A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
G IORGIO D ALL ’ AGLIO
Sugli estremi dei momenti delle funzioni di ripartizione doppia
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 10, n
o1-2 (1956), p. 35-74
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DI RIPARTIZIONE DOPPIA
di GIORGIO DALL’AGLIO
(Pisa,)
In una nota
pubblicata
nel 1951(1)
M. Fréchet studiò la classedelle
funzioni di
ripartizione
a due variabili (P(.r ~ y)
aventi per funzioni di ri-partizione marginali
due eassegnate.
Tale classe è stataperciò
chiamata la classe di Fréchet.Il
problema studiato
inquesta
nota è la ricercadegli estremi,
nellaclasse
Fréchet,
del momento i di ordine arispetto
ad una retta r delpiano,
datodall’integrale
diStieltjes
..La ricerca di tali estremi ~è fatta anzitutto nel caso,
particolarmente importante,
del momento di ordine1, poi
per a realemaggiore
di 1. I ri-sultati sono diversi nei due casi : per
ex == 1,
sui trova una classe di fun- zioni massimanti. Per a>
1 invece la funzione massimante èunica,
e cosla funzione minimante.
Generalità.
Date due funzioni di
ripartizione arbitrarie ø (re)
e’ y) ,
funzionireali non decrescenti che soddisfano alle condizioni
~
(í) MAURICE FRÉCHET : ó les tableaux de corrélation dont Les marges sont donnèes » Annales de l’Université de Lyon, So. IV (1951).
una sarà una funzione di
ripartizione doppia (a
due varia-bili)
avente per distribuzionimarginali 0 (x) e ’P (y)
se soddisfa alle condizioni .Notiamo subito che dalla
(2)
e dalle(3)
segue la non decrescenza della 4Y(x y) rispetto
a ciascuna delle variabili.Richiamiamo ora alcuni dei risnll-ati ottenuti da Fréchet nella nota citata.
Per
ogni coppia
di funzioni diripartizione 1> (x)
eP (y)
esiste sempreuna classe
F(0
9Y’)
di funzionidoppie
che hanno distribuzionimarginali 4Ì (z) e P (y).
Taleclasse,
se non contiene una solafunzione,
ne contieneinfinite.
Per
ogni
di 9P), valgono
ledisuguaglianze (2).
Inoltre le funzioni
sono esse stesse funzioni di
7~(~
7P)
e sonoquindi
inT(4$ , ’/1) rispettiva-
mente la funzione minima e la funzione massima.
(N)
La seconda disuguaglianza discende immediatamente dalla non decrescenza della 4Y (x y) rispetto a x e a y. La prima è dimostrata daFréchet
ricorrendo alla nozione diprobabilità. I,a dimostrazione anal tica è però immediata : dati (Iile punti (x, y) e (x’, y’)
con y’ > y, per la (2)
è ~ (x ~) - ~ (x y’) ,- ~ (x’ y) + ~ (x’ y’) ~ 0
e, facendo tendere snccessivamente x’ e y5 a + oo , ysi
ottiene ;Dalla non ’decrescenza di 4l (x y) si ha inoltre che 0 (x y) è sempre maggiore o uguale a
zero. Di qui la (4).
Consideriamo ora il momento
(4$) rispetto
ad una retta delpiano
non
parallela
ad unodegli
assi. Postaliquazione
della retta nella formala distanza di un
punto (x ~
yy)
dalla retta èdata,
a meno di un fattorecostaute,
da ; il differenzialerappresenta
laprobabi-
lità che le variabili casuali cadano nel
rettangolo
coordinato di vertici .opposti ( L’ integrale
diStieltjes
,ci darà
quindi
il momento di ordine a ,rispetto
alla della distribu- zioneprobabilistica rappreseIltata
dalla 0(.v y).
Per lo studio dell’
integrale
diStieltjes
scritto sopra è necessario ri-correre ad una formula di
integrazione
perparti
cheriporto
dal trattatodi Picone e Viola
(3),
par. 86 : .Se ,f (x ,y)
è una funzione continua e variazione finita eg (x y)
una fun- zione a variazione finita ,su unrettangolo
R :c C x C 6 , c C y c ,
valela trasformazione ~
In
questa formula,
ricordando la consueta notazionesi è
posto
(3) MAURO PiCONE e TULLIO VIOLA : Lezioni sulla moderna teoria dell’integrazione. Ed.
Scientifiche Einandi 1953. La formula era già contenuta in T. VIOLA «Sulla formula di integraziorte per parti
nell’integrazione doppia
secondo Stieltje8 » Giornale di Mat, diBattaglini
(4) 80 (1950), -
Il
problema
studiato è la ricerca in~’)
delle funzioni per cuiM) [4Y]
assumerispettivamente
il valore minimo e,il
valore massimo. Per affrontare ilproblema
variazionale èopportuno
sostituire alle condizioni(1)
leessendo 1 y nn numero reale
maggiore
di a.Tratterò anzitutto il caso
del
momento di ordineuno,
che indicheròsemplicemente con
La ricerca si
presenta più agevole
eporta
a risultati diversi che nel caso, trattatosuccessivamente, di a >
1.Sia nel
primo
che nel secondo caso, è necessariodistinguere
la tratta-zione a seconda che il coefficiente
angolare
della retta r siapositivo
o ne-’gativo.
