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Guida alla formulazione della diagnosi infermieristica

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Academic year: 2022

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Guida alla formulazione

della diagnosi infermieristica

Codifica del linguaggio infermieristico

Premessa PremessaPremessa PremessaPremessa

L’ospedalizzazione per il bambino e i suoi familiari rappresenta un’esperienza alquanto complessa, che assume significati diversificati e toni emotivi intensi in relazione alla fase evolutiva entro cui si manifesta nonché alla qualità delle relazioni familiari. D’improvviso il calore dell’ambiente domestico, la sicurezza della quotidianità e la continuità delle relazio- ni interpersonali si sospendono per lasciare spazio ad uno scenario, quello ospedaliero, abitato da ritmi alterati, “personaggi” perico- losi ed estranei, luoghi anonimi privi di privacy.

Il bambino impara ad associare al tempo della salute ricordi e vissuti di piacere, tenerez- za e amore e al momento della degenza in ospedale emozioni contrastanti di paura, diffi- denza e impotenza. Solitamente, nel corso dell’età prescolare, qualsiasi condizione di ma- lattia, anche se banale e di breve durata, può scombussolare i ritmi biologici del bambino (sonno- veglia, alimentazione) e di fatto può perturbare la relazione di attaccamento, cre- ando ansie e preoccupazione nei genitori con l’effetto di interferire con i processi di crescita psicologica del bambino. Diversi studi hanno

sottolineato le possibili involuzioni nello svilup- po raggiunto poiché nel bambino la dimen- sione emotiva e quella cognitiva si influenzano fortemente. Le conoscenze sulle problematiche associate all’ospedalizzazione del bambino sono ampiamente diffuse e condivise. Le normative nazionali e regionali richiamano a gran voce la necessità “di adeguare l’assisten- za alle esigenze psicofisiche peculiari del bam- bino”.

Per comprendere come il bambino interpreta la sua malattia, come la vive e quali risorse attiverà per fronteggiarla è necessario consi- derare lo stadio di sviluppo raggiunto (corpo- reo, cognitivo, affettivo, sociale) . I piccoli de- genti hanno un’idea limitata di ciò che succe- de in ospedale, per questo le procedure assi- stenziali sono percepite come aggressioni gra- tuite di fronte alle quali il bambino si sente im- potente.

Nei lattanti la percezione della malattia ri- sulta fortemente condizionata dall’atteggia- mento materno, che trasmette al neonato la propria modalità affettiva e comportamentale reattiva a tale situazione. Possono verificarsi comunque perturbazioni o turbe della relazio- ne di attaccamento , che in condizioni di sicu-

Documentazione

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rezza e conforto tendono a regredire. Anche per i fanciulli e gli adolescenti, l’ospeda- lizzazione e l’esperienza di malattia e l’ospedalizzazione, assume il significato di osta- colo dell’autonomia e dell’espressione perso- nale, interferendo con i processi di costruzione di un solido sentimento di Identità personale.

Al fine di favorire un buon adattamento alla malattia e all’ospedalizzazione è importante che gli operatori sanitari stabiliscano una relazio- ne terapeutica centrata sull’ascolto del bambi- no e dei suoi familiari e, rispettosa dei bisogni di cura tipici dell’infanzia. In quest’ottica, un’as- sistenza coordinata tra gli operatori coinvolti, rappresenta una condizione da garantire come risposta al bisogno di integrazione che il bam- bino sperimenta durante l’ospedalizzazione.

Allo scopo di promuovere un’assistenza ospedaliera “a misura di bambino”, in ma- niera uniforme ed omogenea, su tutto il territo- rio regionale, l’Agenzia Regionale Sanitaria ha adottato uno specifico programma, denomi- nato “ Os…pedaliamo: i diritti dei bambini in movimento” che, attraverso la costituzione di una rete di referenti (un dirigente medico e un infermiere professionale) trasversale a tutte le pediatrie previste dal Riordino della rete Ospedaliera in Puglia, sta attuando strategie diversificate per implementare i “diritti” dei bambini in ospedale. Sono state previste sinergie con la rete nazionale degli ospedali pediatrici, con le Istituzioni scolastiche regio- nali, le società scientifiche e le associazioni di volontariato accreditate, sono stati costituiti gruppi di lavoro su problematiche assistenziali specifiche per dare velocità ad una strategia ritenuta prioritaria per la politica sanitaria pugliese.

Introduzione IntroduzioneIntroduzione Introduzione Introduzione

Quando si ha a che fare con un bambino, è assai importante la collaborazione dello stes- so e dei suoi genitori, per questo è necessario un approccio assistenziale con un metodo di- sciplinare.

Il processo di assistenza infermieristica è

strutturato in due momenti fondamentali: il pro- cesso diagnostico e la pianificazione. Il pro- cesso diagnostico ha la principale finalità di orientare l’infermiere nella sistematizzazione delle informazioni raccolte, nella formulazione della diagnosi infermieristica e nell’identificazione dei bisogni di assistenza infermieristica. La pia- nificazione orienta l’infermiere nella scelta dei mezzi necessari ad assicurare prestazioni infermieristiche in un percorso che abbia come finalità il recupero della risposta autonoma ai propri bisogni da parte della persona.

Il processo diagnostico e la pianificazione sono costantemente sottoposti a procedure di verifica e di valutazione, che pertanto non rap- presentano singole o particolari fasi, ma sono concepite come una dimensione continua e tra- sversale del processo di assistenza infermieristica: l’applicazione del metodo nel- la prassi invita costantemente l’infermiere alla sua continua integrazione e, se necessario, alla ripercorrenza di tali fasi secondo una logica che è tipica dei percorsi reticolari e non lineari.

L’ottica quindi, con cui guardiamo all’uo- mo bisognoso di assistenza diventa molto più vasta e completa se consideriamo il paziente pediatrico.

Compito dell’assistenza infermieristica pediatrica è quello di osservare e valutare la condizione del piccolo paziente riguardo al suo stato di salute o malattia, alle sue forze e debo- lezze e ai suoi meccanismi di reazione e di inter- venire per favorire il conseguimento, il manteni- mento ed il miglioramento della salute.

Questo approccio, relativamente nuovo nel nostro sistema sanitario, richiede la perfetta conoscenza delle condizioni assistenziali del paziente, del supporto familiare, dei servizi di- sponibili.

In virtù di questi elementi, in questi anni l’at- tenzione si è concentrata sulla individuazione di percorsi ad hoc per il paziente, nella messa a punto di modelli organizzativi più consoni alle mutate esigenze del cittadino, nella realiz- zazione di una più completa documentazione infermieristica e nella individuazione di indica- tori che possono valutare l’assistenza infermieristica ed i suoi risultati.

Motivazione del documento di indirizzo Motivazione del documento di indirizzoMotivazione del documento di indirizzo Motivazione del documento di indirizzo Motivazione del documento di indirizzo L’Agenzia Regionale Sanitaria (A.Re.S.) con delibera n. 125 del 25 novembre 2004, in at- tuazione delle disposizioni di cui all’art. 14 del D.L.vo 502/92 e successive modifiche e

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integrazioni ha adottato un Programma Regio- nale di Umanizzazione delle Pediatrie Ospedaliere, nonché la Carta dei Diritti del Bambino. Obiettivo del Programma Regiona- le è quello di sostenere le buone pratiche non- ché l’omogenea diffusione di un’assistenza pediatrica rispettosa dei bisogni psicofisici pe- culiari dell’infanzia e dell’adolescenza. Per la promozione di “Ospedale a misura di Bambi- no”, l’Agenzia Regionale Sanitaria ha indivi- duato, tra le azioni strategiche prioritarie, l’ado- zione della cartella infermieristica pediatrica.

