A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
Notizie storiche sulla R. Scuola Normale Superiore di Pisa
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 1re série, tome 1 (1871), p.I-XLVIII
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NOTIZIE STORICHE
SULLA
R. SGUOLA NORMALE SUPERIORE DI PISA
Fu
già
conragione
osservato dalCousin,
come unode’
piú grandi
meriti del secol nostro sia lo averposto
incima dei suoi
pensieri,
e fra lepiù
ardue eimportanti questioni,
l’ ordinamento eperfezionamento
della istru- zione secondaria. Nei secolipassati
essa era comeposta
fuori del moto sociale e
scientifico,
equasi
soltanto ordi-nata ad un ufficio
pedagogico
di pocaimportanza. Oggi
essa attrae a sè le cure
degli
uomini di scienza e distato,
i
quali
tuttiegualmente
riconosconoquanto importi sciogliere
il
problema
del suomigliore
ordinamento.Egli
èperchè
datutti si ha la
persuasione,
che soltanto colmiglioramento
ecolla diffusione della istruzione secondarla
potrà
ottenersiun
grande
avanzamento nella culturagenerale.
Il mezzo
più
efficace per riuscire aquesto intento,
è
riposto
nella buona scelta di un corpoinsegnante,
cheveracernente riunisca in se tutto
quel
tesoro dicultura,
yche esso deve comunicare alla
gioventù.
La classedegli insegnanti
liceali eginnasiali,
nella sua dimessa condizionee nella sua
paziente
e malcompensata fatica, può
gran- demente contribuire a formar l’ avvenire della societànostra, perchè
da essadipende
in granparte
ilpiù
uni-versale carattere che
assumerà P intelletto
dellagente
colta.a
II
Questa verità,
come tantealtre,
fu divinatadagli
uominidella francese
rivoluzione,
che in mezzo alleagitazioni
edai combattimenti di una società che
periva
e di una na-scente,
conobbero laimportanza
della istruzionesecondaria,
e trovarono
agio
di pensare almiglioramento
di essa.Sarà memorabile nella storia delle istituzioni
pedagogiche-
il Decreto del 9
Brumaire,
annoIII,
colquale
si fondaa
Parigi
una Scuola Normale « ou serontappelés
de toutesles
parties
de laRépublique
descitoyens déj à
instruits dans les sciencesutiles,
pourapprendre,
sous lesprofesseurs
lesplus
habiles dans tous les genres, 1’artd’ enseigner (~)
».La scuola Normale Francese si
apr
nel1795,
sottola
sorveglianza
di due membri della Convenzione. Il nu-mero e il valore de’
professori
cheinaugurarono quella
scuola era
tale,
da farci vedere in che conto tenessero i Convenzionali la cultura nuova che dovea sorgere da1’)
Ecco il Decreto di fondazione:Art. 1. er Il sera établi a Paris une École normale ou
seront
appelés
de toutes lesparties
de laRépublique
descitoyens déjà
instruits dans les sciences utiles, pour appren-dre,
sons lesprofesseurs
lesplus
habiles dans tous les genres,l’art
d’enseigner.
Art. 2. Les administrations de districts enverront à 1’École normale un nombre d’élèves
proportionné
à lapopulation.
Labase
proportionnelle
sera d’un pourvingt
mille habitants.A Paris les élèves seront
désignés
par l’administration dudépartement.
Art. 3. Les administrations ne pourront fixer leur choix que sur des
citoyens qui
réunissent à des moeurs pures unpatriotisme
éprouvé et lesdispositions
nécessaires pour rece-voir et pour
répandre
l’instruction.Art. 4. Les élèves de l’úeole normale ne pourront étre àgés de moins de
vingt
et un ans.Art. 5. Ils se rendront à Paris avant la fin de frimaire
prochain.
Ils recevront pour ce voyage, etpendant
la durée ducours normal, le traitement accordé aux élèves de
l’Écolc
centrale des travaux
publics.
III
- quell’istituto. Lagrange, Laplace, Berthollet, Monge, Haúy,
Daubenton e Thuoin si dividevano 1’
insegnamento
dellescienze Fisico-Matematiche. La Grainmatica
generale,
laLetteratura,
laStoria,
laGeografia,
l’Analisi dell’ inten- dimento e la Morale eranoinsegnate
daSicard,
LaHarpe, Volney, Buache,
Mentelle e Bernardin de Saint-Pierre.È
difficile trovare riunito unpiù
solenne consesso di cele-brità in uno stesso istituto. Mille
quattrocento
allievi si raccolsero intorno alle loro cattedre(1) .
