A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
G IANNI F RANZÌ
Sulla estensione ai fluidi viscosi incompressibili di alcuni problemi relativi alle cavitazioni nei fluidi perfetti
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 2
esérie, tome 7, n
o2 (1938), p. 147-156
<http://www.numdam.org/item?id=ASNSP_1938_2_7_2_147_0>
© Scuola Normale Superiore, Pisa, 1938, tous droits réservés.
L’accès aux archives de la revue « Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze » (http://www.sns.it/it/edizioni/riviste/annaliscienze/) implique l’accord avec les conditions générales d’utilisation (http://www.numdam.org/conditions). Toute utilisa- tion commerciale ou impression systématique est constitutive d’une infraction pénale.
Toute copie ou impression de ce fichier doit contenir la présente mention de copyright.
Article numérisé dans le cadre du programme Numérisation de documents anciens mathématiques
http://www.numdam.org/
SULLA ESTENSIONE AI FLUIDI VISCOSI INCOMPRESSIBILI DI ALCUNI PROBLEMI RELATIVI ALLE CAVITAZIONI NEI
FLUIDI PERFETTI
di GIANNI FRANZÌ
(Napoli).
Col
presente
lavoro vengono risolti nel caso dei fluidi viscosiincompressibili
iseguenti problemi,
di cui sinora era stata data la soluzione solo per i fluidiperfetti.
1):
Stabilire le condizioni necessarie per il nascere di una cavitazione dal- l’interno di una massa fluida.2). Studiare,
nel caso del motopiano,
il sorgere delle cavitazioni sullepareti
di un solido messo bruscamente in moto in una massa fluida indefinita.
Premettiamo
che,
nello studio effettuato nelpresente
lavoro per la risoluzione delle duequestioni sovraesposte,
verrà semprefatto,
in manieraesplicita,
ilparal-
lelo tra le soluzioni
già
note per i fluidiperfetti esposte
dal DEMSCENKO(1)
equelle
trovate danoi,
per i fluidi viscosiincompressibili.
Premettiamo ancheche,
in tutti i
casi, partiremo dall’ ipotesi
che il campo delle velocità iniziali sia finitoe continuo con tutte le sue derivate
prima spaziali
ecos , analogamente
senzadoverlo
ripetere più, che, dovunque parleremo
di fluidoviscoso,
intenderemo detto fluido viscoso comeincompressibile.
Prima di iniziare la nostra trattazione riassumiamo
però
brevemente i risul- tatiottenuti,
iquali
sono iseguenti:
.Per il 1°
problema
si ritrova unacompleta corrispondenza
delle condizionigenerali
tra fluidiperfetti
e fluidi viscosiincompressibili,
restando variate le sole condizioni al contorno. Aquesto proposito
vengono corrette le condizioni al con- torno ricavate per laprima
volta dal BOULIGAND(2)
per i fluidiperfetti
e riscon-trate inesatte dal sottoscritto.
Per l’estensione del 2°
problema
viene trovata unaanalogia
formalecompleta
tra i due casi del fluido
perfetto
e del fluidoviscoso,
sempre salve le condizioni al contorno.(i) DEMSCENKO: Problèmes mixtes harmoniques en hydrodynamique des fluides parfaits.
Gauthíer-villars, 1933.
(2)
BOULIGAND : Le problème de la naissance des cavitations dans un liquide. Revue Génerale des Sciences, 28 février 1931.Si fa
notare, però,
che mentrel’ipotesi
della brusca messa in moto è effetti- vamente essenziale nel caso dei fluidiviscosi,
con il metodo di risoluzione adottatoesso non lo
è, invece,
nel caso dei fluidiperfetti;
sicchè ne risulta una esten-sione dei risultati
già noti,
relativamente alla brusca messa in moto di un solido cilindrico in un fluidoperfetto,
non solo al casoanalogo
per i fluidiviscosi incompressibili,
ma anche aquello
incui,
restando nel campo dei fluidiperfetti,
il moto non
presenta
caratteristicheimpulsive.
