A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
M AURO P ACELLI
Contatto con attrito tra due corpi elastici di forma qualunque : compressione e torsione
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 10, n
o3-4 (1956), p. 155-184
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DI FORMA QUALUNQUE :
COMPRESSIONE E TORSIONE (*)
di MAURO PACELLI
(Pisa).
Il
presente
studio sullacompressione
e torsione di duecorpi
elastici acontatto deve ritenersi il
completamento
di un gruppo di lavori di autori diversi(R.
D. MINDLIN[8],
J. L. LUBKIN[9],
C. CATTANEO[10], [13])
aiquali
dovrò farefrequente
riferimento. Conspeciale riguardo
dovrò riferirmi al lavoro[13],
nelquale
ilproblema
viene enunciato e studiato per laprima
volta nelle condizioni
più generali
e delquale
manterrò lc notazioni.Per
completezza riprenderò
laquestione
dalprincipio,
riassumendo a suoluogo
in modoorganico quei
risultati eprocedimenti
deiprecedenti
au-tori che mi occorrerà di utilizzare.
Siano
0,
e°2
duecorpi
elastici di formaqualunque
limitati da duesuperficie regolari Si
eS2
e costituiti di uno stesso materiale omogeneo eisotropo. Inizialmente S1
eS2
sianotangenti
in unpunto
0 e sia n = 0 x yil comune
piano ~angente.
In taleposizione
i duecorpi
vengonoassoggettati
ad una mutua
compressione
normale di entitàcomplessiva P,
laquale
ge-nera un’area di contatto o ed una distribuzione di sforzi normali
p (x y)
nel-1’area stessa.
Supposto
inoltre che nella zona di contatto siapresente
l’at-trito,
esercitando suC1
eC2
una azione torcente dimomento M,
attornoalla normale in 0 a n , 9 si genera in 6 ~ oltre alla distribuzione p
(x y),
au-che una distribuzione di sforzi
tangenziali,
di cui indicheremo con(1 , m)
le’componenti
secondo i due assiortogonali (x y) .
Stante la
uguale
natura elastica dei duecorpi
acontatto,
la presenza di sforzitangenziali (1 , m)
non altera la distribuzionedegli
sforzi normali p(x, y)
chepertanto rimangono
identici aquelli
ottenuti da HER1.’Z[2], (cfr.
(*) I principali risultati del presente lavoro sono stati già da me esposti concisamente in una Nota dal titolo : « Compressione e torsione di due corpi elastici a contatto » pre- sentata alla Accademia dei Lincei (Rend. Aoc. Naz. dei Lincei, el. se. fis. mat. nat. Serie
VIII, vol. XXI, Fase. 5-6).
[4],
pag.193),
nel caso disemplice compressione.
Precisamente assimilando81
e82
asuperficie
del secondo ordine e01
eG’2
a suoli elastici perquanto
concerne il loro
comportamento meccanico~
HER1.’Z ottenne iseguenti
risultati :1)
l’area o di contatto è ellittica con centro in 0 e assidipendenti
per orientamento egrandezza,
dalla forma e dal mutuo orientamento dei duecorpi
e dalle loro costanti elastiche.2)
assuntigli
assi cartesiani(x, y)
coincidenti congli
assi di a edetti e b i
corrispondenti semiassi,
sussiste in a laseguente
distribuzione di sforzi normaliIl
problena
della ricercadegli
sforzitangenziali in e , quando
sia pre-sente oltre alla
compressione
normale P anche un momento torcenteM,
èstato trattato nel 1949 da MINDLIN
[8],
ilquale
ne ha dato la soluzionenell,*ipotesi,
fisicamentegiustificabile
soltanto inparticolari condizioni,
di unacompleta
aderenza in 6. Nel 1951LUBKIN, riprendendo l’ipotesi,
formulatanel 1938 da Cattaneo nel
problema
dellacompressione obliqua
di duecorpi
elastici
[5],
che si abbia in a unparziale
scorrimentoperiferico,
ha dato lasoluzione esatta del
problema
nel casoparticolare
di due sfere.Indipenden- temente,
e conprocedimento
matematicodi verso,
la soluzione dello stessocaso
particolare,
nelle stesseipotesi fisiche,
veniva anche data nel 1952 da CATTANEO[10]
mediante un convenientesviluppo
in serie. InfineCATTANEO,
nel
1955,
ha trattato ilproblema
della torsione nel casogenerale
di un’area di contatto ellittica[13], precisando
le nuoveipotesi
fisiche che la formula- zionegenerale
delproblema
rendeva necessarie egiungendo
a soluzioni ap-prossimate
conprocedimento
atto ad ottenere ordini diapprossimazione
co-i munque
spinti.