La nuova scuola durò poco. Ma 1’
esempio
eradato;
il
bisogno
di unpiù
acconcio corredo di scienzanegli
inse-gnanti
si faceasentire,
e di tratto in tratto 1’ attenzionegovernativa
era richiamata suquesto argomento;
mapiù gravi pensieri
preoccupavanogli
animi ne’primi
anni diquesto
secolo. Finalmente nel 1808 il governonapoleo-
nico rialzò la Scuola dotandola di aiuti
importanti,
e diun convitto.
È singolare
la ventura che toccòpoi
alla Scuola Nor- malefrancese,
diseguire
cioè il movimento delle ideeliberali,
e di accomunare le sue sorti colle sorti diquelle.
Soppressa
nel 22 persospetto
ditroppo
libera indoled’
insegnamento, riaperta
nel30,
fiorquando
la libertàfece
progressi
nellospirito pubblico
e inquello
de’govern.i:
intrist sotto i
reggimenti assoluti,
aiquali
soffiavano dubbie
sospetti
contro di essa le illiberaliopinioni
della fazioneclericale.
Abbiamo
espressamente
ricordato la fondazione dellaArt. 6. Le Comité d’instruction
publique désignera
lescitoyens qu’il
croira lesplus
propres àremplir
les fonctionsde
professeur
dans l’École normale, et en soumettra la liste àl’approbation
de la Convention. Il fixera leurs salaire deconcert avec le Comité des finances. e
V. École Normale, Réglements ec.
Paris,
Hachette, 1837.(’)
Jourdain.Rapport
surl’organisation
de l’InstruetionPublique,
Paris. 1867.IV
scuola Normale
parigina, perchè
ad imitazione di essa fu laprima
volta dallo stesso governonapoleonico impiantata
in Pisa una Scuola
Normale;
eperchè
alla reminiscenza seb- ben lontana di essa, si dovette inparte
lo stabilimento suc-cessivo di
questa
nostrapresente Scuola, che, migliorata oggi
e coltivata conogni diligenza,
comincia apotere
essere
giudicata
dai suoi frutti.A trarre sull’ Università di Pisa
gli sguardi
del go-verno
napoleonico,
e indurlo a fondare accanto ad essauna Scuola
Normale,
dovette per certo conferire gran- demente il noto eprezioso privilegio
che la Toscanapossiede
sopra tutte leprovincie sorelle,
dellapiù purgata
e schietta forma dell’ idioma italiano.
Nel 1813 in data del 29
Gennajo
usc un decreto colquale
si stabiliva in Pisa una Succursale della Scuola che per lo scopo e per l’ ordinamento si mo-dellava su
quella
diParigi.
Inconnessione’
colla Succursale della scuola Normale eraegualmente
istituito un _Pensio-nato il
quale quasi
comeappendice
delconvitto,
dovea servire aperfezionare
alcuni scelti alunni in tutti i rami del sapere, eccetto inquelli
delle letteree delle scienze
fisíco-matematiche,
lequali
sole erano dispettanza
della scuola Normale.Prima di dare uno
sguardo
all’ ordinamento diquesta
scuola Normale
pisana,
è mestieri ricordarequale
fosselo
spirito
della Scuola Normale dellaRivoluzione,
per farne il confronto colla nuova ScuolaNapoleonica,
e conquesta
sua
figlia.
L’ Assemblea Costituente aveaprescritto
diorganizzare
una istruzionepubblica
comune a tutti i cit-tadini. E il decreto della
Convenzione,
che come conse-guenza di
questo
concetto dellaCostituente,
fondava unaScuola Normale destinata a formare
gl’ insegnanti,
eraispirato
dagrande ampiezza
diconcetti,
e dava al suodisegno
di fondazione una forse soverchiaampiezza
diforme. Fin d’allora per altro s’incontra la divisione
degli
V
insegnamenti
della Scuola in Lettere e Scienze Fisico- Matematiche.Ma 1’ ordinamento
degli
studi non erarigoroso.
Lelezioni erano
troppo accaden1iche,
nèpotevano
essere pro- fittevoli a tutti igiovani; gli
alunni stessi erano benlungi
dall’essere istruiti nelle scienze
utili,
come richiedeva il decreto difondazione;
e per altraparte questa
norma 111e- nomava F efficacia dellaistituzione,
orrendo la culturaa chi ne avea forse meno
bisogno.
