R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
F ABIO M ANARESI Un problema di autovalori
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 23 (1954), p. 343-351
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Menioria
(*)
di FABIO MANARESI( a Bologna)
1. -
Scopo
dellapresente
Memoria è lo studio di un pro- blema di autovalori checomprende
due casiparticolari
trat-tati l’uno da M. SALVADORI
1)
e l’altro dallo scrivente2).
Si consideri
l’equazione
differenziale lineare omogenea delquart’ordine
alle derivateparziali
ove:
~ ( x, y)
è una funzione continua insieme con le derivateparziali prime
e seconda mista epositiva
inogni punto
diun dominio
rettangolare
-(a,
za2, bi
y Cb 2)
delpiano x, y,
y), y), s ( x, y)
sono funzioni continue in R insieme con la derivataparziale rispetto
ad x laprima
e ri-spetto
ad y laseconda,
con entrambe le derivateparziali prime
la terza e tali inoltre
che,
inogni punto
diR,
risulti:(*) Pervenuta in Redazione il 31 maggio 1954.
1) M. SALVADORI, Ricerche variazionali per gli integral doppi in forma non parametrica, «Annali della Scuola Normale sup. di Pisa»
(Scienze Fis. e Mat.), serie II, vol. V, pp. 51-59 (1936).
2) F. MANAREsi, Applicazione di un procedimento variazionate allo studio di nna equazione differenziale alle derivate parziali con caratte- ristiche reacti doppie, «Rend. del Sem. Mat. dell’Università di Padova, vol. XXIII, pp. 163-213 (1954).
344
a ( x, y), ~ ( x, y), a ( ~, y)
sono funzioni continue in R insiemecon la derivata
parziale rispetto
ad s laprima
erispetto ad y
la
seconda,
con le derivateparziali prime
e seconda mista laterza,
y), y)
sono funzioni continue inR,
dellequali
la
prima
nonnegativa
inogni punto
diR,
X è un
parametro complesso.
Si vuol vedere se esistono valori del
parametro k (auto- valori)
per cui la(1)
ammette una soluzione(autosoluzione
o
autofunzione)
che sia:A)
non identicamente nulla e continua in R insieme conle derivate
parziali prime, seconde,
terze miste equarta
ri-spetto ad x, y, x, y,
B)
nulla su FR.Se le funzioni
~~ ( ~, y), s ( x, y), t ( ~, y), y), p (x, y)
sono identicamente nulle inR,
l’esistenza di almenoun autovalore è stata dimostrata da M. SALVADORI con un ra-
gionamento
che è una estensione diquello
adottato da D.MANGERON
3)
e che si basa sostanzialmente sulla cosiddetta fun- zione di GREEN.Il
proposto problema
diautovalori,
cony), ~(~, y), y)
identicamente nulle inR,
è statocompletamente
trat-tato mediante un
procedimento
di carattere variazionale cheprescinde
dalla conoscenza della funzione di GREEN nella Me- moria di cui alla nota2).
Si mostrerà che il
procedimento
variazionalesuddetto,
contalune
modificazioni,
consente di ottenere ilseguente
risul-tato :
I. - Indicata con r la classe delle
funzioni y)
con-tinue in R con le derivate
parziali prime
e 8econda,3) D. MANGERON, Sopra un problema al contorno per un’equazione differenziale alle derivate parziali di quart’ordine con le caratteristiche reali doppie, ~ Rend. dell’Acc-. delle Sc. Fís. e Mat. di Napoli », serie Iv,
vol. II, pp. 29-40 (1932).
mista e nulle su
FR,
se ilfunzionale
assurrce in r valori di segno
opposto,
perCequazione di f f eren-
ziale
(1)
esistono 2cna successione non decrescente di autova- loripositivi
e una successione non crescente di autovalori ne-gativi.
Se invece ilfunzionale (2)
assume in F soltanto valorinon
negativi,
o nonpositivi,
esiste una successione non decre- scente di autovaloripositivi (mentre
non vi sono autovalorinegativi),
ocorrispondentemente,
una successione non crescente di autovalorinegativi (mentre
non vi sono autovaloripositivi).
