R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
M EHMET N AMIK O GUZTÖRELI ˘
Ottimizzazione dei sistemi di controllo a parametri distribuiti : condizioni necessarie di ottimalità. Punto di vista della programmazione dinamica
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 42 (1969), p. 221-265
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A PARAMETRI DISTRIBUITI:
CONDIZIONI NECESSARIE DI OTTIMALITÀ.
PUNTO DI VISTA DELLA PROGRAMMAZIONE DINAMICA di MEHMET NAMIK OGUZTÖRELI
*)
SUMMARY. - In [la] we established certain sufficient conditions for the existen-
ce of an optimal policy for well-posed linear distributed parameter control systems.
In this paper we investigate the properties of optimal policies and obtain certain necessary conditions for the optimality of admissible policies using the techniques
of Dynamic Programming.
SUNTO. - In una nostra recentissima memoria [la] presentata dall’Illustre Ac- cademico Linceo Mauro Picone abbiamo stabilito certe condizioni sufficienti con-
cementi l’esistenza di una strategia ottimale per sistemi di controllo lineari ben posti
con parametri distribuiti. In questo lavoro si studiano le proprietà delle strategie ottimali e si ottengono certe condizioni necessarie di ottimalità spettanti alle stra-
tegie ammissibili. Le tecniche algoritmiche usano largamente il punto di vista della
Programmazione Dinamica.
1. Descrizione del sistema.
Sia S un sistema di controllo lineare ben
posto
conparametri
distri-buiti con un dominio
spaziale
fisson( c En),
limitato da unasuperficie
nitida 8Q soddisfacente le condizioni di
Liapunov.
Siato]
(oc ? o)
l’intervallotemporale
iniziale edI = [ to ,
l’intervallo di tempoprocessuale spettanti
al sistema S.Assumiamo che
Indirizzo dell’A.: Department of Mathematics, University of Alberta, Edmon- ton, Alberta, Canada.
*) The author expresses his sincere thanks to the National Research Council of Canada for the generous support received to carry on this work.
(i)
Lospazio D
di tutte le funzioni iniziali ammissibili consiste da tutte lie funzioni sufficientemente nitide a valori realicp( t, x)
defi- niteIo X n,
tali cheove cpo è un numero
positivo specificato.
(ii)
Lospazio
V di tutti i controlli ammissibili distribuiti consiste da tutte le funzioni sufficientemente nitide a valori realiv( t, x)
definitesu
11X!},
tali cheove con vo si è notato un certo numero
positivo.
(iii)
Lospazio
W di tutti i controlli ammissibili al contorno con-siste da tutte le funzioni sufficientemente nitide a valori reali
w(t, x)
de- finite su tali cheove vvo è un certo numero
positivo.
(iv)
Lospazio
di funzioni stato U consiste da tutte le funzioni sufficientemente nitide a valori realiu( t, x)
definite suIl
grado
di nitidezzadegli
elementidegli spazi U,
O, V e W è da determinarsi inogni particolare problema
in modo che siano soddisfatte le condizioni affinchè il sistema S sia ben posto. Inogni
modoperò
as-sumiamo che
(v)
Le funzionicp(t, x), v(t, x)
ew(t, x), appartenenti agli spazi
o,V e W
rispettivamente,
sono almeno una volta continuamente differen- ziabilirispetto
a t ed x2 , ...,xn)
nel loro dominio di definizione.Come al
solito,
sia lospazio strategico
per il si- stema S.Sia ora A un operatore lineare
(generalmente chiuso) integro
diffe-renziale a derivate
parziali
e differenze finite azionante sullospazio
U,non
involgente
differenziazionerispetto
a t e sia B un operatore lineare dato azionante nellospazio
V. Si assume che(vi)
Il sistema S è descritto dallasequente equazione
di evoluzionepèr
VEV et(t,
soggetto alla condizione inizialeed alla condizione al contorno
Si suppone che
w(to , x)
per .Giacchè il sistema S è presupposto ad essere ben
posto, l’equazione (1.4) ha,
per19,
v, una soluzione unicau(t,
x, to ; cp, v,w),
sod- disfacente le condizioni(1.5)
e(1.6)
e tale soluzionedipende
continua-mente dalla
strategia p = { cp,
v,i~}.
