R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
R ENATO N ARDINI
Due teoremi di unicità nella teoria delle onde magneto-idrodinamiche
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 21 (1952), p. 303-315
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DELLE ONDE MAGNETO-IDRODINAMICHE
Nota
(*)
di RENATO NARDINI(a Bologna)
1.
Premesse.
- Un moto idrodinamico che abbialuogo
mun fluido elettricamente conduttore
soggetto
a un campo ma-gnetico,
fa sorgere un campo elettrico cheproduce
nel fluidodelle correnti
elettriche;
per effetto del campomagnetico
que- ste correnti determinano delle forzeponderomotrici;
dallamutua azione fra le dette forze e il moto idr odinamico si
può
ottenere un nuovo
tipo
dionde,
dettemagneto-idrodinamiche,
che è stato messo in evidenza per la
prima
volta da ALFVÉN1 ).
Dal
punto
di vista matematico il fenomeno èregolato
dalledue
equazioni
di MAXWELLdove
rispettivamente
E ed H sono campo elettrico e magne-tico, i,
B e D sono i vettori densità di corrente diconduzione,
induzione
magnetica
espostamento
- edall’equazione
idrodi-namica
*) Pervenuta in Redazione il 5 marzo 1952.
1) H. ALFVÉN, On the Existenee of Electromagnetie-hydrodynamie Waves c .Ark. f. mat. astr. o. fysik » 29 B N. 2 (1942). Si veda anche dello stesso Autore il cap. IV del trattato Cosnzicat Electrodynarnics, Oxford at the Clarendon Press (1950).
dove v,
p, p, v e v’ sonorispettivamente
lavelocità,
ladensità,
lapressione
ed i coefficienti di viscosità(divisi
per,p)
in unpunto
P del
fluido,
mentre Frappresenta
le forze esterne non elettro-magnetiche
cheagiscono
in P sull’ unità di massa del fluido.Completano
ilquadro
delle relazioni fra le dettegrandezze
le
equazioni elettromagnetiche
dove Y è la conduttività elettrica e v è la
permeabilità
ma-gnetica
del mezzo - e1’ equazione
idrodinamicaSupponendo
p costante(liquido
pmogeneo edincompressi- bile)
e v = o(liquido perfetto), y
e pLcostanti,
F = o e trascu-rando la corrente di
spostamento 3D aD
dy nei confrontidi i,
ALFVÚN e WALÉN
1)
hanno trattato alcuni casi interessanti de- terminati da soluzioniparticolari
delproblema
inquestione.
Ora,
perquanto
è a mia conoscenza, non è stata ancora data alcuna dimostrazione diunicità riguardante
le soluzioni delle detteequazioni.
2.
Enunciati
deiteoremi
di unicità. - Nelpresente
lavoroci
occupiamo
del caso in cui si ammettono leipotesi
dellacostanza
di p,
ciò che riduce la(6) all’’ equazione
(segue
immediatamente che nella(3)
sipuò
porree della costanza di y e p., per cui si ha
2) C. WALÉN, On the Theory of f. mat. astr. o.
fysik >, 30 A N. 15 ; 31 B, N. 3.
Indicando con S il campo nel
quale
tutte leprecedenti
equa- zioni si suppongono valide e con a il contorno chelimita S,
ci
proponiamo
di enunciare delle condizioni iniziali e delle con-dizioni relative al contorno a in modo da
poter
dimostrareche,
se le dette
equazioni
unite a tali condizioni ammettono dellesoluzioni, queste
sono determinate in modounico,
ben s’ inten- de nel senso, abituale dellaFisica-Matematica,
che si tratti disoluzioni finite e continue assieme alle loro derivate
prime
eseconde
’).
Dimostreremo 1’ unicità suddetta
3)
considerando in unpri-
mo
tempo (n. 3)
trascurabile la corrente dispostamento:
qua- li condizioni iniziali ammettiamo di conoscere all’ inizio deitempi
la velocità v e il campomagnetico H
in tuttoS ; quali
condizioni al
contorno,
se ilcampo 8
èfinito,
ammettiamodi conoscere la
componente tangenziale
di H su a inogni istante,
mentresupponiamo
che inogni
istante sia su Q v X n = - o, essendo n il versore normale a a comunque orientato~).
In un secondo
tempo (n. 4)
teniamo conto anche della cor-rente di
spostamento
P3D aD :
t alle condizioni inizialiprecedente-
p mente enunciate occorreaggiungere
la conoscenza del campo elettrico E in tutto lospazio 8 per t
= o ; le condizioni al con- torno possono rimanere inalterate oppure sipuò
assegnare sua in
ogni
istante lacomponente tangenziale
del campo elettrico E anzichèquella
del campomagnetico H.
