R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
G IUSEPPE Z AMPIERI
Operatori differenziali a coefficienti costanti di tipo iperbolico-(ipo)ellittico
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 72 (1984), p. 27-44
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Operatori
di tipo iperbolico-(ipo)ellittico.
GIUSEPPE ZAMPIERI
(*)
Introduzione
Dato un
operatore
differenziale a coefficienti costanti P =P(D)
in Rn si vuole individuare la condizione
algebrica
sulpolinomio
asso-ciato che caratterizza l’esistenza di soluzione ele- mentare ultradistribuzione con
supporto singolare
contenuto in un conoproprio. L’analogo problema
per soluzionidistribuzioni,
risolto da Fehrman in[1], porta
ad individuare una classe dioperatori
instabilerispetto
alleperturbazioni
con termini digrado
inferiore. Trattando in-vece il
problema
sulla classe delle ultradistribuzioni siproverà
che lacaratterizzazione
algebrica
verte soltanto sullaparte principale Pm
di P.D’altra
parte
localizzando la nostraipotesi algebrica
attorno allecaratteristiche reali unitarie di
Pm
si ottiene una condizione di localeiperbolicità rispetto
ad una direzione simultanea per le varie localiz- zazioni. Si sarebbe allora tentati di lasciar variare tale direzione e di passarequindi
allapiù
vasta classedegli operatori
localmenteiperbolici
per i
quali
è ancorapossibile
provare l’esistenza di soluzioni fondamen- tali microlocali consingolarità
contenute in conipropri.
Tuttavia anche se
questo punto
di vista èpiù
raffinato eporta
tra l’altro a considerare distintamente lesingolarità
delle soluzioni micro-locali anzichè
complessivamente quella
della soluzioneelementare,
nonsi è ancora
completamente
chiarita in tal caso la necessità delle condi- zionialgebriche
localizzate.(*) Indirizzo dell’A.: Istituto di
Analisi-- dell’Università,
Via Belzoni 7, 35131 Padova, Italia.Tornando alla situazione
precedente
siproverà
cheP ammette soluzione
f ondamentale
ultradistribuzione consupporto singolare
in un conoproprio (contenuto,
all’eccezione delvertice,
inqualche semispazio aperto {x: x, i0>
>0~ )
se e solo se la suaparte principale Pm soddis f a
perqualche
costante 0 la condizioneIl risultato
può
essere ulteriormenteprecisato
affermando che lasingolarità
della soluzione elementare è contenuta in un conoproprio
e convesso r* se e solo se P verifica
(0.1) rispetto
adogni (co)vettore
~ E r
= ~ ~ ~ ~ * >
> o EIl teorema si consegue
provando
innanzitutto chenell’ipotesi (0.1)
il numero
degli
zeri reali t di+
= 0 è costanterispetto
a~
E R" nonparallelo
a~;
lo si denoterà con p. Si individuapoi
la per- turbazione determinata nella(0.1)
dai termini digrado
inferioredi P;
si prova che p zeri t di
P(~ +
= 0 verificano11m t
CC’ j~ +
Ree =
p /( p -1 ),
almenoper ]$ +
Ret01
sufficientementegrande,
mentrei rimanenti continuano a soddisfare la seconda alternativa di
(0.1)
pur di contrarre eventualmente C(Lemma 1.3).
Si dimostra
quindi
il teorema annunciato per ultradistribuzioni di classeyo~~~ seguendo
la traccia di Fehrman relativa al caso e = oo e utilizzando essenzialmente il teorema fondamentale di Komatsu sullarappresentazione
locale di ultradistribuzioni come somme infinite di derivate di misure.Si passa infine a caratterizzare
gli operatori
che hanno soluzionecon
F(")-supp sing, (~ C ~O generici), in un
conoproprio contenuto,
eccetto ilvertice,
nelsemispazio x, t9>
> 0.La
proprietà algebrica
che licaratterizza,
che sarà dettalicità-(c-)ipoellitticità, consiste,
per certe 0’ e C" e per un intorno co-nico
ls, nell’implicazione
Naturalmente per a =
1, (0.1)
e(0.2)
sonoequivalenti
e si ri-trova cos la caratterizzazione
precedente (che già
era stata data da Kashiwara sulla classe delleiperfunzioni).