NelRegolamento
diquella
Scuola Normale della Rivoluzione si trovanoprescri-
zioni le
quali
hannopiuttosto
in mira un certosplendore
di
forma,
che non la vera e solida cultura. Lo compro-vano
gli
articoli delRegolamento (24 Nevoso,
annoIII)
che stabiliscono come ad
ogni quintidis
iprofessori
riunititerranno in presenza
degli
alunni unaConferenza,
allaquale
saranno invitati idotti,
i letterati egli
artistipiù
chiari : che le
lezioni,
ledispute
e le conferenze cheavranno
luogo
nella Scuola Normale saranno raccolte inun
giornale
ilquale
sarà distribuito ai membri della Con- venzionenazionale,
aiprofessori
delle Scuole Normali(1),
e inviato alle amministrazioni dei distretti della
Repubblica,
e a’ suoi
ministro,
consoli eagenti
all’ estero. Fuquesta troppo
pomposa indole dell’insegnamento
e la rnancanzacompleta
didisciplina scolastica,
che resero vana la fon- dazione diquella Scuola,
talchè la Convenzione stessa pocodopo
si trovò costretta asopprimerla.
Nella Scuola Normale
napoleonica,
e inquella
Succursaledi
Pisa,
s’incontra all’opposto
un soverchiospirito
di disci-plina
scolastica ed unaorganizzazione
coscompassata
emetodica,
che dà loroquasi aspetto
d’istituzione militare o(i)
Gli allievi della Scuola normale diParigi,
doveano alritornare nei loro
distretti,
fondare altre Scuole Normali secondarie per le persone dell’ uno e dell’altro sesso, che volessero darsi all’ insegnamento. - École Normale,Régle-
ments,Programmes
et Rapports. Paris. Hachette 1837.VI
monastica. Ben è vero che tuttociò è
compensato
da moltis-simi notabili
miglioramenti
nell’ ordine dell’insegnamento
edella scienza. Gli allievi non sono
presi
confusamente dallamassa dei
cittadin i,
ma accuratamente scelti fra imigliori giovani
che escono dai Licei(1 ~ :
èregolata
conprecisione
la divisione di Lettere e di Scienze
Fisico-Matematiche,
ea ciascuna
assegnato
uno dei Grandi Istituti( CollegiG
diFrancia,
ScuolaPolitecnica,
1fuseo di StoriaNaturale)
perricevervi 1’
insegnamento ;
sono fissatgli
anni di studio:è
proporzionato
il numerodegli
allievi albisogno
annualecl.e’ Licei: sono
obbligati gli
allievi stessi ad assumere l’im- pegno di restare 10 anni almeno nell’insegnamento dopo abilitati,
edobbligati
aprendere
igradi
accademici per ottenere 1’abilitazione;
sono tenuti finalmente ad entrare nelCon;itto,
conregola
e vita comune(2).
Su
queste
basi siappo ggia
ilRegolamento
didisciplina applicato
alla Succursale della Scuola Normale istituita inPisa,
allaquale
era nominato Direttore in data del 5 Febbraio1813,
l’ esimio Prof. Gerbi(~) .
Unaprescrizione
1’)
Titolo XIV del decreto 17 Marzo 1808 Art. 111.(2)
Art. 113, 114 - 117 - 112 - 118 - 115. Vedi anche ilRegolamento
del 30 Marzo 1810 Tit. II. §. 3.(3)
Il Prof. Ranieri Gerbi fu uno deipiù
chiari inse-gnanti,
che abbiano illustrato la Università di Pisa neiprimi
40 anni del secolo. Nominato
professore
di Matematiche nel 1789, tenne la cattedra diAlgebra,
e nel 97 passò aquella
di Fisica teorica. Pubblicò
varj
scritti fra cui furono meri- tamente lodati una Dissertazione sul sistema del -La storia naturale di un nuovo insetto; - Il Corso elemen- tare di Fisica ; - Le Lezioni" elementari di Fisica
generale;
oltre a molti articoli di scienza
pubblicati
invarj periodici
especialmente
nella Biblioteca Italiana e nel Nuovo Giornale de’ Letterati. Fu membro di varieaccademie,
fra cui sonoda notare la Reale Accademia di Torino, la
Regia
Societàdi Scienze di
Gottinga
ec. I meritiacquistati
dal Prof. Gerbi nella sua vitascientifica,
lo fecero proclamare Presidente del PrimoCongregso degli
scienziati italiani.VII
generale
delRegolamento
determina che « lo statuto sull’amministrazione,
ladisciplina
e 1’insegnamento
dellaScuola Normale dei 30 Marzo 1810 è
applicabile
allaSuccursale di
questa scuola,
eccettuate le differenze spe- cificate nelpresente Regolamento
». Combinando leprescri-
zioni dell’ uno e dell’ altro si
può dunque
avere unconcetto
preciso
dell’ ordinedegli
studi e delladisciplina
nella succursale
pisana.
