R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
A RNO P REDONZAN
Su una generalizzazione di una proprietà relativa a ipersuperficie quadriche e cubiche
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 31 (1961), p. 357-373
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DI UNA
PROPRIETÀ
RELATIVAA
IPERSUPERFICIE QUADRICHE
ECUBICHE
Nota
(*)
di ARNO PREDONZA1(a Padova)
1. - L’esistenza
(eventuale)
di mappebirazionali,
o di mappe unirazionalisuriettive,
tra unospazio proiettivo
e lagenerica ipersuperficie V,
dell’ordine n, di unospazio proiettivo P,.(K), (g
corpoalgebricamente
chiuso di caratteristicazero),
non permane, in
generale,
incorrispondenza
a tutte lespeciatiz-
zazioni di
Y,
anche limitatamente aquelle
che dannoluogo
aipersuperficie
assolutamente irriducibili.Cos ,
ad es., se n =3,
r =3, ogni k-superficie
cubica asso-luta V di
P$(g), (k sottocorpo
diK),
è birazionale su un sopra- corpoalgebrico
k * dik,
a meno che V non sia un cono non bira-zionale
(e perciò
di genereuno). Questa proprietà
sitrasporta
facilmente al caso n =
3,
r >4,
appena al concetto di birazio- nalità si sostituiscaquello più ampio
di unirazionalità1),
equindi
(*) Pervenuta in Redazione il 5
luglio
1961.Indirizzo dell’A.: Seminario Matematico, Università, Padova.
1)
Se infatti V è unak-ipersuperficie
cubica nonsingolare,
ed 1 una suaretta
(necessariamente priva
dipunti singolari),
l’unirazionalità di V suk(t)
è, ad ea.,provata
in A. PREDONZAN, Alcuni teoremi retativi all’uni- razionalità diipersuperficie algebriche
nongenerali,
Rend. Sem. Mat. di Padova, (1961). Se invece V contiene un punto y dimolteplicità
due,essa risulta ovviamente birazionale su
k(y),
equindi
unirazionale. Infine se y hamolteplicità
tre su V, la V stessa è un cono che, se non uni- razionale, deveproiettare
da unospazio P r-3
una cubicapiana
di ge-ci si limiti a verificare l’esistenza di mappe unirazionali suriettive del
tipo suddetto,
anzichè di mappe birazionali.Tenuto anche conto della nota birazionalità
(e quindi
unira-zionalità)
diogni quadrica
assolutamente irriducibile di.Pr(K), (r
>2),
sipuò dunque
affermare che:« Ogni k-ipersuperficie
assoluta di
Pr(g),
dell’ordine n = 2 o n =3,
che non sia uncono non
unirazionale, (caso questo possibile
solo per n =3),
è unirazionale su un sopracorpo
algebrico
k * di k appenasia, rispettivamente
nei duecasi, r >
2 od r > 3 ».Si
presenta
alloraspontaneo
ilproblema
di vedere se, esten- dendo la nozione di cono inquella (comprendente
laprima)
di varietà
1?wgo
d’un sistemasemplice
dispazio 2),
si possa deter-minare,
incorrispondenza
ad n, un interopositivo r(n)
inguisa
che
valga
laseguente proposizione:
I) Ogni k-ipersuperficie
assoluta diPr(K),
dell’ordine n, che non sialuogo
d’un sistemasemplice,
non unirazionale dispazi,
risulta unirazionale su un sopracorpo
algebrico
k* dik,
appena sia r >r(n).
In
quest’ordine
d’idee l’A. ègiunto
a provare ilseguente
TEOREMA:
Ogni ipersuperficie algebrica
assoluta V delquarto
ordine di uno
spazio proiettivo P,,(K), definita
su unqualunque sottocorpo k
diK,
che non sialuogo di
un sistemasemplice,
non unirazionale di
spazi, é
unirazionale su un sopracorpo al-gebrico
k* di k appena sia r > 73).
nere uno: infatti se il vertice del cono fosse uno
spazio P,,
di dimen-sione s c r - 4, uno
spazio
- s - 1 > 3),sghembo
conP8, segherebbe
V inun’ipersuperficie
cubica V’ non cono, eperciò,
perquanto
precede,
unirazionale (o, inparticolare, birazionale),
dondel’unirazionalità di V, in contrasto con quanto
supposto.
2)
Una k-varietà d-dimensionale Vdicesi « luogo
di un sistema sem-plice
dispazi. se
contiene un sistema dispazi
lineari m-dimensio- naliPm,
(1m d - 1),
ilquale
sia definito su un sopracorpoalge-
brico
ki
di k,(eventualmente k1
=k),
abbia dimensione d - m, e sia di indice 1,(cioè
per un puntogenerico
di Vsu k~ passi
uno ed un soloPm
di
{ P,~ }).
