• Aucun résultat trouvé

www.slidetube.it

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Partager "www.slidetube.it "

Copied!
2
0
0

Texte intégral

(1)

www.slidetube.it

Evoluzione storica delle teorie centrali e periferiche.

La prima teoria fisiologica sulle emozioni fu quella di W. James, uno psicologo americano (1884), detta anche teoria periferica.

Più o meno contemporaneamente, anche se separatamente, una teoria analoga venne proposta da un fisiologo danese, C. Lange (1887).

In sintesi, secondo la teoria di James-Lange, un avvenimento rilevante da un punto di vista emotivo provoca direttamente una attivazione fisiologica o “arousal” a livello periferico, che si manifesta con una serie di reazioni periferiche quali tremore, sudorazione, aumento del battito cardiaco, contrazione della muscolatura liscia viscerale ma anche contrazioni muscolari in varie parti del corpo, come ad esempio, lo stringere i pugni o le modifiche dell’espressione facciale indotte dai muscoli mimici. L’individuo percepisce questa attivazione periferica (feedback) e questo dà luogo all’emozione.

Se così il cervello percepisce tremore della muscolatura volontaria e senso di inquietudine,questo viene identificato con l’emozione detta paura. Questo punto di vista fu criticato dal fisiologo W.

Cannon (1927) che obiettava come il feedback sensoriale proveniente dagli organi non fosse sufficiente a rendere conto delle nostre sensazioni emotive, anche perché esperimenti di resezione dei nervi che convogliano informazioni dei visceri verso il cervello non alteravano il comportamento emozionale.

Questo portò Cannon ad opporre alla teoria periferica una teoria detta centrale. SecondoCannon (1927) i centri di attivazione controllo e regolazione delle emozioni sono localizzati nella regione talamica. Sarebbero quindi questi segnali nervosi provenienti dal talamo a provocare l’attivazione . Successivamente Shachter e Singer (1962) cercarono di conciliare, con il loro modellocognitivo- attivazionale, il punto di vista di James che sosteneva l’importanza dell’attivazione fisiologica nella generazione delle emozioni con quella di Cannon che invece sosteneva il carattere indifferenziato.

Secondo questi autori, affinché si verifichi una emozione, sono necessari sia l’attivazione fisiologica (arousal), che viene considerata come indifferenziata, sia la cognizione che è invece dipendente dalla situazione specifica e che, rendendo differenti le varie esperienze emozionali permette di dar loro un nome (paura, rabbia, disgusto etc.).

Ma è proprio vero che le varie emozioni sono indifferenziate da un punto di vista fisiologico?

Sebbene non sia semplice differenziare le emozioni in modo sicuro, anche per il ruolo giocato dalla soggettività, ci sono sufficienti evidenze per differenziare paura e rabbia (Ax,1953) e per distinguere le emozioni positive da quelle negative Secondo Ekman, Levenson e Friesen (1983), una bassa frequenza cardiaca contraddistingue felicità, sorpresa e disgusto mentre si riscontra una più elevata frequenza cardiaca nella collera, nella paura e nella tristezza.

Secondo l’odierno orientamento cognitivo-comportamentale, le emozioni e quindi le reazioni e modifiche fisiologiche ad esse legate, sono innescate da una valutazione cognitiva. Secondo M.Arnold (1960) alla base del comportamento emozionale c’è l’appraisal, fenomeno conseguente alla percezione e consistente in una valutazione automatica (generalmente involontaria almeno in un primo tempo) sulla presenza o assenza di un determinato oggetto/fenomeno e sulla sua positività/negatività. La conseguenza dell’appraisal è la tendenza a fare qualcosa, che viene vissuta come emozione.

(2)

www.slidetube.it

Le emozioni sono quindi fenomeni adattivi con l’importante funzione di regolare l’attenzione. Altra importante funzione che le emozioni svolgono è quella motivazionale, dato che attraverso le attività fisiologiche conseguenti, l’individuo si prepara ad affrontare l’evento scatenante. Sembra quindi assodato, alla luce degli studi e delle ricerche successive, che il punto di vista di Cannon e quindi la teoria centrale sia quella oggi prevalente.

Nonostante questo, però, esistono alcuni interessanti studi che si sono occupati del feedback da

emozioni simulate.

E’ esperienza comune che tutte le persone sono in grado di simulare, particolarmente tramite i muscoli facciali (mimici o pellicciai), le principali emozioni.

Diversi esperimenti hanno dimostrato che la contrazione volontaria dei muscoli facciali mirata ad assumere l’espressione propria di una delle emozioni, se protratta sufficientemente a lungo, è in grado di influenzare l’umore ed anche di modificare l’attività del SNA. Ekman e coll. (1983), facendo contrarre ai soggetti i vari muscoli facciali in modo da simulare le sei emozioni fondamentali (paura, rabbia, tristezza, felicità, sorpresa e disgusto), pur senza rivelare loro di quale emozione si trattasse, hanno verificato, monitorandole, alterazioni delle risposte fisiologiche controllate dal SNA, ma anche risposte soggettive coerenti con le emozioni evocate.

Zajonc (1994) ha dimostrato che è possibile influenzare gli stati emotivi modificando la temperatura dell’ipotalamo con l’azione dei muscoli facciali e con la respirazione nasale. Determinati modi di respirazione, infatti tendono a raffreddare la regione talamica con la conseguenza di mantenere stati emotivi positivi, di benessere. Questo pare essere in accordo con quanto da secoli praticato dallo yoga, dalla meditazione trascendentale o daltraining autogeno.

Resta comunque poco chiaro come l’assumere una particolare configurazione dei muscoli facciali possa arrivare a provocare cambiamenti dell’umore ed addirittura del SNA. L’ipotesi è che l’esperienza permetta di associare l’esecuzione di particolari espressioni facciali a corrispondenti modifiche del SNA, riconducendo il tutto ad una forma di condizionamento classico.

D’altra parte già Darwin, ne “L’Espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali” esponendo il Principio delle abitudini associate utili, dice:

“ …….ogni volta che si riproduce lo stesso stato d’animo, anche se appena accennato, c’è la tendenza- in forza dell’abitudine o per associazione- a ripetere quegli stessi movimenti……”

Références

Documents relatifs

cateterismo cardiaco sinistro, un catetere pre-formato - ovvero, che presenta curvatura predefinita all’estremità distale al fine di essere agevolmente introdotto nelle

Secondo alcuni filosofi, infatti, i sentimenti sono molto più vicini alla sfera della volontà che non alla sfera delle emozioni.. Si pensi, per esempio,

La stasi urinaria e l’aumento della concentrazione sierica di calcio favoriscono la formazione di calcoli renali (piccoli sassi nei reni) .Un aumento della concentrazione sierica

L'immagine del femore serve a controllare la buona esecuzione dell'esame e la precisa rappresentazione di tutto il distretto scheletrico, mentre i valori numerici sono

la legatura prossimale e distale all’aneurisma e la resezione dell’aneurisma con ripristino della perfusione splenica, preservando la milza e il rischio di infezioni

La rottura intraperitoneale di cisti idatidea è un’evenienza rara ma grave che può mettere a repentaglio la vita del paziente per l’insorgenza di shock anafilattico o di

Insicuro (sbaglia la distanza, cade sulla sedia) 0 Usa le braccia, o ha un movimento discontinuo 1. Sicuro, movimento continuo

RITA TROFA LIBERA UNIVERSITA’ CAMPUS BIOMEDICO - ROMA RITA TROFA www.slidetube.it LIBERA UNIVERSITA’ CAMPUS BIOMEDICO - ROMA.