I. Condizioni
algebriche
per laregolarità
analitica della soluzione fon- damentale al di fuori di un conoproprio
Si osservi innanzitutto che nella Condizione
(0.1) sugli
zeri dellaparte principale
di unpolinomio,
lalunghezza
dei covettori 19 è del tutto ininfluente cos pure come lo è la loro orientazione.Perciò sarà
più
conveniente introdurre la normalizzazione di R"nella sfera % - i dimensionale e considerare la
(0.1)
come pro-prietà rispetto
a direzioni nonorientate ~ ~
E 8ft-l.DEFINIZIONE 1.1. Diremo che un
polinomio
omogeneo(di grado m) Pm
èiperbolico-ellittico rispetto a ± 0 e 8n-1
severifica
la(0.1).
In
particolare scegliendo
le coordinate in modo che ~ _(O, ..., 1)
e denotando con
C’=
..., variabile in C,,-’ econ ~
=(C, Cn) quella
in Cn si richiederà chevalga
perqualche
costante Cl’implica-
zione :
Sempre nell’ipotesi
chePm
siaiperbolico-ellittico rispetto
a±(0y...,!)
si haLEMMA 1.1. Il numero
degli
zeri realiCn
diPm(C’, Cn)
= 0 è costanteE
DIMOSTRAZIONE. Si fissi e si denoti con p il numero
degli
zeri reali
in
dip m(E’, in)
= 0 e con q = m - pquello
dei non reali.Per
ipotesi questi
ultimi devono verificarel’inuguaglianza
Per la
continuità degli
zeri esiste r tale che perIC’ - ~’l
rp zeri
~~ di p m (C’, Qn)
= 0 verificano11m
01~’1I2
mentregli
altri q verificano11m
>C ~~’ ~ /2.
D’altraparte,
in baseall’ipotesi,
seallora
ogni
zero nonreale in
di = 0 deve verificareOIC’1
equindi
se si supponei’
r c!~!/2y
deve conse-guentemente
verificare11m Cnl
>01~’~/2.
Perciò il numerodegli
zerireali
Cn
diCn)
= 0 è localmente costantequando C’
varia nell’in-sieme
(connesso)
equindi
costante.Vogliamo
ora provare come con la Definizione 1.1 sigeneralizzino
i
polinomi omogenei
che sidecompongono
nelprodotto
di un fattoreiperbolico
e di uno ellittico il chelegittima
la denominazione che ne abbiamo dato.Introducendo anche dei termini di
grado
inferiore in P sussiste infatti laseguente
caratterizzazione.LEMMA 1.2.
Supponiamo
che laparte principale Pm di
P siaiper-
bolico-ellittica
rispetto a + (O,
... ,1)
e denotiamo con p il numerodegli
zeri
’n) = 0, ~’ E
R". Allora sipuò decomporre P(C)
nel
prodotto
ove p e q sono
polinomi
inCn
digradi
p e m - prispettivamente,
concoefficienti
analitici inC’ quando C’
vari in un intorno conico(troncato)
di Rnw in Cn-1 della
cire C’I,
>r}
esoddisfacenti
alle
seguenti
condizioni :DIMOSTRAZIONE. Proviamo
quale perturbazione portino
nella con-dizione
(1.1)
i termini digrado
inferiore di P. Si mostrerà che condue nuove costanti 0’ e 0’ vale
l’implicazione:
= 0,
=>[
oppure(ove
sipuò
supporrep #
0 altrimenti P è ellittico e il teorema è tri- vialmenteverificato).
