A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
E NRICO B OGGIO -L ERA
Sulla cinematica dei mezzi continui
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 1re série, tome 4 (1887), p. 53-99
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SULLA CINEMATICA
DEI
MEZZI CONTINUI
ESTRATTO DALLA TESI DI LAUREA
DI
ENRICO BOGGIO-LERA
che, componenti degli spostamenti
nitesimi subxt in ciascun
tempuscolo
daipunti
di unmezzo
continuo ,
vengonosupposte
funzioni omogenee diprimo grado
dellecoordinate;
il moto di ciascunaparti-
cella del mezzo
può
sempre venirdecomposto
in tre motisemplici:
unarotazione,
unatraslazione,
ed una defor-mazione ornogenea di
primo grado
conpotenziale,
que- st’ ultima essendo altrimenti detta da Thomson eTait,
pura.
Volendo
però
avere una secondaappross ii azione,
sipuò
tener conto dellequantità
del secondo ordine nellosviluppo
diquelle componente,
ed allora esse si presen- tano sotto la forma di funzioni diprimo
e di secondogrado
delle coordinate.’
È
evidente chegli spostamenti totali,
all’ infuori di infinitesimi di ordinesuperiore,
si comporranno diquelli
di
prim’ ordine , corrispondenti
alle funzioni diprimo grado
dellecoordinate,
e diquelli
di second’ordine cor-rispondenti
alle funzioni di secondogrado .
Che io sap-pia, quest’ultimi
"non sono ancora statistudiati,
eperciò
56
mi sono
proposto
di analizzare le deformazioni definite daspostamenti
che sono funzioni omogenee di secondogrado
delle coordinate.Nel
§.
I. ho dimostrato che una taledeformazione,
che io denomino
deformazione omogenea
di 2. ogrado, può
sempre venirdecomposta
in tre deformazioni ipiù semplici :
una deformazione omogenea di ~. o
grado
conpoten- ziale,
una deformazione che è il risultato di tre torsioni intorno a rette
ortogonali passanti
per1’ origine
dellecoordinate,
una flessione intorno ad una retta
passante
perl’origine.
Ho chiamato flessione intorno ad una
retta ,
una deformazione nellaquale gli
elementirettilinei ,
uscentidalla retta normalmente ad essa, si deformano ad archi di
parabola
con unalegge determinata,
e mantenendosi sempre ciascuno nelpiano
che essa determina insieme conquella
retta(
asse di flessione).
Questa
flessionespeciale
è suscettiva di esser rap-presentata
pervettori,
ossia vale per essa il teorema delparallelogrammo.
Cos
adunque,
se nellosviluppo
dellecomponenti degli spostamenti
si tien conto dellequantità
del 2.°ordine,
il moto della
particella
inogni tempuscolo
infinitesimopotrà
sempre venirscomposto
in sei moti elementari:una
traslazione,
una
rotazione,
una deformizione di -1 o
grado
conpotenziale,
57
una deformazione di 2.°
grado
conpotenziale,
una deformazione risultante di tre torsioni intorno a
rette
ortogonali passanti
per il centro dellaparticella,
una flessione intorno ad una retta
passante
per lostesso
punto.
Deflni to
poi nel §.
II. la velocità dellaflessione,
hodimostrato che nel caso di fluidi
incompressibili,
se u,v,wsono le
componenti
della velocità di flessione dellaparticella
che
comprende quel punto
sono:Tenendo conto delle
equazioni
dell’ idrodinamica nel§.
111. ho dimostrato che leparticelle
che durante un in- tervallo ditempo qualsiasi
hanno stazionarie letorsioni,
hanno
contemporaneamente
la flessione stazionaria.Nel
§.