La scelta di tale obiettivo è stata guidata dalla considerazione di promuovere un pro- cesso di adeguamento dei sistemi di raccolta e trasmissione delle informazioni inerenti l’assisten- za infermieristica pediatrica a standard struttu- rali adeguati alla specificità della domanda di salute e dei correlati bisogni assistenziali.

L’A.Re.S. con la collaborazione dei referenti infermieristici ha voluto verificare lo stato d’es- sere della cartella infermieristica pediatrica nella Regione.

I referenti sono stati convocati il giorno 16 febbraio 2006, h.10.00, presso l’Aula Papadia dell’Ospedale Giovanni XXIII – Azienda Ospedaliera Policlinico, per avviare una inda- gine conoscitiva sui sistemi/modelli di docu- mentazione infermieristica pediatrica attraver- so un “Questionario di rilevazione della docu- mentazione sanitaria infermieristica in uso nelle realtà pediatriche in Puglia”.

I dati sintetici delle domande del questio- nario sono riportati graficamente in tabella 1, per una facile lettura con una discussione ed approfondimento degli stessi.

Dalla indagine è stato evidenziato come l’adozione della “Cartella infermieristica pediatrica nella Regione Puglia” non ha an- cora riscosso una totale adesione e si presenta a “macchia di leopardo”. I dati rilevati dall’in- dagine effettuata sono da considerarsi indub- biamente positivi, in riferimento alla partecipa- zione dei colleghi e agli obiettivi.

Durante l’incontro è emerso che una delle difficoltà maggiori nella adozione della car- tella infermieristica è quella della formulazio-formulazio-formulazio-formulazio-formulazio- ne della diagnosi infermieristica

ne della diagnosi infermieristica ne della diagnosi infermieristica ne della diagnosi infermieristica

ne della diagnosi infermieristica e quindi la conseguente identificazione degli obiettivi as- sistenziali; per cui, al termine dell’incontro si è costituito un gruppo di lavoro che provvederà alla strutturazione di una “Guida alla formula- zione della diagnosi infermieristica” e sosterrà il processo di adozione della cartella.

La cartella infermieristica non è semplice-

mente “uno strumento cartaceo” in quanto ciò che la caratterizza non è tanto la sua grafica o la sua composizione, ma l’applicazione dei contenuti mentali che hanno portato l’infermie- re a ragionare sui fatti, a porsi un program- ma, a realizzarlo e a valutarlo.

Oggi l’evoluzione dell’assistenza, il ricono- scimento di una maggiore centralità della per- sona nel percorso di cura e l’affermazione del nursing come disciplina autonoma fa sì che sempre più l’infermiere sia consapevole del ragionamento diagnostico che lo porta ad identificare i problemi della persona o a for- mulare le diagnosi infermieristiche, ad ipotizzarne un percorso di risoluzione e, quin- di, ad avvertire la necessità di uno strumento nuovo e più completo.

Storia del concetto di diagnosi Storia del concetto di diagnosi Storia del concetto di diagnosi Storia del concetto di diagnosi Storia del concetto di diagnosi

Il contesto in cui si è sviluppato l’approccio diagnostico infermieristico è quello americano;

in tempi relativamente più recenti il dibattito si è allargato al contesto europeo e, da circa quin- dici-vent’anni anche nel contesto italiano.

Il termine “diagnosi infermieristica” è stato introdotto da Virginia Fry in un articolo appar- so nel 1953 su una rivista specializzata, per descrivere un passaggio necessario allo svilup- po del piano di assistenza. Il concetto tardò ad affermarsi soprattutto perché si riteneva che la diagnosi fosse attività peculiare della pro- fessione medica.

Nei vent’anni successivi i riferimenti alla dia- gnosi infermieristica comparsi nella letteratura professionale sono stati sporadici (Carpenito, 1996).

Nel 1973, l’ANA (American Nurses Association) adottò, e quindi legittimò, le com- ponenti del processo di assistenza infermieristica, tra le quali compariva la dia- gnosi infermieristica, definendole in termini di standard della pratica professionale (Tab. 2).

Gli standard previsti dall’ ANA consistono in otto specifiche attività infermieristiche che descri- vono il processo di assistenza infer-mieristica. Tut- tavia, durante gli anni Settanta, per molti infer- mieri insegnanti il processo di assistenza infermieristica era composto soltanto da quat- tro fasi; nello stesso periodo diversi infermieri descrivevano le diagnosi infermieristiche come una fase separata da quella dell’accertamento e della pianificazione. Altri autori, infine, asso- ciavano alla fase dell’accertamento la raccolta di informazioni, l’analisi e la diagnosi.

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Legenda: * n.2 U.O. sono servizi (Pronto soccorso ed ambulatorio di oculistica), n.1 U.O. ha strutturato la cartella infermieristica pediatrica ma non è stata ancora utilizzata

Tab. 1 Dati sintetici “Questionario di rilevazione della documentazione sanitaria infermieristica in uso nelle realtà pediatriche in Puglia”

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1.

1.

1.

1.

1. La raccolta dati sullo stato di salute del paziente/utente è sistematica e continua.

I dati devono essere accessibili, comunicabili e registrabili.

2.

2.

2.

2.

2. La diagnosi infermieristica deve esse- re ricavata dai dati raccolti sullo stato di sa- lute del paziente/utente

3.

3.3.

3.3. Il piano di assistenza infermieristica deve comprendere obiettivi che derivano dalla diagnosi infermieristica

4.

4.4.

4.

4. Il piano di assistenza infermieristica deve comprendere le priorità e gli interventi infermieristici per conseguire gli obiettivi de- rivanti dalla diagnosi infermieristica

5.

5.5.

5.

5. L’intervento infermieristico deve offrire al paziente/utente la possibilità di parteci- pare alla promozione, al mantenimento e al ripristino della salute

6.

6.6.

6.

6. L’intervento infermieristico aiuta il pa- ziente/utente a trarre il massimo beneficio dalle sue capacità di gestire la salute

7.

7.

7.

7.

7. Il raggiungimento o il mancato raggiungimento di un obiettivo è determi- nato dal paziente/utente e dall’infermiere

8.

8.

8.

8.

8. Il raggiungimento o il mantenimento di un obiettivo porta a un’ulteriore raccolta dati e definizione delle priorità, all’individua- zione di nuovi obiettivi e alla revisione del piano di assistenza

Tab . 2. Standards of nursing practice, ANA, 1973 Nei primi anni Settanta un gruppo di infer- miere diede impulso a un lavoro di classifica- zione delle diagnosi infermieristiche; Gebbie e Lavin erano alla testa del movimento e orga- nizzarono la Prima Conferenza Nazionale del gruppo sulla classificazione delle diagnosi infermieristiche, svoltasi a S.Louis nell’ottobre 1973 (Yura, Walsh, 1992).

