R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
L UCIO L OMBARDO -R ADICE Su alcuni caratteri dei piani grafici
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 24 (1955), p. 312-345
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Nota
(*)
di.
LUCIO LOMBARDO-RADICE
Roma)
PB,E~IESSA A
partire
dalla fondamentale memoria[1]
di ~IARSHALL
HALL,
comparsa nel1943,
le ricerche suipiani grafici
(oproiettivi)
si sonomoltiplicate,
e moltisignificativi
risudtati nuovi sono stati
aggiunti
aquelli
ormai classici diHilbert, Veblen, Wedderburn, Moufang
ecc. Il fatto è che HALL hadato,
con le sue coordinategenerali (anello
ternariodi
HALL),
un efficacissimo strumento di ricercaalgebrico-geo- metrico,
.la cui fecondità crediamo sia ancorlungi
dall’essere esaurita.A
quanto
cirisulta,
una assai minore attenzione è stata rivolta dai ricercatori allaprima
metà della memoria diHALL,
e
precisamente
alla costruzione( « stadiale »)
deipiani
li-beri pn a
partire
da un «n-punto
libero »(n
>4). Ora,
l’ideagenerale
dellapresente
ricerca consisteappunto
nella istitu- zione di unsistematico
« confronto » tra unpiano
libero pne un
piano grafico, qualsiasi,
P. Nellosviluppare questa idea,
abbiamo trovato
opportuno
introdurre ilconcetto,
che cre-diamo almeno in una certa misura nuovo, sia pure nella
sua
forma,
di «proposizione configurazionale
su Pn », alquale è
dedicato il n. 2(il
n. 1 è invece un riassunto di al- cuniparagrafi
della citata memoria diHALL,
per comodità dellettore).
Il n. 3 illustra con costruzioni edesempi
il con-cetto introdotto in
2;
crediamo tuttavia che alcuni dei risul- tatiesposti
in3,
possano avere interesse anche di per sèpresi.
(*) Pervenuta in Redazione il 6 Maggio 1955.
Indirizzo dell’A.: Istituto Matematico, Università, Roma.
Nel n.
4, infine,
vengono introdotti dei caratteri di unpiano grafico P,
che non ci risulta siano stati finorapresi
inesame : il suo
k-mo « grado
dilibertà »,
inferiore esuperiore ( k
>1).
Rimandando al testo per una definizioneprecisa, diremo,
in sede di premessa, che sitratta,
nelprimo
caso(gradi
di libertàinferiori)
di studiare ipiani parziali
di Pisomorfi a uno stadio del
piano
libero nel secondo(gradi
di libertà
superiori)
di studiare ipiani parziali
di P iso-morfi a
piani parziali « completi »
contenuti in una sta- dio diPn,
e tali che tra i loropunti,
inP,
siano soddisfatti solo allineamenti « liberi »(il significato
da noi dato altermine «
completo »
è almeno formalmente diverso dall’ana-logo
termine usato daIn
quest’ultima parte, segnaliamo
al lettore due risul- tatiparticolari.
Ilprimo
dice che in unpiano
nelquale
siauniversale il teorema « 3 = 0 » è universale anche
Dg ,
eogni quaterna
dipunti
tre a tre non allineati genera unpiano
iso-morfo al
piano
lineare su(~F(3).
Tale risultato è unpò marginale
nellapresente ricerca;
è stato da noiripreso
inuna
apposita
ricerca suipiani
a « caratteristica 3 »( cioè
neiquali
il teoremagrafico «
3 = 0 » èuniversale),
in corso dipub-
blicazione(v. Bibliografia, [8] ).
Il secondo risultatolega
la ca-ratteristica p
(carattere atgebr~co}
di unpiano
lineare su diun corpo con il suo 10
grado
di libertàsuperiore (~,
che èinvece un carattere
gra f ico (geometrico),
mediante la formula:e consente con ciò di estendere la nozione di caratteristica ad un
piano grafico qualsiasi,
lineare o no.Su alcune
questioni
che i concetti e i risultatiesposti
nel
presente
lavoro sollevano in modo naturale èesplicita-
mente fermata l’attenzione del
lettore;
essepotranno
essereoggetto
di successive ricerche. Le idee fondamentali del pre- sente studio erano stateesposte
oralmente il 21 dicembre del 1954 a Padova nelConvegno
digeometria,
dedicato alla me-moria di
Giuseppe Veronese,
promosso dazl’Università di Pa- dova.1. - Il
piano
libero pn di HALLgenerato da
unn-punto.
libero
(n
~4).
Nella
prima parte
della sua fondamentale memoria del 1943( [1],
pagg.242)
MARS~lALL HALL chiaman-punto
libero(« free n-point »)
laconfigurazione SÌ
costituita da due retteL1
edL2
e da npunti
distinti(n
>4),
deiquali
iprimi due,
e
A 2 , appartengono
aL1 (e
non aL2),
i rimanenti(n 2) :
... ,An , appartengono
aL 2 (e
non aL1).