IV. ho int,rodotto una funzione che ho chia- matopotenziale
dirotazione,
laquale
esiste sempre e soltanto oveossia dove le
particelle
non hannoflessioni; parimen ti
hoconsiderato la funzione
le
componenti
del!a velocità vorticosadelle
partice le ( x , y ~, z )
della linea s ; tale funzione ho chiamato vorticosità della linea s; ed infine ho consi- derato le-, lineeche ho chiamato linee di e le
superficie luogo
continuo di esse . Le vortteogltà delle linee tracciate su
queste superficie godono
diproprietà analoghe
aquelle
delle circolazioni sopra i Vort coidi del Pr. Beltrati i.
Da ultimo ho determinato l’azione velocitante
(fitt zia)
delle
particelle
che hannoflessione,
ed ho studiato dua casiparticolari
di moti diliquidi
ove esistono linee diflessione ,
rette eparallele
nell’ uno , circoli simmetrici intorno ad un asse eparalleli
nell’ altro.Debbo rendere vivissimi
r ngraz amenti
al chiarissimo mio Professore VitoVolterra,
ilquale
mi haguidato
inquesti
studi ed ha riveduto tutti i miei calcoli. a. i.
Quando
un mezzo continuo subisce una deformazione tale che lecomponenti (
secondo una terna di assi orto-gonali ) degli spostamenti
dei suoipunti materiali,
sianofunzioni omogenee
grado
dellecoordinate,
per modo che indicando con~u , òv ,
lecomponenti
dellospostamento
delpunto ( ~ , ~ , z )
si abbia:59
ove le a e
le (3
sono coefficienticostanti,
diremo che ilmezzo subisce una deformazione omogenea di. 2.0
grado.
Ci
proponiamo
di dimostrare che tale deformazione sipuò
sempre considerare come risultante di tre deforma-,
zioni
più semplici :
,~ l.° Una deformazione per la
quale
esiste nnpoten-
ziale di
moto;
2.° Una deformazione che
può
sempreriguardarsi
come
prodotta
da tre torsioni simultanee intorno a tre retteortogonali passanti
per 1’origine
dellecoordinate.
»
3.° Una flessione intorno ad una retta
passante
perl’origine
delle coordinate.Le torsioni di cui si
parla
sono definite nelmodo
or-dinarjo; quanto
alla flessione intorno ad una retta( asse
di
flessíone )
denomineremo cos una deformazioneper la quale
le linee rette che incontrano normalmente 1’ asse, si riducono ad archi dip;rabola , mantenendosi
sempreciascuna nel
piano
determinato da essa edall’asse,
men-tre
quest’
ultimo rimane fisso.Si facciano le
seguenti posizioni;
ovvero :
60
Allora le
(1) divengono :
ove si è
posto :
Cos la deformazione definita
dagli spostamenti ( 1 )
ciapparisce
come risultante dalle tre deformazionirespetti-
vameiite definite
dagli spostarnetlti (4), (5)
e(6).
Quanto
allaprima
di queste, lasernplice ispezione
delle
(4)
mostra cheàU1 ,
sono ordinatamente le derivaterapporto
ad x, y, z di una stessa funzione omogenea di 3.°grado
inqueste
variabili. La deforma- ziot e(4) possiede quindi
unpotenziale
dimoto ;
esso èdato come subito si riscontra dalla funzione :
Noi ci occuperemo ora delle due deformazioni
(5)
e(6);
cominciamo dalle(5)
e persemplicità sopprimendo
momentaneamente
gli indici,
dimostriamo che:Una deformazione definita
dagli spostamenti.
62
qualunque
sieno i e3 , y g1 , 1 g2 g3e
questi
tre ultimi sianole,-ati
dalla relazione :si
può
sempreriguardare
comeprodotta
da tre torsionisimultanee,
intorno a tre rettoortogonali passanti
perForigine
delle coordinate e le cui direzionidipendono
daivalori dei coefficienti.
