R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
E DMONDO M ORGANTINI
Su una interpretazione proiettiva e su una rappresentazione affine della dualità della programmazione lineare
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 39 (1967), p. 273-290
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PROIETTIVA E SU UNA RAPPRESENTAZIONE
AFFINE DELLA DUALITÀ
DELLA PROGRAMMAZIONE LINEARE
di EDMONDO MORGANTINI
(a Padova) *)
SOMMARIO : 1. Coppie di sistemi lineari omogenei duali ed associati, secondo
A. W. Tacker. 2. Interpretazione proiettiva della loro dualità e della loro as-
sociazione. 3. Esempio. 4. Trasformazioni a blocco cerniera. 5. Loro signifi-
cato geometrico. 6. Interpretazione proiettiva di una coppia di sistemi duali ed associati di equazioni lineari, non omogenee. 7. Interpretazione affine di
una coppia standard di programmi lineari duali e della loro dualità. 8. L’e-
sempio più semplice. 9. Verifica diretta, sull’esempio, delle principali asser-
zioni della teoria.
Premessa.
A coloro che - come lo scrivente - si sono accostati alla teoria della
programmazione
linearedopo
unalunga pratica
dellageometria proiettiva,
sorgespontanea
laquestione
deilegami
tra lalegge
di dualità dellageometria proiettiva
e la dualità della pro-grammazione
lineare. La loro sostanziale identità sipuò
provarecon una
opportuna rappresentazione metrico-proiettiva
di unacoppia
di
programmi
lineariduali,
allaquale
sono dedicate lepagine
cheseguono.
~‘) Di questo lavoro, eseguito nell’ambito dei Gruppi di ricerca del Comitato per la matematica del C. N. R. un riassunto è stato comunicato dall’A. all’VIII, Congresso U. M. I. di Trieste, il 6 ottobre 1967 (Nota aggiunta durante la cor-
rezione delle bozze).
Indirizzo dell’A.: Prof. E. MORGANTINI, Seminario Matematico dell’Univer- sità, Padova.
Il loro contenuto sostanzialmente
figura già
nei miei «Appunti
di
programmazione
lineare, »1), largamente ispirati
al trattato di D. GALE2)
ed alla teoriaalgebrica
di A. W. TUOKER3)
dei « siste-mi lineari duali » e delle « trasformazioni a cerniera » del metodo del
simplesso.
È appunto
la teoria di TUCKER che mi ha fornito i mezzi per far vedere come in definitiva la dualità dellageometria proiettiva
coincida con la dualità della
programmazione lineare,
consentendouna conveniente
rappresentazione proiettiva
di unacoppia
di siste-mi lineari duali
(secondo TUCKER)
e delle trasforrnazioni a cerniera del metodo delsimplesso (nn. 1, 2, 4, 5,).
Si
può
infatti pensare chequei
due sistemi(omogenei
e dualisecondo
Tucker)
forniscano in formaesplicita
duerappresentazioni
duali
(nel
senso dellageometria proiettiva :
una comeluogo
di oonpunti,
l’altra comeinviluppo
di oo~iperpiani)
di uno stessosottospazio Q
dellospazio proiettivo
reale P ad m+ n +
1 dimen-sioni.
Queste
duerappresentazioni
sono anche « associate ~, nel senso che in una di esseQ
vienerappresentato
comeluogo
deipunti
comuni
agli m +
1iperpiani
distinti che loproiettano
dalle m2+
1facce di dimensione 1n - 1 contenute in una faccia di dimensione
m della
piramide fondamentale, sghemba
conQ.
Nella
rappresentazione
«associata, » Q
viene invece rappresen- tato comeinviluppo degli iperpiani
comuni alle n-~-
1 stelle distinte aventi per centri ipunti
di intersezione diQ
con le n+ 1
facce didimensione m
+
1 dellapiramide fondamentale, passanti
per F.Una trasformazione a blocco cerniera di ordine r
equivale
allasostituzione della faccia F con un’altra faccia F’ della
piramide fondamentale,
anch’essasghemba
conQ,
ed avente in comune conF m
+
1 - rdegli
m+
1punti
fondamentali di cui ècongiungente (n +
1 - r delle n+
1 facceiperpiane
dellapiramide fondamentale,
di cui è
intersezione).