L’ ordine
degli studi,
per incominciare dall’ essen-ziale,
ciapparisce
ben connesso nelle sueparti
equasi
diremmo
gettato
d’ un sol pezzo, sorretto da concettiibndamentaliy
che son rimasti invariati anchedipoi.
Iprimi
mesi del corso normale son consacrati ad una revisionegenerale degli
studi fatti nei licei. Gli al- lievi s’inscrivono al corso di treprofessori
della Facoltàdi scienze o di
lettere,
a seconda della loro destinazione.E per le scienze in
particolare
si ha una sottodivisione diquegli
allievi che si destinano alle scienze fisiche(che
nelprimo
anno studiano fisicagenerale
esperimentale,
chi-Jnica, mineralogia
egeologia
- e nel secondo anno bo-tanica,
fisicavegetale, zoologia
efisiologia )
edegli
La rinomanza e il valore riconosciuto del Prof. Gerbi attirarono sopra di esso l’attenzione del Gran-Maestro dell’Uni- versita
Imperiale,
che lo volle alla direzione del Pensionato accademico e della Succursale della Scuola Normale. A pro-posito
di questo incarico citerò leparole
scritte molto tempoaddietro dal chiarissimo Prof.
Luigi
Pacinotti: « Sotto la dire-« zione del Gerbi fiori sommamente il nuovo
stabilimento,
e« dimostrò la saviezza e accortezza somma da lui usata nello
«
scegliere
abilisottoposti
e alunni di moltoingegno.
Nel« breve tempo che questa Scuola Normale rimase in piedi ne
« escirono tanti buoni allievi, da fare udire non solo
dispiacere
« generale alla
soppressione
di quella, ma rimanere tuttora« vivo nei
più
savi il desiderio di vederla ripristinata a van-« taggio
della pubblica istruzione»Pacinotti, Biografia
delCav. Prof. Ranieri Gerbi.
VIII
altri che si dedicano alle matematiche
( che
nelprimo
anno seguono il corso di calcolo differenziale e
integrale,
oltre le altre cattedre comuni di matematiche - e nel secondo i corsi di meccanica e di
astronomia).
Gli allievi che sivolgono
alle lettere seguono tre corsi che sarannoloro
assegnati
dal direttore della scuola. Questaprescri-.
zione mostra che nelle lettere si mirava a
dirigere
igio-
vani verso
gli studj speciali,
secondo l’indole e l’attitudine.di ciascheduno.
Oltre le lezioni de’
professori
delle Facoltà vi sono pergli
alunni della scuola alcuneConferenze,
dellequali
ilDirettore determina il numero, la
durata, l’ oggetto
ed ilmodo. In
queste
conferenzegli
allievi delle Facoltà di letterespieg ano
ed analizzanogli
autoriclassici,
erispon-
dono alle difficoltà che si propongono vicendevolmente.
Tjeggono composizioni, traciuzionà,
tesi difilosofia,
d’isto-ria ec. Nella sezione di
scienze, gli
allievi discutono leprincipali
difficoltà delle lezioniprecedenti;
paragonano imetodi, ripetono esperienze
di chimica e di fisica ec. -Per avvezzai e
gli
allievi all’ arte dellacritica,
ilRipeti-
tore che
dirige
la conferenzagI’ incarica
ciascuno a suàvolta,
di esaminare lecomposizioni presentate dagli
altri.Grli allievi
designati
fanno relazioneragionata
in iscrit-to,
e la relazione viene anch’ essa discussa egiudicata.
Ogni
tre mesi vi sarà un eserciziogenerale
per entram- be lesezioni,
che sarà tenuto in modo solenne dallo stessoDirettore,
su temi fatti conoscerequindici giorni innanzi,
e in cui saranno lette le scritture che ne saranno
giudicate degne.
Negli
ultimi mesi del corsonormale,
le conferenze cangeranno indole e materia. Gli allievi dovendo allora mostrare soltantoquel
che sanno, maimparare
ainsegnarlo,
torneranno sui librielementari,
si eserciterannoa
svolgere
iprincipj,
a paragonare i metodi. Essi adem-IX
piranno
l’ ufùcio di Professorigradatamente
e cominciando dalle classi inferiori(~ ) .
