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GLI ANEURISMI DELL’AORTA ADDOMINALE

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Academic year: 2022

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GLI ANEURISMI DELL’AORTA ADDOMINALE

Prof. A. Ippoliti, Dott. G. Pratesi

Cattedra e Scuola di Specializzazione in Chirurgia Vascolare, Università Tor Vergata - Roma

L’aneurisma dell’aorta addominale sottorenale rappresenta circa l’85% degli aneurismi aortici. Sono presenti in circa il 2% della popolazione adulta occidentale ed in particolare ne è colpito il 3-6% nella popolazione generale dai 65 ai 74 anni1,2. Poco frequente prima dei 55 anni, la prevalenza degli AAA negli uomini aumenta rapidamente dopo i 55 anni raggiungendo un picco massimo del 9% dopo i 74 anni, mentre nelle donne aumenta dopo i 70 anni con un picco del 4,5% a 90 anni3,4. Aneurismi di grandi dimensioni (circa 6 cm di diametro) sono a rischio elevato di rottura e senza un intervento rapido, sono spesso fatali, tanto che la rottura di aneurisma rappresenta la 13° causa di morte nel mondo occidentale5. La mortalità extraospedaliera da rottura di AAA raggiunge il 90%. Il rischio di rottura è rispettivamente del 9% all’anno per gli AAA di diametro superiore a 6 cm, e del 25% all’anno per quelli di diametro superiore a 8 cm. La prognosi, in ogni caso, è sfavorevole in quanto la sopravvivenza a 5 anni per pazienti con AAA di diametro superiore a 5 cm non sottoposti a intervento è intorno al 20%6.

STORIA NATURALE

La storia naturale degli aneurismi è caratterizzata dalla loro progressiva espansione fino alla rottura. Clinicamente circa i ¾ dei pazienti sono asintomatici al momento della diagnosi, che generalmente si effettua in seguito al riscontro occasionale di una massa pulsante addominale o mediante ecografia addominale o radiografie eseguite per altre patologie. Frequentemente la prima manifestazione clinica è la rottura con relativa emorragia addominale spesso fatale per il paziente. L’elemento che maggiormente condiziona la possibilità di

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rottura di un aneurisma è il suo diametro massimo e la sua tendenza espansiva nel tempo.

Mediante l’ecografia è possibile valutare l’accrescimento annuo che, seppure variabile da paziente a paziente e per nulla lineare nel tempo, è in media di 0,4 cm all’anno7,8. Gli aneurismi di maggiori dimensioni (superiori ai 6 cm) crescono più rapidamente9,10, mentre per gli aneurismi con diametro inferiore ai 4,5 cm la velocità di accrescimento appare più lenta.

Secondo un’acquisizione classica la percentuale di rottura a 5 anni è del 25% per gli aneurismi compresi tra 5 e 5,9 cm, del 35% per gli aneurismi di diametro compreso tra 6 e 6,9 cm e del 75% per gli aneurismi con diametro maggiore di 7 cm11. Secondo dati più recenti la percentuale di rottura a 1 anno è del 9,4% per diametri compresi tra 5,5 e 5,9, del 10,2% per diametri tra 6 e 6,9 cm e del 32.5% per diametri maggiori di 7 cm12.

DIAGNOSTICA

La palpazione o l’ecografia dell’addome così come una radiografia del torace possono suggerire la presenza di un AAA.

La prima procedura diagnostica, oltre alla valutazione clinica, è ultrasonografica con Ecocolordoppler.

Raccomandazione 1, Grado A

L’Ecocolordoppler consente di evidenziare il profilo, della parete aortica e il diametro nonché fornisce informazioni sull’origine dei principali rami di derivazione. In caso di ectasia-aneurisma, consente di valutare il diametro a livello delle renali (sopra e sotto), il diametro massimo dell’aorta e dei suoi rami e se esiste un colletto rettilineo sotto le renali. Evidenzia ispessimenti parietali (aortite - aneurisma infiammatorio), la presenza di trombo endoluminale o la presenza di segni di dissecazione.