1) Padova, Randi, 1967.
2) The theory of lineai- econontie rnodel8 (Me Graw-Hill, New York. 1960).
3) Come da Lui esposta in Mathentatical optii tízation tecniques, BELLMAN R.
ed. (Univ. of California Press, 1963).
Si passa
poi (nn. 6,7),
dallo schema riassuntivo di unacoppia
disistemi liueari duali
omogenei,
allo schema che - sempre secondo TUCKER - sipuò
associare ad unacoppia
diprogrammi
lineari duali standard e riassume unacoppia
di sistemi lineari nonomogenei,
duali ed associati. Per essi vale la
precedente interpretazione proiet- tiva,
ma ilpassaggio
da coordinate omogenee a coordinate non omo-genee conduce naturalmente ad una
interpretazione affine
della cop-pia
diprogrammi
lineari e della loro dualità.Per tale
interpretazione metrico-proiettiva
sembravantaggioso
l’uso coordinante
« antiparallele
». Si suppone cioè che - nello spa- zio affine - sia all’oo il solopunto
fondamentaleA3
del riferimentoe che siano concordemente orientati
gli
« assi »paralleli Ai A3 (i == 3),
dove le coordinate non omogenee di
iperpiano - uz
Ui sileggono
U3come
intercette,
unitaria essendo l’intercettadell’iperpiano
che dallafaccia
opposta proietta
ilpunto
unità4).
I due
problemi
duali assumono allora ilseguente aspetto
geo- metrico :I)
Tragli iperpiani passanti
perQ
e non perA3,
determinare -se esistono -
quelli
aventinon-negati-ve
le intercette8/lgli
assiAi A3 (i 3, 4) e
massima l’intercetta sull’asseA4 A3 .
II)
Tra ipunti
comuni aQ
ed alprisma degli
assi(ma
nonalla sua
faccia opposta
adA4),
determinare - se esistono -quelli
che dalla
faccia opposta
delriferimento
siproiettano
sull’asseA4 A3
in zcn
punto di
asci.ssa minima,.L’esame
dettagliato dell’esempio più semplice (m
= n =1),
maancora
significativo,
fa vedere(nn. 3, 8, 9)
come da taleinterpre-
tazione
geometrica
risultino evidenti leprincipali
asserzioni della teoria dellaprogrammazione lineare,
inparticolare quelle
contenutenel teorema fondamentale della dualità.
I titoli dei vari
paragrafi, riportati
nelprecedente
sommariopermettono
al Lettore di farsi un’ideapiù precisa
dell’ordine in cui sono trattati i variargomenti.
4) Cosi il punto unità risulta « interno » al « prisma degli assi ». Pi msati
in pratica (ad es. nel piano, per la costrnzione di monogrammi a punti allineati
con due scale rettilinee) sono i sistemi di coordinate di iperpiano,
che differiscono da quelle qui chiamate « antiparallele » solo per rorientazione
degli assi dove quelle coordinate si leggono come intercette.
l.
Coppie
di sistemilineari omogenei duali
edassociati,
secondoA .
~T. Tucker.
A. W. TUOKER
5)
chiama « duali » due sistemi diequazioni
lineari ed omogenee
nelle n -~-
mincognite :
rappresentati
schematicamente della tabella :dove A = è una matrice ed elementi
(ed es.) reali,
deltipo
1n X n, e che
separatamente,
usando il simbolismo della teoria dellematrici,
si scrivono :Tanto le n
equazioni (3) quanto
le mequazioni (3’)
sono lineari-mente
indipendenti,
come si riconosce ad es. scrivendole nella formaequivalente :
-,dove In ed Im stanno ad indicare le matrici
quadrate
identichedegli
ordinirispettivi n
ed m.Inoltre,
perogni coppia
di soluzioni delle(3), (3’),
si ha :5) Vedi l. cit. 3).
