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Bisogno di igiene:

Compromissione dell’integrità cutanea/ lesioni da decubito

Fondamenti di Infermieristica Clinica

I anno Corso di Laurea per Infermieri

(2)

ULCERE DA PRESSIONE

Ulcere da pressione - piaghe da pressione - ulcere da decubito Definizione:

“Aree di lesione localizzata alla cute e ai tessuti sottostanti causate da pressione, forze tangenziali e

frizione e/o da una combinazione di queste”

National Pressure Ulcer Advisory Panel (NPUAP) 1999

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Oggi è considerata:

“espressione cutanea di una malattia generalizzata”, di competenza

plurispecialistica;

Per curare la piaga occorre curare tutto il paziente.

Dimostrato rapporto diretto tra scompenso

metabolico e rischio di insorgenza di piaghe

(Mulholland, 1943)

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La lesione ischemica inizia dai piani sottocutanei;

teoria del cono di

pressione e della punta dell’iceberg:

la cute è più resistente all’ischemia del

sottocute e questo è più

resistente del muscolo

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Ulcera calcagno

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CLASSIFICAZIONE DEGLI STADI DELLE ULCERE:

• NPUAP (National Pressure Ulcer Advisory Panel) USA 1984

• EPUAP 2001

• Shea

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Classificazione (EPUAP 2001)

• I stadio

Arrossamento della cute intatta che non

scompare alla

digitopressione e dopo 30‘ dalla

rimozione della

pressione (eritema

irreversibile).

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Classificazione

• II Stadio

Lesione superficiale che coinvolge l’epidermide e il derma.

Si presenta clinicamente come un’abrasione,

una vescica o una

lieve cavità.

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Classificazione

• III Stadio

Lesione a tutto spessore con danneggiamento o

necrosi del tessuto

sottocutaneo fino alla fascia muscolare

sottostante (senza interessarla)

Si presenta clinicamente

come una profonda cavità

(può sottominare o no il

tessuto adiacente)

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Classificazione

• IV stadio

Estesa distruzione, necrosi

tissutale che si estende fino a muscoli, ossa o strutture di supporto (tendini, capsula

articolare) con o senza lesione a tutto spessore; presenza di tessuto sottominato

N.B: in caso di escara non

è possibile determinare il

grado della lesione

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Prevalenza

Si sviluppano in ambienti istituzionali e di comunità.

Sottostimata: volutamente omessa nelle cartelle cliniche in quanto segno di fallimento.

Frequenti in:

- anziani debilitati e immobili (es.: ortopedia) - pazienti con malattia acuta severe (es.: ICU),

- soggetti con deficit neurologici (es.: lesioni spinali) Prevalenza (UK):

5-32% pazienti ricoverati in ospedali

4-7% pazienti in servizi comunitari territoriali

(NHS Centre for Reviews and Dissemination, 1995) Italia: 8,6% (studio del 1992 in 20 Ospedali: Medicina, Ortopedia, Geriatria,

Neurochirurgia, Rianimazione, Urologia).

I reparti con la maggior prevalenza: ICU (26,6%), Neurochirurgia (13%) e Geriatria (1,2%).

Quasi la metà delle lesioni che insorgono durante il ricovero appaiono entro 7 giorni di degenza.

(15)

MECCANISMO DI FORMAZIONE DELLE ULCERE DA DECUBITO

A. CAUSE LOCALI

B. CAUSE GENERALI Cause principali:

• PRESSIONE PROLUNGATA

• ALTERAZIONI METABOLICHE

(16)

CAUSE LOCALI

• PRESSIONE PROLUNGATA:

Se la pressione locale è maggiore di quella del sangue nel distretto arteriolo-capillare si provoca ischemia.

(Valore teorico pressione arteriolare media cute: 32 mm Hg).

- ipotensione frequente negli anziani

- variazioni circadiane della PA (es.: la notte diminuisce)

- varia secondo le posizioni (es.: decubito supino pressione sul sacro 13 mm Hg; seduto a 90° la pressione aumenta a 70 mm Hg sul sacro e 9 mm Hg sul trocantere)

(17)

CAUSE LOCALI

RELAZIONE PRESSIONE -TEMPO

• Nei giovani, normalmente, avvengono circa 50 cambi posturali durante la notte, negli anziani di meno.

NB.: è più dannosa la pressione modesta ma prolungata che forte per poco tempo.

