A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
L AMBERTO C ESARI
Sulle funzioni a variazione limitata
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 2
esérie, tome 5, n
o3-4 (1936), p. 299-313
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di LAMBERTO CESARI
(Roma).
1. - Richiamiamo la definizione di
funzione,
di duevariabili,
a variazione limi- tata secondo TONELLI(~).
Si dice che una funzione
f(x, y)
definita nelquadrato Q(0, 0 ; 1, 1)
è a varia-zione limitata se, detta
vy(x)
la variazione totale della funzione della sola y,f(x, y), (0 y 1)
e dato aVx(y) analogo significato, Yy(x)
eV,,(y)
risultanoquasi
ovunquefinite, quasi
continue edintegrabili
in(0,1).
Diremo funzioni T le funzioni a varia-zione limitata secondo TONELLI.
Il TONELLI
(2 )
ha dimostratoche,
sef(x, y)
è una funzione continua inQ,
condizione necessaria e sufficiente
perchè
essarappresenti
unasuperficie
ad areafinita secondo LEBESGUE è che essa sia una funzione T. Ne risulta da ciò che il concetto di funzione T
è,
per le funzionicontinue, indipendente
dalla direzionedegli
assi e y. Taleindipendenza
non sussisteperò
ingenerale
per le funzioninon
continue,
come hanno mostrato recentemente C. R. ADAMS e J. A. CLARKSON(3)
con un
esempio.
Noi abbiamo osservato tuttavia che
nell’ esempio
dato daquesti autori,
comein
ogni
altro dello stesso genere, taledipendenza
dalla direzionedegli
assi spa- riscequalora
si trascurino i valori che la funzione assume inopportuni
insiemidi
punti
di misura nulla inQ.
Noi diremoprecisamente
che una funzione definita?in
Q è
una funzioneT*,
se esiste un insieme dipunti
E di misura nulla---
(*) Lavoro eseguito nel Seminario Matematico della R. Scuola Normale Superiore di Pisa.
(i) L. TONELLI : Sulla quadratura delle superficie. Rend. R. Accad. Lincei, vol. 111 (1926),
pp. 357-362. - Sur la quadrature des surfaces. Comptes Rendus, t. 182 (1926), pp. 1198-1200.
(2) Loc. cit. in (’).
(3) C. R. ADAMS e J. A. CLARKSON : Properties of functions f(x, y) of bounded variation.
Transactions of the Amer. Math. Soc., vol. 36 (1934), pp. 711-730, in particolare pp. 726-727.
Per un ampio confronto fra le varie definizioni di funzioni a variazione limitata : CLARKSON
e ADAMS : On definitions of bounded variations for functions of two variables. Transactions of the Am. Math. Soc., vol. 35 (1933), pp. 824-854.
in
Q,
taleche,
trascurando i valori che la funzione assume inessi,
le funzioniVy(x)
e risultinoquasi
ov2cnquefinite, quasi
continue edintegrabili.
Scopo
delpresente
lavoro è di dimostrare ilseguente
TEOREMA. - Le funzioni
quasi
continue T* sono taliindipendentemente
dalla direzione
degli
assi x e y.Non necessariamente l’insieme E relativo che si deve trascurare rimane il medesimo al cambiare
degli
assi.Noi
giungeremo
a tale risultato introducendo il concetto disuperficie z=f(x, y)
ad area
generalizzata
finita e dimostreremo che condizione necessaria e suffi- ciente affinchè unasuperficie rappresentabile
nella formaz=f(x, y)
sia adarea
generalizzata
finita è che la funzionef(x, y)
sia una funzionequasi
continua T*.
Questa generalizzazione
del concetto di funzione T non è nuovo(4).
In essorientrano
poi
molte classi di funzioni che non rientrano in altre definizioni di fun- zioni a variazione limitata. Adesempio
la funzione definita inQ
è una funzione T*. La funzione
(5)
costruita da C. R. ADAMS e J. A. CLARKSONè, rispetto
adogni coppia
diassi,
una funzione T*.Inoltre,
conquesta
genera- lizzazione delle funzioniT,
nulla viene cambiato neiriguardi
delleproprietà
inte-grali
di esse, della lororappresentabilità
in serie di FOURIER o di altre funzioniortogonali,
ecc.(6).