Pongasi
infatti:e si ricavino dalle
(5),
i valori diqueste quantità;
sitroverà :
E se si pone:
si ha evidentemente:
tx ‘ ~ ~
7 .7~ {3 i coseni di direzionedegli
assi dellasuperficie
di 2. ogrado
allora
f
per la trasformazione di assiprenderà
la1
forma :
e se effetlivamento si
eseguisce
la sostituzione(8)
nellafunzione f,
si dovrà avere:Si osservi ora che le
componenti
dellospostamPnto
del
punto ( ~ y ~ ) o (X, Y , Z)
nelle direzionidegli
assi
delle X , Y , Z,
saranno :Queste però
ci danno le suddettecomponenti
in fun-zioni delle coordinate del
punto rispetto agli
assi x,y,z;volendo averle in funzione delle coordinate
rispetto
alnuovo sistema di
assi,
basteràeseguire
nelle(5),
la so-stituzione
(8)
ed ottenute cosiau , av ,
aw espresse perX , Y , Z,
sostituirle nelle(10).
Ciò facendo si trova:ove si è
posto :
65
E tenendo conto della
(5,)
si trova cheE3 ,
5Ej ,
2E,
9ditteriscono soltanto
pel fatore 3
daiprimi
i membri delle(9),
onde :e tenendo conto della medesima
(5)i’
si ha inoltre iden-ticamente :
quindi
le(11) divengono semplicemente :
Pongasi
ora :e si avrà :
ove : o o
Dunque
la deformazione definitadagli spostamenti (13)
nelle direzioni
degli
assiX , Y , Z ,
sipuò
considerarecome il risultato di tre torsioni simultanee (~)~, 3 003
rispettivamente intorno agli
assiX , Y ,
Z .Siccome
però le (12)
non (3)3segue che la deformazione risultante da tre torsioni si- rnnltanee intorno a tre rette
ortogonali
epassanti
per unpunto,
sipuò produrre
con altre torsioniw~ , còi’ ,
intorno alle stesse
rette, purché :
In
particolare poi:
Tre torsioni
sirriultanee
eduguali
intorno a tre retteortogonali
epassansi
per unpunto, si distruggono.
Da
quanto precede
seguepertanto
che lazione definita daglí .postarnenti (5) può
sempre1’iguar-
darsi
come_prodotta
da tre torsioni sirnultanee intor-no a tre rette
ortogonali passanti
per l’origine
delle67
queste
sonogli
assi dellasuperfici’e
di 2.°
grado:
Passiamo per ultimo ad esaminare la deforn1azione
definita dalle ’
Poniamo:
e
Le
(a)
ci dannopei punti
x, dell’ assecioè i
punti
dell’ asse xrimangono
6si.Se si chiama la
normale,
condotta perl’origgine,
al
piano
dell’asse z e delraggio
vettore r che va dal-1’
origine
alpunto
x, y, z, si ha evidentemente :cos
nx-0 ,
cos ny = sen rx cos rz , cos nz = - sen cos ry;quindi
si ha:ma si ha pure
onde si ricava da
queste
duerelazioni,
che lospostamento
di ciascun
punto
avviene nelpiano
delraggio
vettore edell’ asse x, nella direzione della normale al
raggio
vettore .
Indicando con
( x’ , y~ , z, )
le coordinate delpunto (x , y , z )
inseguito
alla deformazione(a),
si ha :e
perciò
le linee rettepassanti
per 1’ asse x e normali ad esso, cioè le linee69 si trasformano nelle linee:
ossia si trasformano in
parabole ,
mantenendosi sempre ciascuna nelpiano
determinato da essa e dall’ asse x .Chiameremo la deformazione
(a)
unaflessione
intornoed il numéro 1 che è il
rapporto
costante chepassa fra lo
spostamento
di ciascunpunto
nella direzionex ed il
quadrato
della relativa suadistanza
dal medesimo asse,prenderemo
come misura di tale flessione.Nel medesimo modo si
proverebbe
che le deforma-zioni
(b)
e(e)
sonoperfettamente analoghe
alla prece-dente,
marispetto agli
assi y e z ; ondeslmilmente
pos-siamo dire che sono una flessione iit intorno all’ asse y, ed una flessione n intorno all’ asse z.
La deformazione
(6)
èdunque
il risultato di tre fles-sioni 1
rn , n, intornoagli assi x, y,
z. Dimostriamo adesso chequeste
tre flessioni si compongonogeomet,ri-
camente in una flessione
unica,
c oè in una flesslone di intensità :intorno alla retta A di
equazioni :
éS. N.
