A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
W ILHELM B LASCHKE
Luigi Bianchi e la geometria differenziale
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 8, n
o1-2 (1954), p. 43-52
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LUIGI BIANCHI
E LA GEOMETRIA DIFFERENZIALE
DISCORSO TENUTO A PISA IL 26 DI SETTEMBRE 1953 da WILHELM BLASCHKE
Ringrazio
sentitamente i mieicolleghi
italiani per l’onore concessomi di rievocare LuiGi BIANCHI. Da un lato lo faccio ben volentieri sentendomi fin ad un certopunto
allievo delgeometra pisano
nello studio della Geometria Differenziale. Dall’altraparte questo compito
è per mepiuttosto duro, perchè
non mi sento
padrone
della lorolingua
eperciò
certamente non posso com-petere
ineloquenza
colmagnifico
discorso di GAETANO In memoriadi LUIGI BIANCHI >;
pronunciato qui
nella Scuolaformale Superiore
nel1930. Ma ricordandomi della persona modestissima del nostro
maestro,
chesempre cercava di evitare
gli
onori e di non mettersi inmostra,
credo chenon ci sia
bisogno
inquesta
commemorazione di tantaeloquenza
e diparole particolarmente
ricercate. Ma c’è un altra mia difficoltà: anche in materia mi sento pococompetente.
Difatti il campopiù
favorito dal BIANCHI eraquello
delle cosidette trasformazioni dellesuperficie,
cioè metodi chepermet-
tono per
esempio
la derivazione d’un infinità disuperficie applicabili
sullequadriche
dalla conoscenza di una talesuperficie.
Ora inquesto campo
pre- ferito dalgeometra
Pisano non ho mailavorato,
mentre peresempio
all’emi-nente
geometra
russo FINIKOFF ed all’amico RENA1.’O CALAPSO sono dovuti bellissimi risultati. Perquéste
mieovvt
mancanze chiedo scusa aicolleghi presenti.
Forse conviene per
questa
mia conferenza il programmaseguente.
Co-mincio col ricordare brevemente la persona ed i lavori del
BIANCHI,
peraccennare
poi
al suo influsso sullosviluppo
della Geometria Differenzialenegli
ultimi decenni.Prego
i miei ascoltatori di non considerare come una mancanza di modestia daparte
se nelseguito preferisco apertamente
imiei
personali punti
divista,
anzi di considerare ciò soltauto come mia in-capacità
di elevarmi ad un livellopiù alto,
44
"-
Dopo
di essermi laureato a Vienna conWIRTINGER
edopo
d’aver pro-seguito
i miei studigeometrici
a Bonn cOllo venni Dell’auttinno del 1909 aPisa,
ove inquesti tempi
fioriva la matematica conBIANCHI,
DINI e La bella e
tranquilla
città di Galileo colle suemeraviglie
d’arte medioevale
m’irnpressionò profondamente
ein’ispirò
tale amore perl’Italia,
, che pergli
anniseguenti
della mia vitacoglievo ogni
occasione per ritornarvi ingenerale
colpretesto
e colla scusa di fare delle conferenze geo- metriche. Ma lapiù grande impressione
inquegli
anni dellam’i,a
lontanagioventù
mi fece la personamassiccia, profondamente
erudita e laboriosa e(nonostante
le difficoltà della suavita)
anche serena egioviale
del BIANCHI.« Ascoltarlo era un incanto ». Per soli tre mesi ebbi la fortuna di
poter
se-guire
i suoicorsi, quelli
sulleeqnazioni
a derivateparziali
all’Università equelli
sulla teoria di GALOIS alla Scuola Normale. Altrigiovaui
studiosi dimatematica di
quell’epoca
fortunata di Pisa erano peresempio
i miei amiciPICONE,
SANSONE e SIGNORINI.BIANCHI nacque a Parma il
18-1-1856,
entrò nel 1873 come allievo ia-terno nella Scuola Normale
Superiore
fondata daNapoleone
nel 1813. Al- l’Universitià i suoi maestriprincipali
furono e DINi.Dopo
la laureanel 1877 e l’abilitazione nel 1879 a Pisa
prosegu
per due annigli
studi inGermania a Monaco e
Gottinga specialmente
con FELIX KLEIN. Ivi fece la conoscenza diWEINGARTEN,
colquale
èlegato
peresempio
dal cornune stu-dio delle
superficie
e delle congruenze W. Mentregli
scienziatiqualche
voltalitigano
sullapriorità, questi
due amicicompetevano
nell’attribuire le loroscoperte
l’uno all’altro. Nel 1881 BIANCHI entrò comeprofessore
nella ScuolaNormale,
nel 1886 ottenne la cattedra all’Università diPisa,
allaquale
ri-mase fedele per tutta la vita. Al DiNi successe nel 1918 alla direzione della Scuola Normale. Mor il 6-6-1928 a Pisa colmo di
onori,
Senatoredel Regno
e membro dell’Accadeinia dei Lincei. Fu una vita
tranquilla
e serena e pocompvimentata. « Fu »,
come disse loSCORZA,
« la vita dellostudioso,
sclivadei rumori
mondaui,
tutta assortauell’appassionato
fervoredell’indagine
scien-tifica e
perciò
spesso arrisa da unmite,
diffuso lume dipoesia ».
