R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
M ARIO B ALDASSARRI
I sistemi algebrici di spazi e l’insieme dei loro spazi totali
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 21 (1952), p. 171-197
<http://www.numdam.org/item?id=RSMUP_1952__21__171_0>
© Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, 1952, tous droits réservés.
L’accès aux archives de la revue « Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova » (http://rendiconti.math.unipd.it/) implique l’accord avec les conditions générales d’utilisation (http://www.numdam.org/conditions).
Toute utilisation commerciale ou impression systématique est constitutive d’une infraction pénale. Toute copie ou impression de ce fichier doit conte- nir la présente mention de copyright.
Article numérisé dans le cadre du programme Numérisation de documents anciens mathématiques
http://www.numdam.org/
E L’INSIEME DEI LORO SPAZI TOTALI
Memoria
(*)
d MARIOBALDASSARRI (a Padova)
La nozione di
spazio
totaleSt
per uncomplesso
lineare f9Ja.t-1 dispazi Sh
di un datospazio S,.
compare, sin dal secolo scorso,incidentalmente,
in numerosi lavori: 1’ unico fraquesti
in cui
però
si considerinoproprietà generali
dell’ insieme Edi
quegli spazi St ,
e si ponga, fra 1’altro,
laquestione
fonda-mentale della sua
esistenza,
almeno nel caso h =1,
è la me-moria
[3]
di S.~ArrroR,
dove si trova la condizione r >2t,
per 1’ esistenza di
spazi St
totali per uncomplesso
di rette.LI
argomento
furipreso
da U. MORIN[4]
e da A. ComFs- SAT’1’I[2]
come ricerca sussidiaria ad unproblema
relativo alle varietà abeliane. B~enchè 1’ interesseprecipuo
dei due Autori sia ritolto aicomplessi
lineari dirette, compaiono
nelle loro ricercheimportanti proprietà generali
dell’ insieme ~. Nelprimo
lavoro si studiano le condizioni d’ esistenza di~,
e sidimostra,
nel1,
il teorema f ondamentale1 )
che ca-ratterizza S come intersezione di
r
Bt 2013+ 1
~/complessi
p lineari xKpi dispazi St
delloS,, .
Nel secondo s’ introduce la fecondaanalog3ta
fra icomplessi
lineari e le forme differenziali esterne diCARTAN,
che conduce l’Autore alle nozioni diprodotto
fracomplessi
e dicomplessi
ininvoluzione,
mediante lequali giun-
ge
agilmente
a dimostrare unaparte
del teorema suddetto per hqualsiasi.
Entrambiquesti
Autori risolvono inoltre la que-*) Pervenuta in Redazione il 3 giugno 1952.
~) Indicheremo questo teorema, per comodi’tà di riferimento, con
tale aggettivo.
stione dell’
indipendenza
o no diquei complessi
%+i nel casoh = 1. -
Più tardi M.
SELABASSO,
allieva di A.COMESSATTI,
studian-do tutti casi di
prodotto
fracomplessi
lineari in unospazio
didimensione
r 5,
trovava interessanti e dirette caratterizza- zionigeometriche
di E[7].
Infine B. SEGRE ha
ripreso
ex-novo 1’argomento
nel recente trattato sulle forme differenziali esterne[ ~ ] ,
dandone unatrattazione unitaria e
rigorosa,
in cui sl inserisce consingo-
lare
eleganza
la dimostrazione del teorema fondamentale sen- zapiù
alcuna restrizione.Dopo queste
ricerche restanoaperti
i dueimportanti
pro- blemi : · .A)
Decidere seBt
2013/t/ complessi
ehe danno per siano o no~~idipendenti,
,B)
Tro~ua~re una eondiz~one necessaria esufficiente
per- chè esistano8pazi
totc~ti di dzme~esionet,
e determinare la dimens~one b del loro insieme.Si noterà che il
problema (B)
nonè,
almeno immediata-mente,
in sottordin.e alproblema (A), perchè,
anche se si cono-scesse la soluzione di
quest’ ultimo,
si avrebbe solo una valuta-zione per difetto di ~
’).
a ’
Passiamo ora a riassumere
rapidamente
il contenuto delle treparti
diquesto
lavoro.Nella
prima
si tratta ilproblema (A)
nel caso che si con-siderino
gli spazi
totali818+1
d’un f~a+~; casoche,
sebbene par-ticolare,
riveste un certo interesse per lasemplice risposta
che consente e per le osservazioni che
suggerisce.
Il risultatoprincipale
si riassume nel teorema:~ Se un
complesso
di8"
dello5,., ~perp~n~
totati,
intersezione dir + 1 - T eomptessz
%+12) Infatti può essere, a priori, che 1’ intersezione con la grass- manniana G(t, r) dello spazio in cui si segano gli iperpiani immagini dei Xt+~’ risulti sovrabbondante.
indipendenti f ra
loro. LI insieme Eresta, ciononostante,
de-ter~ninato come intersezione di soli h
+
2 - ~fra
tali com-ptes8i
Xt;-~, di che tuttigli St
comuni acquesti complessi,
stanno ancora in altri r h 1
complessi indipendenti
daipr~imi.