Scopo
diquesta
Nota è la ricerca della soluzione esatta ed in termini finiti delproblema generale
nelle stesseipotesi poste
da CATTANEO in[131, ipotesi
che saranno a suotempo richiamate esplicitamente (cfr.
n.3).
Nella
prima parte
delpresente lavoro
si mostra come la ricercata so-luzione esatta del
problema generale
si possa formalmentecostruire,
con op-portune induzioni,
,a
partire
dallaanaloga
soluzione esatta data da LUBKIN’ nel caso di due sfere. Il
procedimento
induttivo èsuggerito
daanalogie
for-mali,
, apriori
nonprevedibili,
epermanenti
nei vari ordini diapprossima- zione,
tra le soluzioniapprossimate
date da CATTANEOrispettivamente
nelcaso di due sfere
[10]
e nel casogenerale [13J.
La seconda
parte
del lavoro è dedicata al controllorigoroso
della so-luzione
presunta
sulla base delleequazioni integro-differenziali
nellequali
si traduce il
problema
in esame. La verifica(cfr,
n.7),
non elementare an-che dal
punto
di vistaformale,
èpreceduta
da non brev~i ma necessarie pre- cisazioni analitiche che negiustificano
i successivipassaggi (cfr.
n.6).
§
1.- RICHIAMO DI PRECEDENTI RICERCHE ECOSTRUZIONE
INDUTTIVA DELLA SOLUZIONE DEL PROBLEMA IN TERMINI FINITI.I. -
Soluzione
diLubkin nel
caso di duesfere.
,
Nel 1951 J. L.
LUBKIN,
trattando ilproblema
del contatto tra due sferesoggette
acompressione
e torsione[9],
ammetteche,
per effetto della solle- citazione torsionalale di momento l~1(1),
si abbia una rotazione di0, rispetto
a
C2 ,
attorno alla normale comune in0 ,
di entità(JJ (2),
ed un concomitante slittamentoparziale
in a(che
in tal caso è circolare dipiù
pre- cisameoteegli
suppone che si abbiacompleta
aderenza traC1
eO2
in un’a-rea circolare 6* , concentrica a Q , i di
raggio,
apriori incognito,
a*a ,
es-sendovi invece slittamento nella restante corona circolare i.
Egli
ammetteinoltre che in z
gli
sforzitangenziali
siesplichino
con la massima intensitàcompatibile
con lalegge dell’attrito,
soddisfacendo cioè alla condizionedove
f
indica il valore del coefficiente di attrito statico.Assunto- un sistema di coordinate cilindriche
(e , 99 , z),
con asse z coin-cidente con la normale comune in O alle due
sfere,
se indichiamo con(ue,
ile
corrispondenti componenti
delgenerico spostamento
e con 7:z,e, 7 zz"pyoz)
lecomponenti
dello sforzo sulgenerico piano
z =cost.,
leipotesi
am-messe si traducono nelle
seguenti
condizioni analitiche:le
(2)3
e(2)4
essendo di evidentesignifica,to
fisico.(1) Le notazioni non sono quelle originarie ma sono state uniformate a quelle adot-
tate nel presente lavoro.