Si assume inoltre che(vii)
Era stata stabilita per le traiettorie del sistema S una for- mula dirappresentazione
della formaove
Li ,
L2 e L3 sono certioperatori
lineari continui definitirispettiva-
mente
sugli spazi V,
V e W e tali cheAssumiamo che i nuclei Lk
(k =1 ,2, 3)
sono noti ed almeno una volta continuamente differenziabilirispetto
a t ed x per(t,
perogni
(CT, (a,
e(a, x ~ ~, rispettivamente,
con
singolarità
deboli per ex = ~ .
Nel nostro lavoro
[16]
abbiamo dimostrato lapossibilità
di rap-presentazione
sotto la forma(1.7)-(1.10)
delle traiettorie di una vastaclasse di
equazioni
di evoluzione. Inseguito
di un’osservazione fatta nella nostra Nota[la], ogniqualvolta l’integrale temporale
iniziale Io si riduceal momento iniziale to ,
ogni integrazione spettante
all’intervallo Il dev’es-sere
abolita, eseguiendosi
ovvia modificazionenell’integrando.
Inquesto
caso si scrive
e pertanto in
corrispondenza
diciò,
la formula(1.8)
si trascriverà sotto la formamentre le formule
(1.9)
e(1.10) rimangono
taliquali.
Si tenga anche presente il fatto che ci
preoccupiamo
di unproblema
astratto di
Cauchy epperciò
non ne abbiamobisogno
nèdell’operatore
L3 nè delle condizioni al contorno nell
(1.8), (1.9)
e(1.12).
Effettiva- mente, inquesto
caso, la formula dirappresentazione
sipresenta
ove
e
mentre, nel caso in cui l’intervallo Io si riduce al momento iniziale t= to , si ha:
e
Dobbiamo sottolineare che vi sono alcune differenze tra le notazioni
spettanti
ai nuclei Lk(k=1, 2, 3)
da noi utilizzati inquesto
lavoro equelle
che ne abbiamo adottato nel[ 16] .
2. Problema di ottimizzazione.
Sia S il sistema di controllo descritto nel
paragrafo
1. Siano v,w) }
una
strategia
ammissibile edu(t, x) --- u(t, x,
to ; (p, v,w)
la traiettoria checorrisponde
alp = { cp,
v,w } .
Assumiamo che laperformanza
del sistema S è misurata da un funzionale costo1(9,
v,w)
avente la formaove xi , e x3 E 8Q sono certi
punti
dati fissati e Qk(k =1, 2,
...,5)
sono certe funzioni non
negative
a valori scalaridate,
sufficientemente nitiderispetto
a tutti i loroargomenti.
Assumiamo che tutte le derivateparziali
delle funzioniQk ,
che vi saranno utilizzate nei nostricalcoli,
esistono e sono continue. Denotiamo con
’7xu(t, x)
il vettoregradiente
di
u(t, x) rispetto
ad x2 , ...,xn).
Il
problema
di ottimazione considerato in questo lavoro consta nella determinazione di unastrategia
ammissibile con un costo minimo. Siavo, yvo
una talestrategia.
Si ha allorae cioè
Ogni v°,
avente laproprietà
di cui sopra saràchiamata,
comeal
solito,
unastrategia
ottimale.In questo lavoro stabiliremo certe condizioni necessarie per 1’otti- malità di una
strategia
ammissible. Studieremo ilproblema
di ottimizza- zione testè formulato in tutta lageneralità
per un sistema di controllo per cui intervallo di tempo iniziale Io si riduce all’istante iniziale to . Nel nostro lavoro[ 1 c ]
consideriamo il caso in cui Io non si riduce all’istante iniziale.3.