I « punti »
... , sono elementi di naturaqualsiasi,
ecos le ~ rette »
L1,
9L2.
Trapunti
e rette esiste soltanto unarelazione astratta di incidenza ( K
appartenere
a...»).
Piùpunti appartenenti
a una medesima retta si dicono allineati e siesprime
il loro allineamento scrivendoli successivamente sudi una medesima
linea, preceduti
dal simbolo della retta che li contiene tutti.La
configurazione ~i - P*
sipuò
allorarappresentare.
simbolicamente con lo schema :
Aggiungiamo
ora, alla8Ì, 2 (n - 2)
nuove retteLi, j (i =1, 2; j
=3,
... ,n),
definite come lecongiungenti
ilpunto At
di
Ll
con ilpunto Ai
diLz ( degli n punti iniziali, L;, ;
con-tiene soltanto
Ai
eA f ; Li, i
è distinta daL., k quando
siai % h
Si otterrà un nuovaconfigurazione (o piano parziale 1)) 8Ì
=rappresentata
simbolicamente dalseguente quadro :
1 ) Ora, e nel seguito, per ~ configurazione ~ o « piano parziale>
si intenderà un insieme di punti e di, rette tale che -2 rette hanno al p~~.
un punto a comune, mentre due punti appartengono ad una retta al più.
Si chiami
poi S»
=P"
laconfigurazione
che si ottieneda S2
introducendo un nuovo
punto ~1
incorrispondenza
adogni coppia L,
L’ di rette di8n prive
dipunto
in comune in~2 ;
A è con ciò il simbolo di un
punto
chegode
della so lac pro-prietà
diappartenere
tanto alla Lquanto
alla L’.8: == P 2
è con ciò uflna
configurazione
chiusarispetto
alla intersezione di rette(due
rette diP?
hanno per costruzione uno ed unsolo
punto
incomune),
maa perta rispetto
allaoperazione
diunione di
punti
mediante rette(vi
sonocoppie
dipunti
di~S3‘, 4,
noncongiunti
da una retta inS:).
Possiamo ora definire induttivamente le
configurazioni (piani parziali)
e~SZ’x~ 1 = Pkt~ , ( k > 4),
alseguente
modo:
8l = Ri
si ottiene daaggiungendo (simbolica- mente)
le rettecongiungenti
duepunti
di~S2’x_1 privi
di con-giungente
in~S2‘k_1,
e facendol’ipotesi
che le rette cosaggiunte
siano tutte distinte tra di l oro e delle
precedenti;
8Ìk+1
=(k
>0)
si ottiene da8’:.k aggiungendo
simbo-licamente i
punti
di incontro di due rette di8:~, prive
di in-tersezione in
S:k,
e facendol’ipotesi
che ipunti
che cos siaggiungono
siano distinti tra di loro e daipunti già
esistenti.In
Pk (k
>0),
prese comunque due rettedistinte,
esse hannoin comune un
punto
(ed unosoltanto);
non tutte lecoppie
dipunti
distintipossiedono però
una retta che licongiunge.
In
Rn
si verifica invece la situazione inversa.~ , se n > 4,
siaper h pari
cheper h dispari
è unpiano parziale aperto (nel
senso di HALL : non
ogni punto
è incidente con trerette,
nèogni
retta è incidente con trepunti).
Ipiani parziali si
sa-ranno da noi
chiamati,
conHALL,
le successive estensione tib eredell’n-punto
libero8? .
Il racngo p di cioè il numero
2 (p + r) - i (essendo
p,r, i rispettivamente
il numero deipunti,
delle rette e delle incidenze chefigurano
inSn)
è sempreuguale
a n+
4.Infatti,
il rango di
8Ì
èuguale
a n-f - 4, giacchè 8’;.
contiene npunti,
2
rette,
e tra i suoi elementi vi sono nincidenze; pertanto:
2 (n + 2) -- n = n + 4.
Il rango di unpiano parziale
èpoi
invariante
rispetto
allaaggiunzione
di una nuova retta con-tenente due
punti,
e duesoltanto,
dellaconfigurazione
dipartenza, quanto rispetto
allaaggiunzione
di un nuovopunto,
appartenente
a duerette,
e due soltanto(nell’uno
e nell’altrocaso, il numero
degli
elementi viene aumentato di uno,quello
delle incidenze di
due,
e con ciò2 (p + r) - i
restainvariato).