3) L’unirazionalità
dell’ipersuperficie algebrica generale
del quarto or-dine è stata
provata,
7, da U. MORiN in Rend. Acc. Naz. dei Lincei, (1936).Per
giungere
aquesto
risultato sipoggia
sulla considerazione di una sottovarietà lineare bidimensionale n diV,
ilche,
per r >7,
è semprepossibile ~).
La successiva trattazione è suddivisa in tre
paragrafi.
Nel§
1vengono stabilite alcune
proposizioni preliminari.
Nei§ § 2,
3vengono invece studiati
separatamente
i due casim(n; V)
=1, m(n ; V) >
25).
Si
potrà
nelseguito
sempre escludere che V sialuogo
di unsistema
semplice
dispazi P,., (1
m r -2), perché
nel caso sia
unirazionale
laproposizione i1)
del n. 7 assicurerà subito 1’unirazionalità di V.§
1. -Proposizioni preliminari
2. - Sia V
un’ipersuperficie algebrica
assolutamente irridu-cibile,
delquarto ordine,
di(r
>7),
definita su un sotto-corpo k
delcorpo K algebricamente
chiuso e di caratteristica zero, e sia n una sua sottovarietà lineare bidimensionale(piano).
Detto
ki
il minimo sopracorpoalgebrico
di k checomprende quello
di definizione di n,operiamo
suP,(K)
una trasformazione di coordinateproiettive,
definita su che muti l’ideale inquello ~~x1(~) _ (X3, X4,
...,Xr).
In virtù di tale trasforma- zionel’equazione
di V[cioè
la base del relativoideale] può
scri-versi nella forma:
dove
1B3)
ed1B’
sono,rispettivamente, polinomi (omogenei)
deigradi
tre e due dell’anelloXi, X 2~, mentre g
èpolinomio )
È noto che per r > 7ogni ipersuperficie algebrica
del quarto ordine diP,(g)
contienequalche piano;
ved. A. PREDONZAN, loc. cit.in 1), n. 5.
b)
Conm( U; V)
si indica come di consueto - lamolteplicità
su V di una sottovarietà Ú di V.
(omogeneo)
digrado quattro
dell’anelloX i,
... ,X,.],
cia-scun termine del
quale
è almeno del terzogrado
nelcomplesso
delle indeterminate
X 3 ,
9X,&
... , 9X r .
Cominciamo col verificare che:
ii) V)
= 1 se, esoio se, i polinomi f;8~
non sono tuttimentre
m(n; V)
= 2 se, e solo se, sono nulli tuttiglà f ~3~,
~na non cos
Ciò
può,
ad es., vedersi determinandol’intersezione-prodotto V . P 3
di V con unospazio proiettivo P 3’ generico
sukl
nelsistema costituito
dagli spazi
tridimensionali di uscenti da n. Detto infatti x =(09 0, 0,
X31 ... ,xr)
unpunto, generico
su dellospazio complementare
di ~z, definito da =(Xo, Xl, X2),
leequazioni
di unP3
deltipo
suddetto possono scriversi:
ne viene che
V. P3 può rappresentarsi
mediante le(2)
e la:essendo h un
polinomio (omogeneo)
delprimo grado
nelleX o ,
... ,Xs (e
diquarto grado
nellex ~ , ... , x,. )
dell’ anellok 1 [x~ , ... , x,.]
[~o , ... , ~~] .
Il fatto che la(3) contenga X3
come fattore sem-plice
se, e solo se, non tutte le1B3)
sononulle,
mentre la stessa(3)
contiene
Xl
come fattoredoppio
se, e solo se, sono nulle tutte le¡’I),
ma non lef,2,),
cipermette
di concludere come enunciato in~1).
3. - Se
m(n; Y )
=1,
il ciclo omogeneo bidimensionale del terzo ordine = Y ~P3 - n
èpositivo
e non ha ~c come com-ponente :
esso è elementogenerico
suki
di un didimensione r -
3,
birazionale suk 1,
e determina su n il divisorepositivo (unidimensionale)
del terzo ordine = F(3) . n, rap-presentato
dalleequazioni
di n e dallaLa
(4)
ci assicura che C~3~ è elementogenerico
suk1
di unsi.stema la cui dimensione
può
anche essere nulla.Se invece
m(n; V) = 2,
risultapositivo
il ciclo omogeneo bidimensionale del secondo ordine F(1) = Y ~2n,
e nonha n come
componente:
esso è elementogenerico
su1~1
di un si-stema
{F(2)}
di dimensione r -3,
birazionale suk1,
e determinasu n il divisore
positivo (unidimensionale)
del secondo ordine C(2) - F(2). n,rappresentato
dalleequazioni
di n e dalla:Dalla
(5)
deriva che C(2) è elementogenerico
suk1
di un sistemanon la cui dimensione
può
essere anche nulla.È
facile constatare che:i2)
Sedim (~C~3~~)
== 0 nel easoV) - 1,
oppure dim( ~ C~~~ ~ )
=0 in quello m(n; V)
==2, C~3~ ~ ;
;V)
>2,
o,
rispettivamente, M(1 C~2~ ~ ; V) >
38).