Questo bel
quadro
di ordinamentodegli
studi nellascuola
Normale,
mostra conquanto
amore equanta
intel-ligenza
il governonapoleonico
si fosseapplicato,
non ariformarla
soltanto,
maquasi
a crearla.Quella
parte
delRegolamento,
che concerne la disci-plina
e laregola
di vita comune deinormalisti, porta l’impronta
dello stessospirito
d’ ordine che reg na nellaparte scientifica;
mai come abbiamo di sopra accennato sispinge
in inoltipunti
a sovraccaricaregli
allievi di unpeso di minute
pratiche
non semprenecessario,
e offretalvolta un carattere di
pedantismo
chequasi
offusca ladignità
delloinsegnamento
scientifico(2).
e) Réglement
du 30 Mars 1810 Titre II. §. 3.(~)
Tutte le ore dellagiornata
sono regolate a minuto.Gli allievi saranno levati alle 6 nell’ estate e alle 7 nell’ in-
verno. Appena vestiti si porteranno alla cappella per l’orazione in comune. Dopo l’orazione si ritireranno nelle loro camere
fino al
principio
delle lezioni. Non si concederà licenzaad alcuno d’ escire di casa, se non
dopo
desinare edopo
le conferenze,quando
vi sono, e colla condizione espressa di tornareprima
del tramontare del sole. Innanzi l’ora di andarea letto vi sarà una
preghiera
in comune. Tutti i lumi sarannospenti nelle camere a 11 ore in punto. Tutte le feste di pre- cetto assisteranno ad una messa colla
spiegazione
del Van-gelo ;
e vi sarà un’ istruzionereligiosa
in altra ora. Gli alunni porteranno l’uniforme della scuola Normale diParigi,
checonsiste in un abito di panno bruno cupo foderato della me-
desima stoffa con bottoni di metallo,
coll’ aquila
della Univer-sità e la
leggenda
École Normale, e colla coccarda francese.L’uniforme pare non andasse a
genio agli
scolari italiani, perchè in certe carte appartenute al Prof.Gerbi,
che il Sig.Prof. Botto ci ha
gentilinente
comunicate e dallequali
ab-biamo tolto una gran parte delle notizie che offriamo al lettore,
troviamo menzionata una domanda
degli
alunni di esseredispensati dall’ uniforme,
domanda che non fu esaudita. - L’uniforme attirò anche l’attenzione del Maresciallo di CampoX
Aveva la Succursale
pisana
unDirettore,
un Sotto-Direttore,
unCappellano, quattro Ripetitori,
unIspettore
ed un ECOnOlTIo. Il Direttore avea la
sorveglianza
di tuttoil
personale subal terno, degli alunni,
dell’ordine,
dellacontabilità: ne
spettava
la nomina al Gran Maestro della Universitàimperiale,
ilquale
losceglieva
fra iproposti
dalRettore dell’Accademia
pisana:
doveva esser dottore nelleFacoltà di Lettere e di
Scienze,
o dottore nell’una e licen- ziato nell’altra. Il Sotto-Direttore era incaricatod’invigilare più
da vicino il progressodegli studi,
la buona condotta di tutti: aveval’ispezione
dellacucina,
delrefettorio,
e ditutto il materiale : riceveva
gli
ordini dalDirettore,
egli
rendeva conto della loro esecuzione : era nominato sopra una ternaproposta
dal Direttore: dovea esserelicenziato in Lettere e Scienze. Il
Cappellano
accudiva alle funzionireligiose.
IRipetitori dirigevano
le conferenze interne: due nella facoltà diScienze,
due inquella
diLettere.
L’ Ispettore
avea ufficio di i visitare le camere e lesale,
d’ assistere alla mensa, di osservare la condottadegli
alunui s nell’inter-.,io del convitto come fuori. L’Eco-nomo teneva tutta la contabilità amministrativa
(’).
Dovevaraccog liersi
per usodegli
alunni una Biblioteca di mille volumi almeno.Minutolo comanclante le truppe napoletane, che erano ve-
nute in Toscana a restaurare; e troviamo che esso in mezzo alle cure di Stato, ebbe
agio
dispedire
al Direttore delPensionato accademico e della succursale della Scuola Nor- male un’ ordinanza, cc lla
quale s’ imponeva
chegli
alunnidovessero portare la coccarda di S. M. il Re delle due Sicilie.
C)
Leprovvisioni
erano fissate come segue:XI
Il Bilancio annuo attivo
assegnato
dall’Imperatore
allaSuccursale
pisana
era fissato in franchi30,000,
deiquali
il Gran-Maestro aveva
assegnato
comespendibil 21,960,
ritenendo il resto come fondo di riserva.
