A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
A. T OGNOLI
G. T OMASSINI
Teoremi d’immersione per gli spazi analitici reali
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 21, n
o4 (1967), p. 575-598
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TEOREMI D’IMMERSIONE PER GLI SPAZI
ANALITICI REALI
A. TOGNOLI - G. TOMASSINI
(*)
Introduzione.
In
questo
lavoro si dimostrano iseguenti
teoremi :1)
Sia X un(1R)-spazio
analitico di dimensione n e sia%2n+1 (.~)
lospazio
delleapplicazioni
analitiche reali di X in1R2n+1 ,
con latopologia
della convergenza uniforme sui
compatti.
Allora l’insieme delleapplicazioni
99 E
92~+i (X)
che sono iniettive eproprie
è denso in%2"+1 (X) (Corollario 3).
2)
Se X è coerente allora l’insieme delleapplicazioni
g E(X) iniettive, proprie, regolari
neipunti regolari
di X e tali che g(X)
sia unsottoinsieme analitico di è denso in
~2’~+~ (X).
Inparticolare ogni
varietà analitica reale con
topologia
a basenumerabile,
di dimensione n, è isomorfa ad una sottovarietà di1R2?’+1 (Teorema
2 e Corollario2).
3)
Se X è coerente ed è localmente isomorfo ad un sottoinsieme ana-litico reale di un
aperto
din)
allora esisteun’applicazione
analiticareale g : che è
iniettiva, propria
ed è un isomorfismo di X sul sottoinsieme analitico reale g(X)
di(Teorema 4).
Si osservi che N è un limite
superiore
per la dimensione dellospazio tangente
di Zariski inogni punto
di X.É
noto che(cf. [4])
se X è un(IR)-spazio
analitico di dimensione esiste unospazio
di SteinX,
di dimensione n, su cui è definita un’« antiin- voluzione » o :i-> i
tale cheDa ciò e dai risultati di Narasimhan
(cf. [3])
si possono ottenere teo- remi d’immersione pergli
analitici didimensione n,
in1R4n+2.
Pervenuto alla R,edazione il 6 Aprile 1967 ed in forma definitiva il 3 Maggio 1967.
(1f) Lavoro eseguito nell’ambito del gruppo di ricerca n. 35 del C.N.R. nell’anno ac-
cademico 1966-67.
Sia l’insieme delle
applicazioni
tali cheN N N ~ N
iÙ§ (a (X ))
=q~ (X )
perogni
xE X.
Per mezzo dei teoremi d’immersione in
1R4n+2
ricalcando passo passo la dimostrazione di Narasimhan([3])
si prova che l’insieme delleapplicazioni ÙÙÉ É (X )
che sonoiniettive, proprie
eregolari
neipunti regolari
diX
è denso in
(ài) (Teorema 1).
Da
questo
risultato seguono i teoremi enunciatidapprincipio.
Ringraziamo
A. Andreotti per utili discussioni avute nellapreparazione
del
presente
lavoro.§ 1. Generalità.
a.
Riportiamo,
per comodità dellettore,
alcune definizioni eproprietà
che saranno utilizzate nel lavoro.
Uno
spazio
anulato si dicespazio
analitico(ridotto)
reale(rispettiva-
mente
complesso)
se :1)
è di Hausdorff e soddisfa al secondo assioma di numerabilità2)
è localmente isomorfo ad un sottoinsieme analitico(ridotto)
di1R.n (rispettivamente
diSe
X,
Y sono duespazi analitici,
reali ocomplessi,
i morfismi(di spazi anulati)
g~ : X- Y sono comunemente dettiapplicazioni
analitiche(olomorfe
nel caso
complesso).
Dicesi
spazio
con fascio di anellilocali,
unospazio topologico Y
su cuiè definito un fascio di anelli locali
Ox,
detto fascio strutturale.Un
iiiorfismo
y =( f, 19)
fra duespazi
con fasci di anelli locali :(X, (Y, è,
perdefinizione,
il dato diun’applicazione
continuaf :
X-+ Y edi un
omomorfismo, lS : Òy-
che inducedegli
omomorfismi di anelli locali :(ove Ox, x
sono lespighe
diOy
edOx
nei
punti f (x)
edx).
Un morfismo di dice un
isomorfismo
se ammette un inverso.Sia ora
lk
un corpo valutatocompleto (nel seguito
con’I~
indicheremo il corpo reale ocomplesso)
elkn
ilprodotto topologico
di ncopie
di’I~.
Indicheremo con il fascio dei
germi
delle funzioni analitiche defi- nite in1kn,
a valori in Sia G unaperto
di noteremo conAG
larestrizione di a G.
Per
ogni aperto
G di1kn
lacoppia (G, AG )
è unospazio
con fascio dianelli locali.