« Pisa ri-conoscelite » scrive
FINIKOFF,
« lo tumulò nel suoCampo Santo,
famoso intutto il
mondo,
vicino al Duorno ed alla torrependente,
sullaquale
si diceche GALILEO studiò le
leggi
sulla caduta deicorpi
».Da
questa
memoria di S. P. FINIKOFF del 1930 mipremettano
di citareanche il confronto fra BIANCHI e DARBOUX. « Alla fine del XIX
secolo »,
scrive 1’eminente
geometra Russo,
« duefigure
di eccezionaleimportanza
il-luminano la
geometria
BIANCHI e DARBOUX. Ambedue hanno interamente consacrate allageometria
differenziale le -loro massime forze creative. Tuttie due hanno creato le loro
scuole,
ciascuno di loro ha scritto un fondamen- talecompendio
sullageometria differenziale,
DARBOUX la « Theorie des Sur-45
faces » in
quattro
volumi dal 1887 inpoi,
e BIANCHI le « Lezioni di geome- tria differenziale » dal 1885 inpoi
con due o con tre volumi. Il confronto traqueste
opere èpvrticolormente
istruttivo.Leggendo
DARBOUX ci troviamo ad unasorgente
esuberante di idee.Egli principia
con la costruzione delsuo
speciale
metodocinematico, già
nelprimo
volumeegli
passa alla determinazione di unasuperficie
con tre soluzioni di unaequazione
alle de-rivate
parziali
del secold’ordile. Là si possono trovare anche metodiproiet- tivi,
di lprende origine
lageometria
conforme. Sipuò dire,
inbreve,
cheogni problema
viene risolto col metodopiù
nddatto. Tutto ciò èelegante
senza inutili riferimenti
analitici,
fatto in base asemplici
egeniali
conside-razioni
geometriche ;
in unaparola,
come disse E. CAR’1’AN:leggendo
DAR.Boux ci
sembra,
che tutto sia fatto nella manierapiù perfetta
da po- tercitogliere
onggiung’ere
niente.Questo
sispiega facilnente,
essendo ilmetodo costruito
proprio
per la soluzione delproblema
considerato. Per un’estensione dei risultatibisogna
rifare interamente il metodo della solu- zione ».« Nel BIANCHI troviamo altro. Incontriaino
prima
di tutto delle lun-ghe esposizioni,
talvolta anche noiose. Prendo peresempio
il terzo vo-lume
complementare
della seconda edizione dellelezioni,
volume dedicato allamagnifica
e, sipotrebbe dire, geniale
creazione delle trasformazioni dellesuperficie applicabili
sullequadriche,
dove non si sa di che cosa meravi-gliarsi maggiormente,
se delPaudacia dell’autore o dell’acutezza del suogenio.