Seguirà
un accenno alleprincipali proprietà degli
auto-valori e delle autosoluzioni. Si avverte che
gli
articoli della Memoria di cui alla nota2)
citati nelseguito
verranno indi-cati coi
rispettivi
numeriseguiti
dalla lettera 11.2. -
Ragionando
come nel n. 9 M si trae anzitutto che : I. Gli autovalori non possono essere che reali e diversi da zero.II. Se À’ è un a,utovalore e
u’ (x, y)
èun’auto f unzione corrispondente,
risulta:Da II segue immediatamente che :
III. Se
l’integrale (2)
assume in r soltanto valori ~~onnegativi,
o nonpositivi,
rcon esistono autovalorircegativi,
ocorrispondentemente positivi.
In secondo
luogo, indicato,
perogni
funzioney)
con-tinua in R insieme con le derivate
parziali prime, seconde,
terze miste e
quarta rispetto
ad x, y, x, y, con Lu ilprimo
membro della
(1)
eprocedendo
come al n. 1 M apartire
dal-l’identità
346
si riconosce che :
IV. Per
ogni fissato
valore delparametro À,
le soluzionidella
(1) verificanti
le condizioniA)
eB)
del n. 1 sono tuttee sole le soluzioni continue in R
dell’equazione integrale :
Si noti
che, nell’ipotesi
che le funzionis ( x, y), y)
siano identicamente nulle in
R,
nella(1)
sipuò prescindere
dalla considerazione delle derivate uxx, uyv,
purchè
venga inpárte rispettato
l’ordine di derivazione per le derivate par- ziali di ordinesuperiore
al secondo : in tal casoperaltro
sipotrebbe
essere indotti a sostituire la condizione,A.)
del n. 1con
l’altra,
menorestrittiva,
che lau(aeJ y)
sia non identica-mente nulla e continua in R insieme con le derivate
parziali prime,
secondamista,
terze uxvx, uxyy equarta
Ma unatale sostituzione è del tutto inutile
giacchè,
con lo stesso ra-gionamento
adottato nel n. 1M,
si trae cheogni
soluzioney),
verificante la condizione menzionata poco fa e laB)
del n.
1, dell’equaz one (1) (con y) - s ( ~, y) - t ( ~, y) -. o)
è necessariamente dotata anche di derivate
parziali
uxx, uyv continue inogni punto
di R.Ciò premesso, per dimostrare
1I,
siconsideri, nelTipotesi
che
l’integrale (2)
assuma in T valori di segnoopposto,
il fun-zionale
nella classe
Fa
delle funzioniy)
di F verificanti la con-dizione :
Indicato con l’estremo inferiore del funzionale
(4)
inIr,
onde
sarà,
per la(5)
e7 I ~I,
>0,
per tutte leu ( ~, y)
diPo
riuseirà :Si osservi ora che la
(6)
vale anche per ley)
di F chenon verificano la
(5): questa
circostanza risulta evidente se1’iategrale (2)
ènegativo
onullo, mentre,
se dettointegrale
èpositivo
e diverso da uno, consegue dal fatto che la(6)
sus-siste per
V),
conPertanto il
primo
membro di(6)
è un funzionale dotato di estremo inferiore nullo nella classer o.
Si consideri
poi
unasuccessione
U02, ..., uo y , ..-, minimiz- zante inr o
per il funzionale(4)
e uniformementeconvergente
in
R, (l’esistenza
di una successione cos fatta risulta dai nn.4M e 8
M)
sieéhé la relativa funzione limiteuo (s, y)
sarà continua in R e nulla su Evidentemente la
predetta
succes-sione è pure minimizzante in ~’ per il
funzionale
aprimo
mem-bro di
(6)
equindi,
relativamente aquesto
funzionale nella348
classe
F,
continueranno a sussistere 5 Iill,
conin
luogo
della(15) M,
e 5 III11I,
con lain sostituzione della
(17) M, imponendo
allay)
le ulte-riori condizioni stabilite nel n. 8 M.
Resteranno
pertanto
validi anche iragionamenti
del n. 6 Mcon le
( ~, 1))
definite nella stessamaniera,
onde si riconosceche la
u,, (x, y)
soddisfa in R alla(3)
con equindi,
perIV,
è dotata di derivateparziali prime, seconde,
terze mistee
quarta rispetto
y continue in R ed è ivi soluzione della(1) Ào.