Ciò premesso, non è difficile vedere
(M. HALL)
che l’in-sieme
congiungente
deipiani parziali
della successioneSi ,
... ,
Sk,
.... è unpiano grafico (non desarguesiano)
13%. Essosarà da noi
chiamato,
conHALL,
ilpiano
liberogenerato
daun n-punto
libero.I
piani
liberi P’~ sono alla base diquesta
nostraricerca,
laquale mira,
come si è detto nella premessa, a istituire una sorta di confronto tra unpiano grafico qualsivoglia
P e i ,pn (n= 4, 5, ...) ;
si è volutoperciò,
per comodità dellettore,
richiamare con
qualche dettaglio
la definizione dei Pn data da HALL. Dei vari teorema di HALL sui Pn ricordiamoqui soltanto,
senzadimostrazione,
che:P- e Pn sono
isomorji quando
e soltantoquando
rr~ - n.I
piani parziali ~
saranno da noi spesso chiamatigli
stadii di
Pn ; più precisamente
chiameremoXÌk
lo h-mostadio di
rette,
lo h-mo stacdio dipunti
di Pn.2. - Le
propos~zioni configurazionali
suPn; il
lorogrado
loro rango.
Chiameremo
propos~zione con j~guraczioncaZe
8u P’~ una iden-tificazione di elementi distinti di P’t ottenuta in uno dei se-
guenti
modi : .a)
Dati trepunti
diPn,
non allineati su di una rettadi
Pn,
e sianoA’, A", A."’,
si identificano le 3 rette AU A’,
,
b)
Date tre rette di Pn non concorrenti in unpunto
di Pn, e siano
L,
L’L",
si identificano i trepunti
L’FIL’,
L’ f1
L",
L n L".Consideriamo
più
davicino,
eseparatamente,
i due casi.Nel caso
a)
esisterà bene uno stadio dipunti, Ph,
diPn,
taleche A è un
punto
diPh
ma non di in modoanalogo
ad
A’,
A"corrisponderanno degli
stadi dipunti P~, Pj~~~ 2).
2) Diremo più brevemente, ora e nel seguito: « il punto A ha grado
h », e con ciò intenderemo che A E
Supponiamo,
come è semprelecito,
che sia h ilpiù
elevatodei numeri
h, h’, h" ;
i trepunti A, A’,
A" sono allora, tuttie tre
punti
diP:,
ma almeno uno di essi nonfigura
tra ipunti
delprecedente
stadio dipunti, Ragionando
inmodo
analogo
nel casob),
sipotrà
determinare uno stadio di retteRn
alquale appartengono
tutte e tre le retteL, L’, L",
mentre una almeno di esse
(e
sia laL)
nonappartiene
alprecedente
stadio dirette,
OSSF,RVAZIONE. Una
proposizione configurazionale
deltipo b),
e cioè una identificazione di
punti, può
sempreesprimersi
come una
proposizione configurazionale
deltipo a),
e cioècome una identificazione di rette in Pn
(più precisamente,
come identificazione di rette in un conveniente stadio di rette di
Pn).
Infatti,
ilpunto
comune aL,
L’ è certamente unpunto
di
Pn+1,
stadio dipunti
immediatamente successivo allo stadio, di rette mentreL",
come retta di certo lacongiun- gente
di duepunti,
e sianoA’, A",
dirk (stadio
dipunti
im-.mediatamente
precedente
Presi allora i 3punti
A = L UL’, A’, A",
dire che le tre retteL, L’,
L’ passano per un mede- simopunto
valquanto
dire che i trepunti A, ~.’,
A" sono al-lineati ;
epoichè
le tre rette si eranosupposte
non concor-renti in un
punto
diPn,
i trepunti A, A’,
A" non sono alli-neati su di una retta di e il loro allineamento è
pertanto
una
proposizione configurazionale
deltipo a).
Potremo
perciò
d’ora inpoi,
senza limitazione di gene-ralità,
considerare soltantoproposizioni configurazionali
deltipo a)
su Pn, e cioèproposizioni
chepredicano
la identifica- zione dei tre lati di untriangolo (proprio) A, A’,
A’’ di Pn.Può essere ora univocamente
assegnato
il processo di co- struzione deipunti A, A’,
A" apartire dagli
elementi delprimo
stadio(dagli
elementigeneratori
diPn).
Esisterà in-fatti,
come si èdetto,
un numero interopositivo h 3)
tale cheA
appartiene
aPh,
ma non aPA-1.
A è allora univocamente--- --
3) Il grado del punto A in P n (v. nota precedente).
definito come l’intersezione di due ben determinate rette
L~~,
di una almeno dellequali,
e siaL~~ ,
nonappartiene
a stadi di retteprecedenti 1’(h-1)-mo (altri- menti,
control’ipotesi, _-1 = Al. apparterrebbe
a uno stadiodi
punti precedente quello h-mo).
Ciascuna delle rettea sua
volta, comparirà,
nella costruzione stadiale diPn,
per la
prima volta,
come lacongiungente
di due ben deter- minatipunti appartenenti
aprecedenti
stadi dipunti (in-
teressa
notare,
per una dimostrazione che verrà svolta aln.
4,
che tra i duepunti
che definiscono dovrà com-parire
almeno unappartenente
allo stadio dipunti
ma non a « stadi di
pn~.ti » precedenti).