Gli alunni
godevano,
alpari
diquelli
della Normaleparigina,
alcuni notevoliprivilegi,
come la esenzione dalla levamilitare,
e da alcune tasse Universitarie.Dal
quadro,
che abbiamo offerto allettore, apparisce
come 1’ ordinamento della Scuola Normale non fosse di
quei vaghi
e nebulosidisegni
cherimangono quasi
cam-pati
inaria,
ma attuato con sennopratico
ediligenza,
tantochè la Succursale
pisana
siapr
con ottimiauspici.
Ed anche il numero e la eletta indole de’
giovani
non lemancarono sino dal
primo
anno. Da uno Stato nominativodegli
allievi ricaviamo che al 30 Novembre 1813 eranonella scuola 24
giovani,
iquali quanto
meritassero la scelta che di loro fafatta,
si vede chiaro dall’essere lamaggior parte
riusciti ne’tempi successivi,
uomini notevoli per dot- trina o per virtù civile(1).
( ~)
Gli Alunni del 1813 sono iseguenti: Angeli Angelo,
Borrini Luigi, Braccini Niccola, Ca5tinelli Rodolfo, Doveri
Giuseppe,
Du Clou Carlo,Foggi
Antonio, TommasiAngelo,
Frullani Giuliano, Gonnella
Tito,
Mazzoni Gian Battista,Passerini Carlo, Pierattini Alessandro, Puccinelli
Antonio,
Ceramelli Giovanni, Puccioni Patrizio, Stecchi
Massimiliano,
Giuliani
Agostino,
Lombardi Gian Battista, SerristoriLuigi,
Tartini
Ferdinando, Capei
Gasparo, Griffoli Francesco, Can-tini Carlo. Di recente il Marchese Gino Capponi scrivendo parole di
condoglianza
per la morte di uno diquesti
allievi, GasparoCapei,
rammentava con desiderio itempi
della istitu-zione di «
quella
Scuola Normale, che fu semenza di molti« uomini venuti in bella fama. Il governo di
Napoleone
XII
I disastri di guerra, che rovinarono la
potenza
diNapoleone
e 1’Impero, portarono
la restaurazione in To- scana ; e la Scuola Normale come altre istituzioni macchiate dal peccatooriginale
dellaprovenienza napoleonica,
fuatterrata senza badare al suo valore
intrinseco,
ma sol-tanto
ispirandosi
alla smania della vendetta e alla rabbiadistruggitrice
di tuttoquanto portasse
levestigia
dell’usur-patore.
Corsero
lunghi
anniprima
che fosse di nuovo tentato diportare
alla culturagenerale
il beneficio di cui la Scuola Normalenapoleonica
aveva appena accennato dipotere
esser feconda. Fu nel
1846,
che unNlotuproprio granducale
ordinava si ristabilisse in Pisa una Scuola Normale. La
quale
riuscimpiccolita
diproporzioni,
comequella
che doveaservire alla sola
Toscana,
e menomata divalore,
per man-canza di sufficiente corredo di cattedre universitarie ed interne e di un
compiuto
ordinamento di studi: magl’in-
tendimenti che ne diressero la istituzione furono come reminiscenza lontana delle tradizioni lasciate dalla Scuola Normale del
1813,
e ilRegolamento,
benchè mutilato eassottigliato, specialmente
nellaparte spettante agli studi,
era per altro
foggiato
suquello napoleonico.
La sommastanziata ascendeva a lire
15,000
toscane(~1).
Il numeró dei« mandò poco innanzi
gli
studi; ma era la fine diquella
« dominazione, e tra
l’ impulso,
che pure veniva dalla gran-« dezza
dell’ impero
e dallagrandezza
dell’ Uomo, tra le me-«
raviglie
di una catastrofe portentosa el’allegrezza
di presto« uscire da una straniera dominazione, e le speranze che
« pure davano le nuove cose, e nell’ attrito dei
varj
affetti e« dei pensieri, certo è che ai
giovani
convissuti inquella
« scuola Normale, ed ora morti
pressochè
tutti, la memoria« ne rimase come di
tempi
in cui la vita si offriva ad essi«
più
animata diquella
riuscissenegli
annilanguidi
e sbiaditi« che
poi seguitarono » .
GinoCapponi.
Archivio Storico Ital.serie III. Tomo VIII.
