A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
M AURO P ICONE
Vedute generali sull’interpolazione e qualche loro conseguenza
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 5, n
o3-4 (1951), p. 193-244
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E QUALCHE LORO CONSEGUENZA (*)
Memoria di MAURO PICONE
(Roma)
~~
una funzione
(reale
ocomplessa)
della variabile reale x, defi- nita nell’intervallo chiuso e limitato T dipunti
estremi inferiore a e supe- riorea’,
ivi di classe v+ 1 ,
y cioècontinua con
le sue derivate fino aquella, inclusa,
d?ordine v+
1(v
essendo un fissato numerointero positivo
onullo).
Per
ogni punto x
di T sussiste alloraIlegtiaglianza
di TAYLOR :Riferito il
piano
a due assi cartesianiortogonali x
e y , sia T 1’interi- vallo delpiano,
chiuso elimitato,
dipunti
estremi inferiore(a, b)
e supe- riore(a’, b’), cioè
l’insieme deipunti piano, per
cuiSia
f (x ~ y)
una funzione (reale ocomplessa)
delle due variabili realix e y, definita
in T ,
5 ivi di classev + 1
5cioè,
come inquesto
scritto in-tenderò,
continua in T con le sue derivateparziali
(*)
Lavoro eseguito nell’Istituto Nazionale per le Applicazioni del Calcolo.Porrò
e
chiamerò,
talederivata,
la derzvata totale dif
d’ordine h(1).
Indicherò conF’T
qnella parte
della frontiera dF2’ diT,
9sulla quale
risultaIntrodotte le funzioni
ciascuna delle
qaali
riesce bendeterminatn,
non appena sonoassegnati
ivalori di su per
ogni punto (x, y)
di’1’,
sussistel’egunglianza (2)
che
può
iinclieconcepirsi
come un’estensione diquella
di TAYLOR(1),
alcaso delle funzioni di due variabili. La
(1 ) può
infatti scriversi(i) Cfr. M. PICONE, Lexioni di Analisi infinitesimale
[Circolo
Matematico di Catania,,Catania
(1923)],
p. 201 210.(2) Cfr. PtcortN, Appunti d’A alisi sitperíot-e, p. 598
~Rondinella,
Napoli(1940)].,
(3) Supposta f (x , y ¡ dotata in ~’ di derivate parziali d’ordine cornnnque elevato, ivi continue, potrebbe dunque considerarsi, come serie di TAYLOR della f (x, y), anche la seguenteIl calcolo
approssimato
di una funzionef’(x) ,
di una. variabile reale x, di classev +
1 nell’intervallo medianteestrapolazione
d’or-dine y
y consiste nell’attribuire af (x)
il valone delpolinomio
commettendo, cos ,
iiii errore dato dalla funzioneIl calcolo
approssimato
di una funzionef (x ), y),
delle due variabili reali x e y, di classe 1 nell’intervallo1’ ,
medianteestrapolazione tay- loriana,
d’ordine v, i sipuò, ai-ialogaitiei[ite,
fnr coesistere nell’attribuire af (x, y) il
valore della funzionedefinetulo, pertanto, come funxione esponenziale dei due argomenti x e y quella. funzione f (x, y) per cui si ha :
’
e cioè la somma della serie
che potrebbe iudica,rsi col siinolo
Tale funzione è caratterizzata dal dover soddisfare alle equazioni
Tutto ciò può estendersi alle funzioni di quante si vogliano variabili reali. Cfr.
anche CARLO BIRINDELLI, Sul calcolo numerico degli integrati multipli,
[Rendiconti
dellaClasse di Scienze fisiohe, nratenratiohe e natnrat,i, dell’Accadenna Nazionale dei Lincei,
seduta del 6 giugno
1951].
commetterne cos ,
un errore dato dalla fnnzio eNel
primo
caso si sostituisce af (x)
la soluzione delleequazioni
commettendo un errore
.R (,~)
dato duHa soluzione delleseguenti :
nel secondo si sostituisce n
f’(x~ ~ ~)
Rolnzioue’Ilf (x, y)
delleequazioni
commettendo un errore R
(,x , y)
dato dalla soluzione delleseguenti :
Le
equazioni (3)
ammettono lu funzione di GREEN cos definitanel senso che la soluzione di esse è data da ’
e, del
pari,
leequazioni (4)
ammettono la funzione di GREEN cos definitanel senso che la soluzione di esse è data da
Tutto ciò è ben elementare !
