R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
D IONIGI G ALLETTO
Sulla condizione di isotropia per i sistemi continui a trasformazioni reversibili
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 37 (1967), p. 246-257
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PER I SISTEMI CONTINUI
A
TRASFORMAZIONI
REVERSIBILIdi DIONIGI GALLETTO
(a Padova) *)
Nella
presente
nota si dimostra che una certaespressione
del lavorospecifico
delle forze interne di contatto è valida per i sistemiisotropi
e che anzi il verificarsi di detta
espressione
nel caso dei sistemi a tra- sformazioni reversibiliimplica
chequesti
sianoisotropi.
Detto risultatopermane valido anche in presenza del vincolo interno di
incomprimi-
bilità.
Da detta
espressione
seguono immediatamente certe relazioni sinte-tiche, parte
dellequali
bennote,
che risultano caratteristiche dei siste- miisotropi
a trasformazioni reversibili. Inparticolare
seguono le note relazioni chelegano
il tensore eulerianodegli
sforzi al trasformato del tensore di deformazione mediante la rotazione locale.Il
procedimento seguito permette
anche di concludere che condizione necessaria e sufficiente affinchè un sistema continuo a trasformazioni reversibili siaisotropo
in una dataconfigurazione
è che inogni punto
di essa esista una terna
principale
di deformazione che sia terna unita per il tensorelagrangiano degli
sforzi.Si noti la
maggiore generalità
della condizione ora enunciatarispetto
a
quella
classica1)
che richiede aogni
direzioneprincipale
di deformazione di essere direzione unita per il tensorelagrangiano degli
sforzi.*)
Lavoroeseguito
nell’ambito deiGruppi
di ricerca del Comitato Nazionale per la matematica del C.N.R.Indirizzo dell’A.: Seminario Matematico, Università, Padova.
1)
Cfr. [4], II, 17.1. Generalità.
Sia W un sistema continuo
tridimensionale,
C laconfigurazione
sceltacome
riferimento,
C’ laconfigurazione
attuale. Lospazio
si riterrà riferitoa coordinate cartesiani
trirettangole,
coordinate che verranno indicaterispettivamente
con xi(i
=1, 2, 3)
o conxi’
a seconda che si riferiscanoa
punti
di C o di C’.Con si indicherà il tensore
(euleriano ) degli
sforzi e con T’i ilcorrispondente
tensorelagrangiano,
definito da2)
dove,
alsolito,
è da intendersiIl tensore
degli
sforzi si riterrà simmetrico(assenza
di momenti interni dicontatto, ecc. ).
In taleipotesi
una dellepossibili espressioni lagrangiane
del lavoro
specifico
delle forze interne di contatto nelpassaggio
dallaconfigurazione
C’ a un’ altra infinitamenteprossima
è data dacon e;, tensore di deformazione.
Quest’ultimo
è definito dacon
simbolo di Kronecker.
Il trasformato del tensore di deformazione mediante la rotazione locale ha le
componenti
coincidenti con lecomponenti
miste del ten-2) Nelle (1.1) e nel
seguito,
salvo diverso,esplicito
avviso, è sottinteso il sim- bolo di sommarispetto agli
indiciripetuti.
sore di deformazione nel riferimento che si ottiene
interpretando
le coor-dinate
xi’
comeparticolari
coordinate curvilinee dellaconfigurazione
diriferimento
3):
con la conseguenza, d’altronde
ovvia,
chegli
invarianti di tale tensore coincidono congli
invarianti del tensore di deformazione.Inoltre, posto
2. Una
espressione
del lavorospecifico
delle forze interne di contatto caratteristica dei sistemiisotropi
a trasformazioni reversibili.Posto
(componenti
miste del tensorelagrangiano degli
sforzi nel riferimento curvilineoxi’
di0), all’espressione (1.2)
del sipuò
sostituire la se-guente
per la cui
deduzione,
oltre alle(2.1 ), (1.3 ),
si è tenutapresente
la relazioneconseguenza immediata dell’identità =
~~; .
