A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
C ORNELIA F ABRI
Sulla teorica dei moti vorticosi nei fluidi incompressibili
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 1re série, tome 7 (1895), exp. no4, p. 1-35
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SULLA
TEORICA DEI MOTI VORTICOSI
NEI
FLUIDI INCOMPRESSIBILI
la dinatnica dei fluidi
perfetti,
Helm-holtz
(*)
hadecomposto
il movimento diogni particella
fluidain tre movimenti elementari
cioè,
in unatraslazione,
in unarotazione ed in un movimento
detto,
da Thomson eTait,
pura deformazione che è il risultato di tre dilatazioni o
contrazioni sub te dalla
particella
nella direzionedegli
assiprincipali
di unasuperficie
di secondogrado.
Le tre com-ponenti
diquesto
ultimomovimento,
come è noto, sono date dalle derivateparziali rispetto
ad m y z di una funzione omogenea di secondogrado.
Helmholtzgiunge
a questa de-composizione
studiando i soli termini diprimo grado
nellosviluppo
in serie diTaylor
dellecomponenti u,
v , w dellavelocità,
consideratequali
funzioni delle coordinate.Rowland,
nell’ American Journal of Mathemat cs del Settembre1880, pubblicava
una interessante memoria nellaquale
si occupava di certi movimenti che provengono da alcuneparti
dei termini digrado superiore
alprimo
cheappariscono
nellosviluppo anzidetto; però
Rowland non con-(*) Wissenschaftliche Abhandlungen, Hydrodynamik.
4
sidera tutti termini di un dato
grado
e poco si occupa di ricercare ilsignificato
cineinatico dei moti cheprende
astudiare.
Ricerche
più complete,
limitatamente ai termini di 2.0grado,
sono state fatte dalBoggio-Lera
epubblicate
inquesti
annali nel 1887.Egli,
infatto,
ha considerato tutti i termini di secondogrado
ed ègiunto
adecomporre
ilmoto di una
particella
fluida in seimovimenti
tre deiquali,
dovuti ai termini diprimo grado,
sonoquelli
mede-simi indicati dall’ Helmholtz . Gli altri tre
movin1enti,
cheprovengono dai termini di- secondo
grado,
sono stati dallostesso
Boggio-Lera
denominatiflessione,
torsione e defor-mazione d secondo
grado
conpotenziale.
Ilprimo
diquesti.
movimenti,
checorrisponde
aquello
che Rowiand chiama vorticeso f
the vortices ha una stretta relazione colla ro-tazione di
Helmholtz, perchè,
iparametri
che individuano la flessione sonocomposti
conquelli
relativi alla rotazionecome
questi
sono formati dallecomponenti
della velocità.Ma i moti di flessione sono assai diversi da
quelli
di rota-zione, perchè
mentre nei motirotatorii
ipunti
si muovonoin
piani
norrnali all’asse dirotazione,
nelle flessioni invece si muovono inpiani
i che passano per una retta, detta asse di flessione. Il secondo movimento è il risultato di tre tor-sioni intorno a rette
ortogonali passanti
perl’origine
dellecoordinate e finalmente le
componenti
del terzo movimentosono le derivate
rispetto
a ~ , ~ , z di una funzione omo-genea di terzo
grado.
In
questo
breve edincotnpleto
lavoro ho avuto in animo di estendere oproseguire
alcune delle indicate ri-cerche di
Helmholtz,
Rowland eBoggio-Lera, rivolgendo
lo studio ad un numero
qualunque iit
di termini nelloaccennato
sviluppo
in serie diTaylor
dellecomponenti
della velocità. Ho cominciato collo studiare le deformazioni che riceve un mezzo
continuo, - quando
ai suoipunti
siattribuiscono
degli spostamenti
le di cuicomponenti
sonofunzioni omogenee di
qualunque grado
11~ dellecoordinate, decomponendo questo spostamento
in treparti ,
y una dellequali rappresenti
un moto di Rowl aud e le altre dueparti
siano taliche, quando m==1, rappresentino
una tra-slazione ed una pura
delbrmazione,
equando
ni=2 ren-dino la mia
decomposizione
coincidente conquella
fattadal
Boggio-Lera.