Infatti,
nelleipotesi poste, risulta, rispettivamente
nei duecasi, i ( y ;
p ’F~3~ )
>1,
oppurei ( y ;
p ’~’~2~ )
>1,
equindi i ( y ;
p -
V) > 2,
oi(y ;
p -Y) ~ 3, essendo y
unpunto
di C3> o C(2) comunqueprefissato,
e p una retta per ygenerica
inP3
suk1(P3. y),
e
quindi generica
su inP,(K)
traquelle
uscenti day 7).
4. -
D etto y - ( y o , y 1, y 2 , o, ... , 0 )
unpunto
di ngenerico
su
k1, l’equazione dell’iperpiano polare L1~1) [se m(n; Y) - 1]
equella
dellaquadrica polare L1~I) [se m(n; V) 2]
di yrispetto
g) é un ciclo di uno
spazio proiettivo,
o conviene indicato il relativo supporto.
7) ~’on
i(D;
Y ~W)
si denota lamolteplicità
d’intersezione di due varietà V, T~P in una loro comune sottovarietà D.a
V,
possonoscriversi, rispettivamente,
nella forma:Dalla
(6)
- tenuto contoche y
èpunto generico
di n suk 1,
e
quindi
yo, Y19 y, sono trascendenti suk1
edalgebricamente indipendenti
- deriva che affinchéL1~1)
siaindipendente
da yoccorre e basta che:
dove si è
supposto,
senzarestrizione, f 3~~ ~ 0 .
’Poichè la
(8) equivale
alla 0-dimensionalità del sistema li- sipuò
affermare - tenuto anche conto dellai2)
deln. 3 - che:
i3)
Sem(n; V)
=1, t’iperpiacno polare L1~1) rispetto
a V diun
punto
y di n,generico
suk1,
èindipendente
da y(cioè
non variain
corrispondenza
allespecializzazioni
di y in cui restadefinito)
se, e solo se, dim
({0(3)})
=O,
il checomporta m(1
0(3)1; V) >
2.Dalla
(7)
- e conanaloghe
considerazioni - deriva invece che affinchèL1~I)
siaindipendente
da y occorre ebasta, rispettiva-
mente nei due casi
m(n; V)
= 2 edm(n; V)
=1,
che si abbia:avendo
supposto,
senzarestrizione, f $~~ ~
O nella(9),
nella,
(10)
8).8) Si noti che non essendo nulle, nel caso m(n ;
V)
= 1, tutte le >Nel caso
.m(n; V )
=2,
la(9) equivale
alla 0-dimensionalità delsistema ~ C~~~ ~.
Se invece
m(n; V) = 1,
indicato con D(2) il divisore del se-zj§3>
.condo ordine di n
rappresentato da-X3-, la (10) comporta
che sia:Dalla
(11)
deriva che lagenerica
F(3) suk 1
deve con-tenere
D~2) ~ I
e deve inoltre risultarem ( ~ D~2) ~ ;
> 2. Ne viene che D2) deve essere dotato di una solacomponente
retti-linea 1 di
molteplicità due, (D~2)
=21), perché
altrimenti F(3) verrebbe ad avere n comecomponente,
il checomporterebbe m(n; V)
>1,
in contrasto conl’ipotesi
iniziale.Da D2> = 21 discende
I D(2) I
= 1 eperciò
lam( ~ D~2) ~ ;
F(3» >
2può
scriversim(t; F(3» >
2.Quest’ultima comporta
che1 sia
componente
dimolteplicità >
2 per0(3);
ed è f acile vedere che nonpuò
verificarsi il casodell’uguaglianza
essendoquesto incompatibile
con laprima uguaglianza
indicata in(10). Dunque
C~3) =
3~,
eperciò
dim( ~ C~3) ~ )
= 0.Tenuto conto di
quest’ultima proposizione
e della(11)
-che ora
può
scriversim(l; V) >
3 - e ricordandoquanto
inprecedenza
ottenuto in relazione al casom(n; V) = 2,
sipuò
concludere - anche a norma della
i2 )
del n. 3 che :i4)
Sem(n; V)
=1, affinché la quadrica polare D(2)y rispetto
a Y di un
punto y di
n,generico
suk1,
siaindipendente
da y(cioè
non vari in
corrispondenza
allespecializzazioni
di y in cui restadefinita)
deve risultare necessariamente dim({C~3)~)
= 0 e C~3) deveavere una
componente
rettilinea 1 dimolteplicità
tre( C~3)
=3l ~ per la quale
siam(l; V) >
3.non possono essere nulle tutte le
a! _‘ h
= 0 1, 2; i = 3, 4 ... r).9) Ciò consegue dal fatto che le derivate seconde della (1)
rispetto
alle
Xs,
(s = 0, 1, ... , r), si annullano in tutti e soliquei punti
di nche sono zeri
contemporanei
didfi(3);
edi $) h
= 0 1, 2;i, j =
3, 4, ..,, r).Se invece
V)
=2, perchè L~~I)
siaindipendente
da ,yoccorre e basta ch.e dim
({C(2)})
=O,
il checomporta M(1
C~2~1’;
V) >
3.5. -
Supporremo,
inquesto
n.:Sia ancora y un
punto
di ngenerico
suki,
e sianoL1~1)
ei relativi
iperpiano
equadrica polari rispetto
a V.Verifichiamo
che,
nelleipotesi (12),
risultaJ~4=~)~ .