• I cambi posturali passivi sono tradizionalmente programmati ogni 2 ore

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CAUSE LOCALI

• FORZE DI STIRAMENTO dei vasi del sottocute

• ATTRITO: piccole abrasioni degli strati

superficiali dell’epidermide. Se il paziente viene trascinato la causa è iatrogena.

• MACERAZIONE DELLA CUTE: incontinenza o sudorazione profusa. L’umidità e le

modificazioni del pH favoriscono la

penetrazione dell’epidermide da parte dei batteri. E’ un fattore importante per

l’insorgenza delle piaghe. A parità di

condizioni accresce il rischio di piaghe di 6 volte.

• ALTRI FATTORI: contratture spastiche, uso scorretto di presidi (es.: ciambelle)

(19)

CAUSE LOCALI

Pressione/forze tangenziali/frizione:

Il tessuto è compresso tra due superfici rigide: prominenze ossee e superficie del letto o della sedia

Riduzione dell’apporto ematico nel tessuto cutaneo con conseguente ischemia localizzata.

ISCHEMIA 

METABOLISMO ANAEOROBIO, DANNO ENDOTELIALE  EDEMA INTERSTIZIALE 

AUTOLISI E NECROSI CELLULARE

(con accumulo di metaboliti tossici e acidosi tissutale)

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CAUSE GENERALI

Condizioni generali precarie, in particolare:

• IPOALBUMINEMIA (in uno studio recente in anziani con albuminemia inferiore a 3gr/dl, proteinemia inferiore a 6 gr/dl, leucocitemia inferiore a 1000/mm3 si riscontra

comparsa di piaghe nella quasi totalità dei casi)

• IPERTERMIA: per aumento di 1° C di temperatura si ha un aumento di richieste metaboliche del l0%.

In pazienti predisposti e febbrili a parità di condizioni

generali la piaga compare quindi con frequenza maggiore.

(21)

CAUSE GENERALI

• Condizioni CARDIOCIRCOLATORIE:

- ipotensione (P.A. inferiore a 60 mm Hg),

- aumento della viscosità sanguigna per aumento dell’ematocrito

• LESIONI DEL SISTEMA NERVOSO centrale o periferico:

aumenta la frequenza dell’insorgenza delle piaghe e riduce la tendenza alla granulazione rispetto ad altri a parità di

mobilizzazione e metabolismo.

L’ipotesi che si può fare è che il trauma nervoso porti ad

alterazioni della circolazione periferica cutanea e a carenza del fattore neurotrofico.

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CAUSE GENERALI

• ETA’:

Con l’invecchiamento cutaneo la pelle è più secca e ruvida, meno elastica, più soggetta a screpolarsi e rompersi e a sviluppare infezioni.

-Diminuiscono le fibre elastiche

-Mutamento della sintesi del collagene: diminuiscono le resistenze meccaniche e aumenta la rigidità tissutale (frequenti lesioni anche intorno a cateteri e sondini o condom)

-Rallentamento della circolazione

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PREVENZIONE

Approccio infermieristico:

• valutazione dei deficit sensoriali dei soggetti a rischio

• ispezione della cute almeno ogni turno

• scale di valutazione del rischio Fini:

• identificare i soggetti a rischio

• diminuire i fattori di rischio

• educare paziente e famiglia alla prevenzione

• porre in atto i trattamenti prescritti nel caso di lesione

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SCALE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO

• Braden (testata per validità e affidabilità)

Parametri valutati: Percezione sensoria, Umidità cutanea, Attività fisica, Mobilità, Nutrizione, Frizione e Taglio,

• Norton (la più utilizzata)

• Gosnell

• Knoll

• Waterloo

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Scala di D. Norton (1962)

Condizioni generali

Stato mentale Deambulazione Mobilità Incontinenza

4 – Buone 4 – Lucido 4 – Normale 4 – Piena 4 – Assente 3 – Discrete 3 – Apatico 3 – Cammina

con aiuto

3–

Moderat.

limitata

3 –

Occasionale 2 – Scadenti 2 – Confuso 2 – Costretto su

sedia

2 – Molto limitata

2 – Abituale (urine)

1 – Pessime 1 – Stuporoso 1 – Costretto a letto

1 – Immobile

1 – Doppia

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Scala Braden di Valutazione del rischio di lesioni da decubito

• Sviluppata nel 1985

• Testata per validità e affidabilità

Parametri valutati: Percezione sensoria, Umidità cutanea, Attività fisica, Mobilità, Nutrizione, Frizione e Taglio,

• Un’edizione di questa scala, modificata con l' aggiunta di un ulteriore parametro per l' incontinenza, è stata adottata su scala europea come strumento ufficiale di valutazione dall' European Pressure Ulcer Advisory Panel (EPUAP).

