaProposizione 1.2, B
è unoperatore
bilineare continuo da Ea X Fa aGa , cc~[0, 1 ] .
OSSERVAZIONE 1. Condizioni sufficienti ad assicurare che le f ami.
glie { Ea }
e{F,.} }
abbiano laproprietà
diinterpolazione
relativa alla fami-glia {GaL
sonoquelle
enunciate aproposito degli spazi
LPS nel Teo-rema 1.2.
OSSERVAZIONE 2. Le
ipotesi
del Teorema 1.4 sono soddisfatte nelcaso in cui
Ea , Fa ,
Ga. sono limiti induttivi stretti dispazi
di Hilbert:e la
famiglia {G~.,,} } (0:c~l),
ha laproprietà
diinterpolazione
rela-tiva alle
f amiglie {J
Infatti, (cfr. [7],
p.363),
il duale forte di unospazio
LIS E=n
En
spazio
dai Banachriflessivo,
coincide(algebricamente
etopologica- mente)
con E’ =n
Inoltre,
se} (0:5 a 1),
ha laproprietà
diinterpolazione
ri-spetto a
{ E~, m }
e a allora}
e}
hanno laproprietà
diinterpolazione
relativa a{ Ga, p }, (cfr. [4],
p.381).
Ciòimplica (cfr.
l’Osservazione
1),
che{ Ea }, { F~ } (o ~ 1 ),
hanno laproprietà
di inter-polazione
relativa a~{ G~ } ( ~oc 1 ).
Finalmente, poichè E~, m , F~, n , G~, p , 1 ]
eVm,
n,peN,
sono
spazi
daiHilbert,
si ha(cfr. [8],
p.296):
2. Prodotti tensoriali.
Ricordiamo la definizione di
prodotto
tensoriale di duespazi
vet-toriali, (cfr. [ 11 ] ,
pp.82-83).
Siano
E,
F duespazi
vettoriali. Denotiamo con E D F lospazio
vet-toriale i cui elementi sono le combinazioni lineari formali
dove solo un numero finito dei coefficienti
complessi
ax, y sono diversida 0 e le
operazioni
di addizione e dimoltiplicazione
scalare sono defi-nite nel solito modo.
Sia N il
sottospazio
di E D F generato da tutti i vettori deltipo
Il
prodotto
tensoriale(algebrico) E 0
F è allora lospazio quoziente E0F=BDF/N.
Se p è la restrizione
dell’applicazione
allo
spazio
E XF,
si ponep(x, y) = x (9
y.Si
può
definire anche il,prodotto
tensoriale di dueoperatori.
Preci-samente,
(cfr. [ 15 ] ,
p.406):
Se
E, F, E1 ,
Fi sonoquattro spazi
vettoriali sul campocomplesso
e
U : E -~ Ei ,
sonooperatori lineari,
allora c’è un solo ope- ratore lineare da EQ
F a E10 Fi ,
detto ilprodotto
tensoriale di U eV,
e denotato con UQ V,
tale che:Noi considereremo tre
topologie tensoriali, cioè,
ilprodotto
tenso-riale
hilbertiano,
ilprodotto
tensorialeproiettivo
e ilprodotto
tensorialeE
(o
di convergenzabi~equicontinua).
I. Il
prodotto
tensoriale hilbertiano.Ricordiamo la seguente:
DEFINIZIONE 2.1. Siano H e K due
spazi
diHilbert,
conprodotto intero ( , ); (i=0, 1), rispettivamente.
Allora lo
spazio
vettorialeH (9
Kpuò
essere strutturato come unospazio pre-hil’bertiano
attraverso il seguenteprodotto
scalare:Lo
spazio
dei Hilbert ottenutocompletando
taleprodotto
tensorialeverrà denotato con H
@-r
K.Per la definizione della
topologia t
sipuò
vedere[ 11 ] ,
p. 83 e[ 12 ]
p. 197 e ss.