A partire dal 1975, gran parte degli stati americani approntarono delle revisioni alle leg- gi sull’esercizio professionale, per adattarle ai cambiamenti occorsi nella pratica dell’assisten- za infermieristica. Nel 1982 venne rivisto an- che il National Council State Board of Examination; da allora gli esami di abilitazio- ne si basano su cinque fasi del processo di assistenza infermieristica. Lo studio delle com- ponenti del processo di assistenza infermieristica è spesso sviluppato in modo frammentario, in quanto diversi istituti di formazione hanno rico- nosciuto fasi diverse del processo stesso. Alcu- ni infermieri hanno approfondito gli aspetti ri-

levanti e i fattori importanti da considerare nel- l’accertamento infermieristico; successivamen- te a queste riflessioni sono stati elaborati nu- merosi strumenti per valutare la situazione del cliente, della famiglia e della comunità. La quantità di informazioni registrate disponibili ha così conosciuto un aumento considerevole.

A partire dai primi anni Ottanta le diagnosi infermieristiche si sono evolute come fase se- parata del processo di assistenza infermieristica.

Il Gruppo di lavoro sulla classificazione del- le diagnosi infermieristiche si ritrovò di nuovo nel 1975, nel 1982, nel 1984 e, più di recen- te, nel 1990. Durante la seconda conferenza vennero approvati 37 titoli diagnostici. Ulte- riori diagnosi vennero aggiunte nelle conferen- ze successive.

Nel 1982, il Gruppo per la classificazione delle diagnosi infermieristiche si trasformò nel North American Nursing Diagnosis North American Nursing Diagnosis North American Nursing Diagnosis North American Nursing Diagnosis North American Nursing Diagnosis Association (NANDA)

Association (NANDA) Association (NANDA) Association (NANDA) Association (NANDA).

La lista delle diagnosi infermieristiche ap- provate dalla NANDA descrive i fenomeni che gli infermieri trattano e propone un linguaggio comune per aiutare la pratica infermieristica;

secondo gli infermieri americani queste dia- gnosi distinguono l’assistenza infermieristica dalla medicina e costituiscono il quadro entro il quale si svilupperà, in futuro, la ricerca infermieristica.

Nel 1987 l’ANA ha riconosciuto ufficialmen- te la NANDA come l’organizzazione deputata a controllare lo sviluppo di un sistema di clas- sificazione delle diagnosi infermieristiche; que- sto tempestivo e importante intervento dell’ANA ha agevolato la creazione di un sistema di clas- sificazione uniforme per la professione infermieristica.

Dal 1990 oltre 160 diagnosi infermieristiche appaiono nella lista approvata dalla NANDA e, a partire dal marzo dello stesso anno, l’as- sociazione ha iniziato la pubblicazione di Nursing Diagnosis, la rivista ufficiale dell’as- sociazione, con lo scopo di promuovere lo svi- luppo, il perfezionamento e l’applicazione del- le diagnosi infermieristiche e di offrire una tri- buna per il dibattito sulla tassonomia propo- sta (Carpenito, 1996).

Dal 1980 le conferenze della NANDA si sono svolte ogni due anni e ulteriori revisioni vengono via via adottate relativamente all’elen- co delle diagnosi approvate.

Le diagnosi infermieristiche riconosciute dal- la NANDA sono, come già detto, aumentate nel tempo; il processo alla base dell’approva-

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zione di un titolo diagnostico, che all’inizio era semplicemente rappresentato dalla votazione a maggioranza dei partecipanti alle conferen- ze dell’associazione (convocati a invito), dal 1982 è aperto al mondo infermieristico in ge- nerale ed è basato su linee guida di validazione che prevedono un’analisi sistematica dei nuovi titoli diagnostici proposti.

È necessario sottolineare che il lavoro della NANDA ha stimolato la nascita di associazioni europee nate con l’intento di studiare una tassonomia europea delle diagnosi infermieristiche, quali l’AFED (Associazione francofona europea di diagnosi infermieristica), l’ENDA (Associazione europea per le diagnosi infermieristiche, fondata nel 1993 a Copenaghen) e l’ACENDIO (Associazione eu- ropea per la diagnosi infermieristica, l’attività e i risultati, fondata a Bruxelles nel 1995).

La diagnosi infermieristica:

La diagnosi infermieristica:La diagnosi infermieristica:

La diagnosi infermieristica:

La diagnosi infermieristica:

scopi e definizioni scopi e definizioniscopi e definizioni scopi e definizioni scopi e definizioni

La diagnosi infermieristica è la seconda fase del processo infermieristico; ma che cosa vuol dire diagnosidiagnosidiagnosidiagnosidiagnosi?

Dalla consultazione del dizionario emergo- no più definizioni, tra cui:

• “definizione di una malattia attraverso l’anamnesi, i segni e i sintomi, gli esami di laboratorio e quelli strumentali…”

• “esame critico dei sintomi per individuare malattie…”

• “valutazione di un fenomeno, dopo aver considerato ogni aspetto…”

• “analisi dello stato di funzionamento di un sistema con individuazione degli eventuali problemi…”

In definitiva, la diagnosi è l’accuratola diagnosi è l’accuratola diagnosi è l’accuratola diagnosi è l’accuratola diagnosi è l’accurato studio critico di qualcosa allo scopo di studio critico di qualcosa allo scopo distudio critico di qualcosa allo scopo di studio critico di qualcosa allo scopo di studio critico di qualcosa allo scopo di determinarne la natura

determinarne la naturadeterminarne la natura determinarne la natura determinarne la natura.

Dall’analisi della letteratura infermieristica emergono almeno quattro definizioni:

1.

1.1.

1.1. Una funzione infermieristica indipendente;

una valutazione delle risposte personali del cliente alle sue esperienze umane attraverso il cicli dell’esistenza, siano esse crisi di sviluppo o accidentali, malattie, avversità o altri stress (Bircher, 1975)

2.

2.2.

2.

2. Problemi di salute attuali o potenziali che gli infermieri, in virtù delle loro preparazione ed esperienza, sono capaci di trattare ed abi- litati a farlo (Gordon, 1982)

3.

3. 3.

3.

3. Un giudizio clinico riguardante una per- sona, una famiglia o una comunità al quali si

giunge mediante un processo deliberato e si- stematico di raccolta ed analisi dei dati. Esso costituisce la base per la prescrizione di tratta- menti risolutivi di cui l’infermiere è responsabi- le (NANDA).

4.

4.4.

4.

4. Un’affermazione che descrive una rispo- sta umana di una persona o di un gruppo, che l’infermiere è abilitato a riconoscere e per la quale può prescrivere interventi risolutivi che mirano a mantenere lo stato di salute o a ri- durre, eliminare o prevenire le alterazioni (Carpenito, 1988).

Il modello assistenziale elaborato da Linda J. Carpenito utilizza la tassonomia NANDA per la definizione delle diagnosi infermieristiche e rappresenta uno sviluppo delle teorie di M.

Gordon, che ha elaborato i modelli funzionali di salute e rientra tra gli autori di teorie infermieristiche olistiche e sistemiche, in cui l’uo- mo viene percepito come sistema in costante interazione con altri sistemi, che esercitano un’importante influenza sulla sua salute.

L’ utilizzo della tassonomia NANDA permette di identificare e classificare uniformemente i fenomeni specifici che fanno parte dell’attività quotidiana in ambito infermieristico, facilitan- do un linguaggio analitico e sistematico uni- versale.