’
Ma suscita talune vedute
generali
sui metodi di calcolo perinterpola-
zione
(o estrapolazione)
delle ’funzioni diquante
sivoglia,no variabili,
chesono, come mi propongo di dimostrare in
questo scritto,
per mezzo diqual-
che loro
applicazione,
feconde di risultati interessanti.Ad
esempio,
si vedrà - nel modopiù
efficaceal §
6 - che se si fondail calcolo
dell’integrale doppio
di una datafunzione,
in duevariabili,
sullaconoscenza, non
soltanto
dei valori della funzione iii alcunipunti
del dominiod’integraziode,
ma anche suquella
diintegral’i semplici
di talune funzionidi
variabile. opportunamente
dedotte dalladata,
sipuò pervenire
a
quel
calcolo comnettendo errori di tale entità da renderlo effettivamentedegno
diapplicazione
numerica. Ciò noupuò
dirsi dei metodi di calcolo fili adoggi,
disolito, seguiti che, giovandosi
di ovvie estensioni diquelli
bennoti per le funzioni di una
variabile,
si basanosoltanto
sulla conoscenza dei valori della funzione in alcunipunti
del dominio§
1. - FormulazionegeMeraIe
dei metodi di ealcolo perinterpolazione.
Sia T un dominio limitato internamente connesso, con frontiera F T di misura
nulla,
dellaspazio
euclideoS(r),
a rdimensioni,
per ilquale
deno-terò ... ~ xr le coordinate dei suoi
puliti.
Siann
assegnato operatore,
alle derivateparziali
d’ordine nonsuperiore
ai +
v, i cui coefficienti(I))
sono funzioni delpunto
1>(xí
9 X2 ... ,2,
realio
coinplesse,
continue in T. Sia una classe (li funzioni delpunto P,
per ciascuna delle
quali
riesce una funzione continua in T. Siano
nt
assegnnti opeiatori, omogemei
e definiti nella classeù) ,
tali che :a,) Comunque
siassegniuo
una funzionee(1’)
di una determinata classe liiteare( e (1’) )
di funzioni continne i~~ T ed il vettore1 (P)
ad mcomponenti l1 (J~) ~
11? (.P) ~
... ~1nl (P),
y di unaclasse (1
y essa pure lineare e ben de-(4) Cos , il calcolo di nn integrale di una data funzione di r variabili, deve ba-
sarsi sulla conoscenza dei vnicri della funzione iu alcuni punti del dominio d’integrazione,
nonchè sn qnella di integrali (k =1, 2 , ... , r - 1) di talune funzioui di lc variabili,
dalla data opportunamente dedotte. Cfr. P. TORLORICI, Su un metodo numerico di calcolo ap.
pro8simato per gli integrali doppi
[Pubblicazione
n° 303 (serie 11) dell’Istituto Nazionale per le Applicazioni del Calcolo, ltoma(1951)];
i C. BIRINDELLI, loc, cito (3).terminata,
esiste sempre una ed una solasoluzione,
della classe(u) ,
veri-ficante le
equazioni :
.b)
Esiste una funzione(P, Q)
deipunti P(Xi’
x2,...,xr)
eQ (~i’ ~2 ,..., ~r)
tale
che,
fissato arbitrariamente P inT,
9 riesce funzione diQ
definita in sommabile in T e comunque si assuma la funzionee (P)
di( e (P) ~ , per la
soluzione delleequazioni
si abbia
esiste cioè la funzione di
GREEN.
relativa al doniinio T eagli operatori E, (1~ ~ 1 , 2 , ... , ’In),
sulle classif u ~ à e (e) .
Ciò
posto,
si hv laseguente
formulazionegenerale
dei metodi di cal- colo perinterpolazione (5).
Sia
(-P)
una classe di funzioni contenuta nella(u) ,
per ciascuna delleappartiene a e (P)
e il vettore dicomponenti J[/](=ijy2,..m) a l (P) ~ .
Assunta una funzionef (-P)
della classe( f (P) ~ ,
il calcolo appros- simato dellaf (-P)
inT,
medicanteinterpolazione competente agli opei-atori E ,
consiste in ciò:Si sostituisce a,l calcolo della
f ( P) , quello
soluzioneu f (P) ,
delleequazioni :
Poichè si
ha,
in1’,
7sussiste il teorema :
(5) Parlerò sempre di metodi di intei-polazione, comprendendo, fra
questi,
anche quelliche dovrebbero piuttosto chiamarsi di estrapolazione.
4. Annali della Scuola Norm. Sup. - Pisa.
I. - L’errore che si commette nel
sopradetto
calcolo è dato daun
assegnato
arbitrariooperatore, omogeneo
edistributivo,
de-finito in
j che, applicato
ad una funzioneu (P)
dia perrisultato,
unnumero e al
quale corrisponda
una determinata funzioneFA (Q),
sommabilein
T,
per cui siabbia,
comunque siscelga
una funzionee (P)
della classeAssunta una funzione si trae dalla
(4)
e
pertanto :
II. - L’errore che si commette so,qiitueiido ol calcolo di A
,f quello
di.L1
[uf]
è dato dae
pertanto
è nulloquando
e soloquando
ELf]
inT, ortogonale
eFA (Q)
e ininodulo,
non supet’a, il termine§
2. -Interpolazione
aramonica eipoarmonica ’periferiche.