TEOREMA 2.1. Siano
{ Ha }, } (0 a 1 ),
due scale normali con- tinue dispazi
di Hilbert. Allora anche lafamiglia { Ha @-r Ka } (o _ a _ 1)
è una scala normale continua dispazi
di Hilbert.DIMOSTRAZIONE. Dalla
(i)
di Definizione 2.1 segue che:Ciò
implica
che:Per
ipotesi,
Hl e Ki sono densi in eK~ ,
Vale[ o, 1 ] , rispettiva-
mente. Sia u
(3 v
un elemento di Ha0r spazio pre-hilbertiano
il cuicompletamento
è Ha Peripotesi,
allora:Si
ha, ponendo
perbrevità,
Quindi,
pert * ) -~ 0.
Questo
significa
che esiste un0 vn E Hl 0r Ki ,
per cui:D’altra parte, lo
spazio pre-hilbertiano
Ha0~
Ka è denso in Ha0T Ka ,
per definizione stessa dicompletamento. Segue
che anche Hi0~
Ki è denso in ciascunodegli spazi
Ha.0~
K. -Per la stessa
ragione,
ledisuguaglianze (1)
e(2)
siprolungano agli spazi completati.
Che la scala sia continua è conseguenza della defini- zione diprodotto interno ( ,
della continuità delle scale{ Ha }, { Ka }
e della densitàdegli spazi
inoggetto.
COROLLARIO. Sia
{ E~ } (0 ~oc 1 ),
una scalamassimale, (cfr. [9],
p.
109), e
sia{ H~ é, Ka } (0 a 1 ),
una scala come nel Teorema 2.1.ha la
proprietà
diinterpolazione
stretta relativa allafamiglia (H« é, Ka i.
DIMOSTRAZIONE.
Conseguenza
del Teorema 2.1 e delleproprietà
delle scale
massimali, (cfr. [9],
p.111).
~: noto
(cfr. [ 12 ] ,
p.199)
che il duale forte diH é, K, H
e Kessendo
spazi
diHilbert,
coincide con7;T 0r
K’.Segue:
PROPOSIZIONE 2.1. Se le scale normali continue
{ Hà }, { Ka } (0 ~c _ 1 ), di spazi
di Hilbert sonoregolari,
allora èregolare
anche lascala
{H~, Q§« Ka} (Uoc 1).
DIMOSTRAZIONE. Sia
f 0
g un elemento diDunque,
perogni
elemento deltipo f o g E H’a 0~ K’a ,
laProposi-
zione 2.1 è vera. D’altra parte,
ogni
elemento diH’a ®.~ K’a
è il limitedi una successione di elementi della
forma li 0 VieN,
per la densità diH’a 0T K’a
inH’a 0T K’« .
Siottiene,
in talmodo,
l’affermazione.COROLLARIO. Siano
{ H~}, } (0~0,~1),
due scale normali con-tinue
regolari
dispazi
di Hilbert. Allora la scala( H« @-r K~ } (O:!5~
oc1)
ha laproprietà
diinterpolazione
normale relativa aqualsiasi
scala mi-nimale.
DIMOSTRAZIONE. Per la
Proposizione 2.1,
la scala{ H~ ~.~ K«) }
èregolare; quindi,
essa ha laproprietà
diinterpolazione
normale relativaa
ogni
scalaminimale, (cfr. [9],
p.108).
Ricordiamo ora
che,
seH, K, H’ ,
Ki sonospazi
diHilbert,
eU,
Vsono due
operatori
lineari e continui da H aHi
e da K aK, , rispetti-
vamente, allora
l’operatore
I~(9
V è lineare continuo da H0~
K a(cfr. [ 12],
p.197).
Denotiamo con U(8)
V’ ilprolungamento
di U0
Vallo
spazio
H0~
K: esso è lineare e continuo da H(g)",
K a Hl1 (8)",
K~ . Questi richiami permettono di stabilire il seguente:TEOREMA 2.2. Siano
(E«), { Fa }, (H«), { K~ } (0a 1 ),
scale nor- mali continue dispazi
di Hilbert e} (rispettivamente, { Fa } )
abbia laproprietà d’interpolazione
normale[rispett., stretta]
relativa a{ Ha } (ri- spettivamente,
a{ K~ } ).