~
2) Più precisamente se il
fluido
è perfetto ci si può limitare - e soltanto per la dimostrazione del I teorema (n. 3) - a supporre con-tinue, nelle sole coordinate, le derivate seconde di 2f fatte rispetto alle coordinate stesse. Se il fluido è viscoso, in entrambi i teoremi si supporranno continue allo stesso modo anche le derivate seconde di v fatte rispetto alle coordinate.
3) Il procedimento adottato nella dimostrazione parte da quello introdotto da D. GRAFFI nella nota Sutta teoria propagazione del calore per co~cvezione naturale, « Rend. Acc. Naz. Linee! > (6), 12
(1930) 129-135.
4) E’ da notare che se il liquido è viscoso
(’I =~=
0) ed il contorno è costituito, come ammetteremo, da pareti solide che esercitano una certa aderenza verso il liquido stesso, allora v risulta completamente determinata sul contorno in quanto è ivi nulla.Con o senza la corrente di
spostamento
P3D aD 7t
ci occuperemoPanche del caso in cui S si estende all’ infinito.
3.
Dimostrazione del primo teorema. - Eliminando i,
E
e B fra le(1), (2),
... ,(6),
ci si riduce alleequazioni
Supponiamo
allora che esistano due soluzioni delle(7), (8), (9), (10),
che indicheremo conH, v,
p e con H-~- H,,
v-~-
v,, p-E-
pi, soddisfacenti le stesse condizioni iniziali e sul con-torno. Dimostreremo che le loro
corrispondenti
differenze ecioè
H1,
v, e Pi risultano necessariamente nulle in tutto S eper t ~
o .Introducendo tali
H,
v, p e successivamente+
v,p+pi
nelle(7), (8), (9), (10)
e sottraendo membro a membro lecorrispondenti equazioni
si ottienea
queste equazioni
si devonoa ggiungere
le condizioni inizial -81
= o, vi = o in tutto 8 e le condizioni su a, valide inogni ~
istante,
Moltiplichiamo
ora scalarmente la(11)
perHl
e la(12)
per Si ottiene
Applicando
note formule siottengono
leseguenti
trasfor-mazioni : .
c)
tenendo conto anche delle(7), (1.3)
e(14)
e ancora
d)
sempre ricordando le(7)
e(13), analogamente
Introducendo
questi
risultati nelle(15)
e(16)
si ottieneIntegriamo
ora le(17)
e(18)
su tutto 8 eapplichiamo
ilteorema della
divergenza
ai termini che lo consentono. Si otten- gono cosdegli integrali
disuperficie che,
come si verifica im-mediatamente,
sono nulli per lesupposte
condizioni al con- torno. Ci si riducequindi
alle relazioniRicordiamo ora che le soluzioni in
questione
si suppongono limitate assieme alle loro derivateprime.
Da ciò segue anzi- tutto che risultano limitate leomografie
essendo
oi v
= Ddy
vv presi come assi
cordi-essen o p == X ~, P come ass~ cor 1-
nati le direzioni
principali
della dilatazioneh da 1’ e~ ressione
d~D dy
dPv, X v assume la formadove
via,
sono lecomponenti
di v sui detti assi coordi- nati. I numeri e10 1
risultano in genere funzioni di Pe del
tempo t ;
indicato con L ilmaggiore
ira i dettinumeri,
si ha in tutto 8 e per
ogni 0 ~
t-~-
o0è da notare che L è un numero
positivo indipendente
da v 1.Analogamente
sipuò dimostrare .
che esiste un numeroM,
di-pendente
da P e da t maindipendente
da tale cheIn secondo
luogo
si ha cherot (H -+- Hi )
sarà un vettorelimitato per cui si
potrà scegliere
un numero N tale che sia in tutto 8 e perogni
o ~ t+
00e
quindi
Poniamo infine per brevità
Dalle
(19)
e(20),
a secondo membro dellequali
si trascu-rino
rispettivamente
ilprimo
e l’ultimo termine che sono cer-tamente non
positivi,
si ricavano allora leseguenti disugua- glianze 5)
’
5) Si noti che se fosse si giungerebbe ugualmente alle (21)
e (22).
Indichiamo ora
con R
2 1’ estremosuperiore
dei valori assuntiin tutto 8 e per 0 t
-~-.
oo dai numeriSi ottiene allora dalla
(21), moltiplicata
per-~L,
e dalla(22)
P
dalle
quali
si ha amaggior ragione
Integriamo
ora taledisuguaglianza
fra o e t : ricordando che in forza delle condizioni iniziali v 1 eH
~per t
= o sono nulliin tutto 8 si ottiene
Da
quest’
ultimadisuguaglianza è
facile ora ricavare1)
che8) Sia data infatti una relazione della forma
dove a sia supposta limitata e non negativa in tutto o - t ed R sia
deve essere
per
ogni t;:> o,
da cui segue che1‘~1- o
e in tutto S.Resta ancora da esaminare il
comportamento
d pl ; dalla(12)
si ricava subito che ègrad
Pi = 0 equindi
pi è costante in tuttoS ;
tale costante diventa zero se la p è nota in unsolo
punto
del campo S.Con ciò il teorema
proposto
risulta dimostratoper S
limitato.
