A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
L EONIDA T ONELLI
Sulle funzioni di due variabili generalmente a variazione limitata
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 2
esérie, tome 5, n
o3-4 (1936), p. 315-320
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GENERALMENTE
AVARIAZIONE LIMITATA
di LEONIDA TONELLI(Pisa).
La definizione di funzione di due variabili a variazione
limitata,
da me intro-dotta per le ricerche sulla
quadratura
dellesuperficie,
si è mostrata molto utilenegli
studisugli sviluppi
inserie,
e inparticolare sugli sviluppi
in seriedoppia
di FOURIER
(1).
Nel caso delle funzionidiscontinue,
la mia definizione è statageneralizzata (2) ;
maquesta generalizzazione,
perquanto riguarda gli sviluppi
in
serie,
è risultatasemplicemente
illusoria. L. CESARI(3), infatti,
haprovato
cheogni
funzionequasi-continua
che soddisfi alla definizionegeneralizzata
risultaanche a variazione limitata se si trascurano i valori che essa assume in un certo insieme di misura
(superficiale) nulla,
valori che non hanno nessuna influenza sui coefficienti(per esempio)
dellosviluppo
in seriedoppia
di FOURIER della funzione.Il CESARI ha pure dimostrato
che, quando
non sitenga
alcun conto dei valoriche una funzione
quasi-continua f(x, y)
assume inopportuni
insiemi di misura(superficiale) nulla,
laproprietà
per essa di essere a variazione limitata risultaindipendente
dalla direzionedegli
assi x e y ; ed ha cos esteso alle funzioniquasi-continue quanto
io avevogià
stabilito per le funzioni continue(per
lequali
non occorre trascurare alcun
valore).
Pergiungere
aquesto risultato,
il CESARIha messo in luce una
proprietà
caratteristica diquelle
funzioniquasi-continue che, quando
si trascurino i loro valori in unopportuno
insieme di misuranulla,
risultano a variazione
limitata ;
ed ha espresso taleproprietà
dicendo che le corri-spondenti superficie z=f(x, y)
sono ad areageneralizzata
finita(nel
senso chesarà
spiegato
frapoco).
La dimostrazione da Lui
data,
che per le funzionif(x, y)
della classe indicata lecorrispondenti superficie z=f(x, y)
sono ad areageneralizzata finita,
si fondasulla costruzione di una successione di
superficie poliedriche,
inscritte nella super-(i) Cfr. L. TONELLI: Sulla convergenza delle serie doppie di Fourier. (Annali di Mate- matica, S. IV, T. IV (1927), pp. 29-72); Serie trigonometriche, Bologna, N. Zanichelli (1928).
(2) C. R. ADAMS-J. A. CLARKSON : Properties of funetions f(x, y) of bounded variations.
(Transactions of the American Mathematical Society, Vol. 36, 1934, pp. 711-730).
(3) L. CESARI : Sulle funzioni a variazione limitata. (Annali della R. Scuola Normale Superiore di Pisa, S. II, T. V, pp. 299-313).
316
ficie
z == f(x, y);
equesta costruzione, alquanto laboriosa,
si discostacompletamente
da
quella
di cui io migiovai
per dimostrarel’ analogo
teorema relativo alle fun- zionif(x, y)
continue ed a variazionelimitata,
e cioè che per esse lasuperficie z--f(x, y)
è ad area(nel
senso delLEBESGUE)
finita.Ora io mi propongo di
mostrare,
nellepagine
che seguono, chequella
miacostruzione
può vantaggiosamente
utilizzarsi(con
lievissimemodificazione imposte
dalle attuali condizioni
più generali)
anche nel caso(assai difficile)
trattato dalCESARI.
1. - Sia
f(x, y)
una funzione(reale
e ad unvalore)
definita nelquadrato Q
del
piano (x, y),
avente per verticiopposti (o, 0)
e(1, 1).