Gli AA. citati hanno
poi
introdotto il concetto di funzioni T(7),
teoricamentepiù generali
delle funzioni T e per lequali
si ammette soltanto che le funzionie
vx(y)
siano nonmaggiori
di funzioniintegrabili.
Noi mostreremo
che,
dette T* le funzioni per lequali,
trascurando unopportuno
insieme E dipunti
diQ
di 1nisuranulla,
risultanoe non
maggiori
di funzioniintegrabili, ogni
funzionequasi
con-tinua
T,
nonchèogni
funzionequasi
continua T* è anche funzione T*.(4) Cfr. L. TONELLI: Serie trigonometriche. Ed. Zanichelli, 1928, p. 482.
(~) Loc. cit. in
(3).
(6) Altrettanto dicasi per le funzioni a variazione diagonale limitata introdotte dal
MIRANDA, che rientrano nelle funzioni T*. Vedi C. MIRANDA : Sommazione per diagonali
delle serie doppie di Fourier. Rendiconti Seminario Matematico della R. Università di
Roma, 1934, pp. 3-29.
(7)
C. R. ADAMS e J. A. CLARKSON, loc. cit., p. 712.2. - Diremo che la
superficie y)
è ad areageneralizzata
finita o,brevemente, superficie ,S,
se esiste un insieme E dipunti
di misura nullain Q
e una successione disuperfici poliedriche rappresentabili
nellaforma
z=2.’n(x, y), n=1, 2, 3,....,
tali che:a)
il contorno del campo di definizione delley)
tenda unifor-memente al contorno di
Q;
~) le ¿n(x, y)
convergano az(x, y)
in tutti ipunti
diQ
fuori diE;
y)
il minimo limite delle aree delley)
sia finito.Tale concetto è manifestamente
indipendente
dalla direzionedegli
assi x e y.Se
z=z(x, y) rappresenta
unasuperficie S, z(x, y)
èquasi
continua inQ.
3. - Dimostriamo il
seguente
TEOREMA. -
Ogni superficie
Srappresenta
una funzione T*.La dimostrazione è una
generalizzazione
diquella
del TONELLI(8).
Rappresenti y)
lasuperficie 8
data e sia E il relativo insieme dipunti
di
Q
di misura nulla.Sia ex
l’eventuale insieme lineare di misura nulla deipunti
di
(0, 1)
taliche,
sulle rettex=x, E seghi
insiemi di misura non nulla o, eventual-mente,
non misurabili.Abbia ey analogo significato.
Sia~2,...., 2.’m,....,
la succes-sione delle
superfici poliedriche convergenti
az(x, y),
sia Oi, 62,...., 6~,.... la succes- sione delle loro aree esupponiamo,
come èlecito,
che sia finito.M-00
Si
prenda
un x di(O, 1)
nonappartenente ad ex
e sulsegmento
della retta x=xcontenuto in
Q
siprendano n punti qualsiasi
nonappartenenti
ad E. Si costruisca infine lapoligonale
inscritta nella curvay)
di cui leproiezioni
dei verticicadono nei
punti
considerati.Siano la
lunghezza
diquesta poligonale,
il limitesuperiore
dellelunghezze
di tutte lepoligonali
definite come sopra, lalunghezza
dellapoligonale
che lasuperficie poliedrica 2.’’m
sega sulpiano x=x, (m=1, 2, 3,....).
Preso ora un
z> 0
arbitrario sipuò
sempre trovare un m taleche,
perogni
m:> m-e per la
particolare poligonale considerata,
siaSi osservi che
e
che, posto
(8) L. TONELLI, loc. cit. in
(i),
Rend. R. Accad. Lincei, pp. 358-359.la funzione risulta
quasi
ovunquefinita, quasi
continua edintegrabile (9).
Da
qui,
perogni n
e perogni poligonale
deltipo considerato,
Da
qui
ancoraper
ogni
di(0,1),
fuori di ex e perogni
r, onde ancheSe ora indica la variazione totale della funzione della sola y,
z = z(x, y),
trascurando i
punti
diE,
è anche onde per tuttigli
xdi
{o,1)
fuori di e~.Analogamente
per la funzione4. -
Vogliamo
dimostrare che le funzioniquasi
continue T* non sonopiù
gene- rali delle funzioniquasi
continue T*.Gli AA.