Principio
di ottimalità.La
proprietà
fondamentale concernente lestrategie
ottimali siespri-
me nel seguente
principio
dovuto a R E.. Bellman[2]:
Principio
di Ottimalità. Unastrategia
ottimalepossiede
laproprietà
che
qualunque
siano lo stato iniziale e la decisioneiniziale,
le decisioni rimanenti debbono costituire pur esse unastrategia
ottimalerispetto
allo)stato risultato
dopo
l’esecuzione dellaprima
decisione.Questo
principio giocherà
un ruolo diprimissima importanza
nel-l’analisi susseguente.
4. Rif ormulazione del
problema
di ottimizzazione.L’operazione
di minimizzazionenell’equazione (2.2) rispetto
a{ cp,
v,vv }
èeseguita
nell’intervallo di tempoI = (to , ti).
Per mettere in evidenza questo fatto si scriveSia ora ’"t’ un momento
qualunque
dell’intervallo I. Suddividiamo l’intervallo I in dueparti,
eprecisamente I’.~ _ (to , T)
eL~ _ (-~, ti)
e de- finiamo le funzioniove
x)~= u(’~~
x, to ~ q>, v,w).
È ovvio che
x)
è una continuazione dix)
e’x) = u(t,
x, to ; ep, v,vv)
per(t,
Poniamo ora, persemplicità,
Con le notazioni di cui sopra,
l’equazione (4.1 ) può
essere scritta sotto laforma seguente
ove con la notazione min si intende che la minimizzazione
rispetto
v,
a
{ cp,
v,iv }
sieseguisce nell’intervallo It
t I. Piùgeneralmente,
consi-deriamo la seguente funzione
ove la notazione min denota che la minimizzazione
rispetto
av,
{ cp,
v, sieseguisce
nell’intervalloIT --- [ ~, ti ] .
Nei
paragrafi susseguenti
studieremo alcuneproprietà
della fun-zione
f (~c, ti).
5.
Applicazione
delprincipio
di ottimalità.Consideriamo
l’equazione (4.10).
Dividiamo l’intervallo l’t =[~;, tl ]
in due
parti,
eprecisamente I".~ _ [-c,
edL~+o = [~ -~- 0,
ove0 denota un
piccolo
intervallo di tempo finito. Peripotesi,
le funzioni Qk(k =1, 2,
...,5)
sono continuamente differenziabilirispetto
a tutti isuoi
argomenti. Inoltre,
le soluzioniu(t,
x, to ; cp, v,vv)
e x, ~;;9[.,],v,
~w)
sono una volta continuamente derivabilirispetto
a t e unavolta continuamente differenziabili
rispetto
ad x2 , ...,xn)
per(t,
Se ne ha ancheposcia,
sempre peripotesi,
che le ultime due funzioni sono continuamentte differenziabilirispetto
a to e ~;,rispettiva-
mente. E
pertanto,
le funzioniQk* (k=1, 2,
...,5)
sono tutte continue int oppure in
(t, x),
e continuamente derivabilirispetto
a T.t chiaro che
l’equazione (4.10) può
essere scritta sotto la formaseguente:
In conformità con le osservazioni di cui sopra, abbiamo
e
Poniamo ora
E pertanto,
l’equazione (5.1) può
essere scritta sotto la formaseguente:
ove
Notiamo che dalla continuità delle funzioni
rispetto
a r risultae
che,
in virtù delleequazioni (4.10)
e(5.12),
si haScriviamo ora
Applicando
ilprincipio
di ottimalità di Bellman al secondo membro del-l’equazione (5.11)
e facendone usodell’equazione (5.14),
si trovaSi è ottenuta in tal modo la forma discreta funzionale di Bellman spet-
tante dal nostro
problema
di ottimizzazione.Dividiamo ora ambi membri
dell’equazione (5.15)
per 0 e pas- siamo al limite ~1 ~ 0. Si ottiene allora la seguenteequazione
funzionalee
supprimendo nell’operazione
di minimizzazione la notazione si ottieneMentoviamo pure che
,in
virtùdell’equazione (4.10),
si hat ovvio che la soluzione del nostro
problema
di ottimizzazione èequivalente
alla risoluzionedell’equazione
funzionale(5.18)
soggetta alla condizione al limite(5.19).
t chiaro
che,
per unastrategia
ottimale deve annullarsi laprima
variazione del funzionale
F(9,
v,~,v).