Infatti le
(6)
danno per ipunti
di tal retta:cioè
rimangono
fissi. Inoltreponendo
le stesse(6)
sottola forma :
e
moltiplicando
e dividendoper t,2 F, ( essendo
avremo :
e se si chiama N la retta condotta per
l’origine normal-
A
mente ad A
ed r,
ed Arl’angolo
di Aed r,
Infine se P è la retta condotta per
1’origine
normal-mente ad N e ad r,
Queste
mostrano che la direzione dellospostamento è quella della
rettaP;
ossia ciascunpunto
sisposta
nelpiano
determinato da esso e dalla rettaA, lungo
la nor-male ad r .
La
grandezza
di talespostamento
èla
componente
di esso nella direziono della rettaA, é
Quest’
ultima ci dice che lacomponente
dellosposta-
mento di un
punto qualunque
nella direzione della ret-72
ta A è
proporzionale
alquadrato
dolla sua distanza daquesta retta;
ilrapporto
costante diproporzionalità
è ilnumero F.
Cerchiamo ora in che linea si trasforma una retta
qualunque I,
che incontra normalmente la retta A.Poichè ciascun
punto
sisposta
nelpiano
determinato da esso e dalla rettaA,
tutti ipunti
della rettaI,
per. la deformazione
(6)
si manterranno nelpiano ( A , I ) ;
per
cagione
disemplicità prendiamo
allora la retta A per asse x, e la normale ad essa condotta perl’origine, parallelamente ad
I per asse y,.Un
punto qualunque 11(x , y)
della rettaI, spostan-
dosilungo
la normale MP alraggio
vettore andràin
seguito
alla deformazione nelpunto Y~)
e perle
(d)
ed(e)
si avrà :e se si conduce
MI
Rparallelamente
ad rfino
all’incon-tro con la retta
I ,
ossia :
Dunque
se la retta I essa si trasformanella
linea :che è una
parabola.
Dunque
la deformazione(6)
coincide per la sua na-tura con le deformazioni
(a), (b)
e(c),
epossiamo
ana-logamente
denominarla unaflessione
F intorno alla -ret- taA,
e come si . volevaprovare 1
5 sono le suecomponenti
nelle direzionidegli
assi(x,
y,z).
Il teorema enunciato sulla deformazione omogenea di 2.°
grado
restapertanto completamente
dimostrato..
Un
piccolissimo
intorno delpunto (x,
y,z),
ossiauna
porzione
immensamentepiccola
dimateria,
che com-prende
nel suo interno ilpunto (m , y , z ),
chiameremobrevemente la
particella ( ~ , y , z ) .
Siano
ax
2ay ,
(Jz lecomponenti
dellospostamento
infinitamente
piccolo
sub to da unpunto qualunque (
x, y,z ) .
Se esse sono funzioni finite e continue in- sieme allederivate ,
lecomponenti
dellospostamento
diun
punto qualunque
della par-ticella
(x, y,
yz), ( essendo X , Y ,
Z infinitesimi),
sa-ranno a meno d infiuitesimi d’ ordine
superiore
al 2.°Quindi trasportando l’ origine
delle coordinate nelpunto ( x ,
y , yz )
eponendo :
avremo :
e
potremo
dire che unpunto qualunque
dellaparticella
considerata,
ilquale
ha lecoordinate X, Y, Z, dopo
ladeformazione avrà le coordinate
X ,
3YI
5Z~,
date dalle(1). Queste
mostrano che lecomponenti
dellospostamento
di un
punto qualunque
dellaparticella
sono la somma diuna funzione di 1.°
grado,
e di una omogenea di 2.°grado
dellecoordinate ;
ondeapplicando
i risultati delS. precedente
edecomponendo
nel modo che si fa co-munemente la deformazione di 1.°
grado, potremo
direche il moto di una
particella qualunque
per una defor- mazione infinitesima del mezzo, consiste di sei moti ele-mentari infinitesimi : Una
traslazione,
2.° Una rotazione intorno ad una retta
passante
perun
punto
C~ interno allaparticella,
3.° Una deformazione di
primo grado
conpotenziale
di
moto,
4.° Una deforrnazione che
può
sempreriguardarsi
come
prodotta
da tre torsioni intorno a tre rette fra loroortogonali passanti
per0,
5.° Una fiessione intorno ad una retta
passante.
per
0 ,
6.° Una deformazione di secondo
grado,
conpoten-
ziale di moto.