Iterando il proce- dimento un numero finito divolte,
edeseguendolo
per tutti e tre ipunti A, A’, A",
siperverrà
in definitiva ad alcuni tra ipunti
inizialiA~ ; anzi, almeno,
aipunti A Z
diLi
e adue tra i
punti Ai
diL2 ( giacchè,
come è facilevedere,
par- tendo da un solopunto
suLi, i=
1 o2,
e da un certo nu-mero di
punti
suLi, j
= 2 o1,
non si possono ottenere nuovipunti
mediante estensionilibere).
Invertendo la
costruzione,
si ha cheA, A’,
A" si possono costruire in modo univocamente determinato apartire
da5 9 su
Ll ,
9A~3 ,
9 9A f,.
suL. (4 r ~ r~) aggiungendo, alternativamente,
rette epunti.
Si osserviche,
nella costru-zione.
nonintervengono
mai rette contenenti due solipunti : coppie
di rette vengono introdotte via via solo per la defini- zione del loropunto
comune. In altri termini:quando
siintroduce una retta come la
congiungente
di duepunti,
siintroduce insieme anche un suo terzo
punto,
intersezione conun’altra
retta,
nonpassante
per nessuno dei duepunti
chedefiniscono la
prima.
Traducendo in simboli il
passaggio
daA, A’,
A" aipunti generatori
inizialiprima
delineato e univocamente determi-nato,
laproposizione configurazionale
che afferma l’allinea- mento diA, A’,
A" ci sipresenterà
come un« quadro
di al-lineamenti » ;
ilprimo
è 1’« allineamento forzato »AA’A",
edè
seguito
da allineamenti « liberi » di terne dipunti,
che duea
due,
viavia,
definisconopunti
di allineamenti ad essi pre- cedenti :Il
primo
allineamento èforzato,
inquanto
non si verificain i rimanenti sono
liberi, giacch~
sono validi anche in Pn.Le
proposizioni configurazionali C 4)
si scrivonoperò
usualmente in senso
inverso,
come successioni di allineamenti liberi conctuse da un allineamento forzato. Faremo cos an-che
noi,
di norma, nelseguito
diquesto
lavoro. In sede di definizione ci è sembratoperò opportuno
cominciare dall’al- lineamento che abitualmente si pone comeconclusivo,
per- chè cos facendo si mette bene in luce un carattere(aritme- tico)
dellaC,
sulquale
non ci risulta si sia finora soffer- mata l’attenzionedegli studiosi,
e per ilquale proponiamo
il nome di
grado.
Definizione
delgrado di
unaproposizione configurazio-
nate C. Data una
proposizione configurazionale C,
affermantela coincidenza dei tre lati di un
triangolo (proprio)
dipn,
di vertici
A, A’, A",
si chiameràgrado
della C il numerointero
positivo
,g, indice dello stadio dipunti P~y
univoca-mente determinato dalla
seguente proprietà: A, A’,
A’’ appar-tengono
aP;,
ma nonappartengono
tutti e tre a4) Dovremo aggiungere, a rigore, « su Pn », data la nostra defini- zione di proporzione configurazionale. Da ora in poi, sottointenderemo che le C sono proposizioni configurazionali su rinviando ad una
eventuale ulteriore ricerca il confronto tra la definizione di propo- sizione configurazionale da noi adottata e le altre che sono state pro- poste.
Il rango p, il numero delle rette r, il numero dei
pitnti
p di unaproposizio~ce configurazionale
C. Fermiamo ora l’at- tenzione sulquadro degli
allineamenti dellaC,
escluso l’alli- neamentoconclu~sivo,
cioèsugli
allineamenti tiberi della C.Essi definiscono un
sub-piano parziale
delpiano parziale P~,
che
potremo chiamare,
con ovviosignificato
deisimboli,
C’= C
(AA’A").
Poichè C’ si ottiene conaggiunzioni
li-bere di
punti
e rette da :il suo rango
uguale
aquello
delpiano parziale
iniziale cioè a 2( k -~- 2) 2013 ~=~-[-4~~-t-4y giac-
n. Se k n,
potremo
considerare C’ anche come unpiano parziale
di n ;quale
che siaperò
il valoredi t
scelto,
il rango di C’ è sempre lo stesso.Chiameremo rango della
proposizione conf ignrazionate
7il rango del
piano parziale
C’= C(AA’A") ;
assumeremocome n~cmero dei
punti
detta C il numero deipunti
p dellaC’,
come nzu~nero dette rette dellaC, invece,
il numero dellerette distinte
5)
dellaC’,
aumentato di uno se l’allineamento forzato conclusivo non ha duepunti
in comune con un alli-neamento della C’ (v. OSSERVAZIONE alla fine di
questo
nu-mero).