(1°) già
citati hannopoi
osservatoche,
se R è unrettangolo
a latiparalleli agli
assi contenuto inQ,
le funzioni T inQ
non sono necessariamente funzioni T inR,
mentre le funzioni T inQ
sono ancora funzioni T in R. Noi dimostriamo addirittura neiriguardi
del nuovo epiù generale
concetto ilseguente
TEOREMA. -
Ogni
funzione T* inQ, quasi
continua inQ,
è una fun-zione T* in
Q
nonchè inogni
R contenuto inQ.
Sia
f(x, y)
funzione T* inQ, quasi
continua inQ,
sia E il relativo insiemedi
punti
di misuranulla,
siano eV’x(y)
le solite variazioni totali dellaf(x, y),
prese trascurando i
punti
diE,
ed esse sianorispettivamente
nonmaggiori
delle(9) Una dimostrazione di ciò può condursi come segue. Si consideri la doppia succes-
sione di funzioni di x in (0,1),
£~~2~ n
(m ~ 1, 2, 3,....; ~==~,~-(-1,~+2,....),Allora è
J~ ~4-1~~ ~ ~
" ~ posto n -00 le funzioni risultano quasi continue.1
Di più, essendo
~m71,
è anche Fm~ 1 ed essendo e è anche1 o
Infine è onde la successione di funzioni F1, F2,...., con- ó
verge, per un teorema di B. LEVI, verso una funzione quasi continua ed integrabile. Ma è
appunto .., u _., . u -
(10) Loc. cit. in
(3),
p. 721.funzioni
integrabili
e Sia E’ un nuovo insieme dipunti
di misuranulla in
Q
e indichiamo conVy’(x)
eVx’(y)
le nuove variazionitotali,
prese trascurando ipunti
diE+ E’,
Sia(x, y)
unpunto
diQ.
Indichiamo conVy’(x, y)
la variazione totale della considerata come funzione della
sola y,
nell’ inter- vallo e trascurando ipunti
diE+ E~. Analogo significato
abbiay). È
Basta dimostrare che esiste un E’ tale
che,
perogni x
ey
di(0,1)
risul-tino
Yy’(x, y)
ey) funzioni, rispettivamente
della sola x e dellasola y, quasi
continue.Osserviamo anzitutto che
f(x, y)
èintegrabile
inQ. Infatti,
essendof(x, y) quasi continua, quasi
tutte le sue sezioni conpiani x=x,
oppurey= y,
sonoquasi
continue. Dipiù
essendo f una funzioneT*, quasi
tutte le sue sezioni congli
stessipiani
sonoquasi
continue edintegrabili.
Sia
ora y
unpunto
di(0, 1)
tale che la funzione dellasola x, f(x, y),
siaquasi
continua e
integrabile
e tale che ~ intersezione[E, 2/]
di E con la rettay = y
sia dimisura nulla. Allora è per tutti i
punti
diQ,
fuori di E e per tutte le x non appar- tenenti a[E, y],
e il secondo membro
rappresenta
una funzioneintegrabile
inQ.
Definiamo ex ed ey
come al n.° 3 neiriguardi
del nostro insieme E. Diciamo nx l’insieme di misura nulla deipunti
di(0,1)
per cui non è finita.Analogo significato
abbia Perogni punto x
o n consideriamo la retta x=x eanalogamente
per ipunti y di ey o
di ny le rettey = y.
Diciamo ancoral’insieme dei
punti
diQ
cheappartengono rispettivamente
a tali rette.Se x non
appartiene
ad la funzione dellasola y, f(x, y) ha,
trascu-rando i
punti
diE,
sole discontinuità diprima specie.
Diciamo allora cvy l’insieme deipunti (x, y)
diQ,
fuori di di discontinuità per la funzionef(x, y),
considerata come funzione della
sola y,
e per iquali
accade chedove il limite si intende
preso
trascurando ipunti
di E.wy
contenga
inoltregli
eventualipunti
di discontinuità per laf(x, y)
consi-derata come funzione della
sola y,
di coordinate(x, 0)
oppure(x,1).
L’ insieme my sega su tutte le rette
parallele all’ asse y
insiemi numerabili.Poniamo
{
limy) per x _
nonappartenente
ad nr-
hm
per .p nonappartenente
adf(x, y)
= e(x, y)
nonappartenente
aE,
~ y) altrimenti,
dove si ponga al
posto
diquando fi=0.