A talescopo consideriamo uno
spazio
tridimensionaleP3 generico
suki(y)
traquelli
diL1~1)
checontengono
~: taleP3
- a normadella
z 3 )
del n. 4 chegarantisce
la variabilità diL1~~)
con y - èanche
generico
suk1
traquelli
diP,.(K)
che passono per n, equindi, (usando
le notazioni del n.3),
sonogeneriche
suki
lerelative F~3~ e C~3> .
Facciamo ora
l’ipotesi
assurdad;,i~ c d;,~~ . Questa comporta
e
perciò
- per noteproprietà
sulleipersuperficie polari - i(y;
Y ~p) > 3,
essendo p unaqualunque
retta diP3
uscente
da y
e non situata su V. Ne seguem(y; F(3» > 2,
eperciò m (y ; C~3~ )
>2,
il che è assurdo nonpotendo -
a normadi un classico teorema di Bertini - la 0(3)
generica
suki
del sistema avere unpunto multiplo
in unpunto y di n,
puregenerico
suki .
Si conclude cheL1~1) cf: L1~),
eperciò H.
=D(1)y . D(2)y
è un conoquadrico (r
-2)-dimensionale
di ver-tice y (o
unsopraspazio
diy),
definito suk1(y).
Dalle
i3), i 4 )
e dalle(6), (7)
segue che per unpunto generico
di V su
k1
passa almeno un elemento del sistema~Hy~, luogo
su
k1
diH..
Ciòpermette
di affermare che unpunto
xgenerico
8u di Y è anche
generico
di V suk 1 .
Da
quest’ultima
constatazione segue facilmente chem(n;
H~ )
= 1 eH.q:
V. Se infatti fossem(n ; H" )
=2,
oppureH" c V,
il
Ps = (n, x) apparterrebbe
adH,,
oppure la = Y avrebbe comecomponente
ilpiano gy A(2) -
· =
L1~I) . passante
per x, e sarebbeperciò
ridu-cibile in
piani.
Nelprimo
caso si avrebbei(y;
Yp)
> 3 perogni
retta p diP 3
uscente da y e non situata suV ;
e ciò - tenuto conto che la constatagenericità
delpunto
x di V suk~
assicuraquella
suk
dellospazio P3
nel sistema diquelli
di che pas-sano per n - appare assurdo con
un’argomentazione analoga
a
quella
delquarto
capoverso diquesto
n. Nel secondo casoinvece V sarebbe
luogo
d’un sistemasemplice
dispazi,
il che èstato escluso nellliiltimo comma del n. 1.
Dalla ora
prova~ta V,
segue che lageneratrice
g =(y, x)
diH1/, generica
suk 1 ( y ),
non è situata suV,
eperciò i ( y ;
Y ~g)
= 3 .Si
può perta~nto
concludere che :i5) ipotesi (12),
lakl(y)-varietà H1/
=D(2)y,
rela-ti1’a al
generico punto
y di nk1,
è un conoquadrico (r
-2)-dimen-
sionale di y
(o
unsopraspazio
diy),
e tale chem(n; Hy) - 1;
inoltre per una
generica generatrice
g(per y)
diH 1/
sukl(y)
si hai(y;
V .g)
= 3.Infine
per unpunto generico
x di V suk1
passa alm eno un elemento delluogo
diH 1/
suk~ .
6. - Mettiamoci ora nelle
seguenti ipotesi:
Un
punto generico y
di n suk1
determina la relativaquadrica polare A(’) rispetto
aV, la
cuiequazione,
dedotta dalla( 7 )
tenendoconto della
i~)
del n.2, può
scriversi nella forma:e
perciò L1~I)
è un conoquadrico
di vertice n(o
unsopraspazio di n),
definito sunorma della
i,)
del n. 4 e delle(13), L1~I)
varia incorrispon-
denza alle
specializzazioni di y
suki;
ciò assicura lapossibilità
di
poter
fissare su n unak,-retta 1
tale che il sistema ot-tenuto in
corrispondenza
allespecializzazioni
sukl
delpunto
y di 1generico
suk1,
abbia dimensione uno. Ne viene che per unpunto generico
di V suk 1
passa almeno un elementodal che consegue che un
punto generico
x di Y -d;,8~
suk1(y)
èanclie
punto generico
di V SIIk1 .