Inquesta guisa
mi è riuscito facile tro- vare ilsignificato
cinematico dei moti diRowland,
ilqual significato è
forsepiù semplice
diquello
che aprimo
vistapuò
credersi .Dipoi
hoadoperato questa decomposizione
per studiare il movimento di una
particella fluida, decon1po-
nendo
ogni
termine dellosviluppo
in serie diTaylor
dellecomponenti
della velocità nel modoprecedentemente
indi-cato
cioè,
in un movimento diRowland,
in altro movimentoche ammette
potenziale
ed in un terzo movimento non rap-presentabile
convettori ;
cos hodecomposto
il moto dellaparticella
fluida in 3 ritmoti,
vale adire,
in una trasla-zione,
in rn movimenti che hanno percomponenti
le deri-vate
rispetto
ad x, y, z di funzioni omogenee di2°,
30(~-}-1 )eaimo grado rispettivamente,
in ne-1 movimenti di natura assaicomplicata
nonrappresentabili
con vettori efinalmente in altri rn moti che in sostanza sono
quelli
stessistudiati dal
Rowiand
e chehanno,
come dimostrerò in se-guito,
strettaanalogia,
o colle rotazioni diHelmholtz,
o colleflessioni del
Boggio-Lera,
secondo che le lorocomponenti
6
provengono da termini di
grado dispari
o digrado pari.
Ma,
innanzi di esporredettagliatamente
i risultati del miostudio,
sento il dovere di porgere ipiù
viviringrazia-
menti al chiarissimo Prof. Vito Volterra che mi ha indiriz- zato in
queste
ricerche ed ha avuto la bontà di rivederetutti i miei calcoli.
§. I.
Siano y 2 az le
componenti
di unospostamento
attribuito ai
punti
di un mezzocontinuo;
se si suppongono funzioni omogenee digrado 1n
dellecoordinate,
saràe 1 rappresenterà
una somma estesa a tutte lepossibili
combinazioni di valori interi e
positivi
di s , tpei quali è r -~- s --~ t m,
non escluso che alcune delle r, s , t siano zero .Primieramente si supponga m
dispari
della forma2
n+1,
eposto
per brevitàsi
decompongano
i coefficienti in treparti
nel modoseguente.
8
con
essendo ~
il simbolo di una somma estesa a tutte le pos- sibili combinazioni di valori interi epositivi
dih,
yk, t pei
qilali è
Leprecedenti equazioni
risolute
rispetto
alle ~~ ~+1 , q’J n+~ , alle H ed alleA , B ,
C dauno:10
quindi
lospostamento
~~òy
azpuò
considerarsi risultante di trespostarnenti ~u~ ~v~ ~u~~ ;
;aus "Va a2v3
le di cui
componenti
sono :12
Il
primo
diquesti spostamenti
ammette una funzionepotenziale
avendosi
(*) Il simbolo
~
che si trova in queste formule denota una sommaestesa a tutti i possibili valori interi e positivi di f, g, 1 che rendono
Il secondo
spostamento
avviene in una direzione che ènormale,
tanto alraggio
vettore che vaall’origine
delle coor-dínate, quanto
alla retta diequazioni
perchè
si ha evidentementeEsso
può
considerarsi una rotazione intorno alla retta(3)
per laquale
rotazioneogni punto
subisce unospostamento
pro-porzionale
alprodotto
della sua distanza dalla retta(3)
per la 2potenza
della distanza delpunto
medesimo dal-l’ origine
delle coordinate . Questospostamento
si dirà unarotazione di
n+1,
intorno alla rettasuddetta,
edil
parametro
che misura il rap-porto costante,
dellospostainento
diogni punto,
alprodotto
della sua distanza dalla retta
(3)
per lapotenza 2
della sua d stanza
dall’origine
dellecoordinate,
siprenderà
per misura della rotazione. La retta
(3)
si dirà asse dirotazíone,
el’origgine
dellecoordinate,
centro di rotazione.È
facile vedere che i rnoti rotatorii di ordinequalun-
qae si compongono colla
regola
delparalleloàrarrlmo, quando
S. T· Fabri i I
14
vengono
rappresentati
con unsegmento
chepassi pel
centrodi
rotazione,
che abbia la direzione dell’ asse di rotazione ed unalunghezza
misurata dalla costante della rotazione.Infatti se si
eseguisce
una rotazione d’ assi data dalle formolele
componenti
dellospostamento (2)
nel nuovo sistema(X) , y , z sono :
con
ciò che evidentemente dimostra la enunciata
proprietà.