Poniamo
Questa
funzione risulta anch’ essaquasi
continua inQ (11).
Posto allora
cp(x, y) = òv(x,
Y) in tutti ipunti
diQ
in cuiquesta
derivata par- ziale esistefinita,
lay)
risulta cos definitaquasi dappertutto
inQ
ed èquasi
continua e
quasi dappertutto =f(x, y).
Neipunti
di Wll lady/dy
o non esiste finita dyo è v
f(x, y); dunque
Q)y è un insieme di misurasuperficiale
nulla.La
funzionef(x, y)
differisce dallaf(x, y)
in my ed eventualmente in E :perciò
è
f(x, y) =f(x, y) quasi dappertutto
inQ,
e anche laf(x, y)
risultaquasi
continua.un
punto
di(0,1)
fuori di La funzione dellasola y, y)
hasole discontinuità a destra
(ed
è continua per equindi
per essa vale il ben noto teorema(12)
per le funzioni continue che cioè le sommetendono uniformemente alla variazione totale della
f(x, y)
in(0,1) quando
lapiù grande parte
in cui ipunti yi
dividono l’intervallo(0,1)
tende a zero.Sia
ora y
un numeroqualsiasi
di(0, 1).
Si esegua perogni n
intero laseguente
costruzione. Si costruisca ilplurintervallo aperto 2013
2n su(0,1)
chericopre
l’insieme oy dei
punti y’
in cuif(x, y’)
è nonquasi continua,
come funzione di x.Indi si ponga se il
punto y:== -
nonappartiene
a altrimentin n
i
al
primo
estremo dell’ intervallo di4n
a cuiappartiene
ilpunto y = !.
n Si pongapoi + 1
se talepunto
nonappartiene
aAn,
altrimenti y2 = alprimo
estremon
dell’ intervallo di
4n
a cuiy1 + 1/n appartiene.
E cos diseguito.
Si osservi che èn
per
ogni i, 1 1 1
ondesi giungerà ad
unpunto
per pern 2n 2n giungerà
ad unpunto
per cuin
y Ipunti
yi,(i =1, 2,...., m),
nonappartengono
a Ty equindi
1 1
y
non
appartengono
a4n .
Per essi è inoltreyi+1- yi 1,
n Y n 2 n Le(11) L. TONELLI : Sull’integrazione per parti. (Rend. della R. Accad. dei Lincei, serie 5a, vol. XVIII, (1909, 2° sem.) pp. 246-253), p. 248.
(12)
Cfr. L. TONELLI : Sopra alcuni polinomi di approssimazione. Annali di Matematica,t. XXV, s. III, 1916, pp. 275-316. Vedi n., 14. Inoltre T. VIOLA : Funzioni a variazione limitata continue verso destra. Rend. della R. Accad. dei Lincei, vol. XV, s. 6a (1932) 10 sem., pp. 626-629.
funzioni
f(x, yi), (i=1, 2,....,
come funzioni della sola x sonoquasi
continuein
(0, 1)
e cos pure èquasi
continua la funzioneLa successione
(jJ2(X), g~3(x),..., q~n(x),....
di funzioniquasi
continue converge ovunque in(o,1),
eccetto che nell’ insieme dipunti
di misura nulla alla variazione totale della funzionef(x, y)
nell’ intervallo(O, y), ossia,
con ovvie nota-zioni,
ay).
Tutte le funzioniVy*(x, y)
sonodunque (come
funzioni dellax) quasi
continue in(0,1)
e inparticolare
è taleIn modo del tutto
analogo
si definisca l’ ns eme come si è definito u~~, e, introdotta una funzione ausiliariaf(x, y), analoga
allaf(x, y)
ma con lo scambiodi x con y, si dimostra che wx è di misura nulla in
Q.
Indi si vedeche,
intro-dotte le funzioni
y)
eVx*(y), queste
sono tuttequasi
continue in(0,1).
Si ponga ora
Indichiamo con ir l’insieme di misura nulla dei
punti x’
di(0,1)
tali chesulle rette x=x’ l’insieme rox
seghi
insiemi di misura non nulla o,eventualmente,
non misurabili.
Analogamente
iy nei confronti con c~y.Dimostriamo che per
ogni y
di(o,1)
e per tuttigli x
fuori diè
Vy’(x, y) = y),
e, perogni x
di(o,1)
e per tuttigli
y fuori di èy)= Vx*(x, y).