Aprendo dunque questo
voluine a caso noi troviamoprima
di tutto delleesposizioni
nellequali
il lettoreaffoga
letteralmentesembrandogli iucompren-
sibile come l’autore possa attraverso di esse
gi 11ngere
a lieto fine. Eqnesta
non è un
eccezione;
in fondo la stessa cosa si trova anche se inproporzioni minori, negli
altri due volumi della stessa e diqualsiasi
altra edizione delle«Lezioni ». La stessa abbondanza di formule caratterizza
qualsiasi
memoriadel
geometra pisano. Eppure,
nonostantequesta pesante
formaesteriore,
ilBIANCHI trova
più
scolari e lettori diDARBOUX,
e ciò èprovato
dalle seiedizioni e dalle traduzioni delle lezioni sempre interamente rifatte e arric- chite in confronto colle due edizioni
quasi
identiche delleleçons
di DAR-BOUX. Il BIANCHI è straordinariamente lnodesto nei mezzi
usati ;
i essenzial- mente non si tratta che d’un metodo solo. Per determinazione d’unasuperficie egli
ricorrequasi
sempre alle formequadratiche
differeuziali diGAUSS,
facendo uso dei simboli di CHRISTOFFEL ...Egli sceglie
la viapiù
dritta,
senzaartifici,
direiquasi
elementare...Egli
prepara formule per cos dire di riserva. Pare che esse invitino a contiuuare la ricerca. Adogni
pagina
delle lezioni ci pare che l’autore si sia appena alzato dal tavolo di lavoro cedendoci il snoposto ...
». Cos l’eminentegeometra
russo.46
Nel 1908 al congresso internazioaale dei matematici a Roma ebbi il
piacere
dipoter
coufrontarequesti
due sommirappresentanti
dellageometria differenziale, 1’altra, elegante
e snellafigura
delparigino,
e la mediafigura, alquanto rustica,
ma moltopiù simpatica,
delpisano.
Ora entro nella
parte più poderosa
della mia allocuzione dovendo ac- c,ennare al contenuto dei lavori di BIANCHÌ tenendo conto del dettomaligno :
Di lavor matematici o non si
capisce
nulla o si sameglio. Questo
mio cennosarà necessariamente molto
superficiale già
in conseguenza della immensa mole della sua opera, avendoegli pubblicato più
di duecento memorie nei>
giornali
matematici.Inoltre,
forse ancora dimaggiore importanza
sono i suoitrattati di i
algebi-a, aritmetica,
teoria dellefunzioni~
funzioniellittiche,
geo-metria
analitica, gruppi
continui especialmente quelli
digeometria
differen-ziale. Mi limiterò alla considerazioue della sola
geometria
differenziale appog-giandomi
su commemorazioni del BIANCHI daparte
di G. FUBINI(1929),
S. P. FINIKOFF
(1930)
e GAETANO SCORZA(1930).
Anche i
matematici,
aiquali
sono concessi molti anni di vita e di la- voro~concepiscono
ingenerale
le loro ideeprincipali
nellagioventù.
Cosanche il BIANCHI. Già nella sua tesi di abilitazione
(1879)
iniziò la trasfor- mazione dellesuperficie pseudosferiche,
eioè a curvatura Gaussiana costantenegativa, oggetto
che colle suegeneralizzazioni
loaccompagnò
perquasi
mezzo secolo di i vita laboriosa.
Partendo da una
s~~perficie S
consideriamo le due falde « focali » 7 cioè le due falde toccate dalle normali dell; 8. Il BIANCHI studiaspecial-
mente il caso, clre le due falde
Si’ 82
siano «pseudosfericle »
cioè a cur-vatuia per
esempio uguale
a meno uno. 11passaggio
dalla faldaS1
alla82 egli
chiama « trasformazionecomplementare
». SeP,
e unpunto
della81 ,
yil
punto P2 corrispondente
della82 giace
su un cerchio diraggio
uno colcentro
P,
e situato nelpiano tangente
dellaS1
in1>2.
TaliS2 tagliano
or-togonalmente la
schiera a dueparanetri
dei nostricerchi,
cioè sono traiet-torie
ortogonali
diquesta famiglia
di cerclli consideratagià
da RIBAUCOUR.Uos conoscendo ,nna
pseudosfera
se ne deduce unafamiglia
di tali super-ficie,
che contiene unparametro
eripetendo questo
passo s’introduce un nu-mero arbitrario di
parametri. Questa ripetizione
èagevolata
dal cosidetto« teorema di
permatabilità »
delBIANCHI,
teorema sulquale
nonvoglio
in-sistere.