Ladifferenza
di segnoporta
infatti a risultatiopposti. Cominciamo, perciò
dallo studio del momento[4Y] rispetto
ad una retta con coefficienteangolare positivo.
’
§
l. MOMENTO DI 1 RISPETTO AD UNA RETTA§ 1.
MOMENTO DI ORDINE 1 RISPETTO AD UNA RETTA. CON COEFFICIENTE ANGOLARE POSITIVO.
1.
Altra espressione
di BPoiché,
comevedremo,
ilproblema, per m ~ 0 ,
sipuò riportare
conun cambiamento di
variabili,
al momentorispetto
alla retta y - x ci limi- tiamo allo studio dell’integrale
°
Per risolvere il
problema proposto,
ridurremo anzitutto1’ iutegrale
Mr [W]
ad unintegrale
diI.Jebesgue.
Essendo
positive
la funzioneintegranda
e la variazionedoppia
della~ ~ (x y~~
il valoredell’integrale
si ottiene come limite dell’integrale
esteso ad un insieme
Ih,
essendo(Ih
unaqualunque
successione di insiemi misnrabili che invada ilpiano.
Consideriamoperciò
iquadrati,
a lati pa-ralleli
agli assi,
di centrol’origine
e lato 2h.Integrando
perparti
mediante la(8)
abbiamo:Calcoliamo ora successivamente i termini del secondo membro.
Analogamente
L’ integrale
diStieltjes :
esteso al
quadrato R,
sipuò
ottenere come limitedell’integrale
estesoad un
qualunque
insieme chiuso C contenuto inR,
y in cui(x y)
ècontinua
(4)
jn. y
Per calcolare
l’integrale
diRiemann-Stieltjes
occorre considerare una
qualunque scomposizione
coordinata ailati ~ di
.R escegliere quei rettangoli r
checontengono punti
diC;
scelto in ciascuno diquesti
unpunto (xr,
y si fa la somma’
dove con si indica la variazione
doppia di 1 y - xi
su r. Illimite di
questa somma,
al tendere allo zero del diametro del massimo ret-tangolo
dellascomposizione
coordinata dàl’ integrale (10).
Se r è tutto situato nel
semipiano x ~> y (x’5:ay),
si iIy-xl = 0;
perciò
sono da considerare solo i termini della(11)
checorrispondono
arettangoli r
aventipunti
su entrambi isemipiani.
Poichè(x y) è
con-tinua su C e
quindi integrabile
nel senso dlRiemann-Stieltjes,
per calcolare il limite della somma(11) possiamo
considerare unascomposizione
coordi-nata tale che
gli r
abbiano tutti unadiagonale
sulla rettascegliendo (Xt.,
y su talediagonale,
si ha al limitedove 0’ indica l’ intersezione di O con la retta y = x . Al tendere di C a
R ~
7 0’ tendeall’ intérsezione y
di R con la retta y = x avendo la 0(x y)
su y al
più
un’ infinità numerabile di discontinuità. Si hapoi
(4) Essendo 4i (x y) a variazione finita
e i
assol utamente continua, si potrebbedimostrare che l’integrale esteso a R è esso stesso un integrale di Riemann-Stieltjes, e quindi ottenibile direttamente con il procedimento usato per calcolare
l’integrale (10).
Ilprocedimento
adoperato è invecepiù generale.
Otteniamo perciò
Per le
(9),
essendo inogni C ~ (x)
e ~(x y)
~ ’P(y),
siannnlla,
al tendere di la a+
00, ilprimo
termine del secondo membro della(1~).
Si annullano inoltre al limite i dueintegrali
.È
infatti(prendiamo,
ad es., ilprimo)
Si ha ancora? per la
(4)
e
quindi
La
(12)
divieneperciò :
e
passando
al limite sulla successioneconsiderata,
Come si vedrà nel par.
4,
mediaiite le(9)
si dimostra che il valore diMr [4S]
nella classe.i(, P)
è sempre finito. Cerchiamone oragli
estremi.2. Il
minimo dell’ integrale
e laclasse delle
funzioniminimanti.
