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L'antropologia è scienza storica
SAUTER, Marc-Rodolphe
SAUTER, Marc-Rodolphe. L'antropologia è scienza storica. Rivista storica ticinese , 1945, vol.
8, no. 43, p. 2-4
Available at:
http://archive-ouverte.unige.ch/unige:97578
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MARC R. SA UTER
L'ANTROPOLOGIA È SCIENZA STORICA
ESTRATTO DALLA
«
RIVISTA STORICA TICINESE
» N. 43 - ANNO VIII - FEBBRAIO 1945S. A. GRASSI & CO.
ISTITUTO TICINESE D'ART! GRAFICHE ED EDITORIALE - BELLINZONA
Il
L _li
È SCil�NZA S rr O l{ I(: A
Ringraziamo il giovane scienziato per questo suo dotto contributo ali' antropologia ticinese, la quale speriamo andrà vieppiù sviluppan - dosi, e la P. P. Sopracenerina - e in modo particolare il giovane segretario sig. Ivo Va/azza -- che si occupò, attivamente, della rac
colta di tutta la documentazione in seguito trasmes,saci. Attiriamo l'at
tenzione sulla grandissima impor
tanza antropologica che hanno i nostri ossari per cui lanciamo un appello affinchè siano conservati ed aperti alle indagini degli scien
ziati. Saremo pure riconmcenti a tutti coloro che vorranno inviare a/l'Ispettorato dei Musei e degli scavi, Locarno, delle indicazioni sulla esistenza di· ossari, grandi o piccoli, che permetteranno di or
ganizzare uno studio sistematico da affidarsi ad antropo/oghi di ri
conosciuta fama.
La Redazione
•
Il titolo potrebbe sembrare curio
so ! E questo perchè non si ha l'a
bitudine di annoverare l'antropolo
gia fra le scienze storiche. Tuttavia io credo poter a buon diritto ri
vendica.re un posto, nel campo del
le ricerche storiche, a favore de!
la scienza dell'uomo.
Difatti la storia (comprendendo in que·sto termine anche la prnistoria) racconta le imprese e le azioni de
gili uomini, « gesta hominis » (im
prese dell'uomo) o « ge5fa Dei per homines » (imprese di Dio a mez
zo dell'uomo). Essa risalirebbe a,1- le ori·gini dell'uomo, se lo potesse, essa lo segue nel corso dei millen
ni, quando vengono elabora+. i suoi statuti sociali, cuHurali e politici, at
traverso ciò che si è abituati di chiamare il progresso.
Ora l'Antropologi·a si occupa a,n
che ed in modo particolare del
] 'uomo, delle sue origini pal,eonto
logiche, della sua evoluzione. Infi
ne essa ceroa di conoscere lo stato attuale delle razze umane, dando alla nozione della << razza » il suo vero significato biologico.
l
a 'l'esrhio tro,·ato � Stallia in un ,·orti le.
Per questo studio delle razze nei tempi e nello spazio, l'antropologo avrà bisogno di documenti: men
tre la classificazjone dei gruppi at
tuali richiederà delle ricerche pres
so i diversi popoli viventi, l'antw
pologia storica (e preistorics) do
vrà ricorrere ai resti scheletrici che nel caso di scavi � lavori vengono alla luce. È precisamente su questi
« materiali » umani che ci si basa per scrivere, paragrafo su paragra - fo, la storia razziale di una regio
ne. È grazie a resti di tal sorte che, con prudenza e le debite riserve, si può stabilire un quadro gen':la
log1co de1 tronco limano.
Ma i documenti scheletrici sono sta
ti sottoposti, troppo sovente, a trat
tamenti che la scienza condanna.
Quante volte, se qt1alcuno duranie scavi occasionali, scopriva una tomba, si contentava di prendere gli oggetti in essa contenuti (e troppo spesso per conservarli pres
so di sè) abbandonando le ossa che in tal guisa erano perdute per gli specialisti? Quante volte degli operai e de�li Imprenditori hanno diskutto degli scheletri dissepolii durante dei lavori di cantiere?
Ouante volte anche degli archeo
logi di professione hanno rigettato con disprezzo queste testimonian
ze degli antichi uomini ?