(’)
Una buona parte di cotal somma in Lire 12000 eraXIII
convittori era ridotto a
10,
ed indeterminatoquello degli Aggregati
per le scienze Fisico-Matematiehe. Gli alunni entravano nella scuoladopo
avercompiuto
due anni uni-versitarii o subito 1’ esame di licenza. La direzione era
affidata ad un
ecclesiastico,
coadiuvato da un Direttoredegli
studi scelto fra iprofessori
di Lettere e Filosofia.I convittori
frequentavano
le lezioni diFilologia
e Filo-sofia,
egli aggregati quelle
di scienze Fisico-Matematiche.Il Governo
granducale
non assicurava per altro alcun avvenireagli
alunni della ScuolaNormale,
che usciti daessa si trovavano abbandonati.
Nè,
istituita laScuola,
ilGoverno
provvide
acompletare
le Facoltà universitarieprive
di moltecattedre,
nè ad istituire dentro alla Scuolagl’ insegnamenti
che eranoindispensabili; quindi
le cure e lo zelo di coloro che la
dirigevano
nonpoteva-
no bastare a darle
impulso
vivace. Il numerodegli
alunnifu sempre assai ristretto: la Sezione
degli Aggregati
discienze F sico- Matematiche si
assottigliò grandemente negli
ultimi anni. Tuttaviaquesta
Scuolaposta
in condi-zioni poco prospere, dette al paese una bella schiera di allievi dei
quali può
andare onorata. Furono circa 60 abilitati all’insegnamento
che ne uscirono nel lasso ditempo
che corse tra la suaapertura
nel 1847 e la riforma fattane nel 1862. Alcunidegli
allievi occupanoposti cospicui
nell’insegnamento superiore,
essendogià
inse-gnanti
nelleUniversità,
iprofessori Mancini, Carducci, Bombicci,
Silvestri e Ferrai: all’ osservatorio astronomico di Firenze ilprof.
Donati: nel seno dell’ Accademia della Crusca il Prof.Rigutini:
sono delpari
allievi diquella
scuola
due
deiprofessori
interni dellapresente
ScuolaNormale,
iprofessori
Rosati e Sottini. Gli altri sonogià
sborsata dall’ordine equestre di S. Stefano, che concedeva anche ad uso della Scuola Normale uno de’
suois palazzi
iuPisa.
XIV
entrati
quasi
tutti nell’insegnamento secondario,
dove fe-cero e fanno di sè bella prova, taluni eziandio essendosi
già segnalati
collapubblicazione
di opere lodate per merito scientifico o didattico(1).
La Scuola Normale che fioriva nel
Granducato ,
era poco atta a
sopperire
alle necessità dell’insegna-
mento secondario nel nuovo
Regno
d’Italia. Ond’ è cheprima
il ministro De Sanctisconcep
ilpensiero
di rifor-mare la scuola Normale
Pisana,
perportarla
aquel grado
di
perfezione
chemeglio rispondesse
al suoufficio,
e fossecapace di dar vita nel nostro Paese a buone tradizioni
Biologiche
efilosofiche,
talchè se nepotesse
nell’avvenireripromettere
buona messe difrutti, pari
aquelli
che danno,alla Germania i
Seminarj filologici
e la Scuola Normale diParigi
alla Francia(2).
Questopensiero
fupoi poste
in
pratica
dal Ministro Matteucci colla sualegge
del 1 iAgosto 1862,
e colRegolamento
chequi
si annette(3).
E in
primo luogo,
era stata cura di lui e dei mini-stri
precedenti
ilcompletare
la Facoltà di Lettere e di Filosofia nellaUniversità,
accrescendola anche di nuovecattedre,
e chiamandovi nuovi e valenti Professori. Eraquesta
come ognunvede,
la condizione suprema per la riforma della ScuolaNormale,
essendochè essa siappoggi
come sopra suo
cardine,
sull’insegnamento filologico
efilosofico della Università. Fu affidata la direzione della
(’)
VedialI’ Appendice
A. l’Elencodegli
allievi abilitatiall’Insegnamento
nella Scuola Normale di Pisa dal 1847 al 1862.(’)
Sembra che talpensiero già
fossevagheggiato
dalministro
Mamiani,
che venendo inPisa,
riusc adimpedire
che il Palazzo della Carovana, ove la Scuola Normale gran- ducale avea
sede,_ fosse
tolto ad essa e ridotto ad uso di Tri- bunale.(s)
V. inlAppendice
C. ilRegolamento
della R. Scuola Normale ec.XV
Scuola ad un
professore
delle Facoltà diFilologia
o 11’ilo-so6a
(1):
si nominarono treprofessori
interni per la filo-logia,
la filosofia e lematematiche
e uninsegnante
per lelingue
moderne: si promosse la istituzione di una Biblio- teca(2)
ad usodegli
alunni: s’ incaricarono iprofessori
dell’ Università di fare conferenze ed esercizi
specialmente
atti a
svolgere
1’ abito didattico neigiovani:
si ordinò infineun
compiuto
sistema di studipei
convittori e pergli
aggre-gati.