ai-inonica si ottiene
quando,
inparticolare,
si assuna°
Supporremo
il dominio T dotato dell’ordinaria funzione di GREENC~ (P~ Q) ~
relativa alproblema
di DIRICHLET per il dominiostesso,
laclasse (ui
costituita di funzioni continue in T con le loro derivateparziali
del
prim’ordine
e in conquelle
delsecondo,
la classe( e (P) 1
con-tenendo la costante uno. Con tale
interpolazione
sicalcola,
nell’interno diT,
una funzione della classe( f) , calcolando,
in sua vece, la funzione uf ~ armonica inZ’- ~~ ~’,
che coincide con.f (P)
sulla 1’ di Z’.In
( u ~
hasig lincato
il funzionalecome
primo esempio, vogliivino calcolare,
per una funzionef (P)
dellaclasse
{.1’}, ponendo
Considerando, cos ,
un metodod’integrazione approssimata
chepotrebbe
chiamarsi armoinico
periferico.
Si commette un errore ~o dato da
Come mi ha fatto osservare il mio valente collaboratore WOLF
GROSS,
la funzione
è la
soluzione,
dellaclasse (u ,
delleequazionioni
’
e per una tale
funzione,
detto l’asse normale alla 9T,
volto verso l’esternodi
T,
5 si haonde il teorema
111. - Detta
FT(P)
la soluzione delle(1),
nel calcoloapprosimato
del-Z’integrale.
di 2cna
funzione f
della( f ,
col metodo armonicoperiferico,
si ponecommettendo cos un errore dato d,cx
Poichè
FT(Q),
nulla suff 1’,
ènegativa
in T -esiste, supposta f (P) reale,
unpunto P,
intero a-’1’,
per cui risultaLe
(2)
e(3)
avranno nnpratico significato
tutte le volte che si conoscala funzione
1-’T (P) .
Ciòaccade,
peresempio,
oel ca>so in cui il dominio T sia uniperellissoide.
In tal caso, detti(si 5 ó,, ... , ó,
i semiassi diT,
9 si haSe,
inparticolare,
T èl’ipersfera
diraggio
e centroD ,
y si hae si
perviene all’eguaglienza approssimata
(6) Con
f (P)
indico (per r > 2) il quozientee per r = 1, la semisomma, dei valori della f agli estremi dell’iiitervallo T.
che costituisce
un’estensione,
certoelegante, all’integrazione a r
dimensionidella formola di BEZOU’1’ per
l’integraZiODe
a una. L’errore della(4)
è datoda, quando f (P)
siareale,
ove P
designa
un certopunto
interoall’ipersfera T (7~ .
Poichè,
per ~~ >2,
non sipuò decomporre
lospazio
inipersfere,
la for-mola
(4)
non è certo destinata a renderegiandi
servizii al calcolo numericodegli integrali
a rdimensioni,
per r>
2. Sipotrà
ingenerale
richiederealla
(2)
un talecompito,
tutte le volte che si riesca a costruire la funzione - difacile
calcolo - perdomini,
secondo iquali
lospazio
possaesser
decomposto.
WOLF GROSS mi ha fatto osservare che perl’integrazione
a due dimensioni si hanno di tali domini. Il
piano
è infattidecomponibile
in
triangoli equilateri
e per untriangolo equilatero
di lato2 b,
y riferito ilsuo
piano
a due assi x e y, 1’asse xgiacente
su un lato deltriangolo
e1’asse y
sulla normale aquesto lato,
condotta per il verticeopposto,
si haDato,
adogni lato,
deltringolo equilatero T,
9 il verso su di esso de-terminato,
daquello positivo
di percorso sullaperiferia
diT, riferiti,
ipunti
diogni lato,
ad un sistema diascisse s,
avente perorigine
ilpunto
di mezzo del lato e per verso
l’indicato,
siano,f1 (s) f2 (s) f3 (s)
le funzioni di s allequali
si riducela f (x ~ y) , rispettivamente,
sulprimo,
sulsecondo,
sul terzo lato del
triangolo.
Introdottavi la funzione(6),
la(2)
fornisce al-lora
l’eguaglianza approssimata
e la
(3’),
sef (P) è reale,
l’errore(7) Per r = 1, la (5) del testo fornisce, se f (x) è reale,
~ deaigna.ndo un punto interno all’intervallo T, cioè il ben noto resto della formola di
quadratura di BEZOUT.
Il metodo
d’integrazione
armonicoperiferico
è certamentepratico,
perqualsivoglia
valore della dimensione i- dellospazio, quando
il dominio d’in-tegrazione
è uno stratoipersferico. Infatti,
per un tale dominio si conosce la funzione 1’ verificante le( 1 )
e unassegnato
stratoipersferico
èdecomponi-
bile in tali
strati,
ad essoconcentrica
ciascuno di spessore tantopiccolo quanto
si vuole.Per
esempio,
per i, =3,
y per lo strato sferico T di centro in O eraggi
interno 8 ed esterno
~’,
si ha : .Se, dunque
per la funzionef (P),
ysottoposta all’integrazione,
-nellostrato sferico T di centro in O e
raggi,
interno ed esternoa’, poniamo
ove M
designa
ilpunto
d’intersezione delraggio
O P con lasuperficie sfe.
