R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
R. S PIGLER
La struttura delle relazioni « molto maggiore » e « molto minore » nel calcolo approssimato
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 63 (1980), p. 27-39
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e «
molto minore » nel calcolo approssimato.
R. SPIGLER
(*)
SUNTO - Viene
proposta
una definizione fisicamenteragionevole
e matematica- menterigorosa
dei simboli » e « . Si osserva che le relazioni a » b,a « b cos definite risultano essere ordinamenti
parziali
stretti, pei cui si mette in luce unaprofonda
differenza traqueste
«disuguaglianze
forti »e
quelle
usuali. Viene data anche una tabellaoperativa,
utile per con- durre correttamente il calcolo,quando
si pensasovrapposta
a questaparticolare
struttura ordinale l’usuale strutturaalgebrica
di corpo reale.Ai simboli » e «
può collegarsi
l’altro, pure molto usato, diuguaglianza approssimata
~.SUMMARY - A
physically
reasonable andmathematically rigorous
definitionof the
symbols
» and « isproposed.
It is observed that the relationsa » b, a « b so defined turn out to be strict
partial orderings.
Thereis therefore a
deep
difference between these « stronginequalities »
and theusual ones. An
operative
table is alsogiven
toperform
the calculationscorrectly,
whenever thisparticular
ordinal structure isimposed
on theusual
algebraic
structure of the real field. Theapproximate equality symbol N
can be related to thosesymbols
introduced above.(*)
Indirizzo dell’A.: Istituto di MatematicaApplicata,
via Belzoni, 7 - 35100, Università di Padova.Lavoro svolto nell’ambito dei
Gruppi
di Ricerca del C.N.R.(G.N.A.F.A.).
I. - Introduzione.
Spesso
nella MatematicaApplicata (1)
come pure nella Fisica si incontra la scrittura:o la « duale » :
che
permette,
in genere, di trascurare laquantità
brispetto
ad a(o, rispettivamente, a rispetto a b) in a + b; a e b
sono reali cona > 0, b > 0,
e le scritturea » b,
b « a si consideranoequivalenti.
La
somiglianza
formale delle «disuguaglianze
forti »(L1), (I.1’)
con
quelle
usualipuò
trarre ininganno,
inducendo a errorigrossolani,
se si tenta di
applicare
l’ordinario calcolo delledisuguaglianze
alle(1.1), (I.1’).
In realtàqueste
ultime nonpossiedono
la struttura del- l’ordine lineare(anzi algebrico)
delledisuguaglianze.
In base alla definizione che daremo si
potrà parlare
per esse sol- tanto di ordinamento,parziale (stretto),
dotato di certe altre pro-prietà ; questa
struttura la penseremosovrapposta
ovviamente alla strutturaalgebrica
di corpo reale.Scopo
diquesta
nota è offrire uncollegamento
tra l’uso che deiconcetti
qui esposti
fanno i Fisici egli
utenti della Matematica e la relativa formalizzazione in termini di strutture astratte.Molti « Matematici
applicati »
d’altraparte, preferiscono
servirsidei simboli asintotici di Landau
(0,
o, ~, cioè« O-grande
», «o-pic-
colo » e « asintotico
»),
iquali
hanno unsignificato preciso, potendosi
ricondurre alla definizione di limite
(o
e~)
o comunque alle disu-guaglianze
ordinarie.II. - Definizione di « molto
maggiore »
e di « molto minore ».Nel cercare di attribuire un
significato preciso
alle(I.1 ), (I.1’ )
si deve tener
presente l’origine
deisimboli >>
e«,
che va ricercatanell’esigenza
ditrascurare,
in una somma di dueaddendi,
l’addendo(1)
Si veda per es. in[1]-[3]
il metodo di Graeffe.« sufficientemente
piccolo » rispetto all’altro,
ottenendo un risultato« sufficientemente
approssimato
» per iltipo
diproblema
allo studio.Un tale
significato,
fisicamenteragionevole,
è dato dallaseguente
DEFINIZIONE A. Dati
a, b,
reali cona .> 0, b > 0,
diremo che« a è molto
maggiore
di b » e scriveremo la(1.1),
se:essendo
1~ ~ 1
unopportuno
numero realefissato,
il cui valoredipende
dal
problema specifico
che si considera.Il valore di k è
legato
allaprecisione
richiesta nelleapprossima- zioni ; per k =
1 si ritrovano ledisuguaglianze ordinarie; perciò
inquanto
segue supporremo sempre k > 1.Vista la definizione
(11.1),
sarebbeopportuno
associare al sim- bolo » un’indicazione che ricordi l’entità di k che sisottintende,
scrivendo ad
esempio:
al
posto
della(1.1).