Siano8,,F, g,F
e6wF
leprime
va-riazioni di F
rispetto
a cp, v e ~.v. Edunque,
per unastrategia
ottimale{99, v°, w° }
si haLe
equazioni (5.20)
rappresentano le condizioni necessarie di ottimalità per unastrategia
ammissibile.Nei
paragrafi susseguenti
stabiliremo leprime
variazioni del fun- zionalF(cp,
v,w).
6.
Rappresentazione
dellax).
Consideriamo le funzioni
x)
ex) definite, rispettiva-
mente, tramite le
equazioni (4.2)
e(4.3).
Poichè ilproblema misto,
for- mulato nelparagrafo
2, e cioè ilproblema
di determinazione della solu- zionedell’equazione (1.4)
soddisfacente la condizione iniziale(1.5)
e la condizione al contorno(1.6)
è benposto
nel senso diHadamard,
la fun.zione
x) dipende
continuamente dallastrategia ( tp,
v,iv
e la fun-zione
x) dipende
continuamente dallastrategia {q>[’t] ,
v,w }.
E per- tanto, in virtù del teorema dirappresentazione
diRiesz, x) può
essere rappresentata, per
(t,
sotto la formaove i nuclei
L1’t),
e sono unicamente determinati tramitel’equa.
zione
(1.4),
essendoviL~ _ [ ~, I = [ to , ti ] .
Si noti che siha,
invirtù delle
equazioni ( 1.7)-( 1.10)
e(4.2)-(4.3),
Ove
l’ ’t = [ to , -r 1,
’’CEI.Rammentiamo che
x)
è una continuazione diu(t, x)
ed è con- tinuamente derivabilerispetto
a "’t’:7. Prime variazioni di u, e
Si
può
scrivere senza difficoltà leprime
variazioni diu(t, x), x), B1 xu(t, x)
ex).
Per farciò,
diamo un incremento6/p=etp*(x)
allacp~(x), ove I e i
è un numero suficcientementepiccolo
eè una funzione arbitraria appartenente allo
spazio V
nulla sulla frontiera 9H:Si ha
poscia
e
Sia ora
v*(t, x)
una funzione arbitraria appartenente a V nulla sulla frontiera 8n e tale che per t = to si abbiae sia
w*(t, x)
una funzione arbitraria appartenente a W e tale che siabbia
Diamo alla
v(t, x)
ed allaw(t, x), rispettivamente, gli
incrementix)
eól.v = wv*(t, x).
Troviamo nuovamente, data la linearità diu(t, x)
ex) rispetto
a v e w,Si
può
facilmente vederepoi
cheE pertanto, le
prime
variazioni di e di possono essere scritte senz’altro facendone l’uso delleequazioni (7.2), (7.3), (7.4)-(7.9).
8. Pruno variazioni di
All’uopo
di calcolare le variazioni diF(cp,
v,w),
incominciamone conle
prime
variazioni di Notiamo innanzitutto cheove g. denota
8, , 8,
ovvero6w .
Si hapoi x)==u(’t,
x).Giacchè
si
può
scrivereimmediatamente,
in virtùdell’equazione (4.4),
ovexa ,
X2Ean,
9. Prime variazioni di Consideriamo le funzioni
Il calcolo diretto ci conduce ai
seguenti
risultati:10. Prime variazioni di
Le
prime
variazioni delle funzionisono dati
qui
sotto11. Prime variazioni del f unzionale
F( cp,
v,w).
