R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
P IO A NDREA Z ANZOTTO
Nuclei ed operatori markoviani. Versioni regolari di operatori di speranza condizionale
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 51 (1974), p. 113-129
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Versioni regolari di operatori di speranza condizionale.
PIO ANDREA ZAN ZOTTO
(*)
Nel
presente
lavoro si studiano i concetti di nucleo N relativo aduna
coppia (E, 9), (F, ~ )
dispazi misurabili,
dioperatore
macrkoviacno .M- relativo allacoppia
dispazi (E, E X), (F, Y, ,u)
e le relazioni inter- correnti tra di essi.Diamo a
questo proposito
un criterio dicompatibilità
tra M ed N((3.1)) .
Da tale criterio ed essenzialmente solo dal teorema che assi-cura la convergenza
quasi
certa di unamartingala discreta,
chiusain discende
poi
il teorema(3.4)
che fa delleipotesi sugli spazi (F, F)
ed
(E, 8)
pergarantire,
y in relazione adogni operatore markov iano,
l’esistenza di un nucleo con esso
compatibile.
Si studia
poi
una classespeciale
dioperatori
markovianiparticolar-
mente
importante
dalpunto
di vista del calcolo delleprobabilità:
gli operatori
cosiddetti condizionale ». Per talioperatori
la condizione di
compatibilità
tra nucleo N edoperatore
M si dimostra((4.6)) equivalere
all’esistenza di unadisintegrazione
della misura 03BCrispetto all’applicazione
misurabile p di(F,
in(E, 8) (con
il sim- boloY,
sidesigna
ilcompletamento
della tribù Frispetto
allamisura
p).
Dal confronto dei risultati
(3.4)
e(4.6)
discendecos ,
inipotesi
(*) Indirizzo dell’A.: Istituto di Scienze dell’Informazione, Corso Italia 56100 Pisa.
Lavoro effettuato nell’ainbito dell’attività dei
gruppi
di Ricerca Mate- matica del C.N.R.L’Autore ringrazia il Prof. G. Letta che lo ha
seguito
durante losvolg_ i-
mento della
presente
ricerca.-
più generali
diquelle
considerate in[8]
e utilizzando strumenti del tuttodiversi,
un teorema di esistenza di unadisintegrazione
dellamisura ,u.
0. Notazioni e
terminologia.
Nel
seguito,
y perspazio
misurabile si intenderà unacoppia (F, Y)
costituita da un insieme ~’ e da una tribù
(o J-algebra) Y
diparti
di F.Per misura sullo
spazio
misurabileY)
si intenderà una funzionereale p
numerabilmente additiv a su Y. Si denoterà conM(F, Y)
l’insieme di tutte le misure su
(1?, F),
considerato come reticolo di Banach(rispetto
all’usuale ordinamento e alla norma definita dail ==
Si denoterà invece con l’insieme di tutte le funzioni
reali,
limitate e misurabili su considerato anch’esso come reticolo di Banach
(rispetto
all’usuale ordinamento ed alla normauniforme).
Per
ogni
elemento p di9N(F, ,~ )
eogni elemento g
di,~ ),
siporrà:
La forma bilineare
(,u, g)
«,u, g"
cos definita mette in dualitàseparante
i duespazi
vettorialiY), 1S(F, Y).
Assegnata
una misurapositiva 03BC
su(F, Y),
considereremogli spazi
~u)
eY, ~C) (definiti
al solitomodo)
ed irispettivi quozienti Y, p) , L°°(.I’, Y, ,u) .
Considereremoquesti
ultimi come reticolidi Banach
(rispetto
all’usuale ordinamento e alle usualinorme).
Inoltre considereremo
L1 (.F,
e .L°°(F, Y, ~C)
come messi in dualità(separante)
dalla forma bilineare(f, g) 1-+ 1, g; ~
definita da(Questa
dualitàpermette
notoriamente di identificare L ro al duale diLi).