(N) Nel corso di questa Nota
supporremo
per semplicità co > 0.L’autore fa uso di
equazioni
differenziali stabilite nel 1899 da J. H.MICHELL
[3],
atte a determinare la distribuzionespaziale degli
sforzi in duesuoli elastici mantenuti a contatto e
soggetti
a sollecitazionetorsionale,
edinterpreta
le(2)
come condizioni a,1 contorno di taleproblema,,
che nelle at- tuali condizioni di simmetriaassiale,
viene ricondotto ad unproblema
ar-monico. In tal modo
egli giunge
allaseguente espressione
per lo sforzo tan-genziale
~w in a.(r~
-Z-0
dove è
posto
e
E (k) rappresentando gli integrali
ellitticicompleti
diprima
e diseconda
specie
e doveF ( y, 0)
e.E (v , 0)
sonogli integrali
ellittici incom-pleti
diprima
e secondaspecie
di eangolo
Il valore di- risulta infine
legato
ad co dalla relazionedove p indica la seconda costante di
2. -
Soluzioni approssimate date
daC. Cattaneo
nel caso di due sfere.Sotto le identiche
ipotesi fisiche,
maseguendo
unprocedimento
anali-tico diverso che si
presterà
ad nua successivageiieralizzazione,
nel 1952C.
CATTANEO,
hadato,
delproblema,
sempre nel caso di duesfere,
sia so-luzioni
approssimate
di varioordine,
sia la soluzione esatta mediane svi-luppo
in serie. ,(3) Non si confonda il parametro y, con la prima costante di LAME.
Assimilando ancora i due
corpi
asemispazi
elastici nell’intorno delpunto 0
dicontatto,
mediante le formuleintegrali
dovute aBOUSSINESQ e CERRUTI, (cfr. [1],
pag.126)
cheesprimono
lospostamento
delgenerico punto
in funzione
degli
sforzi suscitati nell’area dicontatto, egli giunge
alle se-guenti equazioni iutegro-differenziali
valide in oove è
posto
1 e p essendo le costanti di LAME comuni
ai
datecorpi
elastici. Fa- cendo osservare che l’assenzacompleta
di scorrimenti in o dàluogo
a ri-sultati in contraddizione con le
leggi
dell’attritostatico,
FAutore ammettecome
LUBKIN,
che esista un’area diperfetta
aderenza 6*, circolare concen- trica e interna a o, e una corona circolare T di scorrimenti.Egli
ammetteinoltre che lo sforzo
tangenziale (l, ~m)
sia ovunque normale alraggio
O p e soddisfi alla
(1).
Ciòpermette
di porre inessendo
con 9 = |OP| .
Ulteriormente
1’Autore, guidato
da,snggerimenti
di caratterefisico,
pre-sue
che lo sforzotangenziale
in P risulti anche iu o* come in t ,ortogo-
.
nale al
raggio
0 P congrandezza dipendente
dalraggio medesimo = |OP|
-Ciò
permette
di ritenere anche unalegge
deltipo
dove
99*
è unaincognita
funzionedi 9
nulla sul bordo di a, assieme allasua derivata
prima,
condizionequest’ultima
atta ad assicurare la continuitàdegli
sforzi attraverso cr..3. Annali della Scuola 2Vb?’?M’. Sup. - Pisa.
Sostituendo le
(6)
e(7)
nel sistema(5), egli giunge
alla unicaequazione integrale
- -
,
con C costante indeterminata. Il
problema
è cos ricondotto alla determi- nazione della funzione(e)
e delraggio
a~ di o~ soddisfacenti alla(8).
Il
procedimento
diapprossimazione seguito
dall’Autore per risolverel’equazione (8)
si riassume neiseguenti
termini. Postoegli approssima
la funzione arc sen,u)
col suo svi-luppo
di MAC-LAURIN secondo lepotenze
di ,u , y arrestato ad un certo or-dine n,
2e
dimostra,
facendo uso dei risultati di[7]
che lacorrispondente
soluzionedella
(8)
risultai coefficienti
As
essendo univocamente determinati.Mi limito a
riportare
i risultati diprima
e secondaapprossimazione
per l’interesse che essi avranno nelseguito.
Posto ancora- a* ,
a 9 si ha :I
approssimazione
II
approssimazione
(4) Da non confondere con la seconda costante di LAMÉ.
La
(12)
o la(14)
determinano ilraggio incognito a*
in funzione di co(tramite l)
inprima
e secondaapprossimazione.