Infatti la condizione
(1.1)
sullaparte principale P m
dàD’altra
parte
Sia allora
in)
= 0 conC’E
e si suppongaprovvisoriamente
Dato che
Pm
è normalizzatorispetto
all’asse zn dovrà esserequindi [
perqualche k;
si pongaSe fosse
J seguirebbe
da(1.2)
e(1.3)
il che è assurdo
(ovviamente
se sisceglie
C" C’ allora sipuò
tralasciarel’ipotesi [~’ [ ~ 1
e la conclusione inpiena generalità
è data dal fatto che per[~’ [ C 1
risulta[ ~
Permettiamo ora
a ~’
di assumere valoricomplessi
e confrontiamogli
zeri~,u~(~’)~~=I,...,~
diP(~’, in)
comepolinomio in in con ~’
comeparametri
conquelli (À;(1’ )); = 1 , ~ ~ ~ ,~
della suaparte principale Pm(C’, Cn).
Dalla
(1.1)
segue in virtù della continuitàdegli
zeri diP m
che Veesiste ce tale che se
11m C’| ce|Re C’i [
allora:p elementi dell’insieme
~,~(~’) [~
sono(e/2) i~’1
mentregli altri q
sono >( C - e/2) IC’1 [ (nell’ipotesi
ovviamente cheC ~
8 senza di che non sipotrebbero
separare i due insiemiprecedenti).
D’altra
parte
se > re perqualche
costante re, alloraogni
zerodell’insieme
~~u~(~’)~
si trova a distanza(e/2) IC’1
daqualche
elementodell’insieme
(À,()/)).
Se ne deduce che se re e11m ~’1 [ e, iRe C’I i allora,
pur di riordinaregli indici j
esupponendo
ancheC ~ 2~,
Siamo
quindi
riusciti a separare, in certeipotesi
su~’,
due insiemidi zeri
Cn
diCn)
= 0 ovvero abbiamo individuato inf >
rs,due funzioni analitiche ,
in cui si sono
raggruppati gli
zeri che soddisfanorispettivamente
la(1.4)
e la(1.5). È
inoltre ovvio che P sidecompone
nelprodotto
dip e q
(a
meno di una costantemoltiplicativa P~.(o, ... ,1 )
=1=0) .
Si osservi infine che q soddisfa evidentemente
(ii)
mentre ariguardo
della
(i)
si noti chequando ~’
è reale i p zeri verificano verificano anche11m C
C’ ~IC’ ~~-~/p
se e 01.La dimostrazione è
completa.
Anche se è
generalmente preferibile
riferirsi alla(1.1)
come aduna
proprietà globale degli
zeri diPm,
tuttavia per certi usi converrà considerarla come una condizione locale diiperbolicità
deigermi
diPm
attorno alle caratteristiche reali(unitarie).
Siacon =
0 ;
si consideri la localizzazionePmj
definita come ilprimo
termine dello
sviluppo
diPm in ~
come somma dipolinomi omogenei.
Da
(1.1)
segue immediatamente chePmi
èiperbolico rispetto a ::l: (),
19 =
(o, ...,1),
equindi,
per un risultatoclassico,
ancherispetto
alledirezioni
in ± Fg
r1ove ±
denotano lecomponenti
connessenell’insieme
~r~
E Rn: =1=0~.
Erispetto
a tali direzioni risulta localmenteiperbolico
anche il germe diPm in ~ (in
base ad unrisultato di
Gàrding [2]).
Se allora siprende
l’intersezionerispetto
aE, + T = n + FE,
se ne deduce che i varigermi
diPm
nelle{Pm(E)=0,EESn-1}
caratteristiche E
sono localmenteiperbolici
simultaneamenterispetto
alle direzioni
in ±
8n-l oequivalentemente
chePm
èiperbolico-
ellittico
rispetto
a tali direzioni. Essenziali nelseguito
sono iseguenti
fatti
provati
in[1]
e[2]. (a)
h è un intorno di ~.(b)
la condizione di localeiperbolicità in ~
è localmente uniformerispetto
alle direzioni~ ~ E ~
Sn-1(per
ilgià
citato Teorema diGàrding).