Lospostamento (2) può quindi
considerarsi il risultato di tre rotazioni di ordine 2n+1
intornoagli assi x,
y , s mi-surate
rispettivamente
dalle costanti q2 n+1 ,Per avere un’idea
maggiormente
concreta della defor-mazione,
che subisce un mezzocontinuo, quando
ai suoipunti
si attribuiscono
degli spostamenti
dati dalle(2)
ho ricer-cato in
quali
linee si trasformano alcuniparticolari
sistemidi rette e di circoli. Un calcolo molto
semplice,
mi ha con-dotto a concludere che tutte le rette che incontrano 1’ asse di rotazione si trasformano in linee
piane,
ed i circoli situatiin
piani
normaliall’asse,
col centro su di esso , in altri circoli concentrici sullo stessopiano.
Non riesce
poi
molto difficilericonoscere,
che il terzospostamento
non èrappresentabile
da vettoricomponibili
colla
regola
delparallelogrammo.
Se invece nt è un numero
pari,
diverso- da zero edella forma 2
n+2 - 2 h+2
kfl-
2 t+ 2,
essendoh, k, t
positivi
onulli,
si ponga:16
con
Posto per
semplicità (*)
(*) È opportuno osservare, che il valore qui attribuito
2~t, ~~ col- l’ altro assegnato nel principio di questo §, determinano completa-
mente il significato di rF
qualunque
sia il numero intero rappresentatoda rn.
18
le
precedenti equazioni
risoluterispetto
a ~2 n+~ , ?2~+2 ?~’2 n+2
e alle H ,
5A ,
5B , C
danno :20
Anche
quando
m è un numeropari
lospostamento ax , ay ,
~zpuò
considerarsi risultante di trespostamenti
~~1 ; au 2 ~z2 , ~~’~ ~ au 3 ~v~ , d’ws
lecomponenti
dei
quali
sono: .22
Lo
spostamento ó~l ,
ammette unpotenziale
perchè
si haL’altro
spostamento av3 à’u’a avviene
nelpiano
de-finito dalla retta di
equazioni
e dal
raggio
vettore che vaall’origine
dellecoordinate;
ladirezione
poi
dellospostamento
è normale aquesto raggio.
Se infatti si denota con p la normale al
piano
suddettosi ha
Tale
spostamento
si dirà una flessione di ordine 2n+2
intorno alla retta
(5),
e siprenderà
per misura della fles-sione il
parametro
che misura ilrapporto,
costante per tutti ipunti
del mezzo, dellosposta-
mento sub to da
ogni punto
nella direzione della retta(5)
al
prodotto
delquadrato
della sua distanza daquesta
rettaper la
potenza 2 n
della distanza delpunto
dalla ori-gine
delle coordinate. La retta(5)
si dirà asse diflessione, l’ origine
delle coordinate centro diflessione.
In modo simile a
quello adoperato
per le rotazioni di ordinequalunque, può
dimostrarsi che anche le flessioni dello stessoordine,
intorno a rette che passano per un medesi-mo
punto,
e che hanno irispettivi
centri di flessione coinci- denti inquel punto,
sonoquantità
lequali, quando
si rap-presentino
consegmenti
chepassino pel
centro di fles-sione, che abbiano la direzione dell’asse di tlessione ed una
lunghezza
misurata dalla costante diflessione,
possono com-porsi
collaregola
delparallelogrammo.
Analogamente
aquanto
é statoesposto
per le rotazioni di ordinequalunque,
sipuò,
ancora per leflessioni,
ricer-carte in
quali
linee si trasformano i circoli situati inpiani
normali all’ asse e col centro su di esso, non che le rette che incontrano
l’asse;
equi
pure, in modo assaisemplice,
si trova che
queste
rette si deformano in lineepiane ,
equei
circoli in altri concentrici sullo stessopiano.