Come risulterà da controlli successivi taliapprossimazioni equivalgono
adanaloghe approssimazioni
de-sunte direttamente dalla soluzione
(3), (4)
di LUBKIN.Nella stessa Nota l’Autore dà anche la
espressione
esatta di ~~ me- diante una serie dipotenze
di ft* con unprocedimento
basato sullapossi-
bilità di
sviluppare
il secondo membro della(8)
in serie di una successione dipolinomi in g2 ,
ycompleta rispetto
alle funzioni die2 regolari
in o. Nonriassumerò tale
procedimeuto poichè,
pergli scopi
delpresente lavoro,
sonosufficienti le soluzioni
approssimate (11)-(14).
3 -
Soluzione approssimata
data da C.Cattaneo
nel casogenerale.
In una nota successiva C. CATTANEO tratta
l’analogo problema
per due solidi elasticiomogenei
eisotropi
limitati dasuperficie
di formaqualunque [1 3],
e, assumendo alcuneipotesi
usicheche,
inparte,
sono la naturale ge- nera,lizzazione diquelle già
adottate nel caso di duesfere,
mostra come ilprocedimento
di calcoloapprossimato
utilizzato inquel
casoparticolare
siaatto a risolvere anche in
questo
caso ilproblema
congrado
diapprossima-
zione comunque
spinto.
Allo scopo 1’Antore ammette leseguenti ipotesi
cheriporto integralmente
e che saranno da me adottate per la ricerca della so-luzione esatta : ’
« I. Contiuuità,. Lo sforzo
tangenziale (l ,
è finito e continuo in tuttal’area 9 .
II. Validità locale delle
leggi
di attrito. Iu tutta o esso soddisfa alladisuguaglianza
essendo
f
il coefficiente di attrito tra i duecorpi
e p lo sforzo normale.III. Zone di aderenza e di slittamento. Vi è assenza di slittamento lo- cale in un’area ellittica 6* di
semiassi a. e b*,
concentrica coassiale omo-tetica a e y e interna ad essa. Si
producono
invece slittamenti nella residuacorona ellittica
marginale
che chiameremo r .IV. Struttura analitica
degli
sforzi e loro dinezione. Nell’anello rgli
sforzi
tangenziali
sono deltipo :
dove è una
opportuna
funzione die
con
(si
presume con ciò che lo sforzotangenziale
in z abbia una ben determi- nata struttura analitica e abbia inoltre ovunque,in r ,
la stessa direzione che esso avrebbe inassenza completa
di scorrimento(5).
V. Condizione di massimo sforzo
tangenziale compatibile
con l’attrito.Subordinatamente alla condizione IV
(16)
la distribuzionedegli
sforzi tan-genziali
in 7: è tale che in almeno unpunto
di r la II(15)
sia soddisfatta peruguaglianza (potendo
nei rimanentipunti
di r essere verificata per di-suguaglianza)
».In virtú delle
ipotesi II, IV, V,
1’Antore determina la equindi gli
sforzitangenziali
in :dove,
come ègià
statodetto,
si èposto
(5) L’Autore aveva precedentemente dimostrato nella stessa Nota che la soluzione del
problema di contatto nel caso di assenza di slittamento era data da
dove a
e fl
hanno appunto l’espressione (17) e (18). Lo stesso risultato era già stato ot- tenuto, per altra via, da MINDI,iN~8].
Anche in
questo
caso, comegia
nel caso di duesfere,
l’Autore ricorre alleequazioni
diBoussINEsQ
e CERRUTI(5).
Indicatecon 1,
e m* le com-ponenti
cartesiane dello sforzotangenziale
in (1*, 7 leequazioni (5)
vengonoposte
nellaseguente
formapiù
comoda :In tali
equazioni
i secondi membri sononoti,
mentre sipresentano
co-me
incognite
lefunzioni l* - lt , m*- mz
definite in g* , e isemiassi a.
eb*
di o* o, se sivuole,
ilrapporto ,
di omotetia tra 6~ e 6.