Se U e V sono
operatori
lineari e continui da Ei a Hi e da Fi aK~ , (i = 0, 1 ), rispettivamente,
alloraU é
V è lineare continuo da Ea@-r
Fanel
secondo caso,DIMOSTRAZIONE. Dalle
ipotesi
segue che:U è un operatore lineare e continuo da Ea a Ha e
V è un operatore lineare e continuo dal Fx a
Ka
eQuindi, (cfr.
il richiamoprecedente
ilTeorema), U ®
V è continuo da EQ0~
F. a Ha. e:Ma
allora,
ilprolungamento
di U0
V a Ea F« è continuo da E«0-r
F CI. a H CI.[O, 1 ] .
D’altro canto, la norma di U
0
V come operatore da E«0-r
Fa a Ha è conservataquando l’operatore
vieneprolungato
a Ea.0-r
Fa .Per cui:
In modo simile si prova l’affermazione relativa alla
interpolazione
stretta.
Notiamo
che,
se H e K sono duespazi
~diHilbert,
ilprodotto
ten-soriale
completato
HQ9~;
Kpuò
essere identificato con lospazio degli operatori
ditipo
Hilbert-Schmidt da H’ aK, (cfr. [ 12],
p.199).
TEOREMA 2.3 . Siano
~{ H~, }, ( K« ) (O::5a::5 1 ),
due scale normali con-tinue di
spazi
diHilbert,
eHa, Ka ,
a e] 0,
1[,
siano ottenuti daHo ,
Hie da
Ko , K1, rispettivamente,
attraverso il metodocomplesso (di
Calde-ron),
cioè{Ha}, {Ka}
siano delle AK-scale.Allora anche la scala
{ Ha Q9~; K« ) } (o _ ~ _ 1),
è una AK-scala.DIMOSTRAzIONE.
Sia V
l’insieme delle funzioni 1>’, definite su{ z E C,
0::5Re z 1 },
a valori in tali che:1) (~> è limitata e continua dal 2) D è analitica da
è continua e limitata da
Su V
si definisce la norma:(V, ~ ~
è unospazio
di Banach.L’insieme
lB«
di tutte lefunzioni OEV
tali cheO(a)=0,
è unsottospazio
chiuso di1~.
Denotiamo con} (0a 1)
lospazio
quo-ziente la cui norma è definita da:
(cfr. [9],
p.132).
,.... ,....
i (0a 1),
conKo , K1,
è la AK-scalacostruita da e 4h .
Analogamente,
denoteremo conBt) " 0" gli spazi corrispondenti
di11)
relativi allecoppie Ho ,
H1 ~ eKo , K, ,
per cui:Supponiamo xeHtI., y E Ka .
Allora:Ora,
Poniamo
~ «z).
Allora:1)
Dalleproprietà
di p segue che la funzione cos defi- nitaappartiene
aB1).
Inoltre:Ciò
implica che, poiché
iOra, (cfr. [ 10 ] ,
p.150),
se denotiamo conAK(Eo , E1 , a)
lospazio
di Hilbert ottenuto da Eo e £1
(Ei spazio
diHilbert, i = 0, 1), corrispon-
dente a
a,]0, 1 [ ,
allora:Quindi, ragionando
come nella.prima
parte delladimostrazione,
Cioè:
Notiamo che
~’a
eK’«
sonospazi
di Hilbert e si sa che latopologia
su HaQ9
Ka che rendequest’ultimo
unospazio pre-hilbertiano
e il suo
completamento
unospazio
diHilbert,
è unica ed èpropria
latopologia
T.In altre
parole,
esiste una solatopologia
hilbertiana tale che:D’altro canto, è uno
spazio
diHilbert,
per cuiSi
può dunque
concludereé, K’a .
Ma
allora,
per dualitàCiò conclude la prova.