Anche in
questo
casopoi,
come facilmentepuò
verifi-carsi,
la deformazioneav3
p~u~3
non èrappresentabile
da vettore
§. II.
Ora mi propongo di
applicare
i risultati ottenutinel- precedente
allo studio del moto di unaparticella
difluido,
cioè di una
porzione
estremamentepiccola a
di esso.24
Siano x ,
y , z le coordinate di unpunto
internoqual-
siasi della
porzione o-
difluido;
eax , ay ,
z le compo- nenti dellospostamento
infinitamentepiccolo
da esso sub tonell’ intervallo di
tempo
d t. Se si suppongonoay ,
~zfunzioni finite e continue di x , y , z insieme alle loro derivate di
qualsiasi ord ne,
lecomponenti
dellospostamento
di unaltro
punto qualunque
della[particella
stessa di coordinatez+àz,
infuori di infinitesimi di or-dine
superiore
ad n~, saranno:t) se si
trasporta l’origine
delle coordinate nelpunto
x, y , ze si pone à
x-X, à z=-Z,
lecomponenti
dello spo- stamento di unpunto qualunque X, Y,
Z dellaparticella
fluidaconsiderata,
verranno espresse colla somma di una funzione diprimo grado
diX,Y, Z
e di(na--1)
funzioni omogenee di2° , 3° ,
4° ...grado
delle medesime coordina- te,laonde ,
il moto di unaparticella
fluidaqualunque potrà
considerarsicomposto
di 3 n~ motielementari, cioè,
di una
traslazione,
di rn deformazioni di1°,~0,30
.... mesimogrado
conpotenziale
di moto, di 5n-1 moti non rappre- sentabili da vettori e di altri m movimenti che sono rota- zioni o cessioni di ordinesuperiore,
secondo che le lorocomponenti
provengono dai termini neiquali rn
èdispari
o è
pari.
Eseguita
ladecomposizione
deicoefficienti
delle funzioninel modo indicato
al § precedente
per leU, V, W,
facendoperò precedere
dalsegno
icoefficienti,
allora indicati colleper denotare che si tratta . di deformazioni infinitamente
piccole ,
e indicando conu , v , w le
componenti
dellavelocità,
ossiaponendo
si
ha,
per le(1) (4) del § precedente,
S. N. Fabri i
26
Posto
poi
e
dalle
precedenti
relazioni siricava, qualunque
sia m, p’ir-.
chè diverso da zero
e se la
prima
diqueste
relazioni, oquelle
che da essa inseguito
side iurranczo,
si suppongono soddisfatte anche nelcaso di verrà necessariamente ad introdursi la con-
dizione che il fluido non sia
compressibile.
La
prima
delle relazioni(8)
risulta evidente dalle(6) (7)
ed è pur facilissimo vergare l’esattezza delle altre
quando
rn é un numero
pari.
Se invece si suppone m numero di-spari uguale
a 2n+1
e si pone per brevità28
essendo
si ha
ed evidentemente si ha pure
essendo LB 2 il noto simbolo che suole usarsi per rappresen- tare la somma delle tre derivate seconde
rispetto
addi una stessa funzione.
Nella ~ 2 P si riuniscano i termini nel modo
seguente.
Sianoa, b , c tre
numeri interi eposi-
tivi tali che sia
fra i termini della somma presa a considerare si troveranno,
una ed una sola
volta,
leseguenti espressioni:
30
ma evidentemente
quindi
le somme dei terminiuguali
che si trovano nelquadro (9)
sonoe la somma si trasforma nella
seguente
In modo
analogo
si dimostrano le altre relazioni32
e si ha cos
Le
quantità .9’1 t~+1’ X~ t~+1’
P~ 11+1;X2 n,
P~ n ,costanti,
in
ogni istante,
per tutti ipunti
di una stessaparticella
flui-da,
si diranno essererispettivamente,
lecomponenti
dellavelocità di rotazione di ord ne
~n-~-1
equelle
della velocità di flessione di ordine 2n.In
seguito,
per renderepiù semplice
illinguaggio
de-nominerò ,
moto vorticoso di ordine2n,
la flessione di ordine 2n e, moto vorticoso di ordine2n+1,
la rotazione di ordine2n+l;
nelle ricerche che mi propongo di esporre, ciò nonpuò
far nascere alcunequivoc;o, perchè
i moti vor-ticosi di ordine m, che io dovrò
considerare,
saranno sem-pre moti rotatorii se rn é
dispari ,
moti di flessione èpari .