Lageneratrice
g =(y, x)
di. L1~>, generica
sak1(y),
non risulta situata su V(perchè
ciò com-porterebbe V),
il che cipermette
di affermare chei ( y ;
V -
g)
= 3. Concludendo :i8)
Nelleipotesi (13)
è semprepossibile fissare
su n unak 1-retta
1 tale che per unpunto generico
x di V suk 1 passi
almenoun, elemento del sistema
{d;,8~~, luogo
suki
del conoquadrico L1~")
rela,tivo ad un
punto generico
y di 1 suk1 .
Inoltre per unagenerica generatrice
g(per y)
di suk1(y)
risultai(y;
V .g)
= 3.7. - Ci
proponiamo qui
di verificare laseguente
condizionedi unirazionalità 10~ :
i7)
SiaVd
una k-varietàalgebrica
d-dimensionale diP,.(K),
e sia
{ Wm~
un insiemealgebrico,
di dimensione d - m e d’indice l’ >1,
di sottovarietà m-dimensionaliW m
di che sia unirazionalesu un sopracorpo
k1
dik,
equindi
tale che lagenerica Wm
di{ jY,n}
su
k~ ap partenga
ad un corpo~2’
... ,~a- m )
estensione tra- scendente pura digrado
d - m dik~ .
Se alloraWm
è unirazionalesu
~2’
...,1 ed-,.),
conki
sopracorpoalgebrico
dik~,
di conse-guenza
Yd
è unirazionale sukl .
Poiché infatti
Wm
è unirazionale suE~,
..., ed hadimensione m, y un suo
punto generico
x suki (~’1, ~2, ..., ~a-m}
ha~coordinate Xi,
(i
=0, 1,
... ,r), esprimibili
mediante elementi diun corpo
kf(E1, E2’
..., ...,ed)
estensione trascen- dente pura, digrado
m, dik~(E~, Es,
..., cioè le xi sono elementi del corpokt(E1’ E~,
...,1 ed)
od anche(dopo un’opportuna.
riduzione a forma
intera) polinomi
qJi dell’anelloE~,
... ,1 ed] :
Le
(15) che,
perquanto precede, rappresentano
unpunto generico
diWm
suEs,
..-,Ed-m), rappresentano
anche -lo) Cfr.,
a talproposito,
L. R01’H,threefolds, Ergebnisse
der
Mathematik, Berlin-Springer,
(1955), pag. 43.poiché { Wm~
è d’indice v >1, (cioè
per unpunto generico
diYd
suA~ passano v >
1 elementi di{ W"~~)
- unpunto generico
di
V~
su Tanto basta per concludere cheV d
è unirazionalesu
k i ;
ed ipunti
diYd
siottengono
dalle(15)
attraverso le spe- cializzazioni(generalizzate)
delle~~, ~2’
... ,~d
suki .
§
2. - Il casom(n; V) =
18. -
Supporremo
in tuttoquesto paragrafo m(n; V)
== 1.Considereremo inoltre
separatamente
le due eventualità:dim
(( C3)))
>1,
dim({ C~3~})
=O, (n. 3).
A )
di m((C3) )
> 1:Sia y
unpunto generico
di ~c suk 1
ed~
il relativo cono(r
-2)-dimensionale
del sistema{H"~,
(n. 5).
Fissatoopportunamente
inP,.K)
unkl-iperpiano
si consideri la
quadrica (r
-3)-dimensionale,
definita suk,(y), Qv
=H" ’ Pr-1 .
Poichè - a norma dellaib)
del n. 5 -m(n;
H") - 1,
sipuò
fissare su n unkl-punto y
inguisa
che la gene-ratrice g
=(y, y)
diH,~
siasemplice,
eperciò
risultisemplice
per
Q"
ilpunto z = g
f1P,~ 1 .
Poiché zappartiene
ovviamentea la se
irriducibile,
risulta notoriamente birazionale sul suo corpo di definizione ").Consideriamo ora la
k1(y)-varietà Q+
= V -Poichè,
per lai,,), V,
laSz"
ha dimensione r - 3. Inoltreilf/
è in corri-spondenza
birazionale suki(y)
conQ,,
eperciò ilf/
è birazionalesu infatti un
generico
x diSz"
su determina univoca- mente lageneratrice 9
=( y, x )
diHy ,
laquale
individua ilpunto
z = di
Q" ,
e viceversa tale z è determi nato solo da x inquanto,
sempre per la~),
risultai(y;
Y ~g)
= 3.Il sistema
{S~"~, luogo
diQv
suki,
è chiaramente unirazio- nale suk1,
e per unpunto generico x
di V suk1
passa, in virtù11)
Nell’eventualità cheQ,~
sia riducibile, sipuò
ancoraapplicare
(con ovviemodifiche)
ilprocedimento poi seguito,
inquanto
la cono-scenza su
Q"
di un suoki(y)-punto semplice permette
di sostituirea Qy
una delle sue due
componenti,
entrambe determinabili razionalmentesu .
ancora della
~5),
almeno un elemento di~S2"~,
cioè{Q,,}
è d’indice(ovviamente finito) v
> 1. Tanto basta per concludere - a nonnà della condizionei?)
del n. 7 - con l’unirazionalità di V suki .