La
ricerca,
condotta con diretti metodigeometrici,
fra iquali particolarmente
utile la nozione dicomplessi
in invo-luzione
qual’
è in[2],
forma anche unaspecie
d’ introduzione allaparte
~~a. Si troverà inoltrecompletata
la dimostrazione del teorema f ondamentale con i metodi di[2 ] ,
nonchè un teore-ma di carattere
generale
sulla determinazione d’uncomples-
so
(n. 5) 3)..
~ _
La seconda
parte
è dedicata alproblema (B),
ma genera- lizzato al caso che si consideri anzichè uncomplesso,
una va-rietà
L,
che sia ~intersez~one d’ un certo numero q dicomplessi
lineari
~~1(~ =1, 2,
... ,q).
Esso vienecompletamente
risoltoper valori
qualsiasi
dih,
r, t e q, dalseguente
teorema :c Condizione necessaria e
8u~i~te perchè
una varietà Ldi
spazi Sh
dello5,.,
ammettaspazi
totc~ti di dimensione t(t
>h),
è - se essa è i,ntersezione di q > 1co~nptessi
lineariindipendenti
- che t’e8pre8sione :
ris~ctti non Se L si riduce ad un
complesso (q =1 )~
cid è ancor vero eccetto
quando
esso sia :a)
uncomplesso
dirette,
se r >2t,
b)
uncomplesso
dispazi Sh,
se r = h+ 2,
t = h~- 1,
ed h è
dispari,
c)
uncomplesso
dipiani
dellospazio Se,
se t = 4.Inoltre,
se la varietà ègenerica
nella suafamiglia,
il sistemadegli spazi
St è una varietàcalgebrica irriducibile,
la cui di-mensione è
appunto f ornita
dall’espressione precedente
».3) Questo teorema in effetti ha carattere istituzionale, e riesce uti- le, oltrechè nel nostro caso, anche in svariate applicazioni.
Da ciò si
può
farseguire
1’ altro fatto notevole :« L’ insieme
degli
totaliS,
d’ una varietà L dispaczi detlo 8,.
resta determinato come intersezione di aoht+1
~
deHo~S,.
cowc ~~e~e~o~e ~B~-~-1/
complessi
lineari Xt+tfra quelli
con8~deractz nel teoremaf on-
dccmentate ~. ,
Si ottiene
cos ,
ed ingenerale, quella
riduzione del numerodi
complessi
occorrenti per individuare 1’ insiemeEy già
vista nel caso
particolare
dellaprima parte,
ma restaimpre- giudicata
laquestione (A), ivi, invece,
direttamente risolta se t = h-E-1.
Inquesta parte
si fa usoripetuto
delprincipio
delcomputo
delle costanti in una formaanaloga
aquella esposta
da F. SEVERI nella memoria
[6].
Una caratteristica assai notevole del
procedimento impie- gato
nella secondaparte
è che esso non si esaurisce nel casoivi
trattato,
mapuò anzi,
evariamente,
esser esteso sia pas- sando atipi più
elevati di varietà dispazi,
cheampliando
1’
oggetto
della ricercaoccupandosi
anzichèdegli spazi totali,
dei cosidetti nuclei
(cfr. [4]);
la terzaparte
si occupa ap-punto
di una siffatta estensionequalora
si consideri un com-plesso algebrico
d’ordine n > 1. Si dimostra aquesto
pro-posito
il teorema:necessaria e
su,~~i,ciente perchè
uncomplesso algebrico K,
irriducibite ed’ ordine n, di spazi Sh
delloBr,
ammetta
spazi
totali di dimensionet(t
>h),
è chet’espress~one
risulti non
negativa. Inoltre,
se ilcomplesso
èger~er~co
nellasua
f a~nigtia,
il dei suoispazi
totali è vari~etàcalgebrica irriducibile,
la cui diynensione èappunto
dal-I’
espressione precedente.
Questo
teorema che trova il suo interesse nel fatto cheinf orma dell’ esistenza di alcune f ra le sottovarietà
più
sem-plici
contenute in uncomplesso algebrico, può
ulteriormenteestendersi,
senzadifficoltà,
alle totalità dispazi
intersezionicomplete
dicomplessi algebrici.
I.
’
1. - Sia un
complesso
lineare dispazi Sh
dello2,.
e sia E 1’ insieme dei suoi
spazi
totaliSt *) (t
>A),
cioè di que-gli St
che hanno tutti i loroSx appartenenti
alcomplesso
Se è un
complesso
arbitrario dispazi
si sa - ed èdel resto subito
visto 5)
- che ilcomplesso prodotto
~~-..
= %t+, contieneE ;
anzi sipuò
vedere")
che E èprecisamente
1’ intersezione di tutti i xt____i ottenuti al variare dict~,-.
entro la totalità deicomplessi
lineari dispazi St_h_i.
Ciò
può
esser dimostrato usando della nozione dicomplessi
ininvoluzione 7),
nel modoseguente.