Sia I un fascio di ideali di
AG generato
da un numero finito di fun-zioni
analitiche,
definite su tutto G. Notiamo con 8(I)
ilsupporto
diLa
coppia (S (I),
è unospazio
con fascio di anelli locali. Un talespazio
viene detto1k-spazio
analitico locale.Supponiamo
ora che I’ sia unsecondo fascio di ideali di
AG
finitamentegenerato
e sia I.In
questo
caso si ha l’immersionef : ~S (I’) -~ ~ (I),
e 1’omomorfismo ca-nonico 19 :
AG/I -+ AGII’.
Il dato del1k spazio
analitico locale(8 (1’),
edel morfismo
( f, ~9)
è detto sotto1k-spalzio
analitico locale di(S (I), AGII).
Diamo infine la
seguente :
DEFINIZIONE. Dicesi
1k-Rpazio
analitico unospazio
diHausdorff (1),
confascio di anelli locali
(X,
tale che :1)
perogni
x E X esista unaperto U 3 x
tale che sia iso-morfo ad un
lk-spazio
analitico locale.2)
latopologia
di .X sia a base numerabile.Diremo realizzazione di un aperto U di X un isomorfismo fra
(U, OX v)
ed un
lk-spazio
analitico locale. Il dato di Ú e della realizzazione dicesi carta locale.Dicesi sotto
1k-spazio
analitico di0-x)
unlk-spazio
analitico(Y, Oy),
tale che Y sia un
sottospazio topologico
diX,
e sia definito un morfismosoddisfacente le condizioni :
i) f : Y - f(Y) è l’applicazione
identicaed ./’(Y)
è localmente chiuso in Xii) ( Y, Oy)
col morfismo(f, v)
è localmente un sottolk-spazio
analiticolocale di
(X,
Sia un
1R-spazio
analitico: è unospazio
con fasciodi anelli locali.
Dato un
m-spazio
analitico(X, }
diremoOx -co>ipiessifioazione (od Ox.
c01nplessificato)
di .X il dato di un(t-spazio
analitico(Y,
e di un mor-fismo
tale che : in Y e
sia
1’applicazione identica, f (X)
sia chiusosia un isomorfismo di
( Y,
e(X, Ox(9 C).
Si prova(cf. [4])
che il germedello
spazio complessificato
di(X,
è unico.(1) L’ipotesi che X sia di Hausdorff non è essenziale ad una teoria dei k-spazi ana-
litici. Noi la introduciamo perchè nel seguito saremo interessati solo a spazi separati.
Sia
IT
il sottofascio diOx
deigermi
di sezioni s dinilpotenti.
Il fascio
IT
è un fascio di ideali e lospazio
anulato(X,
unospazio
analitico(ridotto)
cioè localmente isomorfo ad un sottoinsieme anali- tico A di unaperto
di munito del fascio delle funzioni analitiche su A.Se lo
spazio
ridotto è unsottospazio
di edil suo fascio strutturale è coerente. Ciò
può
non essere vero nel caso’[~
=1R (cf.
H. Cartan[1]).
In
ogni
caso lospazio
anulato si chiama lospazio analitico
iidotto associato ad
(X,
Lo si indica brevemente con X.Nel caso
reale,
secondo laterminologia adottata,
lospazio
ridottopuò
non essere un
1R spazio.
Consideriamo un
C spazio
analitico locale dato su unaperto
C diCn
mediante un fascio di ideali
I, generato
da un numero finito di funzioni olomorfef~ , .., , ’18
su G.Posto 8
(1)
=(x
E G :fl (s)
_ ...= fs (x)
=0 ~
esso è ilsupporto
del fascioAG/I (ove AG
è il fascio deigermi
delle funzioni olomorfe suG)
e lospazio
considerato è dato da
Separiamo
inogni generatore fr
laparte
reale dallaparte immaginaria : fr = f r -~- i f r’;
identifichiamo(tn
ad1R2n
e consideriamo il fascio di idealiIR
diAG (=
fascio deigermi
di funzioni analitiche reali suG) generato
dalle funzioni
f 11... , f s ; /i’
... ,f s’ . È
chiaro chePossiamo considerare
1’1R-spazio
analitico reale :Si verifica che
questo
secondospazio
nondipende,
nè dalla realizzazione delprimo (t-spazio
analitico locale comesottospazio
di unaperto
di @nè dalla scelta di un sistema di
generatori
dell’ideale I della realizzazione locale.Questo spazio
si chiamerà1’1R-spazio soggiacente
alC-spazio
analiticolocale dato.
Questa
nozione sitrasporta poi
aiC-spazi
analitici epermette
di asso- ciare canonicamente adogni C-spazio
analitico(X, IIJR-spazio
analiticoreale
soggiacente (XR, Ò ~).