Questa
idea di trasformazione ebbegrande
successo. Peresempio
ilnorvegese S. che era uno dei natematici
più originali dell’epoca,
trovòsubito un altro
tipo
di trasformazione ma meno efficace diquella
del BIAN.CHI, e un altro norvegese BACKLUND
scopri
nel 1883 unageneralizzazione
della trasformazione
complementare
studiatapoi
pure dal BIANCHI.47
L’estensione
più ampia
trovata dal BIANCHI delle sue trasformazioniriguarda
lesnperficie applicabili
sullequadriche.
Ilpunto
cardilale diquesta
sua ricerca è il
seguente: Ogni
talesuperficie
è falda focale d’unadoppia
infinità di congruenze rettilinee
H’,
che hanno come seconda falda focale un’altra talesuperficie, applicabile
snlla stessaquadrica. Egli
ebbela
for-tuna d’incontrarsi il i
queste
ricerche con molti matematicivalorosi,
comeper
esempio DARBOUX, DEMOULIN,
GUICHARD eRIBAUCOUR
inFrancia, JONAS,
LIE e WEINGARTEN in(Germania,
P.CALAPSO, FUBINI, PiCONE,
C. SEGRE e TORTORIOI ill
Italia,
-FINIKOFF inRussia,
EISENHARTnegli
Stati Uniti. I)el BIANCHI esistono circa 140 memorie sulle trasformazioni delle
superficie
anche in connessione coi sistemitripli ortogonali’
iutrodottida LAMÉ. Cito il FUBINI : del BIANCHI
lumeggia
un vastissimoterritorio,
di cuisingoli
lavori mettono ilr lnce molti deipunti più notevoli;
ma tra
questi
viene costruita unn rete fittissima di strade che licollegano
l’uno all’altro ». ,
Mentre il DARBOUX usò la cinemntica come fondamento della sua teoria delle
superf cie,
il BIANOHI studiò secondoquesto
ramo inizialedella
mec-canica
specialmente
il rotolamento dellesuperficie
e le congruenze di sfereconnesse con
queste
ricerche..Negli
ultimi anni FRANaESCOSEVERI,
forse.impressionato dairopera
pe-sante
del misterioso matematico francese N.BOURBAKI,
scrisse « la mate- matica odierna è ammalata di astrattismo ». Anche il BIANCHI comegeometra
costruttivo non era favorevole airugionamenti logistici. Egli
colmò anchegli spazi
nonenclidei e riemanniani d’un abbondanza difigure
ed idee intuitive.Per menzionare un
esempio semplice, Egli
studiò lebélle proprietà
geome- triche dellesuperficie
a curvatura nulla nellospazio
ellittico. Alla fine del secolo scorso uscirono i « Fondamenti digeometria »
di e sottol’influsso di
questo
libro risorse la moda greca dell’assiomatica. BIANCHI confrontògli
studi i sui fondamenti con unlungo.treno
fermo in una sta,zione : tuttigridano « partenza ! »
ma il treno non si muove. Anche il metodo ten-soriale pare che non sia stato favorito dal nostro
maestro,
benchéEgli
ab-bia
scoperta
la connessione intima del «ti-asporto »
o «pvrallelismo »
diLEVI-CIVITA colle reti di CFBICIZFF.
’
,
Una critica severa dei metodi di BIANCHI è dovuta allo
STUDY,
che loaccusò di mancanza di
rigore.
E difatti: mentre peresempio
la teoria delle funzioni analitiche nel caso d’una sola variabilecomplessa
nella scuola di WEIERSTRASS eragià irrigidita
in modosenile,
lageometria
di DARBOUXe BIANCHI
godeva
ancora d’unaspensieratezza giovanile.
Diquesto
fattonon è da
meravigliarsi.
La teoria delle funzioni coincide essenzialmente collo studio dellarappresentazione
conforme e collo studio d’una solaequazione
48
a derivate
parziali,
cioè diquella
di LAPLACF, :’
e le difficoltà sorgono colle
complicazioni
delleregioni
considerate. In con-fronto con
questa. semplicità gli oggetti
della teoria dellesuperficie
sonod’una varietà straordinaria ed il campo delle
equazioni
differenziali corri-spondenti
non è limitato aquelle
del second’ordiue. Peresempio
la determi-nazione d’una cosidetta
faniiglia
diLAMÚ,
cioè d’unafamiglia
disuperficie, immersa
in un sistematriplo ortogonale, dipende
da unaequazione
delterz’ordine. Cos si
capisce,
che il inio caro maestro coi suoi sforzi d’introdurre ilrigorismo
nel visto territorio dellageometria
differenziale sia riuscito a farepochi passi
non senzaincespicare.