La riduzione dell’
integrale Mr [0]
alla forma(13)
ne rendeagevole
lala ricerca
degli
estremi. Cerchiamoanzitutto
il minimo.’ TEOREMA I. Date due
(x)
e P(y)
decrescentisoddisfacenti
alle
(9),
esiste una classeF, (4Y , P)
difunzioni
della classe.r(~ ,
9P)
per lequali
il momentoMr [0] ris_petto
alla retta y = x assume il valvreminimo;
tale valore è dato da "
La
classe 1~1 «-P,
costituita dallefunzioni
di F(0, "~P)
chesoddisfano
alla condizione
massima
P (x y)
e unafunzione minima (.r y) ;
sequeste
non coincidonojT (0, P)
contieneinfinite funzioni
distinte.Dimostriamo la
prima parte
dell’enunciato.Nel secondo membro
della (13) la
funzioneintegranda
è la somma didue termini entrambi
positivi.
Poichè in ciascuno di essi compare, col segno, meno, la funzione calcolata sulla retta il minimo
dell’integrale Mr [0]
si ha per le funzioni 0(.r y)
che assumono inogni punto
della rettay = a? il massimo valore. Tale
valore,
per la(5),
è dato daPer tali funzioni
l’ integrale [4$]
diventae,
e, per le
(9),
ha valore finito.Una
prima
funzioné minimante è data immediatamente dalla(7)
Tale funzione
però
non è ingenerale
1’ moica minimante. Ciò sipuò arguire
dal fatto che per rendere minimo
[4$]
bastaimporre
alla funzione 0(x y)
di essere massima sulla retta y -- x , mentre la funzione
(P, (x y)
è massimasu tutto il
piano.
Per dimostrarlopoi
basta unesempio
dato dalle funzioniEsse soddisfano alle condizioni del teorema I. Un calcolo immediato mostra che le condizioni
(4)
e(5)
e di nondecrescenza,
assieme alla(14),
determi-nano le funzioni 0
(x ~)
minimanti in modo unico su tutto ilpiano,
trannei
punti
delquadrato Q : - 1 x S 0 , 0~~1.
D’altraparte
si vede facilmente cheogni
funzione cos definita fuori diQ
e che assume inQ
unvalore costante
arbitrario
traappartiene
aF(0, )
ed è minimante2 ’
per
Mr [4>] .
Si ha
perciò
una classeF, (0 , ~’)
di funzioni diP)
minimantilVlr [4>]:
essa è data ovviamente dalle funzioni diF(0, P)
che verificanola
(14).
1.
Passiamo ora
a dimostrare
l’ ultimaparte
dell’enunciato. La funzionemassima per la classe 9
P),
lo è ancheper la
classeF, (Ø, P).
Unesame
più approfondito permette
di trovare inI’1 (4$ ,
y~)
anche una fun-zione minima.
Indichiamo con
inf [ f(r)]
l’estremo inferiore dei valori che la funzione (a, b)f (x)
assume nell’ intervallo chiuso(a, b).
Indichiamopoi
coninfo ( f (x)]
il(a, b) ,
maggiore
tra i due numeri inf[ f (x)]
e 0 . Conserviamo lanotazione,
con(a,b)
analogo significato,
se a = b . Con tali notazioni la funzione minima diF, (cb, ~~
è data da~
’
·v ·
Per x=y le due definizioni date coincidono e risulta
P(y)].
La
(14)
è cos soddisfatta. Resta da dimostrare che la(x y) appartiene
a
F (0
9~),
cioè che soddisfa alle condizioni(2)
e(3).
Per la(3)
la verificaè
immediata :
basta notare che da un certopunto
inpoi
la(x y)
siesprime
mediante una delle due forme(ad
es. per x -.+
oo da x = y inpoi
conserva la secondaforma)
e sfruttare le(9).
Piùlunga
e difficile è la verifica della(2).
Nel considerare la variazionedoppia,
data la diversa formache la funzione assume nei due
semipiani, bisogna distinguére
diversi casia seconda
de11a posizione
dei vertici delrettangolo
su cui si calcola la variazionerispetto
alla retta x = y .Esaminiamo ad
esempio
il caso che ipunti (x~ , Yl)
7(Xt,
9yz) ,
7(r~ ,
5y2)
si trovino nel
semipiano
e per ilpunto (x2 ~
1y1)
siax ~ y. È
alloraxi X2 Y2, e la variazione
doppia
è data dane segue, per la
definizione,
Inoltre,
sempre per yi x2 ,da cui
Se invece è
info
rimaneEssendoci in
(Y1’ -x2)
almeno ullpuno
z in cuiè ~ (z) ~ ~ (z) ~
segueÈ
inoltree
quindi
la
disuguaglianza
è imiiiediatainenteverific;ita ;
in caso contrariosono
maggiori
di zero, eAllora da
verificata segue
e
quindi
cioè d
(X y)
~ 0.Dopo
aver in modoanalogo
verificato anchegli
altri casi che si pre.sevtano,
resta dimostrato che(x y) appartieue
aF, (4$ ,
Dimostriamoora che in
ogni punto
essa assume il minimo valorecompatibile
con le condizioni della classeF, (Ø, P). Supponiamo
per assurdo che in unpunto
(x, y) (prendiamo
ades. x y)
sia :E al limite
-~-
00 la variazione risultanegativa.