Per
ogni elemento f
diY, p)
denoteremo con la misura dibase p
e di densitàf .
Perogni
elemento g di F,03BC),
denoteremocon g
la sua classe diequivalenza
inL*(F, ~, p).
Designeremo
conY,
ilcompletamento
della tribù Frispetto
allamisura p,
con 03BC
ilcompletamento
della misura p, e identificheremo lospazio ,~~, ~C)
con lospazio p) (e
cos pure,~~, ~)
con
LOO(F, .~ , ,u)) .
Siano
(E, 9), (F, Y) spazi
misurabili e, perogni
elemento x diE, sia vx
una misura su(F, Y), positiva
e di norma 1. Diremo che lafamiglia
scalarmente 8-misurabile se, perogni elemento g
di
,~ ),
lag)
è misurabile su(E, 8) (*).
In tal caso, se A è una misura
positiva
su(.E, 9),
la formuladefinisce una misura
positiva p
su(I~’, Y), rispetto
allaquale l’integrale
di un
qualsiasi elemento g ,~ )
è dato daLa misura ,u sarà detta
l’integrale,
fattorispetto
alla misuraA,
dellafamiglia
e sarà denotata col simboloNel
seguito,
avremobisogno
del lemmaseguente (immediata
con-seguenza del teorema che assicura la convergenza
quasi
certa di unamartingala discreta,
chiusa i~~Ll):
(0.2)
Sia A una misurapositiva
sullospazio
misurabile(E, E),
e si supponga che la tribù 9 sia ditipo
numerabile.È
allorapossibile
associare adogni
di E una successione di elementi diE, À), positivi
e di norma1,
in modo taleche,
per elemento g diE, À),
si abbian ..
2,,-quasi
zogni
x.Sia una successione di
partizioni
finite di.E,
di finezzacrescente,
tale che la tribù 9 coincida con la tribùgenerata
~eN
(*) La classe costituita
dagli elementi g
di per i quali la funzione z « (1,~, g) è misurabile su (E, 6), è, in ogni caso, uno spazio vettoriale« monotono » (cioè stabile rispetto al
passaggio
al limitepuntuale
su succes-sioni monotone
equilimitate) :
pertanto, se K è una parte di tale cheil minimo
sotto-spazio
vettoriale monotono di%(F,
Y) contenente coincidacon
%(F, :F),
allora affinchè lafamiglia
(VaeB:EE sia scalarmente E-misurabile,è sufficiente che la misurabilità di x ~ v~, g~ sia assicurata per
ogni
ele- mento g di ~.(In particolare,
è sufficienteche,
perogni
elemento diY,
sia misurabile la funzione x ~--7
Per
ogni
elemento x di.E,
e perogni intero it,
si ponga:Per
ogni elemento
di6, ~, ),
si ha allora:talchè la
funzione gn
definita da:è una versione della speranza condizionale di g
rispetto
alla sotto- tribù di 9generata da 5’,,.
Ne segue che la successione
(gn)
convergequasi dappertutto
verso g.I. Nuclei e
probabilità
di transizione.Chiameremo
nucleo,
relativo allacoppia (E, 9), (F, Y)
dispazi misurabili,
unacoppia
N =(.N, N.)
costituita daun’applicazione
diB)
in(denotata
con À -ÂN)
e daun’applicazione
diin
~(E, 6) (denotata
cong ~ Ng),
lequali
siano:lineari, positive (cioè isotone),
di norma1,
e tra loroconiugate,
nel sensoche risulti
per
ogni
elemento A di8)
edogni elemento g
diY). (È
fa-cile vedere che le due
applicazioni
hanno allora la stessa norma :questa
si dirà la norma del nucleoN).