Non posso fermarmi sulla persona del
BIANCHI,
sulla sua « bontàmite,
sulla sua candida e sincera
nlodestia, sull’integrità semplice
e serena », come disse GAE’1’ANOSCORZA,
delquale valgono gli
stessielogi.
Ma forse pos- siamovolgere
unosguardo fugace
allosviluppo
dellageometria
differenzialedopo
il maestropisano.
Cominciamo collegeometrie,
chequalche
volta sichiamano le
geometrie
diperchè
considerate nel suo famoso « pro- gramma diErlangen » (1872),
e inprimo luogo
collageometria proiettiva
dal
punto
di vista differenziale.Mentre il BIANCHI ed i suoi
contemporanei PASQUA
LECA.LdPSO,
DAR-BOUX, DEMOULIN, GUICHARD, TZITZFICA, VOSS,
WEINGAR1.’nN studiavano per casoproprietà
differenziali dellesuperficie
e di altrefigure geometriche
invarianti per trasformazioni
proiettiva
come peresempio
le linee asiiitotiche dellesuperficie
e le congruenze W dirette,
la sistemazione dellageometria proiettivo differenziale
è dovuta essenzialmente al trattato di FUBINiCECH del 1931.Questo
genere di ricerche ebbegrandissimo
successo nelpiccolo
mondo
geometrico;
basta citare in Italia peresempio
lavori di BOMPIANI eTERRACINI. ,Nel 1950 usc il
primo
volume nuovo trattato suquestuar gomento
del mio amico G.BOL°,
e si trova inquesto
volume anche una listalunga più
di 60pagine
di lavorisull’argomento.
Il secondo volume del trat-tato di Boi, è in corso di
stanpa,
il terzo esiste in a oseritto. Cosavremo fra poco un trattato
cornpleto
sul nostroargomento
colla restrizione allospazio proiettivo
a tre dimensioni e con molti contributioriginali
diBOL e della sua scuola.
Meno considerata è la
più
riccageometria
differenziale del gruppo affine sullaquale
scrissi un libro col mio amico REIDEMEISTER nel1923,
equella
dei
gruppi
diMOEBIUS,
LAGUERRE e che mutano le sfere fra di loro49
e sui
quali
esiste il mio libro del1929,
dovuto essenzialmente al mio de- funtoscolaro,
collaboratore ed amico G. THOMSEN. Per tuttequeste
ricerchesi trovano
suggerimenti
e risultati anchespecialmente
nei lavori del nostro maestropisano_
Un altro ramo della
geometria differenziale,,
che fin’ad un certopunto
si
può
associare allegeometrie
diKLEiN,
è la «teoria deitessuti »,
ossia« topologia
differenziale », teoria allaquale
dedicai un libro scritto coll’amico BOL nel 1938. Si tratta di trovareproprietà
differenziali difigure geometriche (chiamate
« tessuti»)
invarianti per trasformazionipuntuali
« arbitrarie », cioè trasformazionisottoposte
soltanto a certe restrizionidi regolarità (1).
"
Questi
tessuti sono in connessione intima collaNomografia degli ingegneri,
ma anche in modo ancora non abbastanza chiaro colla
geometria algebrica, quest’altro predominio
della scuola matematica italiana.Mentre lo
sviluppo
dellageometria
di RIEMANN nonostante i contributi diCHRISTOFFEL, BELTRAMI,
F.SCHUR, RICCI,
Voss eBIANCHI,
delquale
si conoscono per
esempio
le cosidette « formule del BIANCHI », trovate anche da Ricci eVoss,
eraalquanto sonnolente,
essa sirisvegliò magnificamente
colla
scoperta
della relativitàgenerale
di EiNSTEiN e RiLBERTdopo
il1913. Un contributo essenziale era
quello
di LEVi-CIVITA col suo « tra-sporto »
o «parallelismo »
o colle « connessioni », nel1916, previsto
da LORDKELVIN
(1867)
e studiato egeneralizzato
da E.CARTAN,
G.HESSENBERG,
J. A.
SCHOUTEN,
H. WEYL e tanti altri. Il contributo di BIANCHI aquesta
teoria abbiamo
già
menzionato. Le connessioni condussero ad una genera- lizzazione dellegeometrie
di KLEINspecialmente
ad unageometria
dellaconnessione
proiettiva
considerata da E. OAR1’AN e da ENEA BORTOLOTTI.Attraente è anche la connessione studiata da W.