Sia y
unpunto qualunque
di(0,1).
IntantoVy*(x, y),
variazione totale dif(x, y)
nell’ intervallo
(0, y) è,
fuori diuguale
alla variazione totale dif(x, y)
nell’ intervallo
(o, y) quando
si trascuri D’altraparte Vy(x,
è la varia-zione totale di
f(x, y)
in(0, y) quando
si trascuri Sia ora x’ unpunto
di(0, )
fuori di Sulla rettax= x’,
cox sega soltanto un in- sieme dipunti
di misura nulla. Diquesti
unaparte (eventuale) apparterrà
anchead co~ e
quindi
viene trascurata anche iny).
I rimanentipunti,
in tuttoun insieme di misura
nulla,
sono tuttipunti
di continuità o di continuità a sinistra(trascurando E)
perf(x, y)
come funzione della sola y, equindi
il trascurarlio meno non altera la variazione totale di
f(x, y). Dunque è,
perogni y
di(0,1)
e per
ogni
x fuori diy)
=y)
equindi y)
èquasi
continua in valendo tale
proprietà
perVy*(x, y). Analogamente
perVx’(x, y).
5. - Il teorema del n.° 3 in connessione con
questo
ultimogarantiscono
ilCorollario. -
Ogni superficie
Srappresenta
una funzionequasi
con-tinua T*.
6. - Dimostreremo nei numeri
seguenti
ilTEOREMA. -
Ogni
funzione T* inQ, quasi
continua inQ, rappresenta superficie
S.Annali della Scuola Norni. Sup. - Pisa. 21
7. - Sia
f(x, y)
una funzionequasi
continua inQ.
Sia inoltref(x, y)
funzione T*in
Q
e sia ~ il relativo insieme dipunti
diQ
di misuranulla,
trascurando iquali
le funzioniVy(x)
e e, come è lecito supporre in forza del teorema del n.°4,
anche tutte le funzioniVy(x, y)
perogni
valoredi y
ey)
perogni
valore di
x,
sonoquasi
ovunquefinite, quasi
continue eintegrabili.
Per
ogni
intero p, consideriamol’insieme ip
di(0, 1)
ove Siadp
la misura di
ip .
Costruiamo perogni
e perogni
intero n unplurintervallo aperto
diampiezza óp + -
n e tale chea) contenga èp ; ,
~8) V (y)
sia continua in(0,1)
trascurando ipunti
diy) contenga
tutti ipunti
di discontinuità dellafunzione,
monotona1
in
(0,1), =
oVyx, y) dx ;
d) contenga
tutti ipunti y (eventuali)
taliche,
sulle rettesieme E
seghi
insiemi di misura non nulla o(eventualmente)
non misurabili.Si indichi con le solite notazioni la funzione
uguale
a ~ro inip, uguale
a
Fa(y)
fuoridi ip (13).
Si indichi pure(14) con j
la funzione associata alla o, il che è lo stesso per laa),
alla[ V,,(y) ]p rispetto
alplurintervallo Ap,
n.Osserviamo che è
r
onde,
fuori dellimite,
D’ altra
parte
èV’x(y) e [ Vx(y)]p
fuori di sono identiche equindi
(~3) Vedi L. TONELLI: Sulla nozione di integrale. Annali di Matematica pura ed appl.,
4a serie, t. 11, 1923-1924.
(14) Loc. cit. in (1°).
e
poichè
si han ~ ~
Per
ogni
p si determini allora ilpiù piccolo
intero np tale che per esso e per tutti iseguenti
siaAllora dalla
precedente, passando
al limite per ~ro -~ oc, si haIndichiamo
semplicemente
condp
ilplurintervallo
8. - La
funzione L1
è continua in(0,1).
Sia il numero realeE= 12
edeterminiamo un numero
n>0
tale che l’oscillazione di Vx(y) inogni
inter-vallo di sia
i.
La funzione
y(y)
è monotona e limitata in(o,1).
