A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
G IUSEPPE G EMIGNANI
Iperalgebre e gruppi analitici commutativi
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 20, n
o2 (1966), p. 453-497
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COMMUTATIVI
GIUSEPPE GEMIGNANI
Nell’ambiente della
geometria algebrica classica, quando
cioè il corpodi base lc è il corpo
complesso,
è noto che adogni
varietà abeliana A di dimensione ?z sono associati :un corpo g di funzioni abeliane di n variabili
complesse ; g
coincidecon il
corpo k (A)
delle funzioni razionali suA ;
uno
spazio
vettoriale V di dimensione n su lc costituitodagli integrali
di
prima specie
suA ;
un
sottogruppo
4 di V a 2ngeneratori
sull’anellodegli
interi(il
gruppo deiperiodi).
La varietà A come gruppo astratto risulta isomorfa al gruppo
V/4 ;
l’omomorfismo naturale di ~P su A risulta localmente
(cioè
in vicinanza dello O diV)
un isomorfismo biolomorfo.È
noto altresche, quando
il corpo di base k è un corpo(algebricamente chiuso)
dicaratteristica p ~
0 ed A è una varietàabeliana, gli
strumentialgebrici
e trascendenti idonei a studiare leproprietà
di A sono ingenerale
assai
più complicati ;
ciò è causato da fattori dimolteplice
naturaquali
lamancanza sul
corpo k
di unatopologia naturale,
l’esistenza dicorrispon-
denze
algebriche
biunivoche nonbirazionali,
etc.Gli elementi del corpo delle funzioni razionali k
(A) (corpo abeliano)
nongodono più
dellesemplici proprietà
caratteristiche che darebbero loro diritto di essere chiamati funzioni abeliane in certiargomenti ;
e la definizione diun ente che in
qualche
modo assolva il ruolo assolto in caratteristica 0 dal k-modulo V ècomplicata.
I. Barsotti
(cfr. [5])
associa ad una varietà abeliana A un anellotopo- logico
.R cosottenuto ;
detto ~ il gruppo deipunti Ph E
A per ciascuno deiquali
esiste un intero nonnegativo n
tale chepn Ph
=0,
sia 8 l’inter-(*) Pervenuto alla Redazione 1’ 11 Maggio 1966.
Questo lavoro è stato eseguito nell’ambito del gruppo di ricerca per la Matematica n. 35 del C.N.R., nell’anno
1965/66
ed è stato parzialmcnte finanziato mediante una borsa all’estero della N.A.T.O.17. Annali della Scuola Norm. Sup. -
sezione
degli
anelliquoziente Q
e si doti S dellatopologia Ts
che hacome sistema fondamentale di intorni dello 0 i
prodotti
finitidegli
idealimassimali
di S ;
di denoti con R ilTs-completamento
di S.Si constata la presenza in R di una
comoltiplicazione PR
che rende Runa
iperalgebra
bicommutativa.R individua
poi
un funtore definito sullacategoria
dellek-algebre
ed a valori nella
categoria
deigruppi
abeliani(gruppo formale,
dettopleta1nento
di A benchè si tratti in realtà di un intorno dell’identità diA) ;
.R individua altres un
(Vect k)-modulo
canonico M costituito dai covettori canonici di Witt(cfr. [3]).
Si constata allora come il ruolo che in caratteristica 0 è svolto dal k- modulo h viene
qui ripartito
tral’iperalgebra R,
il gruppo formale G e il(Vect k)-modulo
M.Altre considerazioni inducono a
prendere
in esamel’iperalgebra
discretaD = R*
(duale
diR)
e il gruppoalgebrico
g(duale
diG)
ad essa asso-ciato ;
infine lo studio di Aporta
a considerare altreiperalgebre
dotate ditopologie
diverse daquelle
discrete o linearmentecompatte.
I)a
questo
sommario esame risulta chiara la necessità di studiare :a)
lacategoria
delleiperalgebre
su uncorpo k ;
inparticolare
le ca-tegorie
delleiperalgebre
discrete e linearmentecompatte,
b)
lacategoria
deigruppi analitici ;
inparticolare
lecategorie
deigruppi algebrici (cioè
associati adiperalgebre discrete)
e deigruppi
formali(associati
adiperalgebre
linearmentecompatte),
c)
leequivalenze
edantiequivalenze
che intercedono tra lecategorie
citate.
In
questo
lavoro si studiano alcuneproprietà generali
delleiperalgebre
e dei
gruppi
analitici da unpunto
di vista elementare. Nel n. 1 si richia-mano alcune
proprietà
dellacategoria
dei k-moduli(k
è un corpoqualsiasi) topologici
contopologia k-lineare, completi.