II. Il
prodotto
tensorialeproiettivo.
Ricordiamo la seguente:
DEFINIZIONE 2.1’. Siano
E,
F duespazi normati;
latopologia proiet- tiva,
o~-topologia,
su EQ
F è latopologia
definita dalla norma:dove l’estremo inferiore è calcolato su tutti
gli
insiemi finiti dicoppie (Xi, yi)
tali che:~
(cfr. [ 15 ],
p.435).
Per le
proprietà
delprodotto
tensorialeproiettivo
di duespazi
nor-mati,
o,più
ingenerale,
di duespazi
vettorialitopologici
localmenteconvessi,
rimandiamo al citato testo di Treves(cfr. [ 15],
pp.434-445).
TEOREMA 2.1’. Siano
{ E~ }, { F~ (0.-5 a- 1),
due scale normali con-tinue di
spazi
di Banach. Allora lafamiglia { E~ Fa} (0a 1),
dispazi
di Banach Ea.@1t
E«gode
delleseguenti proprietà:
DIMOSTRAZIONE.
Supponiamo 0~c~P~l. Allora,
con
xieep, i =1, 2,
..., n.Ora,
poichè
Cioè
n
Sia ora 6 == 1: Xi
Q9
yi unqualunque
elemento di EaQx
Fu..i=1
Poichè
Xi e Eu., yz E Fa ,
perogni
indice i che compare nella espres- sione di9,
epoichè { E~ }, { Fa }, (o oc _ 1 ),
sono scale normali continue:Valutiamo Si ha:
=
(poichè
ilprodotto
tensoriale0
è unoperatore
bilineare daFacendo tendere k
all’infinito, quest’ultima
somma tende a0,
invirtù di
(i)
e di(ii). Quindi,
E10~ Fi
è denso in EaFa , Vae[0, 1 ] .
D’altra
parte,
perdefinizione,
Ea(5)1f; Fa
è denso in Ea0~c
Fa . Quin-di,
anche Ei0n
Fi è denso in Ea@1f;
Fa .Ciò è sufficiente anche per concludere che la
disuguaglianza (*)
siprolunga
aicompletamenti, cioè,
per affermare che:OSSERVAZIONE. Dalla prova del Teorema 2.1’ segue che
questo
resta valido nella sola
ipotesi
che:~c,
ae[O, 1 ] , ~oc ~3 ~ Ef3
eFø
sono immersi normalmente in Ea eFa ,
ri-spettivamente.
TEOREMA 2.2’. Siano
{ E~ }, { Fa }, { Ga }, » (0:5rL:51), famiglie
di
spazi
di Banach ed{ Ea } (rispettivamente, ( F«))
abbia laproprietà
diinterpolazione
normale[stretta]
relativa a{ Ga (rispettivamente, a ~{H~;}).
Se U e V sono
operatori
lineari e continui da Ei aGi
e daFi
aHi , (i= 0, 1), rispettivamente,
allora ilprolungamento
Ué
V diU ®
V aE« @1C
Fa è lineare continuo da Ea aGa @1C H~, ,
a e[0, 1 ]
enel secondo caso,
DIMOSTRAZIONE. Si sa,
(cfr. [ 15],
p.444), che,
datiquattro spazi
di Banach
E, F, G,
H e dueoperatori U E L(E, G), V E L(F, H), l’ope-
ratore lineare
U 0
V è continuo da E F a G equindi,
la prova èanaloga
aquella
del Teorema 2.2.Siano
E, F,
G trespazi normati;
allora lospazio B(E, F; G)=
= L(E, F; G) degli operatori
bilineari continui da E X F a G è isome- tricamente isomorfo allospazio L(E ®T F, G) degli operatori
lineari econtinui da E F a G
(cfr. [ 15 ] ,
p.443).
TEOREMA 2.3’. Siano
{ E~ }, { Fa }, { Ga } (0a 1 ),
tre scale nor-mali continue di
spazi
di Banach ed{ Ea }, { Fa }
abbiano laproprietà
diinterpolazione
relativa a{ G~}.