Siano z~ i suoi salti. con-verge. Siano 7:i, z2, T3,----, zr
quei
suoi rsalti,
di ascisserispettive ~~, ~2,...., ~r
che sono
> ~ .
abbastanzapiccolo
affinchè inogni
intervallo di(0,1)
di
ampiezza n
e non contenentepunti 03BEi, (i= 1, 2,...., r),
anchey(y)
abbia unaoscillazione ~. Sia infine
Poniamo ora se il
punto
y=r¡ su(o,1)
nonappartiene
aJp, poniamo
invece yi= al secondo estremo dell’intervallo a cui
appartiene
y=q in caso contrario. Poniamo se nonappartiene
a altrimenti sia Y2 ilprimo
estremo dell’ intervallo diAp
a cuiappartiene yi+71
sequesto
non ègià
ilpunto
Y i, sia Y2 il secondo estremo di detto intervallo in caso contrario.Sia
poi
se ecc. Mediante ipunti
y1, i Y2, y3,.... si arriverà ad unpunto
Ym che dista da 1 per meno di è finitoperchè,
perogni r, (r ~ 1, 2, 3, .... ) .
Si osservi
che,
perogni r, Yx(yr) coincidono,
e chela è continua in yr. Di
più
dimostriamo che laspezzata
che si ottienecongiungendo
ipunti [yr, rappresenta
una curva, che diremoVx *(y)
chedifferisce dalla curva su tutto
(o,1)
per meno di -. Sia infatti y ed r rnqualsiasi.
Sey~,+1-y,. r~
allorada cui
. Se
poi
è osserviamo che per la costruzione fattaoccorrecheYr+r¡
appartenga
ad un intervallino diche y,,
coincida con ilprimo
estremo diesso e con il secondo. Ma allora
e j
coincidono in yr e ine sono lineari entrambe in Esse
dunque
coincidono in tuttoÈ dunque
sempre9. - Consideriamo
gli
intervalli(yr, Quelli
diampiezza > n appartengono
interamente a
Ap
e non ci interessano. Tragli
altri ve ne sarannoalcuni,
in nu-mero r che
contengono punti 03BEi (i=1, 2,...., r).
La somma delle loroampiezze
Ma per la
(1)
èn 1
equindi nr 1. Aggiungiamo questi
intervallirp p
a
dr
chechiameremo,
cosmodificato, L1p*.
Consideriamo oraperciò
soltantogli
altri intervalli
yr +i)
che sono tutti diampiezza n
e noncontengono punti 03BEi (i== 1, 2,...., r).
Ivi allora ha un salto minore di ê.E
cioè per ognuno di essiL’insieme
7~
dipunti x
di(0,1)
per cui èavrà una
ampiezza
tale cheIE Ìé
8, onde= - .
2 "
Sia co un
plurintervallo
diampiezza p
racchiudente nel suo internoIe
eP
costruiamo il
plurintervallo superficiale
formato di tutti ipunti (x,y)
diQ
percui y
è contenuto in(yr, y,.+,)
e per cui è contenuto in cos. Taleplurintervallo superficiale
èdunque
formato di tantirettangolini aperti
ottenutisegando
lastriscia con rette
parallele
all’ asse y. Taleplurintervallo superficiale
ha
ampiezza 2 (Yr+i -Yr).
. Fatto ciò per tuttigli
intervallini che ci psiamo limitati a
considerare,
cioè perquelli
non contenuti interamente in siha un
complessivo plurintervallo superficiale
S~ diampiezza
minore didove la somma è estesa ai soli intervallini detti.
Consideriamo ora tutti i
punti (x, y)
diQ
percui y
è contenuto in4,*.
Tali
punti
costituiscono unplurintervallo aperto
diQ,
formato di striscie a latiparalleli
all’ asse x.Aggiungiamo questo
alprecedente
e diciamo~p
ilplurinter-
vallo
superficiale complessivo. È
Osserviamo che se
(x, y)
è unpunto
diQ
nonappartenente
ade se nessuno dei
punti (x, y), (x, yr), (x, y,+,) appartiene ad E,
è10. - Sia
ip’
l’insieme ove e siaÓp’
la sua misura. Perogni n
esisteun
plurintervallo 4’p, n
p, chericopre
interamenteip’
e diampiezza òp’ + 11 .
nConsideriamo
poi
le funzionif(x, Yr) quasi
continue in(0, 1), r == 1, 2, 3,....,
m.Per ognuna di esse
esiste,
perogni intero n,
unplurintervallo
’Vr, n di am-piezza 1
mn contenente tutti ipunti
dell’ insieme di misura nulla[E . yr],
inter-sezione dell’insieme E con la retta e tale che la funzione
f(x, Yr),
trascu-rando i
punti
di esso, sia continua in(0, 1).