rica cv
(O)
di centro in O eraggio 1 ,
, e,deconiposto
Tnegli
strati sferici2 , ..., s)
diraggi
interno
poniamo
ed esterno
e
quindi
si commette un errore o per cui risulta
Un secondo
esempio
interessante diapplicazione dell’interpolazione
ar-monica
periferica
è fornita dal calcolo del funzionaleO
designando
il centro di unaipersfera
T. Inqnesto
secondoesempio,
nonè necessario richiedere alle fnnzioni della classe
(u
lacontinuità,
in tuttoT,
delle loro derivateparziali
delprimo
ordine. Se si ricordaclre (8),
sup.posto r
==3,
y detto a ilraggio
diT,
y per una funzione della classe(u ,
ynulla 9 si ha
si
perviene
al teorema :IV. - Oondizione e
sufficiente
unafunzionc f (P)
intre
varicrbili,
della classe~u~
nella,sfera
di centro 0 eraggio t5,
abbia in0,
le
pe1’ valore la diquelli
assunti èche risulti
’
cioè che la
f verifichi l’equazione :
y
(P) designando
un’arbit?.a?.,iafunzione
continua in 11.v-ipoar7yzoniccc períferica
siottiene,
in par-ticolare, quando
si assuma(8) Cfr. per es., PICONE
[100.
cit.(2)],
pag. 92,essendo v un numero naturale non inferiore a due e la classe
luj
costituitada funzioni
che,
inpossiedono
derivateparziali
continue deiprimi
2 v ordini.
Se,
peresempio,
si suppone il dominio Tregolare
e la classe(u)
costituita da funzioni continue in T per lequali riescono, altres , continue,
in tutto
T,
le derivateparziali
deiprimi
v -1ordini,
sipuò
assumeren
designando
l’asse normale alla volto verso l’interno di I’. Si sostitui- sce,allora,
al calcolo dellaf (-P) , quello
dellafunzione uf , v-ipoarmonica,
nell’interno di
T, verificante, cioè,
ivil’equazione
della classe
che,
sullaperiferia
diT,
verifica le vequazioni
Ritengo
assai i interessante unapprofondito
studiodell’interpolazione v-ipoarmonica che, ovviamente,
deve otfrirepossibilità,,
benpiù cospicue
diquelle
datedall’armonica,
crescenti con v .§ 3.
-Interpolazione razionale
intera, dellefunzioni
di una variabilereale
ecalcolo
dell’errore.In un intervallo limitato T =
(a, a‘) ,
dell’asse reale ~x ~ si fissino rpunti
xi X2 , ... , xr e si facciano aquesti corrispondere r
numeriinteri,
non ne-gativi,
l’2ponendo
Riferendoci sempre alle
generalità esposte nel § 1,
la classe sia, co-stituita da tutte le funzioni di
classe n ,
nell’intervallo(a, a’)
e si assumaComunque
siassegnino j
i numeri esiste sempre una ed una sola soluzione (leneequazioni
ed è data dal
polinomio,
alpiù
digrado it
- 1 7ove
Phk (X)
èquello
fra talipolinomi,
verificante le itequazioni
il
quale,
avendoposto
ha
l’espressione
Data,
adarbitrio,
una funzionef (x) ~
della classe it in(a, a’) ,
yposto
come funzione
interpolatrice
u f dellaf
si assume,nell’interpolazione
razio-nale intera d’ordine n, coi
punti fondamentali x1
i X2 9 ... xr e coi contatti(9) Cfr., per esempio, PICONE, Lezioni di Anali8i Matematica per gli allievi d’Ingegneria.
Il Corso, Anno accademico 1950-51, n° 11, p. 57
[Edizioiii
Studiiim Urbis, Roma CittàUniversitaria].
degli
ordiniPer calcolare ora l’errore
bisogna
ottenere la soluziöne delleequazioni (2) del §
1. Nel casoattua,le,
esse sono :Tutte le soluzioni della
prima
siottengono ponendo
ove
xo è
unpunto
arbitrariamente fissato inT,
con le ’1~ costanti arbitrarielhk,
edunque
per verificare le seconde delle(3)
si deve porreSi
trova, pertanto,
come erroreR (x)
commesso,nell’interpolazione considerata,
Si ha
dunque
. e
poichè X0
è unpunto qualunque
di(a , a’) , possiamo
anche scrivereAssumendo,
nella(4’),
ilpuuto xo
nell’estremo a dell’intervallo T efacendo uso delle funzioni
6~,(.r~)~
definite a pag.218, posto
si ha pure, la solita
espressione
dell’errore :mediante una funzione di GREEN.