Il
coniugio
o del corpocomplesso
è un automorfismo tale che o2 = id.Questo
definisce suCI,
un automorfismo antilineare involutivo che chiame-remo ancora con i. Data una funzione olomorfa
j: G -~ (~
definita su unaperto
G diCI esiste, unica,
una funzione olomorfaf a
su o(G)
tale che ildiagramma :
sia commutativo.
Si definisce un automorfismo antilineare di fasci :
Sia
(X, un C spazio
analitico locale su G definito da ~~n fascio di ideali I su G :(X,
=(8 (I),
ove 8(I)
è ilsnpporto
diSi consideri su o
(G)
ilC-spazio
analitico locale(S (0* (I )),
oveS
(6~ (I))
è ilsupporto
di al(I). Questo
secondoC-spazio
nonè,
ingenerale,
isomorfo al
primo
ma esiste un antiisomorfismo(6, 6~)
che fa passare dalprimo
al secondo.Il
C-spazio
analitico(8 (0* (I)), (I))
si chiamerà ilconiugato
di(8 (I),
si verifica che la sua struttura nondipende
dalla realizzazione delprimo C-spazio nell’aperto
di~n .
La nozione si
trasporta
ai(t-spazi
analitici epermette
di definire perogni
talespazio
un nuovospazio coniugato
delprecedente
ed un « antiiso-morfismo » del
primo
sul secondo.Dato un
C spazio
analitico(X, (9 può
accadere che esso sia somorfo al suospazio coniugato (X, )
x ed anzi sia(XR,
x = x cioè il-
spazio
analiticocoincide,
con la sua struttura realesoggiacente,
con il co-niugato.
In
questo
caso l’antiisomorfismo che fa passare dalC-spazio
al suo co-niugato
diviene un antiisomorfismo di(X, Og)
in sè che verrà detto antiin- voluzione di(X, 0~ ).
Si
può
notare che un’antiinvoluzione induce un isomorfismo delle strut- ture realisoggiacenti.
Osserviamo in
particolare
che seX
è una varietàcomplessa
su cuiè definita an’antiinvoluzione a :
X --~ X
e z~". zn è un sistema di coordinatein un intorno di un
punto
E ~ le funzioni ie, = (un sistema di coordinate in un intorno di
9 (p).
danno In tali coordinate l’antiinvoluzione si scrive
Sia un sotto
JR-spazio
analitico diil morfismo associato.
Diremo che
(X, ~x )
èfisso,
od èparte fissa,
per la antiinvoluzionea =
(o,
se :-
ed inoltre si ha :
sono le
applicazioni
fra i fasci strutturali.La definizione di
complessincato
è di antiinvoluzione sitrasportano
im-mediatamente
agli spazi
analitici reali ocomplessi (per
idettagli
vedasi[4]).
Nel
seguito
considereremo sologli spazi
analitici reali che sono ridu- zione diqualche m-spazio.
Tali
spazi
sonoquindi ridotti,
dotati cioè del fascio delle funzioni ana-litiche
reali,
e verranno chiamati(1R)-spazi.
b. Faremo uso nel
seguito
dellaseguente
PROPOSIZIONE 1. Sia X un
analitico, di
dimensione n. Esi- stono allora unospazio
diStein i
di ed un’ antiinvoluzioneo :
X
2013~JT
tale checoerente
X
è uncomplessificato
di -V.DIMOSTRAZIONE.
È
conseguenza dellaproposizione
6 e del teorema 8 di[4].
Sia X un
(m)-spazio
analitico. Sia2’z
lospazio tangente
di Zariski nelpunto x E X,
sia N == supdim1R Tx .
SeN
oo, diremo che X è localiiientea?~X
di
tipo
N.Analoga
definizione si ha per unospazio complesso.
Se X è uno
spazio
analiticoreale,
coerente e localmente ditipo N,
al-lora esiste un
complessifica~to X
che è unospazio
di Stein localmente ditipo
N
(cf. [4]
teorema 3).- - N
PROPOSIZIONE 2. Sia
X
unospazio
di Stein di dimensione n, 1 :i -->- i
un’antiinvoluzione ed X =
(x
EX : a (x)
=x).
Esisteun’applicazione
iniettiva e
propria
tale che : perogni
ii)
’; èregolare
nei_punti regolari
diX.
Inoltre se
jr
è localiiiente ditipo
N> n,
esisteun’applicazione oloinorfa, propria V: X --->- C2,,+2Y
tale chei’) ~ (o (~)) == ~ (.x?)
perogni
x E~r ii~) l~: i--> (1)
è unisomorfismo.
DIMOSTRAZIONE. Per il teorema 5 di
[3]
esisteun’applicazione olomorfa, iniettiva, propria ’~: 1 _> C2n+1,
di rango massimo neipunti regolari di .1.