Diremo che la
f(x, y) è,
inQ, generalmente
a variazione limitata se esisteun
insieme I,
dipunti
diQ,
di misurasuperficiale nulla,
taleche,
indicate cone
Yy(x)
le variazionitotali,
nell’ intervallo(o,1),
dellaf(x, y),
consideratarispettiva-
mente come funzione della sola x e della
sola y -
variazioni calcolate senza tenere alcun conto dei valori assunti dallaf(x, y)
neipunti
di I - le e risul-tino,
come funzionirispettivamente di y
e di x nell’ intervallo(0, 1), quasi-ovunque finite, quasi-continue
eintegrabili (nel
senso delLEBESGUE) (4).
Diremo
poi
che lasuperficie z==f(x, y),
considerata per tutti ipunti (x, y)
diQ (e immaginata
riferita ad un sistema cartesianoortogonale (x, y, z)),
è ad areageneralizzata
finita(5)
se esiste una successione disuperficie poliedriche,
rappre- sentabili nella formay) (n =1, 2,....),
tali che :~c)
il contorno del campo di definizione dellay)
tendauniformemente,
per n - 00, al contorno di
Q ;
~)
ley)
convergano, per allaf(x, y)
inquasi-tutto Q ; y)
il minimo limite delle aree dellesuperficie z == 2,,(x, y)
sia finito(o,
ciòche è lo
stesso,
le aree di tuttequeste superficie
sianosuperiormente limitate).
2. - Premesse
queste definizioni,
si tratta di dimostrare che :Se la funzione
f(x, y),
data inQ,
è iviquasi-continua
egeneralmente
avariazione
limitata,
lasuperficie z=f(x, y)
è ad areageneralizzata
finita(6).
a).
Indichiamo con E un insieme dipunti
diQ,
di misurasuperficiale nulla,
tale
che,
perogni x
eogni y,
ambedue dell’ intervallo(0, 1),
le variazioni to- taliy)
eVy(x, y)
dellaf(x, y), considerata, rispettivamente,
come funzionedella sola x nell’ intervallo
(o, x)
e della sola y nell’ intervallo(0, y),
- varia-zioni calcolate trascurando
completamente
i valori dellaf(x, y)
neipunti
di E -risult no,
come funzionirispettivamente
della y e della x,quasi-ovunque finite,
---
Le funzioni generalmente a variazione limitata sono quelle che il CESARI (loc. cit.
in (>Ù)) ha chiamate funzione T*.
(5) L. CESARI, IOC. cit. in (3).
(~) L. CESARI, loc. cit. in (3).
quasi-continue
eintegrabili
in tutto l’intervallo(o,1).
L’insieme E esiste in virtù diquanto
è statoprovato
dal CESARI nel n.° 4 del suo lavoro citato in(3).
Indichiamo
poi
con ey l’insieme deipunti y
di(0, 1)
per iquali
la sezione di E con la rettay = y
non è di misura lineare nulla.Questo
insieme ey risulta di misura lineare nulla.Diviso l’intervallo
(o,1)
dell’ asse della y in nparti uguali,
che indicheremocon
~1, 02,...., On,
avremoy»
Fissiamo una
legge
in base allaquale
adogni ó, corrisponda
un suopunto
interno ys, nonappartenente
ad ey e tale che siaÈ
evidenteche,
perogni s,
ipunti ys
esistono sempre :infatti,
in casocontrario, dall’ uguaglianza
seguirebbe,
inquasi-tutto ó,,
È
pure evidente che sipuò fissare,
in moltimodi,
unalegge
per la scelta di ys(1).