Seguendo
ilprocedimento
diapprossimazione già
adottato per il caso di due
sfere,
l’Autore risolve leequazioni (21) ponendo
dove è
posto
a essendo ancora dati dalle
(17)
e(18). Le a1,
sono ovviamentenote,
mentre le vengono determinate risolvendo un sistema
algebrico
cui ci sir
riduce sostituendo le
(23)
e(24)
nelleequazioni (21),
e utilizzando i risultati analitici di[12].
Riporto
anche ora i risultati diprima
e secondaapprossimazione.
I
approssimazione
II
approssimazione
Le
(26)
e(29) determina-no A
equindi,
per la(22),
a~ eb~ ,
in funzionedi col ? come la
più piccola
radice che al valore A =1 facorrispondere
(û ‘ 0.Si
può
controllare facilmente che tali soluzioni diprima
e seconda approssimazione
coincidono per a -- b con leanaloghe approssimazioni
nel casodi due sfere. Infatti
posto pag. 6)
e ricordando che è
(cfr. J
si
può
scrivereed essendo
[11] :
si ottiene
Dopo
di ciò il controllo diviene immediato.4.
Costruzione induttiva dellà soluzione
intermini
finiti nel casogenerale.
Mostreremo ora, che si
può
costruire unalegge
formale laquale
per- mette di ottenere la soluzioneapprossimata
delproblema
nel casogenerale
a
partire
dallaanaloga
soluzionerelativa
al caso di due sfere e, cosa ve- ramentenotevole,
che talelegge
nondipende
dall’ordine diapprossimazione
considerato.
Per la
prima approssimazione
si ha :a)
Caso di due sfereSforzi
tangenziali
in’
cioè,
essendoLegame
tra col e 1 :con
b)
Casogenerale
Sforzi
tangenziali
incioè essendo
Legame
tra cos a ,~:con
Per la seconda
approssimazione, procedendo
in modoanalogo,
sipuò
scrivere
(cfr. [10]
pag. 13 e[13]
pag.39) a)
Caso di due sfereSforzi
tangenziali
in o~ : -Legame
tra co e ~ :con
b)
Casogenerale
Sforzi
tangenziali
in 6~ :Legame
tra w e 2:con
Dal confronto delle
(31) (32)
con le(33) (34)
e delle(35) (36)
con le(38) (39)
appareche,
aparità
diapprossimazione (6),
la soluzione nel caso di duesfere e la soluzione nel caso
generale
possono assumere il medesimoaspetto
formale che è sempre del
tipo
pur di
dare
alle lettereA,
u* ,G,
una volta ilsignificato (37)
e una voltail
significato (40).~
Poichè tale
legge
formalè con laquale
si passa dalla soluzione relativa al caso di due sfere alla soluzione relativa al casogenerale
èvalida
perqualunque
ordine diapprossimazione,
appare naturale tentare di costruire la soluzione esatta relativa al casogenerale, applicando
la medesimalegge
alla soluzione esatta data da LUBKIN nel caso di due sfere
((3) (4)).
A tale scopo mostriamo anzitutto che è
possibile
porre la soluzione di LUBKIN in una forma deltipo (41).
Dalle(3)
consegue infattied essendo
(cfr.
le(6))
(s) Si potrebbe controllare che la
proprietà
sussiste per unaapprossiniazione
di or.dine
qualunque.
ove è
posto
Il valore di A è
poi
individuato dalla relazionecon
Le
(42)
e(43)
sono effettivamente deltipo (41).
La materiale sostitu- zione dei valori(40) per A ,
,u~ ,G ,
conduce allora a presumere per il casogenerale
laseguente
soluzione 4dove è :
(7) a
e fl
hanno anoora il significato (17) e (18)., Fin
qui
non si tratta che di unasemplice presunzione.
Unprimo
controlloparziale
si ha osservando che le(44)
per a = b si riducono in virtù delle(30)
alla soluzione(3) (4)
relativa al caso di duesfere..
Un secondo controllo
parziale può
aversi verificando che la soluzione(44)
differiscedalla approssimazione n -
ma ottenuta da CATTANEO a meno di infinitesimi d’ordinesuperiore
ad itrispetto
ad 1- ~.Riportiamo
ap- presso i calcoli relativialje prime
dueapprossimazioni.