Nei nn. 2 e 3 si effettua un
analogo
esame sullecategorie
dellek-alge-
bre e delle
k-coalgebre,
nonchè dei funtorirappresentabili (covarianti
e con-travarianti)
di talicategorie.
Nel n. 4 si studiano leproprietà generali
dellacategoria ’j~
delleiperalgebre
e dellacategoria (5
deigruppi
analitici.Nel n. 5 si studia la
antiequivalenza
tra lacategoria D
delleiperalge-
bre discrete e la
categoria 1R
delleiperalgebre
linearmentecompatte ;
ser-vendosi di tale
antiequivalenza
si dimostra la abelianità di1D
e di1R
econseguentemente
la abelianità dellecategorie
deigruppi algebrici
e formali.Nel n. 6 si studia la dualità tra la
categoria
deigruppi algebrici
e lacategoria
deigruppi
formali deducendone una teoria chericalca,
agrandi linee,
la teoria delle dualità, traspazi
vettoriali discreti da un lato e linear-mente
compatti
dall’altro.. ,Infine nel n. 7 si studiano le
proprietà
di unaiperalgebra (discreta
olinearmente
compatta) A pensata
come insieme delleapplicazioni
le-lineariinvarianti di A*
(iperalgebra
duale diA)
in sè.La teoria
qui esposta
ènota,
nelle sueparti essenziali,
almenonegli
ambienti dei cultori digeometria algebrica
eparticolarmente
tragli
studiosidelle varietà
gruppali.
Si veda ad
esempio [3], [7], [8]
e[20].
Abbiamo tuttavia ritenuto
opportano
esporrequi questi
risultati nonsolo per dare una visione
organica
diparti
staccate di unateoria,
ma so-prattutto perchè
molti dei risultati noti non sono mai statiesposti
con tuttii
dettagli
necessari ed in modo tale da renderequeste
cose accessibili an- che ai non iniziati.Nelle considerazioni che seguono supporremo sempre che
gli
insiemi dicui
parliamo appartengano
ad un universoprefissato
una volta per tutte.Le
categorie
considerate saranno sempresupposte
inquesto
universo : cioè perogni coppia
dioggetti X,
Y sisupporrà
che Hom(X, Y) appartenga
aldato
universo;
uniche eccezioni aquesta
convenzione sarannoquelle
in cuiconsidereremo
categorie
difuntori ;
ma subitodopo
rientreremo nell’universoperchè
in realtà ci interesseranno solo funtorirappresentabili.
Se A è un
oggetto
di unacategoria,
indicheremo semprecon i A
il mor-fismo identico di A in
sè ;
come d’uso supporremo sempre che i funtori consideratiportino
il mornsmo identico nel morfismo identico.1. Sia lc un corpo. Indichiamo con
U la categoria
dei k-modulitopologici
con
topologia
k-lineare di Hausdorff ecompleti,
cioè lacategoria
taleche :
i) gli oggetti
diU
sono i k-moduli A per ciascuno deiquali
è defi-nita una
topologia
le-lineare di HausdorffTA rispetto
allaquale A
è com-pleto,
ii)
seA,
BHomu (A, B)
è l’insieme delleapplicazioni
k-lineari(TA, TB)-continue
di A in B.Per
ogni coppia
dioggetti A,
B EU,
ilprodotto
tensoriale A0B
èdotato di una
topologia
k-lineare di Hausdorff un sistema fonda- mentale di intorni dello 0 per è costituito da( U (g)
B+
A(g) V) quando
i k-moduli U e V percorrono un sistema fondamentale di intorni dello 0 perTA
eTs rispettivamente.
indichiamo ilTA®B-com-
pletamento di A (g) B; A , B è un oggetto
di’U1
che chiamasi il tensorialecompleto
dellacoppia (A, B).
Se x E A e y E B
indicheremo con l’elemento x(9) y
di Ax B ;
sepoi f E Homqy (A , A2)
e g EHom~ (B1, B2),
indicheremo il morfismo di in che estendef ®
g. Infine conS Å, B
indichiamo l’iso-morfismo di
A x
B inB x
A tale che:Indichiamo
poi :
con 1P
lasottocategoria piena
diU
i cuioggetti
sono i k-inodulidiscreti,
con la
sottocategoria piena
diBl1
i cuioggetti
sono i k-moduli linear- mentecompatti,
con jf
lacategoria
dei lc-moduli di dimensionefinita ; jf
è unasottocategoria piena di V
e diLe
categorie V, TKH ed ]f
sonoabeliane; V
è chiusarispetto
al passag-gio
al limitediretto ;
inoltreogni
AE’0
è limite diretto del sistema dei suoi sotto. le-moduli di dimensione finita. Similmente è chiusarispetto
al pas-saggio
al limiteinverso ;
inoltreogni
A ETKH
è limite inverso del sistema deipropri
k-moduliquozienti
di dimensione finita.Per
ogni A
EBl1
e perogni
X EZL, Hom’U1 (A, X)
è dotato di una strut- tura naturale di k-modulo :tale che per
ogni
a E A laapplicazione
6a di in X :è k-lineare.