Usando la costruzione
eseguita
nella dimostrazione del teorema 9 di[4]
sidefinisce
l’applicazione
(p.Analogamente
siragiona
per costruirel’applicazione y,
considerandoperò un’immersione
diX
in(che
esiste per il lemma 6 di[3]).
Sia X un
(m)-spazio
analitico e sial’algebra
delle funzioni ana-litiche
f :
Con latopologia
della convergenza uniforme suicompatti,
uno
spazio
vettoriale reale metrizzabile noncompleto.
Sia
X
unospazio complesso ;
indicheremo con sil(X) l’algebi-a
delle fun-zioni olomorfe con la
topologia
della convergenza uniforme suicompatti
è unospazio
di Fréchet.Sia o : un’antiinvoluzione ed X =
(x
E(.r)
=x).
una funzione olomorfa.
Ad f
si associa la funzione olo- morfafR : Òé
2013~G
definita da___
Diremo che
f
è a-invarianie sef -= fR (cioè
sef = f°),
Un’applicazione f : à5 -+ (Im,1
=(fl ... ,1m),
si dice o-invariante sefj
==
(fi) R , 1 ---- iM -
Indichiamo con
(ÒÙ)
lospazio
di Fréchet delleapplicazioni
olomorfeN N IV
X
-(Im
e cons!lm (X)
ilsottospazio
chiuso di(X)
formato dalle ap-VI
plicazi oni
a-invarianti.~ ~ N
LEMMA 1. Sia
X
unospazio
diStein,
o: X -X una
antiinvoluzione ed X =~x
E X : a(11~)
=x~.
Alloraè un
sottospazio
denso diCR (X).
DIMOSTRAZIONE
(1).
Sia K c X uncompatto.
Proviamo il fattoseguente :
esisteun’applicazione (tq
tale chei) (x»
= ;p(x)
perogni
x E Xii)
esiste un intornoaperto
U di K in2T
tale che è un isomor- fismo di U su un sottoinsieme analitico di unaperto
diGq.
Se U è un intorno relativamente
compatto
di K esso incontra un numerofinito di
componenti
irriducibili di X equindi
è contenuto in un sottoinsieme analiticoXi
diJT
di dimensione finita. Sipuò
supporre che sia o =x,.
Per la proposizione
2 esisteun’applicazione : ~
tale che(~))
=ogni
Usando iragionamenti
fatti nella dimostrazione del teorema 11 di[4]
si costruisceun’applicazione
olomorfarificante
i)
eii) rispetto
a-P.
Poichè i
è unospazio
di Stein’~
sipuò
estendere ad unaapplica-
zione
(tq.
Posto ;¡; = ~ ~
soddisfai)
eii).
(2) Siano z,
Xl+ iYi ,
..., Zq === Xq-~-
le coordinate ineq
e siaed e > 0. Per il teorema di
approssimazione
di Weierstrass esisteun
polinomio
P’9... , z,,)
a coefficienti reali taleche ~(~/) - (I o (~~))(~/) ! I 8
per
ogni y
La funzione P = P’ oV-
è un elemento disfla (X),
E(X, 1) e (x) - f (x) i e
perogni x
E K. Per l’arbitrarietàdi f, K,
8ciò prova che
c)2, (X, 1)
è denso in92 (X).
§
2. Risultatipreliminari.
a. Sia
X
unospazio complesso.
Unafamiglia
localmente finita diaperti C7j
cX
si dice un sisterna ammissibile dii
se :i)
U=U Uj
è eUj n Uk ==
oi) U;
è fl(X).convesso
eU;
flUk
= ose j # k,
ii)
esiste una successioneaperti
diX
tali che:U
e U siasfl (X)-convesso
perogni v E 11.
Osserviamo che’ si
può
supporre che se allora Infatti basta sostituire~
con l’unione diB,,
edegli Uj
tali cheUj
e considerare una
opportuna
sottosuccessione diJ5~.
Una successione soddisfacente tale
proprietà
si dice associata al sistemaammissibile
E in -Sia 6 :
X - .X
un’antiinvoluzione. Se perogni j,
v Em
esistonoj’,
v’ E~1
tali che a =
Uj,
e o(Bv)
= allora il sistema si dice a-ammissibile.PROPOSIZIONE 3. Sia
X
unospazio
di Stein di diiiieiisione n e siao :
i -> X
un’autiinvoluzioue..Bsistono 2n+ 1
sistemia-amrnissibili
lo , A ~1,
...,2n + 1
diX,
tltli cheDIMOSTRAZIONE
(1).