9. -
Sempre nell’ipotesi m(n; V) = 1,
consideriamo ora l’even- tualità :B )
dim({C(3)})
= 0: Inquesto
caso ilsistema ~ C~3> ~
ha uneunico elemento
C(3)
ilquale
è il ciclo sezione di n con lagenerica
F(3) di
{F(3)}
suki, (n. 3). Inoltre,
per la del n.3,
si ham( ] C3> I ; V) > 2.
’
Poiché il sistema
{F(3)}
è birazionale suk 1
ed ha dimensioner -
3,
lagenerica
F(3)appartiene
ad un corpo~2’
...,~r-3)
estensione trascendente pura di
grado r -
3 diki .
Distingueremo
nelseguito
due sottocasi a seconda che 0(3) sia una cubica assolutamenteirriducibile,
oppure abbia(in
unsopracorpo
algebrico
diki)
una(o più) componenti
rettilinee12).
bi)
Se C~3~ è assolutamenteirriducibile,
tale risulta anche lagenerica
F(3) di~.F’~3~~
suki .
Escluderemo chequest’ultima
siarigata (in particolare cono) perché
ciòcomporterebbe
che V sialuogo
di un sistemasemplice
dispazi,
il che sipuò
escludere per l’ultimo comma del n. 1.Detto y
unpunto generico
di C3> suki
ed wy ilpiano tangente
ad I’~3~ in y, si consideri il ciclo
E"
= F(3) - co, . Poichè F(3) nonè
rigata, 2~
è una cubica assolutamente irriducibile cheha y
come
punto doppio.
Fissata ora unaopportuna specializzazione y
di y che
appartenga
ad un sopracorpoalgebrico ki
dik~ 13),
econsiderato il
piano tangente
ad I’~~~ iny,
la cubica assoluta- mente irriducibile E- = F(3) - c.o¡, defin ita su ... ,Er-3),
haun
punto doppio
iny
ed èperciò
birazionale suE2’ ...,
I
piani tangenti
ad neipunti
diEy
segano in unsistema,
unirazionale su
E~, ..., fr-3)?
di cubiche con unpunto doppio
e
perciò
birazionali sul loro corpo di definizione. Ne viene - a1$)
Si noti che se ha comecomppnenti
una retta ed una conica,entrambe debbono
appartenere
akl.
Se invece lecomponenti
sono tuttelineari,
una almeno diqueste
deveappartenere
ak18
1~)
Un taleki può
ottenersida ki
conl’agginnzione tuttalpiù
di unaradice
quadrata
e nna cubica.norma della
i7)
del n. 7 - che F(3) è unirazionale su~2’
...,~f’-3)’
eperciò
- sempre per la stessai~ )
- è unirazionale laV su k1.
b ~ ) Qui
supporremo che C3) sia riducibile, equindi
abbiain
kl
almeno unacomponente
rettilinea l.Questa
deve risul- tare necessariamentesemplice
perF~s~ , perché
se fosseF3) )
~ ? la F(3) sarebbe
rigata, (in particolare
cono razionale di ver-tice su
1)
oppure sispezzerebbe
in trepiani (due
almeno deiquali
per
1),
il checomporterebbe
che V sialuogo
di un sistema sem-plice
dispazi,
il che escludiamo dalle nostre attuali considerazioni.Inoltre,
sempre per la medesimaragione,
nessunpunto
di 1può
essere
triplo
per F(3)perché,
in tale caso, F(3) sarebbe un cono.Nell’ipote8i
che 1 sia totalmenie nonsingolare
suF(3), (cioè
se
ogni punto
di 1 èsemplice
perF~s~ ),
la F(3) stessa è unirazionalesu
~1(~1, ~2, ...@ ~f’-3) 14~,
eperciò
- per lai7)
del n. 7 - V èunirazionale
Ad
analoga
conclusione sipuò giungere qualora
abbiasu 1 un solo
punto doppio y’,
eventualmente variabile in corri-spondenza
allespecializzazioni
di suk1;
oppure duepunti doppi y’, y ",
uno almeno deiquali,
ad es.y’,
non variabile con F(8). Infattiallora y’
deve necessariamenteappartenere
aE~,
... ,~f’-3)
o ad un’estensionequadra_tica k 1
diki,
eperciò
F(3)è bira.zionale su
~2’
···,~f’-3)
o su~2’
..., equindi
V è unirazionale
(anzi
inquesto
casobirazionale) su k1
o su1-~ .
Più
semplicemente
ancora, nell’eventualità sopra considerata chey’
non vari incorrispondenza
allespecializzazioni
diF(3)
su si ha
m(y’; V)
=3,
donde l’immediata birazionalità di V.Resta da considerare il caso che F(3) abbia su 1 due
punti doppi
distintiy’, y",
entrambi variabili incorrispondenza
allespecializzazioni
di F(3) suk1 .