Se ora A
(,x)
è unafunzione,
fissata adarbitrio,
sommabile nell’intervallo(a, a’),
riesce definitoin
il funzionalee
ponendo,
perogni
funzionef (x) di 2c ~ ~
si commette l’errore
ove
Nella
(6)
noncompaiono quelli
fra i valori per ciascuno deiquali
la funzione
À (x)
èortogonale,
nell’intervallo(a, a’),
alcorrispondente poli-
nomio
pertanto, scegliendo
tale funzione in modo che riesca orto-gonale
ad alcuni diquesti polinomi,
si possonoignorare,
per il calcoloapprossimato
di[/j
y mediante la(6),
icorrispondenti
valori dif(k) (Xh) ,
qualora questi
risultassero di calcolo difficile o di incertaapprossimazione.
Data ora una funzione
~’(x) ~
sommabile nell’intervallo(~~)~
sipuò applicare
la(6)
al calcoloapprossimato dell’integrale
con un errore
maggiorabile,
tutte le volte che si riesca adecomporre
laF (x)
nelprodotto
di una funzione
, (,z) ,
sommabile nell’intervallo(a, a’),
per una funzionej’(.KJ)
di classe~a _-_ v1-~-
Y2-~- ... -E- v,, +
>. , con la condizione che sisappiano
cnlcolare,
con erroremaggiorabile, gli n integrali
e si
sappia maggiorare l’integrale (7).
Farò ora
Papplicazione
immediata diqueste
formolegenerali
ad alcunicasi
particolari
bensemplici.
I risultati a cui siperviene
sono, inparte,
notissimi e se indicherò anche
questi
lo farò e per la nuova sistemazione che essiricevono,
nelquadro
delleprecedenti
vedutegenerali,
y e per farneal § 6,
un fruttuoso raffronto conquelli
che viesporrò,
concernenti il cal- colo dell’errore in talune formole dicubatura,
che ioritengo
nuove.Posto
conviene introdurre la variabile
t ,
5legata
alla xdall’eguaglianza
onde, posto (8)
si trova
si i ottiene
quando,
per essa~ si conside-rano soltanto i valori che la
f(x)
e talune sue successivederivate,
a co-minciare dalla
prima,
assumono nelpnnto
di mezzo dell’intervallo T.Sup- posta f ~x)
di classe uno, siha,
peresempio,
e
quindi
supposta
di classe si hae
quindi
ancheDonde, ponendo (fowoola
diGAUSS)
si commette un errore dato da
~
se
.f (x)
è ~1i classe uno, e, se,f (x)
è di classedue,
dato anche da(1°) Supposta di classe
due,
nn’ovvia integrazione per parti fornisce, del resto, subitocioè l’identità delle due espressioni (10’) e (10") di ~O.
che
può9 dunque,
essere cosmaggiorato :
nel
primo
caso, e, com’è bennoto,
anche cos :nel secondo.
si ottiene
quando,
per essa, si con-siderano soltanto i valori che la
,f(x)
e talune sue successivederivate,
acominciare dalla
prima
assumonoagli
estremi dell’intervallo 1".Supposta f (x)
di classedue, sostituemio,
peresempio,
a la funzioneinterpolatrice
u~
(t),
alpiù di primo grado,
verificante le condizioni’
cioè la funzione
si commette uu errore dato da
[cfr.
l~(4")1
donde, ponendo (formola
diBEZOUT)
si eoí mette un errore
che
può
essere, com’è bennoto,
cosmaggiorato [cfr.
la nota(7)] :
Abbiamo
cos , (di nuovo!)
consideratal’interpolazione
armonicaperiferica del §
prec., nel caso delle funzioni (li una solavariabile.
reale.centro-periferica
si ottienequando,
per essa, si considerano soltanto i valori che e taliine sua successive derivatea cominciare dalla
prima,
assumono nelpunto
di mezzo eagli
estremidell’iutervallo T.
Supposta f(x)
di classetre,
per la funzioneintei’polatrice
ul,(1),
alpiù
di secondogrado, verificante (per esempio)
le condizionisi ha
e per l’errore
R1 (t),
ove si assuma ilpunto xo,
della formolagenerale (4’),
nel
punto
zero,Supposta f (x)
di classe per la funzioneinterpolatrice
1t2cp(t) ,
1al
più
di terzogrado,
verificante le condizionisi ha
essa
(cfr. § prec.)
è nna funzioneinterpolatrice
Per il relativoerrore
R2 (t),
ove si assuma ilpunto xo
della(4’)
nelpunto
zero si trovaDalla
( 14)
e dalla( 16)
si ricavache, poiiendo (formola
di CA V ALIERI-S I MPSON)
si commette un errore dato da
se
f (x)
è di classetre,
dato anche dase
f (x)
è di classesquattro (11).
delle due espressioni (15) e (17) di o, ottenute quando è di olas-
se quattro, si verifica subito mediante un’integrazione
per
parti. Avendosi infattirisulta
La (16) fu data da CANTKLH (nella nota c Reeti nelle formole di in Atti
della R. ilco. delle Scienze di 1915.1916) e la (17) da PEANO (nella nota
nelle formole di espre880 un integrale definito » in Rendic. della R. Acc. dei
Lincei, 1913).
