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EMERGENZA IPERTENSIVA

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Academic year: 2022

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EMERGENZA IPERTENSIVA

B. D’Elia

DEFINIZIONE Condizione clinica caratterizzata da due elementi fondamentali:

1. elevazione della pressione arteriosa sistemica

• pressione Arteriosa Sistolica > 180 mmHg

• pressione Arteriosa Diastolica > 110 mmHg

2. riscontro obbiettivo di segni di compromissione funzionale d’organo.

Il rilevamento di questi due elementi IMPONE un intervento terapeutico QUADRO

CLINICO

EZIOLOGIA

COMPLICANZE

Nel quadro clinico di un’emergenza ipertensiva possono essere presenti i seguenti segni e sintomi:

• cefalea, nausea, vomito, turbe visive (amaurosi, diplopia, scotomi);

• convulsioni, segni neurologici focali, confusione mentale, sopore fino al coma (quadro neurologico);

• aritmie, crisi di angor, allargamento area cardio-aortica, scomparsa dei polsi arteriosi o “pulsus differens”, stasi polmonare, soffi valvolari, ritmo di galoppo (quadro cardiovascolare);

• oliguria, ematuria, elevazione dei valori di creatininemia e della azotemia (quadro renale);

• edema papillare, emorragie retiniche, essudati cotonosi (esame fundus oculi).

L’elevazione della pressione arteriosa può essere dovuta a:

• ipertensione essenziale;

• ipertensione secondaria a:

a) eclampsia gravidica;

b) assunzione di simpaticomimetici;

c) feocromocitoma;

d) ipertensione nefrovascolare;

e) ipertensione endocranica (può essere sia la causa che la conseguenza dell’emergenza; in entrambe i casi il

procedimento terapeutico è comunque lo stesso).

ü Encefalopatia ipertensiva: il sintomo più importante è costituito dalla cefalea. Il quadro deve essere posto in diagnosi differenziale con:

emorragia cerebrale ipertensiva, emorragia subaracnoidea, infarto tromboembolico cerebrale ( del tronco), ematoma subdurale acuto o cronico, esiti di trauma cranico, ascesso cerebrale, tumore cerebrale primitivo o secondario;

ü incidente cerebrovascolare (soprattutto emorragico);

ü edema polmonare acuto;

ü dissecazione aortica;

ü crisi coronarica;

ü insufficienza renale acuta;

ü anemia emolitica;

ü sanguinamento post-operatorio.

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PROTOCOLLO TERAPEUTICO

A domicilio:

NIFEDIPINA dose: 20 mg; via di somministrazione sublinguale (caratterizzata da un rapido effetto)

FUROSEMIDE dose: 40-80 mg; via di somministrazione: endovena

In ospedale, l’intervento terapeutico sottoindicato viene attuato solo qualora la crisi non sia stata ancora risolta:

DIAZOSSIDO dose: 50 microgrammi seguiti da 3 microgr NITROPRUSSIATO di Na dose: 2-50 microgrammi / Kg / min (N.B. il farmaco è fotosensibile)

In alternativa:

Se la PAS è compresa tra 180 e 230 mmHg oppure la PAD è compresa tra 105 e 120 mmHg

LABETALOLO dose:10 mg; via di somm.:

endovena in 1-2 min

ripetibile 1 o 2 volte ogni 10 min.

max 150 mg

Se PAS > 230 mmHg oppure PAD è compresa tra 121 e 140 mmHg

LABETALOLO dose:10-20 mg via di somm.:

endovena in 1-2 min

ripetibile 1 o 2 volte ogni 10 min.

max 150 mg

Se la crisi NON è risolta:

NITROPRUSSIATO di Na

Dose 0,5-10 microgrammi / Kg / min

Se la PAD è > 140 mmHg :

NITROPRUSSIATO di Na

Dose 0,5-10 microgrammi / Kg / min

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CONTROLLO DEI VALORI PRESSORI:

• OGNI 15 MIN PER 2 ORE

• OGNI 30 MIN PER 6 ORE

• OGNI 60 MIN DALL’ OTTAVA ALLA VENTIQUATTRESIMA ORA

• CONTROLLO DI ROUTINE.

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