Ricordando che è sen per note formule di
i--
derivazione
degli integrali
ellittici(cfr. [11],
pag.282)
si haSe
quindi poniamo
si ottiene
Da ciò consegue per le
(33), (38)
e(44)
Questi
risultati ci assicuranoche l. (x , y ; 1)
e1(11 (x ,
y ;1)
differiscono per termiui di ordinesuperiore
alprimo
in1- ~, ~
mentrel~ (x ~ y; ~,)
ed1~2~ (x , y ; ~,)
differiscono per termini d’ordinesuperiore
alsecondo
in 1- ~,.Inoltre, poichè
risulta(cfr. [11]
pag.297)
dalla
(44)3’ trascurando
termini digrado superiore
al secondo in k(al pri-
mo in 1-
2)
si òttienela
quale
coincide conl’analoga
relazione(26)
ottenuta da CATTANEO(nel
caso
generale)
inprima approssimazione,
e trascurando termini digrado
su-periore
alquarto
in k(al
secondo in1- ~,)
si ha .,
che coincide con la
(29),
ottenuta in secondaapprossimazione.
Se
quanto precede
vale aspiegare
le induzioni con cui è stata formal-mente ricavata la
(44),
resta tuttavia necessario un controllorigoroso
della~
formula medesima. Ciò è
quanto
faremo nelseguente paragrafo.
§
2. - VERIFICA DELLA SOLUZIONE.5 - Una utile
trasformazione
deiprimi
membri del sistemaintegro-dif-
ferenziale (21 )
incorrispondenza
allasoluzione presunta.
Mostreremo ora con tutto
rigore
che le(44)
forniscono la effettiva di- stribuzionedegli
sforzitangenziali
nell’area diperfetta
aderenza a* di semiassi’
Per tale scopo faremo uso delle
equazioni integro-differenziali (21).
Po-niamo anzitutto _
con’
Ciò premesso, sostituiamo nelle
equazioni (21)
inluogo
delleincognite funzioni 1* - lz ~
7 M* - 7nz , 9 la soluzionepresunta (44).
Con leposizioni (45) (48) (49)
essedivengono
Poichè F
(x y ; ~
e 4S(x y ; ~ n)
sono funzioninote,
dobbiamo verificare che le(50)
restano identicamente soddisfatte sealla 99 (~ ~ r~; Â)
si sostituiscel’espressione (45)
e i semiassi di a* sono individuati dalle(44)3
e(47).
Effettueremo la verifica soltanto per la
prima
delle(50),
valendo lo stessoprocedimento
per la secondaequazione.
Alla verificaformale,
che verrà e-seguita/
al n.7,
facciamoprecedere,
nelprossimo
n.6,
alcuneprecisazioni analitiche,
necessarie alcompleto rigore
della dimostrazione(8).
Alcune proprietà delle funzioni 99 (~ , ~ ; 1)
ed y ;A)
=I)
Fissato un valore di Â. nell’intervalloaperto (0,1)
la funzione~ (~ , r~ ; ~)
è continua nelhinsieme chiuso- o,(luogo
deipunti (~ , q)
per cui ,risulta 1
Tale
proprietà
è immediata conseguenza della definizione stessa(45).
’
II)
Nello stesso intervalloaperto (0, 1) la 99 (~, f); Â)
è funzione conti-nua uniformemente
rispetto
a(~ , q)
in a* .’
(8) Chi accetti la legittimità di alcune operazioni analitiche (di passaggio al limite
o di derivazione sotto il segno di integrale) può eenz’altro passere al n. 7.
La
proprietà
è conseguenza immediata della definizione(45).
III)
Al tendere di 2 ad 1 la classe di funzioniin ~ (~
n;~) ,
ciascuna definita nel
corrispondente
campo 6~(A),
converge(non
uniforme-mente in
a*)
al valore costante 2013 ] .Ricordando che è
sen0:=’u*
si ha(cfr. [11]
pago1l )
p 1
e
quindi (5_I)
Osservando
poi
che la funzione non converge.. ,-- ,
uniformemente ad
1, per À tendente
ad1, si può
,
asserire che
neppure lu cp(~
y ~;Â)
converge uniformemente.(IV)
La si annulla sul contornol~ (~,)
di~~ (~,).