Si
ha.dunque
9 nelprimo
caso, 9 lamaggiorazione
dell’erroree, nel
secondo,
a tche laseguente
§
4. -Interpolazione
razionale intera dellefunzioni olomorfe di
unavariabile
complessa
ecalcolo dell’errore.
Indicherò con A un campo
(cioè
un insieme dipunti aperto
econnesso)
del
piano complesso
z = x+
i y.Quando
menzionerò una curva delpiano,
sottintenderò sempre che essa sia continua e rettificabile. Sussiste il teore-
ma
segnente.
V. - Condizione necessa1"ittl e
sitfflí,iente affinchè
unafunzione
e(z),
olo-nel
campoA,
sia ivi la derivata di unafunzione
u(z),
essa pureoloii orfa in A ~
èche,
comunque si assuma in A una curva chiusaO,
si ab-bia, seiiipi-e
Il
teorema,
ben notodagli
elementi per n=1,
si dimostra subito. La condizione è necessaria:Infatti, per la
funzioneu (z),
olomorfa inA ,
co-munque si fissi un numero non
negativo k,
nonsuperiore a n - 1 ,
into.grando
successivamente k volte perparti, lungo
una curva chiusaC,
trac-ciata in
A ,
i si ha1’2) Basterebbe considerare, in luogo di curve arbitrarie continue e
rettificabili,
sol-tanto le poligonali, od anche, soltanto, quelle particolari poligonali 2013 che soglio, nei miei corsi, chiamare coordinate - per le quali ogni lato è parallelo ad uno degli assi coordinati.
5., Annali della Scuola Norm. Pisa.
La condizione è sufficiente :
Suppostala soddisfatta,
fissato apiacere
un
punto xo
inA,
le n funzioni di z :ottenute, integrando
lae (z) zk lungo
unaqualunque
curva C tracciata inA, congiungente
ilpunto zo
colpunto z,
riescono olomorfein A,
y e si haLa funzione
è pur essa olomorfa
in A,
e si haSe,
adottandovi una curva Cd’integrazione indipendente
9 intro- duciamo le(1)
nella(2),
siperviene
allaseguente espressione
della 1t(z) ,
ben consueta nel campo
reale,
cheimpieghereno
sempre inseguito,
Fissati,
adarbitrio, in A, gli
rpunti
Z1’ Z2 .. , 9 si facciano aquesti corrispondere
~’ numeri interi nonnegativi
v1, v2 , ... , vr e si ponga(cfr. § prec.)
’Il
polinomio,
alpiù
digrado ii - 1 ,
verifica le
equazioni
e la totalità dei
polinomi P(z),
alpiù
digrado
1- è descritta dalpolinomio
al variare comunque delle costanti
lhk,
perle ,quali
si haSia ora
e (z),, un’lassegnata
arbitraria funzione olomorfa inA ,
derivatadi una funzione u
(z),
y essa pure olomorfa in A . La differenzaè un
polinoinio,
alpiù
di 5 e si avràpertanto,
Al
variare
comunque, delle costantilhk ? la u (z) ,
data dalla(3),
de-scrive
pertanto
la totalità delle soluzionidell’equazione :
Data un’arbitraria funzione
f (z) ,
olomorfa nel campoA, posto
il
polinomio,
alpiù
digrado n - 1 ,
ysi assume come
funzione interpolatrice
razionaleintera,
nel calnpoA,
dellafunzione f (z) ,
coipunti fondltmentltli
9 Z2 ... , Zr e coi contattidegli
ordini1’1 , v2 , ... , L’errore R
(z)
-f (z)
- uf(z),
COU1messo in taleinterlplazione,
è la soluzione
dell’equazione
che verifica le condizioni
R (z)
avràdunque l’espressione (3), postovi f (z)
inluogo
d i e(z),
esaranno verificate le
(5),
soltanto se vi si assume .Si hanno
dunque (cfr. § prec.)
le dineespressioni
di R(z) :
Dalla seconda di
queste
si deduce :È
daaspettarsi
clie leespressioni (6’)
e(6")
dell’errorenell’interpola-
zione considerata possano essere utilizzate con
profitto
nella teoriadell’ap- prossimazione
delle funzioni olomorfe mediantepolinomi interpolatori.
Sipuò,
inparticolare, proporsi
ilproblema seguente :
fissatigli r punti
z~ , z~ , ... , ,zr nel campo
A,
9posto
1’1 - V2 r ... = = v , determinare l’in- sieme deipunti
di A per cui riesce :Esso,
del tutto elementare perr == ],
non è stato ancora, che io misappia,
studiata ingenerale.