Consideriamo ora ilplurintervallo
Rifacendo il
ragionamento
del n.° 7 sipuò
anchequi
dimostrare chee
quindi
esisterà perogni p,
un interonp’,
taleche,
per esso e per tutti iseguenti,
siaonde
Indicheremo sempre con
A.
i ilplurintervallo 4"p,,1, .
11. - Consideriamo ora le funzioni continue in
(0, 1)
Sia il numero reale Esisterà in
corrispondenza
diquesto
un numerop
tale che in
ogni
intervallo di(0, 1)
diampiezza n’
le funzioni dette sopra abbiano tutte una oscillazione minore di 8’. Si costruisca ora incorrispondenza
delplurin-
. tervallo
A,’
e del numeron’
unam’-upla
dipunti
Xi, x2,..., Xm’, come si è costruita lam-upla
dipunti
yr incorrispondenza
delplurintervallo Jp
e del numero qnel n.° 8.
Si osservi che per la costruzione
eseguita
ipunti xs
sono fuori diA.
e ipunti (xs, yr)
diQ, (s= 1, 2,...., m’ ; r ~ 1, 2,...., m),
sono fuori di E. Inoltre tutte lespezzate
costruite sulle rette yr,(r = 1, 2,...., m)
con ipunti
di coordinatez=f(xs, yr), (s=1, 2,...., m’),
distano dallerispettive
curveYr)
per meno di e’ in tutto l’intervallo(xí, Analogamente
laspezzata
che si ottienecongiun- gendo
ipunti
z=Vy(xs), (s =1, 2,...., m)
sulpiano (x, z), rappresentante
unacurva che diremo dista dalla curva
Yy(x,,)
per meno di e’. Si osservi che neipunti
xg,(,ç= 1, 2,...., m’), Vy(x)
ed~r Vy(x)
coincidonoperchè
ipunti
x.,sono fuori di
4p’. Analogamente
per le funzionif(x, yr), (r =-- 1, 2,...., m).
Costruite tutte le
spezzate
dette sulle rette y= yr,(~*==~ 2,...., m), completiamo
la costruzione med ante le
analoghe spezzate
sulle rette x==x,,(~===1~2~...~~)~
congiungendo
tutti ipunti
di coordinatez= f(xs,
che hanno la stessa Xs.Tutte
queste spezzate
e leprecedenti
si incontrano in tutti ipunti
di coordi-nate
yr), (s=1, 2,...., m’; r=1, 2,...., m)
e definiscono una rete amaglie quadran- golari
nonpiane che,
mediante lediagonal congiungenti
ipunti
si trasforma in
maglie piane
etriangolari.
Tale reticolato è il reticolatodegli spi- goli
di unasuperficie poliedrica,
che diremoperchè dipende
solo da p, rappre- sentante una funzioney)
definita nelrettangolo
La
superficie -Y. gode
di dueproprietà
che andiamo ad enunciare e a dimostrare.12. - Per
ogni punto (x, y)
di(Xi’
y,,Ym)
nonappartenente
aQp
ead E e tale che x non
appartenga
aL1p’,
èSia
(x, y)
unpunto
di x,,,,; nonappartenente
adS~p
e ad E e x nonappartenga
adp’.
SiaNon
appartenendo x
a4p’,
nessuno deipunti (x, yr), (x, y~+~)
e peripotesi
nep-pure
(x, y) appartengono
ad E. Allora perquanto
si è detto nel n.° 9Ma x non
appartiene
a4p’
equindi
iviyr)
coincideyr)
e ana-logamente
coincide Dipiù
è certo~i2013~~~ perchè
se fosse
xs+1 -xs > n
l’intervallo (xxapparterrebbe
interamente a equindi
viapparterrebbe
anche x.Ma in
(x8, x8+~)
le funzionij~/’(.P,~.)~ 7*=== 1,2,....,~
hanno una oscilla-zione
E’ e quindi
Si ha
dunque
Ma la
lv(x, y)
coincide neipunti (x8, yr), s=1, 2,...., m’, r=1, 2,....,
m, con la funzionef(x, y)
e nei duetriangoli
che ladiagonale
considerata divide il rettan-golo (x8,
X8+i ; yr,Yr+i)
varia linearmente. Valedunque
in(x, y)
la(2).