Nel caso in cui W sia
isotropo
in C(ossia
nel caso in cuiogni
ternaprincipale
di deformazione sia terna unita per il tensoreTii),
la(2.2)
si riduce a
in
quanto,
comeagevolmente
sipuò constatare,
in tale caso risultaInfatti,
sia P un arbitrariopunto
diC,
b la(o una)
ternaprincipale
di deformazione ad esso relativa
(che
è anche terna unita per il tensoreTii),
ei le caratteristicheprincipali
di deformazione e Ti le caratteristichelagrangiane principali
di tensione.Rispetto
alla terna b lecomponenti
del tensore di deformazione e le
componenti
del tensorelagrangiano degli
sforzi risultano espresse da
Tif,
dove laparentesi apposta
al-l’indice i sta a
significare
che non si deve sommarerispetto
a tale indice.Rispetto
alla suddetta terna ilprimo
membro di(2.4)
èpertanto
espresso daossia risulta
nullo, qualunque
sianogli indici i, j.
Stante il carattere tensoriale di tale risultato e l’arbitrarietà di
Pr
segue che le
(2.4)
sono senz’altro verificate in tuttoC, qualunque
sia ilriferimento cartesiano a cui si supponga riferito lo
spazio.
Resta cos
provato
che se W èisotropo
in C la(2.3)
è senz’altro verificata.Ma,
almeno nel caso dei sistemi a trasformazionireversibili,
sussiste anche laproprietà inversa,
ossia il verificarsi della(2.3)
incorrispondenza
alpassaggio
dallaconfigurazione
C’ a un’altra vicinissima arbitrariaimplica
che W sia
isotropo
in C.Prendendo per ora in considerazione il caso dei sistemi esenti da vincoli interni
4) (il
caso dei sistemisoggetti
al vincolo interno diincomprimibilità
verrà considerato in
fine),
per provare il suddetto asserto conviene in- nanzi tutto osservareche,
stante la(2.2),
il verificarsi della(2.3)
in corri-spondenza
a arbitrariimplica
che risultino verificate le(2.4).
)
In tal caso,prescindendo
da eventuali vincoli insuperficie,
ióxi’ corrispon-
denti al
passaggio
dallaconfigurazione
C’ a un’altra vicinissima arbitraria risul- tano arbitrari. D’altra parte è evidente che l’eventuale presenza di vincoli insuperficie
non ha infl_uenza sulla deduzione delle (2.4) dalla (2.3).Ciò premesso, con -6 si intenderà ora la
(o una)
terna unita per il ten-sore
lagrangiano degli sforzi,
relativa all’arbitrariopunto P
di C. Conti- nuando ad indicare con ei lecomponenti rispetto
a tale terna del tensore dideformazione,
le(2.4)
si scrivonoossia
eguaglianze
che sono verificate se e soltanto se si verifica uno deiseguenti
tre casi:
1)
Caso in cui èIn tal caso il tensore
lagrangiano degli
sforzi èisotropo
equindi ogni
direzione
principale
di deformazione è direzione unita per il suddetto tensore.2)
Caso in cui ècon 1 fissato
").
In tal caso dalle(2.5)
si deduce che devono essere verifi- cate leeguaglianze
esprimenti
che la direzione dell’asse della terna l3 a cuicorrisponde
l’in-dice 1 è direzione
principale
di deformazione. Ne segue che esiste senz’altrouna terna
principale
del tensore di deformazione che è terna unita per il tensorelagrangiano degli
sforzi.3)
Caso in cui è5) t ovvio che se l’indice 1 + a (a = 1, 2) supera 3 va diminuito di 3.
In tal caso dalle
(2.5)
si deduce che devono essere verificate leeguaglianze
esprimenti
che la terna ’C è anche ternaprincipale
di deformazione.Si ha
quindi
la conclusione che il verificarsi delle(2.5) implica
inogni
caso che in ciascun
punto
P di C una ternaprincipale
di deformazione adesso relativa sia terna unita per il tensore Tij. Ora detta
evenienza,
almenonel caso dei sistemi a trasformazioni
reversibili,
èsufficiente,
dasola,
adassicurare
l’isotropia
in C del sistema in esame.Infatti essa è sufficiente per provare che
l’energia
libera termodinamicadipende
dal tensore di deformazione unicamente per il tramite dei suoi invariantiprincipali.