E fu fatta facoltàagli
studenti di tuttequante
le pro- vincieitaliane,
di cimentarsi al concorso, che siapriva
per 25 alunni convittorigratuiti,
10paganti
e 12aggregati
con
sussidio,
con un bilancio attivo di it. lire4~,G~0.
Le
ragioni
che detteroorigine
aquesta riforma, quali appariscono
dalle relazionipresentate
ai due rami delparla-
mento,
furono la necessità di avere buoniinsegnanti pei
Licei e Ginnasi del
Regno:
il desiderio di rialzare lo studio dellafilologia
e della filosofia: e infine ilbisogno
d’ infor-mare la
gioventù
alle norme d’ uno studio benregolato
eall’ uso dei metodi
più
sicuri della scienza. Questipensieri
diressero la
compilazione
delRegolamento;
e ilprimo
inparticolare
determinò il numerodegli
alunni da ammet-tersi,
il secondo fecepreferire
la istituzione deiposti
gra-tuiti,
e l ultimoinspirò
ilregolamento degli studj.
Le cattedre dei Licei e
Ginnasj
delRegno
richiedono(’)
Ovvero di ScienzeFisico-Matematiche,
come fu di- sposto con decreto ministeriale successivo.(’)
La Biblioteca della Scuola Normale, che, sorta sotto il governogranducale, specialmente coll’acquisto
dei libri appar- tenenti al Dott. Alessandro Torri, fra iquali
tienluogo
co-spicuo
la collezionedantesca,
comincia ormai ad essere fornita di eccellentipubblicazioni
fatte in Germania, inInghilterra,
inFrancia e in Italia,
negli
ultimi 30 anni, debbe il suo mag-giore incremento,
non pure al Bilanciogovernativo,
maaltres al generoso concorso della Provincia e del
Municipio
di
Pisa,
iquali
le faceano dono dal 62 al 70, della sommacomplessiva,
l’uno di lire 8000 e l’altra di 6000.XVI
annualmente un certo numero di nuovi
professori,
cheoccupino
iposti
lasciati vuoti o perpromozione
o per morteo per abbandono
dell’insegnamento.
Talchè famestieri,
per
questo
rinnuovamento annuo, l’avere unIstituto,
ilquale
serva ariempire
i vuoti che via via si riscontrano.Ora un siffatto
Istituto,
mentre debbe da un latocorrispon-
dere il
meglio
che si possa alle necessitàdell’insegnamento,
debbe anche da un altro lato tenersi nei limiti che ad
esso
impone
la scarsità deigiovani
forniti di elevato intel- letto e di buonistudi,
cheogni
anno si possanoraccogliere
per edncarli al
professorato.
Senza diche,
si riuscirebbe ad avere bens un numeropiù grande
diprofessori,
macerto si concederebbe
troppo largo
campo ai mediocri.Ma se i
giovani
non fossero stati allettati a incontrare e a superare le difficoltà del concorso, daivantaggi
di unconvitto
gratuito
o di unsussidio,
difficilmente si sarebbepotuto raccogliere
un numero sufficiente dialunni; perchè
la carriera dell’
insegnamento,
per se stessa faticosa egrave di
responsabilità
dinanzi alpubblico,
e rimu-nerata,
è menfrequentata
anche per l’allettativamaggiore
che hanno
gl’ impieghi amministrativi,
la milizia e le altreprofessioni
liberali.È perciò
che furono conservati il con-vitto
gratuito
e isussidj.
Il convitto fu per altro ridotto ad avere indole di
famiglia piuttostochè
dicolleg io,
colrestringere
leregole
della vita comune a un minimo
grado
che soddisfacesse alla convenienza della istituzione e all’ utilità deigiovani stessi,
e non serbasse la durezza delladisciplina.
« Glialunni delle Scuole
Normali,
dice ilprimo Rapporto
alSenato,
sonogiovani eletti,
che hannogià
mostrato diamare lo
studio,
sostenendo le fatiche richieste per pre-pararsi
ai difficili esamid’ammissione,
e cheperciò
intendono