Dato un fluido viscoso
occupante
all’ istanteto
un dominioQ, vogliamo
ve-dere se
può
esistere un insieme dipunti
ao, diQo ,
su cui si possaprodurre
unarottura delle continuità della massa
fluida,
indicando brevemente tale rottura della continuità sotto il nomegenerico
di cavitazione. Come condizione necessaria per l’esistenza dell’insieme di scissione uo, considereremo l’esistenza dipunti
di mi-nimo per la
pressione,
tali che essa vi si annulli. Seperò,
per avvicinarci dipiù
allo schema dei fluidi
reali, vogliamo
supporre che la cavitazione possa sorgereancora
prima
che lapressione
siannulli,
non appena il suo minimo avrà rag-giunto
un certovalore,
sipuò
facilmente riscontrare che tuttoquanto
si diràresta
ugualmente
valido.Poichè nell’ interno i di un
punto
di minimo per la p, ilgrad p
deve esserevolto verso
l’esterno, considerando,
alsolito,
come volto verso l’ interno il versorenormale n
relativo al contorno a di ~c, avremo perogni punto
di a :e
quindi
per’il
teorema di GAUSSZ
Passando al limite O avremo
allora,
che la condizione di minimo dellapressione
nelpunto
inquestione,
che dovrà essere soddisfatta per il sorgere diuna cavitazione dall’ interno del
fluido,
sarà :Ora per i fluidi
perfetti
siparte dall’equazione generale
’e da
questa,
mentre nel casogenerale
di un motoqualsiasi
si ricava solamente :nel caso di moto irrotazionale con
potenziale
siha, invece,
la149 che è in
opposizione
con la(1),
in modo che ne risulta subito laimpossibilità
del nascere di
qualsiasi
forma di cavitazione dall’interno della massa di fluidoperfetto,
nel caso di moto .irrotazionale.In
ogni
modo per la determinazione e per 1’esame della p nel casogenerale,
non è sufficiente la
(3)
se non èintegrata
dallecorrispondenti
condizioni al con-torno,
cui il fluido devesoddisfare,
sempreprima
dell’eventuale formarsi delle cavitazioni. Perquella parte
di contorno relativa allesuperfici libere 2,
la condi-zione richiesta sarà evidentemente :
p =cost.
Per le
pareti
solideinvece,
se indichiamo conl’equazione
di una diqueste pareti,
il BOULIGAND ricava la condizione al con-torno
corrispondente,
derivando due volterispetto
altempo
lasostituendo alle
~~r
le vr del fluido neipunti
immediatamente adiacenti alle pa- reti e tenendo conto in ultimo della(2).
Cos sigiunge
allaseguente
condizionela
quale
èinesatta, perchè
nei fluidiperfetti,
solo la velocità normale della pa- rete èuguale
alla velocità normale delfluido,
e non èquindi
lecita la sostitu-zione delle con le
corrispondenti vr
del fluido.dt
.
Piuttosto
indicando,
convr’
le trecomponenti
della velocità di ungenerico punto
dellaparete,
tenendo contoappunto dell’uguaglianza
delle due velocitànormali, potremo
scrivere :Tenendo conto di
questa uguaglianza
e del fatto che le vr devono sempre soddisfare alla(2),
avremo allora per la condizione al contornoQuesto
per i fluidiperfetti.
Per i fluidiviscosi, partiremo, naturalmente,
in-vece che dalla
(2),
dallada cui otterremo
ma
quindi
ritroveremo ancora inalterata la(3)
e, nel caso di motoirrotazionale,
la
(4). Cioè,
nel caso di motoirrotazionale,
si hal’impossibilità
del sorgere diqualsiasi
cavitazione dall’ interno della massafluida,
anche per i fluidi viscosi.Se la relazione
generale
che determina lapressione
nel fluido è la stessasia per i fluidi
perfetti,
che per i fluidiviscosi,
non altrettantopossiamo
direcirca le condizioni al contorno relative alle
pareti
solide.Ora, però,
nella deter- minazione diqueste,
nel caso dei fluidiviscosi,
datal’aderenza
del fluido allaparete, potremo
effettivamente sostituire alledxr
dt che siottengono
dalladoppia
derivazione
rispetto
altempo
della x2, X3,t)2
lecorrispondenti
Vr del fluido.Applicando
allora la(8)
avremo come nuova condizione al contorno:La continuità idrodinamica
può
essererotta, però,
in duemodi,
opartendo
da un insieme tridimensionalmente
nullo,
cioè da unasuperficie,
con il nasceredi una cavitazione vera e
propria,
oppurepartendo
da unvolume,
con la conse-guenza di una disseminazione totale o
parziale
del fluido. Per i fluidiperfetti
èstato dimostrato come la formazione del 1°
tipo
di rottura idrodinamica siaimpossibile
apartire
dall’interno della massafluida,
anchequando
il moto di ,questa
non èirrotazionale;
mentre per la disseminazione del fluido siritrova
come condizione necessaria di esistenza la condizione
generale (3).