E’ sufficiente dimostrare che dato un insieme nu-merabile T di
punti
diX
esiste un sistemao-ammissibile j
itBtale
cheA =
X - . U
sia un sottoinsieme anatitico reale A n T = 0. Infatti da[5]
J Em
§ 8,
si deduce che dato un sottoinsieme analitico reale A cX
esiste un in- sieme numerabile S dipunti
di A tale che se B eX
è un sottoinsieme ana-litico reale e B fl S = o allora
dimr (A
nB) dim l ,
A.E’ chiaro allora che si possono costruire 2n
+ 1
sistemi a-ammissibilitali
che,
se risultine segue che
(2)
Dimostriamoquindi
l’esistenza d’un sistemao-ammissibile
soddisfacente le
proprietà
dette.Sia 99 :
X-C4 n+2 l’applicazione
olomorfa di cui allaproposizione
2.Per
ogni
siarisulta
By (E
perogni
Sia T
c X
un insieme numerabile dipunti :
medianteiperpiani
realiparalleli agli iperpiani
reali coordinati diG4"+2
sipuò
ottenere unafamiglia
localmente finita di «
rettangoli » aperti, disgiunti
diG4?’+2
tali che:è
compatto
perogni
Pos-siamo supporre inoltre che il
coniugio
inC4n+2
trasformiogni rettangolo
di1Rjlj e o
in unrettangolo
di(i. e.
adattato alconiugio).
Per il lemma 1 di
[3]
un sistema a-ammissibile diC4,1+2 .
Percostruzione adattato al
coniugio
inC4,,+2 .
Ora V --->- IV è
un’applicazione
olomorfa traspazi
di Stein e Q èun
aperto
di W che è alloray-1 (Q)
èNe segue, ricordando che
l’applicazione 99
èpropria, che, posto Uj =
= p-~ (Rj), B,,
= un sistema o-ammissibile diX.
L’unione
degli iperpiani
reali che dividonoC4 n+2
neirettangoli Rj
è uninsieme analitico reale
quindi
la suaimmagine
inversamediante 99
è un sot-toinsieme analitico reale di
X,
che per costruzione èdisgiunto
da T.Ciò conclude la dimostrazione.
OSSERVAZIONE l. Per costruzione
gli aperti
convessi. Inoltre
posto Vj =
e(Bv)
taliaperti
sono(cfr. [3]
lemma1)
e un sistema a-ammiss bile in cui s ha inoltre a(Vj)
=Vj,
o(Bv)
=B~.
PROPOSIZIONE 4. Sia
JT
unospazio
diStein,
zione e
In un sistema Perogni j E »
siaKj
c:Uj
un com.patto, fj -j > 0.
Esiste unafunzione
tale cheove
DIMOSTRAZIONF,. Sia
1 = a (j)
definito dao ( U) =
Sipuò
supporre, eventualmente considerandocompatti Kj’ :3 Kj,
che = Per ilteorema di
approssimazione
di Narasimhan(cfr. [3],
teorema2)
esistef E
sil(X)
tale che risulta
da cui segue
e
IV N !V
Sia i
unospazio
diStein,
a:X -- X un’antiinvoluzione,
sistemi a-ammissibili. Siano
compatti
edove se è un
compatto
si èposto
Al variare di
K, KjÅ,
e, ej i sottoinsiemiV~,
formano un sistema fon- damentale di intorni di(0)
per unatopologia
su che chiameremo laY>i-topologia
associata ai sistemi =1, ... ,
,Una
m-topologia
è strettamentepiù
fine dellatopologia
naturale su(JT).
Osserviamo inoltre che con una
m-topologia
lospazio (1)
non è metriz-zabile e non è uno
spazio
vettorialetopologico (la moltiplicazione
per unoscalare non è
un’applicazione continua).
Sipuò
tuttavia dimostrare checon la
1n-topologia (1)
è unospazio completo,
di Baire(cf. [0]).
PROPOSIZIONE 5. Sia
JT
unospazio d Stein,
o :Per
ogni compatto
tale checoinpatto,
perogni f
E A~~ )
esiste ~ > 0 tale che allora g E A(K).
In_particolare A (K)
èaperto.
Siano sistemi
Allora è denso in per la
in-topologia
associata aisistefiii In
particolare
i è denso inDIMOSTRAZIONE
compatti,
Sia
1 B’)., ,n
una saccessione associata al sistema ; Sipuò
supporre cheA i
Si
può
inoltre supporre chegli aperti B.
sianoA (X}-convessi (cf.
osservazione
1).
Sia c
BA
uncompatto
contenente ed iKjA
che stanno inBA.
Sia
CA
un intornocompatto
di’K/
inSupponiamo
cheSi ha
Se K c K’ allora A c A
(R ) ; quindi
sef E A (K+’)
perogni
v E11, f E A (K)
perogni compatto
E9 chiaro che sipuò
supporreC c gl
ed 8 J
per j
Cmax jf .