Dalle
(1)
e(2)
segue(5)
I
punti
di E che si trovano sulle rette y=Ys,s =1, 2,...., n,
costituiscono n insiemi lineari di misura(lineare) nulla ;
e noi indicheremocon ix
l’insieme dei(7) Una di queste leggi può essere fissata nel seguente modo. Poichè è funzione
quasi-continua in (0,1) e ey è un insieme di misura nulla, esiste almeno una legge che fa corrispondere ad ogni intero positivo m un plurintervallo aperto
.1m,
di (0,1) e di lun- ghezza 1 : m, contenente tutti i punti di ey e tale che, a prescindere da esso, la VJJ(Y)risulti continua. Fissata una di tali leggi, per m abbastanza grande esistono in 5, dei punti y,,
esterni a ed infatti, in caso contrario, in quasi-tutto ó, dovrebbe essere
mentre dalla (3) seguirebbe ancora la (4) in quasi-tutto ~8. Sia mn il più piccolo valore
di m per cui in ogni ~8’ s =1, 2,...., n, esistono punti ys esterni a
dmn .
Per un dato s ipunti Ys esterni a costituiscono un insieme chiuso e noi sceglieremo quello fra essi più prossimo al punto medio di
8s,
intendendo, qualora di tali punti più prossimi ve ne fossero due, di prendere quello precedente il punto medio indicato.318
punti
dell’ asse delle x su cui siproiettano ortogonalmente
ipunti
diquesti n
insiemi.
Anche iae
risulta di misura lineare nulla.Dividiamo ora l’intervallo
(0, 1)
dell’ asse delle x in mparti uguali,
che indi-cheremo con
~i, ~2~....~ ~m;
e fissiamo unalegge
in base allaquale
adogni A, corrisponda
un suopunto
interno xr, nonappartenente
aiae
e tale che siaAvremo cos
Per i
punti ys
dell’ asse delle y conduciamo leparallele
all’ asse delle x e perquelli
Xr dell’ asse delle x conduciamo leparallele
all’ asse delle y. Veniamo cos ad ottenere nmrettangoli
che, insieme,
costituiscono unrettangolo R~n~’~~,
contenuto nelquadrato Q,
eche,
al tendere di n e m
all’ infinito,
tende aQ.
In
corrispondenza
di ciascunRr, s,
consideriamo i duetriangoli,
inscritti nellasuperficie z=f(x, y),
che siproiettano ortogonalmente,
sulpiano (x, y),
nei trian-goli
aventi pervertici,
ilprimo, (xr, ys), (xr+,, (xr+i, Y8+i),
e ilsecondo, (xr, ys), (xr, ys+!), (-,r+i, ys+1). Questi
2nmtriangoli
costituiscono unasuperficie poliedrica,
a facce
triangolari,
inscritta nellasuperficie z=f(x, y),
che indicheremo con e di cui scriveremol’equazione
nella formaz= Z(n, m)(x, y).
b).
Dimostriamo che 1’ area dellasuperficie
resta inferiore adun numero
fisso, indipendente
da n e m.Indichiamo con la variazione totale nell’ intervallo
(x,, zm)
dellaconsiderata come funzione della sola x. Per
ogni y
dell’ inter- vallo(ys,
èe
poichè
lapoligonale
sezione di colpiano
y = y 8 è inscr tta nella sezionecorrispondente
dellasuperficie z=f(x, y),
si hae
perciò
onde,
per essere n, e tenendo conto della(5),
Analogamente
si hae
poichè
ène viene
,e).
Proviamo orache,
preso ad arbitrio un numero interopositivo v,
sipossono determinare n e m in modo che risultino ambedue
maggiori
di v e chela
disuguaglianza
valga
intutto Q
ad esclusione alpiù
deipunti
di uninsieme Iv
di misurasuperficiale
1 : 2-~-1.Poniamo 1
La funzione
y(y) è,
in tutto l’intervallo(0,1),
nonnegativa
e nondecrescente;
e
perciò,
per n sufficientementegrande,
la sommadegli
intervallib,
in cui lay(y)
ha
un’oscillazione > e2v
risulta ~y. Sia n,, ilpiù piccolo degli n
che rendonoverificato
questo
fatto ed anche ladisuguaglianza ~s=1:
e fissiamo per n il valore ny .Separiamo gli
intervalli(ys, (s=1, 2,...., nv - 1)
in duecategorie, ponendo
nella
prima quelli
per iquali Õs
e sono ambedue intervalli in cui lay(y) compie
un’ oscillazioneEv,
e nellaseconda
tuttigli
altri. La sommadegli
inter-valli della seconda
categoria
risulta3~v.