Facendo la
decomposizione
dei coefficienti della defor- mazione di secondogrado,
nel modo indicato dalle(2)
del
~. 1,
salvo a farprecedere quei
coefficienti «,j3 ,
y, dalsegno d
per denotareesplicitamente
che si tratta diuna deformazione
infinitesima,
esupponendo:
essendo u, v, le
cornpoi,enti
della vlocità nelPUIl Lo (
x , y ,z ),
avrerrio :Applicando le
formole di risoluzionegià
date nelle1
dels. 1,
alladeterminazione
di si trova. oossia
ponendo :
si ha:
78
Chiamando velocità di flessione della
particella ,
ilrapporto
costante che deve passare fra la velocità di cia-scun suo
punto
nella direzione dell’ asse di cessione ed ilquadrato
dellarispettiva
distanza daquest’
asse , eponendo
potremo
dire v sono lecomponenti
della velo-cità di flessione della
particella ( x, y, z ).
Nel casodi fluidi
incompressibili
si ha :s. III.
Dalle formole di Ilelnzholtz
(*) :
si ha derivando la seconda
rispetto
a z, la terzarispet-
to acl y e sottraendo :
Ma dalle
(2)
del§. 2,
si ha :rJ Wissenschaftl che Abhandlungen, Hydrodynamik. pag. 100.
osservando
qneste
e le(-1:’)
e(5)
del§. 2,
la(a)
diviene:
Queste
ci mostrano chequelle particelle liquide
per lequali in
un istantequalunque
si ha:si ha pure
contemporaneamente :
cioè :
Le
particelle liquide
che hanno le torsioni staziona-rie,
hannocontemporaneamente
stazionaria laflessione.
81
§. I~,
In
questo
e nei successivi§§.
denoteremo sempre con c , v , 2 p lecomponenti
della velocità di un fluido in-compressibile,
nelpunto ( r , y , z ) ;
e1 , I£ ,
vrispettivamente
lecomponenti
della velocità di rotazione e della velocità di Sessione dellaparticella (x,
y,z);
le ultime seiquantità
sarannupertanto
datedalle
(p )
e(5)
del§.
2.Prendiamo a considerare 1’
espressione
differenzialole
condizioni necessarie e sufficientiperchè
essa sia undifferenziale
esatto,
sono osservando le(5)
del§. 2;
In
quelle porzioni
delliquido
ove esse saranno veri-ficate,
esisterà una funzione( y , z
tale che :la
funzione ~
chiameremopotenziale
dirotazione,
edavremo :
In
quelle parti
delliquido
ove leparticelie
non hannoflessioni esiste un
potenziale
dirotazione ,
ed inversa- mente ove esiste unpotenziale
di rotazione leparticelle
non hanno flessioni.
82
Il
potenziale
di rotazione soddisfaall’equazione à?-0;
infatti :
Applicando
notissimi teoremi d’analisi si hapertanto:
Quando
è dato il moto vorticoso allasuperficie
di unospazio semplicemente
connesso in cui esiste unpotenziale
di
rotazione,
il moto vorticoso risulta determinato anche nell’ interno di dettospizio ( e viceversa ).
Se alla
superficie
del medesimospazio
non vi è motovorticoso, questo
non esiste neppure nell’ interno( e
vi-ceversa ).