In
uno St
icomplessi
e inducono duecomplessi
e
c~~_~, ,
iquali
sono in involuzionequando St appartiene
ae viceversa
8); quindi,
seSr.
sta in tutti i x~.i, dovrà,essere in involuzione con
ogni ~,-.
diSt,
inquanto,
essendogenerico
in8r,
lo è anche in8r.
Si tratta di dimo- strareche,
di conseguenza, è ide~tt~o8),
e chequindi
lot appartiene
a I. _Si assuma
perciò in Sr
come uncomplesso speciale,
cioè 1’ insieme S di tutti
gli appoggiati
ad uno Lacondizione affinchè e siano involutori è allora che S
appartenga
a1°);
ma S è arbitrario inSt
edunque
CP"+1deve contenere tutti
gli Sh
di~’t
eperciò
è identico. c 2. - Ilnumerò
deicomplessi indipendenti
è perBy2013~/
per cui E
può
determinarsi come intersezione di altrettanticomplessi Questi però
possono non essereindipendenti,
~
4) Naturalmente 11 può risultare vuoto.
5) Cfr. [2], p. 12, e [5], p. 85.
8) Cfr. [5], p. 8&87.
7) Due complessi di spazi di dimensioni duali diconsi in involuzione quando il loro prodotto è identicamente soddisfatto. Cfr. [ 2] , p. 11, e [7].
8 ) Cfr. [2], ultimo alinea p. 11.
9) Con ciò s’ intende che la forma esterna prodotto delle due forme esterne associate ai dati complessi, ha tutti i coe~cienti nulli: una sif- fatta forma può infatti concepirsi soddisfatta da tutti gli spazi di quella
certa dimensione dello spazio ambiente. Cfr. [2], p. 11.
10) Cfr. [2], p. 11, nota 10).
e
l’indipendenza
dei è per ora assodata solo per il caso deicomplessi
di rette(h =1) generali,
di unospazio pari (r = 2p)
e per t ~pII).
Per di
più
la stessa dimensione della varietàsegata
sullagrassmanniana degli Sn
di dallospazio
intersezionedegli iperpiani immagini
deicomplessi
in- + 1
non è tuttora conosciuta con sufficiente
rigore.
I numeri
seguenti
diquesta prima parte
sono dedicati alla risoluzione diquesti
dueproblemi quando
ci si limiti a consi-derare
gli spazi
totali della dimensionepiù bassa,
cioèquando
si
prenda t
= h-~-1.
3. - Se
t = h -f -1,
1 è uncomplesso
dipunti,
cioèun
iperpiano
U ed il numero deicomplessi ~l indipendenti
è r
+ 1..
Il
complesso
si lascia caratterizzare facilmen- te come 1’ insiemedegli
che incidono U secondospazi Sl,
del
complesso ~"-~-~
ivi indotto da Infatti se è unospazio
delcomplesso
X~+a, i duecomplessi f41’
in esso su-bordinati da e risultano
involutori ;
vale a dire che lo~ rappresentante
loc~~~- appartiene all’iperstella
diHA
indivi-duata da Ma lo
~f4~
è F intersezione diSn
conU, quindi appartiene
allo~~*.
Nel caso considerato
probtema d’indipendenza
si. risolvesenza serie difficoltà nel senso
seguente : ~
Gli r+ 1 complessi c~i
sonoindipendente,
sempre ehe non a~mmettaiper-
~riani
totali ~.Tutto si riduce a provare
che,
se non ammetteiperpiani totali,
nonpuò
essere~~
= 0 senza chesia +1
= 0.Ora 1’
ipotesi c~l
= 0porta
cheogni
diS,. appaí-
tenga
aquindi,
stante lagenerazione
sopraricordata,
che sia
identico,
cioè che tuttigli 8A
di Uappartengono
aed infine che U sia un
~perpiacno
totale diTenuto conto che ed IJ
(geometricamente) s’ identi$cano,
~
11 ) Cfr. [2], p. 13-24, e [4], p. 16-26.
ne consegue
che,
se ammette riperpiani
totaliindipendenti,
il numero dei
complessi
xh+2 i ~h+1.~1 indipendenti
è r+
1- ~.In tal caso, come si rileva facilmente dalla
rappresentazione analitica,
lo è 1’ insiemedegli S~
chetagliano
l’intera-
sezione di
quegli iperpiani,
secondospazi S~.--,r
d’ uncomplesso
lineare ~I~-’r+l. E
gli
totali di sonquelli passanti
pergli
totali di ·Nel caso è un
complesso
dipunti,
cioè un
iperpiano ~2013r2013i
di8r-’r.
Ilcomplesso
èspeciate
ed allora il numero
degli iperpiani
totaliindipendenti
non èpiù h, + ~ (ossia
se esistono hiperpiani
totaliindipen- denti,
ne esistono diconseguenza h -~-1).
E’questo
il caso deicomplessi
dirette,
appena ammettano uniperpiano
totale.Comunque, poichè 1
è intersezione di r-f - 1 complessi
linea-ri di
spazi Sh-f-1,
cos esisteranno certoS+i
totali se saràcioè se
per il che
basta,
essendo h--~
1 ~1,
che sia r h - 2 >0, quindi h
r - 2. ~ertacnto uncomplesso
lineare dispazi Sh
in8,.
acm~nette sempre81&+1
totali se h r - 2.Il caso h = r
2,
in cui 1’ esistenza di totali non sipuò
affermare ingenerale,
si tratta facilmente dualizzando nelloS .