Carpenito, nel suo modello assistenziale, identifica due aspetti infermieristici peculiari:

- il primo è la diagnosi infermieristica, che si riferisce all’ambito autonomo e decisionale del ruolo dell’infermiere in quanto professionista;

- il secondo è il problema collaborativo (o com- plicanza potenziale) in cui la figura infermieristica collabora con altri professionisti della salute.

L’utilizzo di una cartella infermieristica rea- lizzata riferendosi a tali elementi, permette in primis una visione olistica e sistemica dell’utente, che spesso nell’attività ospedaliera di ogni gior- no rischia di venir meno per l’azione di fattori organizzativi problematici (l’assenza di modelli di riferimento, i carichi di lavoro pesanti, ritmi lavorativi rapidi, ecc.), minando fortemente la presa in carico del paziente in favore dell’erogazione di un tipo di assistenza infermieristica minimale.

Nel marzo del 1990, nel corso della nona conferenza della North American Nursing Diagnosis Association (NANDA), l’assemblea generale ha approvato una definizione uffi- ciale della diagnosi infermieristica, partendo dalla convinzione che essa costituisce la base sulla quale scegliere gli interventi infermieristici volti a raggiungere dei risultati di cui l’infer-

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miere è responsabile.

La formulazione della diagnosi infermieristica è il logico ampliamento della raccolta dati rela- tivi all’accertamento, attraverso:

• Analisi dei dati

• •

• Interpretazione dei dati raccolti

• •

• • Individuazione del problema

• Formulazione degli obiettivi.

Per diagnosi infermieristica, la NANDA in- tende un giudizio clinico sulle risposteun giudizio clinico sulle risposteun giudizio clinico sulle risposteun giudizio clinico sulle risposteun giudizio clinico sulle risposte date dall’individuo, dalla famiglia o dal- date dall’individuo, dalla famiglia o dal- date dall’individuo, dalla famiglia o dal- date dall’individuo, dalla famiglia o dal- date dall’individuo, dalla famiglia o dal- la società ai problemi di salute e ai pro- la società ai problemi di salute e ai pro- la società ai problemi di salute e ai pro- la società ai problemi di salute e ai pro- la società ai problemi di salute e ai pro- cessi vitali, reali o potenziali. La diagno- cessi vitali, reali o potenziali. La diagno- cessi vitali, reali o potenziali. La diagno- cessi vitali, reali o potenziali. La diagno- cessi vitali, reali o potenziali. La diagno- si infermieristica fornisce le basi per si infermieristica fornisce le basi per si infermieristica fornisce le basi per si infermieristica fornisce le basi per si infermieristica fornisce le basi per effettuare una scelta degli interventi as- effettuare una scelta degli interventi as- effettuare una scelta degli interventi as- effettuare una scelta degli interventi as- effettuare una scelta degli interventi as- sistenziali infermieristici che porteranno sistenziali infermieristici che porteranno sistenziali infermieristici che porteranno sistenziali infermieristici che porteranno sistenziali infermieristici che porteranno al conseguimento degli obiettivi dei quali al conseguimento degli obiettivi dei quali al conseguimento degli obiettivi dei quali al conseguimento degli obiettivi dei quali al conseguimento degli obiettivi dei quali è responsabile l’infermiere.

è responsabile l’infermiere.

è responsabile l’infermiere.

è responsabile l’infermiere.

è responsabile l’infermiere.

La struttura struttura struttura struttura struttura della diagnosi infer-diagnosi infer-diagnosi infer-diagnosi infer-diagnosi infer- mieristica

mieristica mieristica mieristica

mieristica si compone di elementi utili essen- zialmente per l’adozione di un linguaggio infermieristico condiviso.

Per ogni diagnosi vengono identificate at- tualmente delle componenti fondamentali, che sono: il titolo, la definizione, le caratteristiche definenti, i fattori correlati, i fattori di rischio.

Gli elementi componenti sono:

• titolotitolotitolotitolotitolo: deve “qualificare” la tipologia del problema;

• definizionedefinizionedefinizionedefinizionedefinizione: ci permette di comprendere in modo chiaro e preciso il significato della dia- gnosi, contribuendo così a differenziarla da quelle che le assomigliano;

• caratteristiche definenticaratteristiche definenticaratteristiche definenticaratteristiche definenti: si articolano incaratteristiche definenti maggiori (presenti nell’80-100% dei casi) e minori (presenti nel 50-70% dei casi), sono l’equivalente dei segni e dei sintomi sogget- tivi e oggettivi presenti in relazione a una de- terminata diagnosi;

• fattori correlatifattori correlatifattori correlatifattori correlati: sono i fattori eziologici chefattori correlati determinano una certa situazione, raggrup- pati in quattro categorie:

· fisiopatologici (biologici o psichici),

· situazionali (ambientali, sociali, personali),

· fasi maturative (legati all’età),

· trattamenti (terapie, interventi).

• fattori di rischio: sono fattori ambientali ed elementi che aumentano la vulnerabilità di una persona nei confronti di un evento che può danneggiare la salute.

Nella tabella 3 si illustra schematicamente il significato di ciascuna componente fonda- mentale e si esemplificano, attraverso la dia- gnosi infermieristica “difficoltà di adattamen- to”, le “ diverse componenti”.

Universalità delle diagnosi infer- Universalità delle diagnosi infer- Universalità delle diagnosi infer- Universalità delle diagnosi infer- Universalità delle diagnosi infer- mieristiche e loro utilizzo

mieristiche e loro utilizzo mieristiche e loro utilizzo mieristiche e loro utilizzo mieristiche e loro utilizzo

Un importante documento dell’Associazio- ne Professionale The American Nurses’Asso- ciation Social Policy Statement, (1980) defini- sce l’infermieristica come :”la diagnosi e il trat- tamento delle risposte umane a problemi di salute reali o potenziali”.

Anche se da anni gli infermieri diagnosti- cano i problemi dei pazienti, il termine di “dia- gnosi infermieristica” è relativamente recente.

Nel passato l’impegno diagnostico è stato osta- colato dalla mancanza di un lessico specifico per i problemi infermieristici.

L’utilizzo delle diagnosi infermieristiche pre- senta alcuni vantaggi vantaggi vantaggi vantaggi vantaggi (Bemareggi, Colleoni, Pe- di rispa rom, 1997, modificato):

• facilita la comunicazione tra gli infermieri at- traverso l’utilizzo di un linguaggio comune;

• facilita la collaborazione;

• stimola l’approfondimento della conoscen- za del cliente;

• permette un incremento dello spazio di au- tonomia e di responsabilità professionale;

• facilita l’acquisizione del metodo diagnosti- co da parte degli studenti; facilita la ricerca infermieristica.

Gli svantaggi e i limiti risultanti dall’utilizzo del- le diagnosi infermieristiche risultano invece es- sere:

· la complessità dell’approccio diagnostico;

· la possibile incongruenza/incompatibilità tra modello concettuale infermieristico e diagnosi dell’infermieristiche;

· la modalità di validazione di tipo prevalente- mente induttivo;

· il riferimento a una tassonomia che ha avuto origine in un’altra cultura, con riferimenti pro- fessionali e legislativi diversi;

· l’esistenza di una pluralità di tassonomie che, se da un lato rappresentano una ricchezza, dall’altro rischiano di allontanare la prospet- tiva di un linguaggio disciplinare comune;

· il rischio di limitare la loro finalità alla collo- cazione del cliente in categorie.

