R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
L. S ALVADORI F. V ISENTIN
Sul problema della biforcazione generalizzata di Hopf per sistemi periodici
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 68 (1982), p. 129-147
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problema generalizzata Hopf
per sistemi periodici.
L. SALVADORI - F. VISENTIN
(*)
1. Introduzione.
Consideriamo il
problema
della biforcazione della soluzione staticaz n 0 di un sistema differenziale
T-periodico
in soluzioni
T-periodiche
dei sistemi differenzialiperturbati
con
t
vicina adf o
in unaopportuna topologia.
Le funzionif, f o
si sup- pongono definite e continue al variare di z in un intornodell’origine
di Rn e di t in
R, periodiche
in t diperiodo T,
e di classe C°° in zcon derivate
rispetto
a z(di ogni ordine)
continue in(t, z).
Sia0)
una matricecostante, C,
il chepuò
sempre ottenersi con unopportuno
cambiamento della variabile z.Supponiamo
che C abbiaun autovalore
nullo,
mentreogni
altroautovalore, A,
soddisfi la con-dizione di non risonanza
Â-::p2nmijT,
m =0, :~:l,
....(*)
Indirizzodegli
AA.: L. SALVADORi:Dipartimento
di Matematica, Li- bera Università di Trento, 38050 Povo(Trento) ;
F. VISENTIN : Istituto di Ma- tematica dell’Università diNapoli -
Via Mezzocannone 8 - 80134Napoli.
Lavoro svolto nell’ambito del C.N.R.:
Gruppo
Nazionale per la Fisica Matematica e Contratto n. 79.00696.01.Questo problema
è stato trattato nel caso n = 1 da Andronov et al. in[1],
nello studio della biforcazione per sistemi autonomipiani
da un’orbita
periodica Lo
del sistemaimperturbato
ad orbiteperiodiche
dei sistemi
perturbati (cfr.
anche[7]).
Sotto certecondizioni, difatti,
con l’uso di
opportune coordinate,
sipuò
ridurre ilproblema
aquello
della biforcazione della soluzione nulla di
un’equazione periodica
sca-lare,
con cui si identifica ora(So),
in soluzioniperiodiche
diun’equazione
scalare
perturbata (~S).
L’orbita del sistemaoriginario
èrappresentata
dalla soluzione z = 0 di
(So) .
Unimportante
risultato in[1],
chequi esprimiamo
in termini di(80),
è che se la soluzione z = 0 di(So)
sod-disfa una certa condizione di stabilità
involgente
un numero interok >
1,
allora:(i)
il numero delle orbiteperiodiche
biforcate vicine al-l’origine
e relative alle funzionif
vicine adfo
nonpuò
superarek;
(ii)
perogni j
E{ly ... , 1~~
sipuò determinare f
arbitrariamente vicina adf o
tale che(8)
ammettaesattamente j
orbiteperiodiche
chegiac-
ciono in un intorno arbitrariamente
piccolo dell’origine.
La condizionedi stabilità è che
l’origine
di(So)
sia k-stabile o k-instabile. Con ciò si vuole intendere(n. 2)
che la soluzione nulla di sia stabile(risp.
instabile),
ed inoltre chequesta proprietà
siapreservata rispetto
alleperturbazioni
dif o
diordine > k,
ma nonrispetto
aquelle
di ordineinferiore. L’una e l’altra di
queste
dueproprietà
espresse per il sistema autonomoimperturbato originario,
yequivalgono
a richiedere cheLo
sia un ciclo limite
multiplo
dimolteplicità k,
nel sensospecificato
in
[1].
Nel caso
generale
dei sistemi(S,,), (,S ) ,
De Oliveira e Hale mostrano in[4],
per n > 1qualsiasi,
conl’applicazione
del metodo diLiapunov- Schmidt,
che laproprietà (i)
sussiste ingenerale quando
l’ordine dimolteplicità
della radice c = 0 della funzione di biforcazioneG(c, f o)
è finito e che si identifica con
questo
ordine. Se accanto all’auto- valoresemplice
0ogni
altro autovalore di C haparte
realenegativa, (So)
ammette nellospazio (t, z)
una varietà invariante attrattivaHo periodica in t,
le cui sezioni per t fissato sono unidimensionali e tan-genti
in z = 0all’autospazio corrispondente
all’autovalore nullo di C.In
[4]
si mostra allora che nell’esame dellaproprietà (i), G(c, f o) può
essere sostituita dalla funzione di biforcazione
G*(c, f o),
relativa al-l’equazione
differenziale(Eo)
delle soluzioni di(So) giacenti
suH.