Stabiliremo in questo
paragrafo
leprime
variazioni del funzionaleF«p,
v,vv)
definito tramitel’equazione (5.17).
È chiaro cheove 8- rappresenta
8, , Ev
oppure6w .
Combinando
prima
leequazioni (8.3), (8.6), (9.2), (9.5), (10.2),
(10.5)
e(11.1),
si ottieneSimilmente,
combinando leequazioni (8.4), (8.7), (9.3), (9.6), ( 10.3)~
(10.6)
e( 11.1 )s
si trovaCombinando,
infine,
leequazioni (8.5), (8.8),
(9.4),(9.7), (10.4), (10.7)
e
(11.1),
si ottieneFacendo ora uso delle
rappresentazioni (7.2)
e(7.3), l’equazione (11.2) può
essere scritta sotto la forma seguente:ove
In modo
simile,
facendo uso dellerappresentazioni (7.5)
e(7.7),
co-me pure della formula
l’equazione (11.3) può
essere scritta sotto la forma seguente:ove
e
Nello stesso
modo, combinando (7.6), (7.8), (11.4)
esi trova
ove
12. Condizioni necessarie di ottimalità.
Nel
paragrafo precedente
abbiamo stabilito leprime
variazioni del funzionalew),
definito tramitel’equazione (5.17), rispetto
a~p, v e ~w. Secondo ciò che è stato detto dalla fine del
paragrafo
5, leequazioni
sono
soddisfatte,
per unastrategia
ottimale( tp,
v,~.v },
perogni p*,
v* ew*
soddisfacenti, rispettivamente,
le condizioniConsideriamo in
primo luogo
la variazione60F(tp,
v,vv),
data dal-l’equazione (11.5).
Per un ben noto lemma del Calcolo delleVariazioni, 60F(qp,
v,w)=0
perogni rp*(x)
soddisfacente le condizioni(12.2)
alloraed allora soltanto se
ove
~)
è continua ed è definita tramitel’equazione (11.6).
Si consideri ora la variazione
8,F(9, v, w),
datadall’equazione (11.8).
La condizione necessaria per una
strategia
ottimale(9,
v,vv }
consta nelfatto che
l’eguaglianza 8,F(9,
v,l.v) = 0
dev’essere soddisfatta perogni v*(t, x)
che soddisfa le condizioni(12.3).
Ciò cheimplica
leseguenti equazioni
e
( 12.11 ) T4(~;
0’,~) = 0
per(a,
oveT4(-~;
a,~)
ècontinua,
per
tutti ’tE(to,
«, ove, comeprecedentemente I = [ to , I’.~ _ [ to , ~ ]
Dimostriamo ora
separatemente
ciascuna delleeguaglianze (12.6)- (12.11).
Consideriamo
dapprima l’equazione (12.6)
esupponiamo
che perqualcun -re(to, ti)
si abbiaNella discussione che segue si considererà soltanto questo
particolare Scegliamo
ora una funzionevi(t)
continua nell’intervallo I ed avente leseguenti proprietà:
ove vo è il numero che ne
figura
in(2.2).
Adesempio,
la seguente funzionesoddisfa le
proprietà
di cui sopra.Sia ora
6(x)
una funzione continua su Q soddisfacente le condizioniUna tale funzione
è,
adesempio,
la seguenteove è un numero
positivo
sufficientementepiccolo
tale che la E-Yicinan-za del
punto
eS2)
sia contenuta inn,
eove
Si
può
verificare facilmente che la funzionesoddisfa tutte le condizioni
(12.3).
