L’Italia del Rinascimento
L'Umanesimo e il Rinascimento non sono nettamente separati, l'uno confluisce nell'altro pur avendo caratteristiche diverse.
L'Umanesimo è prevalentemente letterario e precede il Rinascimento.
Vengono riscoperti i classici latini e tornò in auge lo studio del greco. Ancor prima della caduta di Costantinopoli 1483 infatti, iniziò l'esodo di molti dotti bizantini che in massima parte si rifugiarono in Italia, contribuendo alla diffusione della lingua e della cultura elleniche dopo un millennio circa di abbandono. Fra questi ultimi va senz'altro citato il celebre cardinale Bessarione che nel 1440 si trasferì prima a Firenze , poi, in via definitiva, a Roma.
Si studiano le humanae litterae contrapposte alla divinae litterae.
Si riscoprono i classici, riportati alla loro autenticità testuale con la nuova scienza della filologia ma, soprattutto, si interpretano in modo diverso, non dandone più un significato quasi esclusivamente religioso ma anche, e soprattutto, umano.
L'umanesimo ha alla base una nuova visione dell'uomo non più legato solo alla divinità, ma visto come essere del tutto naturale, che spazia liberamente e senza pregiudizi sull'ambiente umano in cui vive ed agisce. La natura, campo d'azione privilegiato dell'uomo, non è più corrotta dal peccato:
si può quindi ben operare nel mondo e trasformarlo con la propria volontà.