Inquesto
caso la condizione a cui abbiamo dianzi accennato sufficiente per il verificarsi dellaproprietà (i), equivale
alla condizione chel’origine
di(Eo)
sia k-stabile o k-instabile.Inoltre,
anche lo studiodella stabilità delle orbite biforcate viene ricondotto allo studio della funzione di biforcazione relativa ad una conveniente
equazione
dif-ferenziale scalare
(E) .
In[8]
si fornisce una soluzione diquesti
me-desimi
problemi
in termini della funzionespostamento V(c,
relativaad un conveniente insieme di soluzioni di o,
rispettivamente,
intermini delle funzioni
spostamento V*(c, fo), V*(c, f),
relative ad(-~o) ~ (E) ~
Nel
presente
lavoro siperviene
ad un’analisicompleta
di tutte lesituazioni che possono
presentarsi
pern > 1,
mostrando che inogni
caso,indipendentemente
daogni
ulterioreipotesi sugli
autovalori diC,
ilverificarsi delle
proprietà (i), (ii) equivale
alla condizione chel’origine
di
un’equazione periodica
scalare(E,)
convenientemente associata ad(So)
sia k-stabile o k-instabile. Si prova inoltre che se perogni
> 1 tale condizione non èsoddisfatta,
allora perogni intero j
> 0 e perogni
intorno ZT di z = 0 sipuò
determinaref
arbitrariamente vicina adf o
tale che(~S)
ammettaesattamente j
orbiteperiodiche gia-
centi in TJ.
Il
procedimento seguito
per le dimostrazioni diqueste proposizioni
non differisce sensibilmente da
quello
adottato in[2]
per dimostrareproposizioni analoghe (che
estendono al caso di n > 2 certi altri risul- tati di Andronov et al. relativi ai sistemipiani [1])
concernenti la bifor- cazione daposizioni
diequilibrio
in orbiteperiodiche quando: (1)
èautonomo; (2)
Cpossiede
unacoppia
di autovaloripuramente
imma-ginari + i
edogni
altro autovalore A soddisfa la condizione di nonrisonanza A
=1= mi,
m =0,
~1, .... (Per n
> 2 cfr. anche Chafee[3]).
Tuttavia anche il
problema
trattato in[2]
è riconducibile allo studio di un sistema differenziale soddisfacente le attualiipotesi
del siste-ma
(/So).
Ciò sipuò
ottenere attraverso unopportuno
cambiamento divariabili,
con l’uso di coordinatepolari (r, 0)
nelpiano,
anche se lasingolarità
diquesta
trasformazione per r = 0 richiede un attentoesame per
legittimare
il trasferimento di informazioni dal sistema tra- sformato aquello originario.
Nello schema analitico adottato si
può
infine includere anche ilproblema
della biforcazione da unaposizione
diequilibrio
aposizioni
di
equilibrio quando (~So), (~S)
sono autonomi. Sussistono risultati ana-loghi,
y ancoraespressi
mediante leproprietà
di k-stabilità e k-insta- bilitàdell’origine
diun’equazione
scalare costruitaopportunamente
apartire
da( So ) (cfr.
anche Hale[5]).
I risultati ottenuti vengono illustrati attraverso la loro
applicazione (n. 5)
ad un sistema meccanico ad ungrado
dilibertà, soggetto
ad unasollecitazione
dissipativa
lineare e ad una sollecitazione dicomponente
lagrangiana Q(t, q)
=.~(q)~3(t),
conF(0)
=.F’’(o)
=0,
e(3(t)
funzioneperiodica. L’esempio
consente di stimare l’influenza del fattore pe- riodico sul numero delle orbiteperiodiche biforcate,
attraversoun’analisi dell’influenza del fattore
periodico
medesimo sulla stabilità dellaposizione
diequilibrio q
= 0.2. Alcuni concetti di stabilità concernenti
un’equazione periodica
scalare.Per ao > 0
poniamo
=={x
SiaF,
l’insieme dellefunzioni X E
R), periodiche
in t diperiodo
T >0,
diclasse C°° in x e con derivate
rispetto
ad x(di ogni ordine)
continuein
(t, x) .
Consideriamol’equazione
differenzialecon
Xo E Fp, .go(t, 0)
-0, .~óx(t, 0)
-0,
e sia perogni t
la serie di MacLaurin del secondo membro della
(2.1).