Epertanto,
tale funzionepuò
essereutilizzata come funzione testo nella formula
(11.8). Abbiamo,
per conse-guenza, una
strategia
ottimale{q,
v,w),
Siccome il
primo
membrodell’equazione (12.20)
èindipendente
davi(t)
e
O(x)
ma il secondo membro di essadipende
continuamente da tali fun-zioni,
sipuò
sempre trovare unpaio
di funzionivi(t)
eO(x) aventi,
ri-spettivamente,
leproprietà (12.13)
e(12.15),
tali che il segno di egua-glianza
nella(12.20)
non sia valido. Edunque, l’ipotesi (12.12)
ci con- duce ad una contradizione. Risulta chel’equazione (12.6)
è vera per tuttiti)
per unastrategia
ottimale{ cp,
v,vv }.
Dimostriamo ora
l’equazione (12.7). Supponiamo
chel’equazione (12.7)
non sia vera ed assumiamo che perqualcun ove rei,
siabbia
Conserviamo tale t* fissato. Data la continuità di
risulta l’esistsenza di una 8-vicinanza
Ns(t*)
di t* contenuta in l’t e tale cheConsideriamo la funzione
ove
O(x)
è una funzione continua su il soddisfacente le condizioni(12.15)
e
v2( t)
è una funzione continua su I avente leseguenti proprietà:
e
ove
è un numero
positivo
in virtù delleipotesi (12.22).
t chiaro che in virtù delle(12.24)
si ha Una tale funzioneè,
adesempio,
ove +
è definito tramitel’equazione (12.17).
Sipuò
dimostrare senza dif- ficoltà che la funzionev*(t, x),
definita tramitel’equazione (12.23),
sod-disfa tutte le conzioni
(12.3).
Epertanto,
essapuò
essere utilizzata come funzione testo nella formula(11.8).
Per conseguenza, rammentandoci chel’equazione (12.6)
era statagià stabilita,
si trova, per unastrategia
ot-timale
( tp,
v,w},
Il
primo
membrodell’equazione (12.27)
ha un valorepositivo
determi-nato per
ogni
scelta della funzioneindipendentemente
dalla sele-zione della funzione
O(x),
mentre il secondo membro di essaequazione
varia continuamente per
ogni
scelta diO(x)
e perogni
scelta di Epertanto,
è semprepossibile
di trovare una funzioneO(x),
perogni
datavz(t),
tale che la(12.27)
vi saràun’ineguaglianza
invece di essereun’egua- glianza.
Edunque, l’ipotesi (12.22)
ci conduce ad una contradizione.Per conseguenza,
l’equazione (12.7)
è vera per tutti e Te7 per unastrategia
ottimale{ cp,
v,~}.
Dimostriamo ora la validità
dell’equazione (12.8). Supponiamo
il con-trario ed assumiamo
che,
perqualcun
e perqualcun T*e7,
si abbiaSiccome la funzione
è continua
rispetto
ad x e r, esistono E-vicinanze di x* e di ~* contenute interamente in il e Irispettivamente,
tali cheConsideriamo la funzione
ove
essendovi
c~(x)
definito tramitel’equazione (12.17)
eV3(t)
essendo una funzione continua nell’intervallo I e tale cheed arbitraria nell’intervallo mentre
Anche
qui
vo è il medesimo numero che necomparisce
in(2.2).
Notiamoche,
in conformità con(12.29),
m>0. Sipuò
costruire facilmente fun- zioniv3(t)
aventi leproprietà
di cui sopra.Si
può
facilmente verificare che la funzionev*(t, x)
definita tramitel’equazione (12.30)
soddisfa tutti irequisiti
di(12.3)
e nepuò
conse-guentemente
essere utilizzata come funzione testo nella formula(11.8).
E pertanto, tenendo conto delle
equazioni (12.6)
e(12.7), abbiamo,
peruna
strategia
ottimale{ ~,
v,Giacchè il
primo
membrodell’equazione (12.34)
èindipendente
dallaselezione della funzione
V3(t),
mentre il secondo membrodipende
effet-tivamente in modo continuo dalla funzione
v3(t) sopraddetta,
sipuò
sem-pre trovare una funzione
v3( t)
tale che il valore del secondo membro del-l’equazione (12.34)
differisca dal valore delprimo
membro di essa equa- zione. Edunque, l’ipotesi (12.28)
conduce ad una contradizione. Ciò prova la validitàdell’equazione (12.8).