Infatti 1’ esistenza in tal caso di uniperpiano
totale
porta
nelcomplesso
unaparticolarità
duale diquella che,
per uncomplesso
dirette,
è d’ avere unpunto singolare, quindi
verificata semprenegli spazi pari,
ma non necessaria- mentenegli spazi dispari.
Pertanto unospazio pari
anche uncomplesso
dispazi 8,.-2
ammette unS,.-1
totale.Si noti
poi
che per r = 3 1’ esistenza di unpiano
totale por- ta che ilcomplesso
di rette siaspeciale,
nelqual
caso v’ è addi-rittura un fascio di
piani
totali. -"4. - Poniamoci ora nel caso di un T1&+1 che non ammetta
iperpiani
totali(per quanto
laparte
sostanziale delragiona-
mento sia
indipendente
da talerestrizione),
caso che compren-de,
inparticolare, quello
deicomplessi
di rette8peciali.
Allora, poichè E
è intersezione di r+ 1 complessi indipendenti,
si sarebbe tratti a credere che la sua dimensione fosse data da
Ma ora vedremo - e i
primi esempi
lo indicano - che ladimensione di É è sempre
maggiore
di a~’ e stesso risulta+
2compies8~ indipendente,
perguisa
che tutti
gli 811+1 comuni
a talicomplessi
8tanno ancora in altrir
-~-1 - (h + 2) = r
- h -1complessi ~ind~pendent~ t2).
Scelti in
S,.
r+ 1 iperpiani generica (che,
comecomples-
si di
punti
sl indicheranno con(i
=0, 1,
... ,r)),
daquanto precede
risulta che E è 1’ intersezionedegli
r-~-1 complessi, c~~~ (~), cioè,
stante la struttura diquesti (cfr.
n.3),
è l’ insie-me
degli
che incidono ciascun ú~;~ in un81&
delcomplesso
(i) ivi indotto da ~h+1.
~>~~+~
IVl ~n o o a 1’h+l.Ora sia uno
spazio generico
di z e sianoS~h gli spazi
in cui esso incide i
primi h +
2iperpiani (; = 0, 1, ... ,
h+ 1)
del nostro sistema. Attesa la
genericità
diquegli iperpiani,
talisaranno, entro lo
Sx.+.1, indipendenti,
edapparterranno
airispettivi ~>~t.
Se ~’ è il sistema
degli
che incidonogli
secondodel
rispettivo
è chiaro che E’contiene £ ;
epoichè
~’ contiene lo
8k+1 cos ,
nelgenerico 8Jt.f-1
di E’gli 89
d’ ap-poggio
sarannoindipendenti.
Ma tanto bastaperchè
siauno
spazio
totale dipoichè
ilcomplesso
ivi indotto da(che,
ingenerale,
è un’iperstella)
nonpuò
contenere h-~-
2spazi indipendente,
comegli 8~.,
senz’ essere identico. Si con-clude che
ogni
di r sta equindi
che ~’ = E. In defi-nitiva 1’ intersezione dei
primi h + 2 complessi ~~..1. c~1~1~
è con-tenuta .anche
negli
altri r - h -1complessi
delsistema, been-
chè
questi
siano~ndipendenti
daiprimi.
LIinterpretazione
sullagrassmanniana
è ovvia.B
ls) Se vi sono ancora x iperpiani totali, 1 risulta invece lnterse- zione h ~-. 2 - t complessi Xt+~. Cfr. il n. 3. ,
5. - La dimensione normale dell’ intersezione di h
-+-
2 com-plessi indipendenti
di è:e tale
almeno, quindi,
è la dimensione di E. Anzi è da rite-nere che
quando
ilcomplesso
ègenerale, quella
dimen-sione sia
proprio a ;
al che inducono leseguenti
considerazioni.Anzitutto per i
complessi
dirette 9,
diS,,
la(3)
dà5=3,
e
questa
è effettivamente la dimensione dell’ insieme deipiani
totali di f2. Infatti si vede subito
direttamente,
ricordando la struttura di ~213), che,
detto 0 ilpunto singolare di 92 stesso,
i relativi
piani
totali sonoquelli
delcomplesso
indotto nella stella di centro0,
cioè ipiani
che siottengono proiettando
da0 la retta
del 92
indotto dal ~3 in unoS3
nonpassante
per O.Inoltre per i
complessi
~2generali
diBr,
con r >4,
la(3)
èancora verificata : infatti se un tal 9, ha un
piano totale,
que- sto lo è pure per il ~2 subordinato dal 9, in ungenerico S.
con-dotto in
8,
perquel piano,
e tanto basta per concludere che in tal caso la dimensione è3(r 3),
inperfetto
accordo conla
(3).