(À)
è fl*(E , n; y)
= O equindi
0 = arc senu*
- O . Essendo inol-fl
tre
(cfr. rl1]
pag.10) F (Â , 0j
= 19(~, ~ 0)
=O ,
si ha per la definizione stessai
e,
sul contorno 1 (2)
di o(A)
di nor-male n orientata verso l’interno di
vale la
seguente
identità inQ~ (~) ,
~, , qaa-Iunque
sianoRicordando’
che
èposto si
ottienecioè
Se infine facciamo uso delle formule di trasformazione
., _
1
(valide
sia perh (x y; E, n) = r
sia perh(x, y ; E, n) = r (cfr. [6].
pag.210)
sia continua con derivate
prime
continue ino*).
sigiunge
al risultato enunciato.
È
inoltre utile per ilseguito
osservare che :1b
fissato(E , n) ,
g(E ,
q ;2)
è funzione crescente di A nell’intervallo(0, 1).
2°
g (~ ~ ~ ; ~,)
è funzione continua di(~ , r~)
nell’insieme chiuso 6~(A) .
3°
f (x, y ; E , n) è
sommabilerispetto
a(E , q)
nell’insieme 03C3[03C3* (1) - 6],
-
VI) Detto 20
unqualunque
numeropositivo
minore ouguale
ad1,
se2 verifica la lirnitazione
Ao ~ ~ ~ ~
si ha :ed essendo
resta dimostrata la
(56).
L’ultimo limite sipuò
calcolare per es:procedendo
nel modo
seguente.
Per le formule di trasformazione(55)
si hae
quindi
iposto
E
poichè risulta,
per l’assoluta continuitàdell’integrale
resta dimostrato che è
VII)
Fissato(x, y)
comunque nelpiano
si ha :Cominciamo ad osservare che per la
(51)
e per la continuità di gi(~ ? ~ ; l) rispelto a À,
nell’intervalloaperto (0,1),
sipuò
scriveredove ~
rappresenta
unopportuno
valore compreso tra A ed 1(A
>A) .
Ciòpremesso si ha i ;e
Per la
(53),
ricordando leproprietà della g (~ , r~ ; Ä) [cfr. V), infine],
siha ancora
(9) Non essendo verificate, in questo caso, le ipotesi assunte negli ordina~ri teoremi di
passaggio al limite sotto il segno di integrale, occorre dimostrare la (57) con procedi-
mento particolare. -
4. Annali della Scuola Norm. Sup. - Pi8a.
Fissato ora s
>
0 arbitrario sipuò
determinarecorrispondentemente
trenumeri
positivi ~1’ ~2 , ~3
tali cheper 1 - A b, (essendo
F(x , y ; ~ , ~)
som-mabile in
6) ,
risultie per
Indicato con 5 il minore dei numeri i
quindi
,i r
VIII)
Fissato comunque(x, y)
in a, risultaDimostriamo in un
primo
momento che9(X,
y ~A)
ammette derivata si- nistrarispetto
a Â, e che tale derivata coincide col secondo membro della(58).
Indichiamo con~o
un valore compreso tra 0 e 1supponiamo
0~ ~o . Poichè p (~ , r~ ; ÅO) e
9A(~ , ~ ; ~o)
sono definite inogni
ellisse 6*(l)
con A[ ~o,
si
può
scrivere :-
I>
Per il teorema del valor medio e per la
(53),
si h :Si ha
pcrtanto
Consideriamo ora il
Posto
il limite considerato coincide con la derivata sinistra
rispetto
a~, , per A == 20 , 2).