Passiamo ora alla dimostrazione
dell’equazione (12.9).
Per far ciòsupponiamo
che essa non si avveri ed assumiamo che perqualcun
per cui
~)
è continua e perqualcun -c* E (to , ti)
si abbiaData la continuità di
T2(~c*, ~)
per~*,
esiste una e-vicinanzaNE(~*)
delpunto ~*
contenuta in ~2 tale cheConsideriamo la funzione
ove
essendovi
~r(x)
definitadall’equazione (12.17)
ev4(~)
una funzione con- tinua nell’intervallo I ed avente leseguenti proprietà:
ove
t chiaro che in virtù
dell’ineguaglianza ( 12.35) m
è un numeropositivo.
Anche
qui
vo è il medesimo numero che necomparisce
in(2.2).
Adesempio,
una tale funzione èSi
può
facilmente verificare che la funzionev*(t, x),
definita tramitel’equazione (12.37), può
essere utilizzata come funzione testo nella for- mula(11.8).
Consideriamol’equazione (11.8)
e per una stra-tegia
ottimale{q,
v,vv }.
Poichè leequazioni (12.6)-(12.8)
sono stategià
stabilite,
si trovaSiccome il
primo
membro diquesta equazione
èindipendente
dalla fun-zione
v4(t),
mentre il secondo membro nedipende
continuamente da essa, sipuò
sempre trovare una funzionev4(t)
tale che il segnod’eguaglianza
non sia
più
valido in(12.41).
Edunque
ci siamo condotti ad una con-traddizione. Ciò prova l’asserto concernente
l’equazione (12.9).
Passiamo a stabilire ora la validità
dell’equazione (12.10). Suppo-
niamo che
l’equazione (12.10)
non si avvera ed assumiamo che perqual-
cun
paio (0-*,
e perti)
si abbiaove
T3(’t’;
(1’,~)
è continua. Anchequi,
data la continuità della funzioneT3(~’~;
a~,~)
nel(cs*, ~*),
risulta l’esistenza di una E-vicinanza di cr*e di una e-vicinanza
N1(~*)
di9*,
contenute,rispettivamente,
inI’.,.
e!1,
tali cheConsideriamo ora la funzione
ove
0(~)
è la funzione definita tramitel’equazione (12.38)
ev5(u)
è una funzione continua dell’I ed avente leseguenti proprietà:
essendovi vo il numero che ne
figura
in(2.2)
eun numero
positivo
ii virtù della(12.43). ~
chiaroche,
vista la(12.45), vs( t) = 0
perte L.,..
Adesempio,
una tale funzione èSi
può
dimostrare facilmente che la funzionev*(t, x),
definita tra-mite
l’equazione (12.44),
soddisfa tutti irequisiti
richiesti dalla(12.3)
e
pertanto può
essere utilizzata come funzione testo nella formula(11.8).
Consideriamo
l’equazione (11.8)
collav*(t, x)
definita tramitel’equazio-
ne
(12.44), spettante
a e ad unastrategia
ottimale(tp,
v,~}.
Poichè le
equazioni ( 12.6)~( 12.9)
sono stategià stabilite,
si trova, per conseguenza,È chiaro che il
primo
membrodell’equazione (12.48)
ha un valore po- sitivo per la funzionev5(t)
definita tramitel’equazione (12.47).
Ciò ciconduce ad una contraddizione. Per conseguenza,
l’ipotesi (12.42)
nonne
può
essere vera. Ciò prova la validitàdell’equazione (12.10).
La validità
dell’equazione (12.11)
si dimostra utilizzando con lievi modificazioni la prova di cui sopra. Ciòcompleta
le dimostrazioni spet- tanti alleequazioni ( 12.6)-( 12.11 ).
