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Malattia mentale:

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Academic year: 2022

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(1)

• Pregiudizi

Malattia mentale:

• Sintomi

• La condizione del disagio mentale

• I fattori scatenanti

• La cura

• I fattori di rischio

• I fattori protettivi

• Figure professionali

• I luoghi della cura

(2)

Non va però dimenticato quante volte coloro che sono soggetti a stati di alterazione psichica sono stati sottoposti all'inganno e alla violenza. L'aggressività, in tutti questi casi, è la reazione a stati di paura, di sofferenza, di

tensioni insopportabili anche per i familiari: proprio per questo

PREGIUDIZI

È veramente difficile dipanare il groviglio di paure genuine e di timore, che alimenta il

pregiudizio della pericolosità nei confronti di chi è affetto da disturbi mentali.

Non c'è dubbio che

sussistono casi di alterazione mentale che portano

inevitabilmente ad

atteggiamenti aggressivi e

alla violenza.

(3)

Abbiamo l'impressione che dica e faccia cose senza senso, che parli una lingua

incomprensibile; per risolvere la paura o il fastidio che questo ci può procurare,

rinunciamo a tentare di comprendere i pensieri e le emozioni di quella persona, che ci sembra totalmente diversa da noi.

Non vogliamo però considerare tanto la pericolosità obiettiva, quanto il pregiudizio che alimenta la paura di fronte a colui che è manifestamente affetto da disturbi mentali. E’ un pregiudizio costruito sul timore di non poter fronteggiare situazioni impreviste, che appaiono minacciose e incomprensibili.

Infatti chi ha una sofferenza mentale ci può apparire più minaccioso anche perché non riusciamo a capire ciò che ci vuol comunicare.

(4)

Superare il pregiudizio organico significa aver capito che la vita psichica, oltre che il riflesso del funzionamento di organi e tessuti del corpo,

è lo specchio della storia di un individuo, di come ha vissuto, delle delusioni, delle gratificazioni, delle esperienze che hanno

I pensieri e le emozioni di chi soffre, indubbiamente strani e sconcertanti se visti dall'esterno, hanno al contrario

sempre un significato preciso, anche se molto difficile da capire. Solo se combattiamo la comprensibile tentazione di rinunciare a capire gli strani messaggi della sofferenza potremo superare il pregiudizio della pericolosità.

(5)

Tutto ciò è falso perché si basa su una concezione del disturbo mentale semplicistica

e scientificamente inesatta: quella per cui il soggetto sofferente è un individuo da

sottoporre ad una cura che riguarda solamente lui e il suo medico curante. Non è così; il paziente è anche

l’espressione più evidente di una sofferenza familiare o sociale.

Si aggiunga il fatto che lo stato di sofferenza mentale induce, sia in chi ne è affetto consapevolmente, sia in chi gli si trova vicino, un senso di

censura e di vergogna.

La struttura pubblica è soggetta ad un ulteriore pregiudizio è considerata anonima, si fatica ad immaginare un rapporto e un coinvolgimento

personale con gli operatori, si pensa di non poter avere opportune

attenzioni per la propria persona e riservatezza per i problemi di cui si è più gelosi.

(6)

Per comprendere e fronteggiare tale situazione occorre il lavoro coordinato e prolungato di molte persone: psichiatra, psicologo, assistente sociale, infermiere,

servizi pubblici del territorio (scuola, tribunale, enti socio-assistenziali

pubblici e privati, ecc,).

(7)

Sono quattro le diverse condizioni mentali che una persona incontra nella vita:

I SINTOMI

è quella in cui si vive quando esiste un buon livello di soddisfazione dei bisogni, insieme ad una

soddisfacente qualità della vita. Equilibrio, serenità, tranquillità, accettazione del proprio stato individuale e sociale ma allo stesso tempo curiosità e spirito di

iniziativa, contraddistinguono tale condizione.

Certamente non è uno stato che si raggiunge una

volta per tutte e per tutti uguale; nelle alterne situazioni dell'esistenza, il benessere mentale è l'obbiettivo

verso cui l'individuo tende costantemente.

LA CONDIZIONE DI BENESSERE MENTALE:

(8)

è quella in cui si vive quando si avverte uno stato di sofferenza, connesso a difficoltà di varia natura (negli affetti, nel lavoro, ecc.) che comunque si presentano

nella vita. Tensione, frustrazione, aggressività o tristezza caratterizzano questa condizione, senza tuttavia che si manifesti alcun sintomo specifico.

È bene tenere presente che, insieme alla condizione di benessere, una quota di disagio è parte integrante di ogni esistenza.