Analo-gamente
se x=x8, X,9+i, y= yr, Yr+i.13. - Sia x un
punto qualunque
dell’ intervallo(xi, xm).
Ilpiano
x=x segasu
y)
unapoligonale
e sia la variazione totale della funzione di una varia- bilerappresentata
da dettapoligonale.
La funzionevy(x)
è lineare in ciascunodegli
intervalli
(x8, X8+i).
Infatti considerato ilrettangolo
elementare(x8,
XS+l ; yr,poniamo
Sul
segmento
la ~ assume i sulsegmento
checongiunge
ipunti (x,,+i, y,+,)
i uinfine sul
segmento
la 03A3 assume i La variazione totale della ~ sulsegmento
che
dunque
è lineare in(xs,
La funzioneVy(x)
èdunque
lineare inogni
intervallo
(zs, XS+i)
come somma di funzioni tutte lineari in essi. La funzionevy(x)
è
poi
continua in tuttoxm)
e neipunti xs (s=1, 2,...., m’)
èuguale
alla varia-zione totale della
spezzata
che siappoggia
alla curvaz=f(xs, y)
neipunti
y=y,.(r=1, 2,...., m),
onde è certo nonmaggiore
in talipunti
della variazione totale della funzionez=f(x, y),
considerata come funzione di y, per y variabile in(0, 1),
anche se
qui
trascuriamo ipunti
diE, perchè
ipunti (x,, yr)
non sonopunti
di
E. É quindi
per
quanto
si è detto al n.° 11.Analogamente, se y
è unpunto
di(yí,
ilpiano y=y
sega lasuperficie poliedrica 2p(x, y)
in unaspezzata
e siav~(y)
la variazione totale della funzione daquesta rappresentata.
Anchequi
risulteràv~(y)
lineare in ciascunodegli
inter-valli
(yr, y,+i) e
neipunti vx(y)
coincide con la variazione totale della spez- zata che siappoggia
allaf(x, y)
neipunti
x:= x,,(s=1, 2,...., m’),
y=y,.. Poichè ipunti (xr, y8)
nonappartengono ad E,
è anchequi
allorain forza di
quanto
si è detto al n.O 8.Da
qui
scende che L’ areaSp
dellasuperficie
risulta14. -
Aggiungiamo
ad ilplurintervallo superfic ale
diQ
formato da tutti ipunti (x, y)
con xappartenente
adp’,
costituenti tante striscie a latiparalleli
all’ asse y. Il nuovo
plurintervallo
avràampiezza
, Si osservi che lim
~~’ =o.
Perogni
intero v si determini il numero pvtale che
e si costruiscano le
corrispondenti superfici poliedriche
sopra definite perogni
valore di p. Consideriamo dipoi
la successione deiplurintervalli
1’ unocontenuto nel
precedente
dove
il;v
sono iplurintervalli superficiali
visti sopra incorrispondenza
dellarispettiva superficie poliedrica 2p,.
Si ha inoltreQuesta
successione diplurintervalli
l’ uno contenuto nelprecedente,
individua uninsieme E’ di misura nulla formato da tutti i
punti
comuni ad essi.Sia ora
(x, y)
unpunto
diQ
fuori diE+E’.
Esisterà certo un v abbastanzagrande
taleche,
perogni
sia(x, y)
fuoridi w
equindi
fuori di~~2~v+1’".’
Deve allora essere, per tutti i v> _ v e nel
punto (x, y),
v v+i
in forza di
quanto
si è visto nel n.O 12.Si
può dunque
affermare che la successione disuperfici poliedriche
converge
quasi
ovunque allaf(x, y)
inQ.
Dipiù
si osservi che il contorno del campo di definizione dellasuperficie generica y)
tende uniformemente al contorno diQ, tale
contorno essendo dato dalle rette x=xl, che2 2
distano Infine dai lati dal n ° di 13
Q rispettivamente
si ha meno dibp + 2 ,
Pv @btp,
"+ 2013.
pvdove il secondo
membro,
perquanto
si è visto nel n.° 7 e nel n.°10,
ha un limitesuperiore, quando v
equindi
pv -- oc,inferiore,
o almeno nonsuperiore,
aÈ dunque
finito il min limw-aJ
La successione