Questi atti sono altrettanti delitti di lesa scienza ! Anche se l'archeo-
logo o lo storico non trova alcun interesse personale a quesf'.:: « vec
chie ossa », non si ha il diritto di distruggerle. Perchè interessarsi di più di ciò che gli uomini hanno fatto piuttosto che di quello che sono stati; delle loro opere piut
tosto che del loro aspetto fisico?
Cito un esempio: allorquando I Prof. Verneau identificò, fra gli scheletri trovati negli strati aurigna
ciani delle Grotte di Grimaldi, presso Mentone, due individui che egli qua-lificò di « ne�roidl ,> que
s·a stupefacente constatazione non è stata forse per la storia culturale de!I' Europa, più importante dello s--udio di tutte le selci f.rovate nel
lo stesso luogo?
Per tal ragione, io credo utile ri
volgere un appello a tutti coloro cl-ie o per i loro interessi o per la loro professione (dilettanti di sto
ria, ecclesiastici, maestri, funziona
ti, ufficiali e soldati, imprenditori, guardie forestali, operai ecc.) po
trebbero trovarsi di fronte a ritro
vamenti di scheletri umani, pregan
doli vivamente di non distruggerli.
Sanza parlare di profanazione, gli scienziati che studiano la storia raz
ziale dell'uomo, accoglieranno con riconoscenz.a questi resti, dei qua
li si avrà avuto cura di accompa
gnare con indicazioni precise (luo
go di ritrovamento, la specie del ierreno, gli oggetti che accompa
gnavano il corpo, ecc). Gli scien
ziati misureranno tali scheletri, li descriveranno e ne tireranno gli in
segnamenti. Dovranno essere rac
colti soprattutto i crani, che, fra le altre ossa, sono quelli meglio con
smvati, e dai quali si possono ri
e-avare delle indicazioni particolar
rr,ente preziose.
lo mi sono permesso queste po
che raccomandazioni perchè, fra tutte le alire regioni della Sviz
zera, il Ticino è povero in docu
menti antropologici. Per mancanza di materiali è impossibile oggi ci stabilire la successione delle razza sul suolo ticinese-. Pertanto questa storia razziale della Svizzera Me
ridionale s·arebbe interesxinlissi-
• Tes,·hi delle tombe di .\rog-no rinvenute attorno a!Lmti<'n rhiese!t,1 <li S. Michele.
ma ed aiuterebbe grandemente a completare ciò che si conosce del
la storia delle civilizzazioni al sud delle Alpi.
Guaii sono i primi tipi umani sta
bilitisi tra i laghi italiani e i colli alpini ? A quali razze appartene
vano i portatori di bronzo, gli uo
mini di Hallstatt, e di La Tène? I grandi cambiamenti culturali, co
me il pa·ssaig!gio dall'epoca del fer
ro alla civiltà romana, corrispondo
no a differenziazioni antropologi
che? S·u questo piano umano qua
le fu l'importanza delle invasioni barbariche, dei Goti, dei Langobar
di ? Quante questioni, fra tante, da risolvere, sulle quali rimane il pun-
lo interrogativo per mancanza di documenti. Si comprende l'appas
sionante interesse di questi probi e
mi, in cui la storia, la vera grande storia, interr�ga non più solamen
te i lesti (spesso menzogneri) o gli oggetti, sottoposti a scambi ed al commercio, ma l'uomo stesso, nel
la sincerità delle sue ossa ritrovate, cioè l'autore delle «gesta» evoca
le già al principio di queste righe.
L'occasione a queste riflessi on i mi è stata data da qualche scheletro trovato, al principio del 1944, a Chiggiogna, nella Valle Leventina e che il sig. A. Crivelli, Ispettore dei Musei e degli scavi, si è com
piaciuto d'inviarmi per essere stu-
• J l ri lrovar.iento antropolog-i�o più an
tico del 'l'iei no. Sclte
letro risalente ;1 ,0ir
ca il IV se�. av. C.
trnvato a Soldnno.
diati 1 ). Questi resti, per il motivo stesso della loro situazione crono
logica dubbia, mi forniranno un prete-sto per provare la necessità di raccogliere tutto ciò che si scopre.