Inoltre per
ogni f E HomU (A, B) (A,
B Eill)
e perogni
X E è definitala
applicazione
k-lineare di1-Iom.M (B, X)
in(A, X) :
vSimilmente,
perogni f
EHoma (X, Y) (X,
Y E e perogni
A EBl1,
èdefinita la
applicazione
diHomU (A, X)
inHomY (A, Y) :
Per
ogni
A Etl1
risultano allora definiti : il funtore covariante(rappre-
sentabile) A
ditl1 in V :
i-
il funtore contravariante
(rappresentabile)
A diU in V :
Inoltre,
perogni
morfismo A diU1 (l
EHom M (A, B)),
risultano definiti .- - -
il morfismo
funtoriale
diB
inA :
n
il morfismo funtoriale À di A in B :
""J ...
Indicando con
Bl1
e’U1
lecategorie
dei funtorirappresentabili (rispetti-
vamente covarianti e
contravarianti)
diBl1
inV,
il funtore contravariantedi’N
inà :
N -
rende
tl1
odantiequivalenti ;
similmente il funtore covariante di in’U1 :
n
rende
U
edU equivalenti.
Sia A
EV (rispettivamente
A indichiamo come di consueto con A*il k-modulo
Alc
dotato dellatopologia
conveniente che lo rende unoggetto
di
UUl (rispettivamente
diV);
perogni
morf smo Adi V (rispettivamente
diponiamo A* = ~k .
Allora il funtore contravariante :rende,
come è bennoto, V
e’UU1 antiequivalenti.
Siano A ed X k-moduli ognuno dei
quali
discreto oppure linearmentecompatto.
Sia99.&@ x
laapplicazione
k-lineare di inHoml1 (A~ ~ )
tale che :
99.&@ x , quali
che siano A edX,
è un isomorfismo.Sia A E
V;
indichiamo ancora conÃ
la restrizione diÀ
aTKH.
AlloraA
definisce un funtore diM
inDetto
poi
A’ il funtore(covariante)
diTtd
ine detto
rp A
l’isomorfismo funtoriale di A’in .1:
per
ogni
q, - è un isomorfismo del funtore contravariante : nel funtore contravariante :
Tali considerazioni restano sostanzialmente valide se
operiamo
le se-guenti
sostituzioni :a)
essendo A E indichiamo conÀ
la restrizione diÀ a V; À
risultaun funtore covariante
di V
in%l
isomorfo al funtore A’ :N N N
b)
essendo A E indichiamo con A la restrizione di A a A risulta un funtore di inU1
isomorfo al funtore A’.N N N
c)
essendo A E y indichiamo conA
la restrizione di1 a Bt); Ã
ri-sulta un funtore
di B~)
in1P
isomorfo al funtore A’.L’isomorfismo del funtore A’ nel funtore
A
ci consentirà di identi- ficare A*x X
conHom (A, X) ogniqualvolta
A ed .X siano discreti o li-nearmente
compatti.
Concludiamo
questo
breve esame dellacategoria U1
riassumendo alcuneproprietà
elementari dei morfismi e ricordando alcuni termini in uso.Siano e sia
f
EHomqy (A, B).
Il sotto-k-modulo(di A)
N== f -10 (nucleo di f )
èTA-chiuso.
Viceversa
ogni
sotto-k-modulo NTA-chiuso
di A è il nucleo di un mor-fismo di
ZL
avente A comesorgente ; precisamente
il k-moduloA~N
è dotatodi una
topologia TAIV
scelta come lapi i
fine traquelle
k-lineari che ren-dono
f (applicazione
k-lineare naturale di A suA~N) continua; AlN
risultaun
oggetto
diU.
Sia ancora
f E Hom~ (A, B)
e sia N il nucleo dif.
La
topologia
indotta suA/N
daTB
è meno fine(in
sensolato)
di sia M la
TB-chiusura
dif A,
sia C = e c il morfismo naturale di B su C. Lacoppia (C, c) (conzccZeo di f :
per abuso dilinguaggio
chiame-remo,
talvolta,
conucleo dif
il k-moduloC) gode
dellaseguente proprietà
universale :
1)cof=0
2)
se è tale che d allora esistetale che d = c’ o c.
Detto il morfismo di immersione di N in
A, A~N
è il conucleodi u,
cioè la
coimmagine
dif.
Il nucleo M di c è
l’imiagine
dif (indicata
da alcuni autori conf A
nonostante tale notazione induca nelle
categorie
« concrete » una certa con-fusione).