Infine è da rilevarsi che
gli h -~
2complessi degli iper- piani
daiquali
è determinato E sono essenzialmentegenerica,
come oradimostreremo,
e chequindi
è da ritenere cheimpongano
condizioniindipendenti agli
di E. L’ af-fermazione scende dal teorema:
8, h+
2í~erpiani ind2pendenti
U(1) ed incssi dei
complessi
arbitraria dispazi Sh
satva la condi- zione di subordinare il rrcedesimocomplesso
nelle intersezionic~ due a tre a
tre,
etc.degli
- è unico e deter-comptesso
di~8’,.
che subordinanegli iperpiani
U(1) i
complessi
dati ~.Per evitare delle difficoltà
puramente
formalid’esposizione,
ci limitiamo ad esporre la dimostrazione nel caso r - 4 ed h
=1,
cioè per icomplessi
di rette in8,,
avvertendo che nulla cambia della sostanza delragionamento
nel casogenerale.
~
13) Cfr. ad es. [1], p. 124.
I tre
iperpiani indipendenti
siano le faccie x3= 0,’x.
=0,
della
piramide
fondamentale: e sitenga presente
chenelle coordinate d’ una retta
giacente in Y;
=0, quelle
contenenti 1’ indice i sono
nulle,
e le altre sei sono le coordi- nategrassmanniane
indotte inquello spazio 14).
Ora sia
(prendendo
nellecoppie i, k gli
indicicrescenti)
1’
equazione
d’ un 9, Icomplessi
indottinegli iperpiani
e, ad
esempio, quello
indotto nelpiano
c, = (D~ =0,
èetc... 1
Suppongasi
ora dati nei trepiani predetti
trecomplessi
assoggettati
alla sola condizione disubordinare,
a due adue,
sui
piani
comuni lo stessocomplesso (fascio
dirette)
e, per ilresto,
arbitrari.Intanto
potremo
supporre = = Cl18 LI identità dei duecomplessi
indotti da(6’) (6" )
sulpiano
0, = (D~ =0, porta
che sia
. -
Analogamente
siottengono
le relazioni1~) Cfr. ad es. [6], n. 126, p. 135.
Dopodichè
basta porrea~nché il
complesso (4)
subordini sui trespazi
dati i com-plessi
dati. La determinazione univoca di(4)
è senz’ altro evidente.Ci limitiamo
qui
a tali osservazioni rimandando lo studiopiù approfondito
dellaquestione
alla secondaparte.
II.
6. - Gli
S~
diS,.
sirappresentano
notoriamenteli)
sulla va-rietà
grassmanniana r),
di dimensione d =(r - h) (h + 1), dello spazio 8R
conh -~- i
Indicheremo con L una varietà di
spazi
che sirappresenti
sulla intersezione di
G(h, r)
con qiperpiani indipendenti
delloSR,
cioè su di unospazio SR_q
delloSR :
sequesto spazio è
gene- rico la varietà L ha esattamented q dimen~ioni,
mentre perparticolari spazi 8R-q
essapuò
risu~tarepiù ampia ig).
Nello,8’r
la varietà L risulta intersezione di qcomplessi
lineari(i
=1, 2,
... ,q) indipendenti.
Uno
spazio St (t
>h)
delloS,.
si dice unospazio
totale per la varietàL, quando
tutti i suoiSk appartengono
ad L : indi-cheremo ancora con E 1’ insieme di siffatti
St per L
relativiad un dato valore di t. -
15) Cfr. ad es. [6], p. 132.
18) Cfr. ad es. U. MOItIN, Contributi alla geometria
S ,
Rend. Semin. Padova ~, 3 (1932), 1-13.
"
Dovremo
poi
considerare le sottovarietàG(h, t)
dellaG(h, r),
che
rappresentano
le totalitàdegli Sh
diuno St,
edapparten-
gono a
spazi Sp
delloSR ,
conL’ insieme delle
G(h, t)
sirappresenta
biunivocamente sul- laG(t, r), immagine
senza eccezionidegli S~.
dello didimensione d’ =
(r t ) ( t + 1).
7. -
Sia £
1’ insiemedegli SR-q
diSn
checontengono
almenouna varietà
G(h, t)
e di conseguenza il suospazio
diapparte-
i nenza
8p .
La varietà17) .£
è irridncibiteperchè
è mutata in sestessa dal gruppo
infinito,
transitivo econtinuo,
delle omo-grafie
delloSR, immagini
diquelle
delloSt..
Si consideri ora la varietà r delle
coppie
dispazi SR_
ed
Sp appartenentiei :
essa è un modello delprodotto
della va-rietà
degli Sp
per la varietàdegli SR_q
diSR
checontengono
un dato
spazio
vale a dire che la r è ilprodotto
della grass- mannianaG ( t, r)
per una stella dispazi SR_q
che abbia comespazio
centro unS .
La varietà ~ èdunque
irriducibile.DI altra
parte
algenerico
elementodella £ corrisponde
su P una certa varietà in
corrispondenza
birazionale coll’ in- sieme E delleG ( h, t )
che stanno in unoSR-q generico della C
stessa : ne segue che la r
rappresenta
anche ilprodotto
dell’ in-sieme E delle
G(h, t)
contenute nelgenerico spazio SR_q
dellaC
perla £
stessa. Poichèl’insieme 2 è,
come abbiamogià
osser-vato, irriducibile,
losarà pertanto
anche il sistema Edegli St
totaliappartenenti
ad una varietàgenerica
nell’ insieme2
diquelle
che nepossiedono :
altrimenti sispezzerebbe
anchela varietà r.