Modello bifocale: diagnosi infer- Modello bifocale: diagnosi infer- Modello bifocale: diagnosi infer- Modello bifocale: diagnosi infer- Modello bifocale: diagnosi infer- mieristiche e problemi collaborativi mieristiche e problemi collaborativi mieristiche e problemi collaborativi mieristiche e problemi collaborativi mieristiche e problemi collaborativi

La discussione sulle diagnosi infermieristiche ha sollevato il dibattito su quali siano gli am- biti di autonomia degli infermieri e su come si possano definire quegli ambiti in cui i medesi- mi agiscono in collaborazione con altre figu-

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Tab . 3. Componenti fondamentali delle diagnosi infermieristiche NANDA, loro descrizione ed esemplificazione.

re, in particolare sanitarie, nello specifico me- diche. In tutto il mondo una parte dell’esercizio professionale infermieristico è connotato dal- l’effettuazione di attività che prevedono la pre- scrizione medica e dalla necessità di integrare l’analisi e la gestione dei problemi la cui ri- sposta chiama in campo competenze multi-di- sciplinari o, meglio, multiprofessionali.

In Italia, da qualche anno, esistono delle

pubblicazioni che parlano di problemi col-problemi col-problemi col-problemi col-problemi col- laborativi

laborativilaborativi laborativi

laborativi, cioè di “certe complicazioni che gli infermieri controllano per individuarne la comparsa o una modificazione; gli infermieri gestiscono i problemi collaborativi con inter- venti di prescrizione medica o infermieristica volti a ridurre al minimo le complicazioni di tali eventi” (Carpenito, 1996).

Anche Bizier parla di problemi di assistenza

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infermieristica, o diagnosi infermieristica, e di problemi che saranno trattati in collaborazio- ne con altre figure (1992); Holloway propone dei piani assistenziali centrati essenzialmente sulla patologia del cliente, prevede i problemi collaborativi ma non ne precisa, in modo ap- profondito, gli aspetti concettuali.

È Carpenito che cerca di affrontare la que- stione da un punto di vista concettuale, senza peraltro riuscire a risolvere alcuni problemi di fondo che probabilmente richiedono ancora anni di evoluzione a diversi livelli.

Il modello bifocalemodello bifocalemodello bifocalemodello bifocalemodello bifocale dell’attività clinica vie- ne proposto da Carpenito sostiene che “consi- derati congiuntamente, le diagnosi infermieri- stiche e i problemi collaborativi comprendono la gamma di risposte che l’infermiere è abilitato a trattare, definendo così la natura unica del- l’assistenza infermieristica” (1996),

In particolare, se Holloway ha previsto la possibilità che tali tipi di problemi possano es- sere sia potenziali sia reali, Carpenito, sostiene che essi possono essere solo potenziali.

Nelle esperienze di formazione infer- mieristica di base, ove il modello bifocale vie- ne utilizzato, è riscontrabile che i problemi col- laborativi non possono essere intesi solo come potenziali, in quanto essi si presentano come problemi che richiedono collaborazione anche quando sono reali.

Ulteriori aspetti problematici sono rappre- sentati dalle modalità di identificazione e di denominazione dei problemi collaborativi non- ché dalle tipologie di obiettivi e di criteri di ri- sultati utilizzabili.

La modalità di identificazione dei problemi collaborativi è basata sulla possibilità o meno, da parte dell’infermiere, di prescrivere gli in- terventi principali in vista dell’obiettivo (Carpenito,1996); ciò sta a indicare che è il tipo di abilitazione all’esercizio professionale che porta alla distinzione dei problemi che confluiscono nelle diagnosi infermieristiche da quelli che costituiscono problemi collaborativi.

Se però l’analisi della situazione della perso- na assistita (raccolta dati) viene effettuata con un’ottica disciplinare, vuol dire che l’oggetto di attenzione degli infermieri non è esaustivo, op- pure che serve una raccolta dati parallela, di or- dine biofisiopatologico, che permetta di inqua- drare meglio questi problemi di natura clinica.

Ma è chiaro che questo porta a una valu- tazione fisiopatologica delle diverse disfunzio- ni, peraltro già oggetto di approfondita anali- si da parte dei medici; è quindi evidente che

anche la terminologia utilizzata non può che essere quella delle diagnosi mediche, se quel- lo è il campo di analisi; ancor più complessa si articola la riflessione sull’esaustività dell’elen- co dei problemi collaborativi previsti da Carpenito, e su quale possa essere la modali- tà di definizione, anche terminologica, di ulte- riori problemi non previsti.

L’utilizzo di terminologia medica comporta la possibilità di confusione relativamente al- l’oggetto e al soggetto dell’assistenza infermieristica.

Carpenito propone inoltre che gli obiettivi relativi ai problemi collaborativi non vengano centrati sul cliente, proprio perché i risultati non dipendono solo dall’attività degli infermieri, e suggerisce di centrare la loro formulazione su- gli infermieri, che sapranno gestire o ridurre al minimo tali complicanze.

Evidentemente gli obiettivi così formulati ri- schiano di valutare la performance degli infer- mieri e questo risulta essere un aspetto critico e non idoneo ai fini della pianificazione assisten- ziale.

Rimanendo questo un aspetto da appro- fondire a livello sia internazionale sia naziona- le, è interessante notare che l’autrice sottolinea come sia la cultura professionale presente in ciascun paese a influenzare la distinzione dei problemi che sono di diagnosi infermieristica dai problemi collaborativi; tale distinzione è peraltro in evoluzione in ciascun paese, pari- menti all’evoluzione delle competenze infermieristiche.

Tutto ciò avrà i suoi riflessi nella documen- tazione assistenziale che tenderà a includere in sé, in misura sempre maggiore, le registrazioni di più professionisti, principalmente gli infer- mieri e i medici, anche al fine di avere un ba- gaglio di dati, o ancor meglio di informazioni, che faciliti l’integrazione, la continuità e la globalità della presa in carico, senza rinuncia- re alla chiara definizione, anche documenta- le, delle diverse competenze professionali in gioco e delle relative responsabilità.

La struttura dei modelli funzionale di La struttura dei modelli funzionale di La struttura dei modelli funzionale di La struttura dei modelli funzionale di La struttura dei modelli funzionale di Marjory Gordon

Marjory Gordon Marjory Gordon Marjory Gordon Marjory Gordon

L’accertamento infermieristico consiste nel- la raccolta e classificazione dei dati e conduce alla fase successiva che è la formulazione del- la diagnosi. In seguito l’infermiere stabilisce il piano di assistenza, seguito dall’esecuzione (o intervento). La valutazione dei risultati è l’ulti-

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ma fase del processo assistenziale e conduce non solo ad un’ulteriore raccolta di dati, ma anche ad una ridefinizione dei problemi del paziente e alla pianificazione di nuovi inter- venti.

La raccolta e la classificazione dei dati sono guidate dai concetti fondamentali della disci- plina infermieristica e sono finalizzate ad otte- nere informazioni relative al paziente, consi- derando i fattori fisici, psicologici, socioculturali ed emotivi che possono influenzare il suo stato di salute.

L’accertamento serve inoltre a indagare il grado di autonomia dell’individuo nel soddisfacimento del bisogno, al fine di poter esprimere un giudizio infermieristico clinico e pianificare così azioni che siano di sostegno, guida, compensazione o sostituzione.