Raccomandazione 2, Grado B

L’imaging radiologico con angio-TC o angio-RM (integrativo) completa lo studio ultrasonografico nella determinazione della sede e della natura della

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lesione, e nella valutazione della patologia di parete, in previsione di un approccio ricostruttivo chirurgico o endovascolare.

Raccomandazione 3, Grado C

Lo studio angiografico (integrativo e complementare) è indicato solo nei pazienti con patologia arteriosa associata o ai pazienti destinati ad intervento chirurgico nei quali la diagnostica non invasiva non sia ritenuta sufficiente, in funzione della tecnica che si intende utilizzare.

Raccomandazione 4, Grado C

L’ecodoppler è indicato nello studio periodico dei pazienti operati di rivascolarizzazione aortica o aorto-iliaco-femorale. Il referto deve riportare la presenza di complicanze anastomotiche, di trombosi endoluminali, il diametro della protesi e, nei casi trattati con protesi endovascolari, la presenza di flusso ematico periprotesico.

Raccomandazione 5, Grado C SCREENING

I soggetti di sesso maschile dopo i 60 anni di età, che sono sia o figli di pazienti con AAA dovrebbero essere sottoposti ad uno screening clinico ed ultrasonografico per la ricerca di AAA.

Men 60 years of age or older who are either the siblings or offspring of patients with AAAs should undergo physical examination and ultrasound screening for detection of aortic aneurysms.

Raccomandazione 6, Grado B

I soggetti di sesso maschile di età compresa tra i 65 ed i 75 anni con storia di esposizione tabagica dovrebbero essere sottoposti ad uno screening clinico ed ultrasonografico per la ricerca di AAA.

Men who are 65 to 75 years of age who have ever smoked should undergo a physical examination and 1-time ultrasound screening for detection of AAAs.

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Raccomandazione 7, Grado B

VALUTAZIONE PREOPERATORIA

In elezione, per ottenere risultati chirurgici a breve e lungo termine con una morbidità minima, è necessaria, oltre ad un’attenta valutazione della patologia aortica e della sua eziologia, la valutazione di patologia associata cardiaca e carotidea, che possono aumentare i rischi dell’intervento 4,7,17.18.

Raccomandazione 8, Grado B

La valutazione pre-operatoria del rischio chirurgico è di primaria importanza, essendo il trattamento, chirurgico od endovascolare, degli AAA associato ad incidenza variabile di complicanze e mortalità, dipendenti dalla diversa invasività delle procedure, dal tipo di anestesia, ma soprattutto dalla età del paziente e dalla coesistenza di patologie associate, spesso anche gravi e che possono rendere il paziente inadatto al trattamento13,14.

L’età del paziente è strettamente correlata con l’incidenza di complicanze e mortalità post-operatoria, tanto che dopo trattamento chirurgico in elezione degli AAA sottorenali la mortalità può raggiungere il 10% nei pazienti ottuagenari15. Il sesso costituisce un ulteriore fattore di rischio, essendo la mortalità post- operatoria del 50% maggiore nel sesso femminile16, e risulta più elevata anche dopo trattamento di AAA in rottura.

Le malattie polmonari, ed in primo luogo la BPCO, comportano un aumento di complicanze respiratorie, più prolungata ventilazione meccanica post-operatoria ed ospedalizzazione, ma senza significativo aumento della mortalità.

Le complicanze cardiache costituiscono la principale causa di mortalità post- operatoria, con più alta incidenza in pazienti con pregressa patologia cardiaca.