Ciòcomporta
che si abbia C~3~ == 21 +
li,
conl~ componente
lineare di 0(3)(eventualmente
coincidente con
1):
1 èperciò
retta stazionaria perF(3) ,
e n è ilrelativo
piano tangente
stazionario(cioè tangente
ad F(3) inogni punto
di1’)
Vod. A. PREDONZA.N, loc. cit. in1).
15) Ved., a tal
proposito,
A. PREDONZAN, Una nuova caratterizza- zione dellerigate
ecc., Rend. Sem. Mat. di Padova,(1960).
Qualora Il
sia distintada. l,
ed appena si osservi ch’essa nonpuò
passare né pery’,
néper y"
inquanto
rettafissa,
mentrey’, y"
variano conI’~~~ ,
si ha chesufla li
stessa non possonogiacere
ovviamente
punti doppi
per~’~3~ , perché
se ne esistesse uno,esso dovrebbe
appartenere
ad1,
eperciò
si avrebbe’1n(l; F(3»
= 2.La retta
l l ,
cheappartiene
necessariamente al corpok1,
èdunque
totalmente non
singolare
suF(3),
donde l’unirazionalità di F~3~su
E2, ..., Er-3), e quindi quella
di V suk1.
Se infine
Il
=1,
cioè se 0(3) =3l,
si consideri unpunto
ge-nerico y
di 1 suk1
e si dica illuogo
suk,
dellaquadrica polare
L~~2) di y rispetto
a V. Con unragionamento analogo
aquello
usato per
giungere
allaproposizione
enunciata nell’ultimo ca-poverso della
i~)
del n. 4 è facile constatare che non varia incorrispondenza
allespecializzazioni di y
suk1
se, e soltanto se, vi è un divisorepositivo 0-dimensionale,
del secondoordine,
di
li
il cuisupporto
hamolteplicità
almeno tre su V : casoquesto
che
può
essere non consideratocomportando
esso che V sia unmonoide,
eperciò birazionale;
oppure un cono.È dunque
lecitosupporre che dim
({L~~2)})
-1,
epertanto
per unpunto generico
xdi V su
ki
passa almeno un elemento di{ d;,2~ }.
Inogni
caso,escluso
quello
in cuiL~~2)
abbia duecomponenti
lineari entrambe variabili incorrispondenza
allespecializzazioni di y
suk 1,
sipuò
allora
giungere
all’unirazionalità di V sukl
con il medesimoprocedimento
usato nei casianaloghi
considerati inA), B )
deisuccessivi nn.
10,
11 delseguente paragrafo.
Nel caso esclusoinvece basta sostituire al
piano
un altropiano
certo esistentesu
V,
che non si trovi nelle stesseparticolari
condizioni delprimo 17).
Basta
sostituire, inquel ragionamento,
alpiano n
la retta l, il che è lecito avendosi ora a norma dellai2)
del n. 3m( ~ C~s~ ~ ; V)
= m(t;
V)
= 2.i’)
Un talepiano n’ può
ad co. ricercarsi tra lecomponenti
dellequadriche
riducibili del sistema{6~},
di dimensione r - 4 > 3,luogo
su
ki
dellaquadrica
G(2) =W - P= -
2~, esaendo W l’intersezione V -P,._1
-di V con
1’iperpiano P r-1 tangente
fisso a V neipunti (semplici)
di n, eP,
unospazio
tridimensionale,generico
traquelli
di chepassano per n: ed è facile vedere che le suddette
componenti
non pos-§
3. - Il casom(;; V) >
2]0. - Il caso
m(a; 17) > 3, potrà
essere esclusodalle considerazioni di
questo paragrafo, comportando
esso che Vsia un cono, e
perciò luogo
di un sistemasemplice
dispazi (ved.
ultimo comma del n.
1 ) ;
oppure unmonoide,
ilquale
risultanotoriamente birazionale
(e pertanto
ancheunirazionale). Sup-
porremo
dunque
nelseguito , V)
=2,
eV )
= 2 perogni punto
y di il che ci assicura - in virtù dellai,)
del n. 4 -che
dim ({ C(2) })
> 1.Sia 1 una
kl-retta
di n deltipo
considerato nellaig)
del n.6,
e sia
{D(2)y}
illuogo
suki
del conoD(2)y
relativo ad unpunto
gene-rico y di l su k1.