Evidentemente un nucleo N è individuato dalla sola sua «
parte
sinistra »(cioè dall’applicazione X
-AN)
o dalla sola sua «parte
de-stra »
(cioè dall’applicazione g
~Ng) :
ed afhnchèun’applicazione
di8)
in.3~ ) (risp.
di in1B(E, 8)), lineare, positiva
edi norma
1,
si possa considerare come laparte
sinistra(risp. destra)
di un
nucleo,
occorre e basta che essa sia debolmente continua.Sono immediate le due
proposizioni seguenti.
(1.1)
PROPOSIZIONE.a)
N unnucleo,
relativo allacoppia (E, 8), (F, Y)
dispazi
misurabili.Se,
pe1.ogni
elemento x d,iE,
si pone(dove
Ex denota la misura di Dirac su(E, 6) definita
da una massa uni-concentrata nel
punto x),
allora unafamiglia
di elementi dim(F, Y), positivi
e di norma1,
scalarmente 9-misurabile e ver2-f icante
la relazioneper
ogni
elemento A dig).
b) Invergamente,
se èfamiglia
di elementi diY),
e di1,
scalarmente esiste uno(ed
unsol)
nucleo Nverificante
la relazione(1.2) (per ogni
elementox di
E).
(1.4)
PROPOSIZIONE.a)
11r unnucleo,
relativo alla(E, g), (F, Y),
dispazi
misurabili.Se,
perogni
elemento B diY,
si pone(dove IB
denota lafunzione
indicatrice di B inF),
allora(nB)BE!F
èfamiglia
di diB(E, 6), positivi
e di norma1,
dotata dellaseguente
(1.6)
Perogni
elemento x (tiE,
lafunzione B |-> n .B(x)
è misura(F, Y) .
InoZtre,
perogni
elemento g di edogni
elemento x diE,
il numero
(Ng) (x)
èeguale all’integrale
dellafunzione
g,f atto rispetto
alla misura B |->
nB(x).
b) Inversamente,
sefamiglia
di elementi di8), positivi
e di norma1,
dotata dellaproprietà (~.6),
esiste(ed
unsol)
nucleo ]Vverificante
la relazione(1.5) (pe1’ ogni
elemento B drF).
Se N è un
nucleo,
relativo allacoppia (E, 8), (F, Y)
e se si pone v~ _£xN (per
x EE),
nB ===NI B (per
EY),
allora la funzione P de- finita daè una
sotto-probabilità
di relativa allacoppia (E, E), (F, Y):
ossia
un’applicazione
di E x Y in[0, 1],
dotata delle dueseguenti
pro-prietà :
i)
Perogni
elemento x di.E,
la funzioneparziale -P(x, -)
è unamisura su
(F, Y);
ii)
Perogni
elemento Bdi Y,
la funzioneparziale P(- , B) è
misurabile su
(.E, ~ ) .
Inversamente è chiaro
che,
se P è unasotto-probabilità
di transi-zione,
relativa allacoppia (E, 8), (F, ,~t ),
allora lafamiglia,
finita da vx -
P(x, ~ ) gode
delleproprietà precisate
in(1.1), b),
mentrela
famiglia
definita da nB-P( ~ , B) gode
dellaproprietà
pre-cisa~te in
(1.4), b).
Si y ede
dunque
che il concetto di nucleo èequivalente
aquello
disotto -probabilità
di transizione.Un altro modo per caratterizzare un nucleo
(o, meglio,
laparte
destra di un
nucleo)
è fornito dallapropflsizione seguente.
(1.7)
PROPOSIZIONE.Affinchè un’applicazione lineare g Ho- llg
dii3z
8),
spositiva
e di~ ~,
siarzspetto
alle
topologie
deboliY), ,~f )~, E), 8)) (ossia
coincida con la
parte
destra di occorre e basta chevalga
pe1°essa la
proprietà
del «passaggio
al limite succeessioni che risulti 0 perogni
successione decrescenten
di elementi di
~{.~’, ,~ )
con inf 0.n
Infine la
proposizione seguente
caI°atterizza i nuclei aventi norma unitaria.(1.8)
PROPOSIZIONE. un abbia normaeguale
ad1,
ciascuna delleseguenti
condizioni è necegsaria e( c~ )
(b)
perogni
elemento ?~ di9R(E, E), 1~ _ ).,1: ; (c)
perogn i
elemento x di E la v.,== è normalizzata.2.