Consideriamo finalmente la variazione
.v),
datadall’equa-
zione
(11.13).
La condizione necessaria per unastrategia
ottimale( tp,
v,w} }
è chel’eguaglianza 6wF(p,
v, sia soddisfatta perogni w*(t, x)
soddisfacente le condizioni(12.4).
Ciòimplica
leseguenti equazioni:
ove
T6(~;
u,~)
ècontinua,
ove
T6(’t; ~)
ècontinua,
eove ~,
~)
è continua.Le dimostrazioni concementi le asserzioni
(12.49)-(12.54)
sono si- mili conquelle
espostepiù
sopra espettanti
alleequazioni ( 12.6)-( 12.11 ).
Rinunciamo a dare
qui
idettagli.
I risultati ottenuti in
questo paragrafo
possono essere sintetizzaticome segue:
Condizioni necessarie di ottimalità. Sia
(S)
un sistema di controllo ben posto definito nelparagrafo
2 ed il funzionale costoJI(cp,
v,w),
de- finito tramitel’equazione (2.1). Allora,
per unastrategia
ottimale{ cp,
v,w},
hannoluogo
leseguenti equazioni:
ove
Ti(-c; 9)
ècontinua,
ove
~)
ècontinua,
ove a,
~)
ècontinua,
ove
~)
ècontinua,
ove
T7(~;
(1,~)
ècontinua,
essendoviTi , T2 ,
..., T7 date dalleequazioni (11.6), (11.9), (11.10), (11.11), (11.14), (11.15)
e(11.16),
mentreQk*
(k =1,
2,..., 5 )
sono definite tramite leequazioni (4.4)-(4.8); L~’ _ [ to , «]
13. Osservazioni.
a)
In uno dei nostri lavorisusseguenti
della serie che si elabora in collaborazione col Prof. D.Mangeron [3],
ci appoggeremo, nell’am- bito deiproblemi spettanti
alle condizionisufficienti
diottimalità,
sui risultati recenti digrandissima portata
dovuti all’Illustre Accademico Linceo Mauro Picone[ 4a ] - [ 4b ] .
b)
Per altre referenzebibliografiche,
come pure per studi di sva-riati casi
speciali, esemplificazioni
edapplicazioni,
vedasi[lc]
e[3].
BIBLIOGRAFIA
[1] M. N. OGUZTÖRELI
[a] Esistenza di strategie ottimali per i sistemi di controllo con parametri di- stribuiti, Rend. Ist. Lombardo, A 102, 1968 (in stampa).
[b] A mixed problem for an integro-differential equation of parabolic type with a delayed argument, A Publication of the Department of Mathematichs, The University of Alberta, Series A, 3, 27, 1967.
[c] Optimization in Distributed Parameter Control System, A Dynamic Pro- gramming Approach, Chapter V. A Publication of the Department of Mathe- matics, The University of Alberta, 1968.
[2] R. E. BELLMAN, Dynamic Programming, Princeton University Press .Princeton, N. J., 1957.
[3] M. N. OGUZTÖRELI e D. MANGERON, Problemi ottimali spettanti ai sistemi di controllo con parametri distribuiti, I, II, III, .Rend. Acc. Naz. dei Lincei, Cl.
sci. fis., mat. e nat., s. VIII, 44, 6, 1968.
[4] M. PICONE
[a] Criteri sufficienti concernenti generali problemi di calcolo delle variazioni
riguardanti integrali pluridimensionali d’ordine qualunque nel vettore mini-
mante a più componenti, Atti Accad. Naz. dei Lincei. Memorie. Cl. sci. fis.,
mat. e nat., s. VIII, Sez. I, 3, CCCLX-1963, 33-58.
[b] Criteri sufficienti nel Calcolo delle variazioni e loro applicazioni, Nel Vol.
« Atti del Simposio Lagrangiano». Accad. Sci. Torino, 1-20, 1964.
Manoscritto pervenuto in redazione 1’11 novembre 1968.