Allora,
se T è un operatore lineare continuo da Eo@1t
Fo aGo
eda a
G1,
T è continuo anche da a1 ] .
DIMOSTRAZIONE. Consideriamo la restrizione di T a Ei
~1t F~ ,
>1. In virtù della identificazione richiamata sopra, a T
corrisponde
biunivocamente un
operatore
bilineare continuo BT da Ei X Fi a Gi(i* 0, 1).
Dalle
ipotesi,
utilizzando il Teorema1.1,
segue che Br risulta bili-neare continuo da Ea X Fa a
Ga , 1 ] .
A BTcorrisponde,
attraversoa
Ga ,
che coincide conT,
per la densità di E1 F~ inogni
Ea~1t
Fa .Il
prolungamento
di T a Ea@1t
Faè,
di conseguenza, lineare e con- tinuo da Ea aGa , 1 ] .
COROLLARIO. Siano
{E(1)a}, {E(2)a},
...,}
scale normali continue dispazi di
Banach su[O, 1 ],
n > 2, aventi lapropYietà di interpolazione
relativa alla
famiglia ( Fi) } (o o~ 1 ), d i spazi d i
Banach.Se T è un operatore lineare continuo da ...
Fi,
1, allora T è continuo da ...Fa ,
Va E[O, 1 ] .
DIMOSTRAZIONE. La prova corre come
quella
del Teorema2.3’,
in base al Teorema 1.1 e al fatto che:
OSSERVAZIONE. Si supponga che le scale che entrano nello enun-
ciato del Teorema 2.3’ siano AK-scale. È noto,
allora, (cfr. [ 1 ] ,
p.120),
che:Dunque,
sipuò
dire che:In
particolare,
vale una affermazioneanaloga
per oc,03B2, y e [0, 1 ] ,
dal momento che le AK-scale hanno la
proprietà
diinterpola-
zione stretta relativa l’una all’altra.
Infine,
se1 ] ,
allora:cioè,
lafamiglia } (o ~a 1 ),
èregolare.
Nota. Ricordiamo
che,
se H e K sono duespazi
diHilbert,
il dualeforte di H K coincide con lo
spazio L(H’, K),
munito dellatopologia
forte
d’operatore, (cfr. [15],
p.498).
Finalmente,
lo stessospazio
Héx
K non è altro che lospazio degli operatori
nucleari da H’ aK,
munito dellanorma-traccia, (cfr. [ 15 ] ,
pp.495-496).
III. Il
prodotto
tensoriale s(o
di convergenzabi-equicontinua) .
’
PROPOSIZIONE 2.1". Siano
E,
F duespazi
normati. Sullospazio
vettoriale
E Q9
F viene definita unatopologia s
associando aogni
ele-mento u di E
Q9
F il numeropositivo:
La
ap~p~licazione : u 2013> j
risulta essere una norma su EQ
Fed è
precisamente
la norma indotta su EQ
F da(cfr. [ 14], Exposé
7, pp.5-6).
-In
seguito,
denoteremo con Eé,
F ilcompletamento
di E0e
F.TEOREMA 2.1 ". Siano
{ Ea }, { Fa } (0 a 1 ),
due scale normali con- tinue dispazi
di Banach. Allora:1 )
1 ~E~ ®e F~
è immerso normalmente inE« é, Fa..
2)
Segli spazi Ea.,
Fa sonoriflessivi,
a e[0, 1 ],
e~3,
ye[0, 1 ], c~~y
allora:
DIMOSTRAZIONE.
1)
Peripotesi,
Quindi,
Segue
che:E allora:
Ciò
implica:
Ora ricordiamo che
(cfr. [ 15 ] ,
p.440):
- -
Se
E,
F sono duespazi normati,
allora E0c
F è denso in E0c F,
E e F
essendo icompletamenti
di E e diF, rispettivamente.
Nel nostrocaso, lo
spazio
normato(Ei, jj ] è,
peripotesi,
denso in(Ea., Il ]
e
quindi,
ilcompletamento
dirispetto
allanorma ll llEa
co-incide con
Ea .