Consideriamo due
casi,
a seconda cheL1~I)
sia assolutamenteirriducibile,
o meno.A ) D(2)y
assolutamente irridueibite : Fissatoopportunamente
in un
k1-iperpiano Pr-1,
l’intersezioneQy = D(2)y . Pr - 1
èuna
quadrica (r
-2)-dimensionale,
definita sul corpoki(y)
edassolutamente irriducibile: essa
potrà perciò
esseretuttalpiù
uncono di vertice
Pm,
con m r - 4. Sipotrà
allora fissare inun
k1-spazio P3, sghembo
conPnn
inguisa
cheC,
=Q, P3
sia una conica assolutamente
irriducibile,
cheappartiene
chiara-mente al corpo
In
corrispondenza
alle variespecializzazioni di y
suki ,
taleconica descrive un sistema unidimensionale definito su
k~,
il
quale
- per un noto criterio18) - ammette,
in un sopracorpoalgebrico k*1
diki,
un’unisecante F.Quest’ultima
determina suCy
un
k*(y)-punto z.
cheappartiene
ovviamente allaQv
ed è sem-plice
per essa: laQ,
risultapertanto
birazionale suTenuto conto della del n.
6,
e con lo stessoragionamento
sono trovarsi tutte nelle
particolari
condizioni di n, venendo ciò a contrastare conl’ipotesi
= 1.18)
Ved. M. BALDASSARRI, 8u un crilerio di riduzione per un sistemaalgebrico di varietà
Rend. Sem. Mat, di Padova,(1950).
fatto nel
penultimo
capoverso del n.8,
si vede che laQv
= V -è birazionale su
k*(y),
e da ciò - avuto ancheriguardo
allai7)
del n. 7 si conclude che V è unirazionale
11. - Resta ancora da
considerare,
sempre nelleipotesi
deln.
10,
il caso:B) D(2)y
riducibile: Anchequi
sipuò giungere
all’unirazio- nalità di V sia nell’eventualità cheD(2)y
abbia - in un sopracorpoalgebrico
dik1(y)
- duecomponenti distinte, PT_ 1, ~-j,
sia inquella
che abbia una solacomponente
dimolteplicità
due.Se
d;,$~ = 2P;-1’
oppure sed~~~
=Pr_ 1
+P’r-,
i eP’;-1
restafisso in
corrispondenza
allespecializzazioni di y
suk1, l’iperpiano
sega V in un monoide
(r
-2)-dimensionale (Py, apparte-
nente a
ki(y)
edavente y
comepunto triplo,
donde la birazionalità di0,
su equindi
- a norma dellai7)
del n. 7 -quella
di V su
k1.
Se invece
4w
=Pr-1
+P’;-~
ed entrambe lecomponenti
variano in
corrispondenza
allespecializzazioni di y
suki,
l’inter-sezione
1JI1I
= V -1>’;.-2)
è un monoide(r
-3)-dimensionale appartenente
aki(y), avente y
comepunto triplo,
eperciò
bira-zionale su
k,(y).
Se ora y lo si pensa comepunto generico
suk1
del
piano n
e non della retta1,
il di1J1"
suki , nell’ipotesí
(lim
= 2,
è un sistema soddisfacente alle condizioni vo-lute dalla,
i? )
del n. 7donde,
anche inquesto
caso, l’uniraziona- lità di V suk 1 .
Qualora
invece si abbia diyn( ~ ~y ~ )
=0,
il dicui al n. 3 è unidimensionale ed ammette
pertanto,
in un so-pracorpo
algebrico k*
diki,
un’unisecante1~,
che risulta anche unisecante del Esclusoallora,
come diconsueto (ved.
ultimo comma del n.1),
che I’~2~ sia un cono(con
il verticeoppure si
spezzi
in duepiani,
e dettok1(E1’ ~ ~ ,
...,il corpo
d’appartenenza
diF(2),
si ha che la F(2) stessa è bira-zionale su
ki ( ~1, E2’
...,~r-3)’ e perciò
- ancora per lai7)
deln. 7 - V è
unirazionale,
anzi birazionaleInfine se dim
(~ ~y~) - 1,
nonpotendosi
inquesto
caso ap-plicare
nessuno deiprocedimenti
sopraindicati,
basta sostituireal
piano -r
un altropiano
n’(eventualmente semplice
suj’),
che non si trovi nelle
particolari
condizioni delprimo 19).
Il Teorema del n. 1 resta cos
completamente
stabilito.OSSERVAZIONE: Si hanno buoni motivi per ritenere
va,lida,
per un
opportuno r(n),
laproposizione generale I)
enunciatanel n. 1.
La dimostrazione di una tale
proposizione
è stata infattirecentemente tentata dall’A. con
procedimenti
diversi daquelli qui
usati(non potendo
ovviamentequesti
ultimi essere estesial caso n >
4):
ed i risultati sinora ottenuti sembranoincorag- gianti.
Restano ancora alcune difficoltà inerenti aquestioni
dicarattere
apparentemente marginale
che si ha fede dipoter presto
superare.
18)
Un talepiano n’
la cui esistenza appare evidentepuò
ad68. ricercarsi tra le
componenti
dellequadriche
riducibili del sistema.f .F’~$~},
di dimenaione r - 3 > 4,luogo
suki
dellaquadrica
F(2) == V’JP, 2013
2.~, dovePs
è unospazio
tridimensionale,generico
suk~
tra