2.
Interpretazione proiettiva
dellaloro
dualità e della loro as-sociazione.
Trascurando di
proposito
lainterpretazione
di Tucker dicome
punti-vettori
di uno stessospazio
vettoriale(reale) Rm+n,
edapprofittando
dellao~nogeneità
delle(1.3), (1.3’), vogliamo qui
inter-pretare
le m+ n componenti
dei due vettori u, x come coordinate omogenee,rispettivamente
diipetpiano
e dipunto,
in uno stessospazio proiettivo (reale)
P = di dimensione m+
n - 1.In P le
(1.3), (1.3’),
essendoindipendenti, rappresentano rispet- tivamente,
in forma «esplicita » :
a)
Una stellaU, inviluppo
diiperpiani,
aventedunque
per
sostegno
unospazio
di oon-lpunti.
La
(1.4)
affermapoi
che :b) Ogni iperpiano
della Ucontiene tutti i
punti
di X.In altre
parole :
’
a’)
Unsottospazio X, luogo
di
punti,
edunque
soste-gno di una
stella, inviluppo
diiperpiani.
b’) Ogni punto
di X contie-ne tutti
gli iperpiani
della U.c)
Le(1.3), (1.3’) forniscono
duerappresentazioni esplicite
« a s-s o c i a t e » dello stesso
sottospazio Q
diP,
nei suoi dueaspetti
« d z a-I i » nel senso della
geometria proiettiva,
e cioè come in-viluppo
U diiperpiani
e comeluogo X
di oowlpunti.
Il
significato geometrico
della « associazione » diqueste
duerappresentazioni
duali diQ
e dellaindipendenza
lineare delle(1.3), (1.3’) può
essere ulteriormentechiarito,
osservando che :d)
Le(1.3) rappresentano Q
come
inviluppo
Udegli
oogn-1iperpiani passanti
pergli n punti
distinti in
cui Q
intersecaquelle
it facce di dimensione m della
piramide
fondamentale del riferi- mento sullequali
si annullanotutte le
prime n
coordinate dipunto,
meno una.Queste
faccedi « intersezione » sono
poi quelle
d’)
Le(1.3) rappresentano Q
come
luogo X degli punti
comuni
agli m iperpiani
di-gtintíche lo
proiettano
daquelle
facce della
piramide
fondamenta-le,
di dimensione m - 2(e
dun-que
inviluppo
di ooniperpiani),
sulle
quali
si annullano tutte leprime n
coordinate dipunto
eduua delle ultime ~a.
Queste
faccepassanti
per la faccia F di di- mensione m-l in cui si annul- lano tutte leprime n
coordinatedi
punto.
La circostanza che
gli n punti
di intersezione suddetti sia-no distinti
significa che Q
nonincide la F.
« centri di
proiezione »
sonopoi quelle
contenute nella faccia di dimensione m - 1 in cui si annullano tutte leprime n
coor-dinate di
punto.
La circostanza che
quegli
miperpiani proiettanti
siano distintista ancora a
significare che Q
edF non hanno
punti
comuni.Si noti che
se Q
ed F avessero unpunto
in comune, equindi
fossero contenuti in uno stesso
iperpiano,
conquel punto
e conquell’iperpiano
coinciderebberorispettivamente
tuttigli n punti
di intersezione e tuttigli 1n iperpiani proiettanti
di cui sopra.3.
Esempio.
Per ~rt = n = 2 ad es. si ha :
Nello
spazio proiettivo
tridimensionaleP3,
dove(u1 , ... , U4)
ed(x
... ,x4)
siinterpretino
come coordinateproiettive
associate dipiano
erispettivamente
dipunto,
i due sistemi duali(3.3), (3.3’),
sintetizzati dallo schema
(3.2),
fornisconodunque
due rappresen-tazioni duali ed in forma
esplicita
della stessa retta q, a sinistracome
inviluppo
dipiani,
a destra comeluogo
dipunti.