Siax(t, c)
la soluzione di(2.1)
di condizioni iniziali(O, c),
e siaaó E (0, aco)
tale chex(t, c)
esista nell’intervallo[0, T]
per c EB(aó) ;
diremo funzione spo- stamento relativa alle soluzioni di(2.1),
la funzionedefinita da
Sia h > 1 un intero. Per c E la soluzione
x(t, c)
di(2.1) può
scriversi
con le Ui funzioni continue e tali che
ui(0)
=1, u,(0)
= 0 per i =2, ...,
h. Introducendo(2.4)
in(2.1)
si ricavano leequazioni
per la determinazione delle Si haprecisamente
- 1 eove
ogni Ús(t)
si costruisce mediante le funzioni ... , Ui-~,X02’ ...,
In definitiva le
ui (t)
nondipendono
altro che dai coefficienti dei terminidi ordine non
superiore
ad i della serie(2.2). Questa
medesimaproprietà
sussiste
dunque
anche per lederivate,
calcolate per c =0,
della fun-zione
spostamento,
avendosiprecisamente dV*(O)jdc
=0,
= i!ui(T), i = 2, ..., h.
2.1. DEFINIZIONE. Sia h > 1 un intero. La soluzione x = 0 del-
l’equazione (2.1)
si dice h-stabile(h-instabile)
se(i)
perogni ~
E diordine > h in x,
la soluzione x --- 0 dellaequazione
è stabile
(instabile) ;
(ii)
laproprietà (i)
non è verificata se h viene sostituito da unqual-
siasi m =
2, ... , h -1.
Le
proprietà
di h-stabilità e h-instabilità possono essere caratteriz- zate per il tramite di condizioniinvolgenti
la funzionespostamento
V*relativa
all’equazione (2.1).
Precisamente sussiste ilseguente
teorema.2.2 TEOREMA. Sia
h > 1
un intero. Condizione necessaria e suf- ficiente affinchè la soluzione nulla di(2.1)
sia h-stabile o h-instabile è che si abbiaInoltre la soluzione nulla di
(2.1 )
è h-stabile se e solo sevalgono
le(2.7)
con hdispari
eg*
0.DIMOSTRAZIONE.
(u) Supponiamo
che siano verificate le(2.7);
proveremo allora che la soluzione x m 0 di(2.1)
è h-stabile se h èdispari
eg* 0,
ed èh-instabile in
ogni
altro caso. Dalle(2.7)
segueinoltre è
possibile
trovare un intorno I di c = 0 tale cheV*(c)
0per c E I e c >
0, V*(c)
> 0 per c e I e c 0. Da ciò segue ovviamenteSia e E
(O, aó)
e sia ó E(O, e)
tale chelx(t, c) c
per c eB(ò) ,
t e[O, T],
Essendo il secondo membro di
(2.1)
una funzioneperiodica
diperiodo T,
si ha
dove
xe( ~, c)
è la soluzione di(2.1)
di condizioni iniziali(0, c).
Risultaallora per c E
B(tJ), x(t, c’ )
=xT(t +
=x(t -f- T, c)
perogni
con c’=
x(T, c).
Da(2.9)
segue c’E eIx (t, c) 1
e perogni
t E
[T, 2T].
Iterandoquesto procedimento
si ha in definitivaPertanto la soluzione x - 0 di
(2.1)
è stabile.Analogamente
si provache,
seg*
>0, allora, indipendentemente
dallaparità di h,
la solu-zione x = 0 di
(2.1)
è instabile. Poichè modifiche dei termini di ordinesuperiore
ad h nel secondo membro di(2.1)
conducono per la nuova funzionespostamento agli
stessi valori(2.7),
le anzidetteproprietà
di stabilità della soluzione nulla di
(2.1)
sonopreservate rispetto
a talimodifiche.
Supposto
ora di nuovo hdispari
eg*
C0,
siscelga
lapertur-
bazione
~(t, x)
=acxm+1,
con a costante ed m =2,
... , h - l. Intro- ducendo losviluppo
di una soluzionedell’equazione
analogo
a(2.4), nell’equazione stessa,
si ottiene ancoraa)
=1,
mentre per la determinazione delle
a), z
=2,
...,m + 1,
si per- viene alleequazioni
con
Um(t)
costruita tramiteul, ..., um, .~02, ·.·, Xom.