Ove esiste un
potenziale
di rotazione leequazioni
differenziali delle linee vorticose sono
cioè :
In uno
spazio
ove esiste unpotenziale
di rotazione~( ~ , y , z ),
le linee vorticose sono le traiettorie orto-gonali
dellesuperficie §
= cost.Nel caso che fosse ad es.
essendo c ed m
costanti,
si avrebbe :esiste
dunqne
unpotenziale
di rotazione ~J) z , e le lineevorticose sono le traiettorie
ortogonali
deipiani
zz=cost.Cioè: nel caso di un
liquido girante
intorno ad una rettacon velocità costante (~), esiste un
potenziale
dirotazione;
e le rette
parallele
all’ asse di rotazione sono linee vor-ticose.
Introducendo ora una funzione
analoga
al flusso di W. cioè1’ integrale :
esteso ad una
linea s,
e considerando le linee lequali
hanno le
tangenti
nelle direzionidegli
assi diflessione-..
ossia le linee :
si possono
generalizzare
alcuni teoremi d’ Helmholtz eSe si chiama vorticosità della linea s 1’
integrale V,
e linee di
flessione. quelle
definite dalleprecedenti
equa- zionidifferenziali,
e seanalogamente
aifiletti
vortieosidi ed ai i,orticoidi di Beltranùi consideria-
mo dei
filetti
diflessione
e dellesuperficie
diflessíone, ( quest’ultime
essendo cioèsuperficie luogo
continuo delle linee diflessione (generatrici) passanti pei punti
di unalinea
qualunque ~ direttrice ) ~
dal teorema d’Hankel ap-plicato
all’integrale V,
84
si deducono secondo metodi
noti,
iseguenti
teoremi:I. Se per un
punto qualunque
delliquido,
si conduce unelemento
piano infinitesimo ,
la vorticosità del con-torno di esso, diviso per il
triplo
della sua area, èuguale
allacomponente
secondo la suanormale,
della velocità di flessione della
particella
che locontiene .
II. La vorticosità d’una linea
qualunque chiusa,
trac-’ ciata sopra una
superficie
diflessione,
èuguale
a zero . °
III. Tutte le linee chiuse tracciate
longitudinalmente
otrasversalmente sopra una
superficie
tubularechiusa,
di
flessione,
hannouguale
vorticosità.IV. Il
prodotto
della sezione normale di un filetto di flessione per la media velocità di flessione delle par-_
ticelledi esso, è costante
lungo
il filetto.Di
qui
segue che un filetto di flessione nonpuò
maiarrestars nell’ interno del
fluido ,
ma o è rientrante inse
stesso,
avendo una formaanulare ,
o deveraggiun-
gere il contorno del fluido.
Dimostriamo ora una relazione notevole che esiste fra le due costanti d vorticosità d’ uno stesso filetto di flessione .
Immaginiamo
il filetto diviso in elementi infinitesimiessendo d s‘ l’eleinento lineare di una
linea
di flessione tracciatalongitudinalmente
sullasuperficie
delfiletto,
daelemento di
superficie
della sezione normalecorrispon-
dente all’ elemento
d si.
Siapoi st
una l àea tracciatatrasversalmente sulla
superficie
del filetto eV ~ , Vt
sianole
rispettive
costanti di vorticositàlongitudinale
e trasver-sale del filetto. Si avrà allora:
Ora
luogo
la linea di flessione s, , si ha:ove al solito
quindi :
óQuanto
a~~
si ha dal teoremaS. N.
86
e
poichè Vi
eVt
sono costanti :8 V.
’ .
Indichiamo
con S lospazio occupato
dalliquido
econ la
superficie
di S reso che siasemplicemente
con-nesso
quando già
non lo fosse.Supponendo
come faremosempre, u, v, w
monodrome,
finite e continue ccn le de-rivate,
abbiamo dal teorema di denotando con9 i valori
ài u , ~~ ,
y w in unpunto qualunque (Xi’
yi ,z, )
e con p la normalepositiva:
e due
analoghe
per v, , w, ; ed osservando le(5)
del §.
a 2. vQueste
ci mostrano che:I. La velocità è det~erminata in ciascun
punto,
dati chesiano il moto alla
superficie
ed i eletti di flessione.11. Se le
particelle
dellasuperficie
sono inquiete,
nonè
possibile
alcun moto nell’ interno senzaproduzione
di filetti di flessione.