Le due
rappresentazioni (3.3), (3.3’) di q
sono anche «associate »,
nel senso che :
d)
Le(3.3) rappresentano q
come fascio di
piani
comune alled ue stelle aventi per centri i due
punti
distinti :nei
quali q
intersecarispettiva-
mente le facce :
a’)
Le(3.3’) rappresentano la q
comepunteggiata,
comuneai due
piani
distinti :che la
proiettano rispettivamente
dai due vertici :
della
piramide
fondamentale del riferimento.Ciò è
possibile,
inquanto la q
non è incidente(ossia compla- nare)
con lospigolo
F =A3 A4
= a2 dellapiramide fondamentale,
che si
può
pensare tanto come intersezione delle due facce al, ~2’quanto
comecongiungente
i due verticiA3 , A4 .
4.
Trasformazioni
~~blocco-cerniera.
Sia
Ali
una sub-matricequadrata
nonsingolare
della A. Rior- dinando lerighe
e le colonne della A(e corrispondentemente
le coor-dinate dei vettori 2~,
x)
sipuò
far s cheAt1
sia formata con lesue
prime r righe
e colonne.Ripartendo corrispondentemente
in 4blocchi la A ed in 2 blocchi i vettori
2~’, x’, x",
lo schema(1.2)
ed i due sistemi duali ed associati
(1.3), (1.3’)
si possono riscrivere :A. W. Tncker chiama blocco cerniera », di
«ordine». r,
laoperazione (determinata
dalla scelta del blocco cernieraA 11 )
che fa passare dallo schema(4.1)
e dai due sistemiduali ed associati
(4.2), (4.2’)
allo schema ed ai due sistemi duali ed associatiseguenti :
I due schemi
(4.1), (4.3)
sonodefiniti a
meno di un eventuale riordinamento dellerighe
e delle colonne.Dallo schema
(4.3)
si ritorna allo schema(4.1)
con la trasfor-Inazione a blocco cerniera
I due schemi
(4.1 )~ (4.3)
si dicono «equivalenti
», inquanto
sonoequivalenti (come
subito siverifica,
nel senso che hanno le stessesoluzioni)
le duecoppie
di sistemi lineari duali ed associati da essi sintetizzate.6. Loro
significato proiettivo.
La
equivalenza,
ossia la circostanza di aver le stessesoluzioni,
verificabile per le due
coppie
di sistemi(4.2), (4.4)
nelleincognite
2~ e
(4.2’), (4.4’)
nelleincognite
~, sta asignificare
che anche i due sistemi duali associati(4.4)
e(4.4’) forniscono coppia
di rap-presentazioni
duali ed associate dello stessosottospazio Q
dellospazio
P.Quello
checambia, passando
dallaprima coppia
allaseconda,
ossia dallo schema
(4 1)
allo schema(4.3),
è la faccia usata ~’ dellapiramide
fondamentale del riferimento(luogo
di oom-1punti
ed in-viluppo
diiperpiani).
DallaF, sghemba
conQ,
si passa adun’altra faccia
h",
diugual
dimensione ed anch’essasghemba
conQ.
Si verifica subito che l’ordine r del blocco cerniera, sta ad indi-
care che F ed F’ hanno in comune ~~z - r
degli
m vertici(n
- r dellen facce
iperpiane)
dellapiramide fondamentale,
di cui sonocongiun- genti (intersezioni).
Cos ,
per r =1~
ossia nel caso delle trasformazioni « etementari »(nelle quali
la « cerniera » è un elemento non nullo dellaA, pensato
come matrice
quadrata
nonsingolare,
di ordineuno),
I’ ed F’ han-no in comune »i - 1 vertici
(ed n - 1
facceiperpiane)
dellapira-
mide fondamentale. Lo
spazio
fondamentalef’ = f’’
di dimensionem - 2
congiungente quegli m -
1 vertici(ossia
la intersezione di F edF’)
è l’unico « centro diproiezione »
comune alle due rappre- sentazionipuntuali (4.2’)
e(4.4’)
diQ.