Se A e B sono k-moduli discreti o linearmente
compatti,
edf E
E
Homa (A, B)
lacoimmagine
dif
el’immagine
dif
coincidono(cioè V
esono
categorie abeliane) ;
la notazionef A
per indicarel’immagine
èquindi pienamente legittima.
2. Indicheremo con
1k
lacategoria
dellek-algebre topologiche complete, associative~
9 commutative e unitarie(che
brevemente saranno chiamate nelseguito k-algebre) ;
cioè :i) gli oggetti
di1ft
sono terne conA EU,
iA
EHom ~ (k, A),
tali che :e tali inoltre che esiste un sistema fondamentale
(Vi)i
e z di intorni dello 0 di A soddisfacente alla relazioneper
ogni
(N.
B.Ognivolta
che ciò non dialuogo
adequivoci
indicheremo con Al’oggetto
di1k).
ii)
seA, B
Elk, Homk (A, B)
è il sottoinsieme di(A, B)
formatodagli f
tali che :In
particolare k
E1k
e si ---tk
== ck;
inoltre perogni
AE lk
èHOlli1k (k, A) =
onde lc èoggetto
iniziale di’I~.
Se
A,
B E definendo :A X B diviene un
oggetto
dilk ;
se e sono sistemi fonda- mentali di intorni dello 0 di A e di Brispettivamente,
tali cheper
ogni
per
ogni
posto
è un sistema fondamentale di in-torni dello 0 di A
x
B tale cheper
ogni
i E I e perogni j E
J.Inoltre t A ed s
sono sempre morfismi diSimilmente,
sef
EHom~
yA2)
eHom1k (B, , B2),
èf x g
EE
Hom1k (Ai
xBi, A2 x B2)’
Per
ogni coppia
dioggetti A, B
E1k siano jA-
ej
= c.La terna è un
prodotto
inverso dellacoppia (A, B) :
cioèogni
terna(C, f, g)
con Cf
ERomk (A, C)
e g EHom1B (B, C)
individuauno ed unico
morfismo C )
tale che:e si ha : o
Osserviamo inoltre che la
categoria ’I~ possiede
anche unoggetto finale;
si tratta della
k-algebra
0(costituita
dal solo elemento0)
con to eia
1---- 0. Perogni
A E1k
èI]om% (A, 0)
_(0~)
con 0 perogni x E A ;
inoltre se ’~2 3 A
#0,
èHom& (0, A)
= ø.Volendo far coincidere il concetto di ideale con
quello
di nucleo in’tl1
di un morfismo di1k
ed il concetto disottoalgebra
conquello
diimmagine
in
’U1
di un morfismo di1k,
faremo leseguenti
convenzioni :a)
perogni
AE lk gli
ideali considerati saranno soloquelli TA-chiusi ;
tra essi vi sono 0
(nucleo
di e A(nucleo
di0~) : questliiltimo
verràchiamato ideale
b)
lesottoalgebre
B di A saranno sempresupposte TA-chiuse,
taliche
TB
è latopologia
indotta daTA
e tali inoltreche A k C
B. Pertanto inogni
A E1k
esiste unasottoalgebra
essa è isomorfa a k ec-cettuato il caso in cui sia A ‘ 0.
Se
A ~ 0,
il sotto-k-modulo 0 non è unasottoalgebra
di A.Ogni
sistema diretto(rispettivamente inverso)
in1k (I, (Ai)i
E r,(ai, possiede
in1k
limite diretto(rispettivamente inverso).
Nel caso «inverso »,
detto A 1’insieme delle successioni
convergenti (ai)i
E 1(ai
EAz ,
oij aj = aiogni- qualvolta i
eposto :
A diviene un
oggetto
diquando
si definisce latopologia TA
comela meno fine tra
quelle
k-lineari che rendonocontinuo,
perogni j E I,
ilmorfismo
oj :
La
coppia (A,
EI)
risulta allora il limite inverso del sistema inverso(I, (oij)i, j Er)·
(N.
B. Per abuso dilinguaggio
diremo talvolta che A è il limite inversodegli
Indicheremo con la
sottocategoria piena
di1R
i cuioggetti
sono lek-algebre
discrete. SeA,
B E anche se A E1115, ogni sottoalgebra
di A è ancora in e cos pureogni algebra quoziente
di
A ;
inoltre k Elo. Infine,
perogni A
E1k
esiste un sistema inverso inM
avente A come limiteinverso;
detto infattiCJ1
un sistema fondamentale di intorniaperti
dello 0 che siano tutti ideali diA,
eposto
per
ogni U E CJ1,
siano :Q~ l’omomorfismo naturale di A su
l’omomorfismo naturale di
A v
suA, ogniqualvolta U ~
V.Allora
c t
risulta un sistema diretto ordinatomediante =), (~,
U9(ou,
è nn sistema inverso il cui limite inverso è(A, m)- Con 10
indicheremo lacategoria
dellek-algebre
linearmentecompatte ;
proveremo
pi i
avantiche 11
èsottocategoria (piena)
di’I~.