Poichè lay ; 8 , q)
nondipende
da A ed è in-tegrabile
in(À) , posto
Essendo 03B2 (± a y , l)
=Ò ,
iprimi
dueintegrali
sononulli,
mentre per lai .. ,
(51)
si annullanogli
altri due perQuindi
èScelto
quindi E >
O arbitrario sipuò corrispondentemente
determinareun
ó1
tale che per20
- 2~1
sia’
Inoltre,
per laúniforme.
continuità dellag (8 , q ; À)
in G*(2)
e per la(56), posto M =
, e fissato e> 0 ~
sipuò
ancora determinare corri-a
spondentemente
tre numeri03B42, 03B43, 03B44
tali chesia,
perIndicato
quindi
con ó il minore deiquattro
numeri~1 , ô2 , ~3 ~4’
1 perAO
2013 ~~
si ha :Rimane con ciò dimostrato che la derivata sinistra di
~(x ,
y ;l)
coin-Consideriamo
ora la derivata destra di y ;2) rispetto
aA ,
per À =Ao -
Essendo
ora A~ , n ; A)
e99A (~, n ; 2)
risultano definiteoltrechè
in a,t2)
anche in a. e
quindi possiamo
scrivere :con A compreso tra A
e Ao ,
Essendo inoltre(cfr. (53))
risulta
Facendo uso delle formule di riduzione per
l’integrale
ed
applicando opportunamente
ilprimo
teorema dellamedia,
conprocedi-
mento comune a
questo
genere diquestioni,
tenutapresente
la(52),
sidimostra che è
Fissato
quindi
0 arbitrario sipuò corrispondentemente
deter-minare un
ó,
tale che per A- Åo ój
siaInoltre per la uniforme continuità della
funzione g (~ , ~ ; l) rispetto
2per
(~ , q)
in G*(20) ,
essendof (x , y ; ~ , ii)
sommabilein g,, (~,o)
fissato E>
0 sipuò
determinare unb2
tale cheper A
r-~o 52,
1 siaed infine essendo per
(~ , 9y) su 1*
2lim g (~ ,
ii ;Â)
= O[(cfr. VI)
diquesto n.]
A-4
si
puó
ancora determinare unó3
tale chesia, per A
-10 ó3
1Indicato con b il minore dei numeri
~i, Õ2 , ~3,
1per A
-20 ~
risultaRimane
pertanto completamente
dimostrato l’asserto enunciato(58).
7 -
Verifica della (50)1.
,Siamo finalmente in
grado
di dimostrarerigorosamente
che la funzione g(~ , r~ ; l) (definita
dalla(45))
rende identicamente soddisfatta laprima
delle(50),
chequi
riscriviamo .purchè
sia Adefinito,
in funzione di w dalla relazionee
,dalla
condizione che per co m 0 sia A =1.Derivando
primo
e secondo membro della(59) rispetto
ad cos si ottienel’equazione
- -
-
ed è facile verificare che
questa
èequivalente
alla(59).
Infatti dalla(61)
sitrae
l’equazione equivalente
dove u
(x , y)
è una arbitraria funzione di x e y, y ma non di A.Passando al limite nel
primo
e secondo membro per 0(A
-~1),
ri-cordando la
(37),
si ottienee, con tale
espressione
della u(x ~ y) ,
la(62)
coincide con la(59). È
suffi- ,ciente
perciò
verificare la(61).
In virtù della(58)
si haed essendo ancora, per la si
può
scrivere1 Gli
integrali
cui ci si è ridotti in tal modo sono ben noti(cfr. [12j
pagg. 7
e 11) ; precisamente
si hacon
mentre
12integrale
è unpolinomio
di secondogrado
in x2e y2
í
i cui coefficienti sono dati in
formà esplicita
nella Nota citata. Di tali coefficienti interessa soloqaello
del termine inx2 y2 ,
ilquale
è dato da Effettuandoquindi
le derivazioni indicatea secondo membro della
(63), questa
divieneed essendo
(cfr. [13]
pag.31)
si ha
La
(50),
èpertanto completamente
verificata e in modoanalogo
sipuò
controllare la
(50),.
Resta cosprovato che,
nelleipotesi
assunte(cfr.
n.3)
il
quadro (44)
fornisce l’esatta soluzione matematica delproblema
considerato.BIBLIOGRAFIA
[1] -
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