In caso contrario è
esiste allora nel? intervallo
(x ~ y)
almeno unpunto
Xi in cui èÈ
allorae facendo
tendere y,
a+
oo , si ottienecioè la variazione
doppia
alprimo
membrorisulta,
contrariamenteall’ipotesi, negativa.
La
(x, y)
èquindi
la funzione minima inr, (Ø, W) . Ricordando
Bla funzione massima definita dalla
(5)
si ha per le funzioni diF, (Ø, W)
in
ogni punto
- . 1 - or , 1 . - or ,
Se le funzioni
~1 (x y)
sonodistinte,
esistono infinite altre funzioni. Infatti(v. Fréchet)
date due funzioni~’ (x y)
e dellaclasse
’/1) appartiene
anche alla classe~’ (~~ ’P) ogni
funzioney)
del
tipo
.~ con 1
realepositivo.
Se in
particolare
ø’(x y)
e W"(x y) appartengono
alla classe(Ø,
9~’) ~
9mediante la
(14)
si vede subito che anche le viappartengono.
Quindi appartengano
ar (Ø,
9’)
le funzioni deltipo
~ con
ciò
il teorema risùlta dimostrato.i 3.
Il massimo di Mr [0].
’
Per la ricerca delle funzioni che rendono massimo
l’integrale Mr [4Y]
sipossono fare delle considerazioni del tutto
analoghe
aquelle
del numeroprecedente.
Sigi unge
cosÌ ad affermare : 1TEOREMA. II. Nelle
ipotesi
del teoi-enia I esiste ’Una classer2 (Ø,
difunzioni
delln, classe r(4Y ,
yP)
per cui il momentoMI’ [0] rispetto
alla rettay = x assume il valore massimo (sempre
finito)
. ,
La classe
r. (Ø, "~P)
è costituita dallefunzioni
di r(Ø, "~P)
chesoddisfano
allacondizione ’
Per la dimostrazione
partiamo
ancora dalla(13) :
si trova immediata- ’ "mente che le funzioni massime sono tutte e sole le funzioni della classe
~’)
che assumono in ciascunpunto
della retta x= y il valoreminimo,
che è dato
appunto,
per la(7),
dallaPer calcolare il valore che
M~ [W]
assume sottoquesta condizione,
no-’
tiamo che dalla non decrescenza di 4$
(x)
e ~’(x)
segue la non decrescenza di 0(x) +
P(x)
- 1. Chiamando allora a l’estremosuperiore degli
x per cui é 4S(x) +
P(x)
-1 pertutte ,le
funzioni P(x
y) che veri6cano la(16)
si hadove,
per le condizioni(9)
i dueintegrali
al secondo membro sono finiti.Una funzione di
.1’(~ ~ ~’)
che soddisfa alla(15)
è lache,
essendo minima in èanché
minima inr2 (([1,
2P).
Come per il tale funzione non è in
generale
unica. Unesempio
è dato dalle funzioni :
Semplici considerazione
come per la classer1 (Ø, ~)
mostrano cheogni
funzione definita dalla
(6)
fuori delquadrato ~:0~.rl~
1 2y O
y eche ha
in Q
un valore costante arbitrario tra 0 e1/3
soddisfa alproblema.
L’enuuciato è cos dimostrato. Mentre
però
nella classeF, ( , ’)
esiste-vano una funzione lnassilna ad una minima iii
ogni punto,
ciò non accadenella classe
r2 «15, ~’).
Essalia,
come abbiamovisto,
unafunzione
minima,
ogni punto;
ma leseguenti
considerazioni mostrano cheT2 (Ø, ~)
non ha’
in una funzione massima.
Detto ancora a l’estremo
superiore degli x
percui W(s) + P (r) - 1 o
le rette x - a, dividono il
piano
inquattro quadranti.
Neipunti
(x, y)
con xa,
y a èevidentemente,
per le condizioni di non decre- Neipunti
conx >
a,y > a (supponiamo
ad es. èdeve essere inoltre
da
cui,
facendotendere y’
a+
oo , si ottiene :che con la
(4)
dàLe funzioni minimanti restano
perciò
indeterminate solo neipunti
del II e del IVquadrante.
In essi soddisfano manifestamente alleper il II
per il IV
quadrante.
Ora la funzione definita dalle
(17)
con il segno - non è ingenerale
unafunzione di
rihartizione, perchè
non verifica la(2).