Punteggio:

- maggiore di 20 indica basso rischio

- da 16 a 20 medio rischio

- da 11 a 15 alto rischio

- inferiore a 10 altissimo rischio.

(27)

Tabella di Valutazione Scala Braden

Parametro Valutazione verbale Pt.

Percezione Sensoria

Adeguata

(Risposta a stimoli verbali, nessun

impedimento a rendere noto verbalmente uno stato di dolore o di scomodità )

4

Leggermente limitata

(Risposta a stimoli verbali, ma nen sempre riesce a rendere noto un eventuale stato di dolore o scomodità)

3

Molto Limitata

(Risposta solo a stimoli dolorosi, incapacità di comunicare dolore o scomodità tranne con mugolii e lamenti o agitazione)

2

Completamente limitata

(Nessuna risposta, neppure a stimoli

1

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Parametro Valutazione verbale Pt.

Umidità Cutanea Pelle Asciutta

(non viene rilevato quasi mai sudore, urina o altro)

4

Pelle costantemente bagnata 3

Pelle molto spesso bagnata 2

Pelle occasionalmente bagnata 1

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Scala di Norton Plus

CONDIZIONI GENERALI

STATO MENTALE

CAPACITA’

DI CAMMINARE

CAPACITA’

DI MUOVERSI NEL LETTO

INCONTINENZA

4 Buone 4 Lucido ed orientato 4 Normale 4 Normale 4 No

3 Discrete 3 Disorientato

Perdita della nozione dello spazio e del tempo e a volte anche dello schema corporeo

3 Cammina solo

con appoggio 3 Leggermente

limitata 3 Occasionale

2 Scadenti 2 Confuso Ridotto stato di coscienza, ideazione rallentata, obnubilamento mentale, spunti deliranti

2 Costretto su

sedia 2 Molto limitata 2 Abituale (urine)

1 Pessime 1 Stuporoso o comatoso Stato di coscienza pochissimo vigile fino al coma, perdita della memoria

1 Costretto a

letto 1 Immobile 1 Doppia

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OBIETTIVI DELLA PREVENZIONE:

• 1. migliorare la vascolarizzazione e l’ossigenazione dei tessuti

• 2. agire sui fattori di rischio

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Prevenzione

Evitare ischemie agendo su:

• Durata della pressione (cambi posturali ogni due ore, postura corretta, e comoda usando presidi adeguati) (Munro 1945)

• Intensità della pressione (usare presidi che disperdono la pressione).

Es. materassi a pressione ridotta

• Forze di trazione e di sfregamento (diminuirle o eliminarle):

non trascinare, evitare lo scivolamento, biancheria del letto ben tesa, asciutta, pulita, cuscini tra le ginocchia, archetto ai piedi, massaggio e frizione per aumentare confort e

stimolare la circolazione ma NON sulle zone già eritematose: può provocare microemorragie).

• Mobilizzazione

(32)

Pressione Ridotta e Pressione scaricata

Pressione (Interfaccia): forza per unità di area, che agisce in maniera perpendicolare tra il corpo ed il piano d’appoggio. E’ influenzata dalla rigidità del piano d’appoggio, dalla composizione del tessuto

corporeo e dalla geometria del corpo sostenuto (AHCPR, 1994).

Superficie che riduce la pressione: superficie che riduce la pressione dell’interfaccia tra la superficie del corpo e quella di appoggio, ma non mantiene costantemente la pressione al di sotto del livello che provoca la chiusura dei capillari. (AHCPR, 1994; Mulder, Fairchild &

Jeter, 1991; WOCN, 1987).

Superficie che scarica la pressione: superficie che costantemente riduce la pressione di interfaccia fra la superficie del corpo e quella di appoggio, sotto il livello che provoca la chiusura dei capillari. (AHCPR, 1994; Mulder et al., 1991; WOCN, 1987).

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Materasso che mantiene la pressione sui tessuti inferiore a 25 mmHg

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Prevenzione

• Igiene:

- mantenere la pulizia

- mantenere il pH cutaneo di 5,5 con saponi neutri o acidi - in caso di incontinenza pulire con detergente e asciugare

delicatamente, del tutto ma senza strofinare, tamponando.