Se A~
B E~1
ancheA x B E m;
seA E 11 ogni sottoalgebra (chiusa)
diA è un
oggetto
di11;
inoltre k E11.
Infine indicheremo con
%
lacategoria
dellek-algebre
di dimensionefinita.
j~,
èsottocategoria piena
diM
e dim (oltrechè
dilk).
Indicheremo con
1B’
lacategoria
dellek-coalgebre topologiche
contopolo- gia
k-lineare di Hausdorffcomplete, coassociative,
cocommutative e counita- rie(dotate
dicoidentità) ;
cioè :i) gli oggetti
dilk’
sono terne(A, P~ ,
7 con A E’U1, P~
EE
RomU (A,
A xA), Eg
EHomZ, (A, k)
tali che :N. B. Come
già
convenuto per lacategoria ogni
volta che ciò non dialuogo
adequivoci
indicheremo con Al’oggetto (A, P~ , 9eA)
di1ft’).
ii)
seA, B E Ik’, (A, B)
è il sottoinsieme diHom-0 (A, B)
for-mato
dagli f
tali che :In
particolare
)c E1ft’
e si haP~
=8k
=lk; inoltre,
perogni
A E
(A, k)
= ondeoggetto
finale di1ft’.
Se
A,
B E definendo :A
x
B diviene unoggetto
di1k’;
si ha inoltreP~
E(A, A x A)
e8 A, B
EHom1k’ (A x B, B x A).
- - -Similmente se
f E Hom1k’
E
HOID1k’ (A~
xB , A2 x B2~’
Per
ogni coppia
dioggetti A,
B E1ft’
siano1) A
=c ~ X E~
e1)~
úe A
La terna
(A
xB, ~~~ , p £)
è unprodotto
diretto dellacoppia (A, B) :
cioèogni
terna(O, f, g)
con C E1k’, f E (C, A), g
EHom1k’ (C, B)
individuauno ed unico morfismo
/~ >
EHom&, (O,
A ~B)
tale che :ed è
Per
ogni k-coalgebra
A indichiamo con A+ il nucleo(in
di 8 A. Lacategoria 1k’ possiede
anche unoggetto iniziale,
cioè lak-coalgebra 0,
conPo = £0
e 80 0 = 0. Perogni
A E si haHom%, (0, A)
=con ZA
0 =0 ;
inoltre se
‘(~’ ~ A ~ 0,
è(A, 0)
= 0.Un sotto-k-modulo ~T di una
k-coalgebra A
dicesi un coideale se :i)
èTA-chiuso,
cioè se e solo se è nucleo in
U
di un morfismo dicoalgebre.
Il sotto-k-modulo nullo di A è un
coideale ;
A non è une coideale di A.Un sotto-k-modulo B della
coalgebra
A dicesi unasottocoalgebra
sei)
èT~-chiuso
ii) P A BCBXB,
cioè se e solo se B E
1B.’, T~
è latopologia
indotta daT~ ,
9 e l’immersione di B in A è un omomorfismo dicoalgebre.
Tra le
sottocoalgebre
di A vi sono Astessa,
e lasottocoalgebra
nulla.Nei nn. che seguono avranno per noi
particolare
interesse iseguenti tipi
dicoalgebre :
discrete, finite,
linearmente
compatte.
2.1. LEMMA. Sia A una
k-coalgebra
discreta o linearmentecornpatta
e siaU sotto-k-rnodulo di A. Sia
poli
x un elemento diA;
allora letre asserzioni sono
equivalenti :
Dimostrazione.
a) implica b) :
se : «.In modo del tutto
analogo
si prova cheb) implica a).
Poia) implica c) ;
infatti seP~
x E Ux A,
èconseguentemente PA
X E Ax U,
ondePg
X EE
U x
U.Infine, banalmente, c) implica a),
C. V. D..2.2. COROLLARIO. Sia U un sotto-k-modiilo
T A-chiuso
dellak-coalgebra
Adiscreta o linearmente
compatta.
Allora U è unasottocoalgebra
se e solo seP~ U C U x A ;
od anche se e solo seP A U c
Ax
U.2.3. LEMMA. Sia A una
k-coalgebra
discreta o linearmentecompatta,
esia U un sotto-k-modulo
Tg-chiuso
di A. Esiste allora zcna, massiina sottocoal-gebra
V CU;
V è il sottoinsieme di Aforma-to dagli
x tali chePg
x EUX
U.Inoltre se è Y --- o.
Dimostrazione.