Dalle
(6)
e(7)
si deduce ancorae le
analoghe rispetto
a e Pm, nellequali
formole il simbolo denota chel’operazione,
ordinariamente indi- cata col simboloLÌ 9,
deve essereeseguita
successivamenteper s voite .
Ponendo nelle(10)
= n-1 ed1n=2
n+1
, s-n siottengono
le relazioni checollegano
i
parametri
dei movimenti considerati daBoggio-Lera
e daHelmohltz con
quelli
orapresi
a studiare.Le
formole,
finqui stabilite,
servono a determinare il moto vorticoso di un dato ordine in funzione dei moti vor-ticosi di ordine inferiore e delle loro derivate. Il
problema inverso,
cioè la determinazione del moto vorticoso di undato
ordine,
mediante i moti vorticosi di ordinesuperiore
ele loro
derivate,
si risolveimmediatamente,
in modoanalogo
a
quello adoperato
daBoggio-Lera
per determinare la ve- locità effettiva del fluido in funzione dellaflessione,
ser-vendosi del teorema di Green. Si
giunge cosl,
assai facil- mente) alla dimostrazione deiseguenti
teoremi:1.° Il moto vortjcoso di
qualsiasi
ordine i7i à determi- nato, inogni punto
interno ad unasuperficie
che racchiudeuno
spazio
S comunque connesso,quando
è noto uno deimoti di ordine
superiore nt+2s
nellospazio
S ed i moti diordine m, m+2 ,
....11~+2 (s-1)
al contorno.34
2.0 Se in un determinato istante tutti i
punti
del Huidosituato nello
spazio
S non hanno moto vorticoso di ordiuee
quelli
situati al suo contorno sonoprivi
dei motivorticosi di
ordine m ,
5 rn-~-~ ....(s-1),
nello spa- zio S nonpotrà
esservi alcunaparticella
che abbia moto vorticoso di ordine m.3.° Se nello
spazio
S le funzioni Xm , 3 pm sono le derivaterispetto
ad x, y, z di una stessa funzione ~, cioèse esiste un
potenziale pel
modo vorticoso di ordine m(*)
allora il moto vorticoso di
questo
ordine è determinato inogni punto
interno dellospazio S, quando
si conoscono inogni istante,
lecomponenti
secondo la normale al suo con-torno, dei moti vorticosi di ordine m che hanno le
particelle
situate su
quel
contorno. Se inogni punto
dellasuperficie,
che limita lo
spazio S,
la derivatadi 9 rispetto
alla normale è zero, nell’ interno di S nonpotrà
esservi moto vorticosodi ordine m.
La stretta relazione che i movimenti di Rowland hanno col moto vorticoso di
Helmholtz,
mi ha indotto a ricercarese per essi sussistono teoremi
analoghi
aquelli
trovati daHelmholtz e Beltrami
pei
moti vorticosi di l.°ordine,
edho
potuto
facilmente verificare che tuttequelle proprietà
dei moti vorticosi di 1.° ordine che Helmholtz deduce da ciò che
egli
chiamaintegrali rapporto
allospazio,
hannole loro
corrispondenti
nei moti vorticosi di ordinesuperiore.
Ciò
dipende
dal fatto che nella dimostrazione diquei
teo-remi si fa uso soltanto delle relazioni che
collegano
le come-(*) La funzione p dovrà evidentemente soddisfare entro S 1’ equa-
zione à2 a) = O ,
ponenti
della velocità conquelle
dellarotazione ,
lequali
relazioni sono
perfettamente
simili aquelle
che passano fra iparametri
che individuano due movimenti di Rowiand di ordine consecutivo.Al