La raccolta dei dati avviene durante ogni interazione tra infermiere e paziente e tramite la consultazione delle altre fonti disponibili.

I dati dell’accertamento devono essere rac- colti e ordinati in modo da prevenire l’omis- sione di informazioni utili per la formulazione della fase successiva del processo di nursing e cioè la diagnosi.

Per organizzare i dati si possono usare dei modelli di riferimento tra cui il modello del- l’accertamento fisiologico sviluppato da Gordon.

Gordon propone che l’infermiere ripartisca i dati raccolti in 11 diverse aree e poi le valuti per determinare se l’area o il modello sia funziona- le o non funzionale per un particolare utente.

La struttura dei modelli funzionali di Gordon ha carattere olistico e si applica alla persona in considerazione del fatto che le entità distinte vanno ricollegate all’unicità e complessità del- la persona.

I modelli funzionali (fisiologici) spe- I modelli funzionali (fisiologici) spe-I modelli funzionali (fisiologici) spe- I modelli funzionali (fisiologici) spe- I modelli funzionali (fisiologici) spe- cificati da Gordon includono

cificati da Gordon includonocificati da Gordon includono cificati da Gordon includono cificati da Gordon includono:

· percezione e gestione della salute

· nutrizione e metabolismo

· eliminazione

· attività e esercizio fisico

· riposo e sonno

· cognitivo e percettivo

· sessualità e riproduzione

· ruolo e relazioni

· percezione e concetto di sé

· adattamento e tolleranza allo stress

· valori e convinzioni

PPPPPercezione e gestione della saluteercezione e gestione della saluteercezione e gestione della saluteercezione e gestione della saluteercezione e gestione della salute Si focalizza sulla percezione e la conce- zione di salute che la persona ha di sé; i para- metri dell’accertamento indagano sullo stato di salute del paziente e sui suoi comportamenti sanitari abituali, come per esempio l’abitudi- ne al fumo, l’adesione a pratiche di preven- zione riguardanti la salute mentale o fisica e alla volontà di seguire le prescrizioni mediche e infermieristiche. In base all’indagine di que- sto modello potrebbero rendersi necessari op- portuni interventi infermieristici di educazione alla salute.

La raccolta dati intende quindi verificare:

• lo stato di salute e di benessere percepito dalla persona;

• il comportamento generale nei confronti della salute (come gestisce la salute);

• stato di salute in rapporto alla formula- zione di piani per il futuro.

Modello percezione/gestione della sa- Modello percezione/gestione della sa-Modello percezione/gestione della sa- Modello percezione/gestione della sa- Modello percezione/gestione della sa- lute: diagnosi infermieristiche

lute: diagnosi infermieristichelute: diagnosi infermieristiche lute: diagnosi infermieristiche lute: diagnosi infermieristiche

• Alterazioni nel mantenimento dello stato di salute

• Gestione inefficace del regime terapeutico

• Non conformità alla terapia

• Alterazione dei processi protettivi

• Alto rischio di infezioni

• Alto rischio di lesioni

• Alto rischio di trauma

• Alto rischio di avvelenamento

• Alto rischio di asfissia

• Comportamenti specifici volti al manteni- mento della salute

Nutrizione e metabolismo Nutrizione e metabolismoNutrizione e metabolismo Nutrizione e metabolismo Nutrizione e metabolismo

Evidenzia le abitudini alimentari del pazien- te, valuta il consumo di cibo e di liquidi in rela- zione ai bisogni metabolici; i parametri del- l’accertamento comprendono quindi le abitu- dini alimentari come cadenza, tipo e quantità dei pasti; l’aumento o la perdita di peso, l’ap- petito, le preferenze riguardo al cibo, l’uso o meno di integratori vitaminici o nutritivi.

Infine sono compresi le condizioni della pelle, delle mucose delle unghie, dei capelli dei denti, la misurazione della temperatura corporea, del peso e dell’altezza.

La raccolta dati intende quindi verificare:

• consumo di alimenti e bevande in rela- zione al fabbisogno metabolico;

• tipi, quantità e preferenze di alimenti e di

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bevande;

• lesioni cutanee e capacità di cicatriz- zazione;

• indicatori dello strato nutrizionale (quali le condizioni dei capelli, cute e unghie).

Modello nutrizione/metabolismo: dia- Modello nutrizione/metabolismo: dia- Modello nutrizione/metabolismo: dia- Modello nutrizione/metabolismo: dia- Modello nutrizione/metabolismo: dia- gnosi infermieristiche

gnosi infermieristiche gnosi infermieristiche gnosi infermieristiche gnosi infermieristiche

• lterazioni della nutrizione: Alto rischio di assunzione di quantità superiori al fabbisogno dell’organismo

• Interruzione dell’allattamento al seno

• Allattamento al seno inefficace

• Alimentazione inefficace del bambino

• Allattamento al seno efficace

• Alto rischio di aspirazione

• Deficit della deglutizione

• Alterazione della mucosa del cavo orale

• Alto rischio di carenza di liquidi

• Carenza di liquidi causata dal mancato funzionamento dei meccanismi regolatori

• Carenza di liquidi conseguente a perdita attiva dell’organismo

• Eccesso di liquidi

• Alto rischio di danneggiamento dell’inte- grità cutanea

• Danneggiamento dell’integrità cutanea

• Alto rischio di alterazione della tempera- tura corporea

• Termoregolazione inefficace

• Ipertermia

• Ipotermia Eliminazione Eliminazione Eliminazione Eliminazione Eliminazione

Interessa la funzione escretoria di intestino, vescica e pelle; i parametri dell’accertamento indagano le abitudini di eliminazione intesti- nale e urinaria (uso di lassativi, diuretici o so- stanze che controllano l’escrezione) e le funzio- ni escretorie della pelle, come per esempio l’ec- cessiva traspirazione.

La raccolta dati intende verificare:

·modelli di funzione escretoria;

·abitudini e mezzi che la persona adotta.

Modello eliminazione: diagnosi Modello eliminazione: diagnosi Modello eliminazione: diagnosi Modello eliminazione: diagnosi Modello eliminazione: diagnosi infermieristiche

infermieristiche infermieristiche infermieristiche infermieristiche

• Stipsi

• Sensazione di stipsi

• Diarrea

• Incontinenza intestinale

• Alterazione del ciclo dell’eliminazione

urinaria

• Incontinenza funzionale

• Incontinenza riflessa

• Incontinenza da sforzo

• Incontinenza impellente

• Incontinenza totale

• Ritenzione urinaria Attività ed esercizio fisico Attività ed esercizio fisico Attività ed esercizio fisico Attività ed esercizio fisico Attività ed esercizio fisico

Riguarda le abitudini del paziente circa at- tività, svaghi e pratiche ricreative; i parametri dell’accertamento esplorano la mobilità, le at- tività abituali di lavoro (lavoro, fare la spesa, curare la casa, provvedere all’igiene persona- le, ecc.), le attività sportive e ricreative.

Comprende il riconoscere i fattori che influ- iscono con il modello desiderato per quella persona (deficit neuromuscolari, dispnea, an- gina, ecc.).

La raccolta dati intende verificare:

• esercizio fisico, attività fisiche, tempo li- bero;

• attività di vita quotidiana;

• sport;

• fattori che interferiscono con l’attività fisica.