Operatori
markoviani.In
questo paragrafo,
e neisuccessivi,
A e p denotano due fissate misurepositive sugli spazi
misurabili{E, 6), (F, F) rispettivamente.
La definizione di
operatore
mark~oviano relativo allacoppia (E, 6, À), (I’, ,~ , p)
sipuò
dare in modo del tuttoanalogo
aquella
dinucleo,
relativo alla
coppia (E, 6), {..I’, Y).
Bastasostituire,
inquest’ultima
de-finizione,
le dualità vettoriali9N(E, 9), I(E, 6 )
eF), :F»
con le dualità vettoriali
E, A),
.L°°(E, E, a~)~
e~c~, rispettivamente.
Un
operatore markoviano,
relativo allacoppia (.E, 6, ~,), {~1’, ,~ , ~C ),
sarà
dunque
unacoppia
-Y1-(,1àl, 31.)
costituita daun’applicazione
di
6, À)
in,u) (denotata
conf
e daun’appli-
cazione di
.~ , ,u)
in.L~° {E, 6, À) (denotata
con g «Mg),
lequali
siano:
lineari, positive,
di norma : 1 e tra loro «coniugate »,
nel sensoche risulti
per
ogni
elementof
di6, ),)
edogni
elemento g di.~~ , ~C ) .
(Le
dueapplicazioni
hanno allora la medesima normal, detta la normadell’operatore markoviano M).
Nel
seguito, quando parleremo
di unoperatore markoviano,
in-tenderemo sempre riferirci ad un
operatore
markoviano relativo allafissata coppia (E, b, A), (F, F, ,u). (Cos
pure, i nuclei considerati sa- ranno tutti relativi allacoppia (E, 6), (F, :F)).
Assegnare
unoperatore
markovianoequivale, naturalmente,
ad as-segnarne la sola
parte
sinistra(risp. destra),
ossia ad assegnareun’ap-
plicazione
di6, Â)
in(risp.
di,u)
in6, }.)),
laquale
sialineare, posltlva,
di norma ~ 1 e debolmentecontinua.
Per
quanto riguarda
laparte sinistra,
sipuò
del resto osservareche l’ultima condizione
(continuità debole)
èsuperflua: infatti, poichè
Loo si
può
identificare con il duale diun’applicazione
lineare diL1(.E, 8, ),)
inLl(F, :F, p),
che abbia norma1,
è continuarispetto
alle
topologie
delle norme, equindi
ancherispetto
alletopologie
de-boli
8, X), Loo(E, 8, À))
eF, 03BC), Loo(F, Jf’, ,a)) .
Per
quanto riguarda
invece laparte
destra di unoperatore
marko-viano,
se nepuò
dare una caratterizzazioneanaloga
aquella
fornitadalla
proposizione (1.7 )
per laparte
destra di un nucleo :(2.2)
PROPOSIZIONE.Affinchè un’applicazione
lineare g |->Mg
diY, p)
inLoo(E, B, À), positiva
e di norma1,
sia continuarispetto
alle
topologie
deboliLI) (cioè
coincida con laparte
desba di unoperatore markoviano),
occorre e basta chevalga
per essa laproprietà
di
passaggio
al limite sulle succcessionimonotone,
nel senso che risulti inflVlgn
= 0 perogni
successione decrescente di elementi di,u)
n
inf gn = 0.
n
Infine la
proposizione seguente
caratterizzagli operatori
markovianiaventi norma unitaria
( ~ ) .