Dualmente lospazio congiun- gente
.F edI",
didimensione m,
è l’unico« spazio
d’intersezione »comune alle due
rappresentazioni (4.2)
e(4.4)
diQ.
Poichè 2~ si ottiene
proiettando
daf
il suo rimanente m-esimo vertice R dellapiramide fondamentale,
amnchè la nuova rappresen-tazione sia
possibile (ossia perchè Q
non sia incidente adF’)
occorree basta che
l’iperpiano proiettante Q da f
nonpassi
perR,
ossia ap-punto
che non sia nullo l’elemento cerniera della matriceA,
zcnodei coefficienti
dell’equazione
diquell’iperpiano.
E dualmente.Si intuisce
(e
sipotrebbe dimostrare)
che ilpassaggio
da unacoppia
di.rappresentazioni
duali associate diQ,
relative ad unafaccia F del riferimento
sghemba
conQ,
ad un’altracoppia equi-
valente di
rappresentazioni
dualiassociate,
relative alla faccia1~’~
pure
sghemba
conQ,
ed F’ hanno in comune solo m - rdegli
~fz
punti
fondamentali deiquali
sonocongiungenti~
sipuò
effettuareattraverso una catena di
(almeno) r
successivi e convenienti pas-saggi intermedi, passando
cioè daF = F1
adF2,...,
adFr
=1~’,
in modo
che Fi
ed abbiano sempre m - 1punti
fondamentali in comune. Ciòsignifica appunto
come affermaTucker,
che :Úna
trasformazione
a blocco cerniera di ordine r sipuò
sempredecomporre
nelprodotto
di(almeno)
rtrasformazioni
clementar a cerniera.Viceversa,
risulta cos anche intuitivo che :Il
prodotto
dipiù trasformazioni
elementari a cerniera è unatrasformazione
a blocco cerniera.6.
Iiiterprotazione proiettiva
di unacoppia
disistetui
duali edassociati di
eqt azio i linearj,
non omogenee.Consideriamo ora lo schema di Tucker :
ed i due sistemi duali ed associati di
equazioni
lineari non omoge-nee che esso riassume :
La matrice
(reale)
A sia del X n, cosicchè c,002
sono m-vettori ed 1b, 2~1
sono n-vettori(reali).
Allora
(n. 2)
le m+ n +
2 coordinate dei vettori :si possono
interpretare rispettivamente
come coordinate omogenee associate diiperpiano
e dipunto
in uno stessospazio proiettivo
reale P = ad m
-f- n +
1dimensioni,
dove la condizione diappartenenza punto-iperpiano
si scrive :Perciò,
essendo la(6.4)
verificata daogni coppia
di soluzionidei due sistemi associati
(6.2), (6.2’),
le(6.2), (6.2’) rappresentano
uno stesso
sottospazio Q
diP,
nei suoi dueaspetti
duali e cioè(a sinistra)
comeinviluppo
di oomiperpiani
e(a destra)
comeluogo
di oon
punti.
Di ciascuno di
questi
dueaspetti
le(6.2), (6.2’)
forniscono unarappresentazione
in formaesplicita
ed in coordinate non omogenee inquanto
una delle coordinate(6.3), (6.3’)
si suppone unitaria. Iparametri (essenziali)
dellarappresentazione esplicita
sono, asinistra,
le ~~z coordinate di
u2
e, adestra,
le n coordinate di xl.Ciò
significa,
adestra,
chegli
oonpunti X di Q
si possono riferire biunivocamente aquelli
x1 della facciaj~===~(~==~~g===0)
del
riferimento,
perproiezione
dalla faccia« opposta
» G = Gm(Xt = 0,
x4
= ù)
e sezione con F.Dualmente,
asinistra,
chegli
ootniperpiani
Úper Q
si possonoriferire biunivocamente a
quelli U2
per la stessa facciaF(Ui =0, U4=O)
del
riferimento,
per sezione con la facciaopposta
G = =0)
e
proiezione
da F.Ciò è
possibile,
inquanto (n. 2) f~
non hapunti
in comune conG, ossia Q
e G nonappartengono
allo stessoiperpiano.