Cambiare la biancheria del letto quando necessario.

- Idratazione della cute: applicare sostanze idratanti ed emollienti su cute pulita e asciutta

• Nutrizione: valutare nutrizione e assicurare un’alimentazione corretta e sufficiente.

(35)

Raccomandazioni per la pratica (linea- guida RNAO)

• Valutazione.

- Esame della cute dalla testa ai piedi in tutti i pazienti al

momento del ricovero e poi ogni giorno nei soggetti a rischio.

Attenzione particolare alle prominenze ossee

- Combinare giudizio clinico con risultati di scala di valutazione testata per validità e affidabilità (Braden Scale for Predicting Pressure Sore Risk)

- Pazienti immobilizzati a letto o sedia o sottoposti a intervento chirurgico devono essere esaminati in merito alla presenza di forze di pressione, frizione e taglio in tutte le posizioni e

durante il sollevamento, spostamento e riposizionamento

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Valutazione della cute

Ispezione della cute dalla testa ai piedi ponendo particolare attenzione alle aree vulnerabili (prominenze ossee)

Prima dell’ispezione rimuovere tutti gli ausili in uso (apparecchi, calze anti-trombo, ecc.).

Le aree vulnerabili tipicamente comprendono:

regione temporale ed occipitale del cranio;

orecchio;

scapole;

processi spinosi;

spalle;

gomiti;

sacro;

coccige;

tuberosità ischiatiche;

malleoli;

metatarsi;

talloni;

dita dei piedi;

aree del corpo coperte con le calze anti-emboliche o abiti stretti;

aree dove la pressione, la frizione e le forze di taglio sono esercitate durante le attività quotidiane;

parti del corpo in contatto con

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(37)

Raccomandazioni per la pratica (linea- guida RNAO)

• Valutazione

- classificare le ulcere secondo i criteri della NPUAP

- In caso di ulcera da pressione utilizzare le linee-guida di buona pratica RNAO

“Valutazione e trattamento delle ulcere dal pressione stadio 1-4”

- Documentare tutti i dati

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Raccomandazioni per la pratica (linea- guida RNAO)

• Formulare un piano di cure individualizzato

• Ridurre al minimo la pressione mediante un programma immediato di mobilizzazione

• Usare tecniche appropriate di posizionamento mobilizzazione e rotazione

• Considerare e ridurre l’eventuale dolore

• Considerare la perdita della sensibilità, della percezione del dolore e della risposta efficace

• Evitare massaggi sulle prominenze ossee

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Raccomandazioni per la pratica (linea- guida RNAO)

• Utilizzare materassi a bassa pressione all’interfaccia (schiuma visco-elastica ad alta densità) per pz a

rischio

• Per pz a rischio sottoposti a intervento chirurgico utilizzare presidi riducenti la pressione

intraoperatoriamente

• Per pazienti costretti a letto:

-approccio interdisciplinare

-Usare dispositivi che rendono pz autonomo negli spostamenti (trapezio, spondine, ecc.)

-riposizionare il paziente almento ogni 2 ore

(40)

Raccomandazioni per la pratica (linea-guida RNAO)

Per pazienti costretti a letto:

-Usare cuscini di schiuma viscoelastica per evitare contatti tra le prominenze ossee dei piedi

Evitare appoggio prolungato sul trocantere:

rotazione alternata di 30°

• Ridurre forze di taglio mantenendo la testata del letto il meno sollevata possibile (non più di 30°)

• Usare dispositivi di sollevamento per evitare di trascinare il paziente

• Non usare dispositivi a ciambella o che localizzino

(41)

Raccomandazioni per la pratica (linea-guida RNAO)

Per pazienti costretti su sedia:

-approccio interdisciplinare

-variar ei punti di appoggio ogni 15 minuti

-(se ciò non è possibile): riposizionare il paziente almeno ogni ora

-usare dispositivi che riducono la pressione

-non usare dispositivi a ciambella o che localizzino la pressione

- considerare: allineamento posturale, equilibrio,

distribuzione del peso, stabilità, sostegno dei

piedi e riduzione della pressione

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• Proteggere e promuovere l’integrità della cute

• Proteggere la cute dall’umidità eccessiva e dalle perdite liquide

• Valutazione nutrizionale

• In caso di dimissione/trasferimento:

- documentare e comunicare il rischio e la

necessità di dispositivi speciali

(43)

Protocollo di cura strutturato per livelli di rischio (Braden 2001)

Per individui a rischio lieve (15-18)*

- Ruotare, ruotare, ruotare - Massima ri-mobilizzazione - Talloni protetti

- Gestione dell’umidità, nutrizione, frizione, e frizione di taglio

- Riduzione della pressione della superficie di supporto:

letto – sedia – contenzioni

- * Se ci sono altri, grandi fattori di rischio (età avanzata, febbre, dieta scarsamente proteica, pressione diastolica inferiore a 60, instabilità emodinamica) andare al successivo livello di rischio.