Se a
k> b,
perogni h
con 1h k,
si ha pure : ak A
Tuttavia si
può
dare anche una diversa e a voltepiù
soddisfa-cente
DEFINIZIONE B. Dati
a, b,
reali cona > 1, b > 1,
diremo che« a è molto
maggiore
di b » e scriveremo la(I.1 )
se:ove
k ~ 1
è unopportuno
numero realefissato,
il cui valoredipende
dal
problema specifico
allo studio. Per k = 1 si ritroverebbero le disu-guaglianze ordinarie,
per cui supporremosempre k > 1,
inquanto
segue.
Ancora sarebbe
opportuno
utilizzare una scrittura come la(11.2)
al
posto
della(L1 ) ;
e ancora,se a » b,
perogni h
con 1 hk,
siha a » b.
kh
In maniera del tutto
analoga
sipuò
darsignificato
alla scrittura« duale >> cx « b : come si è
già detto,
si intendeche a «
b èequiva-
lente a
OSSERVAZIONE la. Le Definizioni A e
B,
nel caso che k siaintero,
presuppongono di operare in un gruppo additivo
(kb
= b-~-- b + ... + b, k volte)
o in un gruppomoltiplicativo (bk = b ~ b ~ ... ~ b,k volte), rispet-
tivamente.
OSSERVAZIONE 2a. Tra le relazioni binarie
(II.l), (11.3)
vi è unisomorfismo d’ordine
[4], potendosi
stabilire unacorrispondenza
biuni-voca tra
gli
elementi su cui opera la relazione(II.1)
equelli
su cuiopera la
(11.3),
cioè tra i duegruppi
di cui all’Osservazione la(se k
èintero),
y in modo da conservare la struttura »(ovvero
in modo damutare l’una
nell’altra).
Infatti, prendendo
ilogaritmi
nella(II.3),
si ha:cioè, posto
ed è a >
0, fl > 0,
essendo a ,>1, b .>
1 nella(11.4).
OSSERYAZIONE 3a. Vista
l’opportunità
diprecisare
il valore delparametro k
nelle(11.1)? (II.3),
nonchè l’Osservazione1a,
sarà benescrivere
rispettivamente :
e: O
Per
maggior semplicità
scriveremo la(1.1)
riferendociespressamente
all’accezione A oB,
perdistinguere
le due diversedefinizioni,
e use-remo il simbolo
(11.2) ogni
volta che sia utile evidenziare il valore di k.OSSERVAZIONE 4a. Le Definizioni A o B riconducono il calcolo delle «
disuguaglianze
forti >> aquello
delledisuguaglianze ordinarie,
equesto permette
di condurreogni
discussione con tecniche elementari.III. -
Proprietà
del « moltomaggiore »
e del « molto minore ».Le relazioni binarie di cui alle Definizioni A e B
godono
delle pro-prietà irri f lessiva
e transitiva.Infatti,
essendo k >1,
si ha a > ka(2)
e a>
kb,
b > kc ~- a > k 2.e >kc, qualunque
siano a >0, b > 0, c > 0,
nel caso
A,
e a >ak,
nonchè a >bk,
b > ck ~ a >ck, qualunque
siano
a > 1, b > 1, c > 1,
nel caso B.Dunque
siamodi fronte
adegli
ordinamentiparziali (3);
per ricor- dareche,
a causa dellaproprietà irriflessiva (a > a),
si haa >> b =>
=>
a ~ b,
li diremo anche ordinamentrparziali
gtretti.Anzi,
perogni
. a
> 0,
b > 0 nel caso A e perogni
a >1,
b > 1 nel caso B(ipotesi
che nel
seguito sottintenderemo),
si ha che:essendo a > kb >
b, a
> bk> b,
cioè le «disuguaglianze
forti »impli-
cano
quelle
ordinarie.Nè alcuna sia pur diversa definizione di ~»»
potrebbe
soddisfarele
esigenze
della Fisica e del CalcoloApprossimato
se sipermettesse
che fosse a » a : ciò
implicherebbe
dipoter
trascurare arispetto
ase stesso nella scrittura a
--~-
a, il che è ovviamente inammissibile.Gli ordinamenti
parziali
considerati non sonototali,
non avendoluogo
la tricotom a.Infatti le tre
relazioni a » b, b » a, a
= b non esauriscono tutti i casipossibili;
anzi vi sonocoppie
di elementi nonconfrontabili
secondola relazione di molto
maggiore
»(sia
A cheB),
cioè esistono numeri reali distinti tali che non sianè a » b
nè b » a(l’ordinamento
è par-ziale).