(2.3)
PROPOSIZIONE.Affinchè
unoperatore
markoviano 31 abbiama
eguale
ad1,
ciascuna delleseguenti
condizioni è necessaria e(a)
MI == 1(dove
1 denota la classe diequivalenza
individuata in LCD dalla costante1 ) ;
(b)
perogni
elementof
diL1 (E, E, A), f,1~ ~,
ossia :
3.
Operatore
markoviano indotto da un nucleo.Siano ~VI un
operatore markoviano,
relativo allacoppia (E, g. 2), (F, ~ , ,u),
N unnucleo,
relativo allacoppia (E, 9), (F, Y).
(*) t a questi operatori che viene riservato il termine « operatore marko-
viano » da alcuni autori, i
quali preferiscono
usare, nel casogenerale
(in cuila norma sia 1), la locuzione « operatore sotto-markoviano ».
Diremo che M ed N sono tra loro
compatibiZ i.,
o che è indotto daN,
se ildiagramma seguente
è commutativo(per
il chebasta,
eviden-temente,
che tale sia la metà sinistra o la metà destra deldigramma).
In
questo diagramma,
I denota l’iniezione canonica f |-> f-X di8, Â)
in8) (e
Jl’analoga
iniezione dip)
in~t )),
mentre P denota laproiezione g r-+ g
di1S(E, E)
su8, À) (e Q l’analoga proiezione
diY)
suLCD(F, :F, ,~)) .
È
chiaroche, assegnato
un nucleoN,
affinchèquesto
induca unoperatore markoviano,
occorre e basta che laparte
sinistra di N trasformi misure di base A in misure di base p, o -equivalentemente
-che la
parte
destra di N trasformi funzionip-trascurabili
in funzioni2-trascurabili. In tal caso,
l’operatore
markoviano indotto da N è unico : la suaparte
sinistra sipuò
considerare come ottenuta « restrin-gendo »
laparte
sinistra del nucleo N alle sole misure di baseX,
mentrela sua
parte
destra è ottenuta «passando
alquoziente »
sullaparte
destra del nucleo N.Sappiamo (cfr. (1.1 ))
che un nucleo è individuato dallafaniglia
definita
da vx
= La condizione dicompatibilità
tra il nucleo Ne
l’operatore
markoviano M devedunque potersi esprimere
per mezzo della solafamiglia Sussiste,
ineffetti,
laproposizione seguente:
(3.1)
PROPOSIZIONE. M unoperatore markoviano,
famiglia di
eZementi diR(F, .~ ), positivi
e di1,
JC una parte diF),
tale che il minimosotto-spazio
vettoriale monotono diB(F, Y)
contenente JC coincida con
Y).
Le condizioni
seguenti
sono alloraequivalenti:
(a)
esiste un nucleoN, (necessariamente unico), compatible
conl’operatore
markovianoM,
tale che sia vx=8xN
pe?’ogni
ele-mento x di
E;
(b)
la scalarmente 8-misurabile e tale che si abbiapei- elemento
f
d~L~(~, 6)
edogni
elemento g di~(F, .~ ) ; (c)
perogni
elemento g d2JC,
lavx, g)
è misu-su
(E, 6),
e la classe diequivalenza
da essa individuata inLoo(E, 8, ).)
coincideL’ecluiy alenza
delle condizioni(a), (b)
è una conseguenza diretta della definizione dicompatibilità
e dellaproposizione (1.1).
L’equivalenza
tra le condizioni(b )
e(e)
si ottiene immediatamente osservando che la classe costituita dalle funzioni g,appartenenti
a,~ ),
per lequali
lawx, g) gode
dellaproprietà
descritta in
(c j,
è unospazio
vettoriale monotono.(3.2 )
COROLLARIO. M ~cnoperatore
markoviano e sia N unnucleo con esso
compatibile. Affinchè
la norma di siaeguale
ad1,
occorre e basta
che, ogni
x, la misuraêxN
abbia n-ormaeguale
ad 1(cioè
sia una misura diprobabilità).