Riassumiamo
quello
che siamo yenuti dicendo dalprin- cipio
diquesto
numero:Chiamiamo
proposizzone configurazionale
C lazione dett’attineamento di 3
punti A, A’,
A." di Pn non alli-neati in
Pn,
cioè taidentifieazione
dei di untriangoto proprio di
Pn. SeA, A’,
A"appartengono a,
nia none tre a
grado
della O....4.lZa C sipuò
asso-czare univocamente un
parziale
libero C’ di si chiamerà attora rango della C ilrango di C’, ~ n + 4,
men-b ) Delle rette, e non degli allineamenti, in quanto due o più alli- neamenti della CI possono ben rappresentare una medesima retta di P (ciò accade, per le regole seguite nella scrittura degli allinamenti, quando e solo quando hanno due punti in comune).
tre si assumeranno come numero dei
punti
e numero detterette di C
risp.
il nza~mero deipunti
della C’ e il numero dellerette della
C’,
aumentato di uno se l’allineamento conclu- sivo non ha nuepunti
in comune con un attineamento di C’.La scrittura:
C ( p,
g; p,r)
indicherà d’ora inpoi
una pro-posizione configurazionale
di rango p,grado g,
con ppunti
ed r rette. Nella letteratura sui
piani grafici,
è d’uso cor-rente il simbolo
C ( p ;
p,r),
cioè la considerazione dei tre caratteri p, p, r;mentre,
come si è accennatoprima,
non cirisulta che il
quarto carattere,
e cioè ilgrado,
sia stato finora preso in considerazione.OSSERVAZIONE. Nella definizione
generale
diproposizione configurazionale 8u
Pn da noi data inquesto
numero, l’alli- neamento forzato conclusivo èaggiunto formalmente agli
allineamenti liberi che definisconoA, A’,
A" in e non vi èluogo perciò
alla formulazione diipotesi
limitativesulla scelta dei
punti A; A’,
A" in Pn. Seperò
l’insiemedegli
allineamenti che
rappresentano
laconfigurazione
C(compre-
so
quello conclusivo),
non vienepiù
considerato formalmentema viene
pensato
come insieme di allineamentieffettivamente veri f icati
in unpiano
P(non libero),
allora sipresenta
naturale
distinguere
due casi:a)
l’allineamento conclusivo èindipendente
daiprecedenti
allineamentiliberi,
costituenti ilpiano parziale
libero
prima
chiamatoC’ ;
e cioè: lecoppie AA’, AA",
A’A"non
figurano
mai in un allineamento diC’;
b)
esiste un allineamento di C’ contenente una dellepredette coppie,
e sia laAA’,
ed inoltre unpunto
A"’( ~ A",
in
quanto
si sonosupposti
i trepunti A, A’,
A’’ non appar- tenenti a una medesima retta dipn).
Nel caso
b)
i due allineamenti AA’ A"’ sono allora da identificare nell’unico allineamentoAA’A~’A"’,
se, ap-punto,
la C si considera come insieme di allineamenti effet- tivamente verificati in unpiano grafico;
l’allineamento con-clusivo non è
indipendente
daquelli
liberi che ne definiscono ipunti.
.
De f inizione di
teoremaproiettivo.
Diremo che una pro-posizione configurazionale
è nondegenere,
oppure che essa èun teoi-ema
proiettizo, quando
l’allineamento conclusivo for- zato èindipendente dagli
allineamenti liberi che ne defini-scono i
punti.
~ .Nel
seguito
diquesta ricerca,
salvo contrarioavviso,
siconsiderano esclusivamente teoremi
proiettivi; parlando
diproposizioni configurazionali
si sottintenderà spesso la pre- cisazione: « nondegeneri
».3. - La
classificazione
delleproposizioni configurazionali
di dato ra~cgo secondo it loro
grado,
e il calcolo delgrado
diuna
proposizione con f igurazionate : qualche esempio
notevole.N. B. - Abbiamo ritenuto
opportuno raccogliere
inquesto
numero alcune
applicazioni
dei concetti introdotti nel numeroprecedente,
relativamente aproposizioni configurazionali (non degeneri) particolarmente significative
per ilseguito
del no-stro studio.
1)
Leproposizioni con f i~rurazioncch su
rango8,
edi
grado
2 e 3. Il secondo stadio dipunti, P2,
non è altroche il
quadrangolo piano completo,
avente per vertici ipunti A 2 , A~ ~ generatori
diP4,
e perpunti diagonali
itre
punti D2 , Dg (appartenenti
aP:,
ma non aPi ;
vedifig. 1).
Unaproposizione configurazionale
digrado
2 dovràpredicare
l’allineameno di trepunti,
uno almeno deiquali appartiene
~aP2
non aP4 ;
uno almeno deiquali è,
inaltri
termini,
unpunto diagonale
D.Proposizioni
che pre-dichino l’allineamento di un
punto
D e di duepunti
A sononecessariamente
degeneri,
e cosquelle
chepredichino
l’alli-neamento di un
punto
A e duepunti
D( giacchè
tutte le cop-pie
DAfigurano
nei due allineamenti liberi che definisconoun dato
D).