Cos ,
daqueste osservazioni,
segue che E10e
Fi è denso in ciascunodegli spazi Ea 0e F« ; perciò,
anche E10e F1
è denso inEa ée F.. , 1 ] .
Ciò
implica,
fral’altro,
che ladisuguaglianza (1)
siprolunga
ai com-pletamenti degli spazi.
2)
Sussistono iseguenti
isomorfismi:Se F è
riflessivo,
F" = F.Quindi, B(E’, F’) =- L(E’, F).
D’altra
parte,
latopologia F-
suE 0
Fcoincide,
come è stato richia-mato, con la
topologia
indotta daB(E’, F’) - L(E’, F).
Ma:
In base alla
ipotesi (i), allora,
si ottiene ladisuguaglianza (*).
COROLLARIO 1. Nelle
ipotesi
del Teorema2.1",
se vale la condi-zione
2) (i)
dello stesso teorema, allora lafamiglia { E~ é. F~} } (o _ ~oc 1 ), forma
una scala normale continua dispazi
di Banach.DIMOSTRAZIONE. Per il Teorema
2.1",
rimane da verificare ~la con-tinuità della scala.
D’altronde,
ciò è conseguenza della definizione diI I 1 ] ,
e della continuità delle scale{ E~ }
e{F~}.
COROLLARIO 2. Una scala massimale ha la
proprietà
diinterpola-
zione stretta relativa a
ogni
scala deltipo { E~ Qge Fa } (0:5 a::5 1).
DIMOSTRAZIONE. Dis~cende dal fatto che
ogni
scala massimale ha laproprietà d’interpolazione
strettarispetto
aqualsiasi
scala normale.Adoperando
il medesimora~gionamento
per dimostrare il Teorema 2.2’ e servendosi di un risultato concernente ilprodotto
tensoriale di dueoperatori,
si prova il seguente:COROLLARIO 3. Siano
{ Ea }, -{ Fa }, { Ga }, { Ha (0:5a:51),
scale nor- mali continue dispazi
di Banach ed{E~} (rispettivamente, {Fa})
abbia laproprietà
diinterpolazione
normale[stretta]
relativa af{ G~} (rispetti-
vamente, a
{ H.~ }).
Se U e V sono due
operatori
lineari e continui da Ei a Gi(i = o, 1 ~
e da Fi a Hi
(i = o, 1 ), rispettivamente,
alloral’operatore
UQ9 V,
pro-lungamento
di UQ9
V a EaQge Fx ,
è lineare continuo da Ea Fa aDIMOSTRAZIONE.
Analoga
aquella
del Teorema2.2’,
in base alfatto che:
NOTA. Siano
E,
F duespazi
di Banach ed E’ abbia laproprietà
di
approssimazione, cioè, l’operatore
identico su E’può
essereapprossi-
mato, uniformememente su
ogni
sottoinsieme precompatto diE’,
da ope- ratori lineari continui di dimensionefinita; (ricordiamo
cheogni spazio
di Hilbert ha la
proprietà
diapprossimazione, (cfr. [ 13 ] ,
p.108)).
Allora lo
spazio
E’0e
Fpuò
essere identificato con lospazio degli operatori
linearicompatti
dal E aF, (cfr. [13],
p.114).
IV. Relazioni f ra le
topologie
"e, 1t, E.Ricordiamo il seguente lemma
(cfr. [9],
p.151):
LEMMA. Sia Eo uno
spazio
diHilbert,
immerso normalmente nellospazio
di Banach E_1 . Allora esiste una scala normale continua dispazi
di Banach che connette i tre
spazi E_1,
Eo e E1=(E_1)’.
TEOREMA 2.1"’. Siano H1 e H2 due
spazi
di Hilbert. Allora esisteuna scala normale continua di
spazi
di Banach che connettegli spazi
DIMOSTRAZIONE.