D’altraparte
esistono perogni punto (x, y)
funzioni diT2 (Ø, P)
che assumono inquel punto
ilvalore massimo dato dalle
(17)..Chiariamo
ciò con unesempio,
dato dafunzioni costanti a tratti
già
usate altre volte. SiaLa
(16)
e le condizioni di non decrescenza determinano su tutto ilpiano
tranne ipunti
dei duequadrati Q, :
O1 ,
1y
2e~:l;~2~ ~ 0(~~l.In
y essi le(17) ( )
danno «)x ~ y):2::-:ie 3
si vedeimmediatamente che la funzione definita
uguale a 1
3 inQí
eQ
non è fun-zione di
ripartizione,
mentre sono funzioni diripartizione, appartenenti
a(0, P), quella
ottenutaponendo
e P altra
4.
h
momento[Ø] rispetto
ad una rettaqualunqne
concoefficiente angolare positivo.
1 I teoremi dei numeri 2 e 3 si possono facilmente
generalizzare
ad unaretta
qualsiasi
datadall’equazione
y = m x+ p
conin >
0. Si ottiene : TEOREMA III. Date duefunzioiti 0 (x)
e J(y)
non decrescentisoddisfa-
centi alle
(9)
e una retta r ooncoefficiente angolare positivo,
esiste una classeF, (Ø, P)
difunzioni
della classeF«15, P)
per lequali
il momento[0]
rispetto
ad r assume il valoreminimo ;
tale valore è dato da4. Annali della Scuola Norm. S’Upo - Pisa.
La
(Ø,
yP) è
costituitadalle funzioni di F(0,
yP)
chesoddisfano
alla condizione
’
-
Essa ha una
funzione massima 01 (x, y) e
TEOREMA IV. Nelle
ipotesi
delteorema III, esiste una
classeF2 (0, ’1’)
di della classe
-F(0, P)
per cuiM, [0]
assume ilsempre
finito,
Éa classe
r2 (~ ~
costituita dallefunzioni (~ ~
che soddi-sfano
alla condizione.La dimostrazione si fa mediante un cambiamento di variabili. Il mo-
mento sia calcolato
rispetto
alla retta r diequazione
,Poniamo
La
funzione (x)
di venterà equesta,
considerata comefunzione di x’ è ancora una funzione di
ripartizione
che chiameremo 4S’(x’).
Se
poniamo
,4$’
(x‘ y’)
è una nuova funzione diripartizione doppia
che ha per distribu- zionimarginali
4Y’(x)
e ~P(yl) (4).
D’altra
parte
nelpiano (x’ y’) l’equazione
della retta r divieney’--- x’
el’integrale
da studiare èPer esso
valgono
il teorema I e il teorema II. Perciòpassando
mediante le(18)
e( 19)
dalpiano (x’ y’)
alpiano (x y),
sipuò
affermare che esiste una classeTi (Ø, ’)
di funzioni «)(x y)
minimanti ed una classer2 (Ø, ’)
difunzioni massimanti il momento
Mr [4S].
Notando che è
le condizioni
(14)
e(15)
si trasformano nelleLe funzioni minima e massima della classe
F, (Ø, }
sono ora(4) La condizione m > 0 è essenziale
perchè.
ciò accada o Essendo m > 0 da xi e quindie la 01 (x’) è non decrescente e inoltre :
e sono quindi verificate le (9). Analogamente si dimostrano con calcoli immediati le altre
1
affermazioni,
cioè nel
piano (x y)
Il teorema III è cos dimostl’ato. Procedendo
analogamente
per il mas-’
simo, si
dimostra immediatamente anche il teorema IV. Anche per il mas-simo del momeuto
rispetto
alla retta rvalgono
le considerazioi fatte per la retta y = x : la classeF2(0, P)
ha ana funzione minima ma non ha unafunzione
massima,
come si vede subito adattando alla nuova retta1’esempio
del numero 3~. ,
§
2. DI ORDINE 1 RISPETTO AD UNA RETTA CON COEFF1CIEN’1’E ANGOLARE NEGATIVO1.
Altra espressione
diMr [ ~].
Per le rette con coefficiente
angolare m [ 0 bisogna
m od i ficarelegger-
mente tutto il
procedimento.
Comegià
per m> 0 ,
yrestringiamo
daprincipio
lo studio alla
retta y
= - x. Abbiamo cioè il momentoPossiamo ancora servirci
della
successione diquadrati
che hanno percentro
l’origine
e lato 2 h.Applicando
la formula diintegrazione
perparti
(8)
si ha :’
Per il calcolo
dell’iiitegrale doppio
si segue lo stessoprocedimento
delparagrafo
2. L’unica differenza è data dal segno che si ottiene. Infatti nelcaso della retta y = x la
variazione V,. i
su unquadrato
avente perdiagonale
la retta stessa risultavanegativa,
mentre nel caso della retta y = - x lai
si annulla nei vertici che danno il contributonegativo,
e la
Y~. i
risultapositiva.
Si ottienequindi
e la
(20)
diventacon le considerazioni di pag. 41 si
può
scrivereda
cui, passando
al limiteper h - +
o01
2.