Se
poi
il campo S si estendeall’infinito,
inaggiunta
allecondizioni iniziali e alle condizioni sull’eventuale contorno a che limita il detto campo al
finito,
sipuò
supporre, per esem-pio,
che inogni
istante H e e assumano un valoreassegnato
all’ infinito con ordine numerico > 2
’).
In tal casoRi
evi risultano all’ infinito infinitesimi di ordine numerico > 2
8).
Dopo
di chequale
variante alprocedimento
adottato dian-~ 0. Se ora si indica con ni il limite superiore di- a in o - t, si ottiene
da (23)
sostituendo tale valutazione ancora a secondo membro di (23) si ottiene
e cos proseguendo si ricava
da cui segue che a = o in tutto o - t .
7) Dicendo che uno scalare 9(P) assume all’ infinito un certo va- lore Cfoo con ordine numerico n intendiamo porre la condizione che esista una sfera con centro in un punto
P~
dello spazio e raggio’ Rtale che in ogni punto esterno a questa sfera sia
dove M è un numero positivo costante ed r è la distanza di P da Po.
8) Naturalmente si possono assumere altre condizioni di conver-
zi,
bastaintegrare
leequazioni (17)
e(18)
nella por- zione dispazio
compresa fra le eventualisuperfici
a chelimitano lo
spazio 8
ad finito ed unasfera E
tale da contenerletutte;
sipuò maggiorare
i secondi membri delleequazioni
cos ottenutesopprimendone
i termini certamentenon
positivi
eapplicare
il teorema delladivergenza
a tuttii termini che lo
consentono; gli integrali
estesi a E che ven-gono cos a introdursi tendono a zero al tendere all’ infinito del
ràggio
di E per lesupposte
condizioni di convergenza, mentre i rimanentiintegrali,
estesiad S,
risultano conver-genti.
Si
ottengono perciò
delleequazioni analoghe
alle(21)
e(22)
e sipuò
concludere come si è fattoprecedentemente.
4.
Dimostrazione del secondo
teorema. - Teniamo oraconto anche del termine
aD
at che compare p nella(1) ( )
assumendodove e è la costante dielettrica del
liquido.
Allora eliminandoi,
B e D fra le(1), ~ (2),
..., 2(6)
e(24)
siottengono
leequazioni
genza in modo da avere, per esempio, che all’ infinito siano infinitesime le seguenti funzioni: H1 e vl di ordine numerico
> ~,
2 ° pi e~ rot 1/ ~ di
ordine numerico~ 1 .
2a cui vanno
aggiunte
le(7)
ed(8)
e le condizioni iniziali e al contorno.Indichiamo anche
qui
conE1,
le differenze fra due soluzioni delproblema.
Taligrandezze
soddisfano le equa- zionidove si è
posto
per brevitàAlle
(28), (29)
e(30)
vannoaggiunte
le(13)
e(14)
e le con-dizioni iniziali
E,
=H1
= vi = 0 in tutto 8 e, inogni istante,
le condizioni su a
H1
A n = 0(oppure E1
A n =0)
eSommiamo ora la
(28) moltiplicata
scalarmente perE1
conla
(29) moltiplicata
scalarmente perH1:
si ottieneMoltiplicando poi
la(30)
scalarmente per v, si haApplicando
le trasformazionid)
del numeroprecedente, integriamo
le(31)
e(32)
su tutto 8(supposto
per orafinito).
Eliminando in base alle condizioni al contorno i termini a cui
si
può applicare
il teoremadella divergenza
e trascurando asecondo membro i termini certamente non
positivi
sigiunge
alle relazioni
Per la
supposta
limitazione delle soluzioni inquestione,
sipuò
trovare un numero ~1 funzione di P e di t tale che in tutto 8 e perogni 0 ~ t -f -
oo siamaggiore
di v e diallora il termine a secondo membro di
(33)
sipuò maggiorare
conPer
quanto riguarda
ilcomplesso
dei termini dati da X v, si osservi anzitutto cheintroducendo
poi,
in manieraanaloga
aquanto
si è fatto pre-cedentemente,
un numero N che risulti sempremaggiore
oduguale
ainumeri E, 18 + 811,
vH si ricava cheIntroducendo le relazioni trovate in
(33)
e(34)
eappli-
cando la solita formula e B
reali),
si otten-gono le
disuguaglianze
Integrando
talidisuguaglianze
fra o e t escegliendo
op-portunamente
R si arriva alle relazionila
cui,
sommando membro a membro eripetendo
ilragiona-
mento
già
fatto al n.3,
è immediato ricavare che èE
1 -0, Hi=0, v,, = 0.
Per assicurare la validità della dimostrazione nel caso in cui il