Bastarifarsi,
ad es., alla dimostrazione che si dà in[4] 6)
per provare che se W èisotropo
in Cl’energia
liberadipende
dalleeij nel modo suddetto: in tale dimostrazione non viene affatto sfruttata la
proprietà
cheogni
direzioneprincipale
di deformazione è direzione unita per il tensoreTii,
ma unicamente laproprietà
che una ternaprin- cipale
di deformazione è terna unita per il tensore Una voltaprovato
che
l’energia
liberadipende
dalle eij unicamente per il tramitedegli
inva-rianti
principali,
segueagevolmente,
come è bennoto,
cheogni
direzioneprincipale
di deformazione è direzione unita perTi’,
ossia che W èisotropo
in C.
Resta cos
provato che,
nel caso dei sistemi actras f ormazioni
rever-sibili
(esenti da
vincolointerni), la (2.3) si verifica
se e soltanto se l’ener-gia
libera termodinacmicadipende
dallecomponenti
del tensore dideforma-
zion,e unieamente
per il
tramite dei suoi invariantiprincipali.
3. Relazioni sintetiche caratteristiche dei sistemi
isotropi
a trasformazioni reversibili.In
questo
numero siproverà
che certe relazioni chelegano
lo stressalla
deformazione, parte
dellequali
bennote,
sono caratteristiche dei sistemiisotropi
a trasformazioni reversibili.6) Cfr. [4], II, 17. Si veda anche la dimostrazione che dello stesso teorema viene data in [2].
Nell’ipotesi
che W sia a trasformazionireversibili,
si hacon F
energia
liberatermodinamica, E’
e T’entropia
etemperatura
dello stato attuale.
Continuando a ritenere il sistema in esame esente da vincoli
interni,
dalla
(3.1),
nellaquale
si sostituisca la(2.3),
siottengono
leseguenti relazioni,
caratteristiche dei sistemiisotropi
esenti da vincoli interni7),
Da esse si deducono le
seguenti espressioni
per lecomponenti
contrava-rianti del tensore
lagrangiano degli
sforzi nel riferimento curvilineo X"di C:
Da
queste
ultimeinfine,
ricordate le(1.1),
seguono immediatamente le relazioni1)
Arigore,
stantel’eguaglianza ei’ i’
=ej’i, ,
dà contributo efiettivoall’espres-
sione (2.3) del li soltanto la
parte
simmetrica diTi,i’
e pertanto il secondomembro delle (3.2)
esprime
soltanto dettaparte.
Sipuò però agevolmente
con-statare che questa coincide con
Ti,i’,
e chequindi
risultaTi,i’
=partendo
dalle relazioni
le
quali,
per le( 2.1 ),
dannoluogo
alleNell’ipotesi
che siaisotropo
in C,esplicitando
in esse le"0 F
siottengono
le
( 3. 2’ ),
ossia le (3.2). Resta cosprovato
che nel caso dei sistemiisotropi
val-gono senz’altro le (3.2).
Viceversa,
se non verificate le (3.2), è intantoTilj’
= e inoltre risulta verificata la (2.3), con la conseguenza risultaisotropo
in C.Le
(3.2),
conformemente a quanto asserito, sonoquindi
caratteristiche dei sistemiisotropi
(a trasformazioni reversibi i, esenti da vincoliinterni).
che,
ricordate le(1.4), esprimono
il tensore eulerianodegli
sforzi in funzione del trasformato mediante la rotazione locale del tensore di deformazione.Esse coincidono con
quelle stabilite,
con diversoprocedimento,
al n. 11del cap. III di
[5].
Ilprocedimento
quaseguito permette,
inpiù,
di asse-rire che esse sono caratteristiche dei sistemi
isotropi
esenti da vincoli interni.Dal fatto che
l’energia
liberadipenda
dal tensore di deformazione uni- camente per il tramitedegli
invariantiprincipali
o, il che è lo
stesso,
per il tramite diIl, 12, 2),
segue che le(3.2)
siespli-
citano nelle
8 )
Queste,
sostituite nelle(3.3),
dànnoluogo
alle ben note relazioni stabilite in[5] 9), equivalenti
aquelle
diFinger 10).