Si tratta di un miscuglio di ossa, fra cui si distinguono tre crani più o meno completi. Nel complesso queste ossa dovevano essere di sei i�dividui. Esse si trovavano a fior di terra, sotto una roccia che for
mava un piccolo riparo. Nessun oggetto li accompagnava, eccetto due frammenti di omoplata di ca
pra o di montone. È dunque im
possibile di datarli, nemmeno ap-
t \
1 i ( _ _f!J '�' ) s
• Cranio del IV see. av. C.
pure delh nccrnpoli di Sol
tluno.
prossimativamente. E se io dico che mi sembrano relativamente re
centi, se mai medievali, mi base più su un'impres·sione che su dei fatti.
Senza voler entrare nelle partico
larità tecniche, presento qui una descrizione di queste ossa. 2) Due crani misurabili sono: l'uno femminile, l'altro maschile (Labora
torio d'Antropologia dell'Universit,�
di iGnevra N. 1944 - 18 e 19) e tutti e due mesocefali (indici ce
falici 76.16 e 78.45), il cranio fem
minile completo, aveva la faccia stretta (indice facciale iperleptopro
sopo 95.83), un'apertura nasale media (indice nasale « mesorrino » 49.49).
Non è stato possibile attribuire le ossa dello scheletro a tale cranio.
Non si può dunque ricostituire la statura degJi individui di cui si hanno le teste. P.rendendo ciascun osso lun,g-o (omero, gomito, femo
re, tibia) e applicando le formule di ricostituzione della statura, si ottengono delle cifre che vanno da m. 1,51 a m. 1,64 dunque al di
sotto della media.
Sembra che i soggetti di Chiggio
gna si debbano attribuire alla raz
za mediterranea : testa 2llungata, faccia stretta, piccola statura; tanti caratteri questi che autorizzano ta
le diagnostica. Si sa che questa raz-
za -e le sue varietà - abita at
tualmente tutte le rive del Medi
terraneo: in Europa essa popola tuffa la Spagna., il sud della Fran
cia e dell' ltali,a, una parte della Grecia della Bulgaria e della Ru
mania. Se ne trovano dei gruppi nella Gran Bretagna. Certo è che anticamente questa razza era mol-
to più sparsa, nell'epoca neolitica e più tardi ancora.
Nel Ticino, i Mediterranei doveva
no costituire una pa.rte importante della popolazione; bisogm�rebbe assicurarsene. Ma oggi il Ticino, e come quasi tutta la Svizzera e l'Italia del Nord, è abitato da po
polazioni appartenenti a razze bra
chicefali (a testa corta e larga):
razze dinariche e soprattutto alpi
ne. Occorrerebbe a nche una ricer
ca per sapere in qual momento della storia è avvenuto questo mu
tamento radicale, già conosciuto nel Vallese, per esempio.
Si vede che se gli scheleiri di Chiggiogna pongono delle que
stioni, la risposta. è subordina.ta al ritrovamento di altre numerose os
sa. Se la lettura di quesf'a nota
« apologetica » ha potuto mostra
re a quelli che s'interessano di co
se storiche e della scienza, I' im
portanza di questi problemi e spin
gerli a collaborare, nella misura delle loro possibiHtà alia ricerca e alla conservazione dei documenti, ho coscienza d'aver fatto opera utile.
MARC R. SAUTER
(Traduzione dal francese dell'Ispettorato dei Musei, Locarno).
l) Colgo l'occasione per ringraziarlo.
2) Le o,,sa di Cb Jggiogna so110 state og
l?"etto d'un ltworo, a.ncora Inedito. de
ilicato al Prof. Dott. Otto Schlagin
haufen di Zurigo, all'occasione del suo 65mo anno d'età.
4
'JN
que�to articolo è chiaramen
te dimostrato l'apporto che l'antropologia può dare alla storia. Essa è di ca.pitale im
portanza per la conoscenia delle razze dalle quali di
scendiamo. Segnalateci tutte le raccolte di avanzi antro
pologici ed in modo parti- colare gli ossari.
a Uno <lei te�<'hi di (!hig-g '. 0 7n:1.