Si ha~2(T, a)
=- ... =
u~(T, a)
= 0 e, per a sufficientementegrande, a)
>0;
la
corrispondente
soluzione nulla di(2.11)
èquindi
instabile. Risulta alloraprovata
nel caso in esame laproprietà (ii)
della Definizione 2.1.Analogamente
siprocede negli
altri casi.(v) Supponiamo
ora che la soluzione r - 0 di(2.1)
siah-stabile;
proveremo allora che h è
dispari
eg*
0. In base aquanto
dimostratoin
(u)
segue 0per i
=1, ... , h -1. Supponiamo
che sia0,
allora risulta ancheUh(T)
= 0. Consideriamol’equa-
zione
perturbata
con a costante. Procedendo come per la
(2.11),
si dimostra che per a sufficientementegrande
lacorrispondente
soluzione x --- 0 di(2.12)
è instabile e ciò è assurdo. Pertanto si ha
g* *
0. Utilizzando ancorail risultato
conseguito
in(u)
segue immediatamente che h deve esseredispari
eg*
0.Analogamente
siprocede negli
altri casi e il teorema risulta coscompletamente
dimostrato.2.3 OSSERVAZIONE. Non è difficile provare che se sono verificate le
(2.7)
con hdispari,
la soluzione nulladell’equazione (2.6) è,
perogni perturbazione ~(t, x),
asintoticamente stabile ocompletamente
in-stabile a seconda che
g*
0 og*
> 0. Se invece h èpari
la medesima soluzione è asintoticamente stabile a destra ecompletamente
instabilea
sinistra,
oviceversa,
a seconda cheg*
0 og*
> 0. Ove sia oppor- tuno evidenziarequesti aspetti
della h-stabilità oinstabilità, diremo,
a seconda dei casi che la soluzione nulla
dell’equazione imperturbata (2.1)
è h-asintoticamente stabile oh-completamente instabile,
even-tualmente a destra o a sinistra.
3. Sistemi
periodici
e relativiproblemi
di biforcazionegeneralizzata
di
Hopf.
Per
poniamo
=~~ c ao~ .
Sia,~T ,
T >0,
l’insieme delle funzioni
f
ET-periodiche
int,
diclasse C°° in z e con derivate
rispetto
a z(di ogni ordine)
continuein
(t, z) .
Muniamo dellatopologia generata
dalla successione dellenorme
Consideriamo
un’equazione
differenziale.
Supporremo
che lamatrice jacobiana 0 )
sia
indipendente
daltempo
ed ammetta un autovalore nullo.Suppor-
remo inoltre che i rimanenti autovalori
~ ~=ly...~20131,
sod-disfino la condizione di non risonanza
m = 0, ~ 1, ....
Per
ogni f
ED,
consideriamol’equazione perturbata
Siamo interessati al
problema
di fornire una stima del numero di orbiteperiodiche
di(3.2) giacenti
in un intornodell’origine
di R"quando f
è vicina adf o
nellatopologia
anzidetta. Precisamente daremouna caratterizzazione del verificarsi dell’una o dell’altra delle
seguenti proprietà (a), (b) .
(a)
Esiste un intero > 1 tale che(i)
esistono un intornoNi
di/0
ed a1 > 0 tali che perogni
il sistema
(3.2)
ammette alpiù k
orbiteT-periodiche giacenti
in 7
(ii)
perogni intero j,
perogni
a2 E(0, al)
e perogni
intorno
N2
di/0’
esiste tale che(3.2)
ammette esatta-mente j
orbiteT-periodiche giacenti
inB(n)(a2);
(iii) per ogni à
E(0,
esiste un intornoN
dif o , N c
taleche, se f
E N e se y è un’orbitaT-periodica
di(3.2) giacente
inallora y giace
in( b )
Perogni
intorno N difo ,
perogni interno
> 0 e perogni
> 0 esistef
E N tale che(3.2)
abbiaesattamente j
orbiteT-periodiche gia-
centi in
Con un
opportuno
cambiamento divariabili, l’equazione (3.1) può
essere scritta nella forma
con
.reRy
y E~.$w1, Xo, Yo
diordine > 2
in(x, y)
edAo
matrice(n -1) X (n -1 ) costante,
i cui autovalori sono diversi da2nmijT,
m = 0, Corrispondentemente
scriveremo la(3.2)
nella formaSia h > 0 un intero. Indicato con
un
polinomio (n - 1)-dimensionale
digrado
h a coefficienti(vettoriali) periodici
diperiodo T, proponiamoci
la determinazione diquesti
coef-ficienti in modo che
lungo
le soluzioni del sistemaimperturbato (3.1)’
risulti
La
(3.3) equivale
alla condizione che le funzioni siano soluzioni delleequazioni
differenzialidove le sono funzioni
periodiche
diperiodo
Tdipendenti
daqJ~, ... , La richiesta
periodicità
delle e leipotesi
suAo
com-portano,
come è immediatoriconoscere,
che le(3.4)
ammettono unaed una sola soluzione la
quale può
essere determinata ricorsivamente osservando cheqi(t)
« 0.Considerata
l’equazione
scalare ausiliariasiamo ora in
grado
di fornire la caratterizzazione delleproprietà (a), ( b ) ,
introdotteprecedentemente,
in termini delleproprietà
di h-stabilitào instabilità della soluzione nulla
dell’equazione (Eh) .