’~.
Interpretazione
affine di unacoppia standard
diprogrammi
lineari duali e della loro dualità.
Lo schema
(6.1)
sipuò
pensare, conTiicker~
associato allapiù generale coppia
diprogrammi
li,neari «duali »,
in forma «standard »,
formulati come segue ,
I)
Determinare(se possi- bile)
un m-vettoreU2’
tale che sia:1’)
Determinare(se possibile)
un n-vettore y tale che sia :
Con riferimento ai due sistemi lineari associati
(6.2), (6.2’)
edalla loro
interpretazione proiettiva,
sipuò quindi
dare laseguente
interpretazione geoi tetrica
dei dueprograninii
lineariI,
1’ e della loro « dualità » :II)
Tragli iperpiani i
passanti
perQ
e per iquali
u3
=~= 0, determinare,
seesistono, quelli
aventinon-negative le
coordinate n o n o m o g e n e e u1 ,
e m a s s i m a la coordinata
non u4,
II’)
Tra ipunti
aventi x~4
~
0 edappartenenti
aQ, determinare,
seesistono, quelli
aventi
n o
rc - n e g a t i v e Le coordi- nate non omogeneeX2
e m i n i m a la coordinata n o n o m o-genea xs.
Si osservi come l’intervento di coordinate
proiettive
non omo-genee conferisca un carattere
« affine »
aquesta interpretezione
« proiettiva
».A destra
funge
da« iperpiano improprio
» la facciaiperpiana X4 = O
delriferimento,
cosicchè(quando
la sipensi all’ cxJ)
le coordi-nate non omogenee x3 si possono pensare come coordinate cartesiane di
punto.
A sinistra
funge
da« punto
ilpunto
fondamentale zc3 = 0 delriferimento,
cosicchè(quando
lo sipensi
all’oo)
le coordi-nate non omogenee
u1’ ~u,2 , u4
possonopensarsi
come « coordinateantiparallele »
diiperpiano (se gli
altripunti
fondamentali del rife- rimento sono alfinito).
Si noti che il
punto
u3 = O non èquello opposto all’iperpiano
x4 =0,
anzi viappartiene.
Si noti anche come, a
destra, l’iperpiano improprio
siaquello
in cui si annulla la coordinata di
punto (x4)
avente lo stesso indice della coordinata(u4)
diiperpiano che,
asinistra,
occorre estremare.E dualmente.
Si ricordi inoltre che tanto le coordinate cartesiane di
punto, quanto
le coordinateantiparallele
diiperpiano
si possono pensarecome misure di
segmenti
orientatisugli
assi del riferimento.Cos ,
detta.E34
laproiezione
delpunto
unità sullospigolo A3 A4 ,
fatta dalla faccia
opposta F34
dellapiramide
fondamentale del rife- mentoproiettivo,
e detta :la sezione
dell’iperpiano
Ucon
X34
laproiezione
daF34
del pun-to X su
lo stesso
spigolo A3 A4 ,
5le nostre coordinate
proiettive
non omogenee U4’ X3 hanno ilseguente significato geometrico :
iPertanto, se A3
è allloo edA4
è alfinito,
essendoU4 ed x3 hanno il
seguente significato tkfflne
e metrieo :8.
L’esempio più semplice.
È opportuno
vedere a cosa si riducono le considerazioni pre- cedenti nel casopiù semplice,
in cui rn = ’~~ = 1. Allora le(6.2), (6.2’)
si scrivono :
Lo
spazio
ambiente P = dimensione 3 ed in essosono coordinate
proiettive
omogenee associate dipiano
e dipunto
Le
(8.1), (8.1’) rappresentano,
in formaesplicita,
una stessaretta, q
diP3,
a sinistra comeinviluppo
dipiani,
a destra comeluogo
dipunti.