°
Cosicchè si
può
intanto enunciare ilseguente
TEOREMA I. - Le vari,età L che
contengono spazi
totaliS,,’
»per un
qualsiasi
dato valore dit, f ormacno
un irri-1?) Useremo spesso questo termine anche se gli elementi dell’ in- sieme non sono punti. Del resto si è liberi, preferendolo, di pensare ad
un modello formato da punti.
.
ducibite,
e ta~ variet~àgenerica
dell’insie~ne contiene un siste- pure irriducibile dispazi St
totali.8. -
Quando
si chiami ~i il sistemadegli spazi SR_q
diSR
contenenti un certo si
può esprimere
ladoppia compo~i-
’
zione della varietà
r,
scrivendo :Questa
relazione funzionalelega,
inparticolare,
le dimen-sioni
d’, 7~, ~
ed trispettivamente
diG(t, r), A, E
ed£,
per lequali
conviene ora scrivere delleopportune espressioni,
cheper d’ e 1 son subito date dalle
ed invece
per 1
è data dalladove v è un intero non
negativo, perchè
ilprimo
addendo del-l’ espressione
forniscegià
la dimensione di tuttigli SR__q
diSR,
che certamente non èsuperata
da l.La
(9)
- sfruttando leespressioni (10)
ed(11)
- forniscela relazione
18) :
dalla
quale
siricava,
usando della(8),
laseguente espressione
per la dimensione 3 di Z :
Le relazioni
(12)
e(13) permettono d’ interpretare
ilsigni-
ficato del termine v.
Infatti,
se v =0,
accade che una varie-18) In quanto precede si applica, in sostanza, una forma del princi- pio della conservazione del numero, quale è esposta in (8), (M.S.), pag. 240.
1 ,
tà L
qualsiasi
contienespazi
totaliSt , inquantochè
la£
viene a coincidere con la totalità
degli spazi
delloSR,
vale a dire con la
famiglia
delle L. In tal caso riesce a =a’,
dimodochè la dimensione del sistema Z è
proprio
f ornita dalla(13), qualora
si supponga che la L siagenerica
nella sua fami-glia.
Se è v >0, invece,
la Lgenerica
non contienespazi totali,
cioè
la 2
è un sottoinsiemeproprio
della totalitàdegli spazi
8R-q
diSR.
E’importante
osservare che ciò accadrà dicerto,
inparticotarre,
8et’ espresaione (13) , fornisce
per ~’ un valorenegativo.
9. - Si
può
ora - enunciare ilTEOREMA 2. - Condizione necessaria e
sufficiente perchè
una varietà L di
spazi ~Sh
delloS,.,
ammettaspazi
totali didimensione t
(t
>h)
è - se intersezione di q > 1 com-ptessi
lineari - cheV espressione (13)
per a’ risulti non nega- Se L è uncomplesso (q
=1 ),
a~ncor vero, esct~css i casiseguenti,
neicomplesso
non haSt
t~otcct~ ancchese
quell’ espressione
non ènegatvvac :
ta)
uncomplesso
dirette,
se r >2t,
b)
uncomplesso
dispazi S",
di5~~,
se t = h+
1 ed hè
dispari,
c)
uncomplesso
dipiani
dellospazio 86,
se t = 4.Inoltre,
se la varietà ègenericac
nella suafamiglia, quel
sistema ha dimensione a =
3", fornita
dc~tta(13),
sempre eselru- si i casi eccezionali suddetti.La
necessità
della condizione enunciata segue senz’ altro dalleosservazioni
che chiudono il numeroprecedente.
La suf- ficienza invece richiede delle considerazioni allequali
sonodedicati
questo
ed i numeriseguenti.
_1~i cominci a considerare la varietà .r delle
coppie 8p)
nelle
quali SR-q
è unospazio generico
per unoprefissato
ma
qualsiasi.
Congli
stessiragionamenti
fatti al n. 3 per la varietà~,
si osserva che adogni
elemento di ~ è associata siauna
coppia
di elementi estrattirispettivamente
e daA,
che una
coppia
di elementi estrattirispettivamente
l’uno dalla stella li~ dispazi SR-q,
che ha per centro lospazio congiun-
gente
due8, appartenenti
ad unSR_q ,
1’ altro dalla varietà9H degli 8, appartenenti,
conS’P,
ad un Pertanto sipuò
scrivere la relazione:
Occorre ora determinare le dimensioni delle varietà
9H
e A*. A ciòdistingueremo
i due casiseguenti:
a)
dueSp appartenenti
ad ungenerico
non sonoincidenti,
b)
due8, appartenenti
ad ungenerico SR_q
sonodenti.
10. - Consideriamo il caso
(a).
In taleipotesi
la varietà la varietàG(t, r), grassmanniana degli St
diBr,
= e lastella A* ha per centro lo
spazio congiungente
loS’p
con lo
8 .