Sussistepreci-
samente il
seguente
teorema.3.1 TEOREMA. Se esiste un intero h > 1 tale che la soluzione r - 0 di
(E,)
è h-stabile oh-instabile,
allora sussiste laproprietà
ed èk = h. Se invece per
ogni
intero h > 1 la soluzione x - 0 di(Eh)
non è h-stabile nèh-instabile,
allora sussiste laproprietà (b).
Per dimostrare il Teorema 3.1 abbiamo
bisogno
di alcune conside- razioni e lemmipreliminari.
Effettuando la trasformazione q = y -
x) ,
i sistemi(3.1 )’
e(3.2)’
assumonorispettivamente
la formae
ove x,
0)
è diordine >h
in x e x,r~),
x,q)
sono diordine >2
in(x, r¡).
Per @ una soluzione(x(t, c, ~o, f ),
2f ))
di(3.2)"
sarà detta una(T, n-soluzione
se essa esiste in[O, T]
ed è tale chec,,no, 1)
= Dalleipotesi
fatte su e dalteorema delle funzioni
implicite,
y con la formula di variazione della costantearbitraria, applicata
alla seconda delleequazioni (3.2)",
segue facilmente ilseguente
lemma.3.2 LEMMA. Esistono e E
(O, ao),
un intorno N dif o
ed una funzioneo-(c, f )
eC(B(8) R"-i) , f o) = 0, (y(’J)
EC°°,
tali che perogni (c, 170)
E e perogni f
EN,
una soluzione di(3.2)"
di condizioniiniziali
(O,
c,qo)
è una(T, r¡)-soluzione
se e solo se 7yo=6(c, f).
Inoltrele derivate di a
rispetto
a c sono tutte continue in(e, f).
Consideriamo la funzione
spostamento
relativa alle soluzioni(x(t,
c,f), f), 97(t,
c,a(c, f), f ))
di(3.2)",
cioè la funzioneGli zeri della funzione
spostamento
forniscono le soluzioniT-periodiche
di
(3.2)" corrispondenti
ai valori iniziali(c, a(c, f ))
E Daremoora un lemma che mette in relazione la funzione
Tr,
oraintrodotta,
con la funzione V* relativa
all’equazione
3.3 LEMMA. Sia h > 1 un intero. Se la soluzione x m 0 di
(Eh)
è h-stabile o
h-instabile,
alloraDIMOSTRAZIONE.
Sviluppando
come funzioni di c e tenendo
presente
cheo’(0, fo)
=o,
si hacon
fo)
=1, u (0, fo)
= 0 per i =2, ...,
h e?7i(O, fo) fo)
per
i = 1, ... , h.
Sostituendo(3.5)
e(3.6)
nella seconda delle(31. ) ", uguagliando
i coefficienti dei termini dello stesso ordine in c, e ricor- dando che~Yó’(t,
x,0)
è diordine >h
in x e cheW¿M(t, z, q)
è diordine ~ 2
in(x, r~),
si hada cui
fo)
=ri(0, fo)
exp(Åot).
Dafo)
= e dalleipo-
tesi su
Ao
segue - 0. Di conseguenza per la determinazione dir~2(t, f o)
si hal’equazione
e
quindi
ancorar12(t, fo)
- 0. Iterandoquesto procedimento
si haDato che lo
sviluppo
comincia con termini diordine ~ h,
per cal- colare le funzionifo) possiamo
porre nellaprima
delle(3.1)" r~
=0;
otteniamo allora
l’equazione
che coincide con
l’equazione (.Eh) .
Pertanto le derivate2i V(0, per i
=1,
... , h coincidono ordinatamente conquelle
della funzionespostamento
V*dell’equazione (E,)
per c = 0.Dall’ipotesi
che la solu- zione x = o di(Eh)
è h-stabile o h-instabile segue l’asserto.Siamo ora in
grado
di dimostrare il Teorema 3.1.DIMOSTRAZIONE DEL TEOREMA 3.1.
Supponiamo
che esista un in-tero h > 1 tale che la soluzione nulla di
(Eh)
sia h-stabile oh-instabile,
e dimostriamo che vale la
proprietà
con k = h. Risultae da ciò se-
gue che esistono 81 E
(o, e)
e un intornoN1 c
N dif o
tali che per c EB(81)
ed
f E N1,
Per il teorema di Rollepossiamo
alloradire che
V’(c, f )
ha alpiù h
radici inB(81);
la(i)
èquindi
verificata.Proviamo la
(ii). Per j
=1,
bastascegliere f
=Io.
Siaora j
un interotale che
2 c ~ c h.
Consideriamo il sistemacon ai ,
i = 1, ... , ~,
costantiopportune.