Vogliamo,
inproposito,
dare unosviluppo
in serie diR (z)
che si deducedalla sua
espressione (6’), nell’ipotesi
che ipunti
z1, z, ~...,
zr siano con- tenuti nel massimo campo circolare con centro nelpunto
zo , conte- nuto in A . Siha,
per z inr (zo) ,
donde,
dalla(6’),
omettendo l’indicazione delle curved’integrazione,
ma, per
ogni
interol ,
donde
Ora,
ilpolinomio
digrado n -~- s ;
è
infinitesimo,
nelpunto Zh, d’ordiue wh ;
se,dunque, poniamo
osservando che
si trova
ove
(z) designa
iiii certopolinomio
digrado
8 -1. Siha,
indefinitiva,
§
5. -Interpolaziene trigonometrica
delle funzioni di una variabilereale
e calcolodell’errore.
La della variabile reale x , sia di classe
2-j-
nell’intervallo T=
(a, a’)
e siano(XI X2
... 2a’ - a) 2 n +
1punti
diT,
arbitrariainente fissati. Postonel calcolo
approssimato della 99 (t) (e quindi
dellaf (x))
perinterpolazzorie trigonometrica,
coipunti fondamentali tj , i t2
1...5t2,,+,
e coi contatti d’ordine zero, si assume come funzioneinterpolatrice
nell’intervalto(- ~c~ ~c),
il
polinomio trigonometrico
d’ordine 2 nseguente :
che verifica le
eguaglianze
9
Anche tale
procedimento interpolatori o rientra,
com’è benmanifesto,
inquello generale
consideratoal §
1. Bastaporvi
L’errore R
(t)
_-_ ~(t)
- u~(t)-,
connesso nella consideratainterpolazione,
. è
dunque
dato dalla soluzione R(t)
dalleseguenti equazioni :
La soluzione della
( 1),
ridotta omogenea, verificate le condizioni inizialiè data da
ove q,, è il numero razionale
positivo
e
quindi
tutte le soluzioni della(1)
sono date dalla formolaove to
è nnpuuto
arbitrariamente fissato nell’intervallo(- n, ~c)
ele lh
so-no costanti arbitrarie. Per varificare le condizioni
(2)
si deve porree si
perviene
cos x,lle dueseguenti espressioni dell’errore
nella
prima
nellequali to
è unpunto arbitrario dell’intervallo (- 71: , 71:) .
Cos ,
peresempio,
per si trovae
collocando to
nelpunto
zero, dalla(4’),
Ne segue
che, ponendo
.
Si commette l’errore
ove
Esso è
dunque
nulloqnando
e soloquando
la funzioneè
ortogonale,
nell’intervallo(- -t 5 n) ,
alla funzioner (t) ,
defiuita dalla(7) ,
la,
quale,
continua in taleintervallo,
con la sua derivataprima,
vi è nullaagli
estreni epositiva
nell’interno. 111particolare,
l’errore è nnllo se la fu~~-zione
q/’" (t) + qJ’ (t)
èpari.
Inogni
caso sef (x)
èreale,
data lapositività
di
T (1)
nell’intervallo(0, ~c)
r esiste unpunto
z, interno all’intervallostesso,
per il
quale
Se
f (x)
è di classequattro,
si deduce dalla(6),
conun’integrazione
perparti,
che si ha anchee
quindi,
sef (x)
èreale,
resistenza di unpunto
1:, interno all’intervallo(- n),
per cui-
cioè l’esistenza di un
punto ~
interno all’intervallo(a, a’)
per cuiAd un’altra
espressione
dell’errore e, di cui è affetta la(5),
siperviene
anche, ovviamente,
a mezzodell’interpolazione
razionale intera diprimo
gra-do,
secondo laquale
sitrova, supposta
laf (x)
di classedue,
ove ~’~
(t)
è funzionepari,
eSe
f (x)
èreale,
esistedunque
anché unpunto ~*,
interno all’intervallo(c~ ~ a’),
per il Iquale
e e è
nullomnclre,
peresempio, quando " (ao + a t)
è funzionedispari
di t , Ecc.§
6. -Interpolazione competente
alladerivazione totale,
in un inter-vallo
delpiano, delle f’unzioni
di due variabili reali.Considerereno,
inqnesto paragrafo finale,
per una funzionef (x ~ y)
delledue variabili reali x e y, di una determinata classe n in un intervallo T del
piano (cfr. 1’Introduzione),
alcuniproceditnenti interpolatore
inquell’in- tervallo,
checompetono
alla derivazione totale l’ordine nonsuperiore
a n, cioèagli operatori
e riescono - come vedremo - in stretta
analogia
conquelli,
consideratial § 3,
per le funzioni di una variabile reale(13).
(13) Si può farne sistematicamente l’estensione all’interpolazione delle fnnzioni di quan- te si vogliano variabili reali competente alla derivazione totale in queste variabili, cioè agli operatori -
ma di
ciò si occuperà il inio valente collaboratore Prof. CARLO BIRINDELLI.Detti
(a, b
e(a’ b’)
ipunti estremi,
iurei-iore esuperiore,
nell’inten- valloT
i i calcoli e le formole siseuiplificano
notevolmente se,posto
~i opera il cambiamento di variabili
con che l’intervn,llo
rettangolare T, del piano (x , y) ,
vienerappresentato
nell,intervallo
quadrato Q,
dipunti
estremi, inferiore(- 1 , - 1)
esuperio- rea ( I ,1),
delpiano (s , t),
e,posto
i
procedimenti interpolatori
per la funzionef(x , 9 y)
9 nell’intervallo rettati-golare
T delpiano (x y),
iequivalgono
aquelli della 99 (s t)
nell’intervalloquadrato Q
delpiano (s ; f) .