Perquei piani
e perquei punti
possono
pensarsi
come coordinateproiettive
non omogenee, epiù
inparticolare,
nellospazio
af6ne :coordinate
antiparallele
dipiano,
1
se il solo
punto 1t3
= 0 è all’oo.coordinate cartesiane di
punto,
seè all’oo il
piano
x4 = 0.Si noti
(n. 7) che,
essendo in entrambi i casi ilpunto A3
alFooed al finito il
punto A4 ,
tanto a sinistra che a destra la coordinata u4 delpiano
U =(U1’
U29 -1, u4)
coincide con la misura della sua« intercetta » sull’asse
A4 A3 .
«Inoltre i
punti
X =x2,
x3,1)
per iquali
x3 = U4 sonoquelli
situati sul
piano
per ed aventeintercetta ít4
sull’asseA-~ A3 .
*La condizione di
appartenenza punto-piano
si scrivePertanto i due
punti
distinti della retta q, diequazioni (8.1 ),
sono
quelli :
in cui essa incontra le
facce X4
=0,
x1 = 0 dellapiramide
fonda-mentale
(v. Fig. 1).
1)unque
laretta q
non è incidente(= complanare)
con lospi- golo A2 A..,
del riferimento. Perciò sono anche distinti i duepiani equazioni (8.1’)
che sonoappunto quelli
che laproiettono
dai
punti
fondamentaliA~ , A2 .
*I due sistemi lineari duali ed associati
(8.1), (8.1’)
sono sinte-tizzati dallo schema di Tucker :
che riassume anche i due
programmi
lineari duali standard :_Determinare,
sepossibile,
un numero reale :Introduciamo,
nellospazio affine,
un sistema di coordinate anti-parallele,
mettendone in evidenza(v. Fig. 1)
ipunti
fondamentaliFig. 1
proprî A 1, A 2 , A4 , origini degli
assiparalleli
delle coordinate nonomogenee di
piano
u~ .I
piani ZT = (ui ~ u2 , -1, u4)
di coordinate non omogenee u1, u2non-negative
sonodunque quelli
aventi intercettenon-negative sugli
assi u1,
u2 .
I
punti X
=(xl
xz , .z3 ,1 )
di coordinate non omogenee Xt, x2non-negative
sonoquelli
interni alprisma (contenente
ilpunto
unitàed)
avente perspigoli gli
assi uj, li 21 u4 , oppurequelli appartenenti
alle sue due facce
(= strisce)
concorrenti nellospigolo
u4.Nella
figura
si sono messi in evidenza i duepunti Q4 , Q,
dellaretta q, che
qui
sono anche estremi delsegmento Q4’ Q1 (aperto
asinistra)
i cuipunti
X hannonon-negative x1
ed x2.Si sono messi in evidenza anche i
piani
x3 , x2, Xl cheproiettono
q da Si noti che
qu sono x2 gli
estremi dell’an-golo (non
contenenteX3)
descritto daipiani U
per q aventi non-nega- tive le coordinateantiparallele u1,
La formulazione amne dei due
problemi
duali1, I’ è,
in coor-dinate
antiparallele,
laseguente :
11)
Z’ra ipiani passanti
per la retta q e non_paralleli agli
as-si ul.9 U2’ U4 delle coordinate anti-
parallele, determinare,
seesistono, quelli
aventino-o-negative le
intercette
sugli
assi Ut, u2 e m a s- s i m a la intercetta sull’asse u4II’)
Tra i_punti appartenenti
alla retta q ed al
prisma degli
assiU1,
2 U2
U4(ma
non alla sna facciaopposta
adu4), deter»iina>.ne,
secsiste,
uno, per- ilquale
sia m i n i -ma l’intercetta, sull’asse zc4 del
pia-
no che lo
proietta
dalla rettaA1A2.
9. Veritica
diretta, sull’esempio,
delleprincipali asserzioni
della teoria.Sia
.X = (x1, x2,
X3’1)
unpunto
di coordinate Xt, x2 non-nega- tive dellaretta q,
ossia(v. Fig. 2) appartenente
alprisma P degli
Fi g. 2
assi U1’ U2’ U4’ ma non alla sua faccia
opposta
ad u4. La x3 delpunto
X è l’intercetta sull’asse u4 delpiano
aproiettante X
dallaretta
A 1 A2 .