A i
(2)
è densoquindi
esistef 1= ( fl ,
... , E A(.g1 )
tale che Per
iii)
esiste3i
> 0tale che se allora Sia
°1 =
Poichè -convesso, 5
B1
egli aperti ~7/
sono A
(X)-convessi
estono m funzioni
I .
olomorfe su
X,
tali cheposto D1
=si abbia :
ne segue
D’altra
parte A (g2 )
è denso insIl:n (X ) quindi esiste ,
E A
(g2 ),
tale cheSia tale che se - soddisfa la
disegnaglianza
allora F E A
(K2).
Per iterazione si trova una successionetale che
Quindi
seper
ogni
v E11
equindi
per
ogni compatto
Kc X. Scegliendo opportunamente
i~."
si ha :e la
proposizione
ècompletamente
dimostrata.b. Sia
X
unospazio complesso,
S l’insieme deipunti singolari
di11:
S è un sottoinsieme analitico diX
eX -
S è una varietàcomplessa.
(tm un’applicazione
olomorfa. Dato x EX -
S indichiamo- -
con ex
(g)
il rangojacobiano
di,
cioè il rango della matricejacobiana
del-l’applicazione g
nelpunto
x.N N N
PROPOSIZIONE 6. Sia
X uno spazio
di Stein di dimensione n, Q :X
Xun’antiinvoluzione. Sia T
c X un
insieme discreto dipunti, a (X),
q n.Per
ogni compatto
K c X sia A(K)
csfla (X)
l’insiemedegli
elementif
tali che :i) f
separa ipunti
di T fl(K u a (K))
è
l’applicazione definita
dasi ha
per
ogni
xp E T n K U o(K)
che sia unpunto regolare di x:
Allora la
jaY>iiglifi degli
insierni A(K) verifica le ipotesi
dellaposizione precedente (con
m ===1).
DIMOSTRAZIONE.
(1)
Proviamodapprima
che l’insieme delle funzioni che separano un numero finito dipunti
diX,
èaperto
e denso in
Si
può
supporre che sia a(xj)
= x~.~~~ con 1 ~ 6( j)
p perogni
1Saj Sa
p.Siano ...,
f,
funzioni di(X)
tali cheConsideriamo
la funzione numeri realitali che se se allora
La funzione
f appartiene
a e separa ipunti
Sia 9
Eg(a (X)
e A ER : g +;’1
non separa ipunti Xi ,
... , x. se e solose ~ coincide con uno dei valori che sono in
numero finito : ne segue
che g
è limite in(-V)
di una successione(y +
funzioni che separano i x, . E’poi
immediatovedere che l’insieme delle funzioni che separano i è
aperto.
(2)
Proviamo ora che l’insieme delle funzioni(X)
che verificano la condizioneii)
dell’enunciato èaperto
e denso in,~~ (~ ).
Sia g c
X
uncompatto
e sia~x1, ... , x,)
= T n K.Esistono coordinate olomorfe nell’intorno di
xi e a
(s;) rispettivamente,
tali o che siesprima
inquesti
intorni conE’ noto che esistono n funzioni ~Oi’." , Wn olomorfe
su i
che assumonox, valori
assegnati
e tali che i differenzialidiv, , ... ,
sianoeguali
a%~ ~... , ~
in ... , 2 XP -Risulta allora chiaro
che z,
= ... , = hanno la stessaproprietà.
Le
funzioni Zl ,
... , zn danno allora un sistema di coordinate locali nel- l’intorno diogni
xp .-
Siano ~,~ ~
... ,5 A.
numerireali ;
sia conIn un
punto 1 ~ j ~,
risulta se e solo se~, è tale che il vettore è combinazione li-
589
neare dei vettori i
Quindi
escluso alpiù
un numero finito di valoridi A, g + À(
verificala condizione
ii)
dell’enunciato. Esiste allora una successione di funzioniconvergente
a g infla (1)
e tale cheper
1 ~ j ~ p
e perogni
,
- -
Da
(1)
e(2)
segue che A(g)
è denso instia (X)
perogni compatto
.gc X.
A (.g’) c A (K) ;
essendoA (K)
eA (K’
insiemi diappli-
o
cazioni olomorfe è facile verificare se K c
K’,
esiste e>
0 tale che seallora g
E A( ).
COROLLARI 0 1. Nelle
ipotesi
dellaproposizione precedente
sia E mun sistema o-ammissivile e _per E
10, Kj
cUj,
uncompatto
ed 0.Sia C c
X
urccompatto
e> 0,
h EsIla (X)
e(X ),
m n. Dato un in-iV
N
sieme discreto T c X esiste
f
E(X)
tale che :per
ogni f separi
i_punti
di Tper
ogni
DIMOSTRAZIONE. Sia
.K c X
uncompatto
e sia A(g)
definito comenella
proposizione precedente.
Allora lafamiglia degli
A(g)
verifica leipotesi
della
proposizione 5.