Gli estremi del momento rispetto
allaretta
y = - x.Mediante la
(21)
si dimostrano facilmente i teoremi :TEOREMA V. Nelle
ipotesi
del teorema I il momentòlVlr [Ù] rispetto
allay = - x
hà
inT (~ 1/1)
una classeFí
difunzioni
minimanti. Tale classe, è data dallefunzioni
di r(Ø, tp)
chesoddisfano alla
’
e il minimo di
Mr [4$]
è dato da.La classe
Ti (Ø,
y ha unafunxione (x y) e
unafunzione (x y).
,
TEOREMA VI. Nelle
ipotesi
del teorema I il momentorispetto
allaretta y = - x ha in
I~’(~ , ~)
una classer2 (4Y , ~’)
difunzioni
massimanti.Tale classe è data dalle
fuuzioni
a’,i~)
chesoddisfcrno
alla condizionee il mas8imo di
,~r (4’)
è dato dal valore(sempre finito)
. La dimostrazione di
questi
teoremi si conduceanalogamente
aquelle
del
paragrafo
1. Scritto infattilVl r
nella forma(21)
si nota ~ che la fun- zioneintegranda è
nonnegativa:
infatti èe la funzione
integranda
è alloramaggiore
ouguale
aQuindi
per avere il minimo occorre e basta rendere minima inogni punto
la funzione 4i(x~
-x) -’
y il che per la(4)
si ottieneponendo
e
questa condizione,
per le considerazioni fatte sopra dà a[~]
il valoreTale valore è finito nelle nostre
ipotesi :’ basta infatti,
fissato un numeroreale
arbitrario a ,
scrivere .per vedere che le
(9)
assicurano l’esistenzadell’integrale.
Una funzione minimante è la funzione minima della classe di Fréchet
y).
Essa non è ingenerale unica,
ma esiste tutta una classeFí (T, W)
di funzioni minhnanti.
La funzione
150 (x y),
minima in7~(~ ~ P),
è minima anche in-rí (4i, P).
Esiste anche in
rl (o» P)
una funzione massima. Essa èdata,
con le no-tazioni del par.
3,
da :per x = - y le due definizioni coincidono e si ritrova la
(22).
ha 4»0,1
deve soddisfare inogni punto
alladisuguaglianza
per
ogni
funzione della classeCominciamo col dimostrare la
(24)
per ipunti (x ~
yy)
con x~> 20131/.
Consideriamo un
punto qualunque (z ~
-z)
dellaretta y
== 2013 ~ ~ con- y z r (5)
e ilpunto
ausiliario(z, y).
Preso un.x’ ] z ~
èe facendo tendere x’ a
+
oo , yConsiderando ora i
punti (z, y)
e(x ~ y)
e unnumero y’ > y,
e facendotendere y’
a+
oo , y si ottieneche,
con la(25)
dàche vale per
ogni o
conSe esiste una z iu cui , sarà : .
e
quindi
mentre
e la
(24)
è dimostrata. ’Se invece è sempre, per risulta
e si ha per la
(26)
~-~~m _,
che
dimostra
ancora la(24).
(5) Per z = - 11 o x = x, la dimostrazione è
leggermente semplificata
non 6ssendoci bisogno di ricoyreye al punto ausiliario,~
,
Passa.ndo ai
punti (x,
yy)
con x- y,
semprescegliendo
ilpunto
ausiliario(z,
yy),
si haper cui se in un
punto
"
e la
(24)
è soddisfatta. Se invece è sempre ne seguee per la
(27)
si ha~
La
(24)
è cos dimostrata.Bisogna
ora dimostrare che la(x y)
ap-partiene
allahi (
e perquesto,
essendo verificata la(22)
e dimostran-dosi immediatamente le
(3),
resta da provare che vale la(2).
Come nel par.1,
ciò si ottiene esaminando i diversi modi in cui i
quattro
vertici del rettan-golo
su cui si calcola la var azioneA(2)
sidispongono rispetto
alla retta/ =m 2013 ~ y e calcolando per ciascuno di essi le
possibili espressioni
di(x y).
Limitiamoci a farlo per il caso di meno immediatadimostrazione, quello
in cui duepunti, (ad
es.(Xl
yY2)
e(X21
yy2))
stanno nelsemipiano
~ ~> 2013 y .
Si ha allora variazionedoppia
diventa
’
Trascurando il caso banale che si annullino i
primi quattro termini,
siadiverso da zero solo il secondo termine
(o
ilquarto :
ilprocedimento
èanalogo) ;
y allora èSupponiamo
ora diverso, da zero il secondo e ilquarto termine,
nulli @il
primo
e il terzo. Sarà : ,Se infine con si verifica uno dei casi
precedenti,
sarà diverso da zeroil
primo
o il terzo termine(non
possono esserecontemporaneamente
diversida zero per la loro
definizione).
Sia ad es.Ciò
significa
,--., ;,.,
immediata. In caso contrario è
cioè,
anche inquest’ultimo
caso,Con
procedimenti analoghi
la dimostrazionepuò completarsi,
ottenendoche la
4i0,1 (x y) è
una funzione diFi (4)>, ~).