Con untipo
diargomento
usato in
[2]
siperviene
a dimostrare che si possono determinare le ai arbitrariamentepiccole
in modo che la(3.9)
abbiaesattamente j
orbiteT-periodiche.
La(ii)
risultadunque provata.
Per dimostrare la(iii)
osserviamo che per
c > 0,
sufficientementepiccolo,
y ec E B(c)
esistep > 0
tale cheY(c,
Per la continuità di~V’(c, f)
in(c, f o) possiamo
allora dire che perogni c1 E B(c)
esiste un intorno cN~
di
f o
tale cheper f
E tutte le radici diV(c, f )
contenute inB (c)
si trovano in
B(ci).
Da ciò segue immediatamente la(iii).
Dimostriamo ora
che,
se perogni
intero h > 1 la soluzione x --- 0 di(E,)
non è h-stabile nèh-instabile,
allora vale la(b) .
Perogni
interopositivo j, posto h = ~ -~- 1,
consideriamo il sistemacon b costante non nulla. La soluzione x n 0
dell’equazione (Eh)
asso-ciata al sistema
(3.10)
è h-stabile o h instabile e ricadiamoquindi
nelcaso
precedente.
Dall’arbitrarietàdi j
e di b segue allora la(b).
Ladimostrazione del teorema è
pertanto completa.
4. Casi
particolari.
(1)
Una interessante conseguenza del Teorema 3.1 è fornita dalseguente corollario,
nelquale
i concetti di h-stabilità e di h-instabilità per il sistema(3.1)
sonoanaloghi
aicorrispondenti
definiti perun’equa-
zione scalare.
4.1 COROLLARIO.
Supponiamo
che tuttigli
autovalori diA,,
ab-biano
parte
realenegativa.
Allora:(i)
se la soluzione z = 0 del sistemaimperturbato (3.1)
è h-stabile oh-instabile,
sussiste laproprietà (a)
con k =
h; (ii)
se perogni h
> 1 la soluzione z = 0 del sistemaimper-
turbato
(3.1)
non è h-stabile nèh-instabile,
allora sussiste laproprietà (b).
DIMOSTRAZIONE. La dimostrazione si consegue osservando che la funzione
spostamento
perl’equazione (Eh)
e la funzionespostamento
relativa alle del sistema
imperturbato
hanno fino all’ordine h le medesime derivate per c = 0. Utilizzando allora certi noti risultati[6],
y si ha che la soluzione x = 0 di(E,)
è h-stabile oh-instabile se e solo se le
analoghe proprietà
sussistono per la soluzionez = 0 del sistema
( 3.1 ) .
Ciò evidentementecompleta
la dimostrazione del corollario.(2)
Consideriamol’equazione
differenziale conf o E
E
R2),
cioè il sistemapiano
Sia
Lo
una soluzioneperiodica
di(4.1),
che non sia unaposizione
diequilibrio,
diequazioni parametriche
x= g~(t),
y =y(t),
e sia T ilsuo
più piccolo periodo positivo.
Introduciamo ilseguente
sistema di coordinate in un intorno di-Lo
con ~
piccolo.
Sotto la condizione(q’(s))2 +
>O,
perogni
s E
[o, T)
le orbite di 2 =f(z), f E OOO(R2, R2) ,
vicine adLo
e relative alle funzionif
vicine adf o
nelpredetto
intorno diLoy
hannoequazioni parametriche n
=n(s)
conn(s)
soddisfacentel’equazione
differenzialeove è C°°
in n, periodica
in s diperiodo T,
e0, f o)
m 0. Inoltrese
.Lo
non è un ciclo limitesemplice (cfr. [1 ] ),
il valore medio di?R(s, 0, f o)/an
in unperiodo
è zero. Ponendo allora(4.2)
diventacon
P(s, 0, f o)
=0, fo) j òp
= 0. Pertanto ilproblema
della bifor-cazione da un’orbita
periodica,
che non sia un ciclo limitesemplice,
in orbite
periodiche
di un sistema autonomopiano, può
ricondursiall’esame
dell’equazione
scalareperiodica (4.3) che,
perf
=to,
soddisfaappunto
tutte leipotesi
del sistema(3.1).
(3)
Consideriamol’equazione
differenzialecon
f o
E/0(0)
= 0. La matricejacobiana f ó(0)
abbiauna
coppia
di autovaloripuramente immaginari IL i,
ed i rimanentiautovalori
~," ~ = 1, ... , n - 2,
soddisfino la condizionem =
0, + 1, ....
Consideriamo anche leequazioni
differenziali per- turbatecon
1
Ef(0)
= 0. Effettuando unopportuno
cambia- mento divariabili,
la(4.5) può
scriversicon
oc(f.)