Modello esercizio/attività fisica: diagnosi Modello esercizio/attività fisica: diagnosi Modello esercizio/attività fisica: diagnosi Modello esercizio/attività fisica: diagnosi Modello esercizio/attività fisica: diagnosi infermieristiche

infermieristiche infermieristiche infermieristiche infermieristiche

• Alterazioni della crescita e dello sviluppo

• Affaticamento

• Carenza di autocura riguardo all’igiene personale

• Carenza di attività ricreative

• Alto rischio di intolleranza all’attività

• Intolleranza all’attività

• Deficit motorio

• Alto rischio di sindrome da disuso

• Disriflessia

• Clearance inefficace delle vie aeree

• Attività respiratoria inefficace

• Alterazione dello scambio dei gas

• Incapacità di sostenere la respirazione spontanea

• Risposta non funzionale allo svezzamento dal respiratore artificiale

• Riduzione della gittata cardiaca

• Alto rischio di disfunzione neurovascolare periferica

• Alterazione della perfusione dei tessuti:

renale, cerebrale, cardiopolmonare, gastrointestinale, periferici

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Riposo e sonno Riposo e sonnoRiposo e sonno Riposo e sonno Riposo e sonno

Descrive i modelli di riposo, sonno, rilassa- mento; i parametri dell’accertamento compren- dono la percezione che la persona ha della quantità e della qualità di sonno e di riposo e del suo livello di energia. Vi sono incluse poi le abitudini notturne e gli eventuali ausili utilizzati per dormire, come farmaci.

La raccolta dati intende verificare:

• modello di sonno, riposo e rilassamento;

• percezione della quantità e qualità del proprio riposo;

• aiuti e problemi relativi al sonno.

Modello riposo/sonno: diagnosi infer- Modello riposo/sonno: diagnosi infer-Modello riposo/sonno: diagnosi infer- Modello riposo/sonno: diagnosi infer- Modello riposo/sonno: diagnosi infer- mieristiche

mieristichemieristiche mieristiche mieristiche

• Disturbi del sonno Cognitivo e percettivo Cognitivo e percettivoCognitivo e percettivo Cognitivo e percettivo Cognitivo e percettivo

Analizza le funzioni cognitive come l’orien- tamento, il linguaggio, la memoria, il ragio- namento, e le abilità sensoriali/percettive come l’udito, le vista, l’olfatto, il gusto e il tatto. I pa- rametri dell’accertamento sondano le funzioni cognitive (perdita di memoria), la presenza del dolore e di altre sensazioni.

La raccolta dati intende verificare:

• adeguatezza delle funzioni sensoriali;

• percezione e trattamento del dolore;

• capacità funzionali nell’ambito cognitivo.

Modello cognizione/percezione: diagno- Modello cognizione/percezione: diagno-Modello cognizione/percezione: diagno- Modello cognizione/percezione: diagno- Modello cognizione/percezione: diagno- si infermieristiche

si infermieristichesi infermieristiche si infermieristiche si infermieristiche

• Dolore

• Dolore cronico

• Alterazioni sensoriali percettive (visive, udi- tive, cinestesiche, gustative, tattili, olfattive)

• Negligenza monolaterale

• Alterazione dei processi cognitivi

• Carenza di conoscenze Sessualità e riproduzione Sessualità e riproduzioneSessualità e riproduzione Sessualità e riproduzione Sessualità e riproduzione

Valuta l’espressione sessuale del paziente in relazione al suo stadio di sviluppo, alla sua soddisfazione e al modello riproduttivo; i pa- rametri per l’accertamento comprendono la percezione da parte del paziente del proprio ruolo e della propria salute sessuale, lo stadio riproduttivo della donna (pre-post menopau- sa), e in rapporto ad esso gli eventuali proble-

mi percepiti.

La raccolta dati intende verificare:

• soddisfazione o disturbi nel campo della sessualità;

• fase relativa alla riproduzione (pubertà, menopausa, ecc.);

• modello riproduttivo (desiderio di avere figli, uso di contraccettivi, ecc.).

Modello sessualità/riproduzione: dia- Modello sessualità/riproduzione: dia-Modello sessualità/riproduzione: dia- Modello sessualità/riproduzione: dia- Modello sessualità/riproduzione: dia- gnosi infermieristiche

gnosi infermieristichegnosi infermieristiche gnosi infermieristiche gnosi infermieristiche

• Disfunzione sessuale

• Alterazione dei modelli sessuali Ruolo e relazioni

Ruolo e relazioniRuolo e relazioni Ruolo e relazioni Ruolo e relazioni

Descrive il modello degli impegni legati ai ruoli e il tipo di relazioni con gli altri. I parame- tri dell’accertamento indagano la percezione che la persona ha dei propri ruoli e delle pro- prie responsabilità nella situazione di vita at- tuale. Sono comprese gratificazioni e proble- mi in famiglia, nelle relazioni sociali e nel la- voro con le responsabilità correlate a tali ruoli.

La raccolta dati intende verificare:

• impegni di ruolo (famigliari, professio- nali, sociali);

• percezione delle proprie responsabilità.

Modello ruolo/relazione: diagnosi Modello ruolo/relazione: diagnosiModello ruolo/relazione: diagnosi Modello ruolo/relazione: diagnosi Modello ruolo/relazione: diagnosi infermieristiche

infermieristicheinfermieristiche infermieristiche infermieristiche

• Alterazione della comunicazione verbale

• Isolamento sociale

• Difficoltà di interazione sociale

• Alto rischio di violenza contro se stessi o gli altri

• Alto rischio di alterazione del rapporto genitori-figli

• Alterazione del rapporto genitori-figli PPPPPercezione e concetto di séercezione e concetto di séercezione e concetto di séercezione e concetto di séercezione e concetto di sé

Si focalizza sui sentimenti riferiti al valore di sé e alla propria immagine corporea; i para- metri dell’accertamento indagano gli atteggia- menti della persona nei confronti di se stessa, la percezione che essa ha delle proprie capa- cità (cognitive, affettive, fisiche), della propria identità, del valore di se stessa e del suo gra- do di partecipazione emozionale in genere.

La raccolta dati intende verificare:

• atteggiamenti verso se stessi;

• percezione delle proprie capacità;

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• immagine corporea, identità, modello emozionale generale;

• modello di postura e di linguaggio.

Modello percezione/concezione di sè:

Modello percezione/concezione di sè:

Modello percezione/concezione di sè:

Modello percezione/concezione di sè:

Modello percezione/concezione di sè:

diagnosi infermieristiche diagnosi infermieristiche diagnosi infermieristiche diagnosi infermieristiche diagnosi infermieristiche

• Paura

• Ansia

• Disperazione

• Impotenza

• Alterazione dell’immagine corporea

• Alterazione dell’identità personale

• Alterazione dell’autostima

• Bassa stima di sé cronica

• Bassa stima di sé situazionale

• Alto rischio di autolesionismo

Adattamento e tolleranza allo stress Adattamento e tolleranza allo stress Adattamento e tolleranza allo stress Adattamento e tolleranza allo stress Adattamento e tolleranza allo stress Si concentra sui modelli di stress e di adat- tamento del paziente; i parametri si focalizzano sulle capacità di sostenere le sfide dell’integri- tà del sé, sulla percezione che la persona ha delle proprie capacità di controllare e gestire le situazioni, sul sostegno che riceve da altre risorse (familiari o di altro tipo), e sulle mo- dalità per affrontare lo stress.