Da ciò sivuol dedurre
analoga
uniformità della(0.1) rispetto a ::~:
71e +
r n 8n-l.Considerando
anche, più
ingenerale
unpolinomio
conparte principale Pm
verificante(1.1)
e denotandocon Jr
1~ i coni ottenuti come sopra abbiamo infatti1.3. Sia M un sottoinsiene
compatto di ±
r n 8n-l. Esi- stono allora delle costanti0’,
0’ tali che :(ove
p è il numero di zeri reali come nel Lemma1.1).
DIMOSTRAZIONE. Come
già
accennatoPm
è localmenteiperbolico
in
ogni ~
Erispetto
a E equindi se ~
E Cn èpiccolo abbastanza,
maindipendentemente
eM,
sussiste la fattorizza- zioneove m~ è la
molteplicità
diP m in ~
ed ovegli
zeripiccoli 2,(~, ~)
diPm(~ + ~ +
comepolinomio di t,
sono realise ~
E Rn. G è continuae risultando
G(0, 0, n)
= 0 EM,
ne segue che vale uni- formenentesu ± 71 c-
Ml’inugua,glianza : + Itime,
pur-chè C
e t siano reali epiccoli.
Unricoprimento
della sfera unitaria dàallora
+ purchè ~ (con ~1).
Infatti e
quindi
seD’altra
parte ’P(~ + itn)
-Pm(~ --~ itn)
C c perquanche
c pur- chè(e purchè
conclude allora come nellaprima parte
del Lemma 1.2.°
Da
(1.6)
seguePm(~) ~ 0 Vii
r(cfr.
le considerazioni che se-guono il teorema
1.2);
e inoltre segue che il numerodegli
zeri realit di
-~-
=0, ~
E Rn èindipendente da 71 (oltre
cheda ~
nonparal-
lelo a n secondo il Lemma
1.1)
fintantochè Se infatti si fattorizzaove si sono
raggruppati separatamente
zeri reali egli
m-pcomplessi (e pertanto
verificantiq) > +
ReA,(~, n)n 1, j= pn+ 1,
... , m, localmente uniformemente in1])
allora attesa la continuità della di-pendenza da q degli zeri,
si deduceche pi
è localmente costanterispetto
a n equindi
costante. Si osservi infine che essendoogni ::I:: r¡
c- ± non caratteristico perPm
esiste di conseguenzauna costante
k/2
per cui vale uniformementerispetto a :i: r¡
E lVl1’inuguaglianza :
ove n indica la
proiezione lungo
la sullospazio
linearen -1 dimensionale
ortogonale
a tale retta. Sequindi ~
E Rn ei~,
risulta
per
qualche
e’indipendente
Se d’altraparte 1~, ?i> i
+
allora seC’(1 + ~2)(2~--1)Ì2p (1 ~--.
conse-guentemente
si haAllora mettendo assieme
(1.6)
e(1.7)
risulta:Passiamo ora a provare come la condizione
(1.1)
sullaparte prin- cipale Pm
di P caratterizzi l’esistenza di soluzione fondamentale di Pcon
supporto singolare
in0}
u{O}
ed anzi nel sottoinsieme conicoe convesso .r* di tale
semispazio
definito comex, q) > 0
Si noti come la nostra
ipotesi
verta solo sullaparte principale
di Pil che avrà come
contropartita
lapossibilità
di costruire una soluzione fondamentale consingolarità
in che è soltanto una ultradistri- buzione. Sepretendessimo
che fosse una distribuzione dovremmo rafforzarel’ipotesi
come mostrato da Fehrman in[1].