Inogni
intervallo dellaprima categoria
la
y(y)
ha un’ oscillazione2sv ;
e per ciascuno diquesti intervalli,
il gruppo gx deipunti x
dell’ asse delle x per iquali
lay) compie,
come funzionedella y
nell’ intervallo
considerato,
un’ oscillazione ~ Ev è d misura(lineare) 2Ev (perchè
l’oscillazione della
y(y)
inys+1)
èl’integrale
fattorispetto
ad x dell’ oscilla-zione di
Vy(x, y)
come funzionedi y
in(ys, Ys+1)).
Per ciascuno
degli s=1, 2,....,
nv, la è funzione della x a variazionelimitata, quando
non si considerino i valori da essa assunti neipunti
diE;
perciò,
per m sufficientementegrande,
la sommadegli intervalli 2,
in cui una almeno dellef(x, y~), s=1, 2,....,
n,, ha -quando
non si considerino i suoi valori neipunti
di E - o un’ oscillazione~~y,
oppure deipunti
di oscilla-320
risulta e,. Sia mv il
più piccolo degli
m che rendono verificatoquesto
fatto ed anche ladisuguaglianza ~==1:~~;
e fissiamo per m il va-lore mv .
Separiamo gli
intervalli(xr, xr+,) (r ~ 1, 2,...., m,,)
in duecategorie, ponendo
nella
prima quelli
per iquali 2,
e non entrano nella somma poco sopra con-siderata,
e nella seconda tuttigli
altri.Questi
ultimi hanno una somma3~v;
e in ciascuno
degli
intervalli dellaprima categoria
le funzionif(x, ys) compiono
tutte un’ oscillazione
3Ev, quando
non si considerino i loro valori neipunti
diE
Riuniamo in un solo
insieme,
che chiameremoIv,
tutti ipunti
di E e tuttiquelli
diQ
che non sono interni alrettangolo
oppure che hanno 1’ ordi- nata yappartenente
ad un intervallo(ys,
della secondacategoria,
oppure che hannol’ordinata y appartenente
ad un intervallo(ys,
dellaprima
cate-goria
e l’ascissa xappartenente
alcorrispondente
gruppo gx o adi,
oppure,infine,
che hanno l’ascissa xappartenente
ad un intervallo(xr, X1’+i)
della secondacategoria.
La misurasuperficiale di Iv
risulta minore diSia ora
(x, y)
unpunto
diQ
nonappartenente
aIy .
Essoapparterrà
ad uncon
(xr5 xr+s)
e(y.,
ambedue diprima categoria,
e la x non faràparte
nènè del gruppo g~ relativo a
(y,, ys+1).
Saràperciò
onde
ed
ugualmente
laf(x, y)
differirà daf(x1., y,+i), f(x1’+i, Ys)
ef(xr+i, ys+1)
permeno di
4e,.
E siccome la~~~nv~ (x, y)
coincide con laf(x, y)
nei vertici diRr, s,
ed ha i suoi massimi e minimi relativi a in tali
vertici, risulterà,
nelpunto (x, y) considerato,
e la
(8)
èprovata.
d). Indichiamo, infine,
conEv
l’insieme somma diIv, Iv+2,....
L’ in-sieme
Ey
contiene e la suamisura,
risultando 1 :2v,
tende a zero per v - 00;inoltre,
dalla(9),
che vale inogni punto
diQ
nonappartenente
aIv,
segue che inogni punto (x, y)
diQ
nonappartenente
aEr,
èQuesta uguaglianza
valeperciò
inquasi-tutto Q ;
epoichè
dalla(7)
segue che il minimolimite,
per di > èfinito,
il teorema enunciato risulta dimostrato.LEONIDA TONELLI - Direttore responsabile. Finito di stampare il 20 giugno 1936 - XIV.