=0, =1, .Ao
matrice( n - 2 ) X ( n - 2) costante,
e conq,
f),
y, q,f), Q(x,
y, q,fo)
diordine >2
in(x,
y,q).
Postoin
(4.6)
con r E
R,
si ottiene il sistemail
quale per f
=f o
verifica tutte leipotesi
del sistema(3.1).
Ilproblema
della biforcazione in orbiteperiodiche
conperiodo
vicino a 2~c del si-stema
(4.5) può
ricondursi alproblema
della biforcazione in orbite2n-periodiche
di(4.8).
Il trasferimento di informazioni dal sistema(4.8)
a
quello originario (4.5)
richiede tuttavia un accurato esame della sin-golarità
della trasformazione(4.7)
in r = 0. Ciò vieneappunto
com-piuto
in[2].
Notiamo che se esiste h > 1 tale che la soluzione nulladell’equazione (Eh)
associata a(4.8) per f
=fo,
è h-stabile oh-instabile,
allora h deve essere in
questo
caso necessariamentedispari.
Inoltread
ogni
orbitaperiodica
non banale di(4.5) corrispondono
due orbiteperiodiche
di(4.8),
di cui una con valori di r semprepositivi,
l’altracon valori di r sempre
negativi.
Inconclusione,
nell’accennataipotesi
di h-stabilità o
h-instabilità,
il numero delle orbiteperiodiche
nonbanali di
(4.5)
nelproblema
locale in esame, nonpuò
superare il nu-mero
(h - 1)/2.
(4) Supponiamo
che il sistemaimperturbato (3.1)
sia autonomo.Nell’ipotesi
che lamatrice jacobiana f§(0 )
abbia A = 0 come autovaloresemplice, possiamo
scriverlo nella formacon
A.o
matrice(n -1 ) X (n -1 )
costante e nonsingolare,
eXo, Yo
di
ordine >2.
Naturalmente per tale sistema sussistono leproprietà (a)
e
(b)
con unqualsiasi periodo
T tale cheogni
autovalore A diAo
sod-disfi la condizione
Å=I=2nmijT,
m =0,:1:: 1,
...(e
conperturbazioni
dello stesso
periodo T).
Ma inaggiunta,
per(4.9)
sipuò
anche pren- dere in esame ilproblema
della biforcazione della soluzione staticax = y = 0
in soluzioni statiche dei sistemiperturbati (3.2), con f
vicina
ad /0’
edindipendente
daltempo.
Taleproblema può ricondursi,
analogamente,
y allo studio delleproprietà
di stabilità della soluzionex m 0 di
un’equazione
differenziale scalare.Precisamente,
denotiamocon
(a’)
e(b’)
leproprietà
e(b)
in cui le orbiteperiodiche
del sistema(3.2)
sipensino
sostituite con leposizioni
diequilibrio degli
attualisistemi
perturbati.
Indicata con l’unica soluzionedell’equazione
in un intorno di x =
0,
a =0,
e consideratal’equazione
diff erenziale scalaresi ha il
seguente
teorema.4.2 TEOREMA. Se esiste un intero h > 1 tale che la soluzione x = 0 di
(4.10)
sia h-stabile oh-instabile,
allora sussiste laproprietà (a’),
in
ogni
altro caso sussiste laproprietà ( b’ ) .
La dimostrazione si consegue con
argomentazioni
simili aquelle
delTeorema 3.1. Parimenti si
può
fornire un corollario diquesto
teoremaanalogo
al Corollario 4.1.5. Un
esempio.
Consideriamo
l’equazione
con .F’ E
R)
tale cheF(0)
=F’(O)
= 0 e(J
EC2(R, R) perio-
dica. La
(5.1)
descrive il moto di un sistema materiale and ungrado
di libertà
soggetto
ad una sollecitazionedissipativa
lineare e ad unasollecitazione derivante dal
potenziale ZT(t, q)
=dE. Suppo-
o
niamo in un
primo tempo
cheF(q)
non abbia derivate tutte nulle in q =0,
cosicchèpotremo
scriverecon e
m ~ 2.
Cominceremoaltresl,
persemplicità
e per fornireuna concretezza di
risultati,
col porre a raffronto i dueseguenti
casi:Il caso
generale
di una funzione diperiodo
Tqualsiasi
sarà esaminato successivamente. Notiamo che il casoI) corrisponde
ad unpotenziale
q
indipendente
daltempo tI*(q) = fF(E) dE.
Col cambiamento di varia-o
bili q
-~- q = x, q
= y,l’equazione (5.1) può
essere sostituita dal sistemaDenoteremo con
f o
il secondo membro di( 5.1 )’ .