DIM. Basta
prendere
com~e funzione g, nella condizione(e)
dellaproposizione precedente,
la costante 1(e
tenerpresente
la propo-sizione
(2.3)) .
’
(3.3 )
COROLLARIO. Sia unopei-atore
markoviano e sia N un nu- cleo con essocompatibile. Affinchè
unassegnato
nucleo N’ sia an,cjz’essocompatibile
con èsufficiente che,
perZ-quasi ogni
x, lav~ _ êaeN’
coincida la misura vx= condizione è anche necessaria nel caso in cui la tribù Y sia ditipo
numerabile.(3.4)
TEOREMA. Si supponga che .I’ sia munito ditopologia separata,
localmentecompatta
e dotata di basenumerabile,
e coin-cida con la d Borel relativa a
questa topologia.
supponga iJ&oltre che la tribù 9 sia ditipo
numerabile.In
queste ipotesi,
peroperatcre
markoviano N esiste almenou~2 nucleo con esso
compatibile.
DI3I. Sia R un insieme numerabile di funzioni reali continue su
F, positive
ed asupporto compatto,
tale cheogni
funzionecontinua, positiva
ed asupporto compatto
su ~’ sia1’inviluppo superiore
di unasuccessione crescente di elementi di X
(cfr. [8], (0.1)).
Sia inoltre una
famiglia
di elementi di9, ~,)
go- dente dellaproprietà
descritta nel lemma(0.2).
Perogni elemento g
di
JC,
perogni
elemento di E e perogni intero n,
si pongadove vr,n denota la misura
(misura
dibase p
e di densitàf M).
Grazie alle
proprietà
dellafamiglia (fx,n),
comunque si fissi g, la successione(~’n( ~, g~)
convergequasi dappertutto
verso una funzione E-misurabileP(- , g),
la cui classe diequivalenza
in8, Â)
coin-cide con
1~~.
Sia Z un insieme
~.-trascurabile,
tale che la relazionesia i-era per
ogni
elemento x Z e perogni elemento g
di ~.Per
ogni
elementoZ,
la successione di misure su(F, Y) (positive
e di norma1)
verifica allora la relazionee
pertanto (cfr. [41, (7.2.8))
convergevagamente
verso unamisura vx (positiva
e di norma1), godente
dellaproprietà:
Posto v,=
0 perx c- Z,
lafamiglia
soddisfa alla condizione(e)
dellaproposizione (3.1) (è
chiaro che lospazio
vettoriale monotonogenerato
da H coincide conF)).
Ciò prova la tesi.(3.5) OSSERVAZIONE. È
appena il caso di osservareche,
nel lem-ma
(0.2) (e quindi
nel teorema(3.4», l’ipotesi
che 8 sia ditipo
nume- rabilepuò
essere sostituita conl’ipotesi più generale
che esista uninsieme appartenente
ad 6 eX-trascurabile,
tale che la tribù traccia di 6 su E - Z sia ditipo
numerabile.4.
Operatori
di speranza condizionale e loro versioniregolari.
Disin-tegrazione
di una misura.Vogliamo
oraoccuparci
di untipo particolare
dioperatori
marko- viani :gli operatori
cosiddetti « di speranza condizionale ».Consideriamo,
aquesto
scopo,un’applicazione p
di F inE,
misu-rabile
rispetto
alle tribù 6 e~~ ,
esupponiamo
che la misura A coincidacon
1’immagine, mediante p,
della misura~u.
In
queste ipotesi, se f è
una funzioneappartenente 6, )10)
la funzione
f op appartiene
a,~~~ , ~u ),
e si ha:L’applicazione
èdunque un’applicazione lineare, positiva
di
~.1(.E, 9, ~.)
in laquale
conserva le seminorme. Essa passa alquoziente
e definisceun’applicazione
linearepositiva
diL1 (.E, E, À)
inp)
conservante le norme : ossia unoperatore
markoviano di norma unitaria.Questo operatore gode
evidentemente delleproprietà seguenti:
(4.1) (dove
1 denota la classe diequivalenza determinata,
in
L1,
dalla. costante1).