WIRTINGER,
che usa letrasformazioni di contatto di S. LIE. Non
voglio
fermarmi suquesto
ramodella
geometria,
forsepiù
adatto per la commemorazione di RIccI. Mapotrei
ancora
aggiungere,
chegli
americani inquest’ultimi
anni sonoriusciti
ad,estendere la formula
integrale di
GAUSS-BONNET allospazio Riemanniano,
estensione che
permette
il calcolo della caratteristica di EULERO-POINCARÉ d’una varietà Riemanniana mediante unintegrale,
progresso essenziale dovuto ad ALLENDOERFER ed S. S. CHERN.Importanti
sono pure le metriche del KÀHLER :ové i coefficienti gjk ammettono una
specie
dipotenziale V,
inguisa
che(1) Introduzioni alla teoria dei tessuti si stanno pubblicando nei Rendiconti dei Se- minari matematici di Messina e Barcelona, un’altra a Basilea, 1954.
4. Annali della Souola Norm. Pisa.
50 sia
Le connessioni
s’estendono
pure ai tessuti.Un altra meta della
geometria
differenziale odierna è lo studio delle« questioni globali
» o« questioni
ingrande
». Finora inquesto
campo vin- colato allatopologia
mancano ancora metodigenerali,
ma esistonodegli esempi
molto istruttivi. Limitiamoci no nn soloesempio.
Secondoricerche,
che
risalgono
a GAUSS e che sono trattatelarganente
dalBIANCHI, sappiamo
che un pezzo sufficientemente
piccolo
d’unasuperficie (abbastanza regolare)
è «
piegabile »,
cioè deformabile inmaniera,
che lelu ghezze
delle curve sullasuperficie
restillo inalterate. Ma duesuperficie
convesse e chiuse in relazione« isometrica » fra di loro sono necessariamente
congruenti. Questo
teoremasulla
« rigidità degli
ovaloidi » fu studiato da molti matematici. Forse lapiù semplice
dimostrazione èquella
di G. HERGLOTZ(1924), l’eminente
mate- matico diGottinga
morto nell’nltimaprimavera. Questo
teorema di unicitàè connesso con un teorema di
esistenza,
studiata laprimo, volta, da
H.WEYL, poi
da HERGLOTZ eBLASCHKE,
na dimostratoeffettivamente
dal CACCIOP-POLI. Si tratta di
questo:
Su una sfera siprescrive
una metrica Gaussianaa curvatura
positiva.
Allora esiste nello4pazio
euclideo unovaloide,
imma-gine
dellasfera,
tale che la metrica trasferita sull’ovaloide coincida conquella
dellospazio.
Mentre tutte queste dimostrazioni di
rigidità,
suppongono certe restri- zioni diregolarità dell’ovaloide, geolrletli
russi inquest’ultimi
anni riuscironoa dare dimostrazioni dell’mnicità e dell’esistenza valide senza nessuna tale
restrizione,
validedunque
anche nel caso deipoliedri,
caso trattatogià
nel1812 dal
giovane
CAUCHY in conseguenza d’unsuggerimento
del vecchioI-iAGRANGE in relazione con mn’asserzione nel libro XI
degli
elementi d’EU-aLIDE.
Queste
dimostrazioni esaurienti sono dovute a A. D. ALEXANDROFF ed a A. W. POGORELOFF. Ecco unesempio
d’un nuovo indirizzo nella geo- metriadifferenziale,
favoiito anche dal calcolo delle variazioni peresempio
della
scuola
diTONFLLT,
cioè 1’illdirizzo della riduzione delle condizioni diregolarità
pergli
entigeometrici
ammessi.’