Una sorta di
tricotom a,
che chiameremopseudo-tricotom a,
sipuò
dare introducendo un concetto di «
comparabilità
» tra a e b : diciamo(2) Col b intenderemo negare che a > b e, in generale, se a R b indica una relazione binaria tra a e b, intenderemo che non
è a R b. ’
(3)
Per ciò cheriguarda
la nomenclatura vi è discordanza tra i vari autori.Per
maggior
chiarezza diremoesplicitamente
« ordinamentoparziale »
e « ordi-namento totale »,
(v. [5]).
(4) Mettendo tra
parentesi
al termine di una formula o di unaproposi-
zione, la lettera A o B o entrambe, intenderemo che la relativaproprietà
valesecondo la def . A o B o entrambe.
che a è
« comparabile »
conb,
escriviamo a - b (o a ~k b),
seè
e b
> a, cioè:
Allora si verifica uno e uno solo dei tre casi:
aCos come l’insieme delle
proprietà irriflessiva
y transitiva e tricoto- mica conferisceagli
ordinamentiparziali
la veste di ordinamenti to- tali[5], potremo
anche dire che laproprietà pseudo-tricotomica
confe-risce
agli
ordinamenti in esame la veste di ordinamentipseudo-totali.
Vale la pena osservare che se
a » b (A, B)
perogni
c con c ~ a,si ha che c >
b;
dipiù,
se a » b(A, B),
perogni
c con c - a esiste(un)
d tale che d ~ b e c » d.Tuttavia la relazione a - b non è una relazione di
equivalenza,
non essendo transitiva
(k
èfissato).
Per
completezza
sipuò
anche introdurre la relazionedi modo
che,
per la(III.4) :
(e
viceversaSi noti che la
relazione a »
b è « stretta » anche nel senso che a >> b => a ~ b.Le
proprietà
finqui esaminate,
oltre a numerose altre immediata-mente deducibili dalle Def. A e
B,
sonoriportate
nella Tabella Rias- suntiva.Nella colonna relativa alla Def. B sono
riportate
leproprietà
ana-loghe
aquelle
valide nella Def. A e ad essecorrispondenti
nell’iso-morfismo d’ordine che sussiste tra loro
(v. § II,
Osservazione2a).
(5)
&~>c =~> ~ ~> e =~a»c, r=min(k,h).
k h h1t r
(6)
a » b e a « b sono sempreincompatibili.
Tabella Riassuntiva
Nella Tabella
possiamo distinguere
unprimo
gruppo diproprietà
di struttura »
((1)-(~)),
tra lequali
dueleggi
transitive »,segu to
da un secondo gruppo di «
leggi
di monoton a » e non-monoton a~((6)-(24)).
Infine le
(29)-(31)
riassumono leseguenti
considerazioni.Nella
(1.1),
Def.A,
abbiamosupposto a > 0,
b > 0. Analizziamo ilcaso in cui si
permette
a >0, b > 0,
mantenendo la stessa definizione.Con b = 0 si avrebbe per la scrittura a » 0 il
significato a >
k. 0 =0,
e
dunque,
y perogni
ac > 0 si hae la «
disuguaglianza
forte » inquesto
caso si riduce aquella
ordi-naria.
La
(111.6)
stabilisce che lo 0 è trascurabilerispetto
aqualsiasi quantità positiva,
in accordo con ilsignificato
che si dà nelleappli-
cazioni.
Analogamente,
con la Def.B, permettendo
a >1, b ~ 1;
con b = 1si avrebbe per
ogni a
> 1 : ,Si osservi che
(supposto k intero)
lo 0 nel caso A e 1’1 nel caso Bsono
gli
elementi neutri del gruppo additivo emoltiplicativo, rispetti-
vamente.
- Alla
(111.6)
siricollega
laseguente proprietà
A » :significando
laprima a
> kb> b,
e la seconda soltanto a - b >0,
cioè a > b(è
soltanto vero che a » b ~a - b » 0 ) .
- Analogamente,
alla(111.7)
siricollega
la« proprietà A »,
ma«non B » :
Infatti a .>
kb èequivalente
a dire ma ac > bk nonequivale
alla
alb
> 1 k = 1(la prima implica
laseconda,
nonviceversa).
Infinesi osservi che occorre fare attenzione anche usando la «
doppia
disu-guaglianza
forte o :Infatti essa
equivale,
nel caso A allache
implica
k2.ab,
cioè b»
kl a e non solo che k.a b(come
segueper transitività dalla a « k
b),
e nel caso B alla:che
implica ak’ C b,
cioè ancora b » a e non solo che ak b(come
k
segue dalla a ck
b ) .
k
Più in
generale
lacomporta
che sia b » hk a,(A, B).