Inoltre se le
particelle
dellasuperficie
sono inquiete,
come si
può
supporre per unliquido
esteso indefinita-mente,
incui u,
tendano a zero al crescere inde-. finito di r, si possono
interpretare
leprecedenti
equa- zioni dicendo che il moto avviene come se ciascuna par- ticella che haflessione,
inducesse istantaneainente in cia-scun altro una
velocità
di cui lecomponenti
fossero :Se ;;- è
l’ angolo
che la direzione della velocità fa con la direzione dell’ asse diflessione,
avremo:e
quindi :
88
1 cioè:
III. In una massa
liquida
che si estende indefinitamente ed è inquiete
all’infinito,
il moto avviene corne seciascuna
particella
che haflessione,
inducesse istan- taneamente in ciascun altropunto ,
nella direzione dell’asse ditlessione,
una velocitàproporzionale
al vo-lume della
particella,
ed alla sua velocità diflessione,
ed inversamente
proporzionale
alla distanza.Vediamo ora come si possono
determinare ?
noti che siano i filetti di flessione che esistono nel
liquido.
.Essendo i v
funzioni notedi cc ,
y , , 2 le treequazioni
differenziali :e ~ identità : i
servono a determinare
le ~ ~3 ~ L’ integrazione
diqueste equazioni,
si effettua in modo noto(*),
e siha,
r> V. Relmholtz, Op. cít. pag.
denotando i valori
di ~ , 11 , ~
in unpunto qualunque (a , b , c ) :
ove
Nel caso di un
liquido
esteso indefinitamente ed inquiete
all’ infinito la funzione A siannulla,
e si ha:90
Il moto vorticoso avviene
dunque
come se ciascunaparticella
che haflessione,
inducesse istantaneamente in ciascun’ altraparticella
una rotazione infinitesima q T dicomponenti :
e
poiché
da queste si ha :possiamo
dire che :IV. II moto vorticoso avviene come se ciascuna
particella
che ha
flessione,
inducesse istantaneamente in cia-scun altra
particella liquida ,
un.a rotazione di cui 1’ asse fosse normale all’asse diflessione,
ed alla con-giungente
i due centri delleparticelle;
e di cui lavelocità
angolare
fosseproporzionale
alla velocitàdi flessione della
particella inducente ,
al volumedella
medesima,
ed al seno dell’angolo
che laconginngente
suddetta fa con 1’ asse diflessione,
edinfine inversamente
proporzionale
alquadrato
delladistanza.
Quando
si avesse un unico filetto elementare chiuso di si possono le(2)
porre sotto la forma:ove A denota 1’ intensità del filetto di flessione ossia il
prodotto
della sua sezione normale per la velocità media di tlessione delle sueparticelle, a
è unasuperficie qualunque
totalmente terminata all’asse del
filetto,
e scelta in modo ad evitare ilpunto (a, b., c),
ed n la normale a a(*).
Il
potenziale
di rotazione esistente nellospazio
esternoad un unico filettó elementare chiuso di
flessione,
èdunque
(6) V. Bejtrami Cinematica dei fluidi ~. 17.
92
A
Indicando con
l’angolo
che ilraggio
vettore r, e la normale ncorrispondenti
ad uno stesso punto di j fanno fraloro,
si ha :oss a::
,Il
potenziale
di rotazione esistente nellospazio
esternoad un filetto elementare e chiuso di
flessione, è
inogni punto, uguale
al valore che avrebbe in esso ilpoten-
zialeelettromagnetico
di una correnteelettrica,
laquale
scorresse
lungo
i’ asse del filetto e la cui intensità fosse data dalprodotto
dell’ intensità del filettomottiplicato
3 per 4-n
. V I.