Una patologia coronarica significativamente presente nei portatori di AAA rende la valutazione cardiaca, mediante ecocardiogramma, scintigrafia con dipiridamolo, la misurazione della frazione di eiezione, e se indicata, la coronarografia, predominante nella quantificazione del rischio preoperatorio in pazienti clinicamente instabili o funzionalmente limitati da disturbi cardiaci. Una

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storia di infarto miocardico o di scompenso cardiaco congestizio sono fattori di rischio indipendenti per eventi cardiaci avversi anche nel trattamento endovascolare degli AAA, senza particolari differenze rispetto al trattamento chirurgico tradizionale17.

E' sicuramente vantaggioso trattare una lesione coronarica mediante angioplastica (PTCA) prima dell'intervento aortico, se tuttavia è richiesto un intervento chirurgico di bypass coronarico, si dovrà cercare di non utilizzare l'arteria mammaria interna in-situ. Se vi è necessità infatti durante l'intervento aortico di dover clampare tra carotide e succlavia per il controllo dell'aorta prossimale, si andrà a privare il cuore dal flusso della mammaria sinistra.

Raccomandazione 9, Grado C

Non vi è alcuna correlazione tra alterazioni di grado lieve della funzione renale pre-operatoria e mortalità post-operatoria nella chirurgia in elezione degli AAA18; una più alta incidenza di complicazioni post-operatorie sistemiche, compreso l’infarto miocardico acuto o la necessità di ventilazione meccanica prolungata, oltre che l’insufficienza renale acuta, si verifica invece in pazienti con livelli di creatininemia elevata (30% vs. 12,9%)19.

Nei pazienti affetti da diabete mellito non si riscontra più alta incidenza di complicanze e mortalità correlate che nei non diabetici, ma più alta incidenza di complicanze cardiache, respiratorie (11,5% vs. 3,2%)20, renali.

TRATTAMENTO

L’obiettivo del trattamento in elezione degli aneurismi dell’aorta addominale è di prevenirne la rottura e prolungare la vita del paziente; esso deve esser effettuato quando il rischio di rottura è alto rispetto al rischio operatorio, in pazienti in condizioni di poter vivere sufficientemente a lungo per trarne benefici.

I fattori influenzanti da considerare nel decision-making in presenza di AAA sono:

- rischio di rottura

- rischio di mortalità operatoria - aspettativa di vita

- preferenza del paziente.

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Modelli decisionali appositamente elaborati indicano che per un paziente di sesso maschile di 70 anni, con un’aspettativa di vita media e con un rischio operatorio medio (5% ), il trattamento dell’AAA può aumentare la spettanza di vita se il rischio di rottura annuale supera il valore di 1,5%.

L’avvento dell’EVAR ha aggiunto altre considerazioni e problematiche nella scelta del trattamento. La ridotta morbilità e mortalità perioperatoria giustifica tale indicazione, ma le complicanze tardive e la maggior incidenza di reinterventi riduce nel tempo i potenziali vantaggi, con benefici limitati in termini di aspettativa di vita rapportata alla qualità di essa.

La mortalità peri-operatoria del trattamento chirurgico convenzionale degli aneurismi dell’aorta addominale infrarenale varia dal 1% al 5% in centri di eccellenza, ma dati su base nazionale indicano una mortalità più elevata, dal 4%

al 8%21.

INDICAZIONI AL TRATTAMENTO

I pazienti con AAA infrarenale o iuxtarenale con diametro ≥ 5,5 cm devono essere sottoposti a trattamento al fine di eliminare il rischio di rottura.

Raccomandazione 10, Grado B

I pazienti con AAA infrarenale o iuxtarenale con diametro compreso tra 4 e 5,4 cm devono essere monitorizzati con ecocolordoppler o TC ogni 6 -12 mesi per valutare l’evoluzione.

Raccomandazione 11, Grado A

Il trattamento può essere indicato in pazienti con AAA infrarenale o iuxtarenale con diametro compreso tra 5 e 5,4 cm.

Raccomandazione 12, Grado B)

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In pazienti con aneurisma soprarenale o toracoaddominale di tipo IV il trattamento è indicato quando il diametro è > 5,5 - 6 cm.