LA CONDIZIONE DI DISAGIO MENTALE:

(9)

è quella in cui il soggetto vive quando non trova

risoluzione alla sofferenza in cui lo pone la indizione di disagio, ovvero quando essa raggiunge livelli di intensità molto elevati. Si passa dal disagio al

disturbo quando alla sofferenza prolungata o

intensa si accompagnano alterazioni mentali o del comportamento.

La sofferenza si "clinicizza", cioè insorgono

sintomi psichiatrici specifici: deliri, allucinazioni, ossessioni, ecc. Sebbene la condizione di

disturbo mentale non rientri nella vita normale, tutti, in situazioni particolari, possiamo incorrere in tale condizione. La condizione di disturbo può essere temporanea se curata efficacemente e in maniera tempestiva.

LA CONDIZIONE DI DISTURBO

(O MALATTIA) MENTALE:

(10)

È quella in cui il soggetto vive quando il

disturbo si "cronicizza": dunque, perdurano nel tempo non solo le alterazioni mentali o del

comportamento, ma anche la situazione che le ha determinate.

Molto spesso il disturbo si stabilizza per non essere stato curato o per essere stato curato male.

LA CONDIZIONE DEL DISTURBO

MENTALE STABILIZZATO (O MALATTIA

MENTALE CRONICA)

(11)

Le quattro condizioni costituiscono il sistema di riferimento entro cui vanno riveduti e collocati i concetti tradizionali di malattia e di salute mentale.

La psichiatria moderna considera falsa e dannosa un'idea ampiamente diffusa nel senso comune, cioè quella che divide la vita mentale in due soli stati possibili: lo stato sano e lo

stato malato, al quale immediatamente si collegano i pregiudizi della organicità, inguaribilità, ecc.

In realtà, quella che chiamiamo "esistenza normale", comprende anche condizioni di disagio, che possono sfociare in veri e propri disturbi.

Si tratta sempre di passaggi sfumati e graduali, spesso reversibili.

L'idea che la psichiatria rifiuta è frutto di un pregiudizio ulteriore: la

tendenza a dividere il mondo in due parti, malattia e salute, folli e normali.

Un modo di vedere le cose apparentemente semplice, evidentemente primitivo, sicuramente dannoso.

(12)

Il passaggio dal benessere al disagio è prodotto dal concorso di più fattori in un particolare momento dell’esistenza:

FATTORI BIOLOGICI:

comprendono le condizioni organiche del soggetto, comprese quelle acquisite per via ereditaria.

I FATTORI SCATENANTI

FATTORI SOCIALI:

comprendono le condizioni che determinano il ruolo FATTORI PSICOLOGICI:

riguardano la personalità nel suo complesso, la storia del singolo soggetto, il modo in cui elabora e assimila esperienze, il modo in cui si relaziona con gli altri.

(13)

FATTORI ECOLOGICI:

comprendono i modi in cui la persona vive lo spazio che ha a disposizione ( fisico, culturale, di relazione).

FATTORI SANITARI:

in cui vanno considerate le possibilità di poter usufruire di efficaci servizi di prevenzione, cura, informazione, assistenza.

Tutti questi fattori sono presenti nella vita di ognuno di noi; alcuni ci aiutano e

costituiscono i fattori protettivi, altri ci mettono in difficoltà e costituiscono i fattori di rischio.

(14)

FATTORI PROTETTIVI

Capacità individuali del soggetto.

Tutti siamo esposti alla sofferenza, ma non tutti reagiamo allo stesso modo, solo alcuni di noi sviluppano un disturbo psichiatrico. Questo avviene anche per affrontare situazioni di stress. Questo può produrre insicurezza in quanto i comportamenti adottati sono quasi sempre inadeguati alla situazione e gli effetti negativi produrranno incertezza e scarsa fiducia in se stessi.

Se però abbiamo avuto esperienze positive in cui siamo riusciti a

padroneggiare lo stress ci sentiamo più sicuri e capaci di affrontare nuove situazioni difficili.

Possibilità di contare almeno su una persona di riferimento.

Il riferimento a persone significative è un fattore primario e si attiva al momento della nascita: l’esperienza di un rapporto significativo nell’infanzia costituisce la base a cui l’individuo farà riferimento nello stabilire nuovi rapporti.

Avere un rapporto significativo con una persona affidabile

aumenta la possibilità di reagire e di far fronte a momenti critici e

(15)

Condizioni tendenzialmente stabili di stress derivanti dal fatto di vivere in

situazione sociale, ecologica e sanitaria permanentemente deficitaria e povera,

FATTORI DI RISCHIO

Momenti critici del ciclo vitale.

Esistono nella vita di ciascuno situazioni particolarmente significative e critiche nelle quali si possono insidiare disturbi.

Tra le fasi evolutive rivestono particolare interesse l’età adolescenziale e l’età della senescenza.

Durante la prima una quota di disagio si può ritenere normale, in quanto il giovane è impegnato a costruire il proprio futuro.