Nonperderemo però
di vista laprimitiva
fun.zione
f (x , Y)
Ilpoichè,
in varieoccasioni,
sarà istruttivo enunciare i risultati~t cui perverremo riferendoci ad essa e all’intervallo
rettangolare
1’.Cominceremo dal dimostrare i
seguelti
tre teoremi.’
VI. -
Assegnata,
a,darbitrio,
tin,%funzione F(s, t)
di classen --
2 nelquadrato Q (n
interopositi,.o
onullo),
una ed U1Ul, -sol&soluzione,
dellastessa classe in
Q , dell’equazione
.che coincide con la
I’(s t) periferia
diQ
e, per n >0 , supposte allora,
F(i, , t) , h’ (- i, t),
~’(H , 1), h’ (s , - 1) in, finitesime,
almeno d’ot.dine n, nelpunto
zero, è identicamemlenulla,
con le sue derivate totali aquella
inclusa d’ordine n -1,
sulla linea L diQ (14),
ed è data da(14) Per
Zinea
mediana di un intervallo del piano, col centro nel punto (ao,bo),
in-tendo
l’ingíeme,
delle sue mediaoe, ciaè il lnogo dei suoi pnnti, per cuiSi verifica immediatamente che
t),
y data dalla(2),
è di classe?1 + 2
inQ,
vi è soluzionedella (i ),
coincide con laF (s ,)
sullaperiferia
di
Q
e, pern > 0,
è identicamentenulla,
con le suepriue
n - i derivatetotali,
sulla linea mediana L. Il teorema saràdunque
dimostrato se stabi- liremo l’unicità di una tale soluzione della(1).
Le soluzioni della(1),
per- 0 ,
9 di classe due nelquadrato Q,
sono tutte date dalla formola .ove
A (s)
eB (s)
sono funzioni arbitrarie della sola s eC (t) e D(t)
dellasola t
2 di classe due i ellliiitervallo(- 1 ,
91) .
Le soluzioni della(1),
perdi classe
n + 2
nelquadrato Q ,
identicamente nulle sulla linea medianaL,
con le loro derivate totali fino aquella
inclnsa d’ordine n-l,son tutte date dalla formola
ove A
(,~)
e 13(s)
sono funzioni arbitrarie della sola s e ~(t)
e D(t)
dellasola t
di classe?1 + 2
nell’intervallo(-
1 ,1 ), infinitesime,
almeno d’or-dine it ,
nelpunto
zero. Il detto teorema d’unicità saràdunque dimostrato, 0 ,
se faremo vedere che esiste una solafunzione,
aventel~
forma(3),
che coincide con laF (s , t) sulla éFQ .
Tale coincidenza avverrà allora e allora soltanto che si verifichino le
seguenti quattro equazioni :
Dalle
(4)
e(5)
si ricavae dalle
(6)
e(7),
ove
a, b,
c ,d ,
al ,d
1 sono costanti verificaiti leeguaglianze :
Introdotte le
(8)
e(9)
nella(3),
si trovt4Dalle
(4), (5), (6)
e(7)
si ricavasottraendo,
membro amembro,
la(12)
dalla(11)
e la(14)
dalla(13),.
sommando,
membro amembro,
la(11 )
con la(t2)
e la( I 3)
con la(14),
somma,ndo membro a membro la
(15)
con la(16)
e la(18)
con l a(17),
sottraendo membro oembro la
(16)
dalla( 1 b)
e la( i g)
dalla(I 7),
Vengon
cos determinati i valori delle costanti a+
c, 9 (ti+ d,
b+
e, ,bs -- d,
checompaiono
nella(io),
laquale,
introdottivi talivalori,
forniscela
(2).
Ed è cos dimostrata l’unicità, sopradetta.
VII. -
Assegitate
adarbitrio, quadrato Q,
unafunzione
continuae
(s ~ t)
ed unafunzione 9) (s , t)
didue,
esiste una ed itiit sola,soluzione,
di
tal classe,
delleequazioni
, .e
posto
è data da
Ed
invero,
la funzioneè di classe due ili
Q,
e vi verifica leequazioni
e
pertanto
essa è data dalla(2),
perq1 = 0 ,
equindi
la u della(20).
VIII. -
Assegnate,
adarbitrio,
nelquadrato Q,
unafunzioue
continuae (s t)
edfunzione
(p(s, t)
d i ela,sse n+
2(n > 0),
esiste una ed uiia solasoluzione,
di talclasse,
delleequazioni :
(15) Tale teorama è da reputarsi noto, da gran tempo Cfr. D.
MANGERON,
Giornaledi Matematiche di