La raccolta dati intende verificare:

• modo generale di affrontare le situazioni e sua efficacia;

• capacità percepita di gestire le situazioni;

• capacità e risorse personali su cui poter sempre contare.

Modello affronto/tolleranza allo stress:

Modello affronto/tolleranza allo stress:

Modello affronto/tolleranza allo stress:

Modello affronto/tolleranza allo stress:

Modello affronto/tolleranza allo stress:

diagnosi infermieristiche diagnosi infermieristiche diagnosi infermieristiche diagnosi infermieristiche diagnosi infermieristiche

• Affronto difensivo

• Negazione inefficace

• Incapacità di adattamento

• Risposta post-traumatica VVVVValori e convinzionialori e convinzionialori e convinzionialori e convinzionialori e convinzioni

Analizza i valori e le credenze che guidano la persona nella vita: i parametri per l’accerta- mento valutano le convinzioni, le aspettative e gli eventuali conflitti correlati alla salute; inoltre comprendono l’orientamento del paziente nella ricerca di persone significative per il sostegno e la pratica religiosa.

La raccolta dati intende verificare:

• valori, scopi, credenze che guidano le scelte;

• conflitti relativi allo stato di salute.

Modello valori/convinzioni: diagnosi Modello valori/convinzioni: diagnosi Modello valori/convinzioni: diagnosi Modello valori/convinzioni: diagnosi Modello valori/convinzioni: diagnosi infermieristiche

infermieristiche infermieristiche infermieristiche infermieristiche

• Afflizione spirituale (Afflizione dello spiri- to umano)

Diagnosi infermieristiche: esempi Diagnosi infermieristiche: esempi Diagnosi infermieristiche: esempi Diagnosi infermieristiche: esempi Diagnosi infermieristiche: esempi

Assistenza infermieristica al bambino con patologie dell’apparato respiratorio

• Liberazione inefficace delle vie aeree

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• Modello di respirazione inefficace

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• • Alterazione degli scambi gassosi

• Rischio elevato di deficit di volume dei liquidi e conseguente squilibrio elettrolitico

• Disturbo del modello di sonno

•Nutrizione alterata (inferiore del fabbisogno)

• Rischio di intolleranza all’attività

• Ricerca di comportamenti che promuo- vono lo stato di salute cioè prevenzione degli attacchi di asma ed infezioni secon- dari dell’apparato respiratorio

• Alterazione dei processi familiari

• Alterazione della temperatura corporea

• Ansia/paura per il bambino e dei genitori

• Affaticamento

• Mancanza di conoscenze/informazione Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con epiglottite

epiglottite epiglottite epiglottite epiglottite

• Liberazione inefficace delle vie aeree

• Compromissione della deglutizione

• Modello di respirazione inefficace

• Rischio elevato di deficit di volume dei liquidi e conseguente squilibrio elettrolitico

• Alterazione della temperatura corporea

• Ansia

• Rischio elevato di soffocamento

• Deficit di conoscenze

Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con laringotracheobronchite

laringotracheobronchite laringotracheobronchite laringotracheobronchite laringotracheobronchite

• Liberazione inefficace delle vie aeree

• Modello di respirazione inefficace

• Rischio elevato di deficit di volume dei liquidi

• Disturbo del modello di sonno

• Ansia

• Affaticamento

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• Deficit di conoscenza

Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino conAssistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con infezione urinaria (ivu)

infezione urinaria (ivu)infezione urinaria (ivu) infezione urinaria (ivu) infezione urinaria (ivu)

• Alterazione della temperatura corporea

• Rischio elevato di deficit di volume dei liquidi e conseguente squilibrio elet- trolitico

• Deficit di conoscenze

Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino conAssistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con diarrea

diarreadiarrea diarrea diarrea

• Diarrea

• Nutrizione alterata (inferiore al fabbiso- gno)

• Rischio elevato di deficit di volume dei liquidi e conseguente squilibrio elettrolitico

• Alterazione della temperatura corporea

• Compromissione dell’integrità cutanea

• Alterazione del comfort

• Dolore

Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino conAssistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con nausea e vomito

nausea e vomitonausea e vomito nausea e vomito nausea e vomito

• Rischio elevato di deficit di volume dei liquidi e conseguente squilibrio elettrolitico

• Nutrizione alterata (inferiore al fabbiso- gno)

• Rischio elevato di alterazione della mu- cosa del cavo orale

Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino conAssistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con disidratazione

disidratazionedisidratazione disidratazione disidratazione

• Rischio elevato di deficit di volume dei liquidi e conseguente squilibrio elettro- litico

• Rischio elevato di alterazione della mu- cosa del cavo orale

Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino conAssistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con problemi di alimentazione

problemi di alimentazioneproblemi di alimentazione problemi di alimentazione problemi di alimentazione

• Nutrizione alterata (inferiore al fabbiso- gno), correalata ad aumentato fabbiso- gno calorico; non assunzione/assorbi- mento di sufficienti calorie; diminuito de- siderio di mangiare, secondario a

…(specificare).

• Nutrizione alterata (superiore al fabbiso-

gno), correlata ad alterazione del mo- dello di sazietà; diminuizione del fabbisogno metabolico, secondario a … (specificare).

Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino conAssistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con alterazioni della temperatura corporea alterazioni della temperatura corporeaalterazioni della temperatura corporea alterazioni della temperatura corporea alterazioni della temperatura corporea

• Rischio di alterazione della temperatura corporea (ipotermia, ipertermia, termo- regolazione inefficace), correlato a:

· Compromissione della termoregolazione, secondaria a presenza di fattori fisiopatologici (specificare);

· Trattamenti freddi: applicazioni fredde, in- fusione di soluzioni parenterali o enterali fredde;

· Fattori ambientali, comportamentali o co- stituzionali: esposizione al freddo, calo- re, eccessiva o ridotta umidità, abbiglia- mento inappropriato, sottopeso/

soprappeso, disidratazione/malnutrizio- ne, fluttuazione della temperatura ambien- tale, uso di oggetti freddi o bagnati (abiti, culla, etc.), superficie corporea bagnata;

· Inefficacia della termoregolazione in rela- zione all’età;

· Limitata regolazione metabolica compensatoria in relazione all’età.

• Rischio di deficit del volume di liquidi, correlato a febbre.

• Ansia dei genitori, correlata a deficit di conoscenze circa l’eziologia dell’iperter- mia e la gestione del bambino febbrile.

Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino conAssistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con Assistenza infermieristica al bambino con dolore

doloredolore dolore dolore

• Dolore acuto/dolore cronico, correlato a:

· Trauma tessutale e spasmi muscolari riflessi secondari a disturbi muscolo- scheletrici (fratture, contratture, altera- zioni del midollo spinale, infiammazio- ni tendinee e articolari, intervento chi- rurgico, incidente, ustioni), disturbi viscerali (intestinali, pancreatici), neoplasie, infiammazioni;

· Procedure invasive diagnostico tera- peutiche.

• Ansia dei genitori, correlata a deficit di conoscenze circa la causa dl dolor, sof- ferenza del figlio, effetti collaterali al trat- tamento algido, modalità di misurazio- ne del dolore.

• Alterazioni del comfort, correlata agli ef-

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