Come al solito esporremo
prima
brevementequanto
ègià
noto per i fluidiperfetti
emostreremo, poi,
comegli
stessiragionamenti
possono essereapplicati
anche ai fluidi viscosi da noi
trattati,
congli
stessi risultati diquelli
citati sopra per i fluidiperfetti.
’ ’
Supponiamo, perciò,
anzituttoche,
nell’ interno della massafluida,
ad un certoistante si
presenti
unasuperficie
dipressione
nulla onegativa,
destinata a fun-gere da insieme di scissione per la nascita della cavitazione vera e
propria.
Alsorgere
di questa cavitazione,
ammessaneper.
un istante lapossibilità,
si avràsubito in tutto il fluido un nuovo sistema di
pressioni
differenti dallepressioni preesistenti p(to),
ed in nessunpunto negative. Queste
nuovepressioni
soddisferanno sempre alla
(3), perchè
le velocità all’ istanteto + 0
restano lestesse,
ma perl’apparire
di nuovesuperfici libere,
resteranno variate le condi- zioni al contorno.’
151 Indichiamo ora con- il volume della cavitazione vera e
_propria,
le cuicondizioni di esistenza
vogliamo studiare,
esviluppiamo
in serierispetto
altempo
la suaespressione.
dove evidentemente sarà:
Ko=0.
Possiamo ottenere la
prima
derivata I~’ tenendo conto che essarappresenta
l’incremento del volume K durante l’unità di
tempo,
e cioè chepuò
essererappresentata
dal flusso uscente attraverso lasuperficie
o di contornoK,
sicchè :dove n
è la normale esterna al volume K. PerchèYo’
sia diversa da zero è necessario che il campo delle velocitàY-presenti
dellediscontinuità,
che sarannoquelle
chepoi rigonfiandosi
darannoorigine
aK,
mapoichè
ciò è contrarioalle
ipotesi
sarà:K’ =0.
La derivata seconda K" la
possiamo
ricavaretenendo
contoche,
se nel-l’istante t
lungo
lasuperficie
a si avevano le velocità v2,v3),
all’istantet + d t negli
stessipunti
avremo le velocitàY’ vs (V
+ atdt,.,.. ;
ossia il flusso uscente da a, K’ sarà aumentato dellaquantità
Ma allora se teniamo conto che
gli integrali
deltipo
03C3vr f
avr òx,, da sononulli,
perchè
abbiamo detto che non esistonosuperfici
di scissione per il campo ini- ziale delle velocità e che non esistono discontinuità nemmeno per leF,
ma soloper il campo iniziale delle
pressioni,
avremo che :tenendo conto della
(2)
diventa :Ora
perchè
la cavitazione possa nascere occorre e basta che siaaltrimenti si avrà
compenetrazione degli
elementi fluidi. Ciòequivale
a dire chela
superficie
deve essere unasuperficie di p massima,
mentre per lo stessofatto che essa è la
superficie
diorigine
dellacavitazione,
su di essa èp=0.
Nell’intorno dovrebbe essere
cioè, p0,
mentre invece nell’ interno della massafluida la
pressione
dovrà esserepositiva dovunque.
Vuol dire che lasuperficie
Qnon
può
essere altro che una dellesuperfici
di frontiera del fluido altempo to.
Per i fluidi viscosi il
ragionamento
resta lo stesso.Infatti,
purapplicando
la
(8)
invece che la(2), poichè
non esistonosuperfici
di scissione per il campo iniziale della velocità equindi
avremo anche per i fluidi viscosi la
(13)
con le stesse conseguenze, che cioè perqualsiasi
moto irrotazionale o no, lasuperficie
o nonpuò
essere altro che unadelle
superfici
di frontiera altempo to.
Studiamo ora il caso della disseminazione totale o
parziale
del fluido. Inquesto
caso leparticelle
fluide instato
di disseminazione restano libere e descri-vono traiettorie
indipendenti
l’una dall’altra.Perchè
questo
movimento siapossibile,
è necessario che il determinante fun- zionale delle(14)
sia crescente coltempo,
altrimenti si avrebbecompenetrazione degli
elementi fluidi. Ora tenendo conto della(2)
e del fattoche g
è cost. si ha :da cui la condizione
oppure tenendo conto della
(3),
Si ritrova cioè la
(1),
salvo adintegrarla
con le relative condizioni al contorno.Per i fluidi
viscosi,
come si vedefacilmente, dopo
tuttoquanto
è stato dettofinora,
ilragionamento esposto
soprapuò
essereripetuto
in manieraanaloga,
inmodo da ottenere anche
qui
come era statoannunziato,
lo stesso risultato che per i fluidiperfetti
salvo naturalmente le condizioni al contorno.Passiamo ora alla seconda
parte
del nostro lavoro ecioè,
come abbiamo detto alprincipio,
ad estendere anche ai fluidi viscosi lo studio del sorgere delle cavi- tazioni sullepareti
di un solido cilindricoindefinito S,
messo bruscamente in moto nell’interno di una massafluida ugualmente indefinita,
considerandoquesto
casocome caso di moto
piano.