La(14)
forniscedunque subito, quando
sieguaglino
le dimensioni dei due membri :
cioè,
tenendopresenti
le(8)
e(13),
~i
può dunque concludere,
ricordando le osservazioni deln.
7,
che nel caso(a), la £
coincide con la totalitàdegli SR-q
di
SR,
e che se è anchel’h 0,
vi sarannospazi
totaliSt
il cu iinsieme E avrà dimensione 8
eguale
a 1’. E ciò esaurisce ladimostrazione del teorema nell’
ipotesi (a).
11. - Consideriamo ora il caso
(b),
e cominciamo col veri- ficare che:a,~lnchè
duespazi S’P ed S P
siseghino
secondo unoSf (j
~0)
occorre e basta che i dueS’t
edSt
delloSr
ad essi$econdo con t ~ h.
Si
prendano perciò
i dueS’t ed St
comespazi
fondamen-tali della
piramide
delle coordinateproiettive
in5,..
In cia-scuno di essi vi sono
f ondamentali
che hanno tutte(h+ 1
’le coordinate
grassmanniane
nulle meno una, equindi
si rap-presentano
in vertici dellapiramide
fondamentale delloSR .
Questi
vertici sonodipendenti
o no, secondo chequalcuno
diessi risulta
ripetuto
oppure no.Quindi
laquestione
dell’ in-cidenza o no
degli
gspazi
P8’p
’ edS -
’oichè
p p- h -~-1
-1 -si
trasporta
all’analoga questione
delladipendenza
od indi-pendenza
diquei
vertici.DI altra
parte
è chiaroche,
se i dueS’t ed ~t
non sonosono
incidenti,
oppure ses’intersecano,
secondoun 81
con 1h, quei
vertici sonoindipendenti,
mentre non lo sonopiù
seSe ne deduce che lo
8, ,
comuneagli Tp
ed è lospazio d’ appartenenza
dellagrassmanniana degli Q
dello~l
comuneagli spazi 4 ed St ;
vale a dire che si ha:. 12. - LI osservazione sopra
esposta
fa vederechey
nelcaso
(b),
la varietà è formata daquegli Bp
che sonospazi
d’ appartenenza
delleG(h, t)
relative aquegli ~St
che incidono loS t
secondo 3 la sua dimensione m valedunque :
Inoltre i due
spazi S’p.
ed avendo unoSj
in comune,giacciono
ora entro uno equindi
la stella A* ha la dimensioneLa relazione
(14)
se si tien conto diquesto
valore - for-nisce subito :
13. - Dalla
(18),
confrontando con le(8), (13)
e(15),
si ri-cava il
seguente
valore per v :D’altra
parte
affinchè la varietà L possa averespazi
totaliSt
occorre, inseguito
ad un’osservazione del n.9,
che b’ nonsia
negativa,
ilche, grazie
alla(13),
siesprime
nella condizione :ovvero nell’altra :
Dalle
(19)
e(20)
si ricava laseguente
limitazione per il va- lore di v :dalla
quale,
conqualche modificazione,
si ottiene 1’altra :Se in
questa
sipone : t
1= p(p ± 0),
essa diventa :ossia :
La
quantità
A nellaparentesi
agraffa può
essere altrimentiscritta nella forma:
ovvero :
Da
qui
si ricava:e, se si suppone che sicr q >
1,
riesce sempre A ~2: O. Sepoi
8iha q = 1 e si suppone che sia 1 > h
+ 1,
si trova :e
quindi
è ancora A ~0, purchè
h > 1.Segue quindi subito, quando
si osservi la(23), che,
se èq >
12 v
dev’essernegativo
onullo,
esiccome,
per sua na- tura(n. 8), negativo
nonpuò
essere, esso sarà nullo. Ancora unavolta si conclude
dunque
che a èeguale a ó’,
eche, analogamente
al n.
10,
il teorema è vero. Lo stesso sipuò
dire se q=1,
conI>A+1
1. Restano i due casi h=1che discuteremo direttamente.
14. - Consideriamo
qui
ilprimo
caso: la varietà L è alloraun
complesso
di rette. Il valoredi v,
come si ricava dalla(19),
è :Si ha
dunque
v =0,
se :mentre la
condizione a’ ~
0dà,
per un 911, l’altra limitazione :Pertanto il caso è dubbio solo se è
31/2
r 2t1/2.
Maè ben noto
19)
che un ~2 di8,, ha S,
totali solo se r ~2t,
equindi
il caso è in effetti d’eccezione
pel teorema,
non essendovi in essospazi
totali pur essendo b’ -7--- 0. Se si suppone invece r::::2t,
ladimensione a dell’insieme 23 del ~2 è
uguale
a:15. - Consideriamo ora il rimanente caso d’un
complesso
per cui accada che 1 non
superi h -+-1.
Essendo certo 1~ h,
restan da discutere solo i due casi : t= h,
ed 1 = h+
1.Vediamo il
primo.