Poniamo t9 =(0,
...,1), e 1)
ove p è il numero di zeri reali diPm(1’ , )n) ,
che
può
esseresupposto > 1.
TEOREMA 1.1. Se la
parte principale P m
di P èiperbolico-ellittica
allora P ammette soluzioni
fondamentali .Et
conZ’aZi soluzioni sono ultradistribuzioni
appartenenti perlomeno
al dualedello
spazio
dellefunzioni ultradifferenziabili
asupporto compatto
diclasse
7(e).
DIMOSTRAZIONE. La costruzione mediante
immagine reciproca
diFourier ricalca
quella
classica peroperatori omogenei
e per corri-spondenti
soluzioni distribuzioni deducibile da[1].
Perogni
fissato~ ~ E ~
h n vale la(1.6)
ed anzi tale condizione vale localmente uniformemente su ± r¡. Se allora r ègrande
abbastanzaperchè
C’‘
siscelga
una funzionet(~)
definita conC’ ~~ ~1~~ ~ t(~) c C" j~ ~
che all’inizio sisupporrà
coincidere con la sualimitazione sinistra. Si ponga
D~ _ ~~ ~ it(~)~; ~ E l~n, ~~ ( ~ r~
e sidefiniscano
ove si è denotata
con w
la trasformata di Fourier di w. Gliintegrali (1.9)
convergono dato che se supp allora per il Teorema diPaley-Wiener
per funzioni di classe vale la stima~(2013~
c exp 2TC’
IEIl/C?) VQ = $ + (Il
caso e = ooe
quindi
= va invece trattato usando la stima Risulta inoltre =(2n)-" 1)
d~,
ovetP(D)
=P( - D).
~Dato che la forma
~(2013 1) d~
è chiusa in Cn e dato che vale unastima del
tipo
almenoquando
allora muovendo il cammino di
integrazione
con la sostitu-zione E =f possiamo
concludere in virtù del Teorema diCauchy
chegli integrali (2n)-n fw(- 1) dC
digeriscono da(2n)-n
r D+ r
fw(- Q) dC
= solo perdegli integrali (2n)-° j§( - Q) dC
oveK+
Rn K+
sono n-catene
compatte
limitate da Perciò differiscono dalla distribuzione di Dirac per delle funzioni analitiche intereh~
che sono
precisamente
le trasformate inverse di Fourier dei funzionali analitici definitidagli integrali
su.g~ .
Si possono allora correggereE2
con delle soluzioni intere delleequazioni = h~ (cfr.
Teoremadi
Malgrange
di risolubilità suiconvessi)
in modo da ottenere delle« vere » soluzioni fondamentali
.E~ _ E2 -
Resta da stimare supp
sing Et
ovvero suppsing
A tal fine siprendano
con suppg~~ c ~~x, ~ ~~ C 0~ ;
risulterà allora(r, + q) - 8
V r e supp e di conseguenzaScegliamo
orat(E)
= il cambiamento di camminod’integra-
zione è
possibile,
modulo analitiche intere calcolate su w+,perchè
nella zona intermedia ove
C’[$[1’°t($)C"[$[
risulta perqualche c’
e inoltre)~(2013~)!«’
In definitiva perogni
multiindice a risultaNe segue, attesa l’arbitrarietà di ~t, che
.E~
hannosupporto
sin-golare
contenuto neisemispazi {0153,::l: r¡»0}.
Dato chepossiamo
deformare +n negli
come assicura la(1.6)
sipossono
conseguentemente
stimare lesingolarità
di con l’inter-sezione
rispetto
di talisemispazi
ovvero con iconi ±
7~. La dimo-strazione è conclusa.
Si
potrebbe migliorare
la conclusione del teorema e, assumendo t9 =(O,
...,1),
mostrare che le soluzioni sono, per cosdire,
distri-buzioni
rispetto
alla variabile xn ovveroappartengono
ay§°1’ (Rn-l)
~’(R).