(4.2 ) f 1.~T, ~2 ~T~ _ f ~ , f 2 ~ ,
perogni coppia
di elementi diJ3(E, 9) .
(4.3) lV1 ( f ~) = ~,
perogni elemento f
dilS(E, 6) .
È
interessante esaminare ilcomportamento
della «parte
destra »dell’operatore
M.Fissato un
elemento g
diY),
l’elemento.Mg (di 6, Â))
è caratterizzato dalla relazione:
per
ogni h
E9) -
In altri termini: un elemento
f
di~(.E, 8) appartiene
alla classedi
equivalenza
se e solo se verifica la relazione:relazione che
può
scriversi:Nel caso in cui p
(e quindi À)
sia una misura diprobabilità,
la pro-prietà
dif
espressa dalle relazioni(4.4), (4.5)
sipuò
enunciare dicendoche «
f
è una versione della speranza condizionale di g(sullo spazio probabilizzato (~’, .~~, rispetto all’applicazione
misurabile p di(F, ,~~)
in(E, E)
», oppure dicendo che «f
o p è una versione della spe-ranza condizionale di g
(sullo spazio probabilizzato (~’’, rispetto
alla sotto-tribù della tribù
,~~
».Per
questa ragione, l’operatore
markoviano M si chiama un opera- tore di speranza condizionale : e,quando
esista un nucleo con essocompatibile,
si suol dire che M ammette una versioneregolare.
La
proposizione seguente
fornisce un’utile caratterizzazione dei nucleicompatibili
con unoperatore
di speranza condizionale.(4.6)
PROPOSIZIONE. Sia Ml’operatore
di speranza condizionale sopradefinito,
e N ~r~ nucleo. PostoBxN
perogni
x drE,
lecondizioni
seguenti
sono(a)
N ècompatibile
conM;
(b)
risulta 03BC=fX(dx)yx, einoltre, fissato
comunque ele- mento A diE,
si hache,
perÀ-quasi ogni x
diA,
la misuraVx è
portata
dall’insieme p-1(A)(nel
senso che ilcomplementare
di
questo
insieme è contenuto in un insiemeappartenente
allae
Alla
proposizione
è utilepremettere
ilseguente
lemma.(4.7 )
LEMMA. SianoM, operatori markoviani,
tali che si abbia :(a) 1;
(b) 1M’===1;
(c)
=Ì~
perogni
elemento A di 8.Allora ed M’ coincidono.
del lemma.
n
Basta provare che risulta
per
ogni
elemento .A di 6 edogni
elemento g diOra,
sfruttandol’ipotesi (b),
ilprimo
membro della relazione da dimostrare sipuò manipolare
nel modoseguente:
Dall’ipotesi (c)
segue d’altraparte
_ e
quindi:
Alla diff erenza tra il secondo ed il
primo
membro di(4.8)
sipuò dunque dare,
tenendo contodell’ipotesi (a), l’espressione seguente:
Da
questa
risulta che la differenza diquestione
è nulla(ciò
sipuò
vedere
sostituendo,
nella relazione(4.9),
l’insieme A con il suocomplementare).
Passiamo ora a dimostrare la
proposizione (4.6).
(a)
~(b).
Sisupponga N compatibile
con iV. La relazione ,u=(che
sipuò
scrivere anche ,u =~,N)
è allora una conseguenza dellaproprietà (4.1) dell’operatore
M. Rimane da provareche,
fissato unelemento A di
6,
perX-quasi ogni x
di A lamisura vx
èportata
dall’in-sieme
A
questo
scopo, siscelga
un insiemeB, appartenente
alla tribùY,
il
quale contenga
l’insieme p-1(Ac) e ne differisca per un insieme scurabile. La funzioneIB
differisce allora dalla funzioneI AC o P
per una funzioneji-trascurabile,
talchè risulta7p==
equindi (in
virtùdi
(4.3))
Ne segue
(cfr. (3.1), (c))
In
particolare,
perA-quasi ogni
x diA,
risulta = 0: per cia-scuno di
questi
elementi x diA,
lamisura vx
èdunque portata
dal- l’insieme(b)
=>(a).