Nella terza età le capacità fisiche e mentali tendono a ridursi, e spesso questo non è accettato serenamente. Spesso comporta una richiesta eccessiva di mantenere integra l’efficienza psicofisica, con la conseguenza di una sempre maggiore

emarginazione dell’anziano

Eventi stressanti particolari sono di solito eventi negativi (lutti licenziamenti ecc), ma a volte anche quelli generalmente ritenuti positivi (matrimonio, inizio di un nuovo lavoro) e costituiscono

momenti ove emergono difficoltà di rapporti, necessità di compiere scelte, di mettersi alla prova. Si possono avviare processi distorti e involutivi, radicare stadi di disagio che inducono ai disturbi.

(16)

LA CURA

I disturbi mentali, cioè psichiatrici, non sono pertanto malattie del corpo da curare con interventi chirurgici, bensì hanno bisogno di poter modificare alcuni aspetti dell’ambiente sociale e di vita che fanno vivere male una persona.

In passato si cercava di curare la malattia isolando il soggetto in manicomio, lontano dalle cause del disturbo e delle interferenze della vita,oggi si curano le persone nella loro interezza.

Ci si prende cura cioè della persona che si trova a vivere una

situazione di disagio analizzandola sua vita cercando di ricostruire nuove forme di relazione, di benessere ed equilibrio.

Per determinare un cambiamento è necessario concordare un progetto terapeutico personalizzato: Individuare e programmare gli interventi ritenuti più utili per quella persona in quel momento della sua vita.

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- l’intervento sulla e con la famiglia: serve per avere una conoscenza del paziente e, se necessario, modificare atteggiamenti e rapporti, che spesso si rivelano inappropriati, con le persone.

Spesso questo tipo di intervento costituisce il momento terapeutico strategico: a volte il paziente è la punta emergente di difficoltà che sono di tutta la famiglia.

Il presupposto per la buona conduzione e costruzione di un progetto terapeutico è dato dallo stabilirsi di un rapporto collaborativi tra

paziente e operatori.

Ogni progetto terapeutico è una “associazione originale” di interventi, in quanto non esiste una persona identica ad un'altra per cui non ci può essere un progetto identico ad un altro.

Gli interventi fondamentali utilizzati per “la cura” sono:

- il colloquio terapeutico: base di ogni progetto. L’obiettivo è quello di attenuare od eliminare i sintomi; ma anche di far

acquisire al paziente modelli di comportamento più adeguate alle esigenze della sua esistenza;

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- Il ricovero: motivato da condizioni di gravità che rendono indispensabile un’assistenza continuativa.

- Intervento psico-farmacologico: da solo non costituisce una cura sufficiente, cura i sintomi ma non interviene sui fattori che hanno indotto il disturbo.

L’intervento socio-terapico: si estende a contesti che non sono solo familiari. Lo scopo dell’intervento è di ridurre i fattori di disagio e rafforzare ed ampliare la rete dei rapporti dell’individuo ricostruendo il ruolo sociale della persona.

(19)

IL LUOGO DELLA CURA

Il Dipartimento di Salute Mentale è l’organo pubblico preposto ad accogliere la domanda psichiatrica del territorio offrendo risposte a livello preventivo,

promuovendo la salute mentale dei cittadini attraverso l’informazione ed intervenendo precocemente nelle

situazioni di disagio, a livello curativo quando è presente un disturbo e a livello riabilitativo quando il disturbo è stabilizzato.

Per svolgere tali funzioni il DSM si avvale di figure professionali che formano equipe

territoriali composte da:

psichiatra, psicologo, assistente sociale, infermiere professionale.

(20)

I centri di salute mentale

• I servizi psichiatrici di diagnosi e cura

• Strutture semiresidenziali

• Strutture residenziali

I CENTRI DI SALUTE MENTALE:

ad essi corrisponde una sede fisica costituita da ambulatori territoriali. Qui si accoglie la domanda, si svolgono i

colloqui, gli interventi farmacologici e sociali. Dal presidio partono gli operatori per le visite domiciliari, per le

consulenze, le urgenze, e qui vengono stabiliti e coordinati, mediante riunioni di equipe, i progetti terapeutici.

LE STRUTTURE DI CUI IL DSM È DOTATO SONO:

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Sono aperte per alcune ore del giorno ed accolgono pazienti che durante la notte, tornano al proprio

domicilio e sono:

-il centro diurno frequentato da pazienti con patologie stabilizzate che vengono inseriti in programmi

terapeutici riabilitativi. Sono collocati nel territorio in collegamento con i CSM;

- il day Hospital frequentato da pazienti con patologie acute o sub-acute che vengono inseriti in programmi terapeutici brevi; sono collocati in ospedale ed integrano l’attività del SPDC.

STRUTTURE SEMIRESIDENZIALI

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