Il teorema V risulta in tal modo dimostrato.Per ottenere il massimo
dell’integrale (21)
occorre ebasta
renderemassima la sulla retta y==2013~
cioè,
per la(5),
porre la condizionee tale condizione caratterizza la classe
1’2 ( , !P)
delle funzioni massimanti.L’ integrale (21)
diventa alloraPoichè,
al cresceredi x, CP (x)
nondecresce,
mentre ’P(- x)
non cresce, , esisterà unpunto b
tale cheSi
ha
allorae
gli integrali
al secondo membrohanno,
per le(9),
valore finito.Anche il teorema VI è cos
dimostrato. :9 opportuno
notareche,
comeper la retta y = x, la classe
r2 P)
non ha ingenerale
le duefunzioni
’
estreme. Essa ha una funzione
massima,
la(7),
ma non ha necessariamenteuna funzione minima in
ogni punto.
3. Il momento
rispetto
aduna
rettaqualunque
concoefficiento
angolare negativo.
>
I due teoremi del numero
precedente
sigeneralizzano
immediatamente al caso di una rettaqualsiasi
con coefficienteangolare negativo.
Si otten-gono i teoremi
TEOREMA VII. Date due
funzioni
nonsoddisfa-
centi alle
(9)
ed una retta r concoefficiente angolare negativo,
il momento..
di
funzioni
1ninimanti. Tale classe èdata
dallefunzioni
di.~ (~ ~ ~)
chesoddisfano
allae il minimo di Mr
[»]
è dato daLa classe
(4)> , P)
ha unafunzione
minima4»0 (x y)
e unafunzione
massima
TEOREMA VIII. Nelle
ipotesi
del VII il~1~. [~~ in
r ( , ’P)
ha una classeF2’«P, ’)
difunzioni
massimanti. Tale classe è data dallefunzioni
dir (CP , "~P)
chesoddis fcxno
alla condizionee pe1’ esse
lVlr [4i]
assume ilvalore, finito,
La dimostrazione di tali teoremi è del tutto
analoga
aqnella
condottanel § 1,
n.4,
per i teoremi III e IV. Il cambiaiiiento di variabili che ora si sfrutta è dato daEssendo m
0,
si ha anche orache,
per z -+
oo, anche x’ --+
o0e viceversa. La dimostrazione
qnindi può procedere
in modoanalogo.
Con i successivi
ampliamenti,
si sono trovatigli
estremi del momentorispetto
aqualunque
retta delpiano,
che non siaparallela. ad
unodegli
assi. Per ciascuna retta si è trovata una classedi, fuuzioni
minimanti.
ed una classe di funzioni massimanti.
È opportuno
notarequale
ruologio-
chino in
queste
classi le funzioni minima massima dellaclasse di Fréchet. Per
ogni
retta r con coefficientepositivo
la4»1 (xy)
è unafunzione
minimante,
anzi tutte le classiP, (tl5 , ’) rispetto
a rette diversela hanno come funzione
massima,
mentre la!Po (x y)
è massimante ed è la funzione minima inogni F, ~ «15, P). Qnando
si passa alle rette con coef ficientenegativo,
i risultati si invertono : perogni
retta laq.o (xy) è
unafunzione minimante e la
4i, (xy)
una funzionemassimante,
ed entrambe hanno ancora nelle classir1 «15 ~ W)
er2 (4í, W)
le stesseproprietà. Questa
inversione dei risultati
apparirà
in formapiù semplice
nel caso del mo-mento ’di ordine a
>
1.§
3. IL MOMENTO DI ORDINE a .1.
Trasformazione dell’integrale M,,2 [] .
Passiamo al momento di ordine a , y con a numero reale
maggiore
di 1.Date due funzioni di
ripartizione P (x)
e P(y)
ed una retta r diequazione y = m x -~- p ,
esso è datodall’integrale
diStieltjes
è una funzione della classe di Fréchet
~’).
Supponiamo
ancora, per la ricercadegli estremi,
che le funzionie
’ (y)
soddisfino alle(9).
,Come
già
per a=1,
ilprocedimento
cheseguiremo
èquello
di ridurre1’integrale Mo [cp]
ad unintegrale
diLebesgue,
in modo da ottenere unaforma
particolarmente semplice che, analogamente
alla(13)
ed alla(21),
cipermetta
una ricerca immediatadegli
estremi. Le condizioni(9),
oltre apermetterci
di ridurre[4’]
a taleforma,
cixssicurano,
come vedremo nelsegu to,
che il momento[4»]
ha sempre valore finito.Anche per
a > 1 bisogna distinguere
duecasi,
a seconda che la retta r abbia c;oefficienteangolare positivo
onegativo;
e ciò perleggere
modifi- che nellatrattazione,
e per i risultati addirittura invertitiche,
comegià accennato~
per essi siottengono.