.Infatti tenendo conto della condizione
(1.8)
essecoincidono,
moduloanalitiche
intere,
con le ultradistribuzioni:da
(1.8).
Si noti che
gli integrali (1.10)
convergono dato che se supp g~ c allora combinando la stima della trasformata di Fourier di funzioni di classe nelle variabili x’ e dielasse 9) nella variabile x.risulta
Passiamo ora a provare l’inverso del teorema
precedente. È
notoche esistono
partizioni
dell’unità di classey(e), 2
>1;
dipiù
sipuò
provare che ce ne sono di « asintoticamente analitiche ».
E cioè fissato un
compatto
cc Rn e un suo intornoQ,
sipuò
tro-vare una funzione xN
c-,y(c) (Q),
xN --- 1 in.K,
che verifica(con
Cindipendente
daN).
Il risultato è classico per funzioni di classe C°° e l’estensione a
quelle
di classe(con
e >1)
è del tutto ovvia.TEOREMA 1.2.
Supponiamo
che P abbia soluzionefondamentale E,
ultradi-gtribuzione
appartenente
a 1 p oo, consupporto singolare
contenuto in un cono
proprio
Allora perogni parte compatta
M c r nn Sn-1 esistono costanti C’ e C" tali che:
DIMOSTRAZIONE. La dimostrazione si fonda sulla
partizione
del-l’unità di classe
Y(Q) già
menzionata e sul Teorema di struttura locale di ultradistribuzioni dovuto a Komatsu[5].
Sia x E
y~e>, x =
1.B}y
e-E- 1~ .
Denotatacon d = la distribuzione di
Dirac, poniamo
F = 6 -P(xE)
cheè a
supporto compatto
e nulla in un intorno di 0.Se allora m
(E y~e>)
risolvel’equazione
tP u = 0 si haove il crochet indica la dualità fra e
y«(?).
Denotiamo conl’insieme
{~:~(~jr*)~}
e con g ilcompatto
r~
(~*)4e. Scegliamo e piccolo
abbastanzaperchè
risultiDato che avremo
bisogno
di controllare le derivatedi x, scegliamo
X = con le
seguenti proprietà:
Una tale successione
può
essere banalmente costruita a par- tire da una successionecon zh
=1 esupp z5
C.R
+ ~}
e verificante la stima(1.14)
la cui esistenza è assicuratadall’osservazione
precedente
il Teorema. Bastasceglere
allora 99 di classey(Q), qJ = 1
in supp cp c(1~’’~)3~,
e porreNotiamo ora che
risulta,
yindipendentemente
daN,
Andiamo a calcolare
.F’N
su Da u oveu(x),
x ERn,
è una soluzioneesponenziale P(~)
= O. Nel fare il conto separeremo la zona disingolarità
di contenuta in T* r1 .t~--~- ~}
in cui tuttavialu
si stima con unesponenziale negativo
almenoquando 1m CE - M,
da
quella
ove E è analitica equindi
èconseguentemente regolare;
resterà una zona intermedia in cui useremo sia la
regolarità
di.F’N
siala stima con
esponenziale negativo.