Dipiù,
lay)
non è identicamente nulla inR,
come risulta subito dalla(5)
e dallaseguente
ugua-glianza
che ora si dimostrerà.
Si ha infatti:
D’altra
parte, poichè
lim uov= uo uniformemente in R elim ==
Xo ,
vi saranno due numeripositivi
H e K taliche,
per tutti i numeri naturali v, risulti:qualunque
sia ilpunto x,
y diR,
Inoltre,
adogni
numeropositivo
e sipotrà
associare unindice v, (indipendente da s, y)
taleche,
per tutti i v > v~ , siaI
uoy2013 ~o ) ~ s qualunque
sia ilpunto s, y
di Rsicchè,
perogni v
> v,, riuscirà pure :e ciò prova la
(8).
Pertanto è un autovalore
positivo :
da II consegue allora chel’integrale (2)
saràpositivo
per u = uo, sicchè sipotrà
sem-350
pre determinare la costante c in modo che per u = cu, il detto funzionale assuma il valore uno.
Si consideri ora
I [ u]
nella classe delley)
di r verificanti la
(5)
e la ulteriore condizioneIndicato con
À1
l’estremo inferiore diI [u]
in~’1’
talchè saràper
ogni y)
dir1
vale la(6)
con1,
inluogo
di
7~o
e,ragionando
come inprecedenza,
si riconosce che ilfunzionale a
primo
membro della(6), con k
alposto
di?,,
è dotato di estremo inferiore nullo nella classe
r’’1
IDr 1
delley)
di r verificanti la(9).
Si consideri
poi
una successione u1u ---, ... mini- mizzante inr,
perI[u]
e uniformementeconvergente
inR,
sicché la relativa funzione limite
y)
sarà continua inR,
nulla su e soddisferà alla
(9) :
evidentemente lapredetta
successione è altres minimizzante in
P’l
per il funzionale alprimo
membro di(6),
conIl
inluogo
diXo,
epertanto,
rela-tivamente a codesto funzionale nella classe
F’1,
continuerà asussistere 5 III
M,
ove siconsideri,
invece della(17) M,
la(7)
con
y)
alposto
di euo ( x, y) rispettivamente,
esi
aggiunga l’ipotesi
chey)
verifichi inoltre le condi- zioni stabilite al n. 8 M e la( 9), giacchè
neiragionamenti
deln. 5 M si richiede
che,
perogni
numeronaturale y,
la ulv-~- (essendo
r un numeropositivo arbitrario) appartenga
allaclasse
r’1.
’
Procedendo
poi
come al n. 6M,
ove siusino,
inluogo
delle,cf.(9, ’1)
colàdefinite,
le - con costante da de- terminarsi in modo che tali funzioni verdichino la(9),
si rico-nosce che la
ul (~, y) è
dotata di derivateparziali prime,
se-conde,
terze miste equarta rispetto
y continue in R ed è ivi soluzione della(1)
con 7~ =)..1.
Col medesimo
ragionamento
adottato per lay),
sideduce che la
y)
non è identicamente nulla in R e chepertanto À1 è
un autovalorepositivo
non inferiore aXo.
L’esistenza di una successione non decrescente di autova- lori
positivi
si dimostra per induzione.Si consideri ora il funzionale
I[uJ
nella classer -o
delleu (x, y)
di 1-, verificanti laDenotato con
0)
l’estremo inferiore di inr -o
eprocedendo
come nel caso diro,
si riconosce cheÀ-o é
un autovalorenegativo.
Se
poi ~1 > Lo è
l’estremo inferiore diI[u]
nellaclasse
r -1 C r -o
delley)
di h verificanti la(10)
e la(9)
con in sostituzione di uo(essendo y)
una auto-funzione
corrispondente
a sideduce, ragionando
come nelcaso di
ri,
che è un autovalorenegativo
nonsuperiore
a
Lo.
L’esistenza di una successione non crescente di autovalori
negativi
si dimostra per induzione.L’ultima
parte
dell’enunciato 1I discende immediatamente dallaprecedente
dimostrazione tenendo conto di III.Si noti infine che per
gli
autovalori e le autosoluzioni sus-sistono teoremi
analoghi
aquelli
dei nn.11M,
12 M e a13 III M.