Segue
dalLemma,
in conseguenza del fatto che:OSSERVAZIONE. Abbiamo
già
ricordato che H1Ò, H2 ,
H10~ H2,
H1
H2 sonotopologicamente
isomorfi allospazio degli operatori
com-patti,
ditipo Hilbert-Schmidt, nucleari,
daH’l
aH2 , rispettivamente.
Rileviamo, inoltre,
che lospazio degli operatori
di dimensione finita daH’1
1 a H2 è denso in ciascuno dai talispazi,
iquali
risultano essereproprio
il suocompletamento rispetto
alle normeIL
I I I
è l’usuale norma_ ~ ~n , ( T I H~1 ~ H2 = [ ~ ~~] 1~~,
dove i numeri realipositivi ~
sonon n
gli
autovalori~dell’operatore positivo autoaggiunto (T*T)I/2. (cfr. [ 11 ] ,
p. 161 e
[5]).
Cos ,
identificando conHi, possiamo
stabilire:COROLLARIO. Sia T un
operatore
nucleare da H1 aH ,
Hispazio
di Hilbert per
i=1,
2. Allora esisteaE]0, 1’[,
tale che:TEOREMA 2.2. Siano
( E« ), { F~ } (05,a51),
due scale normali con- tinue dispazi
diBanach, { Ha }, { K~ } ( 0 a 1 ),
due scale normali con-tinue di
spazi
di Hilbert.Se le
famiglie { Ea
e{ F~ }
hanno laproprietà
diinterpolazione
rela-tiva alla
famiglia { Ha @~ } (05a.::; 1 ),
allora anche{ Ea é« F~ }
hala
proprietà
diinterpolazione rispetto
a{ Ha @~ K~ }.
DIMOSTRAZIONE. Sia T un operatore lineare e continuo da Ei
é«
Fia Hi
é«
Ki(i = o, 1). All’operatore
Tcorrisponde biunivocamente,
per laproprietà
dellatopologia
1t, un operatore bilineareBT ,
continuo da Ei >C Fi a Hi@-r
Ki~(i = o, 1).
Dalleassunzioni,
in base al Teorema 1.1, segue che BT è bilineare continuo da £(1. >C Fa a H~Ò Ka ,
a E[ 0, 1 ] .
Cioè
l’operatore
T è lineare continuo da E(1. Fa a Haé« K« .
Quindi,
l’estensione di T a Ea;®~
F(1. è continua daCOROLLARIO 1. Siano
{ Eai~ }, ~{ Ea2~ },
..., 1} (0 ~ 1 ),
n > 2, scale normali continue dispazi
diBanach, { H« }
e{ K« } (0 ~a 1 ),
due scale normalicontinue
dispazi
di Hilbert.Se
{ Ea~~,}
ha laproprietà
diinterpolazione
relativa a{ H« @’t K« } (0 ac 1 ), i =1,
2, ..., n,allora,
se T è unoperatore
lineare continuo da®~ E(2) o @~
... a Hoé,
Ko e da®~ E12~ ®~
...é.E( n
a H~
@’t K~ ,
T è lineare continuo daDIMOSTRAZIONE.
Analoga
aquella
del Teorema2.2"’,
in base alTeorema
1.1,
per n > 2 .COROLLARIO 2.
Valgano
leipotesi
del Teorema 2.2"’ e, inpiù,
le scale
{B.} ~ {F.)
siano scale massimali. Allora{E. F (1.}
ha la pro-prietà di interpolazione
relativa a{Ha X Ka}.
DIMOSTRAZIONE.
Infatti, {E,,}
ed1, F,,,}
hanno laproprietà
di inter-polazione
relativa a{~0~~.}, poichè {~~~a) (0:5a::5 1),
è una scala normale.Osserviamo che il Teorema 2.2’" e i ~suoi Corollari
rimangono
validise si sostituisce la scala con una scala Gu. e L&
spazi
diBanach, (cfr.
Corollari 1 e 2 del Teorema2.1").
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Manoscritto pervenuto in redazione il 2 marzo 1971.