Partiremo anche ora dallo studio del mo- mentorispetto
allebisettrici, (rispettivamente
y - x nelprimo
e ~=2013~ , ,nel secondo
caso),
che cipermettono
una notevolesemplificazione
dei cal-coli,
per ricondurcipoi
mediante un cambiamento di variabili al caso ge- nerale.Cominciando
perciò
con il momentorispetto
allaretta y
= x, avremoSeguendo
ilprocedimento già usato,
ci limiteremo a calcolare 1’inte-grale
neiquadrati
di centrol’origine
e lato2h, passando poi
al limite per h tendente a+
Ciò premesso,
applichiamo
la formula(8)
diintegrazione
perparti
Trasformiamo i termini del secondo membro
.
Analogamente
si trovaPer calcolare
il successivointegrale doppio
della(28), spezziamo
ilcampo di
integrazione
nei duetriangoli
ottenutitagliando
ilquadrato
Rcon la retta y = x. In ciascuno di essi la funzione
(y - x)a
è di segno co- stante ed è assolutamente continua. Ricorrendo per 1’integrazione
alla de-rivata seconda
mista, questa
è data dadi conseguenza è
Per le
(9)
iltermine
tende azero al tendere di h a
+
oo , y e si annullano al limite anche i dueintegrali
Inoltre si ha per la
(4)
che per le
(9)
tende a zero+
oo, Si ha cioèe
analogamente
Rimane
perciò
Esprimiamo
ora iprimi
dueintegrali
al secondo membro della(29)
come
integrali doppi.
Essendo sipuò
scrivereAnalogamente
si hae la
(29)
sipuò
scrivereDi
qui
facendotendere , h all’infinito~
si ottieneche è la formula cercata
analoga
alla(13)
del par. 1.5. Annali della Scuola Norm. Sup. - Pisa.
2.
Gli
estremi del momentorispetto
ad una retta con coefficiente ango.lare positivo.
Possiamo ora dimostrare il
,
TEOREMA IX. Date due
funzioni
15(x)
e P(y)
non decresceiiti che soddi- alle(9), esistono
nella classe 7 una. ed una solafunzione
e una sola
funzioni
massimante1-Iiiitegi,-ale [tl5].
La
funzione
minimante è data dtllít(7)
e peressa Mr [O]
diventa’
La
funzione
massimante è data dalla(6) e
per essaM; ~~J
assunte ilvalore
finito
Premettiamo che
[!li]
ha sempre valorefinito ;
ciò deriva dal fattoche,
come si vedrà nelseguito
il massimo diM) [tl5]
esiste finito per le(9).
Dimostriamo l’enunciato relativo al miinimo. Essendo la funzione sotto il segno
positiva, bisogna
che perogni y
sia minimol’integrale
e per
ogni x
minimoh integrale
Per la
prima
condizione deve essere, perx > y, ~ (x y) massima;
per ladeve essere massima per
x [ y .
In conclusione il minimo diM,« [tl5]
è dato dalla-
La funzione
integranda
diventa allora .ed
M~ [4»]
assume la forma(31).
, .Passiamo ora al massimo.
Bisognerà
rendere la funzioneintegranda
. massima
in ogni pnnto.
La funzione massimante dovrà essereperciò
minimain
ogni punto,
ed èquindi
laSe sostituiamo
tale
funzione nella(30)
otteniamo la(32).
Per dimostrare che
Mr [4i0]
ha valore finitoprendiamo,
ed es., ilprimo integrale
al secondo membro della(32)
espezziamo
ilsemipiano
diintegra-
zione mediante due rette x =a, y
- b ,
con a e b, numeri realiarbitrari,
a
>
b.Consideriamo
gli
insiemiIl
deipunti
con xa, ’ T3
deipunti
cony
¿ b, I2
deipunti
con x ~ a , y b. AvremoEssendo a
>
1 la funzione di x(,x
-y)a-2 può
anche essere un infi-nito per x - y, ma è sempre
integrabile
sull’intervallo(y, a)
ed è,
Ne segue
e l’ultimo
integrale
scritto esiste finito per le(9).
Cos per
I3
si haohe,
sempre per le(9),
esiste finito.Avendo scelto
a>b,
P insiemeI2
ha distanzapositiva
dalla rettay = x , e
quindi
la funzioneintegraudti
si mantiene in esso limitata. Inoltreessa
è,
per infinitesima di un ordinemaggiore
di unnumero reale
maggiore
didue,
epiù precisamente
Infatti è
8(3 ora si suppone, come è
lecito,
7 discegliere a ) O,
y12 è
Allora sia per a -
21 positivo
che per a - 2negativo,
il fattore è compreso tra due numeri realipositivi
equindi,
per le(9)
il limite del termine al secondo membro è zero.Esiste
perciò l’integrale
esteso aI2,
e dasegue che anche il