153 Da RIABUSCINSKI
(3)
è stato mostrato come per i fluidiperfetti, questo
pro- blema sia riducibile alla risoluzione di unproblema
misto armonico. Prima dimostrare come
può
essere risoltoquesto problema,
anche nel caso dei fluidiviscosi,
sotto determinatecondizioni,
esporremo, come alsolito,
brevemente la risoluzione data per i fluidiperfetti.
Facciamo notareperò, che,
come risultaimmediatamente da tutto
quanto
segue,l’ipotesi
della brusca messa in moto introdotta da RIABUSCINSKIè,
in lineagenerale, superflua,
nel caso dei fluidiperfetti.
Essa risulta invece effettivamente essenziale per il metodo da noi adot-tato nel caso dei fluidi viscosi. ’
Nel caso dei fluidi
perfetti,
per il teorema diLAGRANGE,
il moto del fluido saràirrotazionale,
siaprima
chedopo
il sorgere delle cavitazioni. Indichiamoora
con Åi (i=1, 2,...., n),
leparti
dellasuperficie ’y
delcorpo g
dove si for-mano le cavitazioni e con mi le
,parti
che restano a contatto con il fluido.Siano : e i
potenziali complessi
del motofluido, rispettivamente prima
edopo
la formazione delle cavitazioni. Alle accelerazioni delleparticelle fluide, prima
del sorgere delle cavitazioni si riesce adare, allora,
laseguente espressione
sicchè per le
accelerazioni,
nel momento in cui nasce la cavitazione ed in cuiancora avremo
da cui si ottiene
Si tratta cioè di calcolare il
potenziale 2013’.
Oradall’equazione generale
delmoto irrotazionale dei fluidi
perfetti
in assenza di forze esterneoltre alla determinazione della
pressione
sullasuperficie
del corpo, nel moto nonancora
cavitazionale, poichè
lapressione
sui tratti~i,
siannulla,
siottiene,
ap-punto
perquesti tratti
indicando con po lapressione
all’ infinito :dove
(3) RIABUSCINSKI : Sur quelques cas de cavitations. (Comptes Rendus t. 184,1927, p. 584).
e
data
l’equivalenza
all’ infinito tra una cavitazione ed unasorgente,
è dell’ordinedi
log
00. ,Sui tratti cvi,
invece,
ilpotenziale
deve soddisfare alla condizioneRappresentiamo
ora, mediante una trasformazioneconforme,
lospazio
occu-pato
dalliquido
nelpiano Z,
sullospazio
esterno ad un cerchio unitario L nelpiano z=zeie
e siaZ=g(z).
Indichiamo con ~ - -:- .. -- ~ __
L òóf i
la t trasformata in conseguenza e poniÉmo :
dove
àJn
eaJg
sono le duecomponenti
curvilinee delle accelerazioni delleparti-
celle fluide dovute alle cavitazioni.
In
questo
modo ilproblema
resta ridotto alla determinazione dellafi.
Poichèquesta
èregolare all’infinito, poichè
la suaparte
reale èuguale
a 0sugli
archi noi e la suaparte immaginaria
assumesugli archi 03BBi
il valoreil
problema propostoci
risulta ridotto addirittura ad unsemplice problema
mistoarmonico. Come si
vede,
in tutto losvolgimento, l’ipotesi
della brusca messa inmoto,
non viene mai utilizzata. Restaperciò
confermata l’affermazione(vedi pag.147~
che per i fluidi
perfetti
dettaipotesi
èsuperflua.