Dalla(19)
si ha:Affinchè sia v ~ 0 è necessario e sufficiente che riesca :
ovvero :
e
quindi (poichè h
>0)
Dunque,
se insieme alla ó’ z---0,
si ha r > 2t h il teoremanon subisce eccezioni. Se
invece,
sempre per8’:::: 09
si har s 2t h il caso è dubbio. Una nota analisi
[4]
fa subito ve-dere che
gli
unici casi che cos siottengono,
sonoappunto quelli
enunciati ai
capi (b)
e(c)
del teorema.Se infine si ha 1 - h
+
1 non siottengono
casi di eccezione.Infatti dalla
(23)
si ha :cioè:
e
1’éspressione
inparentesi
non è mainegativa;
si concludequindi,
col solitoprocedimento,
che v = 0. Con ciò il teorema enunciato ècompletamente
dimostrato.16. - Il valore dato dalla
(13)
per la dimensione 3 del si- stema Z coincide con la dimensione checompete
alla varietà intersezione diB/t-t- 1) complessi generici
t delloBr,
Se siricorda che il sistema è effettivamente intersezione di al
più complessi (cfr.
n.1 ),
se ne deduceche,
pur rima-By2013 A/
nendo
impregiudicata
laquestione dell’indipendenza
o no diquesti complessi,
tutti ipunti
dellar)
che stanno int -~- 1 - t
-- h
fraessi giacciono
di conseguenza nei ri-t-h ’
manenti
complessi Questo
fatto interessante confermaquanto
abbiamogià trovato,
per altrastrada,
nellaprima
par- te diquesto lavoro,
per il caso t = h-~-1.
Terminiamoquesta
seconda
parte
enunciando il:TIORIMA
3.degli spazi
totali >h)
d’unavarietà. L di
spazi 8,.
dello5,.,
resta determinato come inter8e, zione ,.t + 1
comptessi tineari
x 1.h-I ~ )
lineariz~one ~
B~2013 1
comp e8s~ ~near~ Xt+l.III.
17. - In
questa
terzaparte
estenderemo al caso di un com-plesso algebrico g,
d’ordine n >1, quanto
si èvisto,
nella se-conda
parte,
per le varietà L dispazi 8,.
dello8,.
E’ noto cheun
complesso algebrico
.g sirappresenta
sullaG(h, r)
con unavarietà
algebrica
base per un sistema di forme d’ordine n delloSR 11),
unaqualsiasi
dellequali
indicheremo col simbolo g’~. La nozione dispazio totale £§
per g si pone in modo ana-logo
aquello seguito
per le varietàL,
e EIl)
indicherà ancoral’insieme di siffatti St .
~~
20) Vale a dire che, se n > 1, la corrispondenza fra K e g* non è biunivoca. Precisamente la postulazione d’un complesso algebrico d’or- dine n è data dalla :
in cui le lettere hanno il nostro solito significato. Cfr. HODGE, c Proc.
Cambridge Phil. Soc. » (1942), 129-143.
a 1 ) L’ uso degli stessi simboli, qui e nel seguito, già usati nella parte seconda del lavoro, anzichè dar luogo ad ambiguità, mette in più chiara luce il parallelismo dei procedimenti.
18. -
Sia £
l’insieme delle formeK*,
checontengono
almenouna
G(h, t) :
la varietà risulta irriducibileperchè
è mutata inse stessa dal gruppo
infinito,
transitivo econtinuo,
di omogra- fie delloSR , immagini
diquelle
dello8,..
Si consideripoi
lavarietà ’~ delle
coppie K*, G(h, t) appartenentisi.
Essa risultaun modello del
prodotto
dell’insieme delleG(h, t),
cioè dellagrassmanniana G(t, r) degli St
di5,.,
per l’insieme delle K* ap-partenenti
ad unaqualsiasi, fissata, G(h, t)
eperciò
anch’essaè irriducibile. Inoltre ad un elemento
generico di £ corrisponde
nella ’r una certa varietà birazionale al sistema 1 delle
G(h, t)
esistenti in
quell’elemento;
anzi la rpuò pensarsi
come ilprodotto
della totalità 7, delleG(h, t) appartenenti
ad una for-ma
K*, generica
fraquelle
diR,
per lavarietà £
stessa. Sic-come
quest’ultima
èirriducibile ;
lo sarà anche il sistema~,
co-sicchè si
può
intanto enunciare laproprietà seguente :
TEOREMA 4. - Se esistono
spazi
totaliSt
per ungenerico conzptesso algebrico g,
il loro insie~ne è una vc~rietàalgebrica
irriducibile,.
19. -
Quando
si chiami A il sistema delle forme K* conte- nenti una certaG ( h, t),
sipuò e~prim~ere
ladoppia composi-
zione della varietà r scrivendo
Questa
relazione funzionalelega,
inparticolare,
le dimen-sioni
d’, ~,
è ed 1rispettivamente
diG (t, r), ed ~ ,
per lequali
conviene ora trovare delleopportune espressioni.
Intantoè subito:
Se
poi
si pone :la dimensione D della totalità delle forme ,g’~
(d’ordine n
dello8R)
vale=_) :
~
sa) Cfr. ad es. [1], p. 189.