Iv. -
Legame
del « moltomaggiore »
col « circauguale ».
Molto spesso, nel Calcolo
Approssimato,
si usascrivpre :
che si
legge
a circauguale
a b » equesto permette,
in genere, di con- f ondere a con b nei calcoli in atto.Si
può
attribuire alla(IV.l)
un sensopiù preciso
dicendo che essaequivale
alla:ove e è un numero
positivo, opportunamente piccolo
mafissato,
eil cui valore
specifico dipende
dalproblema
che si considera. La scrit- tura(IV.1 )
sipuò collegare
ai simboli », « : visto infatti che inpratica
lo scopo della
(IV.1 )
èquello
dipoter
trascurarela - bl rispetto
ad ae a b nelle
addizioni, possiamo
darle ilsignificato :
di modo che la stima della « trascurabilità » di
a - b i
vienelegata
aivalori di a e b anzichè essere « assoluta » come in
(IV.2).
OSSERVAZIONE 1a. Siano
a, b
elementi di un gruppo G(ordinato), lal
= max(a, a-l),
ove a-’ è l’inverso di a in G. Diremo che « a è infinitamentemaggiore
dib >>,
e scriveremo[6] (7) :
se, per
ogni naturale
è:mentre a e b si dicono «
Archimedeo -equivalenti»,
e scriveremo:se esistono due
naturali k, h
tali che:La
(IV.13)
è una relazione diequivalenza
e la(IV.11)
una relazioned’ordine totale
(avendo luogo
latricotom a)
tragli
elementi delgruppo G.
Si noti che
l’operazione
del gruppo è stata descritta mediante la notazionemoltiplicativa;
con la notazione additiva le(IV.12), (IV.14)
si sarebbero scritte:
Risulta evidente la
somiglianza
delle(IV.12’), (IV.12)
con le(11.1), (11.3):
la differenza fondamentale èche,
mentre le(IV.12’), (IV.12)
devono valere per
ogni k,
le(11.1), (11.3)
devono valere per un valore di kfissato
equindi
perogni
h con 1 h k(v.
la(6),
nella TabellaRiassuntiva).
(1) Si usa
qui
il simbolo~
alposto
di » per evitare confusioni.Come nella Fisica costruita sui numeri reali si opera in
pratica
un
troncamento,
riducendosi ad operare sui razionali finiti(ad esempio
sui decimali
finiti),
cos sipuò concepire
la costruzione di una Fisica basata sui numeriiperreali (8)
iquali
si possono troncare in modoanalogo ;
si ottiene cos dalla sruttura dei numeri di cui siparla
nella(IV.11),
la struttura che abbiamo studiato.D’altra
parte
le restrizionipresenti
non sonosuperabili:
da unpunto
di vista fisico sarebbetroppo
assumere ilsignificato
della(IV.11 ) .
Del resto la
(IV.12)
presuppone di operare in un « gruppo non-Archi- medeo »(9).
Inoltre,
nella relazione(IV.13)
si ha:e
dunque,
perogni
naturale k :mentre secondo le
(11.1)? (11.3),
anche se èa » b,
sommando b(> 0)
con se stesso o
moltiplicando
b(> 1)
per se stesso un numero oppor- tuno divolte,
ci sipuò
avvicinare ad a esuperarlo:
ciò è dovuto al fatto che il corpo reale è Archimedeo.(8) Per la nozione di « numero
iperreale » (e ~di
AnalisiNon-Standard)
v. ad es.
[7].
’
(9) A
rigore
siparla
di « ordine Archimedeo »(e
non) eperciò
si « ele-menti Archimedei »
(e
non) in un corpo ordinato.BIBLIOGRAFIA
[1]
F. B. HILDEBRAND, Introduction to NumericalAnalysis,
MeGraw-Hill Co., Inc., New York(1956),
p. 463.[2] D. D. McCRACKEN - W. S. DORN, Numerical Methods and Fortran Pro-
gramming,
JohnWiley
and Sons, Inc., New York-London (1966), p. 158.[3]
M.CUGIANI,
Metodi dell’Analisi Numerica, UTET, Torino (1967), p. 238.[4] L. LOMBARDO-RADICE, Istituzioni di
Algebra
Astratta, Feltrinelli, Milano(1965),
p. 353.[5] I. BARSOTTI,
Appunti di Algebra,
Zanichelli,Bologna (1968),
p. 7.[6] L. FUCHS,
Partially
OrderedAlgebraic Systems, Pergamon
Press, Oxford(1963),
pp. 44-45.[7] H. J. KEISLER,
Elementary
Calculus, Prindle, Weber and Schmidt, Inc.,Boston
(1976).
Manoscritto pervenuto in redazione il 6