A tal fine
prendiamo
tre funzioni =1, 2,
3 di classe con3 o o
1,
supp(r*)2S’
supp suppi=1
Decomponiamo FN,
nella sommaStimiamo il
primo
addendo renuto conto che xN = X, su supp yi.Ricordiamo che per il Teorema di struttura locale di ultradistribu- zioni
[5]
esiste una sequenza di misuresupporto
in un intornoarbitrario S~ di supp che
verificano,
per certe costantipositive
le stime
ove in modo che
w1F1
si possa rappre-sentare come 1
Si
può
allora ottenere lamaggiorazione
(ove
il supremum è preso suSi noti ora che si
può
stimare(ove L’IL dipende
dalla dimensionen)
e
quindi
in definitivaPer stimare il secondo addendo di
(1.16)
siscelga
wey~e>,
w - 0in e in e
quindi
in suppAllora risulta
ove g è
(la
chiusuradi)
.1~+ ~}
nLa stima
(1.18)
sispiega
immediatamente osservando che E è analitica in supp supp XN(anzi
in.g)
e notando che la successione XNpuò
essere scelta c 1.Il terzo addendo si stima usando l’analiticità di E in
R"%T*
cheimplica
per E la stima uniforme suicompatti
diSi
scelga
allora anche ~3 = con la stima(1.14) ;
ciòobbligherà
a
prendere
variabile mentre resterà fisso. Datoche allora
il che
permetterà
di stimare il supremum all’ultimo membro di(1.18).
La stima
(1.19)
per E unita alla(1.14)
per w3,N e per xN con N sosti- tuito con N+
m dà per la formula di Leibniz :Si deduce allora da
(1.15)
e dalle stime(1.17), (1.18), (1.20),
tenendoanche conto della stima per il supremum nell’ultimo membro della
(1.18) :
È
evidente che se non esitiamo ad aumentareCl
e a sostituire.K’ con JS7’= K u
K’,
allora il secondo termine a destrapuò
essereassorbito dal
primo
almeno per~~~ grande.
Se ora si ponese ne
deduce,
perl~l grande,
Se si pone
allora C == ~ 2013 ~
con- E M r1 Sn-1 in modo cheHK. (- ~)
sia
negativo,
se ne deduce chel’inuguaglianza precedente
nonpuò
sussistere
(e
chequindi
nonpuò
essereP(1)
=0), quando
ove 0’ e 0’
dipendono
dalle costanti adesponente
della(1.21).
Ladimostrazione è conclusa.
Se ora consideriamo il
polinomio
in tP(C +
E F allora fat- torizzando lopossiamo scrivere,
perqualche polinomio Q w
0 e peruna costante rm,
almeno nell’insieme o. Se
(1.11)
èsoddisfatta Q
dev’esserecostante. Altrimenti se = 0 ma
Q (CO 0,
s EC,
alloraalmeno uno
degli
zeri t=,u~(~° +
avrebbe unosviluppo
in serieconvergente
di Puiseux attorno a s = 0 deltipo
as-b(1 + 0(1», 8
-0,
con b > 0.
(Infatti
il casob 0 Vj
che darebbeP(CO +
= 0 Vt ètrivialmente escluso da
(1.11).)
Muovendo s - 0lungo
una oppor-tuna retta del
piano C
in modo che Im-~-
= -( C" - 8) .
·- 1Re -f- 1 (1 -f- - 0,
troveremmo allora una contradi- zione alla(1.11)
non appena s èpiccolo (e quindi 1,u;1 1
è conseguen- tementegrande).
In secondo
luogo
dov’essere r = mperchè
altrimentiposto Q
= ce
scelto CO
con0, dall’uguaglianza (1 -f- 0(1))
-f’
= c(-1 )r
s -+ oo si dedurrebbe che almeno unodegli
zerij=1
ha
sviluppo
di Puiseux attorno a 00 deltipo asb(1 +
con b > 1. Si conclude
quindi
come sopra facendo tendere s ~ 00lungo
una conveniente retta.
(In
ciò si èseguito
strettamente il Lemma 1.4 di[1].)
Si noti che per ottenere leprecedenti
conclusioni è essenziale che(1.11)
sussista non solopuntualmente in i
ma anche uniformemente in un intorno inSn-1;
nelprimo
caso non si sarebbe sicuriche q
è non caratteristico per
Pm .