Non resta che laproposizione
affermante l’alli- neamento dei 3punti D,
laquale
è effettivamente un teo-rema
proiettivo: C ( 8, 2 ; 7, 7),
di rango8, grado 2,
relativoa 7
punti
e a 7 allineamenti distinti(compreso quello
con-clusivo).
L’insieme deipunti
edegli
allineamenti diquesto
teorema è la ben nota
configurazione
diFANO,
denotataspesso con il simbolo
73 ,
isomorfa alpiano
lineare finitosopra il campo di Galois con due
elementi, GF(2).
Se
vogliamo
introdurre coordinate di HALL6)
nelpiano
li-bero P4
generato
da ... ,A4 ,
dovremoscegliere
ipunti generatori
come vertici delquadrangolo
fondamentale di ri-ferimento, Sia,
ad es.,Ai==(0, 0) ; AZ = (l, 1) ; A3 - Y°°;
Si ha allora
(vedi fig. 2): D2 = (O, 1)
-.Dg
=(1, 0).
Laproposizione
Cpredica
la coincidenza delle tre rette 2D2D3 .
L’equazione
della è:quella
della è:g ) Vedi [ 1 ], pag. 244 sgg. Vedi anche il riassunto del metodo di i HALL in [3].
7) Per definizione di ~ addizione naturale» ([1], pag. 249),
a + b = a . lob. Porremo con definizione ricorrente : 2 =1 . 101; 3 =
essendo
lg l’opposto
destro della unità(1 + 1"
=0). L’ipotesi
della coincic~~n~a di con
(e quindi
diD2 D,,.
con1’una e l’altra
retta)
si traduceperciò algebricamente
nellauguaglianza :
-1-1d ,
il chesignifica :
La
proposizione configurazionale
inquestione potrà
per- ciò essere da noichiamata,
in forma concisa edespressiva,
« teorema
1+ 1=0».
~
Fig. 2
b)
Il terzo stadio dipunti, P:,
diP4, é
costituito da f 13punti
e da 9allineamenti,
cos come è illustrato dallafig.
3. Si ottiene dalprecedente
stadio dipunti aggiungendo
le rette DD
congiungenti
due a due ipunti diagonali
delquadrangolo iniziale,
e le loro intersezioni E con i lati AA.Una
proposizione configarazionale
suP4 predicherà
l’al-lineamento di un
punto E
e di due altripunti
di P . Si pre- sentano leseguenti possibilità :
.
I. Allineamento di un
punto
E e di duepunti
A. Giace-hèufn
punto 14]
è definito come intersezione di una retta D.D edi una retta AA : .
per avere una
proposizione configurazionale
nondegenere
occorrerà
prendere,
insieme a unpunto E,
i duepunti
A chenon
compaiono
nella sua definizione. Si ha allora(a prescin-
dere da una
permutazione sugli
indici iniziali deipunti A),
la situazione illustrata dalla
fig.
3: l’allineamento conclusivo èquello
diE1 (1, 2) ( 2 = 1 · 1°1) ; Ai(0, 0) = 0 ;
Fig. 3
Si deve
imporre
cioè la coincidenza di due tra le tre retteE10, O~,
peresempio
delle ultime due. Esse hannorispettivamente
leequazioni:
Otteniamo cos la
proposizione configurazionale (di
gra- do3),
chepotremo
chiamare il « teorema 2 =0 »,
eche, più esplicitamente,
saràrappresentata
dalquadro:
(si
sono omessi iprimi allineamenti,
cioèquelli
che defini- scònoD2; D3
non interviene nellacostruzione).
Nota Bene. L’insieme
degli
allineamenti( compreso quello conclusivo)
costituenti la prop. conf. « 2 = 0 » è una confi-gurazione
isomorfa aquella
ottenuta in relazione al teo-rema « 1 + 1 = 0 »,
e cioè ancora u~na volta laconfigura-
zione di FANO.
Tuttavia,
dalpunto
di vista dalquale
ci siamomessi,
si tratta diproposizioni configurazionali distinte,
inquanto predicano
l’allineameno di terne diverse dipunti
diP4
(i quadrangoli
iniziali sonodiversi). Questa
differenza si riflette nel diversogrado
delle dueproposizioni (la prima
disecondo,
la seconda di terzogrado)
e nella loro formulazionealgebrica, equivalente
s , ma lievemente diversa. Nelprimo
caso si ha infatti la coincidenza delle rette y = x · 1°1 e y =
e di conseguenza:
1 = 1 d ;
nel secondo la coinci- denza dellerette y = 2,
y =0,
e di conseguenza 2 = 0.II. Allineamento di un
punto E,
di zcnpunto D,
e di unterzo
punto.
Nonpuò
darluogo
a prop. conf. nondegeneri
diverse dalla
precedente (teorema « 2 = 0 »).
Infatti si dovràscegliere
ilpunto D,
e uno deipunti A,
che nonintervengono
nella definizione di E ; ma allora dall’allineamento di- scende l’allineamento EAA conclusivo del teorema « 2 = 0 »
(cioè
la coincidenza diEl
e che èpoi
un modo diespri-
mere il teorema « 2 = 0
»).