RAPPORT SUR LES OSSEMtNTS HUMA/NS TROUV�S À CH/GGIOGNA (Val Leventi
na, Tessin).
Les restes squelettiques humains, trouvés sous un petil abri rocheux à Chiggiogna, que Monsieur Aldo Crivelli nous a fail par
veni r le 23 février 1944 aux fins d'examen, se composenl de plusieurs complexes, doni voici la liste sommaire:
CRANES
Un cràne féminin, aver mandibule, adulte, présenlant la suture métopique (n° d'en
lrée de notre lnstitut 1 944- 1 8).
Un cràne incomplet, masculin, adulte ( 1 944-19).
Un cràne don! ne subsistent que la /ace et l'os Ironia! ; probablement féminin, adul
te (1944-21 ).
Une mandibule apparlenant à l'un des deux crànes précédents (1 944-20).
Divers fragments de crànes, et dents iso
lées, provenant des crànes précédents ( 1 944-22).
OS DU SQUELETTE (groupés sous le n° 1 944-23)
I l est pratiquemenf impossible de recor.s
tituer !es squelett"es des divers individus, car la paline est lrop semblable, et beaLJ
coup d'os soni lrop incomplels; je donne simplement le nombre de chaque lype d'os. On peut déduire de l'examen des divers os la présence de 6 individus au minimum.
6 vertèbres, 3 sacrums.
Une omoplate d'enfanl; 3 omoplates d'a
dulles; 1 clavicule.
6 humérus; 4 cubilus; 2 radius.
6 bassins.
8 fémurs ; 6 tibias; plusieurs fragments de péronés.
1 astragale ; 5 clacanéums. Divers frag
ments.
L'omoplale d'enfant révè� un àge de près de 1 5 ans: c'est le seul os de cet àge.
Cluelques os appartiennent à un adolescent (:20-25 ans).
L'estimation de la fai lle à l'aide des os entiers donne les statures suivantes, appro
ximatives:
un homme un homme une lemme une lemme OS D'ANIMAL
m. 58 ; m. 61 ; m. 45;
m. 53.
Deux fragmen.ts d'omopaltes de chèvre ou de moulon étaienl mèlés aux ossements humains.
EPOOUE D'INHUMATION
1· es! impossible de donner une date, mème approximative, meme au siècle près, à ces ossemenls, en l'absence de t,,ule P'récision sur la nature du terrain cans !eque! ils se trouvaient (et meme en ce cas l'eslimation serai! f.rès difficile) e! de tout objet. Ce qu'on peut dire, c'est qu'ils ne soni pas récents, et qu'ils sem
blent plulòt anciens.
L'examen anthropoiogique ne pec1t four
nir aucune indication de ce genre, surlout clu fait que nos connaissances acluelles sur l 'anthropologie du Tessin soni prati
quement nulles. Les crànes different de ceux de la majo.rilé de la populalion acluelle.
OUELOUES INDICATIONS ANTHROPOLOGIOUES
1 944- 1 8 Féminin 1 944- 1 9 Masculin Indice céphalique
Indice verlical de longueur Indice facial total Indice facial sup.
Capacifé cranienne
7 6. 1 6 Mésocéphale 70.35 Ortocéphale (95.83) Hyperleptoprosope 55.83 Leptène
environ 1 200 cc.
(78.45) Mésocéphale 73.48 Or!océphale
env. 1 420 cc.
Ces deux crànes dénofenl une forme cra
nienne mésocéphale (moyenne)), alors que la majorité des Tessinois ecluels est brachycéphale (lefe courle et large) ; la /ace du cràne féminin, seul compiei, est é+roite et haule.
petite : et une tele dolicho-mésocéphale à foce plutot allongée.
Il semble qu'on ait affaire à des repré
senlants de la race dite «Méditerra
néenne», race caraclérisée par une taille
Genève, le 30 septembre 1 944.
MARC R. SAUTER Dr ès sciences
Privat-docent à /'Université Assisfant à l'/nstitut d'Anfhro
pologie de /'Universifé de Genève