Sia
i U2 -1, u4)
unpiano
per la retta q(e dunque
per ilpunto X)
di intercettenon-negative sugli
assi u1, 9 1t2 2 e sia u4 lasua intercetta sull’asse u4.
Il
piano proiettante
.’dall’asse U4
sega ipiani
ae fl
in duerette a,
b perX,
che intersecano lafaccia U1 u2
delprisma P
in duepunti A,
Bappartenenti
ad una stessa retta c,parallela agli assi,
che si
può
anche supporre orientata concordemente ad essi. Chia.mando « lalto » il verso di
questa
orientazione comune, essendo~c1 >
02
~c2 >0,
ne consegue che A non èpiù
alto di B equindi,
essendo interno alla striscia eu4,
Si verifica cos anche intuitivamente sulla
figura
che:Se i due
problemi
dati sonoammissibili, ogni
soluzione U4 delproblema di
massimo nonpuò
superare alcuna soluzione x3 delproblema-
di minimo.
Dunque
i due insiemi di soluzioni ammissibili(u4)
ed(ae3)’
peripotesi
nonvuoti,
risultanolimitati,
ilprimo superiormente,
il se-condo inferiormente. D’altra
parte,
trattandosi di insiemi convessi e chiusi di numeri reali(aventi
perimmagini
unsegmento
o una semi-retta dell’asse xa = U4’
compresi
i loroestremi),
è chiaro che in tal caso, come vuole laprima parte
del teorema fondamentale della dua- lità dellaprogrammazione
lineare :Tra i
piani
Uammissibili, !
ne esiste almeno uno UO di inter- cetta massima.
Tra i
punti
XaTnJnissibili,
neesiste almeno u~no XO di coordina- ta minima.
Poichè la
retta q
non èparallela agli
assi(altrimenti
i duepiani
X3 e ~2coinciderebbero),
ipunti X ammissibili,
seesistono,
sonoquelli
delsegmento
comune allaretta q
ed alprisma P degli
assi.Se tra essi ve n’è
qualcuno
dicoordinata x° minima,
è chiaro chefra
questi figura
uno X°degli
estremi delsegmento,
ossia una delleintersezioni
i di q
con lefacce u 2 1t4
od ul U4 delprisma
P. Ciòintanto
significa
che :Se il
problema di
minimo ammette una soluzioneottimale,
essoammette anche nna soluzione «basica,» ottimale
(teorema
delle 801u- zioni basicheottimali).
D’altra
parte, supposto
che sia(v. Fig. 1)
X° =Q1’
ilpiano
Uo = x
proiettante q
daA 2
ha unaintercetta uO 4
=xo . 3
Sicchè dalla
(9.1)
risulta(criterio
diottimalità)
che talepiano
U° èsoluzione basica ottimale del
problema
di massimo. Sicchè non solo:Anche il
problema
di massimo ha una soluzione basicaottimale,
me
anche,
come vuole la secondaparte
del teorema fondamentale della dualità :I valori ottimati dei due
programmi
duali coincidono.Che
poi (come
vuole la terzaparte
del teorema fondamentale delladualità)
se uno dei dueprogrammi
è ammissibile maprivo
disoluzioni
ottimali,
1’altro non siaammissibile,
risulta immediatamente dalla(9.1).
Sicchè - sfruttando la
rappresentazione
affine - è facile veri- ficare direttamente suquesto esempio
la verità delleprincipali
as-serzioni della teoria della
programmazione
lineare.L’importanza dell’esempi o precedente aumenta, quando
sipensi
che ad esso ci si
può
sempre ricondurre dal casogenerale
illustratonel n.
7, purchè
siseghi
lafigura relativa,
ad es. con lospazio
tri-dimensionale
congiungente
lospigolo A3 A4
dellapiramide
fondamen-tale del riferimento con una retta di
Q
contenente unpunto
otti-male X°.
Manoscrito pervenuto in redazione il 7-9-1967