Sia 1: il morfismo
(continuo
dik-moduli)
diA x
A avente per nucleo il sotto-k-moduloU x A,
e sia V il nucleo di 7: oP A
Detto a il morfismo naturale di A su
A/ U,
il nucleotT x
A-~
Ax
A+di
è ~ U X A,
onde esiste un morfismo A diA-AIU-A
suA~ U
tale che a
x sA
= A o T. Essendo U il nucleo di a =(o X tk)
oX 8A)PA
= Å o T o
PA ,
9 si ha V CU;
V è un sotto-k-moduloT A-chiuso
ed è costituitodagli
x E A tali chePA x E U X A,
equindi P x E U x U,
per 2.1.Sia
poi
IV l’insiemedegli
x E A tali cheP Å
x EV x- A ;
allora x E T~V see solo se cioè se e solo
se
P A X E
cioè se e solo se x E V.Pertanto
P~
V C e, per2.2,
V è unasottocoalgebra
di A.Se
poi Z
è unasottocoalgebra
di A ed è si haC
U x A,
onde Zc V.Se infine U C
A+ ,
perogni
A+x ~i+ ~ onde cA x
==
(lA
X8 A) o PA
x =0 ; pertanto
è V =0,
C. V. D..Indicheremo con
11’
lasottocategoria piena
di1k’
costituita dalle coal-gebre
discrete e con lasottocategoria piena
di costituita dalle coal-gebre
linearmentecompatte ;
è noto che il funtore contravariante in’WB:
A 1-+A..,
induce unaantiequivalenza
tra lecategorie tm
ed eduna
antiequivalenzaa
tra11
ed11/.
È
noto altres che laapplicazione
biunivoca :dell’insieme dei sotto-le-moduli
TA-chiusi
di unoggetto A
E(A
Em)
nell’in-sieme dei sotto-lc-moduli
TA*-chiusi
diA*,
associaagli
ideali di A le sotto-coalgebre
di A* e allesottoalgebre
di A i coideali di A*.2.4. LEMMA.
Ogni coalgebra
discreta A è limite diretto del sistema dellesottocoalgebre
di dimensionefinita.
Dimostrazione.
Ì3
sufficiente provare che perogni
x E A esiste unasottocoalgebra
B didimensione finita tale che x E B. Sia E I una base per la
dipendenza
li-neare di
A,
e sia J il minimo sottoinsieme finito di I tale cheP~
X ==_Y
(c,; E k). Siano poi M== (9 le Xi
e B la massima sottocoal- i, jEJgebra
di A contenuta inM ;
essendo per2.3,
si hax E B,
C.V.D..
Da 2.4 discendono i
seguenti
corollari.2.5. COROLLARIO.
Ogni k-algebra
linearmentecompatta
è limite inverso del sistema delleproprie k-algebre quozienti
di dimensionefinita.
2.6. COROLLARIO. Se A è una
le-algebra
linearmentecompatta
atloraTA
è
Cioè esiste un sistema fondamentale di intorni dello 0 costituito da ideali di A.
Pertanto ?
èsottocategoria piena
dilk
comegià
affermato.3. Le notazioni sono
quelle
dei nn.precedenti. Con 3i
indichiamo lacategoria degli
insiemiappartenenti
alprefissato
universo.Per
ogni
A E1k
indichiamo conA
il funtore di1k
inE
tale che ::4.
è un funtorerappresentabile.
Perogni
morfismo 1 dilk, (Ä.
EE
Homk (A, B))
indichiamocon i
il morfismo(funtoriale)
diB
inA:
Allora il funtore contravariante :
definisce una
antiequivalenza
tra lacategoria 1ft
e lacategoria
dei funtorirappresentabili
di ’[~ in]E.
Per
ogni A E 1k
indicheremo ancora conA
la restrizione del funtoreA
alla
categoria M.
Sia F un funtore di
/t&
in3i.
Unafunzione definita
su F è un morfi-smo
(funtoriale)
di ~’ nel funtorein altre
parole
una funzione definita su F è una collezione diapplicazioni
8 = (lx )x m con x E Hom £ (FX, X )
tali che(F/-) ===/ o quali
chesiano
X, Y E M
edf E Hom , (X, Y) ;
diremo che il funtore F èpresentabile
se laclasse F°
delle funzioni definite su F è un insieme del- l’universoprefissato.
Sia ~’
pseudorappresentabile ;
h’° diviene unoggetto
di1k ponendo :
e dotando po della
topologia Tpo
a scelta come la meno fine traquelle
k-lineari che rendono continua la
applicazione i9x@ p
’(omomorfismo
dik-algebre)
qualunque
sia P E FX equalunque
siaUn sistema fondamentale di intorni
aperti
dello 0 di FO per laTF,,
è costituito daU)
al variare di P E FX e U ideale di X.La
TFo
è diHausdorff ;
infattiappartiene
a tuttigli
intornidel sistema
definito,
è~~ (P ) = 0
perogni
P E FX e perogni
X onde~
è la funzione nulla.Inoltre o è
F°-lineare ;
infine FO èTFo-completa.