Gli autovalori dellamatrice jacobiana f ó( o )
sono 0 e -1. Ciproponiamo
di mostrare che per il sistema(~.1)’
ilprocedimento
descritto al n. 3 èfinito;
esso cioèconduce alla determinazione di un numero intero h per cui la soluzione
x = 0
dell’equazione (Eh)
associata a(5.1)
è h-stabile o h-instabile.Precisamente proveremo che risulta h = m nel caso
I)
e h = 2m -1nel caso
II).
Postola determinazione delle funzioni
=1, ... ,
m, con le caratteristiche descritte al n.3,
è ricondottaall’integrazione
delleequazioni
dif-ferenziali
con
g~~(o)
== 1,
..., m. Si ha - ... =0,
e cor-rispondentemente
e 0per i 2, ..., m - l.
Si hainoltre = at nel caso
I)
eum(t)
=a(1- cost)
nel casoII).
Nelcaso
I)
si hadunque
= e diconseguenza h
= m. Ri-leviamo anche che in
questo
caso laposizione
diequilibrio q
= 0 èm-asintoticamente stabile
quando m
èdispari
ad a0,
m-instabile inogni
altro caso(cfr.
Osservazione 2.3 e dim. Corollario4.1).
Nelcaso
II)
inveceum(2n)
=0;
è necessario alloraproseguire
nelprocedi-
mento sostituendo a 0(-) un
polinomio
digrado più
elevato. La naturastessa della
equazione suggerisce
di assumerequesto grado uguale
a2m -1. Posto allora
le
funzioni ggi
e u, fino all’ordine m, con leproprietà richieste,
coinci-dono con le omonime
precedenti.
Inoltre è facile riconoscere che ri- sultaui(2n) = u;(0) per i
= m+ 1, ..., 2m - 2,
mentre lanon è
periodica
e si haprecisamente u2~_1(2~) _ - ma2~c/2.
Nelcaso
II)
si hapertanto h
= 2m -1.È
interessante rilevareche, poichè
in
questo
caso h èdispari
eO,
la soluzione x n O di(E2m-1)
è
(2m -1)-asintoticamente
stabile(cfr.
Osservazione2.3),
equindi
lasoluzione statica del sistema
originario
haquesta
stessaproprietà (cfr.
dim. Corollario4.1), qualunque
siano m ed il segno di a. In altri termini il fattoreperiodico
sent ha l’effetto di rendere asintoticamente stabile laposizione
diequilibrio q
= 0 anche nei casi incui,
in assenzadi tale
fattore,
cioè conII(t, q)
=U*(q), questa
stessaposizione
diequilibrio
è instabile.Ma,
tenendopresente
che nel casoTI)
h = 2m -1 > m, si riconosce anche che il fattore
periodico
sent ha1’effetto di indebolire il carattere di stabilità asintotica
posseduto
dallaposizione
diequilibrio q = 0
per TI =U*,
mdispari
e a C 0. Perquanto riguarda
il numero di orbiteperiodiche, possiamo quindi
con-cludere che per
piccole perturbazioni
dif o,
inogni
intornodell’origine,
si
ottengono
alpiù
m orbite2n-periodiche
nel casoI),
e alpiù
2m -1nel caso
II).
Inoltre inogni
intorno dif o
èpossibile
determinare unaperturbazione
che ammetteesattamente j
orbite2n-periodiche
arbi-trariamente vicine
all’origine,
nelcaso I)
enel caso
II).
Ovviamente nelcaso I)
tuttequeste
conclusioni
rimangono
valide anche per la stima del numero di orbiteperiodiche
diqualsiasi periodo
T e, inparticolare,
y per la stima delnumero di
posizioni
diequilibrio (cfr.
n.4, (4)).
Se è una
qualsiasi
funzioneperiodica
a media non nulla inun
periodo,
siottengono gli
stessi risultati delcaso I)
se tale media èpositiva;
si ha invece uno scambio dellaproprietà
di m-stabilità conquella
di m-instabilità se ha medianegativa.
Sepoi ~(t)
ha medianulla,
e non è identicamentenulla,
sipuò
concludere che h = 2m -1.Nel caso dianzi escluso che
I’(q)
sia una funzionepiatta
in z = 0(in particolare
identicamentenulla),
yallora, qualunque
sia la funzioneT-periodica ~(t),
ilprocedimento
del n. 3porta
perogni
h > 0 a fun- zioni tutteperiodiche
diperiodo
T. Pertanto inquesto
caso sus-siste la
proprietà (b),
e, se ècostante,
anche laproprietà (b’ ) .
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Manoscritto pervenuto in redazione il 28