Il nostro ramo di
geometria
si chiamò da EULERO inpoi
«Applicazione
dell’Analisi allaGeometria »,
ma colle lezioni di BIANCHI la denominazione si ridusse a « GeometriaDifferenziale »;
y certamentepiù breve,
ma anchemeno
significativa.
Forse coovienedunque aggiungere
alla« geometria
diffe-renziale » una
« geometria integrale »,
nellaquale gli integrali ottengono
ilposto preponderante.
Per caratterizzarequesto
ramo, iniziato da ABOHi-MEDE,
basterà forse una sola formula delle «probabilità geometriche »,
che51
generalizza
una formula di STFINFP.(1840)
per il volumeVh
dicorpi
con-vessi
paralleli Ch
di distanza h da un corpo convessoCo.
La formula diSTEINER è la
seguente
significano
l’area el’integrale
della curvatura media del contornoCó
di00,
y eKo significa l’integrale
della curvatura di GAUSS o curvatura totale per cioè nel caso deicorpi
convessi 4 n. La nostra formulapiù generale
tratta di duecorpi Co , C, qualsiasi,
l’uno°0
fisso e l’altroe,
mo-bile colla « lens tà ciiiematica » d
C,
introdotta da POINCARÉ. Si trova difattiL’integrale sestuplo é esteso
a tutte leposizioni
del corpo mobileC1 , C0 C1 significa
l’intersezione dei duecorpi Co
eC1 ,
9 eCi)
lacorrispondente
curvatura totale.
Se °0
è convesso eC,
è unasfera,
la nuova formula siriduce a
quella
dello S’I’EINER. Diquesta geometria integrale
tratta un miopiccolo
libro del1937,
equello
di BMY PASTOR eSANTALÒ
S o R s, BuenosAires 1951
y e analmente la « Geometriaintegral
enespacios
de curvaturaconstante »,
Buenos Aires1952,
pure del mio scolaroed
amicoargentino SANTALÒ (2).
L’esteusione
più generale
dellageometria
differenziale si riferisceagli
« spazi
fibrati >> della scuola del sommogeometra
francese E. CARTAN. Ma diqnesto
nuovo ramo del vecchio albero dellageometiia,
ramo connessocolla
topologia,
non osoparlarvi,
dato che vi sono tantipresenti,
che nesanno molto
più
di me.Nella nostra epoca stanca delle guerre si
parla
molto dell’unione europeae si fa poco per
raggiungerla.
Altempo
del BIANCHIquesta
unione europeaera
già peifett;i,
sebbene soltauto nel campo ristretto dellageometria.
PLA-TONE propose l’idea di consegnare il governo ai
filosofi,
ma ebbe successonegativo
c.oi suoiesperimenti
in Sicilia. Chi lo sa, se converrebbe la sosti- tuzione deifilosofi
nellaproposta
diP’LA1.’ONE
coimatematici
per assicurare la collaborazione internazionale? Ma sfortunatamente abbiamopochi
mate-matici
disponibili
del rangoscientifico
ed umano di LUIGI BIANCI-II.(2) Nel 1953 è nscito m nnovo libro di SANTALÒ BulLa geomet~~ia integrale, a Parigi.
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SUPPLEMENTO BIBLIOGRAFICO
Alla fine mi permetto di menzionare qualche articolo sullo sviluppo della geometria differenziale negli ultimi decenni.
S.
S. CHERN, « some new viewpoints in Dif ferential Geometry in the Large », Bulletin Ame- rican Math. Soc. 52 (1946), p. 1-30.S. P. FINIKOFF, « Geometria differenziale dello spazio a tre dimensioni» Matematica v
SSSR 1917-1947, p. 861-882 (1948) in russo.
P. K. RASCEFSKIJ, « Geometria differenziale tensoriale », Matematica v SSSR 1917-1947,
p. 833-918 (1948) in russo.
A. D. ALEXANDROF, « Geometria in grande », Matematica v SSSR 1917-1947 (1948) in
russo.
F. SIMONART, « De Gauss a Cartan », Acad. Belgique, Bnll. Cl. Sci., V. S. 36, 1010-
1025 (1950).
S. S. CHERN, « Topics in Differential Geometry », The institute for advanced Study 1951, litografato.
E. VIDAL ABASCAL, « Concepto de geometria y espacio ... », Revista Matematica Hispano Americana (4) 12 (1952), p. 3-31.