Comunque
utilizziamo il risultatoprecedente
e fattorizziamoOsservando che
+ stq) +
8~ oo, se ne deduceche
Infine dato che per 9
grande (e per e
reale e nonparallelo
anon
può
essereallora non
può
essere, se non esitiamo aingrandire
C" :Perciò $
ER", Pm(~ +
= 0implica
o t E R oppure11m
>
O"IE +
Retr i
ove 0’ è funzione(localmente limitata) di ± il
~ I"
n 8n-l.Sommando
questo
risultato col Teorema 1.1 si concludeTEOREMA 1.3. P ammette soluzioni
fondamentali (ultradistribu- zioni) E:~::
consupporto singolare
contenuto in conipropri
e convessi::~:
1~~‘ se e solo se la suaparte principale
èiperbolica-ellittica rispetto
ad
ogni
direzionedi ~
r n 8n-~.2.
Operatori iperbolico-ipoellittici
I
precedenti argomenti
servono anche allo studio dellasingolarità
di classe
.h~a>, (o~
>1),
di soluzioni fondamentali.TEOREMA 2.1. P ammette soluzione
fondamentale
iny(Q)’
consupp
sing,
contenuto in un conoproprio
di{x, V> >0}
se e solo se esistono un intorno conico
r 3 ()
e costanti0’,
0’ per cui(0.2)
èsoddis f atta.
DIMOSTRAZIONE. La necessità della condizione
algebrica
segue da ovvia variante del Teorema 1.2. Per la sufficienza si osservi che se>
C’, ~4."C 0’,
.,T’ risulta(per qualche
e > 0 e perqualche
numero razionalev).
Per
provarlo
faremo vedere innanzitutto che in taliipotesi su ~,
t e q, il
polinomio
in Ty+ rq)
hagli
zeri r~ i che verificano(Con
c si stanno denotando differenticostanti.)
Da+
Re-
i(t
- Im =0,
t segue infatti t - Im T, >>
+
Re oppure t - Im -ti+
Re equindi
Im zi
O"IE +
Re oppure Im > -O’IE +
+
Re Sequindi
èiRe r;
con copportuna,
segue+ +
Re > AH « B"0"; +
Reti~|1/p B’|E|1/p,
0’e
quindi
Im zi -(B" - A")|E|1/c
oppure Im Ti >(A’ -
-
B’)
da cui la(2.2).
Da
(2.2)
segue che seITI
alloraApplicando quindi
ledisuguaglianze
diCauchy
alla funzione t-+P·. (8 - itq + rq) , (e ponendo
si ottienela stima
Per mostrare come da
(2.3)segua (2.1)
osserviamo che unpolinomio
e
Rn, privo
di zeri(reali)
deve soddisfare perqualche
razionale v:Si consideri infatti la funzione
f(r)
= inf|Q(E)| che può
essere riscritta|E|r
come - f (r) 2 =
sup -|Q(E)|2.
Usando allora il Teorema di Seiden-|E|2-r20
berg [6]
egli sviluppi
in serie di Puiseux nella forma del Lemma 2.1dell’ appendice
di[3],
seguef (r )
=c’rv (1 + o ( 1 ) ) ,
r - oo, perqualche v
razionale;
se ne deduce che vale(2.4)
per e =o’/2. Analoga
conclu-sione si ha
quando ~ appartenga
ad un insieme di Rn che possa es-sere descritto mediante un numero finito di
equazioni
edisequazioni
~i(~) ~0
conti
àpolinomi
a coefficienti reali.Applicando
infine(2.4)
alj
nelle variabili reali
(E,
n,t), (che
ovviamente non si annulla maiquando
,n E Fn
perchè
altrimenti siavrebbe,
identicamente in T,- itq + rq)
=0),
otteniamo(2.1)
attraverso(2.3). (Si
noti che Fesiste con Sn-1 deserivibile mediante
(dis)equa-
zioni
algebriche.)
Utilizzando infine
(2.1)
eragionando
come nel Teorema 1.1 si rico-nosce che P ammette una soluzione fondamentale in con
sing
contenuto nel conoproprio
1~~‘.BIBLIOGRAFIA
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