Pertanto
Siano F funtori
pseudorappresentabili
diM
inE,
esia q
unmorfismo funtoriale di F
in G ;
indichiamocon 990
laapplicazione
di G° in~’° tale che :
Allora
pO
EHomk (GO,
Pertanto laapplicazione
risulta un funtore contravariante definito nella
categoria
dei funtori pseu-dorappresentabili
di inJE
ed a valori in’(.
Sia F un funtore
pseudorappresentabile
di in)E;
perogni XEM
-
sia
{}x
laapplicazione
di FX inF°X
definita da :Allora t9 ~ è un morfismo funtoriale di F in
F°.
La
coppia ~) gode
dellaseguente proprietà
universale.3.1.
Ogni coppia (A, ’)
con AE 1k
e tmorfismo funtoriale
di F inA
individua uno ed unico A E
Homk (A, FO)
tale che t= o
’9.Dimostrazione.
Per
ogni
a E A sia Aa E ~’° tale che :A è un morfismo
(in
di A in F°. Si ha infatti :inoltre se U è un intorno
aperto
dello 0 diFO,
esistonoX E 1m,
P E FX eJ ideale di X tali
che ~
E U se e solo se~g ( P )
EJ ; posto
allora Y =U,
si ha a E V se e solo se onde e per-
tanto V è un
aperto
di A.Per
ogni a E
A e perogni
P E(X
EM),
si ha :onde 1 o ~ === T.
Tale A è unico. Infatti se v E
(A, FO)
è taleche’; o {}
= z, alloraper
ogni a
EA,
equali
che siano X E e P EFX,
è(vajg (P)
_ 1:x P =(P),
onde perogni a
EA,
C. V. D..Un funtore di
m
inE
sarà chiamatoprorappresentabile
se è larestrizione alla
categoria M
di un funtorerappresentabile
di1k
in3i.
3.2. TEOREMA. Sia F un
funtore di
in15.
Allora F è prorappresen- tabile se e è unisomorfismo.
Ed in casojo.
Se t9 è un isomorfismo si ha onde F è la restrizione ad
jft&
di un funtore
rappresentabile
di1k
inJE.
Sia
F2U À
con Senza alterare lageneralità
del discorso sup- porremo dipoter
identificaregli
elementi di FX con icorrispondenti
ele-menti di
XX.
Sia tale che perogni
e per
ogni X E M.
Tale A esiste ed è unico per 3.1.
Il morfismo 19 di
2
inPO
consideratiquali
funtori diM
inJE
si estende inuno ed unico modo come morfismo
di A
in_P 0
consideratiquali
funtori di1k
in3E.
Infatti
se X E &
è limite inverso di un sistema inverso(I,
yin si ha
(F0,9 il i),::5j, I)
onde esiste che :===
o (X 0,)
perogni i
EI,
e 5 = 1k è un morfismo funtorialedi 1
Inoltre
ogni
funzione definita suA quale
funtore difib
inJE
si esten- de mediante una funzione definita suA quale
funtore dilk
inJE ;
cioèper
ogni $ E F° può
definirsi perogni
in modoche sia
Ciò premesso
sia 99
=t9 A, ’A (E Homlk (F°, A)).
Intanto cp
èiniettivo ; infatti,
perogni P
E FX e perogni X E M,
siha :
onde,
perogni ~
EF °,
e
quindi
Pertanto
se
E F ° è tale cheq$ = = (tA)
=0, allora x (P )
= 0qualunque
sia P E equalunque
sia X EM, onde ~
= 0.Infine per
ogni
a E A si haonde p o ~ = A -
Ne consegue
che qJ
è un isomorfismo e A ne è ilreciproco.
Essendo risulta un isomorfismo
funtoriale,
onde ~’’~=F°,
C. V. D..
3.3. COROLLARIO. Il
funtore :
rende
antiequivalenti
lacategoria 1k
e l acategoria
deifuntori
p1’orap-presentabili
diM
in]E.
Il funtore
aggiunto
del funtore èquello
definito da :Sia
R
lacategoria
deigruppi
abeliani e sia 0 il funtore «soggiacente » di R in E :
:4YA = Insieme
soggiacente
adA,
perogni A
EH.
Sia F un funtore
rappresentabile
di1k
in diremo che F è ungruppo analitico
(1)
se esiste un funtore F’ di1k
inH
tale che F = 4$ o F’.Un gruppo analitico F sarà chiamato
algebrico (2)
se FO è unak-algebra discreta;
sarà invece chiamatoformale
se FO è linearmentecompatta.