Rimandiamo il lettore al lavoro di DEMSCENKO sopra
citato,
per ulterioriparticolari
e perquel
cheriguarda.
la determinazione effettivadegli archi Ai
iquali
non possono coinciderecogli
archi del contorno del solido su cui si ha inizialmente unapressione negativa,
ma devono essere sempre interni aquesti,
e
passiamo
senz’altro al caso dei fluidi viscosi.Consideriamo,
nell’ intervallo ditempo ti - to
il moto del fluidoprima
delformarsi delle
cavitazioni,
trascurando le forze esterne epartiamo dall’equazione
di NAVIER:
trattandosi nel nostro caso di un moto
impulsivo, possiamo,
come ènoto,
rite-nere che le derivate
prime spaziali
dellevelocità,
al diminuire dell’ intervallo di155
tempo considerato,
diventino trascurabilirispetto
allecorrispondenti
derivate se-conde e cos
via,
la
(25)
diventerà allora(26)
poniamo
orae indichiamo
con Y"=
V - V’ la differenza tra la velocità effettivaV
del fluidoe la velocità p.
Possiamo considerare il moto del fluido
come
risultante dei duemoti, l’uno
irrotazionale di velocità
Y’
e 1’altro di velocitàY",
essendo ambedue laV’
eY"
legate
dalla condizione alcontorno,
che il loro valorecomplessivo
neipunti
adia-centi alla
parete
delsolido,
siauguale
alla velocità U deicorrispondenti punti
della
parete
suddetta. Sipuò
riscontrare come l’effetto della Y" si vadarapida-
mente
attenuando con l’aumentare
della distanza dal solido e come all’infinito si abbiaquindi r
= V" = o.Se a
questo punto
in conseguenza dei risultati della teoria dello stratolimite, introdúciamo l’ipotesi che,
all’esterno del solido laap
bn siaindipendente
dallaviscosità e costante nello strato
limite,
avremo per dipiù che,
sulcontorno,
dovrà essere:
in modo che il
potenziale
g ne risulteràcompletamente
determinato e con essola
pressione
mediante la(27)
Per lo studio delle cavitazioni
potremo partire allora,
invece che dalla(20)
dalla
(27).
In conseguenza avremo sempre la(21)
e la(23),
ma inluogo
della(22)
si avrà :
(28)
Termineremo mostrando con un
esempio
l’influenza che hanno sulla soluzione le condizioni effettive di brusca messa in moto el’importanza
della distinzione fatta aquesto proposito
incorrispondenza
dei due diversitipi
di fluidi da noi esaminati. Considereremoperciò
un cilindro circolare diraggio r=1,
sia per i fluidiperfetti,
che per i fluidi viscosi. Per iprimi
avremo, come è noto:se U = velocità del
cilindro, sicchè,
secondo la(20), prima
del nascere delle cavi-tazioni avremo :
e
l’equazione
che ci darà i limitidegli
archi dipressione negativa
sarà :Nel
éaso
in cuiquesta equazione
di secondogrado, rispetto
acos 0,
abbia unasola radice per avremo una sola zona di
pressione negativa
simmetricarispetto
all’asse delle x. Nel caso invece che si abbiano due radici perqueste
delimiteranno una zona laterale dipressione negativa
sullepareti
del ci-lindro,
di cui si avrà la simmetrica dell’altro latoSe
oraprendiamo l’equazione
vediamo subito come la oltre ad assumere dei valori
estremi, rispettivamente
minimó e massimo per9== O,
caso checorrisponde
aquello
dell’unica cavi- tazione simmetricarispetto
all’asse delle x e naturalmenteposteriore, può
effet-tivamente avere due massimi per
0=0, 0=n,
e due minimi simmetricirispetto
all’asse delle ascisse per
03C00203C0,
nel caso ched U 4 U2,
determi-nati dalla relazione
cos 8 = 4 Uz t ’
dt
La relazione dU
4U2
4
c/"
1La
dt
risultaperciò
condizione necessaria e sufficiente adt
che in
luogo
della cavitazione unicaposteriore
si abbia il formarsi di due cavi- tazioni laterali.Questo
secondo caso esce fuori dell’ambito diquelli
da noi considerati per i fluidi viscosi datoche,
perquesti
noisupponiamo
una messa in moto effettiva- mentebrusca,
eche, perciò,
perquesti
nonpotrà
mai aversi,
Sarà, perciò
solamente il caso della cavitazione unicaposteriore, quello
che noipotremo
studiare nel caso dei fluidi viscosiapplicando quanto
è stato dettoprima
e come effettivamente si vede dalle
equazioni
che si ricavano dalle(30), (31), (32).
dato
che la(34)
non ammetterà altro che una sola radice per0 9 ~,
e la(35)
ci darà solo un massimo ed un