Hel1n.holtz ha determinato le linee di flusso nel caso d’ un
liquido
in cu esistano soltanto filetti vorticosi cir-colari, disposti
simmetricamente intorno ad una linearetta,
ossia tali che i loropiani
siano normali aquella retta,
ed i loro centri siano sulla medesima.. Prendendo un sistema di coordinate cilindriche :
egli
haposto:
ove 7t
può
essere funzione e 2soltanto, perchè
venga soddisfatta 1’ idPntità:Noi cercheremo le linee di ílessione . Dalle
(1)
ab-biamo : 1
Delle
equazioni
differenziali delle linee di i tlessionesi conosce un
moltiplicatore: Punita
infatti dalle5
del§.
2. si ha identicamente:Ora se si pone :
94
l’ equazioni diiferenziali (in
coordinatecilindriche)
dellelinee di
flessione,
sarannoe
perchè p é
il determinante funzionaledelle 5 ,
y, zrispetto alle p , 3 ,
z ed 1 è unmoltiplicatore
delle(3), sarà 9
uumoltiplicatore
delle(5) :
Ma si ha dalle
(4) :
onde dalla seconda di
queste
si ricava subito unintegrale
delle
(5):
pel principio
dell’ ultimomoltiplicatore
diJacobi,
si avràquindi
anche 1’integrale ;
e siccome:
1’
integrale
sarà :Le
equazioni
in terrninifiniti,
delle linee di tlèssíonesono cioè :
Determiniamo per
ultimo,
come avviene il moto inuna massa
liquida
estesa indefinitamente ed inquiete
alI’
infinito , quando
esistono soltanto filetti di flessione circolari edisposti
simmetricamente intorno ad unaretta,
come nel caso
precedente
erano i filetti vorticosi.Facciamo vedere che tale distribuzione di filetti di
flessione,
èpossibile.
Prendendo ancora le coord nate
cilitidriche q?
zavremo :
ove F denota la velocità di flessione della
particella ( ;~ , ~ , ~ ~
ossia(p , 3- , ~ ) ;
e per la simmetria sup-posta,
saràDalle
(1)
del§.
V. si ha nel caso che leparticelle
all’ infinito siano in
quiete :
e
quindi :
Se F è
indipendente
da 3(cotiie appunto
sisuppone),
duvendo
Fintegrnzione rispetto
a 9eseguirsi
a2n-,
J’
integrale
del 2. o men1bro sarànullo,
ondel’equazio e
di continuità vien soddisfatta.
Corninciamo ora a cercare le linee di ilusso. Le
(8),
a causa delle
(7) divengono ;
Indicheremo con
V,
lacomponente
della velocità delpunto ( ~~ , .9’, ) Zt),
secondo la retta che va da esso al- l’origine
dellecoordinate;
i coseni di direzione diquesta
"retta essendo
sarà :
e
poiché
~integrazione rispetto
a ~ deveeseguirsi
fraOe2n,
Osservando ora che
l’origine è
arbitraria sull’ asse disimmetria,
si deduce che la direzione della velocità in unpunto qualunque,
coincide sempre con la normale con- dotta per esso, alpiano
determinato dalpunto
stesso edall’asse di simmetria.
Quindi :
Tutte le linee circolari coi centri sull’ asse di simme-
tria,
ed i cuipiani
sono normali ad esso, sono linee diflusso;
inparticolare
le linee di flessione sonocontempo-
raneamente linee di flusso.
La velocità nel
punto qualunque ( x, ,
3Zt)
saràdunque :
98
La determinazione delle linee vorticose si
eseguisce immediatamente,
con un calcolo ben noto.Denotando i valori
di ~ y? ~
nelpunto
J Z1’ avremo : òChiamando
W 91 ) le ,1 (~
2 lecomponenti
della velo- cità vorticosadella particella
intorno alla normale alla su-perficie
?=pi ~ avremoquindi
onde
il che dimostra che le
equazioni
delle linee vorticosesono
.9- i ==
costanteU,
i = costante.Le linee vorticose
giacciono dunque
inpiani
che pas-sano per l’asse di simmetria.