Se F == 0 o F 1 e G = 4$ o G ’ sono
gruppi
analitici e q è un morfi-smo funtoriale di F in
G,
diremoche op
è unomomorfismo
digrnppi
ana-titici se esiste un morfismo
q’
di F’ in G’ tale che CPx =4Yq)
perogni
X E1R.
Si ha allora
(cfr. [18]).
(í) Sottointenderemo sempre la parola « commutativo ».
(2) Si tratta in realtà di gruppi algebrici affini ; in questa trattazione tuttavia sot- tointenderemo sempre la parola « affine ».
18. Annali della Scuoda Norrrv, Sup. - Pisa.
Sia F un
funtore rappresentabile
di1k
in F è un gruppo analiticose e solo se, detta A la
k-algebra
FO dellefunzioni definite
suF,
esistonotre
morfismi :
tali che :
e, se
questo
è il caso, perogni
X E lalegge gruppale
inHomk (A, X)
èdata da :
lo zero del gruppo è
ix
o8 A; infine,
perogni
P EHom1k (A, X)
è -P. _
QA °
N N N
Inoltre : se F
== i
e G =B
sonogruppi
analitici ef
EHomk (A, B),
è un
morfismo
digruppi
analitici se e solo se( f x f )
oP A = Pt1 o f ;
ed intal caso
Considerazioni del tutto
analoghe
aquelle
ora svolte ci conducono alla nozione di cogruppo analitico. Perogni
A E sia A il funtore contrava-riante di in
per
ogni
-
Per
ogni
morfismo 1 di1k’ (À
EHom1k’ (A, .B))
indichiamo con Â. il mor-fismo funtoriale di A in B :
Un funtore contravariante F di
1k’
in]E
verrà chiamatorappresenta-
-
bile se esiste
A E 1k’
tale che A.Un funtore contravariante
rappresentabile
verrà chiamato un cogruppo analitico se esiste un funtore contravariante F-’ diit’
inR
tale che .F==0 o F’. La nozione di
omomorfismo
dicogruppi
analitici si pone in modo del tuttoanalogo
aquella
di omomorfismo digruppi
analitici.Si ha allora
(cfr. [18]) :
Sia un
funtore
contravarianterappresentabile di lk’
inun cogruppo analitico se e solo se esistono tre
tali che :
e, se
questo
è il caso, perogni
X E1k’,
lalegge gruppale
in(X, A)
èdata :
lo zero del L è
id
o~g ~ infine,
perogni -
""" n
Inoltre se F= A e G = B sono
cogruppi analitici,
ef E (A, B), f
è unomomorfi-smo
dicogruppi
analitici se e solo se ~uB o( f X f ) = f
oed in tal
caso f
oi A = iB
ef o Lo A
_~O~
of.
4. Siano
eA
E][Iom,0 (A, le)
tali che la terna(A, i A)
sia unoggetto
di1k,
e laterna
(A, P A ,
sia unoggetto
di1k ’.
Si ha allora :4.1. LEMMA. Le due
seguenti
asserzioni sonoequivalenti : i) Pg
ed8 A
sonoomomorfismi
dik-algebre,
ii)
ei A
sonoomomorfismi
dik-coalgebre ;
Dimostrazione.
i) implica ii).
L’ipotesi i) significa
Da
a)
ec)
si ha che è un omomorfismo dik-coalgebre,
e dab)
ed),
chei~
è un omomorfismo dik-coalgebre.
ii) implica i).
La
dimostrazione procede
in modo del tuttoanalogo.
C. V. D..4.2. LEMMA. Sia
(A. i A , EA)
un sistemasoddisfacente
alleipotesi
di
4.1,
e sia o EHomU (A, A)
tale che:allora le due
seg1tenti
asserzioni sonoequivalenti : i)
o è unomomorfismo
dik-algebre, ii) og
è unomomorfismo
dilc-coalgebre.
Dimostrazione.
Supposta
vera lai),
ilfuntore A
di1ft
inJE
è un gruppo analitico eQA
è un omomorfismo digruppi
analitici. Pertanto è oeA.
e
sg °
ondeQA
è un omomorfismo dik-coalgebre.
Viceversa
supposta
vera laii)
il funtore contravariante ~1 di1k’
inJê
è un cogruppo analitico e(lA
è un omomorfismo dicogruppi
analitici. Per- tanto è QA o = o(g A X PA)
eeA
oil = i~ ,
2 onde QA è un omomorfismo dik-algebre,
C. V. D..Un sistema
(A, 1 QAI
8,A’1 QA)
soddisfacente a tutte leipotesi
di 4.1e 4.2 verrà chiamato una Per abuso di
linguaggio
indicheremocon A la
k-iperalgebra (A, 1p A eA).
4.3. LEMMA. Sia A una