III. Allinean~cento di due
punti
E e unpunto
A. Occorreràscegliere
unacoppia
dipu~ati
E nella definizione deiquali
non
intervengano
tutti equattro
ipunti
A. Ciò si otterràprendendo
due distinti E « adiacenti ad un medesimoA », intendendosi,
ora edopo,
conquesta locuzione,
che ilpunto
Ainterviene tanto nella definizione del
primo, quanto
del se-condo
punto
E. A meno di unapermutazione degli
indiciiniziali
degli A, potremo
supporre che ipunti
E inquestione
siano
El ( 1, 2), E4
adiacenti alpunto A.2(1, 1).
Resta alloraa nostra
disposizione
soloA 1 ( o, 0),
che è 1’unicopunto
A chenon
intervenga
nella definizione di19,1’ E4 .
E4
ha le coordinate(2’, 1),
ove con 2’ si intende la soluzione della 1= ~-f-1d .
SeE4 appartiene
allaÅ1E1,
diequazione
y = ~
· 2°0,
dovrà essere 1 = 2’. ~ 2°0 = 2’.2,
che è unequiva-
lente
algebrico
« locale » del teorema in esame. Cambiandoopportunamente
il riferimento(v. [8])
si ottiene larelazione, più espressiva,
« 3 = 0 ~.Più
esplicitamente,
il teorema inquestione
è dato dalquadro :
IV. Attinean~cento di tre
punti
L’. Sono dadistinguere
al-cuni casi.
a)
Due deipunti E appartengono
allacongiungente
duepunti diagonali Di, Dj.
La prop. conf. che si ottiene èdege-
nere.
(V.
la nota all’osservazione che conclude il numero2).
P)
I trepunti
E non si trovano nella situazione di cui ina)
e non sono adiacenti ad un medesimopunto A -
A menodi una
permutazione degli
indici inizialidegli A, potremo
sem-pre supporre che si tratti dei tre
punti E., E6 = punto
~c all’infinito » della retta
D2D.,.
Si ottiene allora un teorema(prop.
conf. nondegenere) rappresentato
dalquadro :
La
configurazione
che si ottiene(includendo
l’ultimo alli-neamento)
èquella
del ben noto teorema cioè diquel
casoparticolare
del teorema diDesargues
che si haquando
i ver-tici di uno dei due
triangoli omologici giacciono,
tutti etre,
ciascuno su di un lato dell’altro. Per convincersi di ciò basta
prendere
cometriangoli prospettiv :
(vertici corrispondenti,
scritti incolonna,
sono allineati conAi) ;
osservare cheD1
è situato suA3A4 ; D 2
suD3
suA2As
e che ipunti
d’incontro di laticorrispondenti
sono pre- cisamenteEl , E4 , E6,
cioè i trepunti
il cui allineamento èpredicato
dalla nostraproposizione configurazionale.
Tale
proposizione
saràperciò
da noi chiamata il « teoremaD8 » ;
ad evitarepossibili
confusioni con altri teoremi di ran-go 8 ma di
grado diverso,
indicati da alcuni autori con lo stessosimbolo,
useremo anche il simbolopiù preciso: Dg(3).
La
configurazione
relativa aD8 ( 3)
sipuò
ancheesprimere,
come è
noto,
come un casoparticolare
del« piccolo
teoremadi
Desargues » (asse
e centro diomologia incidenti),
e cioè ilcaso che si ottiene
supponendo
che due vertici di un trian-golo appartengano
a lati dell’altro.(Si
considerino i trian-goli corrispondenti
verticicorrispondenti
so-no allineati con
D1, punto improprio,
mentre laticorrispon-
denti sono
paralleli ; D3
sta su mentreD2
sta suE4A2).
y)
Resta ancora da considerare il caso in cui l’allineamento conclusivo ècompostò
da trepunti
E adiacenti ad un medesimopunto
A(un
medesimopunto
A interviene nella definizione diogni E).
Aprescindere
da una eventualepermutazione degli
indici dei
punti iniziali, possiamo
supporre che i trepunti
inquestione
siano e che laproposizione configurazio-
nale sia
rappresentata
dalquadro:
(per gli
allineamenti che definiscono ipunti diagonali
e ipunti E4
si rinvia alleprecedenti tabelle).