Dallaproposizione 5
segue che esistef E
A(K),
perogni compatto
.gc X,
verificantei), ii), iii).
§ 3.
Un teorem aa’immersione per gli (1R)-spazi analitici.
N N /V
a.
Sia X
unospazio complesso
di dimensione n, : X-(tk un’appli-
cazione olomorfa.
Sia
M’
(99)
è un sottoinsieme analiticocomplesso
di X X X contenente ladiago-
nale A
di X X i.
SiaiV($)
l’unione dellecomponenti
irriducibili diàI’ (§$)
che non sono contenute in A :
M(~)
è un sottoinsieme analiticocomplesso
di
i
XÌ~.
Sia 8
1’insieme deipunti singolari
diX
e sia o~(T)
il rangojacobiano
di ~ in un
punto
x E X - S. Sia perN N N
X’ (99, m)
è un sottoinsieme analiticocomplesso
diX -
S la cui chiusuraN N N
X (p,
è un sottoinsieme analitico di X. Chiaramente nessuna delle com-ponenti
irriducibili diX (g~,
è contenuta in S.PROPOSIZIONE 7. Sia
X
unospazio
di Stein di dimenssione n, a :i--> X
un’antiínvoluzione.
Sia
m un sistema a-ammissibile.tale che :
DIMOSTIP.AZIONF,. Siano
Mq, q E 11,
lecomponenti
irriducibili di1JI (!k).
Scegliamo
in ciascunMq
unpunto vq> É
A : è un sottoin-sieme discreto di
i> i.
SiaJT~
l’unione dellecomponenti
irriducibili diX (!k, in)
che hanno dimensione n - le+
111(O
-:.---- inn).
Nessuna compo- nente irriducibile diXm
è contenuta in 8 econseguentemente (x.
n - k +
m.Dall’ipotesi bk)
seguepoi dimz +
m 2013i ,
e
quindi ogni componente irriducibile À/j§
contiene unpunto
che non
appartiene
a 8 y m 20131).
Poichè ~~
~(~ , ~ 2013 l)y
m é"m
= 1n. Inoltre ipunti ~,
m =01 19
n -1,
formano un sottoinsieme discreto di X.Sia T l’insieme formato dai
punti xP
e Xq , Yq =0~... ~ 2013 i.
Per il corollario 1
esiste! E Au (X)
tale cheper
ogni
e
ogni
Sia
fk+, == (fk f )
eproviamo
chefk+,
soddisfa le condizioniack+1)
eInfatti sia M una
componente
irriducibile di non contenuta in d, Allora M c perqualche
q. Ma(Xq, yQ)
E eM, quindi dime
ne segue cioè
Q’k+l)-
Se A è una
componente
irriducibile allora o A è contenuta in unacomponente
irriducibile di di dimensione n - lc+
7yi op-pure A è contenuta in una
componente
irriducibileX~
di Ma alloraA ~ .rP
EXP
cosicchèdim ~
A n - k+
1n cioèbk+1).
in
Possiamo provare
iseguenti
teoremi.k+l)-
- - N
TEOREMA 1. Sia
X spazio
di Stein di dimensione n, o : X ---> X unacantiinvoluzione. Allora delle
applicazioni g~ E stl;n+l (X)
che sonotive
_proprie
eregolari
neipunti regolari
diX
è denso in(X).
DIMOSTRAZIONF,. Consideriamo 2n
+
1 sistemia-ammissibili
E m’À
=1,
..., 2n+ 1,
e perogni Uj
1 uncompatto Kj
3 cUj
1 tale cheSia C un
compatto
di Perle
proposizione
5 esistono in tali che per,Poichè le condizioni
ao)
ebo)
dellaproposizione precedente
sonovuote,
esiste y~1
E gla (.~)
tale chePossiamo sucessivamente trovare per la
proposizione 7,
’~P2 , ... in tali chese Vk è 1’applicazione X __> ek
definita da x -(x),
......, allora
con
L’applicazione
èpropria poichè
Poiché
’~; è iniettiva e
regolare
neipunti regolari
diX.
Ciò prova il teorema l.TEOREMA l’. Nelle
ipotesi
del teorema 1 siano2n
+ 1
sistemi o-am1nissibili tali che Allora dellea licazioni
e
regolari
nei_punti regolari
dii
èdenso, (29t + 1)-topologia
associatac ai siste>ii e n’ nel
sottospazio
delleapplicazio>ii g
E(X)
che sonoproprie.
DIMOSTRAZIONE. Sia
un’applicazione
pro-pria.
Sia uncompatto
ecompatti
tali che . Dalla dimostrazione del teorema 1 segue che
fissati ed esiste iniet-
tiva e
regolare
neipunti regolari
diX,
tale cheL’applicazione g
èpropria :
infatti perogni
successionepriva
di sottosuccessioni
convergenti
si haCiò prova il teorema 1’.