Raccomandazione 13, Grado B)

Nei pazienti con AAA infrarenale o iuxtarenale con diametro < 4 cm è ragionevole un monitoraggio con ecocolordoppler ogni 2 – 3 anni.

Raccomandazione 14, Grado B)

L’intervento non è indicato in soggetti asintomatici con AAA infrarenale o iuxtarenale con diametro < 5 cm se di sesso maschile o < 4,5 cm se di sesso femminile.

Raccomandazione 15, Grado A)

ANEURISMI PICCOLI

Il rilievo di risultati migliori a 24 mesi nel trattamento degli aneurismi <5,5 cm, con minor incidenza di endoleak di I tipo (1,4% vs. 6,4%; P=.011), di migrazione dell’endoprotesi (4,4% vs. 13%; p=.006), di conversione chirurgica (1,4% vs.

8,2%; p= .031), e maggiore sopravvivenza (86% vs. 71%; p<.001) ha fatto ipotizzare l’opportunità di una indicazione all’EVAR, contrariamente al trattamento chirurgico tradizionale, per gli aneurismi piccoli; tale ipotesi è tuttavia in corso di valutazione.

L’EVAR può portare benefici in pazienti con AAA infrarenali od iuxtarenali di diametro < 5,5 cm

Raccomandazione 16, Grado C

ANEURISMI INFIAMMATORI

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Il ruolo dell’EVAR negli aneurismi infiammatori è stato a lungo controverso, ma essi possono esser esclusi mediante tale tecnica anche nei casi nei quali un trattamento chirurgico tradizionale non è proponibile o non è risultato fattibile all’esplorazione chirurgica. Durante il follow-up viene riportata una considerevole riduzione della fibrosi retroperitoneale nelle valutazioni TC, con buoni risultati anche a medio termine.

ANEURISMI IN ROTTURA

Essendo rimasta elevata ( >50%) ed immutata negli anni la mortalità del trattamento chirurgico degli AAA rotti, il trattamento endovascolare in emergenza (eEVAR) può rappresentare una alternativa vantaggiosa, per la non necessità dell’anestesia generale, la riduzione delle perdite di sangue, il ridotto stress chirurgico. I pazienti che al ricovero presentano condizioni emodinamiche sufficientemente stabili possono esser sottoposti a TC e considerati per il trattamento endovascolare, senza ritardi di rilievo. La mortalità ospedaliera varia a seconda delle casistiche e della loro numerosità, e risulta essere del 22% in una review recente della letteratura comprendente 207 casi non omogenei, ed inferiore a quella del trattamento chirurgico tradizionale.

Una mortalità ospedaliera sovrapponibile (35% vs. 39% ) viene invece riportata dal recente New ERA (Endograft treatment in Ruptured abdominal aortic Aneurysm ) Study nel gruppo sottoposto ad eEVAR mediante endoprotesi aorto- mono-iliaca Talent rispetto al gruppo trattato chirurgicamente, senza significative differenze tra i gruppi per comorbidità e condizioni emodinamiche al ricovero . In condizioni di stabilità emodinamica, invece, una ridotta incidenza di complicanze peri-operatorie (17% vs. 40%) e di mortalità ospedaliera (11% vs. 53%) viene riportata in una serie di 33 pazienti sottoposti ad eEVAR, con risultati migliori rispetto a pazienti trattati mediante chirurgia convenzionale. Significativi vantaggi, con riduzione della mortalità, sono ottenibili attuando un programma specifico per l’EVAR, che prevede l’integrazione e sincronizzazione delle attività delle varie competenze specialistiche e delle strutture necessarie.

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In pazienti con dolore addominale o posteriore, presenza di una massa addominale pulsante ed ipotensione, o con la triade clinica, è indicata l’immediata valutazione per il trattamento

(Raccomandazione, Grado B)

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