(44)

Protocollo di cura strutturato per livelli di rischio (Braden 2001)

Per individui a rischio moderato (13-14) * Gli interventi adottati in caso di rischio lieve

sono continui:

- Programma di rotazione laterale di 30

*Se ci sono altri, grandi fattori di rischio

andare al successivo livello di rischio.

(45)

Protocollo di cura strutturato per livelli di rischio (Braden 2001)

• Per individui a rischio elevato (10-12),

- Aumento della frequenza della rotazione laterale di 30 con l’aiuto di un cuneo di schiuma

viscoelastica con piccoli spostamenti

- Tutti gli interventi in pazienti a rischio moderato sono continui. Riduzione della pressione delle superfici di supporto.

- Massima ri-mobilizzazione - Talloni protetti

- Gestione dell’umidità, nutrizione, frizione, e

frizione di taglio

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Protocollo di cura strutturato per livelli di rischio (Braden 2001)

Per individui a rischio molto elevato ( 9) - Continuazione dei precedenti interventi

- utilizzo di un sovra-materasso ad aria statica, qualora sia possibile un adeguato monitoraggio.

- Considerare l’uso di un letto a bassa cessione d’aria se il soggetto oltre al rischio molto elevato presenta ulteriori fattori di rischio, risolvibili parzialmente con tale presidio, o dolore incontrollabile, o dolore severo esacerbato dalla mobilitazione.

- Braden (2001) avverte che l’uso di un letto a bassa cessione d’aria non è sostitutivo di un appropriato programma di mobilitazione, e che il posizionamento del paziente dovrebbe essere una componente del piano di trattamento.

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GESTIONE DELL’UMIDITA’

Usare le protezioni in commercio

Usare cuscinetti o pannolini assorbenti che tamponano o contengono l’umidità.

Indirizzare le cause, se possibile

Offrire recipienti per la raccolta di urine e un bicchiere d’acqua aggiunti al programma di rotazione laterale

GESTIONE DELLA NUTRIZIONE

Aumentare l’assunzione di proteine

Aumentare l’assunzione di calorie per risparmiare le proteine.

Integrare con multi-vitaminici (con vitamina A, C, & E)

Alleviare velocemente i deficits

Consultare un dietista

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GESTIRE LA FRIZIONE E LA FRIZIONE DI TAGLIO

• Alzare la testa del letto non più di 30

• Usare il trapezio quando indicato

• Usare un muletto per muovere il paziente

• Proteggere gomiti e talloni se vengono esposti alla frizione

ALTRE ISTANZE DI CURE GENERALI

• Non massaggiare le prominenze ossee arrossate

• Non usare ausili a forma di ciambella

• Mantenere una buona idratazione

• Evitare la secchezza della pelle

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Compromissione dell’integrità cutanea

Definizione:

Stato in cui la persona è soggetta o rischia di essere soggetta a danni del tessuto

epidermico o dermico.

Correlata a:

(esempi: Immobilità o effetti della compressione, della forza elastica trasversale, della frizione, della

macerazione).

(50)

Compromissione dell’integrità cutanea

Caratteristiche definenti:

• Maggiori:

Alterazione del tessuto epidermico e dermico

• Minori:

• Abrasione

• Eritema

• Lesioni

• prurito

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Fattori correlati

• Fisio-patologici

-correlata a paralisi parziale secondaria a ictus cerebri

• Correlata a trattamenti

-correlata a dispositivi esterni (es.: apparecchio gessato, ecc.)

• Situazionali

- correlata a dolore;

- correlata ad affaticamento

• Correlata alle fasi maturative

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Riferimenti bibliografici

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CD001275. DOI: 10.1002/14651858.CD001275.pub2.

Cullum N, McInnes E, Bell-Syer SEM, Legood R. Support surfaces for pressure ulcer

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http//:www.evidencebasednursing.it/homepage1.htm

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