N N N
Sia X
nnospazio
diStein,
: un’antiinvoluzioneSiano sistemi o-ammissibili su
compatta poniamo :
Al variare di
K, gli
insiemiV m
formano un sistema fondamen~tale di intorni di
(0)
per unatopologia
su(~)
che chiameremo la 1n-to’pologia
associata aisistemi
A=1, ... ,
m.Vale il
seguente.
LEMMA. 2. Sia
.X
unospazio
diStein,
un’antiinvoluzione edmz sisteini a-aminissibili. Al- lora lo
spazio
è denso inc)2,11 (X)
per- lam-topologia
associata ai sistemiDIMOSTRAZIONE.
ÌiJ
conseguenza immediata del lemma 1 e della propo- sizione 4.TEOREMA 2. Sia X un
(1R)-spazio
analitico di di1nensione n. Esisteun’ap- plicazione analitica, iniettiva,’ propria
cp : X-1{r~n+],
tale che g~(X)
è un sot-toinsieme analitico di
1R2n+l.
Se X ècoerente, 99
èregolare
neipunti regolari
di X.
DI3IOSTRAZIONE. Per la
proposizione
1 esistono unospazio
di Stein XN N N
di dimensione n ed un’antiinvoluzione a : X- X tale che X =
[x
EX :
o(x)
=x).
Per il teorema 1 esiste che è iniettiva
propria
eregolare
neipunti regolari
diX;
q;_ ~~ ~
è alloraun’applicazione
analitica iniettiva epropria ;
inoltreessendo Esil;n+ (X)
si ha cp(X)
C D’altraparte
es-1V
sendo propria (X) è
un sottoinsieme analitico di equindi
g(X)
== ~ (x)
(ÌlR2n+1
è un sottoinsieme analitico di1R2,,+I.
Se X è
coerente, X
è uncomplessificato
di X equindi
x E X èregolare
per X se e solo se è
regolare
perX :
ne segueche 99
èregolare
neipunti regolari
di X.OOROLLARIO 2. Una varietà analitica reale X di di1uensione n con
topo..
logia
a base numerabile èisomorfa
ad una sottovarietà analitica reale di’n+1.
COROLLARIO 3. Sia X 2cn analitico
spazio
analitico realecoerente)
di dimensione n e sia(.X)
lospazio
delleai>plicazioni
analitichereali L’ insieme delle che sono
iniettive e
_proprie, (iniettive, proprie
eregolari
neipunti regolari
diX)
èdenso in
(X).
- - -
DIMOSTRAZIONE. Sia
X
unospazio
di Stein di dimensione n e a : 1 X - X un’antiinvoluzione tale cheX=(x
EX : 6 (x)
=x .
Per il lemma delparagrafo
1le
applicazioni
g E(X)
che sono restrizioni ad .X diapplicazioni
(X ) formano
unsottospazio à’+1
denso. Dal teorema 1 segue che l’insieme(X, X)
che sono iniettive eproprie (iniettive, proprie
e
regolari
neipunti regolari
diX)
è denso in(X, X ).
COROLLARIO 4. Sia X un analitico
(uno spazio
analitico realeN N N
coerente)
di dimensione n. SiaX uno spazio
diStein,
Q :X -+ X
un’antiinvo- l1tzione tale cheX=(x
E.X :
a(x) = x
e1
líl, A=--- il
..., 2n+ 1,
sistemi a-a1n-missibili tali che Allora l’insiente delle
applicazioni 99 E
E
(X)
che sono íniettire eproprie (iniettive, _proprie
eregolari
nei_punti regolari
diX)
èdenso,
per la(2n + 1)-topologia
associata ccisistemi ~~~~
E m ,nel
sottospazio
delleapplicazioni
(r E(X)
che sonoproprie.
DIMOST’RAziONE. É analoga
alla dimostrazione del Corollario3,
tenendopresenti
il teorema 1’ ed il lemma 2.N N N
b. Sia
X
unospazio complesso,
a : ’ - X un’antiinvoluzione. Diremo cheX
è ditipo
Nrispetto
a. a se perogni
x E X esisteun’applicazione
che è
regolare
in x.N N /V
PROPOSIZIONE 8. Sia
X
unospazio
diStein,
Q : ítnlantíínvo litzione.í".J
,
í".J o
Sia K c
X
uncompatto
e K cX
uncoiiipatto
tale che Siaf E _-2r la (X ) un’applicazione
iniettiva eregolare
su K. Allora esisteE>
0 ta,leche se g E
Aà {X)
eIl f - g K’
E, g è iniettiva eregolare
su K.DIMOSTR,AZIONE. cf.
[3]
lemma 5.COROLLARIO. 4. L’insieme delle
f E (X )
che sono iniettive eregolari
su K è un