Si supponga soddisfatta la condizione(b).
Il nucleo N tra-sforma allora la misura nella misura ,u, e
quindi
induce unoperatore
markoviano Occorre provare che lVl’ coincide con -Yl: e perquesto
basta provare che è soddisfatta la condizione(c)
del lemmaprecedente.
Fissato l’elemento A di
9,
siano due elementi di F verificanti le relazioniRisulta allora
mentre P elemento
MIIB2
coincide con la classe diequiva-
lenza
individuata,
inLoo(E, 8, A),
da ciascuna delle due funzionir «
v~(B1),
s -(cfr. (3.1 ), (c)).
Dimostrare la relazione
lA equivale dunque
a pro-vare che è
per
X-quasi ogni
x .Ora,
perogni
x diAc,
lamisura vx è portata
talchérisulta
cos pure, per
X-quasi ogni x
diA,
lamisura vx
è normalizzata e por- tata da talchè risultaCiò prova la tesi.
Dalla
proposizione precedente
risulta(ove
sitenga presente (1.1)) che,
perl’operatore
di speranza condizionale~,
l’esistenza di una ver-sione
regolare equivale
all’esistenza di unafamiglia (vx BXEE
di elementidi
.~~ ), positiv i
e di normac 1,
laquale
sia scalarmente E-misurabile e verifichi la condizione(b)
dellaproposizione precedente.
Una tale
famiglia
si suol chiamare unadisintegrazione
dellanlisura 03BC, rispetto all’applicazione misurabile p
di(1~’,
in(~, 9).
Questa terminologia (introdotta
da N.Bourbaki,
cfr.[3], § 3,
no1,
Th.
1)
appareparticolarmente espressiva
nel casospeciale
in cui latribù 8
goda
dellaproprietà seguente:
(4.10)
Esiste unaparte
numerabile 19 di9,
tale cheogni
atomo(*)
di 9 sia l’intersezione
degli
elementi di 19 che locontengono.
In tal caso,
infatti,
è facile vedereche,
affinchè unafamiglia
di elementi di
Y), positivi
e di norma1,
scalarmente E-misurabile e verificante la relazione sia una disinte-grazione rispetto
a p, occorre e bastache,
perA-quasi ogni
x, lamisura v,,
siaportata
dall’insieme dove.A(x)
denota l’atomo di 9 alquale appartiene
x.Infine,
dal confronto dei risultati(3.4)
e(4.6)
discende ilseguente
teorema di esistenza di una
disintegrazione:
(4.11)
TEOREMA. Nelle stesseipotesi
di(3.4),
perogni
misura psu F esiste sua
disintegrazione rispetto all«,’applicazione misurabile p
di
( ~, (E, 6).
BIBLIOGRAFIA
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Intégration, Chap.
1, 2, 3, 4, deuxième édition (1965).[2] N. BOURBAKI,
Intégration, Chap. 5 (Intégration
des mesures) (1956).[3] N. BOURBAKI,
lntégration, Chap. 6 (Intégration vectorielle)
(1959).(*) Per atomo della tribù 8 intendiamo qui l’intersezione di tutti
gli
ele-menti di 8 contenenti un punto.
[4] G. LETTA, Théorie élémentaire de
L’Intégration,
Corso di lezioni tenutoall’Università di Paris VII (Maitrise 1970-71, n. 323-324). Note ciclo-
stilate.
[5] M. METIVIER, Limites
projectives
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negli
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Rend. Sem. Mat. Univ. Padova, vol. 48 (1973), pp. 127-136.Manoscritto