* * *
Indicate con
giili
lecomponenti
del tensore di deformazione inerente allospostamento inverso,
risulta8) Si
tenga
presente che risultae che pertanto si ottiene
con
Dall’identità
tenute
presenti
le(3.4), (1.4),
si deducee da
questa
segue, stantel’eguaglianza ei’;,
-e",,,
Si ha
pertanto
con la conseguenza
che,
ricordate le(3.3),
risultaDa
queste,
tenutopresente
chegli
invarianti del tensore eii si possonoesprimere
in funzionedegli
invarianti del tensore e chequindi
sipuò
intendere funzione diquesti ultimi,
seguono ormai subito le note formule stabilite al n. 12 del cap. III di[5].
4. Caso dei sistemi
soggetti
al vincolo interno diincomprimibilità.
Nel caso in cni W sia
soggetto
al vincolo interno diincomprimibilità,
sussiste il
legame
con T
temperatura
dello stato di riferimento e con la funzione A cheassume il valore 1
ogni qualvolta
sia T’ i T.A differenza del caso dei sistemi esenti da vincoli
interni,
sussistendopresentemente
illegame (4.1),
segue che le variazionióxí’ esprimenti
ilpassaggio
dallaconfigurazione
C’ a un’altra vicinissima arbitraria1°)
nonsono
più
arbitrarie masoggette
allegame
Però2
nonostantequesto legame
per le variazioni~5x:’,
il verificarsidell’eguaglianza
in
corrispondenza
al suddettopassaggio
ha ancora come conseguenza le relazioni(2.4).
Per provare l’asserto si supponga in un
primo tempo
che risulti6TI o
0.Ciò premesso, si osservi che uno dei nove addendi che
compaiono
aprimo
membro di
(4.2)
è certo diverso da zero:sia,
ad es., Convenendo chegli
indicigreci
possano assumere soltanto i valori1, 2,
da(4.2)
siottiene
mentre
l’eguaglianza (4.3)
si scrivedove le variazioni
~xà~ ,
sonoarbitrarie,
mentre la variazione è espressa dalla(4.4).
Risultando peripotesi
òT’ #0,
si hapertanto
e
inoltre,
per l’arbitrarietàossia,
indefini.tiva,
Da
queste eguaglianze, moltiplicando
ambo i membri perx~’ ,
seguono immediatamente le(2.4).
Nel caso in cui invece risulti óT’ =
09
la(4.2)
diventae il ruolo di
questa
e della(4.3)
si esauriscenell’imporre
che risulticon k
parametro
apriori
indeterminato.È però
sufficientemoltiplicare
ambo i membri per
x;’
per ottenereda
cui,
risultando ilprimo
membro identicamente nullo non appena è i =j,
si deduce che è necessariamentenullo,
ossia che sono ancora veri- ficate le(2.4).
Provato che anche nel caso dei sistemi
incomprimibili
la(4.3) implica
le
eguaglianze (2.4),
la dimostrazione data al n. 2 per provare che il veri- ficarsi della(2.3) implica
che W siaisotropo
in C sitrasporta
alpresente
caso immutata.
Si
può quindi
concludere che nel caso dei sistemi atrasformazioni reversibili,
ilverificarsi
della(2.3) implica
che W siaisotropo, indipendente-
mente data presenza o meno del vincolo interno di
incomprimibilità.
***
Ricordando le
(1.4),
risultae
pertanto
la(4.2)
sipuò
scrivereSussistendo nel caso dei sistemi
incomprimibili
talelegame
fra levariazioni
~ei’ ~ ~ , ó-T’,
le(3.2)
vanno sostituite con le relazioniove p è il solito
parametro
caratterizzante lapressione
vincolare interna.Esse sono caratteristiche dei sistemi
isotropi incomprimibili,
a trasforma-zioni reversibili.
BIBLIOGRAFIA
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Qualche
osservazione di cinematica delledeformazioni finite.
Memorie dell’Acc. Patav. di Sc. Lett. e Arti, Classe di Sc. Mat. e Nat.,
vol. LXXVIII (1965-66), pp. 213-222.
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angew. Math. n. 7, Berlin,Springer
(1962).[4] SIGNORINI A. : Lezioni
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[5] SIGNORINI A. :
Trasformazioni
termoelastichefinite.
Mem. 1a, Ann. di Mat.,s. IV, vol. XXII (1943) pp. 33-143.
Manoscritto pervenuto in redazione il 17