Questa proposizione esprime
l’allineamento deipunti
dia-gonali
delquadrangolo
che ha per vertici Éperò
una
proposizione configurazionale profondamente
diversa dal«teorema 2 - 0 » del
quale
si èprecedentemente
discorso : sein un
piano
essa èverificata,
relativamente a unaquaterna A, ,
i
punti diagonali
dellaquaterna
iniziale norc sono allineati,mentre lo sono
quelli
di una secondaquaterna,
ottenuta conaggiunzioni
libere da essa. Laproposizione configurazionale
inquestione
sarà da noi indicata con il simbolo: T’2.Riassumiamo, raggruppando
insieme in un elenco i simboli introdotti :Le
proposizioni configurazionali
nondegeneri (teoremi
su P4 di
gracdo 3,
sono, a merco dipermutazioni sugli
indici deipunti generatori di segu.enti quattro :
Fig. 4
1) TZ ( 3),
o 2 =0 ~( si
ottieneimponendo
l’alli-neamento di un
punto
digrado
3 e dei duepunti
digrado
1che non
intervengono
nella sua definizione inP4) ;
2) T8 (3),
o « teorema 3 = 0 ~ : si ottieneimponendo
l’al-lineamento di due
punti
digrado
3 nella definizione deiquali intervengono
solo 3punti
digrado 1,
e del rimanentepunto
di
grado 1;
3) Dg(3)y
ossia il casopart~,colare
del teorerrca di Desar-gues sui
triangoli omologici,
che sipresenta quando ogni
ver-tice di uno dei due
trian,goti
è situato su di un lato dell’altro : si ottieneimponendo
l’allineamento di trepu,nti
digrado 3,
dei
quali
mai duegiacciono
szc di lato delquadrangolo
ge- neratore, 1Wn adiacenti tutti e tre ad zcn meclesvrrcapunto
digrado 1;
4)
T’2: si ottienei1nponendo
l’allineamento di trep2cnt
di
,grado
3 adiacenti ad 2cn medesimopunto
.t digrado
1.2)
I teoremi « p = 0 ».Chiameremo teorema « p = 0 » la
proposizione configurazio-
nale sti Y4
rappresentata
dalseguente quadro
di allineamenti(ved fig. 4) :
Il
grado di Ot è i,
eperciò
ilgrado
delteorema « p
= 0 >è
2p 1;
il numero deipunti
è2p
+3,
e2p +
3 è anche ilnumero
degli allineamenti,
compresoquello conclusivo;
il ran-go è
8,
epertanto
il teorema« p = 0 »
è unaC ( 8, 2p - 1;
2p + 3, 2p + 3).
Si introdncano cordinategenerali
di HALLponendo AJO, 0) ; A 2 ( 1, 1) ; A_3
=Y- ; A 4
= ~’~. Sarà all ora :C3 ( 1,
1 .~ 1°1 = 2) ; C.(0, 2) ; C~ ( 1,
1 .1°2 = 1 + 2 == 3); 3) ;
...;
02h(0, h); (1 ~
h-f- 1);
...;0’2tp-*)(o, p 1) ~ ~’Zp-* (1~ p).
Imporre
l’allineamento conclusivosignifica
identificare le rettee le
quali
hannorispettivamente equazione :
perciò
« p = 0 » è una relazionealgebrica
che traduce l’alli- neamento forzato conclusivo.4. - L’n-mo
grado
~lilibertà, i.n f eriore
e.~uperiore,
di unpiano grafico
P. La carcr tteri.~tica di P.Dato,
apiacere,
unpiano grafico P, supponiamo
che inesso esista
un n-punto
nel senso diHALL,
cioè unpiano
par- ziale~S~’
=Pn
isomorfo allaconfigurazione S»
=P:, primo
stadio di Sarà :
Imitando il
procedimento seguito
nella costruzione dip
8Ìh ,
1 ... apartire
da inPn,
sipotranno costruire,
zn
P,
ipiani parziali
... ,F:1t
= =Ph+1, .. · ,
apartire
da
~S~i ;
eprecisamente :
a)
se in =PÌ
vi sono duepunti A,
A’ ma nonla loro
congiungente
r in P.3flh = Rh
si ottieneaggiungendo
a
Pia
lerette r;
b)
se inRÌ
v i sono due rette 1"~ r’ ma non il loropunto
d’incontro A in P, ci ottiene da
7?~
conl’aggiunta
deipunti
A.La
corrispondenza
iniziale traPi -
ePi == s~; ( all’ele-
mento
punto
oretta,
di~S’i , corrisponde 1’elemento E~
di~)y può
essereprolungata
ai successivistadi,
facendo corri-spondere punti
d’incontro di rettecorrispondenti,
rette con-giungenti punti corrispondenti. Supponiamo
ora che la corri-spondenza
cos ottenuta tra~
eSk
sia ancorabiunivoca,
eche
quella
traSÌ+i
e8:+1
cessi dall’essere tale. Ciòsignifica
che almeno due elementi di
(anzi,
come vedremo tra unmomento,
almenotre)
hanno la stessaimmagine
inS~.+,, ;
si ottiene da con l’identificazione di un certo numero di elementi di
~k+1/ ~ ~). Esprimeremo questo
fatto dicendo che laprima
identificazione dielementi,
apartire
da si verifica al( 1~ -~- 1)-mo
stadio.Supponiamo,
per comodità diesemplifi-
8) Gli elementi di sono gli elementi di che non fi-
gurano già in